Metro Exodus, la nostra recensione

Con un mondo espanso e sistemi più profondi, Metro Exodus esce dai tunnel senza perdere gli elementi di sopravvivenza della serie!

Se qualcosa è stato chiaro sin dall’inizio del 2019, è che i giochi post-apocalittici sono fiorenti e molto apprezzati dall’utenza. Far Cry: New Dawn e RAGE 2, competono per il titolo apocalittico più colorato e tamarro del 2019, Days Gone invece si accinge ad offrire una nuova versione dell’apocalisse zombie, anche se deve sopportare il peso di paragoni eccellenti, come ad esempio quello con The Last of Us. Per quanto il genere abbia continuato a prosperare nel corso degli anni, l’abbondanza di giochi post-apocalittici ha anche reso molto più difficile distinguersi. Fra i titoli che in qualche modo sono riusciti ad emergere dall’enorme massa, troviamo Metro. Arrivato in sordina, come adattamento di una serie di libri poco conosciuta ha ben presto raggiunto il successo.

All’attivo troviamo ben tre titoli, Metro 2033 Redux, Metro: Last Light e l’ultimo arrivato: Metro Exodus. Dopo la bancarotta dell’editore THQ sembrava quasi che la serie non avrebbe mai avuto una degna conclusione. Fortunatamente gli sviluppatori di 4A Games hanno potuto dare seguito alla saga con il sostegno di Deep Silver. Proprio come la storia dell’Ordine di Sparta e del protagonista in persona, Artyom, la storia di Metro Exodus è ancora una questione di sopravvivenza. Tuttavia, le visioni di 4A Games sono state impostate su qualcosa di più grande, portando gran parte dell’avventura fuori dalle linee della metropolitana direttamente nel mondo decimato e devastato di sopra. Metro Exodus si spinge molto in là dimostrando con forza che la serie può competere con – e persino superare – franchise post-apocalittici più blasonati.

Anche se può avere parecchie somiglianze con altri giochi post-apocalittici – come ad esempio, mutanti, paesaggi fatiscenti e desolati, piccoli gruppi di umani che lottano per sopravvivere in un nuovo ambiente duro e ostile – ciò che è più encomiabile di Metro Exodus è il fatto che riesce a raggiungere nuovi livelli, proponendo una versione del genere rinfrescata e al passo con i tempi. Nel processo, Exodus riesce persino a infondere un po’ più di un’emozione che però abbastanza spesso viene soffocata nel rumore della sofferenza e del nichilismo che il genere tende ad abbracciare molto di più: la speranza.

Un mondo da esplorare

Metro Exodus è uno sparatutto in prima persona ambientato nella Russia post-apocalittica in un futuro non troppo lontano. A pochi anni di distanza dagli eventi dell’ultimo titolo, Metro: Last Light del 2013, Metro Exodus ritrova il protagonista principale della serie, Artyom, in un viaggio di un anno con uno squadrone di Spartan Rangers tra cui Anna, ex compagna e ora sua moglie, mentre attraversano la Russia e cercano di entrare in contatto con il mondo esterno.

All’inizio del gioco, Artyom e la sua compagnia entrano in possesso di un vecchio treno russo che decidono di coniare in “l’Aurora”, segnalando la loro possibilità di esplorare qualsiasi cosa si trovi al di là della Russia. Dopo essersi liberato dai vincoli delle forze che sovrintendono alla Mosca post-apocalittica, Artyom e il resto dell’equipaggio si imbarcano sull’Aurora e iniziano a dirigersi verso est nell’estremo tentativo di trovare altri sopravvissuti e migliorare la loro vita, o almeno sperando di vedere i resti di ciò che è rimasto dopo la guerra nucleare che ha devastato il mondo così tanti anni prima.

Sin dai primi istanti di gioco, Metro Exodus va a rompere con alcune tradizioni che caratterizzano i suoi predecessori. Il cambiamento più lampante è il passaggio ad una struttura aperta fatta di ambienti più grandi. Dato che gli ultimi due giochi Metro erano per lo più lineari e limitati a un senso di claustrofobia dovuta all’ambientazione nei tunnel sotterranei russi, Metro Exodus corre il grosso rischio di portare la serie fuori dalla metropolitana, qualcosa che avrebbe potuto ritorcersi contro, in quanto quel senso di tensione ristretta e forzata ha funzionato molto bene sia per Metro 2033 che per Last Light.

Una via di mezzo fra un open world e uno sparatutto tradizionale

È stata una scommessa per lo sviluppatore ucraino con sede a Malta, necessaria per aggirare in gran parte l’aspetto “metro”, ma nel complesso, la nuova struttura è quella che ci aspettavamo per dare il giusto cambio di ritmo di cui la serie necessitava. Mentre la narrazione si svolge nel corso di un anno, il viaggio dell’Aurora attraverso la Russia abbraccia una gamma incredibilmente diversificata di ambienti e biomi che si sentono radicalmente diversi l’uno dall’altro. A partire dalle paludi primaverili del fiume Volga, raggiungendo il caldo soffocante del deserto del Caspio durante l’estate e oltre, Metro Exodus stabilisce un ritmo avvincente come Artyom e la sua compagnia che non solo raggiungono le zone oltre la Mosca devastata dalla guerra, ma incontrano anche molte nuove minacce e pericoli mai visti prima.

In un panorama di giochi che si sforzano continuamente di essere più grandi e più belli di quelli che sono venuti prima, Metro Exodus sembra un po’ più di una via di mezzo tra essere uno sparatutto lineare tradizionale e un gioco open world. Invece di una mappa di enormi dimensioni che i giocatori possono esplorare a loro piacimento, Metro Exodus si basa su una serie di ambienti semiaperti collegati con l’Aurora che porta Artyom e i suoi nel loro esodo principale attraverso la Russia. Simile a quelli di Borderlands, gli ambienti espansi di Metro Exodus potrebbero sembrare un po’ opprimenti per i veterani della serie in termini di dimensioni, ma lontani dalle mappe dispersive che abbiamo visto nei recenti giochi open-world come Assassin’s Creed Odissey o Red Dead Redemption 2.

In termini di dare alla serie un set di ambienti più ampio da esplorare, 4A Games ha fatto un lavoro ammirevole offrendo un gameplay che lascia al giocatore maggiore spazio per respirare. Da un lato i giochi Metro del passato sono stati in gran parte visti come veri e propri “corridori”, ma dall’altro hanno anche avuto un po’ più di flessibilità nel gameplay incorporando horror e sopravvivenza in uno sparatutto in prima persona. Proprio come i tradizionali giochi survival-horror, i giochi Metro mettono costantemente i giocatori in lotta per la sopravvivenza. Nonostante la transizione dai confini angusti dei tunnel della metropolitana agli ambienti di dimensioni maggiori, Metro Exodus non ha perso nulla in termini di tensione. Anzi, sembra addirittura essere aumentata ulteriormente. In diverse occasioni, è stata talmente elevata, da costringerci ad essere molto cauti e strategici sul come interagire con i nemici, e su quale arma utilizzare per superare al meglio la situazione.

Anche se gli ambienti più grandi hanno permesso a molte delle migliori qualità di Metro Exodus di brillare, come ad esempio l’atmosfera e la componente survival -horror, elementi che hanno reso anche i giochi passati così distintivi, ci sono alcuni casi in cui il gioco ha qualche difficoltà nel riuscire a soddisfare le aspettative di un “gioco semi open-world”. Ciò deriva principalmente dal fatto che mentre ci sono aree nascoste e obiettivi da esplorare all’interno di ciascuna delle nuove inedite aree, in generale, i vantaggi di cercarli/e e completarli/e potrebbe minare lo sforzo e il tempo spesi per portarli a termine. Giochi come ad esempio The Witcher 3 sono stati in grado di trasformare le missioni secondarie in trame del tutto uniche, e altri come Assassin’s Creed Odyssey danno al giocatore un sacco di incentivi per progredire ed esplorare ogni centimetro della sua vasta mappa, le Side Quest di Metro Exodus sembrano più diversivi che altro e non aggiungono necessariamente molto alla narrativa dell’esperienza principale.

Al di fuori degli obiettivi secondari che possiamo incontrare tra una missione l’altra, non c’è molto altro da fare all’interno di queste aree se non ricercare le scorte. Ciò sarà molto utile per gli “incontri più grandi” che si presenteranno più avanti nella storia, ma al contempo potrebbe dare ad alcuni giocatori la sensazione che gli ambienti più grandi di Metro Exodus potrebbero sembrare un po’ troppo aperti, riducendo drasticamente la curiosità e l’interesse verso l’esplorazione del resto del mondo. In compenso, Metro Exodus offre anche una serie di miglioramenti che aiutano ad adattarsi alla sua struttura più aperta. Di gran lunga il più grande di questi cambiamenti è attraverso il sistema di crafting, che è stato notevolmente ampliato non solo per adattarsi al mondo semi-aperto di Metro Exodus, ma per fornire ai giocatori un più ampio grado di opzioni per quanto riguarda i tipi di armi che si possono utilizzare mentre esploriamo e affrontiamo i nemici nel mondo.

Questa volta, Artyom ha la capacità di creare oggetti in movimento grazie a uno zaino nuovo e pratico, che gli consente di raccogliere materiali per realizzare medkit, contenitori per maschere antigas e molto altro ancora lontano dalla sua base attuale. Mentre avremo ancora bisogno di avvalerci dei banchi di lavoro fissi per creare una vasta gamma di rifornimenti, principalmente per munizioni e potenziamenti per le armi, la possibilità di creare la maggior parte degli oggetti di cui abbiamo bisogno mentre siamo in esplorazione ci da un certo senso di sollievo, evitando malauguratamente di trovarci a corto di preziose risorse nel momento necessario.

L’apocalisse in una luce diversa

Metro Exodus ha mostrato alcuni miglioramenti rispetto a Metro 2033 e Last Light, c’è ancora un po’ di senso di rigidità nel movimento e nella mira, elementi che rendono l’ultima fatica di 4A Games leggermente inferiore rispetto ad altri sparatutto moderni. Ciò vale anche per il fatto che quando si esauriscono le munizioni, si rimane con un’abilità in mischia largamente inutile che non rende le situazioni di combattimento frenetico più semplici da affrontare.

Nonostante alcune caratteristiche del gameplay e dei controlli che potrebbero far storcere il naso, non si può negare che dal punto di vista tecnico, Metro Exodus è un gioco incredibile. Molto simile ai giochi che l’hanno preceduto, Metro Exodus è una potenza tecnica che amplifica drammaticamente il senso di atmosfera della serie, grazie alle sue luci e ombre dettagliate, agli ambienti dallo stile ricercato e al sound design che trasmette davvero la sensazione di essere dentro un mondo solitario e pericoloso.

Metro Exodus
8.4 / 10 4News.it
Acquista suAmazon.it
Disponibile suPS4, XBOX One, PC
Pro
    -Ambienti e atmosfera brillanti
    -Il giusto mix fra sopravvivenza e azione
    -Storia emotiva e soddisfacente
    -Sistema di crafting convincente
Contro
    -Obiettivi di tanto in tanto confusi
    -Le Side Quest non aggiungo granché alla trama principale
    -Il sistema di mira è ancora incerto e legnoso
    -Qualche bug sporadico
Riassunto
Metro Exodus è stato lanciato in uno dei mesi di febbraio più affollati della memoria recente. Si trova (e si troverà nei prossimi mesi) a competere con diversi titoli del medesimo genere, Far Cry: New Dawn, RAGE 2 e Days Gone su tutti. Non sappiamo ancora chi fra questi titoli trionferà, ma possiamo tranquillamente affermare che 4A Games ha fatto un lavoro davvero sorprendente, facendo capire a tutti che la serie merita più di qualche semplice attenzione. Sebbene coraggiosamente si allontani dai tunnel claustrofobici della metropolitana che hanno contraddistinto Redux e Last Light, Metro Exodus fa un ammirevole tentativo di preservare ancora la sua combinazione di atmosfera tesa, sfidando le meccaniche di sopravvivenza e un inquietante senso di orrore che rendono il suo mondo così avvincente e ricco da esplorare. Mentre la transizione verso una struttura semi-open-world può apportare un cambiamento radicale rispetto a ciò che i fan possono aspettarsi dal terzo capitolo della serie, Metro Exodus si espande su ciò che ha reso la serie così unica grazie ad un coinvolgente mix di azione, furtività, sopravvivenza e orrore. Proprio come l'Aurora ha portato Artyom e i suoi compagni in territori inesplorati, Metro Exodus sta portando la serie in una nuova direzione che sembra davvero avere possibilità infinite.
Gameplay
Grafica
Sonoro
Longevità
Giudizio finale

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Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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