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The Last of Us Parte 2: Naughty Dog chiude con il botto la generazione!
Siamo pienamente consapevoli che arriviamo con un elevato ritardo, purtroppo però il codice per testare The Last of Us Parte 2 è arrivato solo al D1. Speriamo che vogliate comunque ascoltare il nostro parere su uno dei titoli più attesi di questo decennio.
Senza perderci in altre chiacchiere, passiamo alla corposa sostanza perché sarà una lunga recensione. The Last of Us Parte 2 ci porta a rivivere le atmosfere cupe e post-apocalittiche che nel 2013 ci hanno fatto innamorare di Joel ed Ellie, due personaggi uniti dal caso e da una bugia.
Stati Uniti d’America, Anno Domini 2013
Prima di entrare nel merito è però necessario un piccolo preambolo. Siamo nel 2013 e l’America viene colpita da un fungo parassita di nome Cordyceps, che dopo aver causato danni irreversibili alle coltivazioni, comincia ad attaccare gli esseri umani trasformandoli in veri e propri mostri. Dopo aver perso la figlia, Joel e suo fratello Tommy fuggono alla ricerca di un posto sicuro dove vivere. Passano 20 anni e gli U.S.A. si sono trasformati drasticamente, non c’è più alcuna traccia di vita in giro, e la natura ha ripreso possesso di ciò che gli spetta.
Il nostro Joel però è un osso duro e comincia una nuova vita, quella del contrabbandiere. Un giorno, dopo un tentativo fallito di recuperare delle armi, Joel e la sua “collega” Tess conoscono Marlene, leader di un gruppo di dissidenti noti con il nome “Luci“. Quest’ultima ingaggia i due contrabbandieri per accompagnare una giovane ragazza (Ellie) fuori città. Durante il lungo”babysitteraggio“, Joel scopre che Ellie è immune al virus, in quanto è stata morsa da un infetto ma non ha subito alcuna mutazione. Questo significa solo una cosa: la ragazza è l’unica soluzione per debellare la pandemia e salvare l’umanità.
Il particolare duo comincia quindi una lunga e difficoltosa avventura fino a Salt Lake City, per raggiungere l’ospedale dove poter creare il vaccino. Suo malgrado, Joel scopre che per realizzarlo i medici non si limiteranno a fare qualche semplice prelievo, ma dovranno eliminare Ellie. A questo punto, il nostro controverso eroe sceglie di salvare la piccola e sterminare tutte le Luci presenti nell’Ospedale, raccontando successivamente alla giovane che i medici non hanno potuto creare un vaccino.
Conoscere la storia del primo capitolo è fondamentale per comprendere i comportamenti e le azioni dei personaggi in questo nuovo titolo.
Una storia di rabbia e vendetta
The Last of Us Parte 2 ci riporta brutalmente nel mondo che avevamo abbandonato sette anni fa con qualche lacrima e ci fa scoprire cosa è successo nel frattempo. Purtroppo, nessuno ha trovato una cura e l’umanità è ancora costretta a convivere con il temibile virus, che continua a far danni e creare nuovi abomini. Sin dai primi momenti di gioco dovremmo interfacciarci con la bugia che Joel ha raccontato ad Ellie. Non tutti infatti si sono scordati degli avvenimenti di Salt Lake City, e qualcuno è intenzionato a saldare il conto una volta per tutte.
Ellie è cresciuta, e sta cercando di ritrovare un nuovo equilibrio in questo mondo oscuro e ricco di pericoli. Crescendo, la ragazza ha allontanato da sé quell’immagine angelica che un po’ tutti ricordiamo, lasciando spazio ad una donna decisa, scaltra e consapevole di vivere in un mondo che la vuole morta. Fortunatamente, la vita sembra scorrere “tranquilla” tra le mura di Jackson, tanto da permettere ad Ellie di scoprire il sentimento più alto e nobile: l’amore.
Gli eventi successivi interrompono questo idillio ed obbligano la nostra protagonista ad intraprendere un viaggio all’insegna della vendetta. La partenza della ragazza è vista da molti come un vero e proprio addio: l’avventura che sta inseguendo potrebbe non vederla tornare più.
Il lavoro realizzato dai ragazzi di Naughty Dog è eccezionale dal punto di vista narrativo, mettendoci sin dai primi momenti di gioco nei panni di una “nuova” Ellie, un personaggio non facile da inquadrare tanto da inaugurare un rapporto inedito fra noi e la protagonista. A causa della sua natura imperfetta ed estremamente violenta, infatti, potrebbe farvi vacillare in più occasioni.
The Last of Us Parte 2 narra questa storia, senza mai fornire un giudizio morale, lasciando al giocatore il compito di realizzare se le azioni intraprese equilibreranno la “bilancia del destino“.
Come successo nel capitolo precedente, gli abilissimi ragazzi di Naughty Dog sono stati capaci di utilizzare magistralmente l’approccio cinematografico. Ciò si nota nelle modalità in cui Druckmann ha deciso di mostrarci questo titolo: ciascun momento dell’avventura di Ellie è trama, ed ognuno di essi è definito con un tempo diverso, quasi a darci modo di riflettere su ciò che stiamo facendo.
Umanità e virus
Molti hanno accusato il gioco di essere eccessivamente violento, ma non neghiamo che chi muove tali affermazioni dimostra in maniera evidente la propria ignoranza. Escludendo per un attimo che videogioco e realtà sono due cose diverse, The Last of Us Parte 2 ci racconta una storia che illustra tutta la palette dei sentimenti umani, dai più alti e condivisibili a quelli moralmente discutibili.
Difatti, prima di dichiarare assurdità bisogna analizzare il contesto in cui Ellie si muove. Parliamo di un mondo al collasso, distrutto da un virus così bastardo da portare troppo spesso a scelte drastiche e sicuramente sgradite. In momenti così paradossali non esistono decisioni giuste o sbagliate, esiste solo la guerra per la sopravvivenza e sperare che il tutto porti ad un domani migliore.
La drammatica esperienza offerta dal titolo è una costante durante le sessioni di gioco. Dopo ogni azione che compirete, infatti, resterete soli assieme al sangue che le vostre scelte verseranno, e fidatevi se vi diciamo che dopo aver vissuto determinate situazioni in gola vi si formerà un groppo tale da dover spegnere il gioco e somatizzare gli avvenimenti.
The Last of Us Parte 2 vi presenterà in maniera costante il conto che l’umanità ha pagato al Cordyceps, nascondendo tra gameplay e storia una narrazione aggiuntiva, raccontata dai miseri resti umani ed infetti e dai relativi documenti, presenti in ogni anfratto del gioco. Le storie che troverete raccontate in questi piccoli pezzi di carta sono l’ultimo esempio di umanità, suddivisa tra chi ha provato a non arrendersi e chi ha scelto la via più “facile” lasciando per sempre un mondo a cui non apparteneva più.
Non siamo soli in questo mondo…
Le minacce non arrivano solo dagli infetti, poiché altre fazioni tentano di sopravvivere in questo mondo post-apocalittico. Partiamo dai Lupi (WLF), un gruppo militarizzato che non diverge particolarmente dalle Luci: tra le loro file possiamo trovare alcuni transfughi del gruppo di dissidenti che abbiamo conosciuto ben 7 anni fa. Il loro leader è un certo Isaac, un uomo disposto a qualsiasi atto per riconquistare la pace.
Passiamo poi ai Serafiti, noti anche con il nome poco edificante di Iene. Si tratta di un gruppo di religiosi che affida la propria esistenza e le relative azioni ad una non specificata Profetessa. Questi ultimi sono veramente particolari, in quanto hanno preferito organizzare le loro vite ricorrendo agli strumenti dell’antichità (rifiutando qualunque oggetto di natura tecnologica) e insediandosi in curiosi villaggi primitivi. Una delle peculiarità principali di queste “tribù” è che comunicano tra loro fischiando, e vi converrà riconoscere presto quei suoni se non volete essere i prossimi a subire una morte violenta e dolorosa.
Proseguendo nell’esperienza di gioco, scoprirete che anche dietro questi gruppi, all’apparenza inconcepibili, si nascondono degli esseri umani, ciascuno con il proprio passato e la loro esperienza. Sarà a quel punto che comprenderete come le vostre azioni, per nobili che possano essere, lasceranno una macchia indelebile di sangue sulle vostre mani e sulla vostra anima.
Non solo Ellie è cresciuta
Oltre la narrativa c’è il gioco, e qui The Last of Us Parte 2 ci dimostra che il team di sviluppo non ha dimenticato come si realizzano bei giochi. Con il titolo in questione i ragazzi di Naughty Dog ci consegnano un gameplay pressoché definitivo, partendo dalle eccellenti animazioni in grado di offrire un’esperienza avvincente e reattiva.
Spesso di fronte alla qualità visiva di quanto mostrato ci siamo domandati se tutto quello che avevamo fatto dipendesse direttamente da noi o si fosse trattato di una semplice cutscene. I dettagli sono l’elemento principe del gioco ed ogni elemento ha una serie di animazioni ben distinte, come le armi ad esempio. Durante il vostro peregrinare, troverete alcuni punti dove migliorare il vostro equipaggiamento, ed in questi piccoli frangenti noterete come il più piccolo e minuscolo dettaglio è stato studiato appositamente per rappresentare la realtà e stupirvi.
Inoltre, grazie alla tecnologia nota come motion matching, il team è riuscito a realizzare animazioni in grado di garantire una eccellente fluidità di movimento. Tutto ciò vi permetterà di godervi un gameplay privo di scatti ed il più coinvolgente possibile: potrete nascondervi sotto i camion e sguainare le armi, correre come pazzi per nascondervi dietro il bancone di un bar e molto altro, senza incorrere in bizzarri blocchi o movimenti problematici.
Dobbiamo però fare un piccolo appunto che secondo il sottoscritto allontana il titolo dal perfect score: dopo una discreta mole di ore, il gioco vi proporrà più o meno le stesse attività, scadendo in alcuni frangenti nel ripetitivo.
L’erba alta non può salvarti stavolta
Ogni dinamica in The Last of Us Parte 2 è realistica ed immersiva, persino lo stealth. Questo particolare modo di giocare, necessario se non volete ritrovarvi all’altro mondo, non ricorre ai mezzucci che abbiamo visto in molti altri titoli. L’intelligenza artificiale, tra l’altro, incornicia perfettamente questa esperienza in quanto, al netto di alcune sbavature, riesce ad offrire un elevato tasso di realismo.
L’approccio stealth richiede ingegno specialmente contro gli altri esseri umani, i quali non resteranno immobili nell’attesa di morire per mano vostra. Basti pensare che non sarete mai al sicuro, nemmeno nell’erba alta. I vari nemici infatti, pienamente consapevoli che nell’area si nasconde qualcosa di ostile, adotteranno diverse tattiche, alcune tipiche della guerriglia urbana.
Tra i vari sistemi di attacco silenzioso abbiamo riportato, come già detto da altri colleghi, che non è presente un attacco dall’alto. Siamo convinti però che non si tratti di una mancanza tecnica ma più di una questione collegata al realismo. Pochi soggetti, che non siano Ezio Auditore, avrebbero l’ardire di affrontare in questo modo i nemici.
The Last of Us Parte 2 è mio e lo gestisco io…
Parafrasando un celebre motto delle femministe degli anni ’70, vogliamo ricordare che il gioco offre una grande varietà di personalizzazioni, dalla difficoltà ai danni che potremo infliggere ai nemici, senza dimenticare l’ammontare di risorse che troveremo durante la nostra avventura.
Nonostante questa scelta sia un aspetto particolarmente gradito ai videogiocatori, vogliamo dedicarci alle impostazioni per l’accessibilità, analizzate profondamente dai ragazzi di Naughty Dog.
Il gioco infatti ospita al suo interno oltre 60 impostazioni dedicate, dall’attivazione del contrasto elevato agli avvisi di schivata, senza dimenticare la mira assistita e la raccolta automatica. Un grande gesto da parte del team di sviluppo, il quale ha deciso di fornire la bellissima esperienza emozionale di The Last of Us Parte 2 anche a chi problemi di natura visiva, uditiva e motoria.
Comparto grafico e sonoro
La grafica è di fatto un elemento importante per i videogiochi, ma ritenevamo più giusto parlare prima di tutta la parte emozionale, in quanto sarà la parte che alla fine vi toccherà il cuore.
Concentrandoci ora su freddi tecnicismi, possiamo tranquillamente dire che il motore grafico utilizzato da Naughty Dog continua a stupire, anche dopo l’eccellente Uncharted 4. Sicuramente non possiamo asserire che si tratti di un titolo completamente next-gen dato che è possibile trovare alcuni problemi di pulizia e texture, ma parliamo veramente di elementi che non pregiudicano la qualità finale del titolo.
D’altro canto, non possiamo nemmeno definire The Last of Us Parte 2 un titolo vecchio: grazie al lavoro degli sviluppatori abbiamo avuto la possibilità di vedere quali meraviglie il futuro può riservarci in materia di fotorealismo, emulando quello che il ray-tracing dovrebbe portarci nella prossima generazione di console.
La colonna sonora brilla di luce propria, e per ciò bisogna rendere grazie al Maestro Gustavo Santaolalla, che da oggi si guadagna a tutti gli effetti un posto nell’Olimpo dei compositori di musica per videogiochi. A parte la maestria del chitarrista, il comparto audio accompagna accuratamente il gioco in ogni singolo momento, dagli scontri più frenetici all’apparente pace della natura, senza dimenticare gli iconici fischi dei Serafiti a caccia.
Ultimo, ma non per questo meno importante, parliamo della gestione della chitarra, uno strumento che rappresenta il gioco in maniera unica e che sarà vostro fedele compagno nei momenti più toccanti del gioco. Infatti, grazie alla realizzazione egregia del sound e della diteggiatura tipica dello strumento, potreste passare ore ed ore a suonare i vostri brani preferiti. Tra le altre cose, abbiamo trovato geniale la gestione della strimpellata, delegata al touchpad, croce e delizia di un joypad interessante come il DualShock 4.
L’unico difetto di questa feature è l’impossibilità di gestire in maniera decente gli accordi, quindi speriamo che il team di sviluppo voglia aggiustare questo piccolo neo con un aggiornamento.
Review bombing ed insulti, l’idiozia degli utenti
Purtroppo, come ogni grande titolo, anche The Last of Us Parte 2 è stato vittima dello sciacallaggio degli utenti, che dopo aver effettuato una ingloriosa campagna di shitstorming sul gioco si sono divertiti a rilasciare “recensioni” totalmente insensate su Metacritic.
D’altro canto, in molti potrebbero pensare che la valanga di punteggi perfetti siano merito di Sony, che per celebrare degnamente il gioco avrebbe allungato qualche bustarella. Nonostante il sottoscritto sia un discreto amante delle teorie del complotto, non c’è nulla di più lontano dalla realtà. L’odio delle recensioni, infatti, arriva dagli utenti che non apprezzano la scelta della sessualità di Ellie, da chi richiedeva una riscrittura last minute della trama a causa dei leak in rete e da chi non ha la giornata abbastanza occupata e quindi celebra il suo tempo libero così.
L’umana idiozia però non termina qui: pensate che alcuni interpreti hanno subito minacce di morte dagli utenti. Il caso più eclatante è quello di Laura Bailey, l’attrice che ha dato il volto ad Abby ed abilmente doppiata da Francesca Bielli. Si tratta di un personaggio davvero importante per gli eventi narrati nel gioco e sin dal principio la sua figura potrebbe scatenare un pesante odio, ma la sua storia, come quella degli altri personaggi, è importante per capire le sue azioni.
A quanto pare, la recente pandemia che ci ha colpito e che ancora oggi manifesta parzialmente i suoi effetti non ci ha visto diventare migliori.
C’è molto altro da dire…
Avrete sicuramente notato che la recensione in alcuni punti rimane piuttosto vaga, ma come potete immaginare non abbiamo intenzione di spoilerare nulla di The Last of Us Parte 2. Vi basti sapere che ci sono molte cose di cui vorremmo parlare con voi e stiamo appunto pensando di realizzare una diretta sul nostro Canale Twitch, dove parleremo del titolo nella sua interezza. Ciò che vi possiamo dire è semplicemente una cosa: giocatelo, non ve ne pentirete.