Recensione Dead Space Remake

Quando l’originale Dead Space è stato pubblicato su PlayStation 3, Xbox 360 e PC, nel lontano 2008, sin da subito ha ottenuto il plauso dei videogiocatori e della critica di settore, diventando un vero e proprio cult per un’intera generazione di giocatori. La sua ambientazione, l’estetica sci-fi, il sound design e il gameplay, sono solo alcuni degli elementi cardini del survival horror in terza persona sviluppato da Visceral Games. Nell’agosto 2020, Motive Studios di Electronic Arts, ha deciso di riportare Dead Space sotto forma di remake, ricostruendo il gioco da zero avvalendosi del motore grafico proprietario Frostbite Engine (lo stesso di FIFA 23). Il primo e più importante obiettivo del remake, come più volte dichiarato dal produttore del gioco, Philippe Ducharme, è onorare l’eredità del gioco originale, rimanendo però fedele a quegli elementi fondamentali che hanno reso Dead Space 2008 un’esperienza unica ed indimenticabile.

EA ha fissato la data di lancio di Dead Space Remake per il 27 gennaio 2023 su PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC (tramite EA App, Epic Games Store, Steam).


Versione testata: PlayStation 5


Storia

Dead Space mette i giocatori nei panni di Isaac Clarke, un ingegnere chiamato ad affrontare una missione di routine per riparare una gigantesca astronave mineraria, la USG Ishimura. Arrivato a bordo della Ishimura, il buon Isaac, si renderà conto ben presto che dovrà affrontare più di una semplice “riparazione”: un vero e proprio incubo, infatti, si nasconde dietro le paratie, i condotti e i corridoi dell’astronave. L’equipaggio della nave è stato massacrato e la ragazza di Isaac, Nicole, è scomparsa nel nulla. Il fatto che Isaac non sia attrezzato per affrontare i crescenti terrori della nave ed è pertanto costretto a raccogliere tutte le armi e le risorse che può per sopravvivere (sfruttando a suo vantaggio anche i sistemi “malfunzionanti” della Ishimura) ci mettono di fronte ad una vera e propria battaglia per la sopravvivenza, non solo contro mostri terrificanti chiamati Necromorfi, ma anche contro la sua stessa sanità mentale.

La trama non è molto dissimile da quella di Dead Space del 2008, ma il team di sviluppo ha aggiunto a questo remake una maggiore profondità narrativa (grazie a nuovi dettagli, interazioni e dialoghi rivisti, nuovi registri e quest secondarie). Un ottimo esempio – ATTENZIONE: BREVE SPOILER – è tratto dal Capitolo 2 in cui Isaac deve ottenere un’autorizzazione di sicurezza più elevata da un capitano ormai deceduto. Nella versione del 2008 di questa sequenza, il suo cadavere viene attaccato da un Infector e lo vediamo trasformarsi in un Necromorfo da dietro un vetro. In Dead Space 2023, questa “transizione” avviene da vicino con Isaac che deve affrontare immediatamente la drammatica trasformazione in tempo reale. Un qualcosa che rende l’esperienza ancora più adrenalinica ed emozionante!

Il classico survival horror SCI-FI cult, Dead Space, è tornato – il remake è stato ricostruito usando il motore Frostbite!

Gameplay di Dead Space Remake

Il gameplay è dove le cose si fanno maggiormente interessanti per questo remake. EA Motive ha ricostruito il gioco praticamente da zero. Ciò sta a significare che il cuore pulsante di Dead Space è sì rimasto inalterato, ma grazie al motore grafico Frostbite e a tecnologie che all’epoca non erano disponibili, ha subito dei significativi cambiamenti. Ogni texture, animazione, effetto, creatura mostruosa, alias Necromorfo, è stato ricostruito proprio con il Frostbite.

Qualcosa che dovreste sapere sui Necromorfi è che non si uccidono facilmente. Queste figure umane deformi devono essere strategicamente smembrate per impedire loro di inseguirvi. Usando una nuova versione dell’iconico cutter/lama al plasma di Dead Space, sarete in grado di squarciarli – grazie al nuovo “Peeling System” – strato di pelle dopo strato di pelle, tendine dopo tendine, osso dopo osso, arto dopo arto finché non smetteranno di muoversi del tutto. E ricordate, i colpi alla testa li rallenteranno soltanto. Si tratta quindi di un’esperienza orribile ma al contempo altamente gratificante (sebbene non esente da difetti), con un livello di difficoltà, sempre più in crescendo. Nello specifico, si percepisce una certa lentezza nei movimenti e talvolta, pur avendo assestato un portentoso colpo con R1 o R2, si ha l’impressione di non aver colpito il “bersaglio” a dovere, lasciando (involontariamente) Isaac nelle “grinfie” del Necromorfo di turno.

Fortunatamente ad “aiutarci” ci pensano le abilità speciali che il nostro ingegnere può equipaggiare attraverso appositi moduli/nodi (potenziabili completamente, anche se alcune sezioni resteranno inaccessibili fino a quando i giocatori non troveranno gli appositi upgrade) come la Stasi e la Cinesi; le quali – se utilizzate nella maniera più opportuna – permettono di completare puzzle ambientali (alcuni del tutto inediti) e, perché no, sconfiggere letali nemici lanciando loro oggetti, come scatole, lame e pali, presenti negli ambienti di gioco. Vale anche la pena menzionare lo straordinario design diegetico di Dead Space, con tutti i menu, le informazioni sul giocatore e l’universo di gioco: l’indicatore dei punti ferita di Isaac è integrato nella spina dorsale della sua tuta mentre la gestione dell’inventario e della mappa è proiettata olograficamente e gestita in tempo reale. Questo metodo di progettazione UX è stato incredibilmente impressionante nel 2008, e lo è anche ora, a distanza di quindici anni.

Un altro elemento piuttosto dissimile dall’originale, è la componente esplorativa. C’è una maggiore libertà “nell’abbandonare” il percorso principale del locator per esplorare quello che resta della Ishimura. Una struttura mastodontica o quasi, completamente riprogettata (illuminazione, ombreggiamento, effetti volumetrici, nebbia e audio, grazie a tecnologie che non sarebbero mai state possibili nel 2008). Ciò permette di trovare nuovi indizi e documenti, upgrade, e “missioni secondarie”. Così come è stata rivisitata l’esplorazione a gravità zero; nel gioco originale, Isaac poteva – in assenza di gravità – soltanto saltare da un piano/muro all’altro. Ora può muoversi liberamente in questi scenari, usando i suoi propulsori per “navigare” (come in Dead Space 2 e Dead Space 3). Insomma, un bel passo in avanti rispetto a quanto proponeva l’originale.

Armamentario

Isaac può contare su un buon numero di bocche da fuoco, le quali possono, a seconda della scelta, fare la differenza fra la vita e la morte. Ogni arma è particolarmente utile contro diversi tipi di Necromorfi. Per esempio, il lanciafiamme funziona bene contro i nemici più piccoli, come gli Swarmer.

Quando vengono “scoperte” nuove armi, queste saranno aggiunte direttamente all’inventario di Isaac; per utilizzarle però, dovrete prima equipaggiarle (inserendole in uno degli slot rapidi disponibili nell’inventario) manualmente. E’ inoltre possibile acquistare aggiornamenti delle armi in uno dei negozi disponibili. Il nostro consiglio è quello di potenziare anche le armi che non usate così spesso!

Grafica e altre feature

Grazie al già citato Engine Frostbite, Dead Space Remake può vantare una grafica a tratti “spacca mascella”. I modelli poligonali dei personaggi sono impressionanti così come l’ambiente di gioco che ora può contare su illuminazione ed effetti visivi migliorati, texture dettagliate, effetti dinamici della nebbia. Un lavoro di “restauro” certosino che rende questo remake davvero spettacolare. Da segnalare però qualche compenetrazione poligonale di troppo, soprattutto negli scontri ravvicinati o dopo aver “smembrato” un Necromorfo. I giocatori console hanno la possibilità di scegliere tra due modalità grafiche: Prestazioni e Qualità. Qualità: mantiene un framerate di 30 fps con risoluzione 4K (UHD) con ray-tracing. Prestazioni: mantiene un framerate di 60 fps, ma ad una risoluzione 2K (QHD) e senza ray-tracing.

Ad impreziosire ulteriormente l’esperienza, c’è il pieno supporto all’audio 3D che rende il sound design ancora più straziante e spaventoso, con echi e rumori che mantengono i giocatori costantemente sul “chi va là”. E proprio per questo motivo che il titolo andrebbe giocato con un bel paio di cuffie (magari le ASTRO A30 Wireless). Vi garantiamo che l’esperienza di gioco cambierà significativamente rispetto all’utilizzo delle semplici casse della TV, offrendo un nuovo livello di immersione e qualità. Il gioco, inoltre, sfrutta benissimo anche l’SSD super veloce di PlayStation 5 in modo tale da garantire che non ci siano schermate di caricamento, permettendo di giocare senza interruzioni fra una morte (inevitabile) e un’altra.

Dead Space sfrutta anche le caratteristiche uniche offerte dal DualSense di PlayStation 5. Ciò comprende il feedback aptico, i grilletti adattivi (quando si spara con le armi), suoni dall’altoparlante del controller ed utilizzo del touchpad.

In ultimo ma non meno importante, terminato il gioco, è possibile accedere al New Game+ che permetterà di rivivere l’avventura, magari in un modo differente potendo però contare sulle risorse (armi, upgrade ed oggetti) del playthrough precedente.

Commento finale

Il lavoro fatto su Dead Space Remake da parte di EA Motive, è incredibile. Un remake completo che, oltre a rendere ancora più giustizia al capolavoro di Visceral Games del 2008, va ad offrire al giocatore un’esperienza più adrenalinica ed emozionante. Il gameplay risulta essere solido, sebbene non esente da lievi difetti: colpi che vanno a vuoto, compenetrazioni poligonali, e una leggera legnosità nei movimenti. Graficamente siamo rimasti a dir poco estasiati dall’utilizzo eccellente del Frostbite Engine, un motore grafico dalle mille risorse e potenzialità che ha permesso agli sviluppatori di aggiornare ogni elemento di Dead Space Remake: texture, modelli poligonali, animazioni. Insomma, se non avete mai giocato al titolo del 2008 e soprattutto vi piacciono le tematiche ed ambientazioni survival horror sci-fi, questo remake è da acquistare ad occhi chiusi.

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8.8

Dead Space Remake


Il lavoro fatto su Dead Space Remake, da parte di Motive, è incredibile. Un remake completo che, oltre a rendere ancora più giustizia al capolavoro di Visceral Games del 2008, va ad offrire al giocatore un'esperienza più adrenalinica ed emozionante. Il gameplay risulta essere solido, sebbene non esente da lievi difetti: colpi che vanno a vuoto, compenetrazioni poligonali, e una leggera legnosità nei movimenti. Graficamente siamo rimasti a dir poco estasiati dall'utilizzo eccellente del Frostbite Engine, un motore grafico dalle mille risorse e potenzialità che ha permesso agli sviluppatori di aggiornare ogni elemento di Dead Space Remake: texture, modelli poligonali, animazioni. Insomma, se non avete mai giocato al titolo del 2008 e soprattutto vi piacciono le tematiche ed ambientazioni survival horror sci-fi, questo remake è da acquistare ad occhi chiusi.

PRO

Remake completo | Graficamente impressionante grazie al Frostbite Engine | Trama di gioco migliorata così come la componente esplorativa

CONTRO

Colpi ravvicinati non sempre precisi | Qualche compenetrazione poligonale di troppo |
Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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