Breve storia di Microsoft nel mondo del gaming: dai titoli iconici alle collaborazioni con altri studi

Microsoft ovviamente la conosciamo tutti per Windows, Office e naturalmente per la divisione Xbox. La compagnia di Redmond ha una storia lunga e significativa nel mondo dei videogiochi iniziata in quel 15 novembre 2001, quando alla presenza di un allora capelluto “The Rock” e del quarantacinquenne Bill Gates, ancora saldamente alla testa della compagnia, veniva presentata la prima iconica Xbox.

Una console progettata più come un computer/centro multimediale da salotto che come un semplice dispositivo gaming nato per competere con PlayStation 2 e il Nintendo GameCube (più tardi, non a caso, venne lanciato Xbox Media Center, XBMC, un software open-source che consentiva agli utenti di riprodurre video, musica e foto, nonché di installare applicazioni di terze parti).

Quella console, dotata di hardware Intel Pentium III e GPU Nvidia oltre che di un disco rigido integrato, una vera novità per le console di gioco, che ancora funzionavano tramite memory card esterne, non riuscì purtroppo a sbaragliare la concorrenza di Sony, soprattutto fuori dai confini nord americani, anche a causa di una certa diffidenza nei confronti di Redmond e di alcune scelte di design, come quella del controller noto come “Duke”, che era notevolmente più grande rispetto agli standard attuali, e che fu poi sostituito con il Controller S.

Tuttavia, la prima Xbox gettò le basi non solo della divisione Gaming di Microsoft, ma anche di un modo nuovo di intendere il gioco casalingo, che per la prima volta si approcciava al multiplayer online.

Nasceva infatti con la prima Xbox il servizio Xbox Live, che rivoluzionò completamente il modo di giocare in multiplayer, permettendo ai giocatori di tutto il mondo di connettersi e competere tra loro.

I Microsoft Game Studios

Convinta che il solo hardware non fosse sufficiente a decretare il successo della sua console, Microsoft si reinventó publisher e software house di titoli tripla A, aprendo i Microsoft Game Studios (ora noti come Xbox Game Studios). Proprio ai Microsoft Game Studios, come publisher e come software house, si devono alcune delle innovazioni oggi entrate nel nostro patrimonio di videogiocatori come il sistema di controllo standard tramite Gamepad per gli FPS lanciato con Halo in prima persona, o il sistema di coperture, lanciato con Gears of War.

Uno dei franchise più iconici associati a Microsoft è appunto Halo. Sviluppato inizialmente per PC e MacOS, dopo l’acquisizione di Bungie Studios da parte di Microsoft, Halo: Combat Evolved divenne il titolo di lancio della nuova console, ridefinendo il genere degli sparatutto in prima persona su console, grazie soprattutto ad una trama avvincente e come abbiamo detto, ad un sistema di controllo rivoluzionario, perfetto per il Gamepad.

Il successo di Halo: Combat Evolved che da solo vendette più di 6,4 milioni di copie conquistando il pubblico e la critica specializzata, ha portato a numerosi sequel consolidando il franchise come una delle IP più preziose di Microsoft.

Un altro titolo iconico è Gears of War, sviluppato da Epic Games e pubblicato da Microsoft nel 2006. Questo sparatutto in terza persona ha introdotto meccaniche di gioco innovative, ma principalmente il sistema di copertura e quello di timing di ricarica. La serie Gears of War ha generato poi diversi sequel di successo e spin-off, l’ultimo dei quali, Gears of war E-Day in arrivo probabilmente nel 2025, è stato recentemente mostrato all’Xbox Games Showcase insieme a Call of Duty Black Ops 6 frutto della recente mega acquisizione di Activision – Blizzard – King.

Forza Motorsport è un altro franchise di successo che ha contribuito a rafforzare la presenza di Microsoft nel mondo dei giochi di corse. Sviluppato da Turn 10 Studios, Forza Motorsport offre un’esperienza di guida realistica e coinvolgente, con una vasta selezione di auto e tracciati dettagliati, senza tuttavia sfociare eccessivamente nel simulativo, raccogliendo l’esperienza di Project Gotham Racing, un altro videogioco di corse automobilistiche sviluppato da Bizarre Creations e pubblicato da Microsoft Game Studios nel 2001 sulla prima Xbox. La serie di Forza ora si è biforcata in due, quella principale dal titolo Forza, più simulativa e nata per competere con Gran Turismo di Polyphony Digital e Sony, e Forza Horizon, uno spin-off sviluppato da Playground Games, che propone un approccio più arcade e open-world alle corse.

I titoli meno noti e le gemme nascoste

Se nei titoli sopra menzionati l’intervento di Microsoft è stato di supporto non solo come publisher ma anche come developer, nei titoli che seguono Microsoft si è comportata esclusivamente come publisher accompagnando la crescita (non sempre di successo) di nuove IP da parte di altre importanti software house indipendenti.

E’ il caso ad esempio di Sunset Overdrive, un videogame open world sviluppato da Insomniac Games e pubblicato nel 2014 che si distingueva per il suo stile artistico colorato, ed un gameplay frenetico e un umorismo irriverente. Purtroppo il gioco non ottenne il successo meritato, e gli studiosi abbandonarono ogni rapporto con Redmond finendo nelle braccia di Sony.

Un’altra gemma nascosta è Quantum Break, sviluppato da Remedy Entertainment e pubblicato nel 2016. Questo gioco d’azione narrativo che combinava sequenze di gioco e episodi live-action, offrendo un’esperienza cinematografica unica nel suo genere, è stato a lungo trascurato pur essendo uno dei titoli meglio riusciti di Remedy, e soprattutto un capitolo fondamentale del nuovo Remedy connected universe, che unisce i giochi della compagnia dal primo Alan Wake, altro titolo sviluppato con il supporto dei MGS e pubblicato nel 2010 in esclusiva per la console di Microsoft e PC, a Control e al recente Alan Wake 2.

Alan Wake 2

Nonostante i rapporti non siano più idilliaci come un tempo, è indubbio che Moon Studios abbia dato tanto alle console di Microsoft, grazie ai due piccoli capolavori che portano il nome di Ori and the Blind Forest e il suo seguito, Ori and the Will of the Wisps, portando il genere del platform, poco rappresentato sulle console di Microsoft a nuove vette grazie ad una bellezza artistica invidiabile ad una colonna sonora evocativa e memorabile ed un gameplay impegnativo ma gratificante.

Un’altra collaborazione di successo è stata quella con Playdead, studio danese noto per il pluripremiato Limbo. Nel 2016, Microsoft ha pubblicato il loro secondo gioco, Inside, un platform puzzle atmosferico che ha ricevuto il plauso della critica.

Da ricordare anche le collaborazioni con studi giapponesi, come Capcom per Dead Rising 3 e Platinum Games per Scalebound, quest’ultimo purtroppo cancellato durante lo sviluppo, pur essendo uno dei titoli più attesi per Xbox One e forse anche l’inizio della disaffezione dei giocatori verso il marchio Xbox, dopo lo straordinario successo che era stata Xbox 360.

I titoli meno riusciti

Non tutti i giochi pubblicati da Microsoft Game Studios hanno avuto, ovviamente, lo stesso successo. Alcuni titoli hanno ricevuto critiche per problemi tecnici, design discutibile o mancanza di innovazione. Uno di questi casi è Crackdown 3, sviluppato da Sumo Digital e pubblicato nel 2019 per Xbox 360, dopo numerosi ritardi. Nonostante l’hype iniziale, il gioco ha deluso le aspettative a causa di una campagna poco ispirata e di un multiplayer carente. Persino una delle IP più importanti di Xbox, Fable III, sviluppato da Lionhead Studios e pubblicato nel 2010, ha ricevuto critiche per la semplificazione eccessiva delle meccaniche di gioco e per la mancanza di profondità rispetto ai predecessori. Ma nell’era d’oro di Xbox 360 si trattava di due eccezioni, compensate da un comparto titoli first party e third party incredibile che stracciò la concorrenza di PS3 e Sony, facendo diventare il marchio Xbox uno dei principali e più riconoscibili nel mondo del gaming casalingo.

Con l’arrivo di Xbox One alcune scelte commerciali forse non completamente errate, ma sicuramente non correttamente comunicate al pubblico, come quella dell’always online o del Kinect incluso in tutte le nuove console, rovinarono un po’ l’immagine splendente che Xbox 360 aveva costruito per il marchio Xbox.

Solo con l’arrivo di Xbox Series X/S e di Phil Spencer alla divisione Xbox (ora è CEO di Microsoft Gaming), le cose hanno ricominciato ad andare nel verso giusto, ma il grande successo commerciale di PS4, che ha trainato le vendite anche di PS5, sono una china molto difficile da risalire.

Ciò non vuol dire che i risultati di Microsoft siano pessimi, anzi, la compagnia nel settore gaming continua a registrare incassi record, soprattutto dalla vendita di servizi e, proprio per questo motivo, le attenzioni si sono ora spostate tutte su quest’ultimi.

Il futuro di Microsoft nel gaming si chiama Game Pass

Con l’acquisizione prima di Mojang Studios (i creatori di Minecraft), Zenimax Media e dei suoi studi, tra cui Bethesda Softworks e id Software, ma soprattutto con la recente acquisizione di Activision Blizzard King con tutte le sue multimiliardarie IP, tra tutte quella di Call of Duty, Microsoft ha ampliato notevolmente il suo portfolio di titoli first-party.

Questa mossa strategica promette di portare esclusive di alto profilo sulle piattaforme Xbox e PC, rafforzando ulteriormente la posizione di Microsoft nel settore dei videogiochi. Tuttavia l’iniziale idea di Microsoft negli ultimi anni sembra essere cambiata, e la compagnia pare sia sempre più interessata a diventare, anche nel gaming, una società di servizi più che un publisher tradizionale vero e proprio.

E’ la strategia che ha portato alla nascita di Xbox Game Pass, il servizio in abbonamento che offre accesso a un vasto catalogo di giochi e che sta letteralmente cambiando il modo in cui i giocatori fruiscono dei titoli, e all X-cloud che promette di rendere in futuro obsolete le console come le conosciamo adesso.

Lanciato nel 2017, Xbox Game Pass (qui un link per acquistare Xbox Game Pass Ultimate a prezzo ultra scontato) offre agli utenti l’accesso a un’ampia libreria di giochi per un costo mensile fisso, permettendo loro di giocare senza l’obbligo di acquistarli singolarmente. I titoli sono divisi in base al genere: dagli FPS, ai Platform, passando per gli indie e gli strategici in tempo reale e c’è pure una ricca sezione dedicata ai casino online con i migliori giochi del momento. Sono disponibili abbonamenti per PC o per console, oppure per entrambi: l’abbonamento per PC costa 1 euro per i primi 14 giorni e poi 9,99 euro al mese, quello per console 6,99 euro al mese, infine l’abbonamento Ultimate per PC, console e via cloud, che include anche la modalità multiplayer online, costa 1 euro per i primi 14 giorni e poi 14,99 euro al mese.

Lo sforzo di risorse umane ed economiche che Microsoft sta impiegando in questo modello di distribuzione è immenso. L’azienda ha speso 7,5 miliardi di dollari per l’acquisizione di ZeniMax Media, la società madre di Bethesda, e 68,7 miliardi di dollari per Activision Blizzard principalmente per arricchire il catalogo di Game Pass con titoli di alta qualità e attrarre un numero sempre maggiore di abbonati. Tuttavia, nonostante la crescita rilevante (sebbene in calo rispetto rispetto agli esordi) il modello non sembra ancora in grado di reggersi da solo tant’è che Microsoft è stata costretta recentemente a chiudere alcuni studi, come Arkane Austin e Tango Softworks, e a portare Call of Duty Black Ops 6 sul pass per provare a spingere verso nuovi abbonati.

Il futuro di Microsoft come gaming company

La storia di Microsoft nel mondo del gaming è costellata di successi, sfide e collaborazioni, ma anche di insuccessi. Attraverso i suoi Microsoft Game Studios, l’azienda ha creato franchise iconici come Halo, Gears of War e Forza Motorsport, che hanno definito le console Xbox e attirato milioni di giocatori, ma anche sprecato risorse e talenti come quelli di Arkane e Tango rispettivamente creatori di titoli del calibro di Dishonored e The Evil Within.

Eppure, nonostante questo, Microsoft ha dimostrato di essere in grado di produrre esperienze di gioco di alta qualità, sia attraverso i suoi studi interni che attraverso partnership con sviluppatori esterni e le tante risorse investite sono il segno che la compagnia non è intenzionata a rinunciare alla sua fetta di mercato nel mondo del gaming.

Mentre il settore dei videogiochi continua a evolversi, Microsoft con il cloud e Game Pass sta costruendo un nuovo modo di fruire del videogame che adesso può sembrarci inefficace, dannoso o fallimentare ma che proprio come tanti anni fa con Xbox Live, potrebbe essere il futuro di tutto il settore.

Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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