Recensione Blasphemous

Versione testata: PlayStation 4

Tanti stili per un gioco particolare

Oggi vi parleremo di Blasphemous, un titolo indie creato dai ragazzi di The Game Kitchen, un piccolo studio indipendente con base a Siviglia.

Sono abbastanza sicuro che molti collegheranno il titolo a qualcosa di “impuro” nei confronti della religione, ma questo è il più grande errore che possiate fare.

Infatti il team di sviluppo, durante l’appuntamento in quel di Colonia ha avuto modo di precisare come abbiano studiato in profondità i dettami della religione, anzi ha voluto far conoscere al mondo quella che è la tradizione iberica del cattolicesimo, abbastanza vicina a quella nostrana.

Questo gioco attinge a piene mani da titoli illustri e amati dal pubblico. Si parte dallo stile, dichiaratamente metroidvania, fino ad arrivare ad alcune meccaniche di gioco tratte dalla serie Dark Souls e dal piccolo grande capolavoro Hollow Knight (non dimenticate di seguire le guide del nostro Andrea Scibetta).

Il tutto condito a puntino con l’imperdibile sapore retrò del comparto visivo che unisce magistralmente pixel art ad una vera esperienza di gameplay old-gen.

Un penitente senza volto ed il suo viaggio verso la salvezza dell’umanità

La storia di Blasphemous ci mette nei panni dell’ultimo membro della Confraternita dei Penitenti Silenziosi, il quale deve portare a termine il suo percorso di redenzione tra prove ricche di insidie.

Il nostro “eroe” porta con se due elementi particolarmente distintivi: un elmo conico, tipico della confraternita e la Mea Culpa, una spada che potrete potenziare proseguendo nel gioco.

Ora passiamo a Cvstodia, una terra che non esiste realmente, ma ricca di riferimenti alla tradizione iberica, specialmente se analizziamo le costruzioni sul fondale. Il periodo che ci viene proposto sembra essere quello medioevale, portandoci però verso uno di quei mondi gotici e fantastici.

Una terra ricca di segreti

La cittadina di Cvstodia vi offrirà inoltre la possibilità di analizzare alcune delle pratiche religiose tipiche della terra iberica dell’epoca, come l’autoflagellazione, il tutto però è lasciato al giocatore, senza che i ragazzi di The Game Kitchen siano intervenuti a fornire una lettura.

Questa particolare terra non si limita solo a farvi scoprire tradizioni religiose, infatti perlustrando nei più reconditi angoli scoprirete altre storie, segreti e luoghi immaginifici, dove la magia non è manifestazione diabolica, ma vicinanza alla fede.

Durante questa particolare avventura, incontrerete personaggi bizzarri, divinità, oracoli e figure appartenenti all’aldilà, ascoltateli, molti di loro vi offriranno una serie di quest secondarie, alcuni più divertenti della stessa campagna.

Il mondo di Blasphemous, come molti souls-like non vi spiegherà tutto, anzi numerosi saranno gli spazi che dovrete colmare con la vostra conoscenza, acquisita navigando nei menu e comprendendo la lore di ciascun oggetto.

La scrittura del gioco, ben tradotta nella nostra lingua, renderà quest’esperienza mistica, anche grazie all’utilizzo di un linguaggio d’altri tempi da parte dei diversi personaggi.

Gameplay

Passiamo al gioco vero e proprio: Blasphemous di primo acchito non offre un’esperienza da ricordare, non fatevi però ingannare da un inizio un po’ sottotono, il gioco guadagna profondità avanzando nell’avventura.

Il titolo unisce le meccaniche platform tipiche dei giochi di una volta ad alcune trovate decisamente più moderne. Una parte della difficoltà è proprio offerta da alcune di queste dinamiche, partendo dai salvataggi: il nostro protagonista potrà rigenerare la sua energia, le pozioni (simili a fiaschette estus),  la barra dei miracoli e salvare solo ed esclusivamente nei pressi di alcuni altari.

Gli stessi salti non sono semplici come in molti altri titoli: un banale ostacolo o distrazione potrebbe portarvi a ricominciare dall’ultimo checkpoint, esperienza a dir poco frustrante dopo un po’.

Per quanto riguarda il sistema di combattimento, possiamo tranquillamente dire che si tratta di qualcosa di semplice ed efficace al tempo stesso. Il team di Blasphemous non ha voluto confondervi la testa con milioni di tasti: uno è dedicato all’attacco e alle combo, uno alla schivata in scivolata e uno alla parata. Di particolare gradimento è stato l’inserimento di una meccanica simile all’harakiri nipponico, difatti premendo Cerchio o B, il protagonista rinuncerà ad una parte della propria salute per recuperare la possibilità di utilizzare i Miracoli.

Discorso contrario vale per le Boss fight, infatti le prime risulteranno ai più esperti troppo semplici, spesso prive di epicità, fattore a cui titoli del genere fanno ricorso, puntando su archetipi già noti al grande pubblico, dai nemici iper veloci ai lenti ed inquietanti faccioni.

L’arma che avrete a disposizione è una sola, la Mea Culpa, spada che vi verrà consegnata ad inizio gioco e che dimostrerà la sua utilità attraverso lo sblocco delle abilità presenti sul piccolo skill-tree nel menù di gioco.

Per completare l’aspetto RPG di Blasphemous ci sono i grani del rosario e le reliquie, i primi utili a fornire bonus d’attacco al giocatore. Si parte con due slot a disposizione, successivamente aumentati fino ad otto, collezionarli tutti vi renderà il combattente più potente di Cvstodia. Le reliquie, invece, sono maggiormente rare e hanno un ruolo marginale nel gioco.

Comparto tecnico-artistico, quanto è bello il mondo in pixel art!

È vero, siamo nel 2019, il progresso tecnologico permette titoli con il graficone e una serie di innovazioni non di poco conto. Bisogna però ammettere che il lavoro fatto in tal senso dei ragazzi di The Game Kitchen è veramente buono, l’aspetto retrò e lo-fi dà a Blasphemous un sapore unico, che solo i vecchietti come il sottoscritto sono in grado di apprezzare.

Purtroppo però, nel buon lavoro svolto dal team di sviluppo bisogna annotare un piccolo difetto: molte aree di gioco risultano particolarmente spoglie, senza dimenticare il riciclaggio di alcuni asset, dai nemici agli ambienti stessi.

Purtroppo il medesimo discorso tocca anche al comparto sonoro, che impreziosito dalle melodie melanconiche spagnole e dai toccanti assoli di chitarra, deve arrendersi ad una certa ripetitività.

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Blasphemous
8.0 / 10 4News.it
Disponibile su (only digital)PS4, XBOX One, PC, Switch
Pro
    - Trama interessante e particolare
    - Stile grafico molto bello da vedere...
    - Tanti segreti da scoprire, per gli amanti del genere
    - Ottima la localizzazione in italiano
Contro
    - Boss Fight poco innovative
    -...ma ogni tanto offre il fianco a mondi spogli e poco approfonditi
Riassunto
Blasphemous è il Metroidvania/Souls like che gli amanti del genere adoreranno. Il mondo di gioco creato dai ragazzi di The Game Kitchen sarà in grado di insegnarvi e stupirvi, grazie alla lore di gioco, collegata all'iconografia Cristiana e alla tradizione iberica cattolica. Il tutto condito a puntino dalla grafica in Pixel Art, in grado di rapire i giocatori old school e riportarli ai "bei vecchi tempi". Nonostante alcune mancanze sia in ambito gameplay che tecnico-artistico, il gioco offre almeno 15 ore di gioco, fornendovi la possibilità di esplorare ogni recondito angolo di Cvstodia, scoprendo tutti gli oscuri segreti che nasconde.
Gameplay
Grafica
Sonoro
Longevità
Giudizio finale

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PRO


CONTRO

Andrea Bevilacqua
Andrea Bevilacqua
Nato nei magnifici anni '90 ed entrato in tenera età nel magico mondo dei videogiochi grazie ad un baffuto idraulico italiano ed un prode spadaccino in calzamaglia verde. Oggi, passata la soglia degli "enta", cerco nei moderni capolavori videoludici il titolo in grado di emozionarmi e di regalarmi un gameplay stimolante. Le mie altre passioni sono: musica (ex-chitarrista), calcio (irriducibile cuore rossonero) e cinema.

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