Recensione Baldur’s Gate 3: La rinascita di Dungeons & Dragons

Il 20 ottobre 1999, a poche settimane dal sorgere del nuovo millennio, per mano di BioWare e Black Isle Studios esce Baldur’s Gate: un RPG tattico, isometrico-tridimensionale, basato sul mondo dei Forgotten Realms. Il 3 agosto 2023, quasi un quarto di secolo dopo vede finalmente la luce Baldur’s Gate 3, questa volta grazie al talento del team di Larian Studios. Un vuoto, quello riferito a videogiochi basati sull’ecosistema in mano a Wizard of the Coast, onestamente ed inspiegabilmente mai colmato.

Eppure c’è stata un’epoca, a partire appunto dagli ultimi anni precedenti al nuovo millennio, in cui l’universo cartaceo di Dungeons & Dragons e la sua trasposizione di meccaniche ed ambientazioni in ambito videoludico, hanno convissuto meravigliosamente.


Piattaforma testata: PC


Dungeons & Dragons Shadow over Mystara, Eye of the Beholder, Icewind Dale, Nevewinter Nights, sono tra i titoli più di successo che negli anni hanno contribuito a valorizzare l’unione del cartaceo al videoludico, sotto il mai avvizzito vessillo di D&D.

Baldur’s Gate 3 non solo ha riportato in auge il genere con grande impeto e seguito, ma ne ha innalzato il livello a vette finora inesplorate, prenotando un posto d’onore nell’indelebile Hall of Fame del genere.


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Una questione di cuore

Quando siamo venuti a conoscenza che Larian Studios aveva preso la licenza per produrre un gioco basato su D&D, abbiamo accolto la notizia con un certo entusiasmo e serenità, in quanto già creatori di titoli sul genere molto apprezzati.

Divinity: Original Sin e Divinity: Original Sin II sono due RPG che rispettivamente alla loro uscita, si sono posizionati ai vertici della categoria, ottenendo sin da subito gradi elogi da critica e pubblico (io stesso ho passato più di 300 ore in compagnia dei DOS). Questi due fattori, ovvero l’acquisizione della licenza e la presenza di due titoli sul genere a far da fondamenta, ci avevano portato a pensare che Larian avrebbe prodotto una sorta di Divinity: Original Sin 3, ma “brandizzato” Wizard of the Coast.

In parte questo è stato inevitabile e mai avremmo voluto che accadesse diversamente. Gli asset di base sono quelli, in generale la grafica, seppur migliorata su tutti i fronti attinge da quella dei titoli precedenti. Insomma ci sono vari richiami, e ad un occhio inesperto potrebbe risultare difficile distinguere i vari titoli ad un primo superficiale sguardo. D’altro canto, perché mai Larian avrebbe dovuto “buttare” un codice così solido e ben rifinito ad appannaggio di un altro riscritto da zero, oppure congelarlo in attesa di un nuovo capitolo della saga Divinity?

Baldur's Gate 3

Ma lo sviluppatore è andato oltre. Ha superato le nostre reticenze, le nostre prevenzioni, per cui mettendo mano al titolo sin dalle prime fasi, si percepisce cristallinamente di essere dinnanzi ad un gioco nuovo, inesplorato, profondo e ricchissimo. Si dimentica, già dalla creazione del proprio personaggio, qualsiasi assonanza con Divinity: Original Sin, e si entra in maniera totalmente immersiva nel mood di Dungeons & Dragons, nel mood di Baldur’s Gate 3.

Sei un giocatore di Dungeons & Dragons?

Vi poniamo subito questa domanda, in quanto c’è un concetto da mettere in chiaro senza ulteriori indugi: se non si è prima passati dalla palestra dei vari garage, dove seduti attorno ad un tavolo insieme ai propri amici, si lanciavano dadi, si riempivano schede di scritte e cancellature, mangiando porcherie ed isolando il mondo fuori, si perde per strada una componente fondamentale che caratterizza tutti i giochi a licenza D&D.

Le meccaniche di D&D sempre adeguate e perfezionate negli anni, nonché il suo universo “ruolistico” fatto di ambientazioni leggendarie, personaggi iconici, agli occhi di chi non ha già vissuto tutto ciò, potrebbero sembrare un prodotto tra i tanti in commercio, senza alcuna nota emotiva aggiuntiva.

Baldur's Gate 3

D’altro canto, se siete stati forgiati dall’antica fucina del gioco di ruolo cartaceo, questo Baldur’s Gate 3 sarà in grado di rapirvi dalla vita reale, alla quale tornerete di rado e contro voglia, sin dall’assegnazione dei punti caratteristica sulla scheda del personaggio.

Io dall’editor ne sono uscito dopo due ore esatte, divorato da enormi dubbi esistenziali riguardo a quale accoppiamento classe/razza scegliere, a come “ruolare” il mio alter ego in game, prediligendo il bene al male o viceversa. Meglio un approccio Power Player, ovvero creare un personaggio con caratteristiche massimizzate al danno, oppure favorire le doti intellettuali e caratteriali al fine di puntare più sul dialogo, rispetto ai combattimenti?

Ovviamente tutto ciò non va a ledere in alcun modo all’approcciare il gioco da non conoscitori del cosmo di D&D, ed anzi, come lo è stato già in passato per i Divinity: Original Sin i quali avevano ambientazione e meccaniche originali, vi troverete dinnanzi un RPG lodevole sotto ogni punto di vista.

Quando “ruolare” è un arte…

Andiamo subito al punto. Immaginate un dialogo con un npc presente in Baldur’s Gate 3. Ora, la rosa delle nostre risposte possibili (nei casi con più alternative), sarà la seguente: due o tre risposte di default, una risposta in base alle classe scelta, una riferita alla razza, più tutte le altre influenzate dalle nostre abilità come ingannare, intimidire, persuadere in aggiunta alle varie conoscenze. Badate bene, non stiamo parlando di un mazzo di risposte, attraverso le quali arrivare comunque allo stesso punto. Si è ovvio, alcune possono rappresentare un modo diverso per dire la stessa cosa, ma in generale abbiamo testato sulla nostra pelle (anche avvalendoci di caricamenti) che le parole hanno un peso cruciale in Baldur’s Gate 3.

Baldur's Gate 3

Il gioco con questi incredibili e dinamici intrecci di dialogo, ti fa continuamente sentire vivo, nel mezzo della questione, legato al tuo background in maniera molto presente (al punto da darti dei punti ispirazione in base alla coerenza delle proprie scelte). Quante volte vi sarà capitato in vari RPG, di passare ore a creare sino all’ultimo dei dettagli del vostro personaggio, per poi ritrovarvi in end game, con l’amarezza di non aver avuto alcun riscontro in base a ciò che avevate creato? A riguardo il team di Larian Studios è stato in grado di creare qualcosa di straordinario. La varietà di risvolti che può avere un dialogo è semplicemente incredibile, specialmente se si pensa alle possibili diverse conseguenze che andranno ad impattare sul seguito delle varie storie.

Si percepisce uno studio ed una dedizione all’approfondimento di ciò che riguarda la nuova ambientazione che Larian si è trovata a trattare, al punto che perfino dialogando con npc lontanissimi dal filone della storia principale, possano venire fuori storie personali molto interessanti, impreziosite da riferimenti a luoghi o personaggi presenti nel Faerun.

…qui lo è anche combattere!

Ci sono casi in cui il dialogo non basta. Oppure che fallisca il nostro lancio del dado riguardo all’essere diplomatici o intimidatori. O ancora, molto più semplicemente, che alcune creature non abbiano proprio impiantato nel loro dna l’opzione di comunicare, e che vi attacchino a vista. In tutti i quei casi si attiva la fase a turni (attivabile sempre anche manualmente anche al di fuori del combattimento), all’interno della quale, ordinati in base alla somma punteggio di iniziativa + tiro del dado, ci troveremo a dover pianificare le nostre mosse per avere la meglio sugli avversari.

Baldur's Gate 3

In questo caso il lavoro nuovo di Larian è stato quello di adattare le proprie meccaniche proprietarie, presenti nei Divinity: Original Sin, al regolamento di Dungeons & Dragons 5a edizione. Si perché a livello di impianto di combattimento a turni, già i titoli precedenti funzionavano benissimo, in una commistione perfetta tra bilanciamento, utilizzo di elementi ambientali e naturali, e verticalità.

Dal cartaceo sono state apportate delle modifiche per smussare alcuni elementi, altrimenti incompatibili con l’essere trascritti in codice. Ma il lavoro finale non va per nulla a snaturare il combattimento cartaceo, e anzi lo rende qualcosa di enormemente appagante a livello videoludico.

Abbiamo affrontato la nostra compagna a livello di difficoltà bilanciata e come previsto, avendo già passato parecchie ore con i Divinity: Original Sin, anche Baldur’s Gate 3 non ci è parso un gioco per tutti. Badate bene, la curva di difficoltà è gestita sapientemente, gli scontri risultano bilanciati a prescindere dal party che avrete composto, e l’utilizzo (che io comunque da buon estremista dadico ho disattivato immediatamente) del Dado Karmico aiuta a equiparare fortuna e sfortuna col dado.

Tuttavia il gioco richiede impegno, conoscenza delle skill dei propri personaggi e degli avversari; E’ un RPG a turni, per tanto i combattimenti possono durare anche parecchio tempo. Giocato superficialmente, scaturirà l’effetto paragonabile all’ approcciare un Dark Souls mentre guardiamo le stories su Instagram.

Baldur's Gate 3

Come sopravvivere al combattimento

Dando per scontato che non ci si abbandoni a selezionare il livello più facile, per quanto totalmente legittimo, come accennato sopra in Baldur’s Gate 3 bisogna accumulare conoscenza, capacità e concentrazione al fine di uscire vincitori dai vari combattimenti.

E’ ovvio che un party ben bilanciato sarà già un buon inizio, ma nessuno vi vieta di avere un gruppo potenzialmente male assortito, ma che faccia il suo sporco lavoro in ogni caso se ben gestito. Sin dall’iniziativa sarà fondamentale pianificare una tattica funzionale ai vostri personaggi, alla varietà dei mostri che affronterete ed all’ambiente che ci circonderà.

Un arciere avrà dei vantaggi a scoccare da una posizione rialzata rispetto al nemico; un mago che lanci un fulmine verso un mostro piazzato nel mezzo di una pozzanghera ne amplificherà i danni; un ladro che riesca ad attaccare di sorpresa sfruttando la furtività, potrà infliggere molti più rispetto al normale. E via discorrendo, Baldur’s Gate 3 offre una quantità di spunti differenti, che lo stesso combattimento potremmo affrontarlo e risolverlo con molte tattiche diverse.

Consigliavo poc’anzi di mantenere come minimo il livello di difficoltà bilanciata, perché anche non foste degli esperti del genere, e mettendo in conto un po’ di patimenti nelle fasi conoscitive iniziali, la soddisfazione che il gioco sarà in grado di ritornarvi indietro quando sarete padroni delle meccaniche, sarà altissima. Nella mia partita ho utilizzato una Ladra Drow, biclassata guerriero, esperta di combattimento a due armi ed attacchi furtivi con carisma medio-alto. Non vi dico il godimento nell’attaccare dall’oscurità le mie vittime ignare. Se avete letto le avventure di un tale Drizzt Do’Urden, al quale è ispirato il mio personaggio, sapete benissimo di chi e cosa parlo.

Anche se si perde uno scontro si impara qualcosa di utile. Lo si ripete con nuove conoscenze acquisite, si migliora e molto probabilmente si riuscirà ad avere la meglio.

Baldur's Gate 3

Larian Studios su PC sa quello che fa

Non avendo provato la versione PlayStation 5 ed in attesa della concorrente sulle Xbox, noi abbiamo passato molte ore spremendo al massimo la versione PC. E come decretato anche dalle attente analisi di Digital Foundry, Baldur’s Gate 3 è uno spettacolo di tecnica. Vero che nella nostra prova abbiamo utilizzato l’accoppiata GPU 3080Ti e CPU 5800X, quindi piuttosto performanti, ma abbiamo giocato il titolo in 4K al massimo dei dettagli senza dover nemmeno attivare il DLSS, e rimanendo su una media di FPS piuttosto alta.

Qualche crash è capitato, e il gioco ancora soffre di qualche piccolo difetto di gioventù e mancanza di ottimizzazione sotto qualche aspetto, ma in definitiva ci è parsa un opera si maestosa, ma altrettanto solida.

Perché a mezzo punto dalla “perfezione”?

Come appena accennato qualche difettuccio tecnico l’abbiamo riscontrato, ma considerando che Larian ancora debba pubblicare una prima patch massiva bella corposa, siamo certi che la maggior parte di questi piccoli inconvenienti sparirà di qui a qualche settimana.

Parliamo di qualche crash, di qualche calcolo errato nei conteggi dei bonus, di caratteri sovrascritti, di refusi linguistici e cose così. Tutte imperfezioni d’accordo, ma rare, di poco conto e soprattutto risolvibili.

Per essere schietti non è questo che mi ha impedito di dare voto pieno a Baldur’s Gate 3. Piuttosto un paio di aspetti, di cui uno a mio avviso molto importante. Avendo vissuto la prima run con una ladra/drow, ho patito tantissimo l’assenza (reiterata visto che è così anche nei Divinity: Original Sin) del ciclo giorno/notte.

Soprattutto per una questione di gioco di ruolo: poter recarsi negli stessi luoghi, o parlare con determinati personaggi, in differenti orari causando diverse reazioni. Avere commercianti e quant’altro aperti solo in determinate fasi della giornata, in base alla tipo di commercio, se legale o criminoso.

Baldur's Gate 3

Il poter sfruttare l’oscurità per celarmi da occhi indiscreti, o per colpire nell’ombra ignari avversari.

Sapere di poter vedere le stelle solo durante il riposo all’accampamento per me è stato un malus sentito. D’altra parte però questa è una scelta stilistica e di meccanica di gioco ben precisa in tutti i titoli di rilievo di Larian Studios, per tanto suppongo ci siano dei ragionamenti ben ponderati a sussistenza di quanto deciso, e per quanto amareggiato abbozzo il colpo.

Altro aspetto che non mi è dispiaciuto del tutto, ma che come nel 90% degli RPG può essere fatto meglio (le mod di Skyrim insegnano), è quello della gestione dell’inventario. Se in una fase iniziale con un party da quattro persone il problema della gestione del loot non sussiste, essendo i drop anche meno frequenti che nei Divinity: Original Sin, dopo le prime decine di ore si inizia a soffrirne. Non tanto per la quantità di oggetti immagazzinabili, che tra forziere all’accampamento e zaini di spazio ce n’è. Piuttosto per la gestione stessa, che diventa super caotica non essendoci menù a finestre specifiche, suddivisi per tipologia oggetto. Ci dovremo attrezzare noi con l’utilizzo di più zainetti, ma non rinominabili, ed in definitiva mai pratici con un hub ben congeniato in partenza.

Commento Finale

Baldur’s Gate 3 è quanto di più equiparabile ad una partita di Dungeons & Dragons svolta con carta, penna, dadi e miniature (a maggior ragione considerando anche la componente multiplayer). Tocca corde sensibilissime per tutti gli amanti dei giochi di ruolo, ma risulta un prodotto parimenti valido ed interessante per chi ci metta le mani senza un minimo di background di questo tipo. Prodotto maestoso e profondissimo, sia dal punto di vista del gioco di ruolo, che del gameplay. Un combattimento a turni figlio di quello presente nei Divinity: Original Sin, ma perfezionato ed impreziosito dalle meccaniche della 5a edizione di Dungeons & Dragons. Un gioco che come pochi può risucchiare il tempo libero del giocatore, considerando che anche nelle sessioni più lunghe, mai si farà la stessa cosa due volte. Baldurs’ Gate 3 non solo ha riportato in auge un brand storico ed importante come quello ideato da Bioware più di vent’anni fa, ma ne ha riposizionato le sorti verso una nuova vetta, che ne sancisce inesorabilmente l’apice del genere.

9.5

Baldur's Gate 3


Baldur's Gate 3 è quanto di più equiparabile ad una partita di Dungeons & Dragons svolta con carta, penna, dadi e miniature (a maggior ragione considerando anche la componente multiplayer). Tocca corde sensibilissime per tutti gli amanti dei giochi di ruolo, ma risulta un prodotto parimenti valido ed interessante per chi ci metta le mani senza un minimo di background di questo tipo. Prodotto maestoso e profondissimo, sia dal punto di vista del gioco di ruolo, che del gameplay. Un combattimento a turni figlio di quello presente nei Divinity: Original Sin, ma perfezionato ed impreziosito dalle meccaniche della 5a edizione di Dungeons & Dragons. Un gioco che come pochi può risucchiare il tempo libero del giocatore, considerando che anche nelle sessioni più lunghe, mai si farà la stessa cosa due volte. Baldurs' Gate 3 non solo ha riportato in auge un brand storico ed importante come quello ideato da Bioware più di vent'anni fa, ma ne ha riposizionato le sorti verso una nuova vetta, che ne sancisce inesorabilmente l'apice del genere.

PRO

Componente "ruolistica" al top | Combattimenti a turni al top | Licenza di Dungeons & Dragons grande plus per gli appassionati

CONTRO

Mancanza del ciclo giorno/notte | Gestione dell'inventario rivedibile | Qualche piccolo bug di "gioventù"
Stefano Taccari
Stefano Taccari
Gamer dal 1987, padre di due piccoli gamers, griller, Dungeon Master e batterista hardcore. "I VG sono uno strumento che ci permette di entrare in contatto con altri universi".

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