Recensione Dragonborn, DLC di The Elder Scrolls V: Skyrim

the-elder-scrolls-v-dlc-dragonborn_thumbA cavallo di draghi con Dragonborn.

Versione testata Xbox 360.

The Elder Scrolls V: Skyrim è uno di quei titoli che riesce a catturare il videogiocatore, riuscendo a far spendere centinaia di ore per visitare ogni suo più oscuro anfratto, o solamente per esplorare le immense lande di Tamriel.

Dopo aver fatto uscire Heartfire e Dawnguard, ecco che Bethesda onora il popolare adagio “non c’è due senza tre” mettendo sul mercato dei DLC l’ultima sua fatica: Dragonborn.

Ecco la nostra recensione.

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C’è un nuovo Sangue di Drago in città

La trama che ci guiderà durante il completamento della quest principale risulta ben scritta e sceneggiata. Per essere attivata, tuttavia, bisognerà aver completato una quest principale di Skyrim, ovvero “Il Corno di Jurgen Windcaller”; soddisfatto questo requisito fondamentale, basterà raggiungere una qualsiasi cittadina oppure attendere qualche minuto per essere assaliti da due adepti di una setta adoratrice dei Sangue di Drago e scoprire, una volta liberatici dei nostri aggressori, che un tale di nome Miraak si sta spacciando per il vero Dragonborn. Perquisendo i loro cadaveri troveremo una missiva recante il luogo dove risiede il mandante del nostro tentato omicidio, l’isola di Solstheim. Questo darà il La alla nostra indagine sul perché Miraak desideri ardentemente che di noi si parli solamente al passato.

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Ritorno a Morrowind

La nuova location accoglierà i giocatori con un’architettura ed un design che strizza l’occhio a quello che si era visto in Morrowind, abbandonando così momentaneamente distese innevate per lasciare spazio a boschi desolati e cinerei o ghiacciai perenni. Non mancano ovviamente villaggi, con un loro design dedicato all’adorazione del Sangue di Drago Miraak. Tuttavia non possiamo esimerci dal rendervi noto che i dungeon presenti in questa espansione presentano numerosi elementi già visti e rivisti in Skyrim, dando quindi uno spiacevole senso di riciclo.

Gameplay che vince non si cambia

Il gameplay è rimasto pressoché invariato per quanto concernono esplorazioni e combattimenti; la trama del DLC si divide in due tronconi principali, la main quest consiste nel dare la caccia a Miraak, ed è interessante notare la strana influenza che questo losco figuro riesca ad esercitare sugli abitanti di Solstheim; essi infatti reagiscono in maniera delirante al solo menzionare il suo nome. Si denota l’influsso negativo che esso ha sulla popolazione osservando come a lui vengano dedicati in maniera maniacale templi e costruzioni in genere.

La quest secondaria, condita da altre missioni atte ad allungare l’esperienza del DLC ci vedrà all’opera nel debellare una minaccia di non morti che minaccia il quieto vivere degli abitanti dell’isola. Le due quest si intrecceranno in maniera credibile e interessante. La nuova location creata ad hoc per questa nuova esperienza in Skyrim non sarà fine a sé stessa, ma offrirà in dono agli avventurieri nuove armi, nuove armature, nuovi materiali da forgiatura ed erbe. Chi ha assaporato in passato Morrowind riconoscerà senza dubbio alcune di quelle disponibili.

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Il bestiario presente è stato arricchito da nuovi e terribili nemici, mostri mai visti e sopratutto incazzati come non mai. Tanto per farvi capire, per portare a termine la quest principale faticherete non poco anche a livello 40.

Bethesda ha inserito anche nuovi urli in questo DLC e dei potenziamenti per gli urli già acquisiti nel gioco. Uno di questi poteri permetterà di cavalcare i draghi. Sebbene questa possibilità possa titillarvi non poco, dobbiamo avvertirvi che è stata ahi noi, implementata in maniera piuttosto imbarazzante. Una volta lanciato il relativo urlo e domata la bestia alata, non potremo dirigere il drago a nostro piacimento, ma sarà lui ad eseguire rotte precalcolate dalla cpu.Il giocatore potrà soltanto guardare verso il terreno, mirare i nemici e farli attaccare dal drago.

Purtroppo i suoi attacchi non si riveleranno poi così efficaci come sarebbe lecito aspettarsi. Un’altra pecca è che le bestie sputafuoco non potranno essere utilizzate al di fuori dei confini di Solstheim, davvero una scelta inspiegabile.

Un restauro ben riuscito

Dal punto di vista tecnico, questo DLC non si discosta da quanto già visto ed apprezzato in Skyrim, a parte qualche inspiegabile calo di frame rate. Da sottolineare gli ottimi scorci realizzati ispirandosi a Morrowind, in onore dei bei vecchi tempi. Ottima la cura profusa nella realizzazione di questo contenuto aggiuntivo, che offre un’esperienza di gioco ben al di sopra di quella offerta sommando i precedenti DLC.

La quest principale richiede circa 6 ore per essere portata a termine; se volessimo spolpare l’intero piatto offerto sappiate che saranno necessarie almeno una trentina di ore per godere appieno di tutto ciò che Dragonborn ha da offrire al giocatore. Una volta terminata l’avventura principale, sbloccheremo una feature veramente allettante: la possibilità di resettare le abilità del nostro pg, nel caso avessimo commesso qualche errore nel fare il level up.

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Commento finale

Dragonborn è un DLC ricco, ben assortito che riesce a rinvigorire un titolo già immenso quale è The Elder Scrolls V: Skyrim. Il rapporto qualità-prezzo del DLC è molto buono; vale tutti i soldi spesi per cui ci sentiamo quindi di consigliare caldamente Dragonborn a tutti coloro che hanno giocato a Skyrim. Non potrete spendere meglio 1600 microsoft points in vita vostra; che il vero Sangue di Drago sia finalmente rivelato!

Voto Globale 83

Pro

– Nuove abilità, nuovi urli, nuovi oggetti, nuovi nemici e altro ancora

– Trama ottima e molte ore per portare a termine il tutto

Contro

– Cavalcare i draghi è una perdita di tempo

– Il prezzo forse non andrà giù a tutti

Il DLC è disponibile dal 4 dicembre 2012 su piattaforma Xbox 360.

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