Recensione Bleak Faith: Forsaken, quanto è importante il level design?

Rispondiamo subito alla domanda del titolo. Tantissimo. Talmente importante che in molti casi riesce non solo a reggere in autonomia una produzione, ma addirittura a donarle un carattere unico e distintivo, anche grazie all’aspetto visivo che si riesce a donare a quel mondo di gioco così sapientemente studiato ed “interconnesso”. Ed è questa la discriminante che ci ha fatto apprezzare Bleak Faith: Forsaken.

Il lavoro del piccolissimo studio indipendente Archangel Studios è grossolano e approssimativo in moltissimi aspetti eppure con un carisma che ci ha letteralmente abbagliato. Quel carisma che mai come prima d’ora, in seguito all’eccessiva saturazione del sotto-genere soulslike/soulslite, risulta necessario per “lasciare il segno”. Volete saperne di più? Non vi resta che continuare la lettura!

Bleak Faith: Forsaken, edito da Perp Games, sarà disponibile da domani 6 agosto 2024 su PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Vi ricordiamo, tuttavia, che il titolo è già disponibile su PC.


Versione testata: PlayStation 5


Gli ultimi resti della civiltà

In Black Faith: Forsaken vestiremo i panni di un “guscio” dai tratti biologici e cybernetici. Dovremo scoprire cosa è successo alla civiltà precedente viaggiando nell’Omnistruttura e nei sui dintorni.

Le scelte narrative si rifanno ai dogmi del sotto-genere “inventato” ormai più di 10 anni fa da FromSoftware. Niente storia raccontata in maniera tradizionale, dunque, e niente cutscene esplicative. Solo la sempre presente (ed orami abusata?) narrativa ambientale.

Come dicevamo in altre sedi (ad esempio nella recensione di Lords of the Fallen), tutto ciò porta dietro sé pregi e difetti. Da un lato questo modo di raccontare (un mondo, più che una storia) è sempre affascinante, dall’altro è una scelta “furba” per evitare di sviluppare la componente narrativa in maniera più decisiva. Con la “scusa” che il mistero è parte del fascino della produzione.

Dal canto nostro, possiamo dirvi che, purtroppo, non tutte le software house sono FromSoftware. Ciò che abbiamo “ricostruito” in Black Faith: Forsaken non ci ha “detto” nulla, nonostante le suggestioni inusuali, tra cyberpunk, scenari post-apocalittici e fantasy classico.

Bleak Faith: Forsaken
Post-apocalisse, un pizzico di cyberpunk e di fantasy classico

Una gemma grezza

Appena preso il pad in mano, ci siamo resi conto di come l’opera di Archangel Studios fosse tutt’altro che smussata: movimenti leggeri (che si possono attenuare riducendo la sensibilità della telecamera), un minimo di input lag, qualche imprecisione nelle hitbox, fisica dei salti “particolare”, addirittura un sound design pessimo (nonostante una OST davvero ben fatta).

Per non parlare poi di alcune meccaniche che dopo quasi 30 ore non abbiamo totalmente capito, tanto da pensare che a volte funzionino random (banalmente, anche piazzare un checkpoint temporaneo, di cui vi parleremo tra poco). Oltre ad un’intrinseca indole del videogioco a lasciare il videogiocatore “spaesato” senza aiuti.

Tutto ciò all’inizio potrebbe far desistere i videogiocatori meno pazienti e smaliziati, anche per alcuni bilanciamenti “poco ordinari” per il sotto-genere. Ad esempio, ci sono pochissimi checkpoint/falò (con però la possibilità di utilizzarne alcuni temporanei, come vi accennavamo prima, e tantissime scorciatoie, ma in mappe comunque vastissime). O alcune statistiche che non vengono spiegate in maniera chiara (ad esempio ciò che riguarda il peso). O ancora, un sistema di cure “particolare”, che potrebbe dar parecchi grattacapi nell’affrontare i boss, nonostante siano i nemici meglio pensati del gioco, con pattern sempre riconoscibili e leggibili.

Ma dopo solo 30 minuti nella zona tutorial, comincerete ad avvertire una sensazione particolare che sarà il carburante di tutta la vostra avventura, nonostante quanto detto sopra. Nonostante un core ludico che, pur con qualche novità (in primis, poter arrampicarsi su alcuni nemici, boss compresi) sa di già visto e rivisto. E pure fatto peggio che in altri esponenti del sotto-genere.

Black Faith: Forsaken
Salirò, salirò…

Comincerete ad avvertire il carisma della produzione, comincerete a capire quanto le mappe siano enormi ed interconnesse tra loro, con tantissime scorciatoie sbalorditive. Comincerete a comprendere anche la “scala” degli ambienti e che dovrete cominciare a pensare in verticale oltre che in orizzontale (grazie anche a scelte “brutaliste”). E quando poi, pur “facendo a botte” con una fisica dei salti tutt’altro che permissiva, riuscirete a superare una sezione platform che vi porterà in una zona della mappa in cui eravate già stati, ma da un altro lato, trovando un oggetto fondamentale per la vostra build (che tu sia sempre lodato mantello dell’agilità) esulterete e deciderete subito di andare ad esplorare nuove zone.

Commento finale

Bleak Faith: Forsaken è una proverbiale gemma grezza. Un titolo ludicamente poco rifinito, è vero, ma con un’identità forte. Grazie alla sinergia tra interconnessione del mondo di gioco, direzione artistica che spinge sulla maestosità e la scala degli ambienti ed un reward system sempre sul pezzo, vi terrà letteralmente incollati allo schermo, al patto di riuscire ad “adattarvi” ai suoi spigoli.

7.8

Bleak Faith: Forsaken


Bleak Faith: Forsaken è una proverbiale gemma grezza. Un titolo ludicamente poco rifinito, è vero, ma con un'identità forte. Grazie alla sinergia tra interconnessione del mondo di gioco, direzione artistica che spinge sulla maestosità e la scala degli ambienti ed un reward system sempre sul pezzo, vi terrà letteralmente incollati allo schermo, al patto di riuscire ad "adattarvi" ai suoi spigoli.

PRO

Level design impressionante | Ottima direzione artistica che "spinge" tanto sulla scala delle ambientazioni | Reward system intelligente |

CONTRO

Core ludico grossolano e approssimativo |

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