GameStop e le verità scomode

Diverse testimonianze sembrano confermare la vicenda.

La scorsa settimana Kotaku ha portato alla luce una questione piuttosto spinosa circa l’esistenza di una pratica (Circle of Life) che spingerebbe i dipendenti di GameStop USA (ma anche dipendenti di Store localizzati in Europa) ad utilizzare pratiche “scorrette”, mentendo spudoratamente ai clienti per non creare scompensi sulle quote target del singolo punto vendita.

Come funziona il sistema? Semplice, ogni Store ha delle quote percentuali differenti per 1) i pre-ordini; 2) la sottoscrizione di tessere (Level 3); 3) la vendite di videogiochi usati; 4) il trade-in dei giochi, ovvero acquistare un titolo nuovo e riportarlo al GameStop per acquistare un nuovo gioco. Sostanzialmente è su questo che si basa il famigerato “Circle of Life” della catena e il sistema in essere comporta anche alcune problematiche lavorative non di poco conto per i dipendenti del “colosso” americano.

Tante le testimonianze che portano a riflettere su come possa essere l’ambiente lavorativo di un punto vendita GameStop; ne riportiamo qualcuna:

Durante il periodo di Natale, il mio staff aveva paura di perdere il lavoro a causa del programma Circle of Life, quindi ho deciso di passargli le mie transazioni per migliorare il loro punteggio interno, mentre io mi sono fatto carico di transazioni che avrebbero potuto rovinare la media. L’ho fatto per togliere un bel carico di stress alla mia squadra e per farli sentire più sereni durante le feste. Pensavo di essere al sicuro perchè ho sempre avuto valutazioni eccellenti e il punteggio Circle of Life del mio store era superiore alla media…. mi sbagliavo. Sono stato licenziato perchè non ho dato il buon esempio come leader. Mi dispiace, ma non me ne pento, ho fatto quello che ho ritenuto giusto per i miei ragazzi.”

“Lavoro come Assistant Manager in un GameStop del Midwest e vi posso dire che… beh… i nostri dirigenti ci portano a ingannare i clienti.”

“Gli obiettivi del programma COL andavano raggiunti tutti i giorni, altrimenti il nostro District Manager ci avrebbe chiamato per avvisarci dei numeri bassi e minacciare di licenziarci.

“Stiamo dicendo alla gente che non abbiamo i nuovi sistemi, così da non subire colpi di 300-400$ alla volta sui numeri dell’usato.”

“A nessuno di noi piace mentire ma purtroppo spesso siamo costretti a farlo per salvaguardare il nostro posto di lavoro. Non possiamo fare altrimenti, semplicemente non abbiamo scelta.”

“Per molti di noi il programma Circle of Life è una vera tortura…”

Come riportato da Multiplayer.it, anche in Italia ci sono state testimonianze riguardo le pratiche adottate da GameStop:

“Non ho mai sentito parlare di Circle of life. Però è vero, danno percentuali assurde di usato rispetto al nuovo. Ti fanno capire che vendere nuovo è dannoso e rompono assai le p***e su queste percentuali. Fanno anche pressioni della serie ‘ti chiudo il negozio’ ‘ti trasferisco’. È capitato che clienti arrivassero da noi dicendo di non aver trovato PS4 in un punto vendita quando avevano il magazzino pieno.
Negli ultimi anni c’è stato un cambiamento esagerato nella mentalità. Per esempio di cosa intendo. Una volta una buona media di protezione su disco era il 33%. Ora siamo passati alla media catena del 110%. Cosa significa? Se vendi un gioco senza protezione ti sei rovinato la performance giornaliera.
Non c’è da difendere o attaccare, sto cercando di dirti solo le cose come stanno E in effetti quell’articolo non riporta cose false.”

“La mia esperienza lavorativa è stata abbastanza stressante in quanto ero pressato sia dallo store manager al vendere sopratutto usato e la game protection altrimenti lo store andava “male” e riceveva una telefonata da parte dell’area manager o un messaggio. Gamestop Italia ha un programma interno che si chiama Key Performance Index che è visibile dal computer dello store e dall’area manager che ogni settimana circa pubblicava i dati di tutti i dipendenti e giornalmente di tutti gli store. Se una persona o una store hanno troppi rossi si viene richiamati, se persistono al dipendente non viene rinnovato il contratto. Se invece lo store va male, viene fatto un cambio di personale. Eravamo costretti inoltre a inviare ogni giorno sul gruppo i nostri dati individuali per vedere l’andamento e se avevamo sgarrato lo store manager ci “esortava” a fare di più, anche rincorrendo stratagemmi quali vendere usato piuttosto che il nuovo, dire che alcune promozioni erano solo con la tessera livello 3 e invece erano aperte a tutti i tipi di tessere.”

– quando si vendeva una console nuova almeno sul 50% era tassativo fare la console protection; le console usate erano sempre da spingere in primis e cercare su tutte la cp.
– Gamestop tratta i negozi come dei magazzini, il mio store aveva il magazzino pieno di PS4 e 3DS e quando se ne vendevano qualcuna ne venivano inviate altre senza rigor di logica.
– un episodio importante che rappresenta la pressione che subiva un dipendente è stato un giorno vicino a natale, eravamo in cassa io e il mio collega erano circa le 17 e bisognava inviare i dati sul gruppo per vedere l’andamento dello store, lo store era pieno e non potevamo lasciare le persone in coda senza scontrinare per fare i calcoli dopo 30 minuti il telefono del negozio e il mio privato ha iniziato a suonare come “se non ci fosse un domani” ; il mio store manager, colleghi di altri store, i miei colleghi e infine il mio area manager abbastanza alterati perche’ io e il mio collega non avevamo pubblicato i dati. il mio collega ha dovuto chiudere cassa e far rimanere le persone in coda perche’ dovevamo inviare i dati di store (VENDITE,GP,CP,USATO, LOOT….).
-uno store della mia provincia addirittura effettuava vendite solamente se in linea con le linee guida dell’azienda altrimenti cercava in tutti i modi di non concludere la vendita (es. quel giorno i dati di store non vanno bene, uno viene per comprare una PS4 Pro gli propongono una cp e se lui rifiuta fanno finta che non ci sia e gli dicono di andare dalla concorrenza).
-altra nota e’ il vendere prima tutti gli accessori marchiati @play rispetto agli originali senza esporre il prezzo (anche se l’azienda chiede di esporlo, ma non lo fa nessuno store) e quando la persona chiedeva il prezzo maggiorandolo con accessories protection senza proporre un alternativa.”

La questione è molto delicata e come vi avevamo riportato qualche giorno fa, il COO di GameStop Tony Bartel è intervenuto in difesa della società rilasciando alcune interessanti dichiarazioni.

Di seguito, il testo della missiva riportata da Kotaku:

“Messaggio speciale da Tony Bartel, 2 Febbraio 2017.
Famiglia GameStop. Voglio prendere del tempo per affrontare un articolo pubblicato recentemente da una nota testata, relativo al nostro programma Circle of Life. Nel pezzo in questione, viene spiegato come Circle of Life spinga i nostri collaboratori a trarre in inganno i clienti riguardo il reale valore di alcuni prodotti da noi venduti.

Questo è quanto di più lontano ci sia dalla verità e voglio dirlo chiaramente. La missione di GameStop è quella di aiutare i clienti a ottenere il miglior prezzo sui prodotti che vendiamo, tramite i pre-ordini, la tessera fedeltà e il trade-in dell’usato. Vogliamo soddisfare pienamente le esigenze dei consumatori, sia che stiano acquistando un gioco nuovo o usato, una console, un gioco digitale o qualsiasi altro prodotto. Circle of Life genera in realtà un grande valore per i clienti, se pensate che nel 2016 GameStop ha emesso circa un miliardo di dollari di credito ai clienti attraverso il trade-in, credito che nel 70% dei casi è stato subito speso per l’acquisto di altri prodotti nuovi.

So bene che molti di voi lavorano duramente per assicurarsi che i nostri clienti abbiano una piacevole esperienza all’interno dei negozi GameStop. Grazie! I comportamenti descritti nell’articolo sono deludenti ma so che i comportamenti descritti non rappresentano la maggior parte dei nostri dipendenti. Siete una grande squadra e la cura al cliente è la vostra prima missione.
Grazie per il duro lavoro e per il vostro impegno. La vostra passione, la conoscenza e l’impegno sono i fattori che contraddistinguono GameStop dalla concorrenza. Continuate così e Power to the Players!
Tony”

Bartel rispedisce dunque le accuse al mittente, anche se non nega che alcuni dipendenti possano agire in malafede, specificando come qualsiasi iniziativa in merito sia totalmente autonoma (e soggetta a punizioni) e non dipenda in alcun modo da direttive della società.

Verità o menzogna?

Quindi la verità quale potrebbe essere? Forse non lo sapremo mai, però non è così “raro” trovare persone che hanno avuto pessime esperienze da GameStop. Sembra quasi che ogni punto vendita sia un mondo a sè stante, e non è così difficile trovarsi in situazioni paradossali come quelle riportate più sopra. Il problema in realtà è molto più vasto in quanto le “pratiche” utilizzate andrebbero a danneggiare anche i Publisher e le Software House in quanto GameStop prediligendo i pre-ordini, andrebbe volontariamente a ridurre le copie acquistate. Personalmente, da qualche anno, non sono assiduo frequentatore di GameStop e acquisto qualcosa solo se in vista di qualche promozione o sconto veramente interessante; il commesso che ti vuole rifilare la Game Protection (anche su giochi sigillati) è prassi ormai consolidata da anni e anni e pensare che il tuo rifiuto a farla possa comportare delle penalizzazioni allo stesso se non addirittura il licenziamento non è affatto bello.

La mia testimonianza circa le pratiche scorrette di GameStop riguardano la famigerata tessera Level 3, ovvero quella che ti permette di accedere alla stragrande maggioranza di sconti. “Proprio perché non ci vado spesso da GameStop mi sono ritrovato ad andarci proprio il giorno in cui la tessera scadeva e la commessa, probabilmente volontariamente, voleva in tutti i modi farmi pagare i circa 18 euro per il rinnovo; avendo una buona memoria prontamente le risposi che il rinnovo, avendo un tot di punti sarebbe avvenuto in automatico, cosa poi confermatami da un altro punto vendita.” Se consideriamo persone meno “esperte” sulla vicenda, quante volte avranno pagato la tessera pur avendo diritto al rinnovo gratuito? Questa è soltanto una minima esperienza successa al sottoscritto, ma sommata alle altre fa capire quanto il sistema “Cerchio della Vita” sia radicato nella mentalità della catena americana.

Inoltre considerando la gestione problemata dell’usato, sostanzialmente chi ci va a guardagnare è soltanto il rivenditore in quanto al produttore del gioco non gli entra nulla in tasca, l’unico vantaggio per il consumatore è quello di avere “più soldi” per acquistare altri prodotti da GS. Certo il sistema non funziona sempre così perfettamente e a conti fatti, a meno che non siate soliti terminare giochi in pochissimi giorni per sfruttare il trade-in e acquistare altro, l’unico che ci guadagna è GameStop. Il mercato Digitale potrebbe riportare un po’ di ordine in quanto sicuramente è più trasparente di quello Retail, ma ha comunque delle pecche che non staremo qui ad analizzare, e forse nel medio/lungo periodo potrebbe andare incontro alle esigenze non solo del consumatore ma anche del produttore più di quanto quello fisico stia facendo negli ultimi anni.

E voi cosa pensate a riguardo? Avete avuto esperienze negative da GameStop oppure no? Fatecelo sapere nei commenti

 

 

 

 

Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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