Lo show di Netflix The Witcher è diventato in breve uno dei più apprezzati di sempre. Il mondo dello strigo tuttavia esisteva già da lungo tempo e i racconti legati ad esso si espandono su diversi medium narrativi.
La serie TV più seguita del momento è, ancora una volta, un dark fantasy drama basato su dei romanzi che hanno venduto milioni di copie. Stavolta tuttavia vi stupirà sapere che la storia dei libri si è già conclusa prima della fine dello show! Ma non solo, da questi romanzi è stata anche tratta una serie di videogiochi. Con la seconda stagione già in programma e il rinnovo per una terza già firmato, vale la pena analizzare le varie versioni di Geralt di Rivia, cartacee e non. Per tutti quelli che, ammaliati dal sontuoso ‘The Witcher’ vogliano approfondire la sua storia.
Universo multimediale
L’autore dei romanzi e creatore del personaggio Andrzej Sapkowski è diventato l’orgoglio della Polonia dovo aver pubblicato una serie di racconti su Geralt di Rivia. La nazione è talmente orgogliosa dei lavori dello scrittore – e dei videogiochi realizzati dallo studio polacco CD Projekt Red – che il primo ministro nel 2011 “regalò” il secondo gioco della serie come dono ufficiale durante la visita al Presidente Obama.
Dal debutto dello show, il 20 dicembre, sia i libri della serie che i videogiochi di The Witcher sono tornati in cima alle classifiche di vendita. “Il guardiano degli innocenti“, prima raccolta di racconti pubblicata in origine nel 1993, è diventato il quarto titolo più venduto a gennaio per il New York Times. Sapkowski adesso è regolarmente tra gli autori più popolari su Amazon, addirittura sopra J.K. Rowling, autrice di Harry Potter.
Dall’altro lato, sul fronte videoludico, The Witcher 3: Wild Hunt, videogioco del 2015 di CD Projekt Red, è tornato a essere uno dei titoli più giocati su Steam. Il gioco durante lo scorso weekend è arrivato ad avere più di 91.000 utenti attivi. Inoltre un dipendente dello studio polacco ha confermato che è un numero superiore a quanto visto al lancio del gioco, quattro anni fa. Il titolo è comunque uno dei videogiochi più belli e apprezzati del decennio e di questa generazione di console. Questa rinnovata fama, per quanto passeggera e dovuta allo show Netflix, è comunque positiva.
A questo punto avete fatto binge watching della serie, avete letto dappertutto che i romanzi e i giochi sono tutti fantastici e state cercando una guida multimediale al mondo di The Witcher? In questo articolo potete trovare tutto ciò che vi serve per approfondire le storie di Geralt di Rivia e del mondo tratteggiato da Sapkowski: strano, violento, sensuale e spesso satirico, ma sempre profondamente fantasy.
Romanzi – Andrzej Sapkowski
Il Guardiano degli Innocenti
Come indicato dalla lista dei bestseller del New York Times, molti lettori hanno già capito che il miglior punto d’inizio per quanto riguarda i romanzi è proprio “Il Guardiano degli Innocenti“. Sebbene questa raccolta di racconti sia stata pubblicata dopo “La Spada del Destino” (1992), cronologicamente si colloca prima.
Ognuna delle storie che compongono questa raccolta fu pubblicata in precedenza su alcune riviste polacche di storie fantasy. Successivamente vennero raccolte in questo libro, che però arrivò in lingua inglese solo molti anni dopo, nel 2007. Dato ancor più interessante, questo libro compare nella lista dei bestseller del New York Times per la prima volta nel 2015, dopo il lancio del gioco The Witcher 3.
“Il guardiano degli innocenti” è una lettura rapida e fresca, piena di azione, che segue Geralt in alcuni flashback di passate avventure. Molte di queste sono state utilizzate nello show di Netflix, tra l’altro. Questa raccolta di racconti offre un’ottima opportunità di approfondire la politica del mondo di The Witcher e le varie fazioni in gioco nella guerra. In effetti la serie ha ridotto al minimo gli intrighi politici presenti, forse anche per evitare un già ovvio confronto con Il Trono di Spade.
La Spada del Destino
Continuando con la lettura “La Spada del Destino” dovrebbe essere la vostra seconda lettura. Una delle principali critiche rivolte allo show sono le sue diverse linee temporali, che hanno creato confusione in molti spettatori che si approcciavano per la prima volta al mondo di The Witcher. La scelta di raccontare così la storia è stata più volte spiegata dalla regista, ma ha comportato anche grossi tagli.
Infatti, sebbene questo secondo libro (nella cronologia della trama) si completi con il primo e approfondisca i personaggi di Geralt e Ciri, buona parte di esso è stato tagliato nella serie Netflix. La showrunner si è giustificata su Twitter al riguardo spiegando che l’alternativa sarebbe stata rimandare la presentazione di Ciri almeno alla seconda stagione.
I hear you. And we debated this intensely. Here's our rationale: to adapt the short stories that were important to world-building, and then to sequentially adapt Geralt and Ciri's multiple meetings in SoD meant that we wouldn't introduce Ciri until (at the earliest) season two. https://t.co/wpDi96hupV
— Lauren S. Hissrich (@LHissrich) December 29, 2019
I romanzi
Da qui in avanti potete semplicemente leggere i romanzi della saga The Witcher nell’ordine di pubblicazione: “Il Sangue degli Elfi“, “Il Tempo della Guerra“, “Il Battesimo del Fuoco“, “La Torre della Rondine” e “La Signora del Lago“. Non è dato sapere quanto fedele sarà lo show nel ricreare questi romanzi, in particolare riguardo alcuni personaggi che nella serie sono già stati cambiati drasticamente. Triss Merigold ad esempio nei libri riveste un ruolo marginale e non viene introdotta prima del romanzo “Il Sangue degli Elfi“. Nella serie invece è un personaggio principale in virtù della sua importanza nella serie di videogiochi.
Se non volete aspettare anni fino alla fine del ‘The Witcher’ di Netflix potete leggere la storia di Geralt fino alla sua conclusione in “La Signora del Lago“. O almeno era questa la fine finché non sono arrivati i videogiochi…
Videogiochi – CD Projekt RED
Cominciamo subito rispondendo alla domanda più frequente: sì, potete iniziare direttamente con The Witcher 3: Wild Hunt. Anzi, è probabilmente meglio fare così.
Il team di sviluppo polacco ha potuto portare la storia di Geralt oltre la fine della serie di romanzi. Sebbene l’autore, Sapkowski, ha ribadito più volte che i giochi non siano canonici al mondo che lui ha raccontato, altrettante volte si è detto molto contento di come questi ultimi trattino i suoi personaggi. Non è stato semplice per gli sviluppatori replicare i modi di parlare e l’aspetto estetico di molti di essi descritti nei libri.
The Witcher
Il primo gioco della serie è un’esclusiva PC del 2007, e sebbene all’epoca fosse usato come benchmark, non è invecchiato bene. Per quanto il racconto della storia è ancora di alta qualità, il gameplay è semplicemente troppo vecchio per risultare divertente al grande pubblico. Se non siete dei grandissimi appassionati, probabilmente il vostro tempo sarebbe speso meglio a guardare un walkthrough su YouTube o perfino una compilation delle cutscene del gioco.
Inoltre la serie Netflix diretta da una donna è stata molto attenta nella rappresentazione dei personaggi femminili. Di contro, il primo gioco della The Witcher saga è molto maschilista nella gestione delle relazioni sessuali, in un tentativo di gamification di queste ultime. Probabilmente è meglio lasciare nel 2007 certe meccaniche, soprattutto perché la stessa CD Projekt RED in seguito ha sviluppato un sistema molto più significativo di costruire relazioni nei giochi seguenti. E meno sessista, anche.
The Witcher 2: Assassins of Kings
Il secondo capitolo della serie videoludica è decisamente su un altro livello. The Witcher 2: Assassins of Kings è uscito nel 2011 per PC e in seguito anche Xbox 360, mentre non è mai arrivato sulle console Sony.
Questo titolo è già di tutt’altra pasta rispetto al primo. Il gioco mescola una storia ad albero che si dirama in base alle scelte del giocatore con un combat system vagamente ispirato a quello di Dark Souls – anche se molto meno riuscito, sia chiaro. Diversamente dal terzo capitolo, The Witcher 2 è più lineare. Dall’altro lato, rispetto al primo si concentra di più sulla politica del mondo di gioco, piuttosto che su mostri e magie. Per quanto non sia neanche lontanamente vicino al livello qualitativo del terzo episodio, il gioco è di ottimo valore. Vi basti pensare che con le vostre scelte determinerete oltre un terzo di ciò che avverrà nella storia.
Se siete fan dei giochi d’avventura pieni di dialoghi e bivi narrativi, The Witcher 2 potrebbe valere il vostro tempo. E anche lo sforzo di superare il sistema di combattimento frustrante.
The Witcher 3: Wild Hunt
Il terzo capitolo della serie è stra consigliato. Un gioco talmente ben fatto da far risultare i primi due capitoli non necessari.
Nei primi due episodi della saga Geralt era stato scritto come affetto da amnesia per poter introdurre meglio l’universo narrativo al giocatore. Invece in questo terzo capitolo la sua memoria è – magicamente – tornata. Il protagonista è fondamentalmente come lo avevamo lasciato alla fine dell’ultimo romanzo “La Signora del Lago”. La storia del gioco introduce anche molti nuovi personaggi, precedentemente visti solo nei libri.
Se da un lato la storia principale è ben scritta e coinvolgente, l’aspetto più stupefacente è la mole e la qualità delle missioni secondarie. Perdersi nel continente esplorando l’enorme mappa e immergendosi nel gioco di ruolo più puro, nei panni di uno strigo, è una delle esperienze videoludicamente più segnanti di sempre. Ogni storia è un episodio slegato dalle altre, ognuna con scelte morali importanti e ognuna con qualcosa da raccontare. Inoltre il gioco offre una modalità facile per tutti i novizi, che può consentire anche ai casual gamer di godersi il gioco senza troppi sforzi.
Infine il gioco fornisce un finale ideale, lasciando scegliere al giocatore. Già la storia principale di The Witcher 3 finisce in modo soddisfacente, ma i due DLC Heart of Stone e Blood and Wine forniscono una chiusura per la storia della strigo ancora più convincente. Insomma, non c’è il rischio di un fiasco come per Game of Thrones: il miglior finale esiste già.
Vi consigliamo di leggere anche il nostro articolo sulle differenze tra la serie e i libri e questo che invece chiarisce la timeline della serie Netflix The Witcher con una bellissima mappa interattiva
Fonte: Washington Post