Recensione case Hyte Y60, inaspettatamente sorprendente

Nel mondo delle periferiche hardware, Hyte è uno dei marchi a più rapida crescita che ci sia mai capitato di incontrare. Il brand infatti, grazie al case Hyte Y60 che recensiamo oggi, è diventato un vero e proprio status symbol, se così si può dire, simbolo di configurazioni desktop non più da tenere nascoste ma da mettere in bella mostra. E così questo Y60 è diventato il soggetto di tante foto su Instagram e Pinterest, onnipresente nei reel dei tanti tech influencer su TikTok o Instagram.

Hyte Y60 però non è soltanto estetica. Questo case dalle forme così particolari, infatti, unisce alle linee originali anche tanta qualità, e ad un prezzo di circa 200 euro, diventa una scelta davvero interessante per tanti utenti diversi, anche se non proprio per tutte le configurazioni, come vedremo nella nostra review.

Design e qualità costruttiva

La prima impressione che si ha estraendo l’Y60 dalla scatola è di trovarsi di fronte ad un prodotto di alta qualità. Il design riprende lo stile “fish tank” sdoganato dall’O11 Dynamic ma introduce alcuni elementi distintivi come il vetro temperato su tre lati, l’angolo frontale tagliato e una combinazione di materiali e finiture più ricercata.

Hyte propone questo case in nero (full black), bianco con dettagli neri, bianco snow white (full white ) e rosso con dettagli nero; recentemente, inoltre, Hyte ha reso disponibile tramite il suo sito, un kit per l’aggiunta di uno schermo LCD (non touch) al posto del vetro d’angolo, che lo rende simile al suo fratello maggiore Y70 Touch, che però come il nome lascia intendere, dispone di serie di uno schermo touch capacitivo e dimensioni maggiorate.

La nostra recensione ha ad oggetto la versione Bianca con dettagli neri, a cui sono stati aggiunti il monitor LCD disponibile in kit.

A partire dalla confezione si ha subito la percezione di un prodotto estremamente curato appartenente alla fascia premium. Il case è protetto in un diversi strati di polistirene che lo proteggono da danni accidentali durante il trasporto. Le parti più delicate, inoltre, come i vetri e il riser PCIe sono protetti da un packaging aggiuntivo.

La verniciatura è di ottima fattura, omogenea e ben raccordata con le parti in plastica, senza sbavature e con una trama perfettamente liscia. Nonostante l’utilizzo di tanta plastica ABS – il pannello superiore, inferiore e laterale in metallo infatti, sono in realtà un sandwich con strati interni in plastica – non si ha mai l’impressione che questa sia una scelta dettata dal risparmio, ma piuttosto una precisa scelta di design.

Il case è infatti ricco di motivi traforati e finiture lucide/opache quasi tutte con i motivi caratteristici del marchio Hyte. Il pannello superiore, ad esempio, presenta dei tagli che riprendono le linee del case con l’angolo tagliato. Linee che si ritrovano nel pannello interno di fondo del case, sotto il quale trovano posto le due ventole incluse. Stesso discorso sul retro, dove le linee però sono a angolo retto. Questi tagli oltre che di natura estetica, svolgono un importante ruolo tecnico, in quanto consentono al case, che frontalmente è interamente chiuso dai pannelli in vetro, di respirare.

Il case è solido e robusto e non si avverte alcun tipo di flessione o scricchiolio.

Un altro elemento di spicco è la cura nei dettagli, con il logo Hyte integrato nello stampo delle ventole, inciso nel vassoio scheda madre e in altre zone, e un sistema di gestione cavi che denota attenzione ai dettagli. Solo per farvi un esempio, il tunnel di passaggio dei cavi dalla camera posteriore a quella anteriore è rivestito con un supporto in plastica gommata e non in gomma morbida, il che rende impossibile che lo stesso si stacchi con il tempo. Il case inoltre dispone sulla parte frontale di due porte USB Tipo A 3.0 e una porta USB tipo C 3.2 Gen 2.1, oltre ad un jack cuffie da 3,5mm.

Contenuto della confezione

L’Y60 viene fornito con un accessory pack piuttosto completo, che include oltre al riser PCIe, una piccola scatola con viti in abbondanza e zip tie, mentre i filtri aria sono tutti integrati nelle parti metalliche del case, ad eccezione di quella inferiore che è removibile in plastica con un sistema di aggancio a clip.

Il case include inoltre una ventola da 120mm marchiata Hyte in estrazione, e due ventole sempre da 120mm sul fondo, in immissione

Specifiche tecniche e layout interno

Hyte Y60
Peso del Case9.6 kg
Dimensioni del Case nella Scatola535mm (L) x 372mm (W) x 540mm (H)
Peso del Case nella Scatola11.3 kg
Materiali del CaseVetro Temperato, Acciaio, ABS
ColoriBianco/Nero, Nero/Nero, Rosso/Nero
Scheda MadreEATX, ATX, mATX, ITX
AlimentatoreATX fino a 235mm di lunghezza
Dimensioni Massime della Scheda VideoLunghezza 375mm, Larghezza 75mm (60mm o meno consigliato per un migliore raffreddamento)
Supporto Ventole (Laterale)2x 120/140mm
Supporto Ventole (Superiore)3x 120mm
Supporto Ventole (Posteriore)1x 120mm (incluso 1x 120mm, 1300 RPM)
Supporto Ventole (Inferiore)2x 120mm/140mm (inclusi 2x 120mm, 1300 RPM)
Supporto Radiatori (Laterale)120, 140, 240, 280mm fino a 150mm di spessore
Supporto Radiatori (Superiore)120, 240, 360mm fino a 30mm di spessore
Supporto Radiatori (Posteriore)120mm
Altezza Massima del Dissipatore CPU160mm*
Archiviazione2x HDD 3.5″ o 4x SSD 2.5″
Slot di Espansione3 + 7 di mezza altezza
Riser PCI Express4.0 x 16 (incluso)
Codici SKUCS-HYTE-Y60-BW, CS-HYTE-Y60-B, CS-HYTE-Y60-BR, CS-HYTE-Y60-WW

L’Hyte Y60 riprende il layout a doppia camera tipico dei Lian Li O11, con alimentatore e vani unità storage segregati sul retro. Questo permette di avere un ampio spazio per la scheda madre e un look pulito, a scapito di una minore capienza complessiva poiché tutto il blocco motherboard è spinto in avanti verso il vetro laterale. Questo, come vedremo, rappresenta uno dei pochi svantaggi di questo case.

A primo acchito, si nota subito l’assenza di slot PCI orizzontali: la GPU, insomma, va installata necessariamente in verticale usando il riser PCIe incluso. Quest’ultimo è molto diverso da ogni altra soluzione che ci sia capitato di vedere su un case anche di livello premium, in quanto lo stesso è “inscatolato” in una bella cover in plastica che lo fa sembrare un’ulteriore scheda inserita nello slot PCIe.

La scelta di rinunciare alla possibilità di una installazione orizzontale della GPU da un lato conferisce al case un’estetica moderna e avanzata, che mette in risalto l’elemento forse più importante di una configurazione da gaming moderna, dall’altro ha due svantaggi, poiché in primo luogo complica le operazioni di installazione (soprattutto se è presente il monitor LCD) e manutenzione, dato che la GPU andrà a coprire buona parte della scheda madre, ed in secondo luogo lascia spazio solo per una scheda da due slot e mezzo.

Utilizzare una scheda da 3 slot e mezzo come la 4090 che abbiamo deciso di utilizzare per questa build, comporta che la stessa sia troppo attaccata al vetro laterale, limitandone le capacità di aerazione. In realtà, sarebbe bastato spostare le viti che tengono fermo il riser sulla base del case leggermente più indietro per concedere alla gpu gli 1-2 centimetri necessari a farla respirare meglio. Ma di questi aspetti, e delle possibili soluzioni, parleremo in un apposito paragrafo più avanti.

I pannelli in vetro sono tutti removibili e quelli laterali contribuiscono alla rigidità strutturale. Le ventole inferiori sono integrate in un tunnel dedicato che le rende meno visibili. Per quanto riguarda le soluzioni di raffreddamento CPU, c’è spazio per radiatori fino a 360mm sia sopra che di lato, anche se nella parte superiore l’ingombro del radiatore è limitato a 15cm laterali e 30mm superiori. Se si utilizzano radiatori 280mm, come ad esempio l’Arctic Liquid Freezer III che ha uno spessore maggiorato da 35mm occorre posizionare lo stesso lateralmente e non nella parte superiore (anche in questo caso, come vedremo, c’è una soluzione).

Per quanto riguarda le unità storage, troviamo due cassettini flottanti sul retro, ognuno in grado di ospitare un disco da 3,5″ o due da 2,5″. Non c’è nessuna forma di isolamento delle vibrazioni né la possibilità di sostituire i dischi a caldo.

In generale, il layout è chiaramente ottimizzato per configurazioni a liquido o custom, con spazio in abbondanza per pompa e radiatori. Con hardware ad aria, specialmente se si usa una GPU a 3 slot, preparatevi a un’installazione piuttosto complicata e a temperature non ottimali.

Prestazioni termiche e acustiche

La nota dolente di tutti i case di tipo “Fish Tank” è come sempre la resa termica e questo Hyte Y60 non fa eccezione. Tuttavia, la presenza di tanti elementi traforati come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, contribuisce a rendere la situazione decisamente migliore rispetto a quella di altri case della concorrenza. Quanto detto è vero soprattutto se si utilizzano componenti di raffreddamento a liquido e componenti hardware nei limiti suggeriti dal produttore (vedi scheda tecnica sopra). Hyte suggerisce infatti di utilizzare raffreddamento a liquido per la CPU e nel caso si decida di optare per una soluzione ad aria, di aggiungere ventole laterali in intake e non limitarsi a quelle di serie sul fondo.

Se si utilizzano le sole ventole inferiori di serie come uniche sorgenti intake, infatti, la CPU che abbiamo utilizzato per il nostro primo test (un Ryzen 7 5800X3d con dissipatore Noctua NH-D15) raggiunge i 57°C delta ambiente nella torture test, un valore piuttosto alto. Spostando le ventole in intake laterale le cose migliorano sensibilmente, scendendo a 49°C. Segno che le ventole inferiori non riescono a spingere abbastanza aria oltre tutti gli strati di filtri e plastiche.

Lato GPU con una RTX 3080 da 2 slot si raggiungono i 59°C delta con le ventole inferiori attive al 50%, scendendo a 58°C con intake laterale e 56°C rimuovendo anche il filtro inferiore. E’ il segno che le ventole di serie sono un’aggiunta sicuramente apprezzabile, ma sicuramente non sufficienti per una build degna di essere ospitata in case di questo tipo. A livello acustico, grazie alle ventole racchiuse nel tunnel inferiore, l’Y60 raggiunge livelli accettabili, 36dBA a 75% RPM.

Abbiamo quindi deciso di spingere veramente al limite questo case, provando ad utilizzare componenti anche fuori specifica per valutare quello che potrebbe accadere in un “real case scenario”.

Configurazione Limite

Per il nostro Torture Test, abbiamo utilizzato tutti componenti di alta gamma e che naturalmente producono una quantità elevata di calore. Ci siamo però, allo stesso tempo, assicurati che il case avesse un sufficiente numero di ventole di elevata qualità. Di seguito trovate le specifiche

ComponenteSpecifiche
CPURyzen 9 7900X
Scheda MadreB650E Aorus Elite X AX ICE
DissipatoreARCTIC Liquid Freezer III 280mm
RAMDDR5 G.Skill Trident-Z RGB NEO 6000MHz CL36-36-36-80
Storage NVMEKingston Fury 2TB PCIe 4.0 + Patriot Viper PCIe 4.0 1TB
Storage HDD/SSDCrucial MX500 1TB + WD RED 3TB
GPUKFA2 GeForce RTX™ 4090 SG 1-Click OC
Ventole2x intake Laterali Phanteks D30 140mm+ 1x Phanteks D30 120mm + 2x intake bottom Noctua NF-A14 PWM

Con questo tipo di configurazione high end, emergono alcuni dei limiti del case in oggetto. Innanzitutto il dissipatore di Arctic ha uno spessore di 35mm e quindi teoricamente non è possibile posizionarlo nella parte superiore del case. Questo però avrebbe impedito di utilizzare lo spazio laterale per aggiungere due ventole in immissione. Abbiamo quindi deciso di utilizzare comunque lo spazio superiore e di stampare in 3D un riser per la parte superiore che compensasse il mezzo centimetro di apertura lasciato dall’utilizzo del dissipatore fuori specifica.

In secondo luogo, utilizzando una GPU massiccia come la KFA2 4090 da ben 75mm di spessore (3,5 slot)la scheda risultava eccessivamente attaccata al vetro e, nonostante le due ventole inferiori, non riusciva a “respirare” a sufficienza. In game, le temperature della GPU a case chiuso quindi oscillavano tra gli 80 e 90 gradi centigradi, contro i 67°c registrati a case aperto. Anche in questo caso la nostra stampante 3D e un minimo di competenze in modellazione 3D ci sono venute in soccorso.

Abbiamo infatti modellato un piccolo supporto da agganciare nella parte inferiore del case, proprio nell’incavo del vetro, che facesse da distanziatore. In questo modo, lasciandole un po’ di spazio per respirare le temperature della GPU sono scese in full load fino a 71°c, una differenza davvero abissale. Inoltre, l’aver lasciato il vetro aperto non ha comportato né problemi di polvere né problemi estetici, anzi, il distanziatore conferisce un look “estruso” al case che non ci è dispiaciuto affatto.

Unico limite di questa soluzione è l’impatto acustico che, ovviamente, risente del fatto che il case è seppure, per pochi centimetri aperto. C’è da dire comunque che questo aspetto, in questo specifico caso, è influenzato dal tipo di ventole equipaggiate, e probabilmente le D30 di Phanteks non sono le più silenziose in assoluto.

Sperando di fare un piacere a tutta la comunità, abbiamo pubblicato gratuitamente i file STL direttamente su Thingiverse, dove potete scaricarli e stamparli personalmente partendo da questo link. Se avete problemi a stampare questi file o non avete una stampante 3D contattateci sul nostro canale Telegram, li stamperemo noi per voi.

Schermo LCD

Come abbiamo detto all’inizio di questo articolo, recentemente Hyte ha reso disponibile sul sito un kit DIY (do it yourself) per aggiungere al case HYTE Y60 uno schermo LCD nella parte frontale al posto del vetro angolare. Si tratta di una scelta sicuramente di impatto, che aggiunge ancora più originalità ad un case che fa dell’estetica la sua arma vincente.

Il kit è venduto ad un prezzo di 150 dollari e comprende uno schermo verticale da 12,6″ con risoluzione 1920×515 e Color Gamut 45%, da collegare tramite cavo eDP, incluso, alla propria GPU o scheda madre (nel caso della B650 Aorus Elite X AX ICE, una display port era collegata sapientemente proprio frontalmente). Nella scatola è inoltre inclusa la scheda di controllo e i manuali per l’assemblaggio.

L’assemblaggio è piuttosto semplice, anche se nella confezione non è inclusa alcuna cover posteriore e quindi, soprattutto se si tiene il case un po’ inclinato, la componentistica sul retro potrebbe risultare a vista. Per ovviare a questo problema abbiamo stampato in 3D una cover posteriore che coprisse l’intero retro del display.

Lo schermo non è touch, a differenza di quello incluso nel fratello maggiore Y70, quindi è possibile installare il vetro d’angolo originale sullo schermo per completarne il look glossy. Hyte fornisce anche il software “Nexus” che permette di mostrare sullo schermo alcune informazioni rilevanti come la temperatura della GPU, quella della CPU , il carico di lavoro, la memoria ecc. E’ inoltre possibile personalizzare gli sfondi mostrati, sia utilizzando quelli integrati, sia preparandone altri animati, come abbiamo fatto nel nostro caso.

Una volta installato, tramite la scheda di controllo, con un po’ di fatica (essendo l’on screen display originariamente settato sulla lingua cinese), è possibile settare la saturazione, la luminosità ecc.

Si tratta sicuramente di un gimmick, ma decisamente piacevole alla vista e che aumenta ancora di più il “wow” effect del case. Le uniche cose che ci sentiamo di segnalarvi sono che la presenza dello schermo un po’ interrompe l’effetto fish tank del case (da alcune angolazioni la componentistica interna viene coperta dallo schermo) e in secondo luogo che utilizzando un case per il retro dello schermo si va a ridurre lo spazio utile per le GPU più lunghe: prendere bene le misure dei propri componenti diventa quindi ancora più necessario.

Commento finale

Nel complesso, l’Hyte Y60 è un po’ un’arma a doppio taglio: se si è disposti ad accettare alcuni compromessi (tipici dei case fish tank) per quanto riguarda l’airflow, e altri dovuti a scelte estetiche e di design, che riguardano principalmente la compatibilità con hardware di alta gamma di ultima generazione, si viene premiati con un case case dal design ricercato e dalla qualità costruttiva eccelsa. Certo il prezzo, circa 200 euro, è elevato, ma ampiamente giustificato dalla ,qualità costruttiva

Con un po’ di impegno in fase di configurazione e qualche soluzione home made (magari stampata in 3D) inoltre, si può facilmente ovviare a tutti i punti deboli segnalati e realizzare una configurazione esteticamente davvero incredibile che è un piacere da ammirare sulla propria scrivania. Se cercate qualcosa di diverso dal solito, con un’estetica originale e curatissima e magari si ha intenzione di spremere l’hardware con un loop custom, l’HYTE Y60 è sicuramente un’ottima scelta.

Arturo D'Apuzzo
Arturo D'Apuzzo
Nella vita reale, investigatore dell’incubo, pirata, esploratore di tombe, custode della triforza, sterminatore di locuste, futurologo. In Matrix, avvocato e autore di noiosissime pubblicazioni scientifiche. Divido la mia vita tra la passione per la tecnologia e le aride cartacce.

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