Lost Ember, la nostra recensione – Un titolo che ti entra nel cuore!

Da un po’ di tempo è disponibile l’ultima fatica dello studio Mooneye, Lost Ember. Un titolo intriso di magia narrativa, una piccola perla in un grande oceano.

Versione testata: PlayStation 4

Certamente nel cuore dei videogiocatori esiste un posto riservato per quegli sviluppatori che si sforzano di produrre titoli che puntano a suscitare emozioni. Titoli che puntano talmente tanto su questa componente da proporsi come una vera e propria sfida il mettere in discussione le nostre convinzioni, tanto da modificare il modo in cui alcune tematiche possano essere affrontate. Lost Ember vuole posizionarsi in questa casella. Vuole emozionare. E vuole lasciare all’utente un indelebile marchio riguardo la sua esperienza, tralasciando tutti gli altri aspetti tecnici.

Un’emozionante altalena.

Come altri titoli che puntano a creare empatia con il giocatore, Lost Ember cerca di toccare le più recondite corde del cuore raccontando una storia pregna di angoscia, perdita e redenzione. Alla stessa maniera di titoli del calibro di Limbo, Journey e What Remains of Edit Finch, il gameplay è anche qui ridotto all’osso riducendosi principalmente all’esplorazione, alla scoperta, passo dopo passo, della strepitosa trama, in una altalena di emozioni, generata non tanto dal sistema ludico nel suo complesso, quanto piuttosto dall’emozione di una storia ben raccontata. Proprio come un bel libro. Certo a differenza di un bel libro, un videogame è accompagnato da un comparto tecnico/ludico che non può essere sottaciuto, ed in effetti sebbene anche Lost Amber possa vantare un comparto grafico pulito e raffinato  in certi momenti, in altri quasi onirico, è indubbio che la vera bellezza del titolo, sia nella sua capacità di raccontare una storia. 

In Lost Ember interpretiamo un’anima errante, una bestia intrappolata da e in sé stessa. Vagheremo nell’aldilà, soli, poiché la “Città della Luce” ci è stata vietata, colpa di pessime decisioni prese quando eravamo ancora in vita. Nel vagabondare incontreremo un’altra anima disperata, qualcuno di fatto simile a noi: perso, e impossibilitato a entrare nel vero paradiso. Insieme, formeremo una squadra alquanto inusuale, e proveremo a rimediare a tutti gli errori commessi in passato. La componente narrativa – come potrete notare anche voi che state leggendo – è veramente ben scritta e coinvolgente.

Tornando cinici e parlando puramente di game-play, Lost Ember – purtroppo – sotto questo aspetto mostra sorprendentemente il fianco. Inizialmente controlleremo un lupo ed esploreremo varie ambientazioni, scoprendo di fatto il nostro passato. Inoltre, potremo errare in altre creature per poter superare ostacoli e compiere azioni che normalmente un lupo non può fare o fa con difficoltà. Difatti, il nostro alter ego potrà nuotare, volare e scavare. Per fare un esempio, mentre inizialmente vestiremo i panni di un lupo, una missione ci richiederà di uccidere dei colombi; tuttavia, il nostro alter ego avrà bisogno di trasformarsi in un’aquila per poterli cacciare. Il tutto per il fine ultimo di esplorare la totalità di ambientazioni presenti nel titolo.

Un capolavoro narrativo.

Mentre esploreremo i vecchi trascorsi del nostro alter ego, saremo eternamente accompagnati da una leggera, piacevole e deliziosa colonna sonora che – più volte – farà drizzare la pelle. Le musiche sono così rilassanti e piacevoli da accentuare ancor di più la narrazione, tanto da rendere veramente struggenti le parti emotive della stessa. Ogni colpo di scena o scoperta ti colpisce, come un pugno nello stomaco. In senso positivo, ovviamente.

Parlando di grafica, invece, il titolo è paragonabile al Dottor Jekyll e Mister Hyde. Difatti, da una parte Lost Ember risulta semplicemente meraviglioso; dall’altra, invece, appare molto striminzito e – con le dovute cautele – poco ispirato. Non è raro catturare un’immagine qualsiasi del gioco e stupirsi, per poi osservarla meglio e notare alcune magagne tecniche. Per un’opera piena di flora, fauna e vita appare quantomeno curioso questo strano mix. Osando una battuta, pare che Mooneye abbia preso troppa confidenza con l’altalena emotiva alla quale ci ha sottoposti tanto da riproporla in chiave tecnica.

Lost EmberConclusione.

Titoli come Lost Ember sono difficili da recensire. Ti entrano dentro, ti colpiscono forte e lasciano un segno. Non è un gioco perfetto, e non è adatto sicuramente a chi cerca nel medium solamente game-play e frenesia. La narrazione è il punto forte, così come il comparto audio. Lo consiglio a chiunque abbia ancora voglia di sognare, di lasciarsi il passato alle spalle e di perdonarsi.

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Lost Ember
8.0 / 10 4News.it
Acquista suAmazon.it
Disponibile perPS4, XBOX One, PC, Switch
Pro
    - Narrazione emozionante
    - Colonna sonora di ottimo supporto
    - Grafica unica...
Contro
    - Game-play appena accennato
    - Piccoli imprevisti tecnici
    - ...ma non sempre perfetta
Riassunto
Lost Ember è un titolo adatto a chi ha voglia di farsi raccontare una stupenda storia, che rimarrà nel proprio cuore per parecchio tempo.
Gameplay
Grafica
Sonoro
Longevità
Giudizio finale

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PRO


CONTRO

Cristian Cantalamessa
Cristian Cantalamessa
Laureato in amministrazione aziendale, collaboro per passione. Cerco sempre di portare e far usufruire di contenuti interessanti, spero di riuscirci. Buona lettura, per chi vorrà!

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