Recensione Two Point Museum, una notte al museo

Two Point Museum è la piacevole dimostrazione di come l’industria videoludica possa essere, talvolta, sorprendente in senso positivo.

Otto anni fa, la fondazione di Two Point Studios da parte dei veterani Ben Hymers, Mark Webley e Gary Carr mai avrebbe potuto far presagire un futuro così roseo. Indubbiamente, era intrigante mettere insieme professionisti del settore con successi alle spalle come Fable, Black & White e Theme Hospital. Ancor di più era l’idea di proporre un seguito spirituale proprio di quest’ultimo titolo, un fantastico e dissacrante gestionale ambientato nel mondo ospedaliero divenuto cult. Il successo incredibile raccolto da Two Point Hospital ha permesso agli sviluppatori di osare e proporne una versione ambientata nel mondo universitario di stampo anglosassone. Two Point Campus è stato accolto da un successo di pubblico e critica perfino maggiore, portando gli sviluppatori a proseguire l’improbabile serie dedicata ai propri gestionali ironici.

Si arriva così a Two Point Museum, terzo capitolo di questa saga, che stavolta mette i giocatori nei panni di novelli curatori di strutture museali. Tra mostre da organizzare, spedizioni da commissionare, personale da gestire e pubblico da erudire, scopriamo insieme le ragioni di questo nuovo successo edito da SEGA.

Two Point Museum è disponibile dal 4 Marzo per PC (via Steam), Xbox Series e PlayStation 5.


Versione testata: PlayStation 5


Ironia della sorte

La contea di Two Point è alle prese con una carenza culturale piuttosto accentuata, a causa del degrado in cui versano i siti dedicati ai musei. Pochi fondi da investire e strutture fatiscenti, che non riescono a proporre al pubblico una degna offerta intellettuale. Tuttavia, non c’è da disperare: con un po’ di buona volontà, spirito di iniziativa ed un buon acume gestionale, nulla è impossibile in Two Point Museum.

Questa è sostanzialmente la premessa che stavolta gli sviluppatori propongono al pubblico. Dopo aver risollevato le sorti di inverosimili nosocomi ed aver dato nuovo prestigio ai campus universitari, stavolta è il momento di dedicarsi alle strutture museali. Da questo punto di vista possiamo già confermarvi un elemento che potrebbe essere piuttosto evidente dalle immagini a corollario di questa recensione. Two Point Museum offre il medesimo spirito leggero reso famoso dalla saga, con un umorismo contaggioso che pervade ogni aspetto della produzione. Dalla presentazione alle dinamiche di gameplay, l’obiettivo è ancora una volta quello di destreggiarsi tra le richieste del gioco al fine di realizzare un perfetto traguardo di gestione, tra follie impreviste, iniziative ambiziose e voci di bilancio.

Tutti amano i dinosauri.

Two Point Museum offre così una alternativa iniziale tra due opposte modalità.

Da un lato una proposta introduttiva che segue una vera e propria campagna. Questa porterà il giocatore dal ruolo di umile curatore di una struttura in disuso ad abile gestore delle migliori proposte museali del Paese. Si tratta dell’opzione che introduce al mondo di Two Point Museum, alle sue peculiarità strutturali nonché alle meccaniche di base. Aspetti che vengono introdotti gradualmente ed in maniera incredibilmente ponderata, senza rigidità imperative e con un occho di riguardo verso ogni tipologia di pubblico.

Dall’altro lato, il vero cuore pulsante del titolo ovvero la modalità libera. Qui troverete davanti a voi tutte le enormi possibilità del titolo, con la piena libertà di costruire il vostro museo dei sogni mattone dopo mattone, una esposizione dopo l’altra.

Vedere un museo girare a pieno regime è una soddisfazione immensa.

Quella dovrebbe stare in un museo!

A prescindere dalla modalità che deciderete di intraprendere, Two Point Museum regala un’esperienza semplicemente eccellente. E lo fa calandosi perfettamente nel contesto della gestione totale di un museo, che va ben al di là del semplice posizionamento di oggetti d’arte all’interno di una struttura.

Motore propulsivo principale del titolo è infatti introdotto da subito dal team di sviluppo: le spedizioni scientifiche. I reperti da esposizione, si sa, non crescono sugli alberi e non si acquistano dai grossisti. Per trovarli, nel ruolo di curatore dovrete organizzare missioni esplorative in giro per il mondo con l’obiettivo di riportare alla base nuovi tesori da poter mettere in mostra nelle sale del vostro museo. Si tratta di una meccanica parallela alla gestione del museo in sé e per sé, tuttavia ad essa legata in maniera indissolubile. Ciascuna spedizione infatti avrà requisiti e caratteristiche diverse. Nel selezionare quale missione intraprendere, il giocatore dovrà valutarne le tempistiche, il rischio di infortuni, le conoscenze specifiche richieste da parte del team scientifico da inviare. Un successo porterà a nuovi ritrovamenti da inserire nel vostro museo, ma al contempo non tutte le spedizioni potrebbero risultare positive portando ad esiti nefasti.

Le esposizioni soprannaturali sono piuttosto citazionistiche.

Se le ricerche scientifiche costituiscono un elemento fondamentale per dare impulso alle proposte culturali del museo (oltre che foriere della introduzione di un piacevole fattore di collezionabilità legato allo sblocco di tutte le esposizioni), la gestione del museo diventa poi la principale fonte di impegno per i giocatori.

Two Point Museum permette di costruire il vostro museo dei sogni, spaziando liberamente dalle fondamenta alla natura delle esposizioni. Dalla archeologia al soprannaturale, il titolo offre cinque ambiti culturali da poter gestire (e mescolare) a piacimento, ciascuno con esigenze specifiche. Volete creare la vostra versione dell’American Museum of Natural History? Si può fare, ma attenzione alle caratteristiche dei vostri reperti. Potrebbero avere bisogno di particolari manutenzioni per restare in ottime condizioni, oppure necessitare di ambienti con una giusta temperatura. Dovrete dunque ottimizzare la struttura per rispondere alle esigenze delle vostre attrazioni, ma al contempo innalzare l’interesse nei loro confronti disponendo efficacemente totem informativi ed oggetti funzionali a tenere alto l’engagement dei visitatori.

I musei acquatici hanno esigenze molto particolari alle quali prestare attenzione.

Cultura e capitalismo

Al di là degli aspetti culturali di un museo, il nuovo capitolo della serie Two Point non dimentica che le mostre permanenti sono anche e soprattutto dei microcosmi economici.

Il vostro obiettivo non sarà solo quello di realizzare il museo esteticamente più raffinato (o fuori di testa, la scelta è vostra), ma anche quello più profittevole. Maggiore sarà la soddisfazione culturale del pubblico, maggiori saranno i vostri potenziali introiti. Le persone avranno tuttavia esigenze diverse: alcune preferiranno determinate tipologie di esposizioni, altre vorranno comode aree relax, i bambini preferiranno esibizioni interattive. Senza dimenticare lo spazio destinato alle esigenze fisiologiche, al ristoro nonché agli immancabili negozi di souvenir.

Ovviamente il museo non andrà avanti da solo e dovrete occuparvi anche delle assunzioni del personale, suddiviso in mansioni, che automatizzeranno le attività a loro dedicate. Ci sarà bisogno di lavoratori per le biglietterie, ma anche inservienti per mantenere lindi i corridoi, così come ricercatori per sviluppare nuove attrazioni, guardiani per assicurare la pubblica sicurezza o studiosi da formare per le spedizioni scientifiche future. Il tutto sempre prestando attenzione alle loro necessità: un dipendente felice è un dipendente produttivo.

Ricordatevi sempre di piazzare gli appositi totem dedicati alle offerte dei visitatori.

Il loop ludico che si instaura diventa così quello tipico di qualsiasi gestionale. Una continua rincorsa al miglioramento della propria struttura, attraverso l’ottimizzazione dei costi e l’incremento massimo dei ricavi. Ovviamente in pieno stile Two Point, dosando saggiamente leggerezza, facilità di approccio e profondità strategica. Da questo punto di vista, Museum rappresenta probabilmente il titolo più ponderato ed equilibrato della saga, sebbene potrebbe essere considerato troppo permissivo dai veterani degli strategici. Ad esempio, il lato economico è semplificato in alcune macro voci di rapida consultazione, senza troppi sofismi. Al contempo, gli effetti legati al posizionamento di alcuni oggetti non sempre producono effetti in modo chiaro, soprattutto negativi. Il risultato è che tende a sentirsi poco il peso degli errori nel micro management, salvo nei casi più macroscopici che possono portare ed evidenti problemi finanziari.

Gran parte del merito del successo di questo capitolo è poi da affidare all’interfaccia utente. Mentre altre produzioni del genere faticano a trovare un compromesso che possa mettere d’accordo il pubblico PCista e quello delle home console, Two Point Museum riesce a trovare una perfetta soluzione. Tutto è di facile ed intuiviva consultazione anche da console, permettendo una eccellente esperienza su qualsiasi piattaforma. Nello specifico poi, la versione PlayStation 5 appare molto curata nell’estetica e nel sonoro anche al netto di qualche rallentamento (infinfluente) nelle situazioni più concitate.

I souvenir saranno poco culturali, ma fanno molto bene all’economia di un museo.

Commento finale

Two Point Museum è l’ennesimo trionfo di una saga nata casualmente, dal successo del seguito spirituale di un titolo cult. Costruire il museo dei propri sogni è una esperienza gratificante e divertente, alla portata di tutto il pubblico grazie al perfetto bilanciamento delle caratteristiche ludiche. La cifra stilistica del franchise è ancora improntata all’ironia ed alla leggerezza, che si ripercuote anche in un gameplay tendenzialmente permissivo che potrebbe non essere apprezzato dai culturi dei gestionali più impegnativi. Ma al di là di questo, si tratta di un titolo da non lasciarsi scappare. Potrebbero persino sbocciare nuovi amori verso questo genere, ve lo garantiamo.

8.5

Two Point Museum


Two Point Museum è l'ennesimo trionfo di una saga nata casualmente, dal successo del seguito spirituale di un titolo cult. Costruire il museo dei propri sogni è una esperienza gratificante e divertente, alla portata di tutto il pubblico grazie al perfetto bilanciamento delle caratteristiche ludiche. La cifra stilistica del franchise è ancora improntata all'ironia ed alla leggerezza, che si ripercuote anche in un gameplay tendenzialmente permissivo che potrebbe non essere apprezzato dai culturi dei gestionali più impegnativi. Ma al di là di questo, si tratta di un titolo da non lasciarsi scappare. Potrebbero persino sbocciare nuovi amori verso questo genere, ve lo garantiamo.

PRO

Divertente, assuefacente ed ironico come da tradizione per il franchise | Perfettamente adattato alla infrastruttura home console | Gestione a 360° che non guarda solo all'estetica, ma anche e soprattutto all'economia |

CONTRO

I più esperti potrebbero trovarlo fin troppo permissivo | Qualche lieve intoppo di natura tecnica | Gli effetti legati al posizionamento di alcuni oggetti non si palesano molto |

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