Recensione Uncharted: The Nathan Drake Collection

L’eccezione alla regola.

Le remaster sono il male dei nostri tempi, tempi videoludici si intende. Il fenomeno è forse il sintomo di un settore che non sa più innovarsi proponendo nuove idee e nuove sperimentazioni e prova a riciclare ciò che di buono i fruttiferi anni di PS3 e Xbox 360 hanno portato al settore.  Spesso anzi, dietro i proclami del tipo: “Vogliamo offrire ai nuovi utenti ciò che di meglio abbiamo sulla piattaforma XXX”, si  nasconde il tentativo di continuare a spillarvi soldi dietro il miraggio “dell’edizione definitiva” che, a parte una risoluzione aumentata e un frame rate migliorato, hanno ben poche novità da offrire.

Naturalmente esistono delle eccezioni e sicuramente quella di cui vi parliamo oggi è una di queste. Uncharted: The Nathan Drake Collection è infatti una splendida remaster ed una raccolta/tributo ad una delle IP più rappresentative della scorsa generazione di console. Una raccolta che non può mancare nella collezione di chi si avvicina per la prima volta al mondo Playstation, ma anche di chi ha amato la trilogia originale, tante sono le novità introdotte. Se il fidarvi sulla parola non fa per voi, allora continuate pure a leggere e scoprite perchè questa è probabilmente una delle migliori remaster degli ultimi 10 anni.

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Chi è Nathan Drake? 

Se non conoscete Nathan Drake e non avete mai sentito parlare di Uncharted probabilmente avete vissuto gli ultimi dieci anni su Marte. Rimandandovi alle nostre recensioni dei capitoli originali per un’ analisi approfondita della trama, qui ci limiteremo a ricordarvi che Nathan Drake è un avventuriero, un predatore di tombe, un abile scalatore, un esperto di mitologia, un amico, un orfano. Durante le tre avventure riproposte dalla collection, impareremo a conoscere le diverse sfaccettature della personalità del suo protagonista e ripercorreremo il progressivo processo di maturazione che si compirà definitivamente in “Uncharted 4 : La fine di un ladro”, capitolo conclusivo della saga. Sony, consapevole che soltanto giocando uno dopo l’altro i 3 capitoli è possibile apprezzare a pieno l’importante lavoro che Naugthy Dog ha compiuto con il personaggio di Nathan, ha voluto perciò offrire ai suoi giocatori la possibilità di ripercorre questo magnifico viaggio, che ve lo anticipiamo vi consigliamo caldamente di intraprendere al più presto.  

Cosa c’è di nuovo e cosa manca.

Le novità introdotte in questa collection sono tante: innanzitutto, la più evidente, il comparto grafico interamente rinnovato. Tutti e tre i capitoli girano infatti a 1080p e sessanta frame stabili per secondo e la differenza nel colpo d’occchio è evidente, soprattutto se si confronta il primo capitolo originale con la nuova versione. La risoluzione di Uncharted Drake’s Fortune era infatti di 720p e il raddoppio del numero di pixel operato con questa remaster ha reso meno evidente lo stacco con gli altri due capitoli, la cui risoluzione originale era di 1080i. Bluepoint games tuttavia non si è limitata a questo, tant’è che più che di remaster sarebbe forse più corretto parlare di remake tanto è il numero e la qualità dei miglioramenti apportati.
I modelli poligonali dei personaggi, ad esempio, sono stati completamenti rivisti ed ora appaiono molto più definiti e naturali soprattutto nelle cutscenes prerenderizzate  (emblematiche quelle iniziali a bordo del motoscafo). In generale il livello del dettaglio e la draw distance appare ora in linea con quella di produzioni più recenti e, sebbene le innovazioni siano più evidenti, come è naturale che sia, confrontando il primo capitolo originale con quello rimasterizzato, anche Il Covo dei Ladri e L’inganno di Drake appaiono bellissimi sotto la nuova veste che il team di sviluppo le ha donato.  Anche le texture hanno ricevuto un aggiornamento, soprattutto quelle di fogliame e piante, ora in comune con tutte e tre i capitoli, mentre il fastidioso effetto tearing che affliggeva Drake’s Fortune è stato eliminato con un filtro v-sync sempre attivo che però non incide mai in maniera rilevante sul frame rate (che non scende mai sotto i 55fps) 
Il motion blur, quel particolare filtro che simula l’ effetto scia per oggetti in movimento e di cui per la verità, non siamo particolarmente fan, è ancora presente, ma la sua gestione è così controllata che difficilmente riuscirà ad infastidirvi. 

Come dicevamo non solo Drake’s Fortune ha tratto vantaggio dalla cura Bluepoint games, ma mentre con il primo capitolo il lavoro di rifinitura è stato molto più pesante con Uncharted 2 e Uncharted 3, che godevano già di un comparto grafico spettacolare, il lavoro del team di sviluppo si è concentrato nell’implementazione di un nuovo sistema di ombreggiature di un nuovo sistema antialiasing che permette ai due titoli in questione di non sfigurare affatto anche con titoli più recenti usciti sulla console ammiraglia di Sony in quest’ultimo anno. Migliora inoltre sensibilmente la quantità dei dettagli e degli elementi a schermo. 

Anche il comparto audio ha ricevuto una bella lucidata con l’introduzione di brani inediti, il ricampionamento di alcuni effetti sonori e soprattutto una rimasterizzazione delle tracce audio principali, ora in un magnificente 7.1. PCM lineare

Importanti e molto apprezzati, infine, i miglioramenti al gameplay. Ancora una volta è Drake’s Deception a beneficiarne maggiormente. Il titolo soffriva di una certa legnosità dei movimenti di Nathan che in questa versione sono stati parzialmente risolti. Permane ancora una certa lentezza delle animazioni del protagonista e qualche animazione non proprio perfetta, ma il gap con gli altri due titoli si è decisamente assottigliato rendendo l’esperienza di gioco del tutto uniforme. Praticamente perfetta adesso, invece, l’esperienza con gli altri due capitoli, che hanno risolto qualche piccolo problemino di precisione durante le scalate e, grazie all’ampliamento dei caricatori alla migliore migliore gestione del lancio granata e ad una rimappatura dei controlli, (ora puntamento e fuoco sono sui grilletti posteriori), sono diventati due action shooter praticamente perfetti.  Ovviamente sono scomparse le sezioni in cui era necessario usare il motion sensing del sixaxis (non presente sul DS4) ed è stato eliminato il comparto multiplayer dal secondo e terzo capitolo, vista la difficoltà di integrarne in poco tempo il funzionamento con quello ancora attivo sulle console PS3.

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Le aggiunte alla remaster

Uncharted: Nathan Drake Collection non soltanto ha migliorato quanto già di buono presente nelle produzioni originali targate Naughty Dog, ma anche introdotto alcune novità che sicuramente verranno apprezzate dagli amanti delle sfide più impegnative e dai completisti. Oltre ad un livello “Distruttivo”, già sbloccato sin dal principio dell’avventura,  portando a termine l’avventura al livello di difficoltà più alto sarà possibile sbloccare il livello “Brutale” nel quale un solo colpo determinerà il Game Over.  Sono stati inoltre introdotti nuovi trofei in ciascuno dei tre capitoli (qui la nostra guida ai trofei di Uncharted The Nathan Drake Collection) e tra questi quelli collegati alla modalità Speed Run che vi chiederà di completare ciascun titolo, oppure i singoli capitoli, in un certo tempo.
Fa la sua comparsa inoltre anche il Photo Mode, già visto  su The Last Us. Con il photo mode avrete la possibilità di personalizzare posizione della telecamera, distanza, messa a fuoco, luminosità aggiungere effetti e infine scattare uno screenshot perfetto grazie ai magnifici scenari di gioco. Giusto una nota infine sui DLC presenti. Alla collection sono stati aggiunti ovviamente tutti i DLC rilasciati nel corso del tempo per i tre capitoli originali della saga e, tra questi, quelli che permettono di utilizzare una versione di Nathan non proprio in forma; tuttavia con la collection ne sono stati introdotti anche di nuvoi ma riservati agli utenti della special edition e del preorder, una scelta questa che si sarebbe potuto francamente evitare. 

Commento finale

Con questo Uncharted The Nathan Drake Collection Bluepoint games ha dimostrato cosa vuol dire realmente fare una remaster. I tre capitoli di Uncharted sono ora migliori in tutto: gameplay, comparto grafico, audio, longevità e pertanto non possiamo che consigliarlo a tutti i videogiocatori, sia che abbiate già vissuto l’epopea di Nathan sulla scorsa generazione di console, sia che vi siate avvicinati per la prima volta al mondo PlayStation con la sua quarta incarnazione. Ci sia infine permessa una critica a Sony. Uncharted è sicuramente l’IP di punta del marchio PlayStation da una decina d’anni a questa parte e, visto anche il prossimo avvicinarsi di quello che dovrebbe essere il capitolo conclusivo dell’opera di Nauthy Dog, ci saremmo aspettati quanto meno una edizione celebrativa di questa collection al livello della qualità intrinseca della produzione, se non altro per rispetto nei confronti di una ip che ha venduto sin dal suo lancio oltre 18 milioni di copie (dati vgchartz) e ha contribuito a decretare il successo di PlayStation 3. La compagnia nipponica ha, invece, scelto  di tenere un profilo basso, pubblicando una semplice special edition che, oltre alla steelbook, contiene solo un piccolo artbook di qualità peraltro non eccelsa.  Questo non può che dispiacerci, visto anche il proliferare di Collector’s e limited edition per giochi di dubbia qualità. Da parte nostra, comunque, proveremo a tributare il giusto omaggio a questa magnifica IP rigiocandola tutta d’un fiato e completandola in ogni sua parte, in attesa di quel fatidico 18 Marzo 2016 in cui potremo assistere alla “Fine di un Ladro”.

Pro Contro 
– Comparto grafico e audio migliorato sotto ogni aspetto
– Longevità implementata con la modalità Brutal
– Gameplay perfezionato
– Assente il comparto multiplayer
– Special Edition troppo povera per un titolo di questa caratura
  Voto Globale: 90 
 
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PRO


CONTRO

Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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