Siamo tornati…
Eccoci di nuovo qua, non potevamo stare lontano dalle nostre origini, come direbbe il buon Giovanni “Non ce la faccio, troppi ricordi”. La frequenza della rubrica non sarà come le precedenti edizioni, ma periodicamente cercheremo di portarvi contenuti legati al glorioso passato dei videogiochi.
Sangue a profusione
Tra pochi giorni arriverà sugli scaffali Mortal Kombat 11, nuovo capitolo della leggendaria serie di picchiaduro sviluppata da Midway Games e recentemente da WB Games.
Quindi abbiamo pensato di ricordare il primo capitolo, che oltre a far innamorare i giocatori è anche riuscito ad attirare su di sé molte di critiche per la violenza che lo contraddistingue.
Il gioco arrivò nei cabinati di tutto il mondo nell’Ottobre del 1992, da quel momento nulla fu come prima. L’idea nacque dalle menti di Edward J. Boon (noto come Ed Boon) e John Tobias, i cui cognomi letti al contrario creano un celebre personaggio del videogioco (Noob Saibot).
Trama
Il Mortal Kombat è un torneo di arti marziali, aperto a tutti i guerrieri. Ognuno di essi dovrà dimostrare la propria forza in una serie di combattimenti per stabilire chi può fregiarsi del titolo di “Campione Assoluto”.
In realtà il torneo è una copertura, in quanto serve agli abitanti dell’Outworld per impossessarsi definitivamente del Pianeta Terra. Ogni anno Shang Tsung, potentissimo stregone specializzato nelle arti oscure, organizza sulla propria isola questa sfida.
Lo scopo è quello di consegnare a Shao Kahn, Imperatore dell’Outworld, la Terra e per fare ciò il malefico stregone ed i suoi guerrieri, tra cui annoveriamo Goro (un essere mostruoso con quattro possenti braccia, esponente di spicco della razza Shokan) e Reptile (un ninja-rettile ultimo esemplare della razza Zaterrian), dovrà vincere per 10 volte di fila il Mortal Kombat.
A Shang Tsung manca solo una vittoria per conquistare la Terra, ma qui entra in gioco Raiden, Dio del Tuono e Protettore della Terra (Re degli Andali e dei Primi Uomini… Scusate troppo Game of Thrones) e i suoi guerrieri. Per questa importante sfida, il Dio del Tuono ha scelto Liu Kang (Monaco Guerriero e discendente di Kung Lao), l’attore sbruffone Johnny Cage e l’agente delle Forze Speciali Sonya Blade.
Questi coraggiosi guerrieri lasceranno il segno sconfiggendo il Principe Goro e lo stregone Shang Tsung, salvando la Terra, almeno fino al torneo successivo.
Interpreti in carne e ossa
I particolari personaggi del gioco sono stati realizzati utilizzando controparti umane. L’attore e stunt Daniel Pesina ha vestito i panni di Johnny Cage e del trio dei Ninja (Scorpion, Sub-Zero e Reptile). Discorso simile vale per Liu Kang e Shang Tsung.
Aspettando per alcuni secondi nella schermata iniziale di Mortal Kombat, era possibile vedere un video con gli attori intenti a prestare le loro mosse ai personaggi.
Questo aspetto rese il gioco ancora più particolare, infatti fino a quel momento la grafica digitalizzata non veniva utilizzata per i picchiaduro, l’intensità di gioco infatti avrebbe potuto portare sfarfalii o rallentamenti degli sprite.
L’audio era caratterizzato da voci reali digitalizzate, a parte la breve musica all’inizio, il gioco era privo di colonna sonora.
Fatality… ma nessuno pensa ai bambini?
Siamo abbastanza sicuri che Helen Lovejoy dei Simpson reagirebbe così, con tanto di svenimento.
La caratteristica principale di Mortal Kombat è sempre stata l’elevato tasso di violenza e sanguinamento, quasi come in quei film splatter del Maestro Dario Argento.
Tutto questo sangue e questa violenza, creò numerosi problemi di censura al gioco, il tutto perché la grafica “realistica” ed i suoni abbastanza convincenti portavano le persone ad assimilare il gioco alla realtà.
Un’altro aspetto che in qualche modo contraddistingue questa leggendaria serie è quello legato alle “mosse finali”, infatti premendo una determinata sequenza di tasti si potevano effettuare delle uccisioni che sprizzavano sangue e crudeltà da tutti i pori. L’utilità era sicuramente dubbia, ma la prima Fatality non si scorda mai.
Queste caratteristiche portarono a delle versioni “monche”, private dell’essenza di questo fantastico gioco. Mentre i possessori di Amiga e Sega Mega Drive potevano reintrodurre la versione violenta del gioco attraverso un cheat code, quelli di Super Nintendo non avevano modo di aggirare tale censura a dir poco medievale.
Seguiti
Mortal Kombat possiede molti seguiti. Essenzialmente la maggior parte sono picchiaduro classici, due titoli invece hanno seguito strade diverse.
Mortal Kombat Mythologies: Sub-Zero è sempre un picchiaduro, ma immerso in una avventura a scorrimento orizzontale. Mortal Kombat: Special Forces è invece un’avventura 3D che ci vede impersonare Jax Briggs.
Speriamo che questo ritorno della rubrica vi faccia piacere.