Speciale Fallout – Episodio 3

Una rivoluzione a tutto campo.

Dopo il lancio di Fallout Tactics nel 2001 (QUI la seconda parte dello speciale), che effettivamente non ha riscosso un grande successo come i capitoli originali, Black Isle Studios decide di concentrarsi sul progetto di Fallout 3 continuando, quindi, con la serie ufficiale. Nel 2007, però, il team cede i diritti del gioco a Bethesda Softworks, che acquisisce l’intera serie per 5.75 milioni di dollari. A seguito di ciò, i fan sono preoccupati per quanto riguarda il destino del terzo capitolo, in quanto il cambio di sviluppatore potrebbe rovinare ciò che era il Fallout originale.

A sette anni di distanza dall’uscita di Tactics, Bethesda pubblica Fallout 3 e la reazione di pubblico e critica è più che positiva: il nuovo team di sviluppo ha creato un titolo maestoso sotto ogni punto di vista, che cambia totalmente la formula di gioco proponendo una svolta nella serie; la visuale, infatti, non è più isometrica ed il mondo diventa tridimensionale, permettendoci l’esplorazione tramite una visuale in prima o terza persona. Le sorti della saga, quindi, sono finite in buone mani e le enormi vendite del terzo capitolo parlano chiaro, così come il punteggio su Metacritic, che si attesta su 91/100, e la nomina del titolo a “Game of the Year” nel 2008.

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Dov’è mio padre?

La trama di Fallout 3 è uno dei primi cambiamenti apportati alla serie da parte di Bethesda, che propone una storia differente rispetto ai suoi predecessori. L’intera avventura si svolge nel 2277, esattamente 200 anni dopo l’inizio del conflitto atomico e 36 anni dopo le vicende del secondo capitolo. Il protagonista nasce all’interno del Vault 101 ed è figlio di uno degli scienziati più rispettati del luogo. L’infanzia e l’adolescenza del ragazzo passano, tutto sommato, in modo tranquillo fino all’età di 19 anni, quando suo padre abbandona misteriosamente il Vault per il mondo esterno.

A questo punto, i giocatori cominciano il gioco vero e proprio con l’obiettivo di ritrovare James, ovvero il padre del protagonista, ma la storia ha molte sfaccettature e si evolve in modi diverso sulla base delle missioni affrontate. Il primo elemento che salta subito all’occhio è sicuramente la vastità della mappa realizzata da Bethesda, che vanta tantissimi luoghi esplorabili che affascinano qualunque amante del genere RPG. Il mondo di gioco è disseminato di piccole cittadine, grossi insediamenti come Downtown DC, stazioni di rifornimento, case abbandonate apparentemente inutili, caverne, svariati Vault, stazioni sotterranee della metro e chi più ne ha più ne metta. Sotto l’aspetto dell’esplorazione e di tutto ciò che si può trovare in giro, quindi, Fallout 3 possiede una varietà ineguagliabile e proprio il fatto di avere centinaia di luoghi differenti suscita la curiosità di ogni giocatore.

Squadra che vince… si cambia nel tempo.

Il titolo di questo paragrafo è sicuramente il più adatto a descrivere il terzo capitolo in termini di gameplay. E’ vero, quando una formula di gioco funziona e viene apprezzata dai fan, cambiare potrebbe essere molto rischioso, ma non per Bethesda. Nel 2008, i motori grafici avevano già fatto passi da gigante rispetto a quelli utilizzati nel periodo di lancio di Fallout Tactics (2001), e il nuovo team di sviluppo ha deciso di approfittarne per permettere alla serie una svolta epocale.

E’ così che Fallout 3 stupisce tutti mandando in pensione la visuale isometrica per introdurre un mondo tridimensionale esplorabile in terza e prima persona, alternabili e sicuramente sono più al passo con i tempi. Il risultato è un gioco open world a 360°, dove i giocatori possono guardarsi intorno liberamente e dare sfogo alla voglia di esplorare grazie alla già citata vastità della mappa.

Viene mantenuto il sistema di attributi S.P.E.C.I.A.L., che anche qui offre dei benefici al protagonista in base ai parametri che i giocatori scelgono di aumentare ad inizio gioco. La personalizzazione del personaggio si perfeziona, permettendo anche di modificare in modo preciso ogni tratto somatico, dal naso al mento fino agli occhi e alla bocca. Oltretutto, è possibile scegliere la razza, il nome, il sesso e altri elementi come il colore di barba e capelli; in questo modo, i giocatori possono dare vita al protagonista che meglio li rappresenta. Tornano anche le abilità, che possono essere selezionate da una lunga lista ogni qualvolta si sale di livello e che offrono delle agevolazioni in base alle esigenze dei giocatori. In tutta la Zona Contaminata sono poi nascoste 20 bamboline Vault-Tec, dei collezionabili che, al momento del ritrovamento, aumentano di 10 punti l’abilità relativa o di 1 punto il parametro S.P.E.C.I.A.L. relativo. 

Bethesda dà anche più spessore al sistema del karma, che varia in base alle azioni eseguite durante il gioco e influisce parecchio sul comportamento degli NPC e dei compagni reclutabili oltre alle opzioni di dialogo e molto altro. Inoltre, lo stesso karma ha anche una grande influenza sul finale di gioco, pertanto si può assistere a 5 principali finali alternativi. Dico cinque perché, secondo quanto riportato da Bethesda, Fallout 3 ha ben 504 finali differenti che variano sulla base di alcune piccolezze che non tutti potrebbero notare: il fatto di completare una particolare missione secondaria oppure avere una determinata arma, ad esempio, influiscono sull’epilogo visualizzabile al termine dell’avventura.

Innovazioni sotto ogni aspetto.

Il team di sviluppo decide di cambiare completamente anche il sistema di combattimento introducendo lo S.P.A.V. (Sistema di Puntamento Assistito della Vault-Tec): questo sistema “ferma l’azione di gioco circostante” e permette di colpire determinate parti del corpo, ognuna con una percentuale di precisione differente, essendo influenzato da parametri quale la distanza di tiro, la grandezza dell’arto da colpire e per ultimo, ma non meno importante, anche il valore di precisione dell’arma stessa. Mirando alla testa, ad esempio, si può facilmente uccidere un nemico, ma occorre essere più vicini per avere una precisione maggiore rispetto a quella richiesta se si sparasse al busto.

Per utilizzare lo S.P.A.V., occorre avere a disposizione i Punti Azione necessari per mandare a segno diversi colpi, il cui numero varia in base al tipo di arma equipaggiata. Ad armi più pesanti corrisponde un utilizzo maggiore di PA e, di conseguenza, meno colpi sparati, mentre con le armi bianche, ad esempio, è possibile eseguire più attacchi in serie. Questi punti si ricaricano lentamente ogni qualvolta si “esauriscono”; è comunque possibile sparare nella modalità classica utilizzando la prima o la terza persona senza usare lo S.P.A.V., anche se questo sistema regala un tocco di classe ai combattimenti, che assumono un ruolo che richiama la natura strategica dei primi due capitoli della serie.

Fallout3 spav

Il protagonista possiede inoltre il Pip-Boy 3000, un dispositivo da polso che funge da interfaccia di gioco tramite il quale si può accedere alle missioni attive, visualizzare l’inventario, monitorare le condizioni di salute e diverse altre statistiche. In termini di equipaggiamento, Fallout 3 vanta una grande quantità di armi divise in cinque categorie: armi da mischia, ad energia, leggere, pesanti oppure disarmati. E’ possibile trovare delle versioni potenziate di armi specifiche e i giocatori sono anche in grado di creare delle armi particolari sulla base di alcuni progetti e materiali reperibili nel mondo di gioco. Per quanto riguarda armature e vestiti, anch’essi offrono più o meno protezione a seconda della tipologia.

Sia le armi che le armature sono influenzate dall’usura: più vengono utilizzate, infatti, più si rovinano, con la conseguenza di arrecare meno danno o proteggere di meno. In questo modo, i giocatori devono anche tenere sott’occhio la “salute” del loro equipaggiamento e riparare ciò che serve per evitare spiacevoli inconvenienti, magari, durante i combattimenti.

Il mondo di gioco ospita parecchi nemici di diversa pericolosità, che possono essere umani o creature mutate a causa delle radiazioni. I Deathclaw e gli Yao Guai, ad esempio, sono fra le creature più pericolose che si possano incontrare, pertanto occorre essere ben equipaggiati, pena l’inevitabile sconfitta e la morte del personaggio. Anche l’I.A. nemica, quindi, vede un miglioramento rispetto al passato, sebbene sia un po’ altalenante e non tutti gli avversari si dimostrano svegli.

Così come nei precedenti capitoli, anche qui sono presenti svariate fazioni (tra cui sempre la ormai celebre Confraternita d’Acciaio) che i giocatori possono decidere o meno se aiutare. Ovviamente, prediligendo un’organizzazione ad un’altra si può avere accesso a missioni o equipaggiamenti specifici che, diversamente, non sarebbero disponibili. E’ nuovamente possibile reclutare dei compagni, questa volta fino a due contemporaneamente, e alcuni di loro possono morire, mentre altri rimangono solamente incoscienti in caso di “morte”, poiché utili ai fini della storia. In questo caso, essi ritornano coscienti in poco tempo, pronti per affiancare nuovamente il protagonista nelle sue scorribande.

Fra gli aiutanti presenti, Dogmeat può anche essere mandato alla ricerca di oggetti oltre a fornire supporto in combattimento, ma in caso di morte non è possibile riaverlo. Fawkes, diversamente, ricopre un ruolo importante nella trama, quindi è fra gli “highlanders” del gioco.

Come nei predecessori, è possibile commerciare con svariati personaggi scambiando quanti oggetti bastano per arrivare al valore di ciò si vuole acquistare oppure spendendo i tappi, la valuta di Fallout 3. Ogni commerciante, inoltre, possiede un numero limitato di tappi, che finiscono se si vende troppa merce e occorre perciò attendere che il personaggio ne raduni altri.

Un successo spropositato.

E’ inutile dire che Fallout 3 ha riscosso un enorme successo: in una sola settimana dal lancio, infatti, il titolo vende ben 4.7 milioni di copie in tutto il mondo per un totale di 300 milioni di dollari. Per espandere ulteriormente l’esperienza di gioco, Bethesda decide quindi di sviluppare cinque espansioni:

  • Operation: Anchorage
  • The Pitt
  • Broken Steel
  • Point Lookout
  • Mothership Zeta

Oltre ad introdurre nuove missioni e luoghi, questi DLC aggiungono anche nuove armi, armature, abilità, nemici ed innalzano il level cap del personaggio. Inoltre, l’espansione Broken Steel permette di continuare ad esplorare la Zona Contaminata anche dopo la fine della quest principale, che inizialmente, se portata a termine prima di finire le missioni secondarie, costringeva i giocatori a dover rifare tutto il gioco da capo per completare queste ultime. La Fallout 3 GOTY Edition, lanciata nel 2009, include il gioco originale e tutte le espansioni rilasciate per un’esperienza di gioco completa.

La formula di gioco proposta da Bethesda è stata sicuramente apprezzatissima dai fan della saga e ha contribuito a dare vita agli RPG attuali, pertanto Fallout 3 si può definire uno dei migliori Giochi di Ruolo della storia dei videogiochi. Fra le tante onoreficienze ricevute, infatti, la famosa testata videoludica IGN lo ha collocato al 10° posto fra i 100 migliori RPG di tutti i tempi.

Fallout3 the pitt

Benvenuti nella favolosa New Vegas.

Forte del successo del terzo capitolo, solo due anni dopo, nel 2010, Bethesda lancia Fallout: New Vegas. Il titolo sviluppato da Obsidian Entertainment non nasce come sequel diretto di Fallout 3, bensì come spin-off probabilmente in attesa di idee migliori da proporre in un quarto capitolo ufficiale.

La storia si svolge nel 2281, quattro anni dopo gli eventi narrati in Fallout 3 sebbene non ci sia alcun legame fra i due. Il protagonista, questa volta, è un corriere della Zona Contaminata incaricato di consegnare un pacco ad un certo Signor House, ma sarà vittima di un’imboscata e perderà la merce in questione. Salvato da un robot di nome Victor, il protagonista si sveglia nella piccola cittadina di Goodsprings, dove ha ufficialmente inizio l’avventura.

Anche qui, i giocatori possono personalizzare a proprio piacere il protagonista dandogli i tratti somatici preferiti, selezionando diverse abilità e incrementando le statistiche S.P.E.C.I.A.L.. Sotto il profilo del gameplay, New Vegas non vanta grandi differenze dal suo predecessore, ma introduce alcune interessanti novità.

Oltre all’ovvia presenza di un nuovo e ricco arsenale, Obsidian introduce la possibilità di modificare le armi: recuperando i materiali e gli oggetti necessari, infatti, i giocatori possono dar vita a modelli unici dotati, ad esempio, di caricatori più capienti, oscilloscopi e altri elementi, sebbene il limite sia di sole tre modifiche per arma. E’ inoltre possibile combinare fra loro diversi tipi di munizioni per crearne di nuove.

Per quanto riguarda il combattimento, ora alcuni nemici possiedono una resistenza a specifici tipi di armi, risultando pertanto inefficaci se utilizzate su di essi e portando i giocatori ad avere un equipaggiamento sempre vario con sé. Altra feature è l’aggiunta di un sistema di reputazione simile a quello di Fallout 2 che va ad affiancarsi al karma ma, diversamente, influenza le relazioni con le città o le fazioni. Come in ogni capitolo, vengono proposte nuove organizzazioni dove si possono ottenere missioni specifiche per diventarne membri. Le due fazioni principali del gioco, comunque, sono la RNC (Repubblica della Nuova California) e la Legione di Caesar, quindi per la prima volta viene data molta meno importanza alla Confraternita d’Acciaio. Rimangono una parte fondamentale del gameplay anche i compagni reclutabili, anche se il fedele Dogmeat viene sostituito da un cane simile ma bionico di nome Rex.

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Una modalità per domarli tutti.

La novità più interessante di Fallout: New Vegas è sicuramente la presenza della Modalità Duro, realizzata appositamente per gli hardcore gamers che vogliono un ulteriore grado di sfida e di realismo dal titolo. La difficoltà in questione introduce elementi inediti nel gameplay che mettono a dura prova i giocatori: selezionandola, infatti, vengono abilitati la disidratazione, il peso delle munizioni, la necessità di dormire, la rigenerazione della salute lenta e non immediata utilizzando le cure e altri aspetti realistici.

Per quanto concerne la mappa di gioco, Obsidian realizza un mondo quattro volte più grande rispetto a quello di Fallout 3 e contenente quasi 200 luoghi differenti, dando vita alla Zona Contaminata del Mojave, che riproduce fedelmente l’omonimo deserto californiano.

Mantenendo la formula di gioco vincente lanciata con il precedente capitolo ed introducendo alcune nuove features, Obsidian e Bethesda hanno realizzato uno spin-off ben acclamato da critica e pubblico: in pochi giorni, Fallout: New Vegas ha venduto 5 milioni di copie, riscuotendo un ottimo successo. Basandosi sui dati di Metacritic, il gioco ha ottenuto una votazione media di 84/100.

Anche questa volta, lo sviluppatore non può lasciare a bocca asciutta i giocatori che macinano ore di gioco terminando New Vegas in poco tempo, quindi decide di realizzare 4 espansioni che introducono nuovi luoghi, nuovi compagni reclutabili, nuove armi e molto altro:

  • Dead Money
  • Honest Hearts
  • Old World Blues
  • Lonesome Road

Inoltre, vengono anche pubblicati i due pacchetti di gioco Courier’s Stash e Gun Runners’ Arsenal che introducono armi ed armature uniche, ma nessuna nuova quest o altri elementi. Tutti i contenuti aggiuntivi sono poi inclusi in Fallout: New Vegas Ultimate Edition, versione definitiva del gioco lanciata nel 2012.

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Dopo New Vegas, non si sa più nulla di ufficiale riguardo lo sviluppo di Fallout 4, che anzi vive per anni fra rumors e indiscrezioni e suscita sempre più impazienza tra i fan della saga. Ma a sorpresa, durante l’E3 2015 Bethesda mostra ciò che tutti attendevano con ansia, ovvero il trailer di annuncio del famigerato quarto capitolo, che sarebbe arrivato l’ormai vicino 10 Novembre. La reazione del pubblico di fronte alle succosissime novità introdotte è fenomenale e pure io, da fan fedele della serie, non vedo l’ora di mettere le mani sul nuovo gioiellino di Bethesda.

Appuntamento a mercoledì prossimo per l’ultimo episodio di questo speciale, che fungerà da anteprima di Fallout 4 e dove vi svelerò tutto ciò che c’è da sapere!

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Simone Rinaldi
Simone Rinaldi
Meglio conosciuto come "Ping" per gli amici e online, gioco dall'ormai lontano 2000. Cresciuto a pane e videogiochi a partire dalla prima PlayStation, nel tempo ho esteso i miei interessi anche all'ambito della tecnologia in generale, scoprendo un certo feeling con l'hardware PC. Le mie grandi passioni si sono poi trasformate in qualcosa di più concreto con l'entrata in 4News, grazie a cui ho avuto modo di vedere il mondo videoludico-tecnologico da una nuova prospettiva ed affrontarlo in modo più serio e professionale.

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