David Lynch, il regista rivoluzionario le cui opere includono Twin Peaks, Mulholland Drive, Eraserhead, Velluto Blu e altro, è morto all’età di 78 anni. La vita di molti è stata cambiata dalla visione di Lynch. Non dimenticheremo mai quando abbiamo guardato per la prima volta Twin Peaks. La sua opera, che sembrava ricordare altri scrittori esistenzialisti come Jean-Paul Sartre o Albert Camus, definisce l’indefinibile, trascinando gli spettatori in dimensioni inesplorate che fanno mettere in discussione l’idea stessa di realtà. Affronta le aree più sconosciute e inspiegabili della mente umana, e le vicissitudini e i vizi raccapriccianti della vita senza filtri, dagli psicopatici sadici-sessuali all’incesto, all’avidità e all’omicidio. L’argomento non è sempre bello, ma la bellezza con cui è filmato, è a dir poco sublime.
Eppure, immancabilmente, alla fine della prima visione della maggior parte dei suoi film vi troverete con un sacco di domande. Fortunatamente, Lynch le ha lasciate senza risposta; era famoso per volere che l’arte parlasse da sola.
“Il film è la cosa“, ha dichiarato a un intervistatore della British Academy of Film and Television Arts. “Lavori così duramente per ottenere, sai, dopo aver avuto l’idea giusta (il cosiddetto mare delle idee), per costruire qualcosa e mettere insieme tutti gli elementi nel modo corretto in questo bellissimo linguaggio chiamato cinema. E nel momento in cui è finito arrivando ai titoli di coda, la gente vuole che tu lo trasformi di nuovo in parole. Ed è molto, molto triste. È una tortura”. Ha poi aggiunto: “Hai tutto nel film. Non importa cosa dico!”.
Nel frattempo, il regista era anche un grande sostenitore della Meditazione Trascendentale e ha fondato la David Lynch Foundation nel 2005 per diffonderne gli insegnamenti. Ha iniziato come uno straordinario pittore e ha praticato questa forma d’arte per tutta la vita oltre ad essersi dedicato alla musica – a partire dal 2011 – pubblicando due album da solista. L’impatto di Lynch sarà duraturo ed eterno e lo dimostra il fatto che nell’Oxford Dictionary esiste un termine a lui dedicato (sotto forma di neologismo e al pari di leggendari registi come Kubrick e Tarantino) “lynchiano”.
Se non avete visto nessuna delle opere di David Lynch, iniziate con le sei qui di seguito:
Eraserhead – La mente che cancella (1977)
Eraserhead è il primo film importante di David Lynch che ha scritto, prodotto, montato e diretto (ha anche vissuto sul set). Sebbene abbia avuto un’accoglienza per lo più negativa da parte della critica, che lo ha etichettato come pretenzioso o di cattivo gusto, dopo la sua uscita nel 1977 è diventato un film “preferito di mezzanotte” nei cinema e ha ricevuto un seguito di culto di fedelissimi di Lynch. Girato in bianco e nero, Eraserhead segna anche l’inizio del lungo rapporto di lavoro di Lynch con Jack Nance, che interpreta il personaggio principale, Henry Spencer. In un mondo distopico, Spencer e la sua ragazza, Mary X (Charlotte Stewart), hanno un bambino, ma non è umano in alcun modo. Quello che segue è un’interpretazione surrealista e body-horror dello spirito umano e della società insulare. Il film è stato selezionato dalla Library of Congress per il National Film Registry nel 2004.
The Elephant Man (1980)
Mel Brooks ha arruolato David Lynch per scrivere e dirigere The Elephant Man, sebbene il film del 1980 sia certamente diverso dalla commedia che Brooks era noto per aver prodotto tramite la Brooksfilms (il suo credito di produttore esecutivo non è elencato nel film per questo motivo). The Elephant Man, che è basato sulla vera storia di John Merrick, è più commerciale rispetto alle altre opere elencate qui, ma è comunque intriso del tocco indelebile di Lynch, carico di emozioni che scavano nel profondo di ciò che significa essere un essere umano. Ha ricevuto otto nomination agli Academy Award e ha vinto i premi BAFTA per il miglior film, il miglior attore e la migliore scenografia.
Velluto Blu (1986)
Con i soliti attori di Lynch, Laura Dern, Kyle MacLachlan, Dennis Hopper e Isabella Rossellini (che all’epoca frequentava Lynch), Velluto Blu è un film neo-noir che si addentra negli orrori psicologici e sessuali di una piccola cittadina di boscaioli della Carolina del Nord. Lynch ha ricevuto la sua seconda nomination all’Oscar come miglior regista dopo questo thriller del 1986, che vede Jeffrey Beaumont (MacLachlan) tornare a casa solo per scoprire un orecchio smembrato. Porta l’orecchio a un detective della polizia, la cui figlia, Sandy (Dern), informa Jeffrey che l’orecchio ha qualcosa a che fare con una cantante da lounge di nome Dorothy (Rossellini). Quello che segue è un racconto horror grafico che vede l’interpretazione più raccapricciante di sempre di Hopper, nei panni del sadico spacciatore Frank Booth.
Twin Peaks (1990-2017)
Twin Peaks ha conquistato l’America quando ha debuttato nel 1990, ed è diventato il programma televisivo più innovativo della storia, affrontando argomenti tabù e inclinandosi verso il surrealismo e il misticismo fortemente influenzati dalle religioni orientali. Scritta da Mark Frost e Lynch, la serie è stata la prima incursione di Lynch nella televisione commerciale, ma si è rifiutato di compromettere i suoi modi surrealisti, a volte con disappunto della ABC. Con otto episodi, la prima stagione imposta uno spettacolo poliziesco intrecciato con paesaggi onirici, con l’agente speciale dell’FBI Dale Cooper (Kyle MacLachlan) in visita alla città di Twin Peaks, al confine tra Washington e Canada, per scoprire l’omicidio della reginetta del ballo di fine anno del liceo Laura Palmer, interpretata da Sheryl Lee di Boulder. Con un finale della prima stagione che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, Twin Peaks ha ricevuto una seconda stagione (I segreti di Twin Peaks) meno riuscita, da ben 22 episodi. Anche se la seconda stagione potrebbe essere un po’ noiosa dopo il terzo episodio, vale comunque la pena continuare per scoprire che la serie non riguarda chi ha ucciso Laura Palmer. Riguarda molto di più e il penultimo e l’ultimo episodio sono – probabilmente – fra i migliori della televisione.
Twin Peaks: Fuoco cammina con me è un film prequel della serie, notoriamente criticato dopo la sua proiezione al Festival di Cannes del 1992. Ma come direbbe Marty McFly, “Penso che ancora non siate pronti per questa musica. Ma ai vostri figli piacerà”. Il film è un esempio incontaminato della miscela distintiva di orrore e soprannaturale di Lynch e risponde a diverse domande che Twin Peaks ha lasciato in sospeso agli spettatori.
Poi, 25 anni dopo il debutto di Twin Peaks, Lynch ha resuscitato la serie con Twin Peaks: Il Ritorno, come era implicito nella serie originale quando Laura Palmer sussurra: “Ci rivedremo tra 25 anni“. Lo spettacolo ha anche dimostrato che nessuno dovrebbe avere aspettative da Lynch: rinuncia alla narrazione più strutturata della serie originale a favore di una trama molto più surreale e d’autore. Potrebbe non essere il Twin Peaks che conosciamo, ma Il Ritorno ha tanto in comune con l’originale: il bene, il male, il soprannaturale, il tempo e lo spazio e i doppelgänger.
Mulholland Drive (2001)
Originariamente concepita come una serie TV, Mulholland Drive è un must per chiunque voglia comprendere — o rimanere confuso da — l’etica di Lynch. Il film del 2001, che ha fatto vincere a Lynch i premi per la migliore regia a Cannes e gli Academy Awards, è un capolavoro thriller, con Los Angeles quasi un personaggio a sé stante. Inizia con Laura Harring, che interpreta il personaggio di Rita (o almeno così la conosciamo nelle prime fasi del film), che viene quasi uccisa dal suo autista sulla tortuosa Mulholland Drive; un incidente d’auto ferma il tentativo. Rita barcolla nell’appartamento di un’aspirante attrice di nome Betty Helms (di nuovo, come la conosciamo … per ora), interpretata da Naomi Watts, e dice di avere un’amnesia. I membri del cast — che includono Justin Theroux e, stranamente, Billy Ray Cyrus — fanno tutti un lavoro fenomenale nel ritrarre il tono sinistro ricercato dal regista. Sfortunatamente, non possiamo dire molto di più, ma questo film vi lascerà a dir poco perplessi.