Recensione Anodyne 2: Return to Dust

Versione testata: Nintendo Switch

A otto anni di distanza del primo titolo sviluppato da Melos Han-Tani e Marina Kittaka della Analgesic Productions, ecco Anodyne 2: Return to Dust, titolo nominato Game of the Year! nel 2019 da Kotaku, GiantBomb e Fanbyte.

Anche in questo caso, le apparenze ingannano. Infatti, ammirando il breve trailer è possibile vedere uno stile grafico decisamente retrò, non molto lontano dallo stile PS1 ed un gameplay apparentemente confusionario, tra 2D old-school e alcune sezioni racing. È proprio questo il bello del secondo capitolo di Anodyne, nel suo piccolo riesce a brillare di luce propria grazie ad alcune meccaniche degne di nota.


Trama

Anodyne 2: Return to Dust ci porterà ad indossare i panni di Nova, una Nano Cleaner che dovrà esplorare in lungo ed il largo l’isola di New Theland, una volta ricca di vita e bellezza. Questo luogo paradisiaco però è caduto vittima della Nano Dust, una orribile infezione che distorce le emozioni ed i desideri degli abitanti.

La giovane creatura, dovrà ricorrere alle sue incredibili abilità per liberare questi luoghi e gli abitanti dalla terribile Nano Dust. Riuscirà la nostra eroina a distruggere questa sostanza malvagia oppure si arrenderà al suo oscuro potere? Lasciamo a voi la risposta, e siamo sicuri che non rimarrete delusi.

Questo titolo, è di fatto un sequel del videogioco lanciato nel 2013, ma come accennato da Marina Kittaka, i due episodi si volgono in mondi differenti e con nuovi personaggi. Pertanto, non c’è alcun ordine da seguire.

Anodyne 2: Return to Dust

Gameplay, un omaggio alla vecchia scuola

Sin dai primi minuti di gioco, non potrete non cogliere i riferimenti ad alcuni videogiochi che hanno fatto la storia dell’industry, da The Legend of Zelda a Psychonauts. L’avventura che Nova affronterà è in grado di unire mondi tridimensionali a dungeon in due dimensioni. Infatti, la nostra protagonista, è dotata di un particolarissimo potere, quello di modificare le sue dimensioni fino al raggiungimento dell’infinitamente piccolo, come Ant-Man per capirci.

Grazie a questo suo potere, può entrare nella psiche di qualunque personaggio ed affrontare i demoni che nasconde. Quando affronteremo queste sessioni, il mondo di gioco si proporrà ai giocatori sulla falsa riga dei vecchi dungeon di “zeldiana” memoria, al loro interno troverete scrigni, chiavi e checkpoint. Tutto questo arricchito da una interessante serie di boss-fight.

In alcuni casi, durante il lungo peregrinare all’interno della psiche dei soggetti vittima della “Polvere malvagia” riscoprirete ambienti non molto lontani dai distopici mondi di Dark Souls 2. Insomma, Anodyne 2: Return to Dust è una vera enciclopedia del gaming.

Ovviamente, l’ambiente di gioco non si limita esclusivamente a mondi bidimensionali, anzi, ci porta ad esplorare bizzarri ambienti 3D, i quali si presentano a noi con personaggi a bassa risoluzione ed una grafica che si rifà alla prima PlayStation. Inoltre, per passare da un posto all’altro, il team di sviluppo ha pensato di offrirci la possibilità di muoversi attraverso un veicolo a motore, un altro strano potere di cui è dotata la nostra protagonista.

Siamo sicuri che chi di voi ha qualche primavera sulle spalle apprezzerà questo mix di generi, nonostante l’eccessiva distanza dal concetto videoludico attuale, che mescola la potenza di calcolo dura e pura alla qualità del titolo.

Purtroppo, alcuni utenti potrebbero non godere di questa sinfonia passata a causa della localizzazione. Infatti, l’italiano è escluso dall’esperienza di gioco.

Anodyne 2: Return to Dust

Colonna Sonora

Come i grandi capolavori del passato, anche Anodyne 2: Return to Dust ricorre ad una soundtrack di grande qualità, pensata interamente dal compositore asiatico Melos Han-Tani. La cura di questo comparto è tale da mescolarsi incredibilmente con i mondi che affronteremo.

Tale dinamica, si ripete per tutta l’esperienza di gioco, offrendo una immersività senza pari. Infatti, chiudendo gli occhi ed ascoltando attentamente, vivrete un’esperienza unica. Discorso differente vale per le voci dei personaggi, ma vista la mole di lavoro svolto da due singole persone possiamo chiudere un occhio.


Commento Finale

Concludendo, Anodyne 2: Return to Dust è un titolo che deve essere provato per essere capito. Infatti, una volta catapultati nei panni della piccola Nova e all’interno della particolare isola di New Theland scoprirete il piacere di videogiocare, ripercorrendo per buona parte la storia dell’industry. Sicuramente il titolo non raggiungerà il grande pubblico, ma siamo sicuri che coloro che decideranno di dedicarci il proprio tempo (il titolo dura circa 8 ore) resteranno soddisfatti. Durante la sessione dovrete inoltre ricordarvi che si tratta di un titolo sviluppato da solo due persone, quindi ogni tanto dovrete chiudere un occhio e farvi una sola domanda: “Mi sono divertito?”, la risposta è “Decisamente sì”.

7.0

Perfetto per gli amanti del retro-gaming


Anodyne 2: Return to Dust si presenta al giocatore come un titolo anomalo, tanto da escludere dall'esperienza di gioco una larga parte di utenti che troppo spesso si limitano all'apparenza. Attraverso Nova, una giovane Dust Cleaner avrete la possibilità di vivere un'avventura unica, divisa essenzialmente tra due mondi. Uno bidimensionale, collegato al subconscio delle numerose creature corrotte sull'isola di New Theland. L'altro, interamente in 3D e non molto dissimile dagli JRPG dei fantastici anni '90. Il tutto accompagnato da una colonna sonora indimenticabile.

PRO

    - Concept di gioco interessante
    - Ottima colonna sonora

CONTRO

    - Mancanza della localizzazione in italiano
    - Tecnicamente datato

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