Recensione Until Dawn remake, è ancora il miglior horror di Supermassive Games?

Altro giro, altro remake … stavolta tocca ad Until Dawn il titolo interattivo di Supermassive Games originariamente pubblicato nel 2015 e che ad oggi viene annoverato fra i migliori giochi horror per PS4. Da allora l’azienda inglese con sede nella città di Guildford, ne ha fatta di strada. The Dark Pictures Anthology, serie composta da ben quattro capitoli: Man of Medan, Little Hope, House of Ashes e The Devil in Me, ha avuto un buon successo; così come The Quarry. Insomma, è chiaro che lo sviluppatore ci sa fare con le avventure interattive. In attesa di Little Nightmares III, ereditato dai ragazzi di Tarsier Studios, abbiamo la possibilità di rivivere l’opera prima di Supermassive Games. Senza porci particolari domande sul fatto che un gioco abbia o meno bisogno di una remastered o di un remake (a proposito, state giocando a quello di Silent Hill 2?), vi diciamo se vale o meno la pena l’acquisto di questa nuova versione.

Until Dawn è ora disponibile per PC e PS5.


Versione testata: PlayStation 5


Più che un remake sembra una director’s cut

Questo remake di Until Dawn, curato da Ballistic Moon, in realtà non cambia granché le carte in tavola rispetto al materiale originale del 2015. Ciò sta a significare che l’esplorazione in terza persona, gli eventi in QTE, la narrazione non lineare e la risoluzione degli enigmi sono praticamente gli stessi. A nostro giudizio, per capire appieno del perché sia stata pubblicata questa “nuova” versione, bisognerebbe approcciarsi ad Until Dawn come una sorta di director’s cut, piuttosto che ad una vera e propria rivisitazione. Proprio per questo motivo, la recensione originale del nostro Simone Rinaldi, è ancora validissima ed efficace in termini di analisi del plot narrativo, della caratterizzazione dei personaggi, dei sistemi di scelta del gioco e dell’atmosfera. Si tratta di elementi che caratterizzano anche Until Dawn del 2024.

Un gruppo di giovani ragazzi, uno chalet in montagna … cosa può mai andare storto?

L’obiettivo della produzione è stato ed è quello di proporre un prodotto dalle chiare tematiche teen slasher che tanto caratterizzavano le produzioni cinematografiche degli anni ’90/2000. Un gruppo di otto giovani ragazzi (Ashley, Sam, Chris, Josh, Mike, Jessica, Matt ed Emily) si ritrova nel gelido e innevato chalet di Blackwood Mountain. Un luogo apparentemente tranquillo, si trasforma nel peggiore degli incubi. Un pericolo serial killer è in agguato e i ragazzi – ben presto – cadranno vittima di un terrore senza nome al quale dovranno cercare di sopravvivere. Insomma, di base la storia ripropone tutti i cliché dei classici film horror triti e ritriti.

The Butterfly Effect

Utilizzando il più classico degli incipit come linea guida per la progressione non lineare della storia, in cui tutte le decisioni prese contano (con una interattività a dir poco memorabile e unica) non solo perché aprono nuovi percorsi narrativi (con un livello di scrittura di altissimo livello), scenari e aree, ma soprattutto determineranno quali dei personaggi sopravvivrà o morirà (in modi davvero orripilanti). Ai giocatori – quindi – viene dato il controllo diretto del cast dei personaggi e saranno costretti a fare scelte complesse e difficili atte ad avere quella piccolissima possibilità di farli uscire tutti vivi dall’incubo. È affascinante come una scelta apparentemente piccola e insignificante possa avere conseguenze molto più grandi e di vasta portata e su come cambi e si svolga la narrazione in base alle preferenze fatte durante il gioco. In gergo viene definitivo effetto farfalla, ed è il tema portante di Until Dawn. Naturalmente, aiuta il fatto che la storia di Until Dawn – come anticipato – sia incredibilmente ben scritta (e funzioni benissimo ancora oggi) e magistralmente interpretata da celebrità come Hayden Panettiere (Heroes, Nashville) e Rami Malek ((Bohemian Rhapsody, No Time To Die). Un vero e proprio omaggio ai classici film slasher (ritornati in auge negli ultimi anni) con colpi di scena scioccanti e roboanti che lasceranno i giocatori a bocca aperta.

Cosa cambia nella versione PlayStation 5?

Quando raccontato finora è sostanzialmente una copia carbone del predecessore. Ma allora, cosa cambia? L’opening è stato esteso per contestualizzare meglio gli inizi della storia così come è stato aggiunto un finale completamente inedito e a dir poco emozionante che potrebbe avere importanti implicazioni per il futuro del franchise. L’altro grande cambiamento di questa versione, a parte la grafica (della quale vi parleremo a breve), riguarda la telecamera, sebbene persistano alcune riprese fisse del titolo originale, questa, ora è collocata sopra le spalle (in simil Resident Evil 4) e risulta essere più vicina ai vari personaggi. Si tratta di una modifica gradita ma purtroppo non supportata dai controlli, troppo lenti e legnosi. In termini di collezionabili, anche qui c’è stata una lieve rivisitazione; sono stati aggiunti nuovi totem da collezionare mentre si esplora Blackwood Mountain, i quali, naturalmente aiutano a dare corpo alla narrazione. Non solo, presentano anche un elemento puzzle in quanto i giocatori sono chiamati a ruotarli per individuare il punto perfetto per innescare le loro premonizioni. Detto questo, si tratta sicuramente di una buona aggiunta, anche piuttosto utile per alcune delle difficili decisioni che i giocatori devono necessariamente prendere durante la campagna.

Il vero punto di forza di questa edizione? La grafica!

Graficamente – sebbene l’originale offra ancora un bel colpo d’occhio, sono comunque passati 9 anni – c’è un bel passo in avanti. Grazie all’Unreal Engine 5, i modelli dei personaggi e l’illuminazione sono incredibili e dettagliatissimi, anche se il motion capture (al netto di espressioni facciali molto realistiche) dell’epoca non è più attualissimo. Inoltre, Ballistic Moon ha apportato alcune piccole modifiche di art design: la tonalità blu dell’originale è stata rimossa in favore di una gradazione del colore più naturale, mentre l’illuminazione delle scene iniziali è stata modificata per trasmettere un senso di progressione più graduale verso la notte.

Ma non è tutto oro quel che luccica; l’originale raggiungeva – seppur con qualche calo sporadico – i 60 fps (grazie alla retrocompatibilità con PS5), mentre il remake fa un netto passo indietro, girando a soli 30 fps (neanche troppo stabili). Ed è incredibile, considerando che non ci troviamo dinanzi ad un gioco con centinaia di elementi a schermo; si tratta di un’avventura in salsa cinematografica con scelte ed eventi QTE. Considerando anche il prezzo, parliamo di 69,99 € a fronte di meno di 20 € della versione PS4, veramente non sappiamo cosa dire a riguardo.

Almeno il DualSense di PlayStation 5 è supportato. Il feedback aptico è stato ben implementato e aggiunge ulteriore tensione ai momenti più tesi e drammatici, mentre i grilletti adattivi possono essere utilizzati per dimostrare indecisione nei momenti difficili; premere L2 o R2 per fare una scelta richiederà un certo sforzo fisico e altrettanto impegno. Tutte queste funzionalità possono essere attivate e disattivate nelle impostazioni a proprio piacimento, insieme a una serie di altre opzioni di accessibilità che rendono, ad esempio, i QTE più facili da completare.

Da segnalare che la colonna sonora ha perso un pezzo fondamentale. Infatti, manca “O Death” dell’intro, canzone folk american  rivisitata dell’originale di Dock Boggs. Sebbene sia stata “rimpiazzata” da una nuova canzone: “Out of the Shadows” di Mae Stephens, si sente e come se si sente, l’assenza di “O Death“. Infine, il titolo è interamente doppiato in italiano (fra le voci più note troviamo: Alice Bongiorni/Ashley Brown, Gianluca Iacono/Jack Fiddler, Alessandro Capra/Christopher Hartley, Federico Viola/Matthew Taylor e Beatrice Caggiula/Emily Davis).

Commento finale

Anche se è passato quasi un decennio da quando Until Dawn è arrivato per la prima volta su console PlayStation 4, il suo plot narrativo slasher adolescenziale, le interpretazioni superbe dei doppiatori e la narrazione non lineare così come l’ambientazione, sono incredibilmente attuali e accattivanti, dimostrando senza alcuna ombra di dubbio – sebbene i quattro capitoli della The Dark Pictures Anthology e The Quarry siano comunque stati giochi di buon livello, che il punto più alto per Supermassive Games è e resterà, almeno fino all’uscita di Little Nightmares III (in cui confidiamo tantissimo), proprio Until Dawn. Un classico con una grafica notevolmente migliorata e piccole modifiche al gameplay che offre un’esperienza ancora più rifinita. Il problema è che questa edizione costa ben 69,99 € e misteriosamente non raggiunge i 60 fps ottenibili a mezzo della retrocompatibilità della versione PS4 su PS5. Insomma, sebbene si tratti di uno dei titoli horror più belli mai pubblicati in forma videoludica, fatichiamo a consigliarvelo. La qualità c’è ma il prezzo – a nostro giudizio – è davvero troppo alto per quello che offre.

7.0

Until Dawn (2024)


Anche se è passato quasi un decennio da quando Until Dawn è arrivato per la prima volta su console PlayStation 4, il suo plot narrativo slasher adolescenziale, le interpretazioni superbe dei doppiatori e la narrazione non lineare così come l'ambientazione, sono incredibilmente attuali e accattivanti, dimostrando senza alcuna ombra di dubbio - sebbene i quattro capitoli della The Dark Pictures Anthology e The Quarry siano comunque stati giochi di buon livello, che il punto più alto per Supermassive Games è e resterà, almeno fino all'uscita di Little Nightmares III (in cui confidiamo tantissimo), proprio Until Dawn. Un classico con una grafica notevolmente migliorata e piccole modifiche al gameplay che offre un'esperienza ancora più rifinita. Il problema è che questa edizione costa ben 69,99 € e misteriosamente non raggiunge i 60 fps ottenibili a mezzo della retrocompatibilità della versione PS4 su PS5. Insomma, sebbene si tratti di uno dei titoli horror più belli mai pubblicati in forma videoludica, fatichiamo a consigliarvelo. La qualità c'è ma il prezzo - a nostro giudizio - è davvero troppo alto per quello che offre.

PRO

Nuovo ed emozionante finale | la telecamera sopra le spalle coinvolge ancora di più il giocatore | storia, ambientazione e personaggi che funzionano ancora oggi | doppiaggio di livello e difficilmente rinvenibile in produzioni recenti |

CONTRO

Incredibilmente non supporta i 60 fps | la colonna sonora perde un pezzo fondamentale | prezzo decisamente troppo elevato |

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