Cosa succede quando Ninja Gaiden incontra Cyberpunk?
Per coloro che non hanno mai sentito parlare di Wanted: Dead, si tratta di uno sparatutto in terza persona – sviluppato da Soleil e pubblicato da 110 Industries – che unisce elementi sci-fi cyberpunk ed elementi retrò anni ’90, prettamente ispirato ai classici Hack-‘n-slash/Beat ’em up come: Ninja Gaiden, Dead or Alive, No More Heroes e Devil May Cry.
Wanted: Dead è disponibile dal 14 febbraio 2023 per PC, PlayStation 5 e Xbox Series S/X.
Una “strana” cospirazione
Il giocatore è chiamato ad indossare i panni di uno dei membri della zombie unit (Hannah Stone), una squadra d’élite della polizia di una futuristica Hong Kong (che si occupa di “lavori” che le normali forze di polizia non possono svolgere), che ha come obiettivo quello di far luce su una importante cospirazione aziendale affrontando mercenari, membri di bande e contractor militari privati!
Versione testata: PlayStation 5
La nostra squadra
Prima di immergerci nel gameplay del gioco, facciamo una breve panoramica su quella che è la nostra squadra d’élite: Lt. Hannah Stone, poliziotta di Hong Kong incredibilmente agile che ha dalla sua una poderosa katana. Il Sgt. Arnold Herzog, tiratore “chiacchierone” e irriverente. Il sergente, Manolo Cortez, di poche parole ma che copre sempre le spalle a tutti. Doc, un medico da campo dalla poca pazienza per l’umorismo e il buon senso. Gunsmith, un campione olimpico, un cantante, un famoso chef, che progetta armi per le forze di polizia di Hong Kong. Cap. Albert Simmons, il fondatore del “programma Manu Military” volto a reclutare ex criminali di guerra nei ranghi delle forze di polizia di Hong Kong.
Gameplay
Wanted: Dead è prima di tutto un Hack-‘n-slash ed è stato concepito dagli stessi creatori di Ninja Gaiden e Dead or Alive. Il combattimento gioca un ruolo piuttosto significativo nell’esperienza ludica. Il gioco unisce due formule classiche: una basata sul classico sparatutto in terza persona, l’altra sullo slasher nudo e crudo. L’obiettivo dello sviluppatore? Creare un equilibrio dinamico tra combattimento a distanza e combattimento ravvicinato (con una inclinazione evidente più verso quest’ultimo), sperando, come a più riprese dichiarato dallo studio stesso, di dar vita ad un sottogenere a sé stante.
Purtroppo l’obiettivo è stato centrato soltanto parzialmente. Nello specifico, alcune scelte di gameplay non ci sono affatto piaciute. Ma andiamo con ordine. La nostra protagonista, come anticipato, può a proprio piacimento destreggiarsi con la katana in dotazione, in mirabolanti uccisioni (alcune davvero splatter e cruente), o utilizzare una delle bocche da fuoco a disposizione (pistole, SMG, LMG, fucili d’assalto, lanciagranate …). E per la maggior parte del tempo, tale “dicotomia” funziona e diverte. I problemi li abbiamo riscontrati in specifiche situazioni, dove – a nostro giudizio – qualcosa non ha funzionato come doveva. Quando i nemici a schermo sono “troppi”, il combattimento diventa a tratti legnoso con i comandi che potremmo definire “dei veri e propri macigni” e che (considerando anche il livello di difficoltà tarato verso l’alto) rendono complicatissima la gestione fra shooting e corpo a corpo; un qualcosa che davvero ci ha lasciato l’amaro in bocca.
E la situazione peggiora quando si ha a che fare con i boss. In una specifica situazione (cercheremo di dirvi il meno possibile), sebbene avessimo capito quasi immediatamente cosa dovessimo fare per sconfiggerlo, siamo comunque passati – dopo aver esaurito le “vite a disposizione” (sarà infatti possibile contare limitatamente sul Doc per “resuscitare”) – a miglior vita. Infatti, oltre a movimenti a dir poco imprevedibili del nemico (su questo non possiamo mettere bocca; anzi è davvero apprezzabile che un nemico non abbia un move set totalmente comprensibile), non siamo riusciti a fare quello che volevamo; ovvero, raccogliere rapidamente una specifica arma da terra – necessaria per “snellire” lo scontro – oppure abbiamo avvertito un input lag spaventoso fra la pressione del tasto e lo sparo del proiettile, il che ci ha davvero spiazzati. Dulcis in fundo, per chissà quale arcano motivo, quando la nostra protagonista deve curarsi, rallenta vistosamente, scoprendo il fianco a dolorosi attacchi e contrattacchi, che vi garantiamo inficiano tantissimo sullo scontro (anche contro i nemici più “basici”). Infine – sebbene non meno importante – i nostri compagni di supporto non ci aiutano come dovrebbero; quasi sembrano “girovagare” per il livello di gioco senza alcun senso, faticando ad annientare anche i nemici più semplici.
Per quanto detto poc’anzi, è indubbio che bisogna davvero avere una pazienza infinita per progredire, cercando di “farsi scivolare” – seppur con grande fatica – le carenze (evidenti) di gameplay e apprezzando altri elementi … come ad esempio le “finisher” memorabili “quasi” come quelle di Mortal Kombat e che permettono al giocatore di eseguirne di svariati tipi, fino a cinquanta, premendo insieme i tasti triangolo e cerchio; l’albero delle abilità – che consente di migliorare le capacità del personaggio – selezionando una delle macro-classi disponibili: Attacco, difesa e supporto; l’upgrade delle armi (che passa per un menu retrò davvero ben fatto).
Grafica e tecnica
Wanted: Dead è ambientato – come detto in apertura di recensione – ad Hong Kong; si tratta di una versione sci-fi della città “amministrativa speciale”, caratterizzata da una tavolozza di colori superlativa, viva e accattivante e che ricorda – molto da vicino – un colosso di SEGA: Yakuza. Proprio con riferimento a quest’ultimo, un altro elemento che abbiamo trovato azzeccatissimo sono stati i mini giochi, davvero divertentissimi e a tratti “ostici” (ci siamo cimentati tantissimo con la gara di “Ramen“) e altre attività “collaterali”, a tratti a dir poco bizzarre. I modelli dei personaggi ci hanno colpito, sia in termini di scelte “stilistiche” – soprattutto per quanto riguarda la nostra “eroina” – e sia per i dettagli: imperfezioni della pelle, tatuaggi, movimento dei capelli. Così come la scelta “stilosissima” di passaggio da anime a scene action, che riescono a raccontare una storia – seppur non indimenticabile – nel modo giusto. Inoltre, abbiamo particolarmente apprezzato il doppiaggio (soltanto in inglese con sottotitoli), perfettamente in linea con il genere e il lip sync, a dir poco perfetto. Ottima anche la varietà di nemici, un qualcosa che oggigiorno – stranamente – è sempre più difficile da vedere nel panorama videoludico.
Per quanto riguarda le prestazioni, su PlayStation 5 non è disponibile alcuna opzione grafica; invece è supportato il DualSense.
Commento finale
Lo sparatutto in terza persona, sviluppato da Soleil e pubblicato da 110 Industries, che unisce elementi sci-fi cyberpunk ed elementi retrò anni ’90, doveva rappresentare una sorta di “spartiacque” nel vasto genere tps. Purtroppo, le promesse non sono state totalmente mantenute; il gameplay – di chiara derivazione Ninja Gaiden/Dead or Alive – incespica su quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della produzione: il combat system. Un sistema caratterizzato da comandi legnosi – soprattutto quando ci sono tanti nemici a schermo – e da alcune scelte (come il rallentamento del personaggio mentre si cura) che fatichiamo davvero a comprendere. Fortunatamente la grafica, è tutto sommato di livello, così come i modelli poligonali, piuttosto dettagliati e convincenti. Purtroppo, l’obiettivo dello sviluppatore di “di dar vita ad un sottogenere a sé stante” è rimandato, magari con un prossimo eventuale sequel! A conti fatti (e allo stato attuale) Wanted: Dead è soltanto un gioco discreto!