Batman: la solitudine di Gotham

Gli amanti di Batman con qualche anno sulle spalle, o con molta passione per l’uomo pipistrello, avranno certamente notato un radicale cambiamento nella rappresentazione cinematografica dell’eroe mascherato. I tempi in cui Adam West e Burt Ward scivolavano lungo dei tubi in metallo diretti alla Bat-caverna sono ormai lontani.

Negli ultimi anni, le inquadrature luminose e dalla messa a fuoco perfetta dei primi Batman hanno lasciato spazio ad un’estetica sempre più dark e priva di speranza. I temi leggeri e scanzonati della serie andata in onda nella seconda metà degli anni Sessanta sono ormai lontani. I registi contemporanei hanno lasciato spazio a nuove tematiche che danno tutta un’altra immagine del Cavaliere Oscuro.

Con esso, anche la rappresentazione di Gotham City è parecchio cambiata. La metropoli è sempre stata un covo di canaglie nel quale la criminalità dilaga senza freno ma, ora più che mai, i cattivi della serie (qui una bella infografica sui cattivi del franchise di Batman preparata da ExpressVPN) sembrano sempre più intriganti e affascinanti.

Basti pensare ai Joker di Heath Ledger, Joaquin Phoenix e Jack Nicholson per notare una differenza enorme. Dal Batman di Tim Burton, nel quale era proprio Nicholson ad interpretare una delle più riuscite nemesi di Bruce Wayne, al recente film di Todd Phillips dedicato al Joker, notiamo infatti un cambiamento enorme. Il villain non è più semplicemente un anarchico fuori di testa. Joker passa ad essere un uomo tremendamente solo, vittima di una città opprimente e un sogno infranto. Le sue azioni sono giustificate dalla delusione verso la vita e da una malattia mentale sempre più difficile da contenere.

La psicologia dei personaggi, dunque, ha fatto grandi passi avanti nel corso degli anni e rende sempre più giustizia alle controparti fumettistiche.

La solitudine dell’eroe

Questa evoluzione appare evidente anche nel personaggio di Bruce Wayne. Batman passa dall’essere quasi un detective, una sorta di Sherlock Holmes mascherato che acciuffa i cattivi e li consegna alla legge fino a diventare Vendetta. L’uomo pipistrello è una vera e propria macchina di terrore che, abbandonata la calzamaglia di Adam West, pattuglia le strade di Gotham in armatura nera.  L’eroe emerge dalle tenebre per terrorizzare i cattivi e prenderli alla sprovvista.

Questo nuovo modo di rappresentare Batman è evidente soprattutto in The Batman di Matt Reeves. Già dalle prime scene, il personaggio interpretato da Robert Pattinson si mostra in tutta la sua sete di vendetta, mettendo in fuga una banda di criminali e terrorizzando persino i cittadini che tenta di salvare. In questa pellicola, Bruce Wayne è un uomo solo che carica su di sé il peso di tutta la città. Confinato nelle tenebre della sua casa a tal punto da fare colazione con gli occhiali da sole, Batman lotta contro il crimine ma fa i conti anche con se stesso.

Anche visivamente, il Batman di Pattinson si distacca dal miliardario che protegge Gotham in altre rappresentazioni. Pur avendo un fisico massiccio, quest’ultimo Bruce Wayne è, a tratti, trasandato, spettinato e quasi rassegnato. Condannato ad una vita di solitudine nella quale solo il fedele Alfred lo conosce veramente. Ciò non toglie che Bruce tenti in ogni modo di proteggere la propria identità ma, così facendo, diventa quasi un alter ego di Batman. Il suo vero essere passa in secondo piano.

I tormenti che affliggono il Cavaliere Oscuro, al cinema, sono stati spesso rappresentati già nella trilogia di Nolan o nel film di Tim Burton. Batman è un eroe maledetto, condannato alla solitudine già dall’infanzia e destinato a perseguire questa strada per tutta la vita. L’unica conversione che gli è concessa è collegata all’amore di Catwoman, alla quale comunque nasconde la sua vera identità.

Tutto ciò emerge anche da alcuni fumetti come Anno Uno di Frank Miller o Vittoria Oscura di Jeph Loeb, due delle opere che hanno ispirato il lavoro di Matt Reeves. Nel secondo caso, in particolare, la psicologia di Batman viene approfondita e, già dalle prime pagine, ne vengono sottolineata la solitudine e il senso di colpa. La psiche di Bruce Wayne è una parte fondamentale anche nell’opera di Miller, il quale si concentra maggiormente sul primo anno da eroe e sul desiderio di non uccidere che supera anche l’istinto di sopravvivenza dell’eroe. Pur di non uccidere, l’uomo pipistrello accetta di essere colpito e, addirittura, ferito gravemente.

Gotham

La città di Gotham è lo scenario perfetto per questi personaggi tormentati. Un luogo buio e desolato, nel quale sembra notte anche durante il giorno e il crimine spadroneggia incontrastato. Lo scenario perfetto per sentimenti come la solitudine.

Non solo Batman, infatti, ma anche gran parte dei personaggi secondari sono vittime di questo sentimento. Abbiamo già analizzato Joker ma ci sono altri villain che si muovono spinti da un senso di rivalsa verso una città che li ha spremuti fino allo sfinimento. Nel film di Reeves, ad esempio, l’Enigmista si mostra proprio come un uomo solo, oppresso da una politica nella quale non si rispecchia e dalla corruzione dilagante. Il suo desiderio è quello di essere ricordato, di diventare un martire in grado di liberare i cittadini dal marcio di Gotham. Addirittura, il personaggio interpretato da Paul Dano si rivede in Batman e ritiene che molte cose lo accomunino all’eroe.

Sempre da fumetti come Anno Uno e Vittoria Oscura emerge invece la psicologia di un altro gregario di rilievo: l’ispettore Gordon. Il detective, già dal suo arrivo a Gotham, si accorge di aver condannato se stesso e la sua famiglia ad una vita di infelicità e sofferenza. Lotta con il pentimento verso la gravidanza della moglie e per le scelte sbagliate che compromettono la sua relazione. Anche Gordon finisce per diventare un uomo solo che dedica la sua esistenza alla sicurezza della città.

Anche quello spiraglio di speranza che si può trovare nella prima parte di Il Lungo Halloween, anch’esso scritto da Loeb e ripreso da Reeves in The Batman, si spegne velocemente. L’eroe sembra infatti trovare una solida amicizia in Harvey Dent e Gordon ma la tragedia è dietro l’angolo e conduce alla nascita di Due Facce. L’amicizia si frantuma e ciò che rimane sono semplicemente sensi di colpa e rimpianti che emergeranno ancora una volta nei primi numeri di Vittoria Oscura.

Ciò che accade nelle recenti trasposizioni cinematografiche di Batman è, dunque, una maggior consapevolezza dei personaggi e dei demoni che li inseguono. Tutto questo si riflette sia nell’estetica delle pellicole che nelle tematiche trattate che si fanno sempre più crude e mature. La morale dell’eroe è sempre ferrea ma minata da tormenti interiori che la mettono costantemente alla prova mostrando allo spettatore nuovi volti del Cavaliere Oscuro.

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Antonio Rodofile
Antonio Rodofile
Già da prima di imparare a scrivere, i miei genitori mi hanno messo un pad tra le mani. Quel pad, nel corso degli anni, ha cambiato forma, dimensioni, peso ma la passione è rimasta invariata. Dopo tanti anni di studi tra media, cinema e videogiochi, sono sbarcato un po' per caso e un po' per destino nella critica videoludica che concilia le mie due più grandi passioni: scrivere e giocare.

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