The Last of Us, le cose da sapere prima di guardare la serie di HBO

Nell’affollatissimo mondo delle serie tv, scommettere oggi sull’ennesima fiction survival post-apocalittica sarebbe un azzardo non da poco. Questo, se non si disponesse di un asso nella manica, di un cavallo di razza pregiata. Un cavallo vincente sin dalla nascita. Ed HBO, la famigerata emittente televisiva newyorkese, tempo fa si è accaparrata un vero purosangue, quel capolavoro videoludico chiamato The Last of Us, capace di vendere qualcosa come 37 milioni di copie.

L’emittente americana che nel suo palmares vanta capolavori assoluti di critica e pubblico come Il Trono di Spade, House of Dragons, I Soprano, Six Feet Under giusto per citarne alcuni, questa volta però con The Last of Us non ha puntato alla cieca, ma ha attinto ad uno dei più importanti brand del settore videoludico e una delle migliori esclusive (temporali) di Sony di sempre, già pronto per la trasposizione cinematografica e con già milioni di appassionati che sicuramente si fionderanno a vedere la serie al dayone.

Ed in effetti è un dato universalmente riconosciuto dagli addetti della stampa internazionale che uno dei punti di forza dell’intera produzione sia stata senza dubbio la storia. Un convincente impianto narrativo composto da personaggi credibili ed umani, da relazioni spinte al limite, da colpi di scena e momenti di grande pathos che più si avvicinano ad un’opera cinematografica che ad un videogame. Per chi ha potuto godere di questi due titoli, pad alla mano, in effetti è stato un po’ come vivere un vero e proprio film, all’interno di un videogioco. Uno di quei casi in cui, la trasposizione su pellicola di quanto creato nei codici dai programmatori, è un passo praticamente obbligatorio.

In questo articolo, che potete considerare una sorta di “Guida alla Visione“, vi forniremo dettagli e curiosità sulla sceneggiatura, daremo uno sguardo al cast e vi forniremo un minimo di background utile sia a chi ha consumato letteralmente il disco di gioco, sia a chi, invece, pur conoscendo il brand non ha ancora avuto modo di giocare a questo capolavoro.

Come nasce una delle esclusive più amate di sempre

The Last of Us e The Last of Us Part II sono stati sviluppati dall’apprezzatissimo studio Naughty Dog e prodotti da Sony per le sue console PlayStation (titoli approdati recentemente anche su Pc). Il concept del gioco è nato, manco a dirlo, da un’idea originariamente pensata per un cortometraggio. Il regista Neil Druckmann, che in seguito diventerà il direttore creativo del gioco, aveva scritto la sceneggiatura di un cortometraggio intitolato “The Last of Us” mentre studiava alla University of Southern California e quindi già prima di entrare a far parte della software house. In seguito ha proposto l’idea a Naughty Dog, che ha deciso di trasformarla in un videogioco.

A quali opere si è ispirata la serie?

L’ambientazione post-apocalittica del gioco è stata ispirata dal romanzo “The Road” di Cormac McCarthy e dai film “The Walking Dead” e “The Road Warrior”. Ma altre importanti influenze sono rintracciabili anche nell’opera di Richard Matheson, Io sono leggenda, da cui è stato tratto il film con Will Smith.

Alcune curiosità sulla colonna sonora

La meravigliosa colonna sonora del gioco è stata curata da Gustavo Santaolalla. Il compositore argentino già due volte vincitore dell’Oscar alla migliore colonna sonora: nel 2006 per I segreti di Brokeback Mountain e nel 2007 per Babel, è un collaboratore abituale del regista messicano Alejandro González Iñárritu per il quale ha curato la colonna sonora di tutti i suoi film a partire dall’esordio nel 2000 con Amores perros fino a Biutiful (2010) ed è considerato da molti come uno dei più grandi compositori cinematografici degli ultimi cinquantanni. Dopo qualche incertezza, nei mesi scorsi Neil Druckman ha confermato che anche la serie di HBO potrà fregiarsi dell’opera di questo grande compositore.

the last of us

Chi conosce il gioco sa bene quanto importante sia la musica, non solo per le ambientazioni, ma anche per i protagonisti. Nel trailer che abbiamo incorporato in apertura, è possibile ascoltare (min. 1.52 a seguire) per alcuni istanti le parole di una canzone celeberrima degli A-HA, “Take On Me“. Senza voler fare alcuno spoiler, sappiate che la canzone ha un significato ben preciso che gli appassionati del videgioco che hanno giocato anche il secondo capitolo, conoscono molto, molto bene. Take On Me ha un significato profondo e dolceamaro per Ellie, corrispondendo ad un ricordo dolce e allo stesso tempo struggente che scoprirete, almeno in una prima parte, guardando le nove puntate del telefilm.

The Last of Us Serie

Quali eventi tratterà la serie?

Nei videogames il fungo Cordyceps, le cui spore velenose possono causare un infezione mortale per l’uomo, in qualche modo si è diffuso lungo tutto il pianeta terra, sterminandone la quasi totalità dei suoi abitanti. Il risvolto terribile dell’infezione, è che dopo la morte, l’infetto si “rianima” come una sorta di zombie, ed inizia a vagare controllato dal fungo stesso. A causa di questo drammatico evento pandemico la società così come conosciuta fin ora crolla. Le città degli uomini vengono distrutte, pochi rimangono in vita alla ricerca di una disperata cura, ed il caos regnerà sovrano tra le macerie. A circa 20 anni da questi fatti, in un contesto oramai fatto di abbandono, violenza ed anarchia, prende inizio la storia di Joel ed Ellie.

A differenza dei giochi, nella serie TV di The Last of Us non saranno le spore a diffondere l’infezione: una soluzione del genere non avrebbe funzionato all’interno di una riduzione televisiva, ha spiegato l’executive producer Craig Mazin. Gli attori infatti sarebbero stati costretti ad indossare le maschere e le immagini avrebbero dovuto in qualche modo dare una rappresentazione visiva delle zone infettate. Si è scelto dunque di optare per una diversa soluzione: l’infezione si propagherà attraverso “tendrils” traducibili come viticci, filamenti o tentacoli in grado di creare “una rete interconnessa” e diffondere il fungo parassita nel mondo in maniera veloce. L’idea dei tendrils era già presente nel videogame, come dimostra il file audio qui sotto, ma poi è stata scartata in favore delle spore.

Quanto è realistico?

L’infezione di cui si parla in The Last Of Us, non è frutto della sola immaginazione di Druckman. Lo sceneggiatore si è infatti ispirato al fungo phiocordyceps unilateralis è un fungo parassitoide che infetta le formiche, in particolare quelle della specie Camponotus leonardi, alterando il loro comportamento, trasformandole in vere e proprie zombie. Una volta infattate dalle spore del fungo, infatti, il micelio (ovvero l’apparato vegetativo dei funghi) raggiunge il cervello della formica, ne altera le reazioni ai feromoni gestendo così il comportamento dell’insetto che è in tal modo portato a raggiungere un microclima adatto allo sviluppo del fungo stesso spesso spingendolo a raggiungere punti molto ventilati ed in altura. A questo punto, il fungo determina la morte dell’ospite e una volta cresciuto a sufficienza spunta letteralmente dalla testa dell’insetto e comincia a liberare le spore che, grazie al microclima ventilato e alla posizione sopraelevata, si diffonderanno con maggiore velocità. Il processo dura dai quattro ai dieci giorni. Decisamente inquietante, non credete?

Chi sono Joel e Ellie

Lei è una ragazzina con le stesse paure, ansie, amori e passioni di una quattordicenne dei nostri giorni, ma che non ha ricordi del vecchio mondo e ha vissuto tutta la sua esistenza in un mondo che non conosce pietà. E’ tuttavia speciale, perchè è immune al morbo che ha decimato l’umanità.

Lui è un contrabbandiere che porta dentro di sè un dolore insanabile e che, incaricato di un lavoro di estrazione come tanti per un contrabbandiere come lui, si troverà ad affrontare una situazione decisamente più grande di lui: proteggere una ragazzina che potrebbe essere l’unica speranza per l’umanità.

Due personaggi tanto distanti anagraficamente, ma altrettanto di carattere, che vivendo questa sorta di viaggio al limite delle proprie emozioni, scopriranno un legame fatto di sentimenti autentici.

Uno sguardo ai protagonisti ed al cast

Pedro Pascal, già conosciuto ai più come Oberyn Martell nella quarta stagione de Il Trono di Spade, o come il Mandaloriano nella serie Disney, vestirà i panni di Joel Miller: Il protagonista principale del gioco. È un sopravvissuto di mezza età che ha perso gran parte della sua famiglia e dei suoi amici nell’epidemia. Come già detto poc’anzi, legherà indissolubilmente il suo destino a quello di Ellie. Fisionomicamente parlando, Joel, è stato preso a modello dall’attore Tommy Lee Jones. Druckmann ha dichiarato che voleva che Joel avesse un “look robusto e logoro” che evocasse l’aspetto di Jones nel film “Non è un paese per vecchi”.

Bella Ramsey, anche lei come Pascal presente nella serie de Il Trono di Spade, sarà Ellie: una ragazza di 14 anni cresciuta nel mondo post-apocalittico. È immune al fungo ed è fondamentale per trovare una cura per l’epidemia. Ellie, è stata modellata sulla base di Ellen Page. Druckmann ha detto che voleva che Ellie avesse un “look giovanile e innocente” che evocasse l’aspetto della Page nel film “Juno”.Piuttosto discussa nelle varie community di internet, l’assegnazione della parte di Ellie a Bella, in quanto poco somigliante alla controparte virtuale. Per quanto la storia recente insegna, che alla rivelazione di Henry Cavill come Geralt di Rivia nella serie di The Witcher, il pubblico insorse gridando allo scandalo, per poi doversi ricredere grazie all’ottima interpretazione dell’attore britannico, nonché al trucco stravolgente. Per quel che ci riguarda, siamo certi che l’esito sarà il medesimo anche per Bella.

Gabriel Luna sarà Tommy: Il fratello minore di Joel e uno dei primi personaggi che il giocatore incontra nel gioco.

L’attrice australiana Anna Torv vestirà i panni di Tess: membro di un gruppo di banditi e amica di lunga data di Joel, svolge un ruolo fondamentale nella storia ed è un’importante alleata di Joel ed Ellie durante il loro viaggio.

Merle Dandridge interpreterà il ruolo di Marlene: La leader di un gruppo chiamato Fireflies, uno dei principali quest giver del gioco.

Quanto sarà fedele al videogame?

Una trasposizione quasi perfetta

Abbiamo già detto della differenza riguardante le spore del Cordyceps. La serie tuttavia sarà estremamente fedele all’originale materiale, questo grazie alla presenza come sceggiatore di Neil Druckmann, padre della IP (e di Uncharted). A riguardo basti vedere i primi spezzoni pubblicati da HBO sulla serie, e notare la grande cura con cui sono stati riprodotti scenografia e personaggi. Nel video di seguito ad esempio, si può apprezzare la minuziosa ricostruzione dei clicker, ovvero alcuni mostri presenti in gioco infetti dal fungo Cordyceps.

Non avviatelo se non volete spoilerarvi nemmeno il più piccolo particolare

Flashback del mondo che fu

A Neil Druckman si affiancherà Craig Mazin, brillante sceneggiatore di Chernobyl, la convolgente miniserie di HBO dedicata agli eventi della centrale Ucraina. Proprio alla miniserie sembra essere ispirato uno dei momenti chiave della produzione di HBO e che costituisce anche una differenza rispetto al videogioco. Nella serie tv infatti vedremo una serie di flashback (del tutto assenti nei videogames) che fanno riferimento al mondo prima della catastrofe, ed in particolare al momento in cui il mondo scopre di essere condannato. E’ il momento in cui uno scienziato solitario si rende conto che un’infezione fungina al cervello ridurrà la popolazione mondiale in selvaggi cannibali. Secondo Mazin, si tratta di una delle scene più terrificanti dell’intera serie tv, opinione condivisa anche da Druckman che ha affermato testualmente “Non solo è spaventoso sentire lo scienziato dire che è finita, ma il momento in cui lei lo accetta da sola e vedere il dramma sul suo volto è qualcosa di unico per questo [adattamento] che sono molto contento di poter mostrare”.

Cambio della linea temporale

La linea temporale è stata spostata in modo che l’epidemia si sia verificata nel 2003 (anziché nel 2013 come nel gioco), mentre la narrazione postapocalittica si svolge nel 2023 (anziché nel 2033). Dato che il gioco si è svolto nell’anno in cui è uscito, Mazin e Druckmann hanno convenuto che il riposizionamento cronologico aveva senso perché non cambiava fondamentalmente la storia.

“Se guardo una serie nell’anno 2023 e questa si svolge nel 2043, è un po’ meno reale. Ho pensato che sarebbe stato interessante dire: ‘Ehi, guardate, in questo universo parallelo, questo sta accadendo proprio ora”. “Quindi l’obiettivo era solo di aiutare le persone a trovare una connessione più profonda”, ha detto Mazin.

“In pratica, non è cambiato molto, se non la scelta di una gamma leggermente diversa di oggetti di scena, scenografie e auto. È interessante notare che, andando avanti nella serie, continuiamo a trovare nuovi luoghi e nuove reliquie del vecchio mondo, [tornando] sempre a quell’atmosfera del 2003”.

Quando andrà in onda in Italia, e dove verrà trasmessa

The Last of Us la serie, nel nostro paese verrà distribuita grazie alla collaborazione tra Sky Italia e PlayStation Italia. Nello specifico andrà in onda in lingua originale sul canale Sky Atlantic a partire dal prossimo 16 gennaio, in contemporanea con l’uscita americana sul canale HBO. Per la precisione, le puntate in lingua inglese con i sottotitoli andranno in onda la notte tra domenica 15 e lunedì 16 su Sky Atlantic e in streaming su NOW alle 3 del mattino italiane. Se proprio non vi va di svegliarvi nel cuore della notte, già alle 21.15 di Domenica 16 gennaio potrete vedere in prime time la replica su Sky Atlantic, oppure seguirla on demand su Sky e NOW. Se preferite attendere il doppiaggio italiano – che per la cronaca vedrà il ritorno nei panni di Joel del doppiatore Lorenzo Scattorin ma non di Gea Riva, voce di Ellie nel videogame – l’appuntamento è per lunedì 23 gennaio su Sky Atlantic alle ore 21.15.

Stefano Taccari
Stefano Taccari
Gamer dal 1987, padre di due piccoli gamers, griller, Dungeon Master e batterista hardcore. "I VG sono uno strumento che ci permette di entrare in contatto con altri universi".

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