Recensione Iron Meat, un succulento run’n’gun

Iron Meat è un run’n’gun che rende omaggio all’epoca d’oro del genere a cavallo tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90. Ispirandosi, senza nascondersi, a mostri sacri quali Contra e Metal Slug. Un prodotto che guarda sì al passato, ma pur depauperato da quel carico di frustrazione intrinseco dei coin-up di quel tempo.

Retroware ha dunque cucinato il suo Iron Meat con il giusto mix di sapori passati e presenti? Non vi resta che continuare la lettura per scoprirlo!

Iron Meat sarà disponibile da domani 26 settembre 2024 su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PC.


Versione testata: PlayStation 5


Troppa carne fa male!

Un esperimento militare fallito ha creato delle mostruosità con tratti biologici. Dei parassiti, la “carne” del titolo, che attaccano forme viventi e non per creare diversi abomini. Il nostro compito, ovviamente, è quello di eliminare qualsiasi cosa si muova sullo schermo.

La trama di Iron Meat è solo un pretesto per affrontare i nove livelli di gioco. Da segnalare, tuttavia, delle simpatiche cutscene animate che rendono più piacevole l’incedere anche dal punto di vista narrativo.

Ma in un run’n’gun il piatto forte della produzione deve essere il gameplay, e fortunatamente Retroware ha fatto centro.

Meat-ico!

Come anticipato nell’introduzione, Iron Meat unisce vecchio e nuovo. Se da un lato il ritmo di gioco, il caos a schermo, sono figli di un’epoca passata che riesce a regalare ancora oggi una scarica di adrenalina non indifferente appena preso il pad in mano, è altresì vero che una serie di scelte di design (ad esempio l’abbondante numero di “vite” o una coop – solo offline – facilitante), unite ad una fluidità e a dei controlli molto “moderni”, lo rendono adatto anche ai giocatori moderni.

Questo è proprio uno dei punti di forza della produzione. Iron Meat riesce a restituire le stesse sensazione dei capisaldi del genere e con eleganza elimina le tediosità figlie di quel periodo. La produzione di Retroware, dunque, offre un gameplay veloce, intenso, impegnativo, ma mai frustrante. Anzi, stimolante.

Iron Meat propone una vasta gamma di armi, ognuna con le proprie caratteristiche e punti di forza e debolezza. Tale intuizione spinge il videogiocatore a sperimentare e capire quali armi sono più efficaci contro determinati nemici e/o boss. Anche grazie al sistema di controllo reattivo già elogiato in precedenza.

Iron Meat
Il sistema di controllo di Iron Meat è sempre preciso e puntuale

Quanto appena detto va a braccetto con una buona varietà ludica generale. Oltre ai tanti nemici e ai boss tutti diversificati gli sviluppatori hanno proposto nei nove livelli tante situazioni sempre diverse e peculiari. Iron Meat si mantiene vario, fresco e dinamico fino alla fine, pur senza proporre particolari variazioni sul tema (ad esempio, non ci sono sezioni a bordo di veicoli, un cliché del genere).

Varia e fresca è anche la direzione artistica che unisce il meglio del periodo a cui si ispira, riuscendo a proporre dei livelli comunque pieni di identità. Anche grazie alle varietà di situazioni di gioco di cui sopra che marchiano a fuoco e cadenzano al meglio l’incedere verso i titoli di coda.

All you can meat… invece no!

Titoli di coda che purtroppo arrivano troppo presto. Anche grazie, o a causa, della maggiore accessibilità che caratterizza il titolo. Ma tutto sommato sapevamo che in un paio di ore avremmo finito la prima run.

Quello che non sapevamo è che purtroppo non abbiamo trovato altri stimoli se non rifinire il gioco a difficoltà Difficile (bilanciata ottimamente per un videogiocatore che ha finito la prima run). Iron Meat infatti, purtroppo non offre incentivi alla rigiocabilità. Per dirla tutta, è presente un sistema di rank che aumenta man mano che completiamo e ricompletiamo i livelli ma il problema è che la progressione sblocca solo delle skin che non offrono niente dal punto di vista ludico. Non hanno, insomma, altra funzione se non quella estetica. Sarebbe stato interessante avere skin con abilità, bonus e malus particolari.

Commento finale

Iron Meat è un tributo al genere a cui si ispira e ad i capisaldi dei run’n’gun. Il pregio maggiore della produzione è la sua bivalenza. Riesce a rivolgersi contemporaneamente ai videogiocatori più attempati che hanno vissuto quegli anni ed alle nuove leve che sono attratti da questo “caotico” genere (o banalmente, dalla sua riuscitissima estetica retrò in pixel art). Peccato che in un paio di pomeriggi avrete visto tutto, indipendentemente dalla vostra bravura pad alla mano.

7.8

Iron Meat


Iron Meat è un tributo al genere a cui si ispira e ad i capisaldi dei run'n'gun. Il pregio maggiore della produzione è la sua bivalenza. Riesce a rivolgersi contemporaneamente ai videogiocatori più attempati che hanno vissuto quegli anni ed alle nuove leve che sono attratti da questo "caotico" genere (o banalmente, dalla sua riuscitissima estetica retrò in pixel art). Peccato che in un paio di pomeriggi avrete visto tutto, indipendentemente dalla vostra bravura pad alla mano.

PRO

Gameplay veloce, intenso, frenetico, stimolante e mai frustrante | Direzione artistica retrò molto riuscita |

CONTRO

Dura poco e non ci sono grossi incentivi alla rigiocabilità |

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