Recensione Uncharted: L’Abisso d’Oro

uncharted-golden-abyss_thumbUn nuova avventura di Nathan Drake in versione portatile!

Versione testata PlayStation Vita.

Ci sono titoli che entrano prepotentemente nel panorama videoludico rendendo il suo protagonista una icona di riferimento. Dopo esserlo diventato su Playstation 3, Nathan Drake torna in una avventura inedita per la serie Uncharted sulla neonata console portatile PlayStation Vita con il capitolo Uncharted: L’Abisso d’Oro.

Tra cercatori d’oro, nuovi personaggi, misteri da risolvere, il titolo è chiaramente la punta della line up di Sony per trainare le vendite della console stessa.

Sarà riuscito Nathan nell’impresa di solleticare l’acquisto di PS Vita ?

Continuate a leggerlo per scoprirlo.

Una storia tangibile

Uncharted è nato come un progetto che doveva riempire il vuoto lasciato da Lara Croft nelle avventure platform sviluppato dal team interno a Sony, Naughty Dog. Dopo il successo, per certi versi inaspettato del primo capitolo, la serie ha fatto il salto di qualità con il secondo e infine trionfato con il terzo. In pratica un “must have” per tutti i possessori di PS3. Ovvio quindi attendersi lo stesso trattamento per una console nuova che vuole imporsi sul mercato. L’onere questa volta passa nelle mani di Bend Studio, software house sempre interna a Sony e nota per la serie Syphon Filter su PSOne, PS2 e PSP, e altri progetti tra cui Resistance: Retribution su PSP.

Naughty Dog gli ha lasciato tutti gli asset principali per poter evitare problemi di rifacimento, tra cui la struttura poligonale del protagonista e il parco di effetti sonori, mentre il motore grafico così come la struttura del gameplay sono stati progettati interamente dal nuovo team Bend Studio.

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Avviato il titolo ci si accorge come il feeling di questa produzione ricalci la serie, sia nella impostazione delle voci del menu, sia nella musica, tema ormai noto ai più.

Dopo una occhiata al menu opzioni, la avventura di Nathan Drake comincia in un periodo storico non meglio precisato. Per quello che ha riferito il team di sviluppo, i fatti narrati in L’Abisso d’Oro sono da inserire come un prequel del primo capitolo.

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Nathan si ritrova in una zona del Messico in compagnia di Dante, un socio in affari come ce ne sono tra ladri di fortuna. Muovere i primi passi è come sempre molto facile, grazie ad una serie di consigli utili a comprendere le meccaniche di gioco e le caratteristiche di PS Vita. Per chi proviene da PS3, sarà naturale utilizzare i controlli canonici simili al pad, ma l’introduzione di comandi alternativi collegati al touch screen e al pannello posteriore, portano la giocabiltià del titolo su nuove esperienze.

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Abbiamo imparato come di questi tipi non c’è mai da fidarsi, e così dopo un primo problema con i soldati capitanati dal generale Guerro, facciamo la conoscenza di Chase, una ragazza amante delle scoperta, una vera esploratrice, una che ama scovare tesori per il semplice piacere di farlo e non per soldi. Sarà lei il motivo trainante delle scoperte di Nathan.

La storia viene narrata in modo sufficientemente utile a non perdere il filo degli eventi, con situazioni in cui le battute tra i personaggi e Nathan sono il miglior contorno. Immancabili i doppi sensi tra Nathan e Sully. Il buon vecchio amico di sempre è presente nella seconda parte dell’avventura e saprà strapparvi un sorriso con le sue battute a doppi sensi. La peculiarità è senza alcun dubbio nell’uso incredibile di tutte le funzionalità di PS Vita, anche quelle che non ti aspetti. Ci sono fasi ad esempio, oltre allo sfregamento della superficie, dove bisogna scattare fotografie e si usa la console proprio come una macchina fotografica con tanto di zoom ottico. Oppure si va vicino ad una fonte luminosa mimando di avere in mano una pergamena sulla quale bisogna far apparire delle scritte incise con un particolare inchiostro. Oppure schivare i massi durante le rapide sfruttando i sei assi. Questo è altro sono esempi di come l’avventura diventi godibile e apprezzata più per la sua giocabilità che per la storia in se.

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Il gioco è costellato di fasi platform, godibili grazie al nuovo metodo di trascinamento del personagggio usando il touch panel e rilassanti perché variano la postura stessa delle mani sulla console, a fasi sparatutto con la possibilità di prendere meglio la mira muovendo la console e usando quindi il giroscopio dei sei assi, alle fasi d’esplorazione per trovari i vari tesori disseminati lungo ogni ambiente di livello e risolvere gli enigmi. Proprio questi ultimi sono tantissimi e sono praticamente vitali se volete collezionare la maggior percentuale di Trofei per il vostro account PSN. Il gioco li suddivide in tesori di vario genere, dalle civiltà a personaggi chiave. Il Trofeo di ognuno viene sbloccato solo nel momento in cui risolvete tutti gli enigmi relativi. Vi assicuriamo che trovarli tutti vi impegnerà non poco anche perché la maggior parte degli elementi utili si trovano in posti lontano dal tragitto principale. Altri sono invece assegnati tramite carte da gioco, collezionabili attraverso le varie uccisioni, e segnalate come reperti preziosi.

Non contemplando una modalità pura Multigiocatore, Bend Studio si è inventata il Mercato Nero. Questa zona sfrutta le peculiarità di Near per portare l’ambiente social del gioco, ovvero potete ritrovarvi con gli altri giocatori del titolo per vendere e acquistare alcune carte da gioco, in una forma vera e propria di baratto in quanto ciascuna ha un valore ben preciso.

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Luci o ombre

PlayStation Vita viene messa in risalto in tutta la sua qualità, sia positiva che ahimè negativa. Il titolo fa sfoggio di una buona gestione poligonale, animazioni fluide e un framerate a 30fps, tranne un solo caso riscontrato durante tutta l’avventura. Spettacolari sono gli effetti luce sia ambientali, tra la luna e le fiamme, che degli oggetti di lanterne e torcie elettriche. Ogni rifrazione si espande nella zona di interesse in modo realistico. La vegetazione, così come gli ambienti in generale sono dettagliati in modo molto buono. Una varietà maggiore dei luoghi da visitare avrebbe aumentato il piacere di esplorarle e resa più accattivante il proseguio dell’avventura tra le varie missioni.

Restano però ad un occhio attento e soprattutto esigente, una cura altalenante nella gestione delle ombre, la presenza di texture non sempre all’altezza e un diffuso senso di mancanza di filtro anti-aliasing. In generale, questi difetti passano in secondo piano, catturati da tanta meraviglia riesce a trasmettere il gioco. Il titolo infatti non manca di soprendere per la scelta azzeccata di mischiare le varie fasi di gioco prendendo spunto da quanto già apprezzato nei capitoli sviluppati su PS3.

uncharted-golden-abyss_pic011uncharted-golden-abyss_pic016uncharted-golden-abyss_pic018Non soffermatevi agli screenshot che abbiamo generato direttamente dal gioco (sfruttando la peculiarità della console), poiché la loro qualità è decisamente più bassa rispetto a ciò che si vede in diretta. Detto questo sarebbe opportuno capire se gli alti e i bassi che i nostri occhi percepiscono sono dovuti ad una limitazione della console oppure solo dal tipo di sviluppo di questo prodotto. Lo scopriremo probabilmente solo con i prossimi titoli. L’intelligenza artificiale si è rivelata in linea con quanto già provato nella serie realizzata da Naughty Dog. I nemici appaiono abbastanza alla portata dei giocatori incalliti al livello di difficoltà Normale, mentre già a Difficile c’è da passare momenti snervanti per la estrema fragilità di Nathan nel subire i colpi avversari e l’atteninenza dei nemici a saper sparare e trovare subito copertura. Più affabili a livello Molto Facile e Facile, indicati per chi non ha mai avuto a che fare con un titolo del genere.

La longevità è molto buona. A difficoltà Normale, completando circa il 40% degli enigmi e collezionando altrettanti tesori, abbiamo impiegato circa 11 ore di gioco per arrivare fino all’ultimo 34mo capitolo. A ciò si aggiunge la componente rigiocabilità che abbiamo spiegato in precedenza.

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Ottimo il comparto sonoro, che praticamente ricalca quanto già goduto nei capitoli maggiori con l’ausilio di effetti sonori come i colpi sparati dalle varie bocche di fuoco e quelli ambientali che riproducono fedelmente i vari rumori di fondo e immergono il giocatore, a cui si aggiunge un doppiaggio in italiano perfetto. La colonna sonora, a parte la musica del tema principale, è nuova e perfettamente inserita nel constesto degli eventi.

Commento finale

Uncharted: L’Abisso d’Oro è il titolo che al momento meglio promuove la tecnologia della console portatile PlayStation Vita. L’utilizzo dei controlli, una spettacolare serie di effetti visivi e sonori, racchiudono un prodotto degno di essere giocato e goduto, dall’inizio alla fine della sua storia. Il Mercato Nero sopperisce in parte alla mancanza della componente Multigiocatore ed aggiunge un aspetto social inedito. La sua rigiocabilità sarà degna del miglior cacciatore di Trofei. Pur non raggiungendo le eccellenze ammirate dagli episodi su PS3, il titolo è consigliato senza riserve a tutti coloro che possiedono PS Vita, immancabile nella collezione di un estimatore di Nathan Drake.

Votiuncharted-golden-abyss_cover-vita

Giocabilità 92
Grafica 89
Sonoro 95
Longevità 90
Globale 92

Pro

– Tecnicamente un gran bel vedere e sentire

– Storia interessante

– Uso delle caratteristiche PS Vita perfettamente integrate nel gameplay

Contro

– Alcune rare incertezze nella risposta ai comandi durante le fasi platform

– Qualità visiva non sempre all’altezza della produzione

– Poca varietà di luoghi

Il titolo è disponibile dal 22 Febbraio 2012 in esclusiva su PlayStation Vita.

 



PRO


CONTRO

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