Ad oltre quindici anni dalla originaria release per Nintendo Wii, Bandai Namco ripropone agli appassionati dei JRPG un nuovo viaggio nel mondo di Tales of Graces f. Si, perché il titolo ha tecnicamente già avuto un porting esteso in alta definizione nel 2013, anno dell’adattamento del titolo Bandai Namco per PlayStation 3. A suo tempo, l’arrivo di Graces venne salutato con ottimismo al pensiero della prospettiva di vedere in futuro altri capitoli della storica serie nel panorama occidentale delle home console. C’è una distensiva soddisfazione nel pensare che, qualche volta, gli auspici si sanno avverare. Negli anni abbiamo infatti assistito ad una fiorente diffusione dei successivi episodi di Tales of, da Xillia a Berseria, giungendo ad Arise.
Piuttosto ironico pensare che parte del merito dei traguardi odierni si devono ad un Tales of tendenzialmente sottovalutato e sottostimato. Fin dalla sua release, Graces è stato infatti considerato tra i capitoli più controversi della serie, tuttavia frequentemente rivalutato dai fan negli anni successivi. Perché si sa, lo scorrere del tempo è un alleato prezioso per i JRPG nonché il vero banco di prova per comprenderne il concreto lascito. La rimasterizzazione diventa così un’opportunità per riflettere sul titolo e capire quanto sia invecchiato con… grazia.
Tales of Graces f Remastered è disponibile dal 17 Gennaio per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series, Nintendo Switch e PC (via Steam).
Versione testata: PlayStation 5
Il potere dell’amicizia
La domanda tuttavia sorge spontanea: perché Tales of Graces venne accolto con tiepidezza a suo tempo? La risposta sintetica è legata alla sceneggiatura del titolo, accusata di essere fin troppo shonen (con tutti i relativi cliché) anche per gli standard della serie. Ma è una contestazione fondata? E soprattutto, vale ancora oggi a distanza di anni?
Ephinea. Tra le verdi e rigogliose terre di un pianeta lontano, due bambini incontrano per caso una strana ragazza. Così Asbel, erede di un lord locale, e Richard, principe del Regno di Windor, fanno la conoscenza di Sophie, giovane dal passato misterioso. L’iniziale decisione di aiutare quest’ultima si trasforma presto in un imprevedibile e rocambolesco attentanto alla vita di Richard. Fortunatamente sventato proprio grazie al legame instauratosi, i tre si promettono amicizia eterna e supporto reciproco nel futuro. Anni dopo, il mondo è drammaticamente cambiato. Quando le terre di Lhant diventano il teatro di una lotta per il potere tra le grandi nazioni mondiali, il rapporto tra i giovani verrà messo alla prova dal sorgere di una minaccia ancora più grande all’orizzonte.

Sebbene la sceneggiatura non possa ritenersi allo stesso livello di alcuni dei capitoli più apprezzati della saga, la possibilità di rivivere oggi la storia di Tales of Graces f ci ha permesso di rivalutarla sotto una luce diversa. A pesare enormemente, nell’apprezzamento generale, pesano tuttora le prime ore dell’avventura, decisamente troppo stucchevoli e melasse nel loro tratteggiare i giovani protagonisti, le loro relazioni ed il rapporto con il mondo. Tuttavia, l’evolversi della trama non si discosta poi così tanto dal canovaccio tipico della serie, senza grosse colpe se non quelle di una non eccelsa memorabilità. Siamo altresì riusciti ad apprezzare la prospettiva quadrimensionale dell’opera. I personaggi vengono presentati nel corso della loro crescita e maturazione, quasi come un romanzo di formazione, un esperimento tentato da poche produzioni.
Insomma: la storia ed i personaggi, oggi come allora, potrebbero non fare breccia nel cuore di tutti. Tuttavia non è una così grande colpa, soprattutto alla luce di quanto di buono proposto dallo sceneggiatore Daisuke Kiga (come alcuni colpi di scena legati ai villain). Aspetti positivi che coinvolgono anche la direzione artistica del titolo, il cui stile delicato contraddistinto da una palette cromatica brillante ma non granché satura, ha permesso a Tales of Graces f di resistere con orgoglio al progresso tecnologico.

Invecchiato si, ma con grazia
La forza più prorompente di Tales of Graces f Remastered è rappresentata, ad ogni buon conto, dal sistema di combattimento. Come un buon vino d’annata, quest’ultimo non solo ha resistito alla prova del tempo ma si contraddistingue ancora oggi.
Anzitutto, è una delle migliori declinazioni proposte dalla serie. Di base, il funzionamento è sempre lo stesso. Il giocatore può controllare in tempo reale un membro del party per volta, al fine di ingaggiare combattimenti in salsa action RPG. Lo Style Shift Linear Motion Battle System presuppone che ogni personaggio disponga di una data quantità di punti, necessari tanto per il posizionamento quanto per le soluzioni offensive e difensive. La scelta strategica di come muoversi ed attaccare si accompagna all’abilità nel concatenare azioni stilose come schivate e contrattacchi, che permettono la ricarica dei punti. Quello che può sembrare un concept limitato ha viceversa il merito di essere rimasto puro, vantando ancora oggi uno dei migliori equilibri complessivi della saga. Proprio grazie alla validità di talune intuizioni, il sistema di combattimento di Graces f è divenuto pietra angolare dello sviluppo della serie negli anni a venire, soprattutto per Arise.

Anche l’esplorazione esplorativa è rimasta la stessa del titolo originario, deliziosamente vecchio stile e ricca di spunti e contenuti. Per onor di cronaca, sono rimante alcune caratteristiche invecchiate meno bene di altre. Si tratta ad esempio della impossibilità di ruotare liberamente la telecamera, qualcosa che soprattutto il pubblico contemporaneo potrebbe guardare con sospetto ma che risulta un male necessario per non dover ripensare ampie aree di level design. D’altro canto, tra gli accorgimenti introdotti nella rimasterizzazione figurano l’introduzione di indicatori di direzione (per segnalare senza equivoci la prossima tappa del viaggio) e la possibilità di disattivare gli incontri con i nemici nelle ambientazioni e nei dungeon.
Si tratta, in questo come in altri casi, di introduzioni che migliorano anche l’accessibilità della produzione. Ad onor del vero non ci troviamo di fronte ad un titolo noto per la sua complessità, ma finché si tratta di opzioni aggiuntive che non alterano l’esperienza originaria ma, al contrario, la rendono maggiormente appetibile ad una più vasta platea, nulla quaestio.

Riscrivere in bella copia
Proprio il tema dei miglioramenti introdotti in Tales of Graces f Remastered ci permette di analizzare specificamente la bontà dell’operazione di adattamento del titolo.
Da un punto di vista prettamente grafico e tecnico, ci troviamo di fronte ad un lavoro senza troppi guizzi né meriti. Se la direzione artistica generale ha permesso al titolo di invecchiare con dolcezza senza mostrare le proprie primavere, la rimasterizzazione non fa granché per ravvivare la presentazione generale. Al di là di una risoluzione maggiore, una leggera rivistazione dei modelli poligonali ed una ricalibratura dell’equilibrio cromatico, il titolo non mostra grandissime differenze rispetto alla rerelease del 2013. Era necessario fare di più? Non così imprescindibilmente. Si poteva tuttavia fare di più? Sicuramente.

Fortunatamente, quello che è mancato sul versante tecnico è stato adeguatamente compensato sul versante della quality of life e dei contenuti.
Si tratta delle già citate aggiunte in fase di esplorazione, che si sommano ad altre introduzioni. Ad esempio il salvataggio automatico, che permette di evitare di dover ripartire dopo un game over da checkpoint troppo distanti. Segnaliamo altresì la possibilità di saltare talune cutscene e dialoghi (o di accellerarli), utili opzioni per chi volesse fare delle walkthrough veloci. Molto gratificante è poi la disponibilità fin dall’inizio del Negozio gradi, che permette di esplorare da subito talune possibilità di sviluppo per i personaggi. Graditissima è poi l’inclusione di tutti i DLC, tra cui “Lignaggio e retaggio” (un vero e proprio episodio post credit). Mancano all’appello solo alcuni contenuti prettamente estetici legati ad accordi di licenza oramai scaduti… nulla che possa sottrarre al titolo il suo intento enciclopedico su Tales of Graces. Il tutto, ovviamente, con sottotitoli in italiano per la prima volta. Un selling point non da poco, a ben vedere.

Commento finale
Tales of Graces f Remastered rappresenta l’occasione migliore per riscoprire uno dei capitoli più sottovalutati della storica serie Bandai Namco. Al di là di un comparto tecnico solo marginalmente tirato a lucido, la completezza dei contenuti ed un ricco insieme di migliorie quality of life esaltano un sistema di combattimento invecchiato con eleganza ed armonia. Storia e personaggi continuano ad essere elementi controversi dell’opera oggi come quindici anni fa, evidenziando tuttavia come all’epoca forse il giudizio sia stato fin troppo austero al riguardo. Se volete recuperare un piccola perla del genere (e se volete apprezzarne soprattutto l’induscitibile importanza storica), questo è il momento giusto.





