Recensione Tom Clancy’s Ghost Recon: Wildlands

Benvenuti nella spietata Bolivia del Santa Blanca.

Versione testata: PC.

Quella di Ghost Recon è indubbiamente una delle serie più longeve nel panorama videoludico, che colloca temporalmente il suo esordio nell’ormai lontano 2001, ancor prima che nascessero colossi come Call of Duty e Battlefield. Il franchise è stato fortunato sin dall’inizio, in quanto il primo capitolo ha potuto contare sul celebre scrittore statunitense Tom Clancy (venuto a mancare nel 2013), che si è occupato di scrivere la trama del gioco e che ha poi esteso la sua collaborazione con Ubisoft mettendo la sua firma anche su altri storici titoli, tra i quali spiccano gli episodi di Splinter Cell e il più recente The Division. Due degli elementi su cui ha sempre puntato Ghost Recon per distinguersi dai suoi compagni di banco di poco più giovani sono la componente tattica, che è stata perfezionata nel tempo permettendo di impartire diversi ordini ai membri della propria squadra, e la visuale in terza persona, che contribuisce a rendere l’azione di gioco ancora più d’effetto.

Dopo l’ottimo Future Soldier che ha visto la luce nel 2012 e l’esperienza free-to-play proposta con Phantoms nel 2014, Ubisoft ha voluto dare una svolta alla serie con il nuovo Ghost Recon: Wildlands, che adotta la solida formula open world testata con Far Cry ed Assassin’s Creed per offrire un titolo nuovo ed incredibilmente vasto in grado di portare una ventata d’aria fresca alla saga. I Ghost sono pronti a tornare di nuovo in azione, e noi siamo impazienti di scoprire ciò che ha in serbo per noi questo ambizioso capitolo.

Operazione Kingslayer

Wildlands ci porta nelle calde terre di una Bolivia sprofondata nelle mani di narcotrafficanti senza scrupoli: il potente cartello del Santa Blanca controlla l’intero Stato e il Governo si è visto costretto a chiudere entrambi gli occhi sui loro affari illeciti per evitare ulteriore spargimento di sangue fra vittime innocenti, lasciando così via libera al traffico di tonnellate di droga e denaro. Al vertice dell’organizzazione c’è lo spietato “jefe de jefes” El Sueno, sostenuto da diversi sottoposti che si spartiscono la gestione degli affari e contribuiscono al consolidamento del suo controllo sul territorio. Le alte istituzioni militari e politiche hanno sventolato la bandiera bianca: ora il futuro del Paese dipenderà totalmente da una squadra di Ghost, un’équipe di soldati americani approdati sul suolo boliviano per sostenere la causa dei ribelli ed abbattere una volta per tutte l’incontrastato cartello del Santa Blanca e i suoi membri.

La storia, nonostante risulti semplice nella sua sostanza, è in grado di suscitare un buon livello di interesse anche grazie al fatto di essere ramificata, in quanto ci saranno molteplici obiettivi da eliminare e su cui scoprire informazioni prima di arrivare al nostro bersaglio finale. Il cartello, infatti, è organizzato nei settori produzione, influenza, contrabbando e sicurezza, ognuno dei quali gestito da diversi buchon da annientare. La longevità è indubbiamente uno dei punti forti del titolo data la sua natura open world: oltre alle missioni principali, il mondo di gioco ospita un gran numero di quest secondarie, collezionabili, luoghi da scoprire e altre attività che sapranno come tenerci impegnati per almeno 50 ore di gioco, sebbene gli incarichi opzionali, alla lunga, rischino di diventare ripetitivi e poco vari. Trattandosi di un titolo che punta molto sulla cooperativa, potremo inoltre creare una squadra fino ad un massimo di 4 giocatori, il che si tradurrà in un notevole incremento del divertimento e nell’attuazione di tattiche operative più sopraffine ed elaborate rispetto a quanto possibile in singolo. Se si predilige la strada del lupo solitario, l’’esperienza risulta comunque molto godibile e verremo affiancati da tre compagni controllati dall’I.A. ai quali potremo impartire svariati ordini e con cui potremo effettuare il colpo sincronizzato per eliminare diversi bersagli in contemporanea, funzioni invece non disponibili in coop.

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Viva la revolución!

La decisione di Ubisoft di abbandonare l’esperienza di gioco lineare che accomunava i precedenti capitoli della serie è stata sicuramente una buona mossa, in quanto un mondo aperto e vasto avrebbe offerto molta più libertà di azione oltre a rinnovare, in parte, il gameplay. La componente tattica assume sempre una posizione di rilievo soprattutto se si predilige un approccio stealth, dove la cooperazione e la coordinazione nei movimenti sono essenziali e rendono decisamente più interessante la faccenda rispetto a mettere direttamente a ferro e fuoco una zona nemica, ma sembra che il titolo si sia un po’ allontanato da quella connotazione strategica tipica della serie per lasciare invece spazio ad una formula che tende maggiormente all’azione senza troppe pianificazioni. Insomma, traspare una certa propensione di Ubisoft a far scaldare spesso i grilletti, il che rende i Ghost più dei carnefici che dei soldati che agiscono nell’ombra affidandosi alle più avanzate tecnologie militari come i droni.

Il sistema di personalizzazione, ormai da qualche anno, è diventato un elemento basilare in ogni titolo Ubisoft e anche Ghost Recon: Wildlands, ovviamente, non è sfuggito a questa feature: appena avviata la campagna, infatti, verremo accolti dal nuovo menu CharacterSmith, che ci permetterà di creare il nostro soldato mettendo mano a svariati parametri come sesso, etnia e capelli. Purtroppo, la customizzazione dell’aspetto riguarda principalmente la testa e risulta molto limitata, in quanto i visi predefiniti non ci permetteranno di armeggiare in modo approfondito con i tratti somatici (dimensioni bocca, naso, occhi…), perciò il nostro personaggio, a conti fatti, risulterà piuttosto anonimo e fine al suo ruolo anziché avere un certo spessore nella storia. Molto più varie invece le opzioni disponibili per l’abbigliamento: potremo infatti selezionare corpetti, ghillie, copricapi, headset, zaini, scarponi, mimetiche e molto altro, in modo da dare al nostro Ghost lo stile che più preferiamo.

A questo punto verremo catapultati in una mappa di gioco immensa, tanto da essere la più vasta mai realizzata dallo sviluppatore francese: l’area, infatti, vanta ben 21 province e 11 ecosistemi differenti, e richiederà parecchio tempo per essere esplorata in lungo e in largo. Il mondo, inoltre, risulta essere abbastanza vivo, con civili che svolgono le loro attività quotidiane, ribelli che pattugliano diverse zone e, allo stesso modo, narcotrafficanti che presidiano i luoghi conquistati. Sostanzialmente, il territorio boliviano del gioco ospita tre fazioni: Santa Blanca, Unidad e Kataris 26, quest’ultima unica alleata della squadra di fantasmi. In termini di intelligenza artificiale, i nemici non se la cavano male nelle sparatorie e sanno essere pericolosi, rivelandosi letali alle difficoltà più elevate. Peccato che il loro comportamento in battaglia sia un po’ altalenante: i soldati dell’Unidad e gli scagnozzi del Santa Blanca, infatti, non di rado ci sono sembrati poco attenti ai movimenti e ai rumori circostanti, rendendo la loro eliminazione decisamente semplice. Tirando le somme, comunque, la fazione più temibile (almeno secondo il sottoscritto) è l’Unidad, poiché punta spesso sull’attacco in massa e può contare su veicoli blindati dotati di minigun e apache armati di missili.

Dalla nostra parte, invece, un ricco e vario equipaggiamento saprà come venire incontro alle esigenze di ogni giocatore: tra fucili di precisione, mitragliatori pesanti, pistole, esplosivi e chi più ne ha più ne metta, infatti, avremo a disposizione un arsenale che conta ben 80 armi totali, sbloccabili aprendo le relative casse sparse per la mappa di gioco ed eliminando i boss di ogni provincia. Per quanto concerne la personalizzazione dell’armamentario, Wildlands eredita da Future Soldier l’ottimo e apprezzato sistema GunSmith, che permette di modificare ogni singola parte delle nostre armi in modo da poterle adattare al proprio stile di gioco. Grilletto, calcio, mirino e caricatore sono solo alcuni dei tanti componenti che potremo intercambiare, con una varietà di scelta senza precedenti per la serie. Spendendo due parole sulle tecnologie in dotazione da impiegare sul campo, il drone da ricognizione in particolare si rivela presto un dispositivo molto utile non solo nell’individuazione della posizione dei nemici, ma anche nell’eliminazione degli stessi grazie a diversi potenziamenti sbloccabili.

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Nulla da ridire anche sulla molteplicità di veicoli che potremo utilizzare per spostarci più velocemente nel mondo di gioco, in quanto fra auto, furgoni, camion, aeroplani, elicotteri, motoscafi e addirittura trattori e ruspe ce n’è davvero per tutti i gusti. Un elemento in particolare, però, potrebbe far storcere non poco il naso a chi cerca un gameplay realistico e si tratta del modello di guida. Ubisoft ha infatti deciso di sacrificare quasi del tutto la fisica dei veicoli terrestri a beneficio di un ritmo di gioco sempre elevato e senza troppi fronzoli in ambito simulativo. Questa scelta, indubbiamente, non va ad influenzare negativamente l’esperienza generale, ma a risentirne maggiormente è il grado di realismo: guidare un camion che sembra avere il peso di una normalissima utilitaria e con cui è possibile fare dei testacoda o scalare delle ripide montagne senza problemi non è proprio nel rispetto delle leggi fisiche ad oggi conosciute. Lo stesso vale in sella alle moto, dalle quali è praticamente impossibile cadere, pure lanciandoci da altezze elevate.

Non poteva poi mancare un albero delle abilità per migliorare i nostri Ghost o sbloccare nuovi equipaggiamenti, ma questa volta non basterà semplicemente salire di livello e spendere i punti guadagnati. Per acquistare i potenziamenti, infatti, dovremo anche soddisfare i requisiti in termini di risorse, che sono suddivise in quattro tipi: benzina, medicinali, cibo e comunicazioni. Questi beni sono sparsi in tutti i luoghi presenti nel mondo di gioco e, al momento della loro individuazione, basterà piazzare un segnalatore per raccoglierne un determinato quantitativo. Inoltre, marcate come incarichi secondari ci sono poi le scorte, ovvero carichi generosi di una determinata risorsa che dovremo sottrarre ai nemici rubando il loro elicottero o attaccando un convoglio, tanto per citare due esempi. Se avremo bisogno di ulteriore supporto in battaglia, potremo anche fare affidamento su diverse abilità dei ribelli, tra le quali spiccano dei colpi di mortaio su una posizione da noi definita oppure la richiesta di un paio di mercenari pronti a combattere al nostro fianco, che tutto sommato sanno farsi valere.

Infine, dal menu principale è possibile accedere al Negozio di Ghost Recon: Wildlands, all’interno del quale è possibile acquistare con soldi reali svariati pacchetti che, ad esempio, sbloccano istantaneamente tutte le armi di una specifica categoria oppure dei costumi esclusivi. Tramite il sito di Ghost Recon Network, inoltre, è possibile visualizzare nel dettaglio tutte le proprie statistiche e quelle degli altri utenti, creare una task force con tanto di tag visibile in-game e utilizzare altre piccole features che potrebbero tornare utili ai giocatori più sfegatati.

Requisiti di sistema

Requisiti minimi:

Processore: Intel Core i5-2400S 2.5 GHz / AMD FX-4320 4.0 GHz o equivalente

Memoria: 6 GB di RAM

Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 660 / AMD R9 270X (2GB di VRAM) o superiore

Hard disk: 50 GB di spazio disponibile

Sistema operativo: Windows 7, Windows 8.1, Windows 10 (solo versioni 64-bit)

Requisiti consigliati:

Processore: Intel Core i7-3770 3.5 GHz / AMD FX-8350 4.0 GHz o superiore

Memoria: 8 GB di RAM

Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970 o GTX 1060 / AMD R9 390 o RX 480 (4GB di VRAM) o superiore

Hard disk: 50 GB di spazio disponibile

Sistema operativo: Windows 7, Windows 8.1, Windows 10 (solo versioni 64-bit)

Configurazioni di prova:

Processore: AMD FX-8350 4.0 GHz

Memoria: 16 GB di RAM

Scheda Video: AMD R9 380 4 GB

Sistema: Windows 10 64-bit

Un viaggio nel profondo Sud America

C’è poco da dire: su PC, Ghost Recon: Wildlands è una gioia per gli occhi. L’ambientazione è semplicemente stupenda e davvero ben ricreata, con un livello di dettaglio impressionante che non lascia spazio a texture in bassa risoluzione per alcun elemento, armi e veicoli inclusi. I vari ecosistemi che ospita l’enorme mondo di gioco vi faranno prendere molto più di una volta una piccola pausa per ammirare i magnifici e suggestivi paesaggi da cartolina che la Bolivia è in grado di regalare, e questo non può che essere una nota di merito nei confronti di Ubisoft.

Ma un comparto grafico possente richiede anche una configurazione hardware in grado di reggerlo: con la maggior parte dei settaggi impostati su Alto/Molto alto, alcuni su Ultra e V-sync disattivo, il PC utilizzato per la prova è in grado di far girare il gioco con un frame rate medio che oscilla fra i 50 e i 65 fps, mentre per giocare in modo fluido con impostazioni Ultra occorre puntare su schede grafiche da 8 GB e processori di nuova generazione. In ogni caso, il motore grafico si comporta molto bene anche senza settare tutto al massimo, mostrando comunque dei dettagli molto buoni con la nostra configurazione. Purtroppo, il comparto tecnico deve fare i conti con un neo un po’ fastidioso: ogni volta che entriamo in gioco, infatti, nei primi minuti riscontriamo dei freeze temporanei dovuti, probabilmente, al pesante caricamento di tutta la mappa. In questo lasso di tempo, abbiamo notato che diverse texture così come i nemici e alcuni veicoli tardano a caricarsi, costringendoci ad attendere che tutto sia al suo posto. Considerando che giochiamo sempre in cooperativa con amici, potrebbe trattarsi di un problema di sincronizzazione lenta oppure, diversamente, di installazione del gioco su HDD anziché su SSD. In ogni caso, trascorsi quei pochi minuti per caricare il mondo il titolo viaggia che è un piacere senza mostrare altre debolezze tecniche, a parte dei tipici bug che, comunque, passano in secondo piano di fronte all’immensità dell’area di gioco.

Di buona fattura anche il comparto audio, in particolar modo gli effetti sonori delle armi che risultano ben riprodotti e diversificati, mentre le esplosioni di veicoli e granate ci sono parse un po’ sottotono e non di grande impatto uditivo. Apprezzabile, infine, il doppiaggio in italiano, che indubbiamente raggiunge il suo apice con la voce di El Sueno doppiata dal grande Luca Ward, che si cala molto bene nel ruolo del cattivo di turno grazie al suo inconfondibile timbro vocale.

Commento finale

Ghost Recon: Wildlands rappresenta un buon trampolino di rilancio per la serie, che con la formula open world lascia spazio a futuri capitoli ambientati in altri Stati. La quantità di missioni e attività a cui prendere parte sono parecchie e il mondo di gioco è immenso oltre che visivamente spettacolare, e non raramente vi capiterà di soffermarvi su scorci di paesaggi davvero suggestivi. Grande varietà per quanto riguarda i veicoli e le armi a disposizione, queste ultime accompagnate da un buon sistema di personalizzazione grazie al menu GunSmith ereditato da Future Soldier. Wildlands, però, non è esente da difetti e risulta un po’ dolorante sotto alcuni aspetti, in particolar modo nel comparto tecnico e, alla lunga, nella ripetitività delle missioni. Ubisoft ha comunque realizzato un ottimo titolo che sarà in grado di tenervi incollati allo schermo per decine e decine di ore di gioco, in una splendida Bolivia che ha davvero molto da offrire.

Pro Contro
– Mondo di gioco vastissimo e visivamente impressionante
– Tantissime missioni e attività secondarie da completare…
– Grande varietà di armi e veicoli
– In cooperativa è ancora più divertente e tattico
– Graficamente sbalorditivo
– I.A. non sempre brillante e reattiva
– … che alla lunga soffrono la ripetitività
– Alcuni problemi di ottimizzazione su PC
Voto Globale: 85



PRO


CONTRO

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