Recensione Twin Mirror

La lotta tra oggettività e sentimentalismo è ancora più rilevante nel turbolento periodo che stiamo vivendo quest’anno. È davvero meglio cercare la verità o il conforto? Proprio come nella realtà, l’ultima iterazione di Dontnod EntertainmentTwin Mirror non offre risposte facili. Il gioco potrebbe non essere così lungo o avere le premesse o l’ambientazione più originali, ma vale la pena riflettere sulle domande che pone, indipendentemente dal fatto se apprezzerete o meno le risposte che otterrete.

Versione testata: Xbox One S

Storia

Twin Mirror è basato su quella che viene definita una trama predefinita. Sam Higgs è un giornalista investigativo che ha giurato di non tornare mai più nella sua piccola e isolata città natale, Basswood. Ma quando un caro amico muore, con riluttanza si ritrova di nuovo a tornarci per porgere i suoi rispetti. La figlia del defunto, Joan, informa Sam che la morte di suo padre potrebbe non essere così semplice come sembra e lo implora di indagare. Ciò che segue porta Sam a riflettere attentamente su ciò che è veramente importante per lui mentre la sua investigazione “sconvolgerà” la tranquillità degli abitanti della cittadina.

Ma come mai Sam ha così poca voglia di tornare nella sua città?

Approfondire la trama di gioco senza finire in inevitabili spoiler è difficile e sarebbe inaccettabile in un gioco come questo. Tuttavia, possiamo raccontarvi le motivazioni che hanno portato Sam ad abbandonare il West Virginia.

Due anni prima dell’inizio di Twin Mirror, Sam ha lavorato come giornalista presso il giornale locale della sua città. Il tessuto economico della stessa era incentrato su una miniera di carbone. Questa miniera di carbone era pericolosamente sotto-regolamentata e non era sicura per i suoi lavoratori. Un episodio in particolare, ovvero il padre della fidanzata di Sam rimane paralizzato a causa del lavoro, rivela la sordida verità di ciò che ha fatto la società dietro alla miniera. Ciò si traduce in una marea di azioni legali che si concludono con la chiusura del complesso. E mentre tutti i lavoratori sono tecnicamente più al sicuro ora che non lavorano nella miniera, molti di loro sono senza lavoro. Questo porta Sam ad essere odiato da gran parte della comunità.

Questa premessa contiene la domanda centrale di Twin Mirror: vale la pena abbattere le istituzioni dannose se significa ferire le persone a cui tieni? Il gioco presenta le sue scelte, ma chiarisce che non è così semplice. Indipendentemente dalle scelte che farete, ci sarà inevitabilmente una conseguenza dolorosa. E anche dopo l’eccitante, anche se banale, conclusione del gioco – del quale vi parleremo dopo – rimuginerete su quanto avete fatto.

Detto questo, la storia è a tratti banale e i personaggi, sebbene abbastanza definiti, non sono poi così interessanti. Ma Twin Mirror è sfacciatamente bravo nello sviscerare i suoi temi primari rispetto a tutto il resto e a mandare avanti la narrativa. Sam è costantemente in guerra con sé stesso. È freddo, distante e un po’ troppo egoista. Spesso per un aiuto, si rivolge al suo gemello: un uomo che gli somiglia e che solo lui può vedere. Questo gemello è empatico e offre molti consigli a Sam su come affrontare episodi della sua vita su cui non ha una presa così salda.

Dio della mente

Twin Mirror è un gioco narrativo – sotto molti aspetti – abbastanza tradizionalista. Si svolge in capitoli nei quali saremo chiamati ad indagare sui luoghi, parlare con altri personaggi e pianificare azioni. È possibile scegliere fra le diverse risposte di Sam, a cui i personaggi reagiranno in vari modi. Tuttavia, molti di questi non hanno un impatto particolare sul come si svolge la storia. Le scelte più ampie che incontrerete sono di natura binaria e a differenza di altre produzioni di Dontnod, c’è molto meno spazio di manovra durante i segmenti di gioco effettivi. Questi, seppur brevi, per fortuna funzionano abbastanza bene.

Sam ha a che fare molto con la sua testa, il che gli garantisce l’accesso a quello che Twin Mirror chiama il “Palazzo Mentale”. Qui può vagare in uno spazio desolato e frammentato per rivivere i propri ricordi o mettere insieme indizi per formare una comprensione operativa di ciò che è accaduto esattamente durante un dato scenario. Queste sono sezioni standard in cui vi limiterete a camminare per trovare tutte le prove per progredire. La natura alla “Sherlock Holmes” di Sam che mette insieme i vari dettagli è innegabilmente interessante. È possibile selezionare una sola risposta corretta, ma per farlo dovrete dedurre cosa è successo esattamente contrassegnando gli elementi specifici correttamente.

Se sbaglierete, lo scenario risultante che attraverserete sarà impreciso e Sam vi farà notare che c’è qualcosa di poco accurato e illogico. Man mano che la trama di Twin Mirror va avanti, si dirameranno scenari aggiuntivi in ​​cui Sam userà le sue abilità per pianificare le azioni future invece di comprendere gli eventi passati. Tutto è abbastanza logico e si adatta bene al gioco. Poi ci sono le sezioni “Attacco di Panico” che funzionano quasi come dei mini-giochi necessari a calmare il protagonista. Per farvi un breve esempio, uno di questi lo vede correre attraverso porte contrassegnate da alcune parole che devono essere esplorate con successo. Insomma, l’idea alla base è piuttosto interessante.

Detto questo, in più di una occasione, il Palazzo Mentale e il Doppio iniziano a scontrarsi in modi interessanti, lacerando la psiche di Higgs. Tuttavia, al conflitto non viene dato abbastanza spazio per prendere piede in modo significativo. È un chiaro esempio di come Twin Mirror non sia del tutto in grado di concretizzare le sue idee più importanti. Il tumulto interiore di Higgs, la risoluzione dell’omicidio del suo migliore amico e la riparazione di tutte le relazioni danneggiate intorno a Basswood sono tutte cose che si concludono prima che Dontnod possa rendere loro giustizia a sufficienza.

Sembra un gioco che doveva essere significativamente più grande, ma i vincoli di produzione o di budget hanno costretto a realizzare un prodotto troncato. Anche dopo lo scontro finale, eravamo convinti che ci sarebbe stato un terzo atto più sinistro. La storia doveva trasformarsi in un dramma ancora più drammatico, perché tutte le conclusioni erano state raggiunte troppo frettolosamente per essere un vero e proprio finale.

Il mio alter ego cammina con me

Sam è controllato da una prospettiva in terza persona ed è suo compito camminare in ambienti ben riprodotti. C’è una bella atmosfera in Twin Mirror, anche se le texture e le animazioni non sempre appaiono al meglio. Sam si muove abbastanza lentamente, sebbene possa correre in aree più grandi. Anche il design del mondo di gioco è impattante, con luoghi credibili e paesaggi da sogno avvincenti su cui riflettere.

Il difetto grave di Twin Mirror è la durata, purtroppo piuttosto breve. Può essere completato in circa cinque ore. Raramente ci si ritrova bloccati o nella condizione di dover capire come progredire, a parte se si dovesse mancare una prova mentre analizzate l’ambiente. Fortunatamente, la scarsa longevità si traduce in una buona rigiocabilità, dandoci modo di rivivere l’avventura esplorandone le possibili alternative. A completare l’esperienza ci sono svariati oggetti collezionabili che se raccolti permettono di approfondire sia i personaggi e sia i ricordi di Sam.

Grafica e tecnica

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Twin Mirror ha una grafica decisamente superiore rispetto alle passate produzione Dontnod. Le texture e la resa visiva – al netto di quanto anticipato in precedenza – in generale è buona. In particolare abbiamo trovato particolarmente belle le sezioni nel “Palazzo Mentale”. Da rivedere invece le animazioni, davvero troppo spigolose. Il gioco è stato testato su Xbox One S e su Series X. Nel primo caso è possibile raggiungere i 30 fps mentre su Series X i 60 fps (anche se non sempre stabili). Il parlato è in inglese con i sottotitoli in italiano. Abbiamo riscontrato il solito annoso problema di traduzione dei giochi Dontnod. Ovvero, frasi esemplificative e fondamentali tradotte in modo semplicistico. Nulla che possa comprometterne l’esperienza ma per chi ha orecchio e conosce bene l’inglese e i diversi modi di dire della lingua, gli verrà da sorridere.  

Commento finale

Twin Mirror presenta alla base diverse idee interessanti che purtroppo non sono state sviluppate al meglio. La storia, seppur ispirata è a tratti banale e nel complesso si ha la sensazione che tutto sia stato fatto troppo velocemente e in maniera raffazzonata.

Col senno di poi, seguire il modello episodico di Life is Strange avrebbe potuto funzionare meravigliosamente anche per Twin Mirror, poiché avrebbe dato a Dontnod il tempo necessario per sviscerare al meglio temi e dinamiche di gioco. Davvero un peccato. In definitiva resta comunque una buona esperienza che, considerando anche il prezzo di 29,99 euro, ci sentiamo di consigliare a tutti i fan del genere.

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7

Ci saremmo aspettati di più


Twin Mirror presenta alla base diverse idee interessanti che purtroppo non sono state sviluppate al meglio. La storia, seppur ispirata è a tratti banale e nel complesso si ha la sensazione che tutto sia stato fatto troppo velocemente e in maniera raffazzonata. Col senno di poi, seguire il modello episodico di Life is Strange avrebbe potuto funzionare meravigliosamente anche per Twin Mirror, poiché avrebbe dato a Dontnod il tempo necessario per sviscerare al meglio temi e dinamiche di gioco. Davvero un peccato. In definitiva resta una buona esperienza che, considerando anche il prezzo di 29,99 euro, ci sentiamo di consigliare a tutti i fan del genere.

PRO

    - Storia impattante seppur a tratti banale
    - Le sezioni "Attacco di Panico" funzionano bene
    - Come da tradizione Dontnod Entertainment dopo il finale avrete tanto su cui riflettere

CONTRO

    - Scarsa longevità
    - Si ha la sensazione che lo sviluppo sia stato troppo frettoloso
    - Qualche difettuccio grafico e tecnico sicuramente risolvibile con qualche patch
Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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