Baldur’s Gate 3: Le mie prime 30 ore, da vecchio giocatore di D&D

Durante gli anni in Early Access, mi sono tenuto religiosamente lontano da Baldur’s Gate 3. Dover affrontare ore di dialoghi e letture in inglese, conoscendone la complessità degli stessi conferita da Larian Studios, non mi attirava molto. Inoltre avrei voluto mettere le mani sul prodotto finito, magari con qualche bug di gioventù, ma senza ulteriori stravolgimenti.

Come già avrete letto in giro, il publisher ha consegnato le key alle redazioni proprio a scadenza embargo, di conseguenza fare una recensione di un gioco così mastodontico a seguito di un frettoloso rush non è mai stato nei miei (e nostri) pensieri.

Pertanto nel mentre mi sto prodigando a testa bassa e senza sosta a scoprire il mondo di Baldur’s Gate 3 in compagnia del mio party, vi racconto in ordine sparso le considerazioni che ho maturato a seguito delle prime trenta ore circa di gioco, pesantemente influenzato dal mio background culturale a livello di giochi di ruolo.


Questo il nostro coverage sul titolo Larian Studios.


Il titolo parla chiaro

Come ho specificato, io mi sono approcciato a BG3 con una carriera trentennale da Dungeon Master di D&D cartaceo. Oltretutto nel mio caso, carriera “spezzata” di recente a causa di varie vicissitudini che la vita mi ha piazzato nel mezzo, per cui con una rinnovata voglia di Forgotten Realms. Negli anni ho giocato (per un totale di +300h complessive) i due titoli precedenti di Larian Studios, ovvero Divinity Original Sin 1-2, e pur non essendo titoli “brandizzati” D&D, sono stati giochi che ho adorato per profondità ruolistica e gameplay tattico ottimamente realizzato. Di conseguenza, l’idea di mettere le mani su un Divinity Original Sin, ma con meccaniche ed ambientazioni proveniente dall’ecosistema della quinta edizione di D&D, e dai Forgotten Realms, mi ha letteralmente elettrizzato.

Finalmente dopo una spasmodica attesa, il momento è giunto e posso dire, facendo un auto-mini-spoiler, che questa prima manciata di ore mi ha svelato quello che più potrebbe assomigliare al paradiso videoludico in salsa D&D.

Fuggi dal Power Play e crea ciò che ti piace

Non so voi, ma io nell’editor per la creazione del personaggio per la mia prima run, ho impiegato esattamente 2 ore per partorire il mio main pg. Lo so, io sono indeciso per natura, ma l’abbondanza di razze con le loro peculiarità e di classi tutte diverse per skill ed approccio al combattimento, mi ha reso la scelta difficile e sofferta.

Tralasciando le questione pene A, pene B, o la solita contemporanea scelta di generi fluidi, aspetti che francamente mi fanno sorridere, per il resto potrete creare il vostro pg con una certa profondità di particolari. A tratti si ha proprio la sensazione di star compilando la scheda cartacea del proprio personaggio.

A questo punto si potrebbe insidiare nel vostro subconscio, l’ancestrale diatriba mai sopita riguardo alla scelta del personaggio: Power Player, quindi concentrandosi esclusivamente all’ottimizzazione delle stats, dei tiri per colpire ecc. Oppure di un alter ego in cui sia in risalto l’interpretazione e gli aspetti più indirizzati al gioco di ruolo?

Beh, io a riguardo non ho dubbi: create qualcosa che vi piaccia interpretare, che possa essere coerente con le scelte e con lo stile di gioco che vorrete intraprendere. Poi ovviamente studiatelo bene ed ottimizzatene skill e quant’altro.

Baldur’s Gate 3 è molto ben bilanciato, per cui anche con un party “fantasioso” o male assortito, a patto che sia ben utilizzato, potrete uscire vivi anche dalle situazioni più spinose.

Baldur's Gate 3 - Origin Characters

Ciò che sei, influenzerà il mondo intorno a te

Nelle mie 30 ore, giocando una razza “scomoda” e generalmente mal vista in superficie come i Drow, ho avuto modo di notare la raffinatezza e la complessità dei vari dialoghi all’interno di BG3. Mi è capitato spesso nei dialoghi importanti, magari quelli inerenti alla storia principale, di ricevere risposte influenzate dalla mia razza. E fin qui ci starebbe pure, non è per scontato ma sicuramente auspicabile.

Quello che mi ha colpito è che l’interazione nei dialoghi con la razza scelta, si è riverberata spesso anche in dialoghi con png secondari, decisamente lontani dalle dinamiche importanti, influenzando quasi sempre l’esito del dialogo e non rimanendo esternazioni fine a se stesse.

Identico discorso per quel che riguarda il rapporto tra voi ed il vostro party: mai come in questo gioco, la sensazione di un party vivo, mutevole, senziente e soprattutto non garantito mi si è insinuata in testa. Ogni membro ha un proprio background che ne influenzerà lo sviluppo. Un proprio carattere ben definito, che porterà a delle reazioni specifiche in merito alle vostre scelte.

In BG3 non è stato tramandato dal cartaceo l’Allineamento presente nel cartaceo (per i neofiti la scelta della propria propensione verso la legge e verso l’uomo), ma la nostra integrità, la nostra indole e la nostra fama sarà determinata dai fatti e dalle scelte che faremo di volta in volta.

Il party sarà la prima spugna ad assorbire i nostri umori, le nostre scelte azzardate e nessuno potrà assicurarci che a seguito di ciò, i compagni al nostro fianco rimarranno sempre gli stessi.

Dal cartaceo al videogame

Senza la minima ombra di dubbio, se si parla specificatamente di RPG, o isometrici tattici o quello che volete, ambientati nel Faerun e con le meccaniche di Dungeons & Drangons (in questo caso 5a edizione), ci troviamo di fronte al miglior titolo in commercio.

E’ vero che i ragazzi di Larian hanno dovuto apportare qualche modifica dal cartaceo, ma fidatevi, se siete amanti del D&d old style, qui troverete tutto quello che cercate. Onestamente non si può ignorare la dedizione e minuziosità con le quali sia stato creato BG3: dalla mappa in game, con una lieve griglia tratteggiata sullo sfondo (e relativa visuale tattica utilizzabile in game), tanto cara ai giocatori carta & penna, ai mille riferimenti che potrete trovare nei vari libri e documenti, a personaggi iconici dell’ambientazione. Tutto trasuda D&d, e se magari il cartaceo per voi fosse solo un ricordo d’infanzia o di quando la vita vi permetteva questa finestra di spensieratezza insieme ad i vostri amici, BG3 sarà oltre che una meravigliosa avventura, un vero e proprio tuffo al cuore.

Non vi bastasse tutto ciò, potrete approcciare il titolo in multiplayer (come già avveniva per Divinity Original Sin), assottigliando ulteriormente la forbice tra cartaceo e videoludico. Un buon gruppetto di amici, una chat vocale, ed immaginarsi tutti intorno ad un tavolo sarà la normale conseguenza.

A mio avviso il tempismo di Larian di mettere le mani sul brand di Baldur’s Gate, immobile da anni, è stato perfetto. Si perché la 5a edizione del D&d cartaceo, anche se inizialmente poco gradita ai vecchi fan armati di scimitarra della polemica arrugginita +1, risulta molto più snella e “smart” per essere più contemporanei, rispetto alle precedenti 3.0/3.5/Pathfinder.

Va da se che la conseguente trasposizione di tutte le varie regole e meccaniche, sia stata più agevole da attuare, pur sempre al netto di qualche piccolo ritocchino, come già accennato in precedenza.

Baldur's Gate 3

Notte, dove sei?

Non mi sono (volutamente) addentrato nelle dinamiche del gioco, perché per quelle ci sarà la recensione completa e dettagliata. Tuttavia in questa prima intima digressione, in attesa del sermone, ho voluto trattare la transumanza del D&d da cartaceo a videoludico. Più specificatamente di quanto siano importanti gli aspetti “ruolistici” in una produzione del genere. A tal riguardo l’unica nota dolente, per quel che mi guarda molto dolente di BG3, è l’assenza (prevedibile) del ciclo giorno/notte.

Sia a livello di interpretazione che di meccaniche di gioco, l’assenza della notte impoverisce pesantemente il livello di immersività nel gioco. Il fatto di poter interagire con png in maniera differente in base all’ora del giorno, di poter utilizzare skill e conseguentemente cambiare strategia di combattimento a seconda di luce o oscurità, sarebbe stato un plus non di poco conto.

Complice anche il fatto che dopo lunghe e dolorose riflessioni abbia scelto come primo personaggio una Ladra Drow, lontana parente di quel Drizzt conosciuto ai più, abbia avvertito sin da subito il bisogno e la relativa mancanza di oscurità. Di negozi da assaltare quando il proprietario dorme, di gironzolare per i fumosi vicoli della città, ammantato nel mio mantello lontano da occhi indiscreti. E via dicendo.

Non ho mai compreso i motivi di questa scelta tecnica e stilistica da parte di Larian, oltretutto dicevo prevedibile in quanto il ciclo non è presente nemmeno nei due capitoli di Divinity Orginal Sin.

Un difetto dovevo pure trovarlo, in una produzione che per me rasenta pressoché la perfezione, per cui nonostante questa a mio avviso sia una mancanza di peso, tutti gli altri enormi pregi fanno in modo da mitigarne l’assenza.

Ci sarebbero moltissime altre cose da dire su Baldur’s Gate 3, ma vi rimando a tutti i nostri approfondimenti e alla recensione di prossima uscita!

Stefano Taccari
Stefano Taccari
Gamer dal 1987, padre di due piccoli gamers, griller, Dungeon Master e batterista hardcore. "I VG sono uno strumento che ci permette di entrare in contatto con altri universi".

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