Ieri Hermen Hulst, capo della divisione PlayStation Studios di Sony, ha rilasciato un’intervista che è parzialmente riportata sul PlayStation Blog.
L’intervista ha toccato diversi punti importanti ed ecco alcuni estratti delle risposte più significative.
L’importanza del single player
Hulst ha anzitutto sottolineato l’importanza delle esperienze single player. In un mercato sempre più dominato da progetti “massivi” e “persistenti” sono in molti a domandarsi quale sia il futuro (se ve n’è uno) per le produzioni esclusivamente single-player.
Ebbene Hulst ha dichiarato che “i giochi single-player, con una forte enfasi sulla narrazione, sono nel nostro DNA. PlayStation Studios ha pubblicato alcune di quelle che, a mio avviso, sono le esperienze narrative migliori di sempre. Adoriamo crearle e renderle lunghe tanto quanto piace ai giocatori. Se volete il mio parere, non c’è niente di meglio che sedersi il venerdì sera davanti ad un gioco con un mondo tutto nuovo da esplorare ed una storia originale da seguire.
Vogliamo anche assicurarci di creare esperienze diversificate per tipi diversi di pubblico. Nuovi brand, serie, giochi grandi e piccoli, classici e innovativi, single player e multiplayer. Anche un’esperienza multiplayer, comunque, può raccontare una grande storia.“
Gli studi di terze parti e le nuove IP
Grande importanza e rispetto viene data agli studi di sviluppo di terze parti, in particolare quelli partner (come il nuovissimo Haven di Jade Raymond) che, a detta di Hulst, hanno “la medesima dignità e un ruolo parimenti importante rispetto a quello di team interni come Naughty Dog, Insomniac, Media Molecule, etc.“
Hulst ha parlato di 25 nuovi titoli attualmente in fase di sviluppo da parte di PlayStation Studios. Di questi, più di metà sono nuove IP. E’ stata quindi sottolineata l’importanza delle nuove IP, che sono “la linfa del gaming“. Esse rappresentano la “volontà di osare“, di “rischiare” per “allargare gli orizzonti del videogioco” e “realizzare progetti unici, che non avrebbero potuto vedere la luce da nessun’altra parte.“
In questo contesto, Hulst ha sottolineato che Bend Studio, il team responsabile di Days Gone, è al lavoro su una nuova proprietà intellettuale.
L’ultimo anno e i problemi legati allo sviluppo
Con riferimento alle “sfide dell’ultimo anno” (principalmente quelle legate alla pandemia), Hulst ha evidenziato che i giochi hanno subito inevitabili ritardi, soprattutto quelli che si affidano ad un motion capture accurato e con un taglio particolarmente cinematografico, perché “l’azienda non ha nessuna intenzione di rinunciare alla qualità per comprimere i tempi“.
Al momento ci sono due grosse produzioni in corso, la cui riuscita è fortemente influenzata dall’impatto cinematografico che avrà il prodotto finale: God of War: Ragnarok e Horizon: Forbidden West. Il primo è stato rinviato direttamente al 2022, per il secondo si auspica un’uscita nel periodo natalizio, ma questo non è stato ancora possibile confermarlo.
In entrambi i casi si punta ad ottenere un “prodotto completo e rifinito, di elevatissima qualità, senza però stressare fino al punto di rottura i membri dei team che se ne occupano.“
Il futuro di PlayStation 4
Hulst si è poi espresso sul ruolo e sul futuro della PlayStation 4.
Sony non ha nessuna intenzione di abbandonare questa piattaforma da un giorno all’altro, “chiedendo a 110 milioni di utenti che ne possiedono una di passare oltre. Ciò non farebbe affatto bene agli affari.“
Si continuerà a guardare allo sviluppo in cross-gen per la maggior parte dei prossimi titoli in uscita. Horizon: Forbidden West, God of War: Ragnarok, Gran Turismo 7 “saranno tutti giocabili su PS4, per chi vorrà farlo. E chi vorrà invece aggiornarsi ad una PS5 troverà i giochi lì ad attenderlo.” Chiaramente è importante anche promuovere lo sviluppo di titoli per PS5 e giochi come Returnal e Ratchet & Clank: Rift Apart sono lì a dimostrarlo.
PlayStation Studios e il PC
Sony intende anche continuare con la sua politica di pubblicare giochi in esclusiva temporanea PlayStation per poi esportarli su PC in un secondo momento.
“Credo che ci sia un grande interesse, da parte dell’utenza al di fuori dell’ecosistema PlayStation, di provare e godersi le meravigliose esperienze di gioco che hanno dettato per anni il successo delle nostre piattaforme. Ci tengo a sottolineare che la PlayStation è e rimarrà il posto giusto in cui godersi queste meraviglie al momento del lancio.“
Horizon: Zero Dawn e Days Gone si inseriscono entrambi in questa categoria: produzioni di grande qualità e ampio respiro, pubblicate su PlayStation come esclusive e rimaste tali per almeno un paio d’anni, prima di approdare anche sul PC.
“Per noi l’utenza PC conta molto e continueremo a pubblicare giochi anche in versione PC ‘al momento giusto’. Spero che questo consentirà a nuovi giocatori di appassionarsi ai giochi che proponiamo, di godersi le storie, i personaggi e i mondi che abbiamo creato. Ma pubblicare anche su PC non ci impedirà, né smetterà di farci creare giochi grandiosi da giocare su console.“
L’importanza del Giappone
Per concludere Hulst ha evidenziato l’importanza ancora capitale e il ruolo insostituibile del Giappone nell’economia generale della produzione di giochi PlayStation. Anche se qualcuno ha fatto notare che le produzioni recenti sembrano essersi spostate su uno stile maggiormente “occidentale”, Hulst ha sottolineato che Sony è nata in Giappone, che il Sol Levante ospita alcuni tra i migliori talenti al mondo in fatto di produzione di videogiochi e che anche al PlayStation 5 Showcase dello scorso anno non ha potuto fare a meno di ammirare l’ingegno e la creatività dei team giapponesi.
Polyphony Digital, responsabile dell’acclamatissima serie Gran Turismo, ad esempio. Ma anche Asobi Team, che si sta occupando di Astrobot, una serie alla quale lo stesso Hulst afferma di tenere molto.
È possibile ascoltare qui l’intervista completa o leggerne una parte consistente sul PlayStation Blog.