Recensione Super Mario Advance 3: Yoshi’s Island

La cicogna colpisce ancora!

Versione testata GBA (Virtual Console Wii U).

Dopo che il 2013 è stato l’anno di Luigi, questo primo quadrimestre del 2014 in casa Nintendo è stato fortemente caratterizzato dalla presenza di un altro importante personaggio del mondo di Mario, che vanta una nutrita schiera di fan. Parliamo ovviamente di Yoshi, il dinosauro venuto definitivamente alla ribalta nel 1995 con Super Mario World 2: Yoshi’s Island e che, fino ad oggi, ha quest’anno collezionato non solo un nuovo capitolo per Nintendo 3DS a lui totalmente dedicato (QUI trovate la nostra recensione di Yoshi’s New Island), ma è diventato anche il soggetto di una nuova console e di un simpatico Wii Mote in edizione limitata.

Così, mentre sulla Virtual Console Wii U arrivano alcuni dei classici più amati usciti su GameBoy Advance, il 24 Aprile è sbarcato sul Nintendo eShop anche Super Mario Advance 3: Yoshi Island, ovvero il remake per console portatile di quel fantastico platformer che era il primo Yoshi’s Island per Super Nintendo. L’edizione per Wii U nulla aggiunge di nuovo al titolo per GBA a livello di contenuti, ma ci permette di fare un tuffo nel passato in groppa al nostro dinosauro preferito, che per 6,99€ potrà fare il suo debutto sul paddone della console domestica targata Nintendo.

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Uova a volontà

La trama degli Yoshi’s Island è ormai arcinota e presenta solo piccole differenze di capitolo in capitolo per giustificare l’arrivo di Baby Mario sull’isola Yoshi.

La cicogna che trasporta i due Baby Mario e Luigi verso la loro famiglia, sta svolazzando tranquillamente per il cielo, quando all’improvviso il volatile subisce una vile imboscata. Kamek, il mago cattivo che esordisce nella serie proprio in questo momento, arriva a gran velocità con lo scopo di rapire i due infanti, colpevoli di essere la causa futura di tanti affanni al suo padrone, Bowser. Nello scontro però, il fagotto contenente il piccolo Mario sfugge alla loro presa e cade verso terra, atterrando miracolosamente incolume sull’isola di Yoshi.

Sarà così un gruppo di dinosauri colorati ad accudire il bambino, che, grazie al collegamento che lo lega al fratello, sa esattamente dove andare per salvarlo. Avranno così il via una serie di livelli in vari mondi, nei quali, di Yoshi in Yoshi come in una staffetta, dovremo affrontare di scagnozzi di Kamek che vogliono fermarci e rapire anche l’altro piccoletto.

Insomma, come da tradizione platform, la storia è poco più di un pretesto per avviare l’avventura, ma ciò che oggi stupisce è come un titolo di quasi 20 anni fa sappia ancora regalare ore di divertimento grazie ad un game design ancora molto attuale. Inserito nel rodato meccanismo di Super Mario World, il gioco introduceva infatti poche ma decisive novità. Salta agli occhi innanzitutto una liberta d’esplorazione finora sconosciuta alla serie: eliminato qualsiasi limite di tempo, il giocatore è ora libero di esplorare in lungo e in largo i tubi presenti nei livelli. Anzi, la scoperta di ogni moneta nascosta diventerà presto indispensabile per farvi arrivare soddisfatti al finale del gioco.

L’impresa tuttavia non sarà semplice: chi si è avvicinato alla serie per la prima volta con il nuovo titolo per 3DS, dovrà ora fare i conti con un livello di difficoltà decisamente più elevato. Il posizionamento dei nemici e delle piattaforme vi metterà fin da subito alla prova, cosi che vi ritroverete spesso a rincorrere la bolla contenente Baby Mario (il particolare sistema di salute tipico della serie, altra novità rispetto a quanto eravamo abituati a vedere nei giochi di Super Mario) o a precipitare in qualche burrone per un salto calibrato male. Per superare le difficoltà bisognerà dunque fare affidamento sul proprio tempismo e su una serie di abilità di Yoshi, che sono nient’altro che quelle diventate ormai standard per il piccolo dinosauro: possibilità di mangiare i nemici per deporre delle uova o per scagliarli contro altri avversari, lancio delle uova, salto e salto fluttuante. A queste vanno poi aggiunte alcune trasformazioni, come quella in elicottero o in treno per esempio, le quali regalano notevole varietà ad un gameplay che ad ogni livello mette il giocatore di fronte a nuove sfide e ad ambientazioni sempre originali.

Proprio le ambientazioni, infatti, con i loro colori pastello ed uno stile unico, simile a quello di un disegno con gli acquerelli di un bambino (incredibilmente dotato però) sono un altro notevole punto di forza della produzione. Non ci viene difficile credere che, se gli sviluppatori decisero di abolire il sistema a tempo, che da sempre caratterizzava i maggiori esponenti del genere platform, sia stato soprattutto per permettere al giocatore di ammirare questi piccoli capolavori artistici. Ma, mentre ci perdiamo in questo straordinario mondo in 2D, è bene non distrarsi e non perdere di vista alcun elemento particolare che possa attirare la nostra attenzione: ovunque potrebbe infatti nascondersi un passaggio nascosto, indispensabile per raggiungere gli ultimi collezionabili che ci mancavano per ottenere un punteggio perfetto a fine livello, oppure uno dei divertenti minigiochi in cui ci imbatteremo durante il nostro percorso.

Yoshi’s Island si configura, insomma, come una continua e bellissima sfida, che a livello tecnico riusciva a sfruttare tutte le capacità hardware dell’epoca: con animazione curate ed incredibilmente dettagliate per un gioco Super Nintendo, il titolo risulta in questo modo piacevole anche ad un occhio moderno che, nei pixel smussati dai filtri della Virtual Console Wii U, potrà scorgere un piacevole tocco vintage, oppure alimentare la propria vena nostalgica, ritrovando in Yoshi’s Island una valida motivazione per rimpiangere i bei giochi dei tempi andati. Come facilmente inutibile, anche in questo caso il sistema di emulazione Wii U funziona decisamente bene, trasportando sia sullo schermo televisivo che su quello del nostro GamePad delle immagini che non risentono troppo negativamente del cambio di dimensione.

Della dimensione ridotta dello schermo, invece, risente, oggi come nel 2002, questo porting per GBA. A causa del piccolo schermo della portatile Nintendo, infatti, Super Mario Advance 3: Yoshi’s Island perde alcuni dettagli dei vari livelli, rendendo più difficile indovinare cosa ci aspetta qualche passo più avanti e rendendo un po’ più ardua la sfida rispetto a quanto avveniva su SNES. In questo remake portatile, poi, alcune musiche ed effetti sonori sono stati aggiornati, e nuovi livelli sono stati aggiunti a quelli già esistenti. Gradito, infine, l’inserimento del gioco arcade Mario Bros Classic, il quale però, rispetto alla versione uscita su GameBoy Advance, perde su Wii U la sua componente multiplayer.

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Commento finale

Super Mario Advance 3: Yoshi’s Island è un titolo che ogni videogiocatore, indipendentemente dall’età e dalla bandiera videoludica che sostiene, dovrebbe aver giocato almeno una volta. Con un gameplay design d’eccezione, uno stile unico ed un livello di difficoltà ben bilanciato (anche se leggermente più frustrante di quanto non fosse su SNES), si colloca di diritto nell’Olimpo dei migliori platformer di sempre. La versione emulata su Wii U, poi, si presta bene sia ad essere giocata su TV che sullo schermo più piccolo del GamePad con buona soddisfazione visiva; qualche leggero calo di framerate non pregiudica minimamente l’esperienza complessiva di gioco, mentre la possibilità di creare punti di salvataggio in ogni momento viene incontro alle necessità dei giocatori più giovani.

Qualora dunque decidiate di farvi un giro sull’isola di Yoshi, siamo certi non rimpiangerete la vostra scelta!

Pro Contro 
– Uno dei migliori platformer mai arrivati su console
– Artisticamente adorabile
– Difficile al punto giusto
– Incluso Mario Bros. Classic…
– … ma è assente il multiplayer originale (non che sia una perdita troppo rilevante)
– la versione GBA ha un campo visivo ridotto rispetto a quella SNES 
  Voto Globale: 95
 
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