Recensione Tearaway: Avventure di Carta

Iota e Atoi riprendono il loro viaggio.

Versione testata PlayStation 4.

PlayStation Vita è stata abbandonata presto da mamma Sony, che si è dileguata dopo averle regalato talmente poche esclusive da poterle contare sulle dita. Tra queste però almeno una, rischiando inizialmente di passare inosservata, ha fatto la felicità di grandi e più piccoli che hanno deciso di darla una possibilità, con la sua delicatezza, originalità e amore: Tearaway. Rivelatasi una piccola gemma che pochi hanno avuto modo di conoscere, Sony ha deciso di riproporla in questo settembre tra le parentesi di Until Dawn e la prossima compilation di Uncharted. Al di là della palese mossa di mercato, la riproposizione casalinga ha brillantemente superato la prova del nove, e Iota e Atoi sono più in forma che mai.

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Tu sei il Messaggero

Tearaway è prima di ogni altra cosa una favola, una di quelle che vi raccontavano i vostri genitori quando eravate piccoli, con avventure, personaggi e mondi meravigliosi. La nostra ha la sua peculiarità nel ruotare sempre e comunque attorno a una fantasia cartacea: il protagonista (a seconda della scelta iniziale Iota o Atoi) è una busta su alcune striscioline di carta, gli arti personaggi sono varie figure geometriche costruite su ritagli di carta, persino cielo, alberi e mare sono fatti di carta. In questo mondo immaginifico il nostro compito sarà aiutare il protagonista a raggiungere il suo compito, ovvero consegnare un misterioso messaggio (del resto lui è il “messaggero”). Cosa contiene la busta di Iota? E a chi va consegnata?

Del resto, nessuna favola è tutta rosa e fiori, il lieto fine va guadagnato. Il mondo di Tearaway è in connessione col nostro mondo (quello reale), sensazione resa ancora più vive dal sapiente sfruttamento del controller e, se la avete, della PlayStatio Camera. Ed è a colpa del nostro mondo che in quelo di Iota (o Atoi) sono precipitati dei poco minacciosi ma fastidiosissimi mostri: le cartacce. Costituite da ritagli di giornale, le cartacce portano il loro grigio smorto nel colorato mondo del messaggero e lo ostacolano nel perseguimento del suo obiettivo. Cosa state aspettando a dargli una mano?

Potere del Dualshock

La grande differenza tra lo Iota di PlayStation Vita e quello di PlayStation 4 non è nei frames o nei pixels, ma nell’approccio alle modalità di gioco. Se la console portatile poteva sfruttare tutta una serie di implementazioni tecniche che favorivano il collegamento diretto tra giocatore e personaggio (come ad esempio la nostra faccia sorniona nel sole mediante la fotocamera), nel passaggio alla versione fissa delle modifiche erano doverose. La PlayStation Camera può essere collegata in qualsiasi momento per riprendervi e proiettarvi nel mondo di carta del nostro eroe, ma a fare la differenza è il nuovo sistema di controllo basato sul Dualshock. Con quest’ultimo è ora possibile proiettare in qualsiasi momento la luce del cursore nel mondo di gioco, come se fosse una vera e propria torcia. La magia consente di risvegliare gli smorti colori delle cartacce, illuminare ambienti, vivificare cose ed oggetti inanimati consentendo al protagonista di proseguire il cammino. L’abilità degli sviluppatori si è indirizzata poi verso il pad anteriore (quello rettangolare tra i pulsanti Share e Options per intenderci). Mediante una leggera pressione è possibile tendere e rilasciare i tamburi e le superfici tese del mondo di gioco, facendo saltare Iota per raggiungere posizioni altrimenti inaccessibili.

Le nuove modalità di controllo, sposandosi con un ben dosato sistema di movimento basilare che sfrutta le levette analogiche, permette di affrontare con tranquillità l’intera avventura, tarata su un livello di difficoltà molto basso che rende il tutto rilassante e godibile. Tearaway non è perciò il gioco giusto se cercate sfide e duelli impossibili, ma un’occasione per godervi qualcosa di leggero e delicato che nelle altre produzioni notate solo di sfuggita nella frenesia di premere i tasti. I vari livelli si succedono l’uno all’altro inframmezzati da video e segnalibri (che fungono da punti di salvataggio) accompagnando l’inizio dell’avventura alla sua fine. Mescolando meccaniche platform ad altre (più rare) incentrate su battaglie contro cartacce e azione in groppa a un mailino di carta, l’avventura può essere completata in circa una decina di ore. I collezionabili, i regali da reperire e le missioni secondarie naturalmente contribuiscono ad una certa rigiocabilità che vi porterà a ripercorrere tutti i livelli solo se siete davvero dei completisti incalliti, dal momento che il punto di forza vero e proprio è costituito dalla storia e dall’esplorazione del mondo di gioco.

 

bella immagine

Il suono di un mondo di carta

Graficamente ed acusticamente parlando, Tearaway è meraviglioso. Già a suo tempo bello sui piccoli ma nitidi schermi della console portatile, beneficia ora di un’ulteriore potenziamento ai 1080 pixels nativi e di numerose migliorie e rifiniture visive. Il mondo di Iota non è mai stato così bello da vedere, così vivido e realistico anche nella sua improbabilità fatta di cespugli di carta, pedane scatolose e scivoli ritagliati. I suoni, nitidi e puliti, rendono la visionarità di un universo impossibile e proprio per questo bellissimo: gutturali nei versi delle creature che incontrerete lungo la strada, cupi nelle situazioni più avverse e pericoloso, festosi e gioiosi nelle giornate di primavera di Vallecarta. Se avete delle cuffie ora è un reato non utilizzarle: rischiereste di perdervi i mille particolari sonori che il titolo ha da offrirvi, tutti diversi l’uno dall’altro.

Remastered, sequel o riproposizione?

Rispetto all’omonimo uscito tempo fa su console portatile, cosa rappresenta Tearaway Avventure di Carta? Non si tratta nè di una remastered in alta definizione nè di un sequel vero e proprio. Siamo invece al cospetto di una vera e propria alternativa per console casalinga all’avventura già vissuta tempo fa, i cui principi e le cui terminazioni restano invariate. A cambiare è l’approccio complessivo al mondo di gioco, alcune meccaniche e veri e propri livelli, che rispetto al passato in generale sono stati ingranditi, rivisti, migliorati, resi più complessi e meno banali. Il protagonista è sempre Iota (o Atoi), il mondo è sempre quello di Vallecarta, ma il tutto si svolge nel complesso di un materiale che oscilla tra il variante e l’invariante, e che proprio per questo può spingere tranquillamente chi ha già goduto del mondo cartaceo in passato a un secondo giro che non sia noioso o una semplice variazione per aggiunta. L’amore e l’interesse dei curatori è visibile in ogni minimo dettaglio, come accadeva già a suo tempo, e come sempre dovrebbe essere.

Commento finale

Tearaway: Avventure di Carta è un gioco realizzato con cura, amore e tanta fantasia. Gli sviluppatori, come già su PlayStation Vita, non hanno avuto paura di osa
re, inventare, sperimentare, e i loro sforzi sono stati abbondantemente ripagati da un’avventura unica e indimenticabile. L’unico aspetto negativo imputabile alla nuova versione fissa, che si differenzia in parecchi frangenti, situazioni e meccaniche dalla rispettiva portatile, è la perdita di magia dovuto a un contatto distanziato dalla piattaforma di gioco (la precedente possedeva touch frontale, posteriore, e una fotocamera integrata). A fronte di questo minimo sacrificio e di una difficoltà tarata verso il basso, tuttavia, se avete un’anima non riuscirete a dimenticarvi facilmente di Iota. E neanche lui si dimenticherà di voi.

Pro Contro 
– Un mondo stupendo, un protagonista adorabile
– Meccaniche interessanti per un’avventura godibile
– Saggia implementazione del Dualshock
– Forse un po’ troppo facile
  Voto Globale:  90
 
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