Recensione Sword Art Online: Fatal Bullet

Si torna online, ma armati di pistole e spade laser

Questo periodo in casa Bandai non è solo quello del ritorno in grande di Dragon Ball su console e PC (con Dragon Ball FighterZ) ma l’occasione di festeggiare il primo lustro di Sword Art Online. L’anime è ormai famoso e seguitissimo anche in Europa e almeno una volta l’anno arriva un episodio su tutte le piattaforme.

Il 2018 non fa eccezione, ma le cose sono andate parzialmente in modo diverso: Sword Art Online Fatal Bullet segna un passaggio di mano importante. È stato curato infatti per la prima volta da Dimps (i ragazzi di Dragon Ball Xenoverse, tanto per dirne una) con il compito significativo di renderlo graficamente più invogliante per i giocatori.

Nelle nostre recensioni della serie Sword Art Online abbiamo sempre segnalato quello che era ormai diventato un comparto grafico e tecnico troppo datato, e finalmente sembra che Bandai abbia deciso di porre rimedio alla mancanza: perché il videogioco non meritava di essere bello da vedere quanto l’anime? L’arrivo dell’Unreal Engine 4 ha riportato (parzialmente) la serie in carreggiata anche sotto questo punto di vista.

Ciao ciao, Kirito

Una volta tanto in Sword Art Online Fatal Bullet possiamo dimenticarci di Kirito, e ve ne spieghiamo subito il motivo. Il titolo si colloca, dal punto di vista narrativo, dopo gli eventi di Sword Art Online Hollow Realization: questo significa che il ragazzo e la sua folle di spasimanti hanno già buttato nella rete il World Seed, dando vita ad altri mondi virtuali.

Proprio Fatal Bullett è ambientato in uno di essi, e dovremo realizzare sin dall’inizio, attraverso un editor sufficientemente complesso, il nostro alter ego. Che, per la cronaca, e come praticamente sempre nei titoli Bandai Namco, resterà in silenzio dall’inizio alla fine del gioco. Assieme al protagonista, il corposo numeri di comprimari sono anch’essi individui completamente nuovi, mai visti prima.

Come avrete intuito cambiare il set delle avventure dei nostri eroi significa anche lasciarsi alle spalle luoghi che avevamo ormai imparato a conoscere piuttosto bene, nei loro pregi e difetti. Alfheim Online è dunque un lontano ricordo, così come lo sono i suoi ambienti medievali e le foreste lussureggianti piene di dungeon.

Il setting nuovo è invece un MMORPG, il ché porta a mutare drasticamente anche le armi di supporto: non più spade, sciabole e pugnali ma armi da fuoco come pistole e fucili. Non mancano neppure le spade laser. Un cambio di rotta, insomma, piuttosto appariscente, in grado di far sentire i suoi effetti anche nel gameplay.

La trama di Sword Art Online, a questo giro, ci è sembrata particolarmente sottotono, e non soltanto perché manca Kirito come protagonista principale. La sua assenza, anche, poteva essere uno stimolo in più all’inventiva. Probabilmente si è deciso di non discostarsi troppo dalla linea narrativa della seconda stagione dell’anime, che di tanto in tanto fa capolino in Fatal Bullett: ad ogni modo la narrazione riesce a farsi un minimo avvincente solo a partire dalla metà, quando insomma, complice la scarsa durata complessiva, sta già per concludersi.

Per dovere di cronaca riportiamo anche che sì, Kirito è assente e funge da solo comprimario, ma una volta sbloccata la seconda run è possibile impersonarlo in una modalità a parte, dalla durata piuttosto esigua. Un contenuto aggiuntivo che è stato aggiunto di peso alla produzione per invogliare anche i fan più scettici all’acquisto?

Innovativo, ma un po’ confusionario

Sword Art Online Fatal Bullet è un titolo che riesce a mescolare tra loro due meccaniche atipiche, l’RPG e il TPS. In termini umani, si tratta della fusione tra il gioco di ruolo in terza persona e lo sparatutto. È vero, il sistema non è sempre impreciso, avrebbe avuto bisogno di qualche ritocco, ma nel complesso funziona in maniera efficace e regala sessioni (anche brevi) molto frenetiche e appaganti. Del resto diciamocelo, era pure tempo che le spade si facessero da parte in Sword Art Online in generale, per proporre qualcosa di più interessante, quanto meno innovativo.

Il sistema di mira, purtroppo, funziona in maniera automatica: potete quindi immaginare che di tanto in tanto vada un po’ per colpo suo impedendoci di colpire con la stessa efficacia di uno direzionato da noi. La confusione è aumentata dal numero di nemici schierati dall’intelligenza artificiale in campo: non sono certo pochi, e in parecchi frangenti ci hanno dato filo da torcere, sebbene la difficoltà del titolo Bandai Namco non punti certo verso l’alto.

Tutte le armi in dotazione del protagonista, compresi gli accessori e piccoli dettagli personalizzabili, possono essere acquistati, modificati e aggiornati in qualsiasi momento presso gli shop presenti all’interno del titolo. Potenziare le armi, a partire da un ben preciso momento della trama, diventa indispensabile per riuscire a proseguire in modo dignitoso, senza morire troppo spesso.

Più bello, più online

Veniamo ad almeno un paio di punti positivi degni di considerazione per Sword Art Online Fatal Bullet. Innanzitutto il comparto tecnico: l’aggiornamento affidato da Bandai a Dimps ha avuto i suoi effetti. Modelli poligonali, textures e colpo d’occhio negli scenari (anche ravvicinati) hanno subito un netto potenziamento. Certo, non vuol dire che tutto vada bene e che non si possa comunque migliorare, ma la direzione intrapresa ci è sembrata quella giusta.

Buona anche l’idea di introdurre e sfruttare un comparto multiplayer online all’interno del titolo. Al momento non tutto è entrato ancora in funzione, ma è stata anticipata la possibilità di realizzare lobby per quattro giocatori in contemporanea che potranno così partecipare a varie missioni secondarie e raid. Vedremo nei prossimi mesi se bandai si giocherà bene anche questa carta, su cui potrebbero poggiare, a pensarci bene, tutte le prossime produzioni di Sword Art Online.

Commento Finale

Sword Art Online Fatal Bullet fino a questo momento è il capitolo della serie che ha osato di più in assoluto, e in virtù anche di parte dei suoi risultati merita sicuramente di essere incentivato. L’assenza di un protagonista preso di peso dalla serie animata permette la fruizione e l’immedesimazione anche per chi non ha mai sentito parlare della serie, senza perdersi grandi collegamenti con essa. Il sistema di gioco innovativo e il supporto online hanno il loro perché, in un’economia di gioco che punta tutto sulla freneticità degli scontri – al prezzo di qualche compromesso.



PRO


CONTRO

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