Il risveglio potrebbe essere la continuazione dell’incubo!
“Stephen King scrisse che gli incubi esistono al di fuori della ragione e le spiegazioni divertono ben poco, sono antitetiche alla poesia del terrore. In una storia dell’orrore la vittima si chiede perchè!? ma non c’è una risposta, e non dev’esserci. Il mistero irrisolto rimane dentro di noi ed è ciò che ricordiamo maggiormente. Il mio nome è Alan Wake e sono uno scrittore…”
Questo l’incipit di un titolo che i videogiocatori più attenti, tra false partenze e rinvii, inseguono ormai da anni; un gioco che fa del ritmo narrativo incalzante il proprio punto di forza, del senso di insicurezza concesso dall’oscurità, il cavallo di troia nella psiche del videogiocatore.
Alan Wake, è chiaro fin dall’inizio, è uno scrittore, il sogno o l’incubo che lo vede protagonista lo porta ad una cittadina, Bright Falls, adagiata sulle rive di un lago e circondata da montagne ricoperte da rigogliosa vegetazione. Tutto sembra deporre per una semplice vacanza volta al recupero dell’ispirazione, ormai sopita, in compagnia della moglie Alice. Giunti a destinazione i due ricevono le chiavi di un cottage che hanno prenotato dalle mani di una strana donna: il rifugio è strepitoso e i due sembrano destinati a trascorre una vacanza romantica immersi in una splendida cornice paesaggistica. All’improvviso il buio prende il sopravvento ed Alan si risveglia con la consapevolezza che Alice è stata rapita e che a Bright Falls il cottage sul lago non esiste da molti anni…
Il mistero si infittisce quando Alan viene a sapere che il lago ha dei poteri decisamente singolari: riesce a tramutare in realtà le espressioni artistiche degli autori che trovano rifugio nei pressi di esso o che hanno un qualsiasi contatto con le sue acque, il risultato è un abominio, Wake si ritrova protagonista di un romanzo di cui è egli stesso autore o dovrebbe esserlo, ma lo svolgersi degli eventi ci farà sorgere un dubbio fino alla fine irrisolvibile.
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