Recensione One Piece: Pirate Warriors

one-piece-pirate-warriors_thumbPronti a salpare con Rufy e la sua ciurma!

Versione testata Playstation 3.

Il 4 agosto 1997 debuttava nel paese del Sol Levante un mangaka di nome Oda con un’opera intitolata One Piece. Ad oggi il manga ha venduto oltre “cento milioni” di copie con un anime da centinaia di puntate e milioni di fan in tutto il mondo. Namco Bandai ha quindi deciso di affidare ai ragazzi del team Omega Force lo sviluppo di un titolo in esclusiva per Playstation 3 che desse lustro a Monkey D. Rufy e alla sua ciurma la giusta gloria anche nel mondo videoludico. Il genere scelto non poteva che essere quello dei Musou, tanto cari ai gamer dagli occhi a mandorla, ma con un pubblico più o meno solido anche in occidente. Un genere però non esente da difetti di specie che tendono un po’ a pregiudicare l’acquisto dei più esigenti.

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Ma ogni titolo è una storia a se, quindi bando alle ciance e analizziamo One Piece: Pirate Warriors intenti a scoprire se la Ciurma di Cappello di Paglia sia riuscita a fare centro!



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