Recensione The Midnight Walk, una fiaba malinconica, surreale e profonda

The Midnight Walk è uno di quei giochi che non si limitano a voler intrattenere, ma aspirano a lasciare un segno indelebile. Creato dallo studio indie MoonHood (fondato un paio di anni fa dai creativi di Lost in Random e Fe), è un’esperienza completamente realizzata in stop-motion con sculture in argilla, un approccio estetico che – insieme ad Harold Halibut di Slow Bros (studio con sede a Colonia guidato dallo sviluppatore indipendente Onat Hekimoğlu) – lo distingue immediatamente da qualsiasi altro titolo sul mercato. Ma non è solo l’aspetto visivo a colpire: questa è una fiaba malinconica, surreale e profonda, dove ogni passo fatto nel buio è anche un passo verso la luce interiore.

The Midnight Walk è attualmente disponibile per PlayStation 5 e PC (tramite Steam)


Versione testata: PlayStation 5


Una passeggiata notturna

Il protagonista, noto come The Burnt One, si risveglia in un mondo notturno di fango, fumo e cera. Accompagnato da Potboy, una lanterna vivente e abbandonata, intraprende una camminata notturna attraverso una strada tortuosa chiamata Midnight Walk, diretta verso la misteriosa Moon Mountain (una vista onnipresente da ogni angolo del mondo di gioco). Ogni tappa del cammino racconta una storia di perdita, rimorso, memoria o rinascita. Il gioco si articola in cinque atti, ciascuno caratterizzato da una nuova ambientazione, personaggi particolari e segmenti narrativi che oscillano tra l’onirico e il gotico. La narrazione è fortemente simbolica, con temi come il lutto, la redenzione e la memoria che emergono prepotentemente attraverso metafore visive e dialoghi poetici.

“Il dolore brucia, ma è dalla cera che nasce la luce.” – Frase pronunciata nel secondo atto.

Temi e tono narrativo

Il tono è a metà tra una favola dark e un poema visivo. I testi e i dialoghi sono spesso ermetici, ma sempre evocativi. Alcune scelte narrative potrebbero sembrare criptiche, ma è proprio nell’ambiguità che risiede il fascino del gioco. MoonHood esplora traumi, perdono, solitudine con una delicatezza rara nel medium videoludico, rendendo il viaggio del protagonista una metafora potente.

Gameplay semplice ma evocativo

Il gameplay è lento, contemplativo, centrato sull’esplorazione ambientale e sulla risoluzione di piccoli enigmi. In particolar modo, la furtività è il mezzo principale per progredire in The Midnight Walk. Non è possibile “combattere” nessuna delle creature, e avvicinarsi a loro di solito fa sì che il protagonista venga divorato. Tuttavia, a differenza di giochi che prediligono un approccio del genere (vedasi Alien: Isolation), troverete sempre sicurezza nascondendovi in un armadio o attendendo in qualche angolo; le creature (che a primo acchito riescono a farvi sentire quasi impotenti, e a farvi impennare ampiamente la frequenza cardiaca) non vi tireranno fuori dall’armadio e non vi sbraneranno se vi vedono entrarci come invece accade con lo xenomorfo. C’è un classico pulsante per accovacciarsi e il gioco vi avverte se i nemici vi hanno individuato attenuando la luce intorno allo schermo. Più lo schermo è scuro, più sarete nascosti e al sicuro.

Non è un gioco per chi cerca adrenalina, ma per chi ama la riflessione, l’atmosfera e la narrazione esperienziale

È interessante sottolineare che le sezioni stealth e gli enigmi/rompicapo non sono necessariamente i punti forti della produzione. È strano dirlo, perché costituiscono la maggior parte delle sezioni principali del gioco, ma in realtà abbiamo scoperto che rappresentano solo degli ostacoli da superare per far avanzare la narrazione. Ci sono pochissime meccaniche: accendere fuochi, nascondersi, correre. A queste, si aggiunge una particolare meccanica: la capacità del protagonista di “chiudere gli occhi” per percepire meglio l’ambiente attraverso l’udito, rivelando suoni lontani, sussurri o indizi (come chiavi) indispensabili per superare gli ostacoli. Potboy, l’assistente del giocatore, che illumina il percorso in un mondo di meraviglie (e orrori) accendendo candele (fra le dinamiche più comuni del gioco), aprendo passaggi o rivelando messaggi celati. La funzione di comando funziona abbastanza bene, ma a volte abbiamo riscontrato lievi problemi con il percorso di Potboy in quanto non ci eravamo resi conto che fosse bloccato dietro ad un muro o in un’altra stanza, impigliato in qualche elemento geometrico. I puzzle non sono mai particolarmente difficili, ma favoriscono la narrazione piuttosto che la sfida.

La progressione tende a svilupparsi attraverso una combinazione di apprendimento degli schemi di pattugliamento dei nemici, distrazione degli stessi o semplicemente superandoli di corsa e mettendosi in salvo. MoonHood non ha cercato di creare un rompicapo avvincente e adrenalinico, ma piuttosto di raccontare una storia significativa con tanto di dettagli inquietanti e chiacchierate con personaggi ricorrenti. Questi volti amichevoli, insieme a un narratore affascinante, contribuiscono a compensare il tono altrimenti cupo e isolante del gioco. In altre parole, la visione narrativa e l’estetica complementare sono ciò che rende significativo giocare a The Midnight Walk. Ogni capitolo è un’area a sé stante con obiettivi specifici e si è liberi di girovagare (quando non si è inseguiti da un Grinner), controllando gli oggetti collezionabili situati nei vicoli e in altri angoli dell’ambiente. Come ad esempio le varie tracce musicali in vinile, gli oggetti dei capitoli, le bobine delle pagine della storia e gli shellphone (in pratica, dei registri audio). Alcuni di questi oggetti raccontano storie a sé stanti, ma molti forniscono un contesto più ampio sui luoghi e sulle creature.

Un horror in claymation in movimento

Qui il gioco brilla. Ogni elemento visivo è stato realmente modellato in argilla, animato in stop-motion, e poi digitalizzato. Il risultato è un mondo palpabile, pieno di texture intriganti: le crepe nel fango, le impronte sui muri, le gocce di cera che colano, nemici deliziosamente terrificanti che si muovono in modo irregolare, personaggi bizzarri e caratteristici … ogni fotogramma è un’opera artigianale con gli ambienti e le strane creature che presentano un certo tocco burtoniano ed in particolare ricordando The Nightmare Before Christmas. Il lavoro è supportato da una fotografia studiata, con luci soffuse, ombre profonde e un uso sapiente del colore, che rende ogni scena memorabile con i piccoli dettagli sullo sfondo che rendono tutto ancora più misterioso e imprevedibile.

Colonna sonora

La colonna sonora è firmata da compositori indipendenti, e fonde strumenti acustici minimali (pianoforte, archi, carillon) con effetti sonori ambientali. Ogni traccia si adatta perfettamente al tono dell’atto in corso: più inquietante nei momenti cupi, più dolce nei rari momenti di sollievo trasmettendo molto bene l’atmosfera onirica e l’oscura ambiguità del gioco. Il design sonoro è cruciale, soprattutto grazie alla meccanica dell’ascolto. I rumori lontani, le voci ovattate, le candele che si accendono, tutto contribuisce all’atmosfera immersiva.

Commento finale

The Midnight Walk non è un videogioco tradizionale: è un viaggio sensoriale (della durata di circa 4 ore), un racconto illustrato animato con pazienza, amore e una visione artistica rara. È un titolo che punta al cuore e alla mente narrando una storia di redenzione, di come una scintilla ardente possa riaccendere vecchie passioni o guarire un cuore spezzato. Consigliato vivamente agli amanti delle esperienze narrative, ai fan di giochi come INSIDE, Little Misfortune o What Remains of Edith Finch, e a chi apprezza l’arte fatta a mano in stop-motion e claymation (una vera delizia per gli occhi).

9.5

The Midnight Walk


The Midnight Walk non è un videogioco tradizionale: è un viaggio sensoriale (della durata di circa 4 ore), un racconto illustrato animato con pazienza, amore e una visione artistica rara. È un titolo che punta al cuore e alla mente narrando una storia di redenzione, di come una scintilla ardente possa riaccendere vecchie passioni o guarire un cuore spezzato. Consigliato vivamente agli amanti delle esperienze narrative, ai fan di giochi come INSIDE, Little Misfortune o What Remains of Edith Finch, e a chi apprezza l’arte fatta a mano in stop-motion e claymation (una vera delizia per gli occhi).

PRO

Direzione artistica straordinaria: l’uso della stop-motion è un colpo d’occhio unico nel panorama videoludico | narrazione profonda e simbolica che tocca le corde emotive del giocatore | atmosfera sonora immersiva | design dei personaggi affascinante | ritmo compassato perfetto per chi cerca un’esperienza intima e riflessiva | sequenze stealth terrificanti che utilizzano la meccanica della fiamma in modi intelligenti

CONTRO

Durata contenuta che potrebbero lasciare qualcuno con la sensazione di "volerne ancora" | puzzle poco vari con meccaniche che non si evolvono molto nel corso del gioco | al momento non è disponibile una localizzazione italiana e il linguaggio poetico può risultare difficile per chi non è fluente in inglese

4News.it è una fonte di OpenCritic.com, il più grande aggregatore internazionale di review dedicato al mondo dei videogames.

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