Recensione Unplugged: Air Guitar (PSVR2)

Diciamoci la verità siamo tutti orfani di Guitar Hero, la mitica IP sviluppata da Harmonix e poi passata a Neversoft, che ha dato vita al fenomeno dei music games tanto in voga nelle generazioni PS2 e PS3.

Unplugged: Air Guitar prova a rinverdire i fasti di quel genere facendo leva sul desiderio comune di diventare una rockstar e, grazie alla realtà virtuale, l’obiettivo è quanto mai alla portata.

Welcome to the jungle

Il gioco si apre con il rocker Satchel degli Steel Panther, simpatico come una colonscopia, che prova a spiegarci cosa non va del nostro look da nerd e quali sono i passi necessari da compiere per diventare una rockstar come lui (per la cronaca, gli Steel Panther sono una band realmente esistita di cosiddetto Hair Metal, che prendeva in giro mostri sacri come i Guns n’ Roses e Poison) .

Secondo Satchel, che assomiglia pericolosamente a Ben Stiller di Zoolander, buona parte del processo di trasformazione in una rockstar sta nell’atteggiamento, ed è proprio l’atteggiarsi a chitarrista rock a costituire il nucleo centrale dell’offerta ludica di Unplugged Air Guitar.

Facendo uso dei nostri controller infatti, dovremo simulare di suonare una “Air Guitar” una chitarra immaginaria sospesa a mezz’aria. Credete sia una operazione semplice? Beh dovrete ricredervi perchè la quantità di skills necessarie per padroneggiare il titolo sviluppato da Another Way e Vertigo Games, soprattutto ai livelli di difficoltà più alta, è davvero soverchiante.

While my guitar gently weeps

Il meccanismo è quello classico dei giochi musicali. Le note colorate di verde, blu e più avanti di giallo e rosso, scorrono verso il manico della vostra chitarra e, quando raggiungono la vostra mano sinistra (o destra se siete mancini), dovrete farvi trovare pronti alla giusta altezza sulla tastiera e con la giusta combinazione di tasti, mentre effettuate una pennata a tempo con la mano destra.

A differenza della versione per Quest 2 che supporta l’hand tracking, su PSVR2 lo strumming dovrà essere effettuato con l’utilizzo dei controllers e, non essendoci un completo finger tracking, attraverso l’utilizzo dei soli pulsanti L1 e L2. Con sole due note colorate di verde e blu, all’inizio è tutto piuttosto semplice, il tasto L1  controlla medio anulare e mignolo, mentre L2 controlla l’indice. In modalità Hard, invece, con l’arrivo delle nuove note, dovrete combinare la pressione dell’indice con la pressione delle corde superiori e inferiori del manico, imparando a ruotare la mano per spostarvi sulle corde. E’ dal gioco che si crea tra mano destra e sinistra che si crea l’impressione di stare impugnando una vera chitarra.

Il punteggio calcolato a fine brano è assegnato sulla base dell’accuratezza del tempo della pennata e del posizionamento della mano sul manico, oltre che dalla capacità di “aizzare” il pubblico alla fine del vostro show come una vera rockstar. Se avrete eseguito un certo numero di note corrette, il pubblico applaudirà, vi lancerà rose e persino reggiseni, in caso contrario, aspettatevi tanti buu e bicchieri di birra.

Una delle cose che più abbiamo apprezzato è l’ottimo sistema di progressione. Sebbene il livello di difficoltà cresca in maniera costante, introducendo via via anche altri elementi oltre allo strumming, come ad esempio lo slide, il pull off, il vibrato, l’hammer-on, il gioco vi accompagna passo passo verso questa progressione.  E mentre al livello di difficoltà più basso è piuttosto difficile sentirsi davvero coinvolti, è a partire dal livello di difficoltà medio che Unplugged vi darà la sensazione di stare davvero suonando le note che scorrono a schermo.

I’m still standing

Il vero problema di Unplugged è la gestione della chitarra nello spazio virtuale. Come vi viene spiegato all’inizio del gioco, la chitarra non segue i vostri movimenti; se vi muoverete anche di poco dalla posizione iniziale, la chitarra resterà ferma nella posizione originale, rendendo più difficile o addirittura impossibile continuare a giocare. Il gioco infatti non riuscirà più a registrare la corretta posizione delle mani e soprattutto la torsione del polso, richiesta nei livelli di difficoltà più alti, portandovi inesorabilmente al fallimento della traccia.

Ma restare esattamente fermi in una posizione sola mentre si è in piedi e soprattutto quando ci sono così tante azioni da compiere, è davvero complicato e questo vi costringe a continui aggiustamenti o della chitarra, che può essere spostata manualmente afferrandola dal tremolo (o handle in inglese), oppure della vostra posizione.

Per risolvere questo problema, potreste giocare da seduti ma questo rende più complicato effettuare determinati movimenti senza contare che, anche in questo caso, la posizione della chitarra è spesso sbagliata.

In altri casi,  abbiamo verificato una sorta di perdita di tracking con un cambio repentino della posizione della telecamera.

Musicology

Ovviamente questo aspetto è basato sul gusto personale, ma la colonna sonora di Unplugged Air Guitar è decisamente interessante. Pur non raggiungendo i livelli assoluti di Guitar Hero Legends of Rock, a nostro giudizio la colonna sonora più bella in un gioco musicale, Unplugged si difende bene, con brani che spaziano dal Rock al Metal, senza disdegnare qualche digressione nel glam rock e nel commercial. La track list della versione PSVR2  è stata infatti integrata con tutti i brani aggiunti nel corso del tempo nella versione Quest 2, e tra questi spiccano i Garbage, i Clash, Jet, Ozzy Osborne e gli Offspring per un totale di circa 45 brani. Ovviamente non mancano i DLC, al momento soltanto due uno dedicato interamente ai Pantera, la band heavy metal americana, e uno denominato Riff Pack che include anche un pezzo dei Muse, Won’t stand down.

Boulevards of broken dreams

Dal punto di vista tecnico non ci sono novità di rilievo rispetto alla versione Quest 2 e questo è un peccato perché il team avrebbe potuto sfruttare maggiormente le capacità di elaborazione grafica della console di Sony, ad esempio per creare ambienti più realistici ed interattivi o trovando un modo per sfruttare le caratteristiche uniche del visore di Sony come i trigger adattivi, l’eye tracking o il rumble nel visore. Durante le concitate fasi di gameplay, tuttavia vi accorgerete poco dell’ambiente circostante e pertanto ci sentiamo di soprassedere su questo aspetto. Molto belli invece i modelli poligonali delle chitarre che potrete sbloccare nel corso del gioco

Commento finale

Unplugged è un buon music game con una eccellente colonna sonora che, soprattutto ai livelli di difficoltà più alti, riesce a restituire la sensazione di stare effettivamente suonando una chitarra virtuale. Nonostante il lavoro di adattamento alla console di Sony sia stato un po’ pigro, limitandosi esclusivamente ad adattare un prodotto già pronto ad un nuovo hardware, Unplugged Air Guitar è un gioco che ci sentiamo senza dubbio di consigliarvi soprattutto se siete fan dei music game di una volta e volete cimentarvi in un titolo impegnativo ma in grado di offrirvi un elevato grado di reward per i vostri sforzi.

8

Unplugger: Air Guitar


Unplugged è un buon music game con una eccellente colonna sonora che, soprattutto ai livelli di difficoltà più alti, riesce a restituire la sensazione di stare effettivamente suonando una chitarra virtuale. Nonostante il lavoro di adattamento alla console di Sony sia stato un po’ pigro, limitandosi esclusivamente ad adattare un prodotto già pronto ad un nuovo hardware, Unplugged Air Guitar è un gioco che ci sentiamo senza dubbio di consigliarvi soprattutto se siete fan dei music game di una volta e volete cimentarvi in un titolo impegnativo ma in grado di offrirvi un elevato grado di reward per i vostri sforzi.

PRO

Ottima colonna sonora | gameplay impegnativo | curva di apprendimento bilanciata

CONTRO

Non sfrutta le capacità tecniche di PS5 e del nuovo visore | la chitarra non vi segue durante i movimenti e potrebbe causare qualche problema
Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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