Recensione Nether

Preda o Predatore?

Versione testata: PC
Sono molte le creazioni che da qualche anno a questa parte, facendo forza su un punto d’appiglio quale la recente moda degli zombie e degli scenari post-apocalittici, ci vedono protagonisti di un videogame sandbox a libera esplorazione ove noi stessi saremo gli artefici del nostro destino. Nether non è da meno e sin dai primi momenti di gioco ci permetterà di fare ciò che più ci aggrada, nella libertà di un mondo che può definirsi decisamente peggiore di quello che potevamo aspettarci; piuttosto che anticiparvi qualcosa sul nostro pensiero in merito al titolo, però, scoprite con noi il nostro verdetto finale. Vi ricordiamo che Nether è sviluppato da Phospor Game Studios ed è distribuito da Nether Productions; è disponibile su Steam con diverse opzioni d’acquisto che ci garantiranno diversi bonus fuori e all’interno del gioco.
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Cos’è successo?

Non condividiamo l’idea degli sviluppatori di Nether di catapultarci all’interno del mondo di gioco senza spiegazione alcuna oppure una narrazione che ci spieghi gli avvicendamenti che hanno portato alla creazione dei mostri e dello scenario che ci ritroveremo ad esplorare. Passeranno pochi attimi dall’avvio del gioco alla schermata di selezione del server ed infine alla creazione del personaggio; in tutto ciò non capiremo il nostro ruolo all’interno di tutto ciò nè lo scopo della nostra sopravvivenza e tantomeno la provenienza dei mostri che andremo ad affrontare nel corso della nostra avventura. Non abbiamo provato il videogioco nella sua fase finale, ma sicuramente non avrebbe fatto male, visto che ci troviamo in fase di recensione, aver pensato allo sviluppo di qualcosa di simile. Non ce ne vogliano i ragazzi di Phospor Game Studios, ma da questo punto di vista abbiamo visto numerose software house decisamente più modeste e capaci. La parte narrativa del titolo è inesistente e non ci dà una vera motivazione per proseguire all’interno del gioco.

Posso muovermi, ma cosa devo fare?

La prerogativa di un titolo sandbox quale Nether è quella di dare la possibilità al giocatore di turno di provare con mano propria qualsiasi delle possibilità offerte dal titolo, scoprendone vantaggi ed eventuali svantaggi e riuscendo a farci percepire la vera essenza del “provare con mano”. L’estremismo, però, è sempre ciò che guasta tutto ciò che ci circonda; anche Nether ne è vittima, ricco di idee ma dal nostro punto di vista incompleto e con meccaniche spesso fini a se stesse.

Catapultati in un mondo senza padroni ci ritroveremo per le strade di una “safezone“, nel caso avessimo scelto di nascere lì, senza la benchè minima traccia di un indizio su cosa dover fare o dove dover andare, muniti del nostro coltello da burro. Cominciamo allora ad esplorare ogni singola parte della città e a raccogliere gli inutili scatoloni che troveremo fino a renderci conto che il nostro inventario è pieno e per poi scoprire, in fase di svuotamento delle nostre tasche, che all’interno di esso vi era già uno scatolone “tutorial” da consegnare a qualcuno. Bene, ma perchè non ce l’ha detto nessuno? Costava tanto inserire un messaggio al login che spiegava l’esistenza di questo miracoloso oggetto?

Seppur contrari all’hand-holding è anche vero che un titolo complesso e complicato come Nether ha bisogno di una prima introduzione alle meccaniche di gioco, almeno per una piccola infarinatura, cosa che non abbiamo riscontrato testando il titolo ed elemento che c’ha lasciato notevolmente perplessi in merito alle capacità degli sviluppatori di capire le necessità dei videogiocatori.

Dopo aver scoperto questo prezioso oggetto, comunque, abbiamo deciso di seguire le indicazioni che ci venivano fornite e cercare di completare il tutorial: decidiamo così di utilizzare la mappa per trovare la località indicata sul pacco. Peccato che questa sia semplicemente abbozzata e seppur indichi, a grandi linee, le zone di una safezone, ci siamo trovati in grossa difficoltà nell’orientarci e nell’impresa di raggiungere questo o quell’altro luogo, non essendovi alcuna indicazione che ci aiuti a capire dove andare per raggiungere l’obiettivo. Eccoci quindi nuovamente a girovagare a vuoto fino a trovare il primo NPC a cui consegnare il nostro pacchetto e successivamento il secondo, il terzo, e via dicendo… La nostra esperienza negativa, tuttavia, non finisce qui, il perchè? Semplice, dopo aver completato buona parte del tutorial veniamo misteriosamente cacciati via dal server, poco male, ancora instabile. Decidiamo quindi di attendere qualche ora prima di ricominciare ed eccoci che riusciamo ad accedere ma… cosa è successo? Avevamo abbandonato il gioco in città e ci ritroviamo adesso nel bel mezzo del nulla a girovagare come dei matti? Non ci diamo per vinti e dopo pochi istanti moriamo per mano di un altro giocatore… aspettiamo qualche altro attimo e ci ritroviamo nuovamente in città, privi di tutto ciò che la parte di tutorial che avevamo portato a termine ci aveva regalato. Ci ritroviamo, quindi, nuovamente con un pugno di mosche in mano…

Nuovamente armati del nostro coltello da burro completiamo le restanti parti del tutorial (da notare che gli oggetti sono tutti svaniti, eccetto il pacchetto da consegnare per completare le restanti fasi del tutorial); durante la nostra impresa è successo qualcosa, però, che c’ha lasciati davvero perplessi (di nuovo!): tutto d’un tratto ci viene mostrato a schermo un avviso che ci avverte che: “I dispositivi anti-nether sono guasti, corri a ripararli”, seguito da: “L’invasione Nether ha avuto inizio”; la safezone si trasforma così in pochi attimi in una campo di battagli ove noi, se non fosse stato per un gruppo di persone già armate, saremmo state vittime di una violenza incondizionata che non lascia spazio a novellini o giocatori alle prime armi, visto che la safezone in cui ci trovavamo era proprio quella iniziale ove chiunque abbia intenzione di iniziare il gioco intraprenderà la propria avventura.

Visto e considerato che l’equipaggiamento iniziale vanta niente popodimeno che il protagonista della nostra recensione, il Coltello da Burro, continuiamo ad essere perplessi in merito alle dubbiose scelte di game-design effettuate da Phosphor Game Studios.

A questo punto una domanda sorge spontanea: gli sviluppatori hanno pensato all’eventualità di un attacco Nether ad una safezone ed alla presenza di nuovi giocatori che, trovandosi disarmati in una situazione del genere, arrivino ad un punto di non ritorno ove il livello di frustrazione supera davvero ciò che ci è anche solo lontanamente immaginabile? Hanno pensato che tutto ciò potrebbe portare ad un abbandono del gioco nelle primissime fasi ove il giocatore, teoricamente, dovrebbe apprendere le meccaniche di gioco? E’ qui che volge al termine la nostra avventura in Nether dopo numerosi morti, avvilimenti ed impossibilità a giocare al titolo per merito di bug e/o griefer che intenzionalmente continuavano ad ucciderci al di fuori delle safezone. Davvero un peccato, perchè le pr
emesse fatte dal titolo ci avevano fatto ben sperare, ma a quanto pare non è oro tutto ciò che luccica. Una buona occasione sprecata, nonostante siano presenti numerosi elementi a livello di gameplay che ci garantiscono comunque numerose opportunità.

Cos’è quello?

Il titolo di questo paragrafo è volontariamente sospettoso: d’altronde fidatevi se vi diremo che all’interno del titolo, in lontananza, vi troverete più e più volte a porvi questa domanda, inconsapevoli di cosa vi attende ed impossibilitati nell’individuazione dell’oggetto in lontananza. La bassa qualità grafica del titolo fa storcere il naso anche ai meno ambiziosi, texture di chissà quante generazioni passate e modelli poligonali d’altri tempi lasceranno l’amaro in bocca in uno scenario davvero mal caratterizzato e poco definito. Le animazioni non sono da meno, ma solo visualizzando gli altri personaggi ci renderemo conto di quanto il lavoro svolto sia veramente mal riuscito. Per non parlare poi dell’animazione del salto, dell’accovacciamento e del distendimento che lasciano non poco a desiderare e che sono spesso causa di numerosi bug che ci permettono di entrare all’interno di elementi solidi quali muri, scale e scatoloni. Gli effetti sonori sono forse l’unica cosa sufficiente che riesce a salvarsi, dallo stampo horror ed allo stesso tempo drammatico che ci faranno veramente vivere l’esperienza di uno scenario post-apocalittico ove la nostra sopravvivenza è lasciata, in teoria, nelle mani delle nostre stessa abilità.

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Commento finale

Nether delude sotto qualsiasi punto di vista lo si guardi. Non è neanche lontanamente vicino a produzioni di alto calibro quali DayZ e compagnia, seppur il concept del gioco, per quanto cerchi di imitarne le meccaniche, è piuttosto originale. Phosphor Game Studios avrebbe potuto fare un lavoro migliore in tutti i campi da noi analizzati, partendo da una trama con cui definire il nostro ruolo all’interno del titolo, un piccolo tutorial capace di introdurci alle meccaniche di gioco ed infine ad una zona per i nuovi giocatori ove le invasioni nether non fossero possibili. Non vogliamo includere la parte tecnica all’interno del discorso miglioramento, poichè crediamo che un gioco possa essere veramente piacevole a prescindere da fattori estetici quali modelli con alto numero di poligoni e texture d’alta qualità.

Il nostro verdetto finale è quello che è facile capire leggendo le nostre righe. Il gioco è bocciato sotto ogni punto di vista. Il consiglio è quello di attendere che un prodotto acerbo come Nether diventi finalmente maturo, maturando magari anche gli sviluppatori stessi che, rendendosi conto della tipologia d’utenza da coprire, decideranno finalmente d’inserire quegli elementi sopra citati che renderanno il gioco piacevole e più divertente senza dover obbligatoriamente ricorrere ad un sistema di “sbaglia e riprova”.

Pro Contro 
 – Ottime idee che potrebbero essere migliorate in futuro
– Acerbo e con poco carattere
– Tecnicamente mal sviluppato
– Buone intenzioni, ma realizzate male
– Mancanza di un tutorial che spieghi le basi del gioco
– Perchè sopravvivere? Non abbiamo alcun ruolo all’interno del titolo
  Voto Globale: 40
 
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