Recensione Zero Escape: Virtue’s Last Reward

Tradimento o alleanza? Il ritorno del (nuovo) Nonary Game

Versione testata: Ps Vita

Svegliarsi bloccati in un ascensore insieme ad un estraneo, ignari di come si sia finiti lì, non è esattamente il modo migliore per iniziare la giornata. Ma per Sigma, protagonista di Zero Escape: Virtue’s Last Reward, questo brusco risveglio segnerà l’inizio di un incubo ben peggiore: il Nonary Game.

Impersona il giovane Sigma e sii artefice del tuo destino: deciderai di pensare solo a te stesso o ti fiderai dei tuoi sventurati compagni per riuscire a salvarli tutti?

Sulla scia di 999 (Nine Hours, Nine Persons, Nine Doors)

Recensire un titolo come Zero Escape: Virtue’s Last Reward senza svelarne la trama (vera protagonista del gioco) è impresa ardua; tuttavia cercheremo di non rovinarvi l’esperienza di gioco con fastidiosi spoiler e di parlare meno possibile del plot. Chi ha già giocato a 999 (titolo mai distribuito in Italia) conosce bene Zero e il Nonary Game: nove persone, rapite da un folle che si fa chiamare Zero, vengono rinchiuse in un magazzino, senza vie di fuga e costrette a giocare il mortale Nonary Game; solo il vincitore, o i vincitori, avranno la possibilità di fuggire e salvare la propria vita; gli altri sono destinati a morire.

Ci troviamo di fronte proprio ad un emulo dello Zero di 999, che parla con le sue vittime per bocca di un’intelligenza artificiale con le sembianze di un coniglio. Anche il roditore si chiama Zero, ma viene ribattezzato Zero Jr dai partecipanti per distinguerlo dall’originale. Sarà questo sadico roditore a spiegare a Sigma, Phido (la ragazza che si sveglia con voi all’interno dell’ascensore e che inspiegabilmente conosce già il vostro nome) e agli altri sette ostaggi le regole del Nonary Game in versione Ambidex Edition.

Alleati o tradisci

Nonostante gli stretti legami con il suo predecessore, Zero Escape: Virtue’s Last Reward non è però un sequel da giocare necessariamente dopo 999: certo, i riferimenti sono molteplici (uno degli ostaggi, per esempio, non è la prima volta che partecipa al Nonary Game), ma non tali da pregiudicare la comprensione della trama o rovinare l’esperienza di gioco. Lo stesso Nonary Game è diverso: in questa Ambidex Edition, infatti, i giocatorisono accoppiati ancora una volta da uno strano orologio digitale,  ma dovranno decidere se tradirsi o allearsi tra loro. La loro decisione porterà all’assegnazione di un punteggio; chi raggiungerà per primo l’obiettivo avrà salva la vita. Il destino di chi non ci riuscirà è facile da immaginare.

A questo punto vi chiederete se il gioco consista solo in questa scelta: la risposta è ovviamente no.

Il gioco della vita

In Zero Escape per accedere a ciascuna sessione di voto Sigma dovrà risolvere, insieme ai suoi compagni (l’orologio cambierà gli accoppiamenti dopo ogni sessione), dei complessi enigmi ambientali. Lo scopo è ottenere le chiavi di due delle Ambidex Room (ricordate l’ascensore in cui ci siamo svegliati?). È dunque questa la fase attiva del gameplay, durante la quale dovremmo setacciare ogni angolo alla ricerca di indizi nascosti, risolvere problemi matematici e di logica, inserire le giuste password per arrivare ad aprire la cassaforte.

Purtroppo la mancata localizzazione in italiano potrebbe rendere più ostica la comprensione di alcuni indizi a chi non avesse una buona conoscenza della lingua inglese: il gioco ha infatti solo doppiaggio e sottotitoli in inglese. Tuttavia ci si può prendere tutto il tempo per leggere i dialoghi e il log permette di rivedere le frasi che ci sono sfuggite; frasi dove si può sempre celare la chiave risolutiva al nostro problema del momento.

Un piccolo capolavoro di nicchia

Inutile però girarci attorno: Zero Escape non è un titolo per tutti. Il comparto tecnico, seppur ottimo se paragonato ad altre visual novel, potrebbe far storcere il naso a più di un giocatore. Le animazioni durante i dialoghi sono ridotte all’osso e spesso ripetitive; lo stesso movimento all’interno delle stanze, che grazie agli ambienti 3d permette di guardare in ogni angolo, rimane comunque limitato.

Tuttavia il punto focale resta senza dubbio la trama e in Zero Escape: Virtue’s Last Reward è davvero superlativa: i dubbi e le incertezze di Sigma diventeranno i vostri e le nuove scoperte vi terranno attaccati alla vostra console per ore: infatti si superano tranquillamente le 20 ore di gioco, ma si può arrivare anche a sfiorare le 50 a causa degli enigmi più complessi se si gioca a difficoltà Hard. Le rivelazioni finali vi lasceranno letteralmente a bocca aperta, pur lasciando più di qualche questione in sospeso. Alcuni documenti, che potrete trovare nelle cosiddette Escape Room, questo il nome delle stanze dove si nascondono le chiavi, amplieranno poi i confini della storia, pur non essendo indispensabili alla sua comprensione. Le musiche, infine, sono quasi sempre adeguate al momento narrativo e aggiungono quel qualcosa in più alla già totale immersione nel racconto.

Commento finale

Zero Escape: Virtue’s Last Reward è un titolo che ci sentiamo di consigliare senza riserve a tutti gli amanti del genere. La narrativa è avvincente e ricca di pathos, e non ha nulla da invidiare ai best-seller cartacei. D’altre parte, il ritmo del gioco è piuttosto lento e le fasi narrative vengono ripetute in alcune fasi, rallentando un po’ troppo l’azione.

Voti

Giocabilità 90
Grafica 80
Sonoro 90
Longevità 80
Globale 85

Pro

– Trama d’altissimo livello

– Livello di sfida adeguato

– Sonoro adatto alle situazioni narrate

Contro

– Mancata localizzazione in Italiano

– Realizzazione tecnica a tratti superficiale

– Ripetitività di fondo

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