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The Callisto Protocol PC, gli sviluppatori corrono ai ripari e arrivano i primi fix

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The Callisto Protocol

The Callisto Protocol per PC ha ricevuto un nuovo aggiornamento mirato a migliorare ulteriormente le prestazioni del gioco.

Come vi avevo riportato nei giorni scorsi, infatti, il gioco di Striking Distance si era presentato all’appuntamento del D1 con tantissimi problemi.

“Il nuovo aggiornamento per PC migliora il PSO caching e riduce ulteriormente i fenomeni di stuttering. Ulteriori ottimizzazioni per PC e console sono in arrivo: restate sintonizzati.”

The Callisto Protocol è disponibile dallo scorso 2 dicembre per PlayStation 4, PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X|S e PC.

Elden Ring, arriva l’aggiornamento gratuito Arena

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L’aggiornamento gratuito Arena per ELDEN RING è ora disponibile per tutte le piattaforme con nuove caratteristiche PvP e nuove opzioni estetiche.

Le porte si aprono per la prima volta svelando una nuova sfida e sbloccando tre nuove Arene . Situate rispettivamente a Limgrave, Caelid e Leyndell, le arene avranno le proprie regole e saranno teatro di spietati scontri PvP.

Vi proponiamo il trailer, grazie a Bandai Namco.

L’Arena di Limgrave include due modalità: “United Combat” e “Combat Ordeal”.

  • In “United Combat”, i combattenti saranno suddivisi in due squadre per combattere in alcune battaglie a tempo con la possibilità di rinascere. Ogni morte e rinascita garantisce punti agli avversari, mentre la vittoria sarà assegnata alla squadra con il punteggio maggiore.
  • In “Combat Ordeal”, ogni Senzaluce combatte per sé. Anche in questa modalità i combattenti potranno rinascere finché il timer non raggiunge lo zero. A quel punto, vincerà chi avrà il punteggio maggiore.

L’Arena Reale, situata a Leyndell, include la modalità Duello. Due Senzaluce si affrontano in uno spietato duello all’ultimo sangue e senza alcuna possibilità di rinascita.

L’Arena di Caelid include tutte le modalità indicate in precedenza con l’aggiunta della possibilità di evocare le ceneri dello spirito per combattere accanto ai giocatori.

Combatti solo con le tue forze o usa le password di gruppo per confrontarti con o contro gli amici, e prova il tuo valore nelle Arene!

Ci saranno inoltre anche cinque nuove pettinature ad attendere i giocatori che torneranno a vivere la propria avventura o affronteranno le nuove sfide nelle Arene.

Il titolo è disponibile per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e PC tramite Steam.

Di seguito trovate il nostro coverage sul titolo.

Elden Ring – Guida: le migliori classi per cominciare – 4News

Elden Ring – Guida: Tutte le posizioni delle Pietre da Fabbro – 4News

Elden Ring – Guida al Multigiocatore e alle Evocazioni – 4News

Elden Ring – Guida: quali statistiche migliorare – 4News

Come trovare l’uomo invisibile Boc in Elden Ring e completare la sua quest line. – 4News

Elden Ring: come sconfiggere Godfrey, il Primo Lord Ancestrale – 4News

Call of Duty: Microsoft porterà la serie su console Nintendo per 10 anni

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Tramite il proprio account social, Phil Spencer ha comunicato che Microsoft ha sottoscritto un impegno per portare il franchise di Call of Duty per 10 anni su console Nintendo.

L’intesa è ovviamente vincolata alla acquisizione di Activision Blizzard King per 68,7 miliardi di dollari.

Il CEO di Microsoft Gaming ha inoltre proseguito confermando che l’impegno dell’azienda americana di portare la serie simultaneamente anche su Steam.

Una mossa a sorpresa per il colosso di Redmond, che pone nuovamente al centro dell’attenzione la principale proprietà intellettuale di Activision Blizzard King.

Come noto infatti, gli enti territoriali regolatori della concorrenza si stanno pronunciando sull’operazione, mentre Sony guarda all’acquisizione con il timore di perdere Call of Duty, una delle serie più importanti sul piano delle vendite.

Recentemente, la Serbia si è pronunciata favorevolmente: La Serbia dice si all’acquisizione di Activision Blizzard: ecco gli altri paesi favorevoli all’operazione – 4News

L’acquisizione, in assenza di imprevisti, dovrebbe chiudersi entro il 30 Giugno 2023.

Recensione Evil West

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Evil West rappresenta l’ideale ciliegina sulla torta a coronamento di un anno importante per Flying Wild Hog. Il team di sviluppo polacco arriva infatti da un’annata contraddistinta da grande promiscuità produttiva. Dopo il free to play Space Punks, la partnership con Devolver Digital ha portato al sidescrolling action Trek to Yomi ed al terzo capitolo di Shadow Warrior. Proprio le avventure di Lo Wang occupano un posto speciale nel cuore di questi sviluppatori, che proseguono la filosofia della spettacolarità e della frenesia portandoci nel selvaggio West.

Pubblicato da Focus Entertainment, Evil West è un action adventure ambientato nell’era della frontiera americana, in cui dovremo combattere la minaccia dei vampiri nei panni di uno degli ultimi agenti di una organizzazione segreta. Un titolo che trae evidenti ispirazioni da produzioni recenti e vecchi classici, con un ritmo incalzante ed esagerato. Saranno elementi sufficienti per distinguersi nel panorama videoludico odierno?

Evil West è disponibile dal 22 Novembre per PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One ed Xbox Series.


Versione testata: PlayStation 5


È questo il guaio della guerra

Jesse Rentier è un cacciatore di vampiri dell’istituto Rentier, un’organizzazione segreta americana che combatte i fenomeni soprannaturali come le Sanguisugae, una razza di vampiri che vive nella società. Dopo una missione di routine, Jesse ed il suo partner Edgar Gravenor si imbattono in Peter D’Abano, vampiro d’alto rango che aspira al prossimo passo evolutivo della propria specie per contrastare l’avanzamento tecnologico dell’umanità. L’incontro metterà in moto una catena di eventi che porteranno Jesse a dare battaglia alle armate delle tenebre per salvare gli Stati Uniti… e forse l’intera umanità.

Jesse è il tipico eroe spigoloso e determinato.

Il selvaggio West raccontato nella produzione attinge a piene mani da un immaginario ricco di riferimenti. Il mondo del cinema viene ripreso in un’estetica generale che paga tributi alla frontiera steampunk di Wild Wild West ed alla caccia ai vampiri di Van Helsing. Ma gli omaggi videoludicamente più palesi sono nei confronti delle avventure di Jericho Cross di Darkwatch, dimenticato first person shooter targato Capcom dell’era PS2.

Jesse si muove in cittadine fantasma, cave dimenticate, aride praterie e lugubri sotterranei. Si tratta di ambientazioni care all’immaginario del genere, qui reinterpretate con una venatura horror da B-movie. Preparatevi dunque ad una rappresentazione piuttosto esplicita e scanzonata di sangue, violenza e gore, con ricche immagini splatter. Una direzione artistica coerente seppur derivativa nel design generale, che si fa forza con un’ottima gestione dei cromatismi. Contrasti decisi rafforzano le note di colore presenti, illuminando con decisione le notti di caccia di Jesse.

In quest’ottica spiace riscontrare tuttavia un comparto tecnico non pienamente convincente. Su Evil West pesa infatti una evidente povertà poligonale nelle ambientazioni, con effettistiche che sembrano appartenere a produzioni con diversi anni sulle spalle. Il titolo inoltre, come annunciato, propone una modalità Qualità con risoluzione 4K a 30 fps ed una modalità Performance a 1080p/60fps. Purtroppo, entrambe le modalità allo stato attuale non sono perfette. Preferendo la prima opzione avrete un’immagine più nitida, ma il framerate non sarà costante evidenziando spiacevoli fenomeni di stutter. Viceversa, optando per la seconda opzione avrete un titolo sicuramente più fluido ma con una qualità visiva notevolmente più sporca, riscontrabile abbastanza facilmente anche sul protagonista. Auspichiamo che le cose possano migliorare con aggiornamenti futuri.

Le ispirazioni a Van Helsing sono evidenti.

Ora avete la mia attenzione

Se artisticamente Evil West rende omaggio ad un intero sottogenere cinematografico di culto, ludicamente si ispira ad ulteriori mostri sacri. Pochi minuti bastano per cogliere le assonanze della produzione Flying Wild Hog con il gameplay del God of War norreno. Pur non raggiungendo la stessa pulizia in termini di animazioni ed equilibrio generale del capitolo del 2018 (Ragnarok si trova su ben superiori livelli), Evil West ci pone nei panni di un cacciatore di vampiri che potrà utilizzare le proprie armi da fuoco e i propri pugni.

Scontri frenetici, grazie al numero sempre sostenuto di avversari, coreografati in arene disseminate di pericoli ambientali dai quali trarre potenziale aiuto. Fino alle immancabili esecuzioni finali, con annesso trionfo di mutilazioni, decapitazioni e spargimenti di sangue. Gran parte del merito della frenesia del sistema di combattimento viene dalle particolari capacità del vostro guanto speciale, che vi permetterà di avvicinare i nemici lontani, scaraventarli in giro o prendere riparo. La danza di distruzione delle situazioni più concitate ha rievocato nei nostri ricordi tenui echi di God Hand, oltre a suggestioni visive prese da Shadow of the Damned.

Gli unici vampiri buono sono i vampiri morti.

Oltre alle armi e gli equipaggiamenti che otterrete con il naturale progresso del gioco, Evil West vi permetterà di incrementare ulteriormente le abilità di Jesse. L’esperienza maturata in combattimento si convertirà in punti da poter impiegare per attivare nuove abilità speciali o perk che incrementeranno le vostre possibilità offensive o difensive. Volete avere un bonus difensivo quando vi curerete oppure permettere al vostro guanto di attrarre un maggior numero di nemici contemporaneamente? La scelta sull’abilità alla quale dare preferenza starà a voi. Non sazi, potremo dunque spendere i dollari raccolti nei livelli per acquistare ulteriori potenziamenti per le armi. In questi casi, la scelta si farà ancora più importante, vista l’impossibilità di ottenere tutto in un’unica run. Una scelta, da parte degli sviluppatori, che invoglia ad affrontare il NG+ e raddoppiare la longevità fino alla soglia complessiva delle 20/25 ore.

Le armi sono soddisfacenti, ma un bel pugno risolve sempre tutto.

Vampiri, gargoyle, stregoni… meglio se cotti bene

La produzione Flying Wild Hog ha puntato espressamente a rievocare l’epoca delle produzioni AA dei primi tre lustri degli anni 2000. Lo fa consapevolmente proponendo un gameplay intrigante e propenso verso l’action, al contempo senza introdurre complesse meccaniche collaterali che possano distrarre il player. Niente contaminazioni da gioco di ruolo o ardite fusioni tra generi paralleli: Evil West è pura ed autentica carneficina a base di vampiri ed affini.

Se Evil West è dunque indiscutibilmente divertente da giocare nella sua purezza, dall’altro lato si espone inevitabilmente a qualche critica nel level design. L’ispirazione ad una passata scuola di game design conferisce al titolo missioni estremamente lineari. Jesse dovrà infatti non solo limitarsi ad andare dal classico punto A al punto B, alternando corridoi con semplici puzzle ed arene, ma lungo il tragitto avrà solo occasionali possibilità di effettuare deviazioni esplorative.

Chi ha ordinato carne flambé?

Non necessariamente un level design lineare è un aspetto negativo, sia chiaro. Tuttavia Evil West potrebbe trasmettere un affaticamento a tratti precoce nel player moderno. L’assenza di freschezza ed originalità nei livelli rende l’incidere tendenzialmente frettoloso. Molto spesso infatti si è spinti a correre nelle fasi debolmente esplorative pur di arrivare in fretta alla prossima arena in cui sgranchirsi i polpastrelli. Si tratta di una precisa scelta di game design di qualche generazione fa, che poteva tuttavia essere riproposta in maniera più sottile puntando ad una maggiore varietà ed originalità. A mitigare la circostanza sopperisce parzialmente la presenza della coop online, attraverso un meccanismo di drop in/out che permette a due giocatori di divertirsi insieme.

Qualche problema ereditato dell’ispirazione al passato emerge anche nella narrazione delle vicende. Pur consapevoli che la trama non sia esattamente originale o il motivo per cui pagare il prezzo del biglietto, Evil West non fa molto per raccontare la propria storia nel modo giusto. Troppo spesso infatti il montaggio delle cutscene appare nervoso. Cambi improvvisi e sussultori di ambientazione, ritmo e contesto sono immediatamente avvertibili, anche a causa di personaggi stereotipati e dialoghi ricchi di cliché. Anche questi aspetti sono figli delle ispirazioni del team di sviluppo, che potevano a nostro avviso essere tuttavia un po’ ammodernate pur lasciando inalterati gli obiettivi di game design.

Sul versante narrativo si poteva fare di più.

Commento finale

Evil West è un prodotto estremamente onesto. A differenza di altre produzioni che si ripromettono di portare fumose innovazioni, il titolo Flying Wild Hog vuole semplicemente essere un divertente action adventure ispirato alle tipiche produzioni AA delle precedenti generazioni videoludiche. Un obiettivo centrato, grazie ad un combat system frizzante ed un appeal orgogliosamente da B-movie horror. Purtroppo, l’eccessiva linearità del level design ed un comparto tecnico sul quale pesa eccessivamente la natura crossgen impediscono al progetto di raggiungere livelli più elevati. Con queste consapevolezze, allacciate i cinturoni e sistematevi il cappello: la caccia alle mostruosità nel selvaggio West è appena iniziata.

Humble Choice, tutti i giochi per il mese di dicembre

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Nella giornata odierna il team di Humble Bundle ha svelato i giochi disponibili per il mese di dicembre nell’abbonamento Humble Choice!

  • Wasteland 3 – Ricostruiamo la società dalle ceneri di un disastro atomico al comando di una squadra di Ranger del Deserto, ricominciando da zero, tra la desolazione dei ghiacci. Un GDR con scontri tattici a turni, una storia profonda, e brutali decisioni morali da compiere.
  • GreedFall – Immergiamoci in una misteriosa isola ricca di magia e creature fantastiche mentre forgiamo il destino del mondo in questo GDR action in terza persona. Con un sistema di missioni aperte e totale libertà di crescita, spetta solo a noi delineare la nostra avventura.
  • First Class Trouble – Cerchiamo di sopravvivere alla matrice impazzita CAIN a bordo della nave spaziale ISS Alithea, in un singolare party game dove cooperazione e sotterfugi sono l’unico mezzo per non soccombere al vuoto dello spazio infinito, o ai nostri stessi compagni!
  • Backbone – Nei panni del detective-procione Howard Lotor, avventuriamoci per una Vancouver schiacciata dai regimi politici, mentre scopriamo una storia matura e profonda sul cambiamento grazie ad un interessante ibridazione dai CRPG nelle sezioni di dialogo.
  • Toem – Prendiamo la nostra macchina fotografica e rilassiamoci scoprendo i mille misteri di un mondo bizzarro e i suoi strambi abitanti. Risolviamo i loro problemi a suon di scatti, e facciamo incredibili fotografie mentre esploriamo favolosi diorami 3D in bianco e nero.
  • Where the Water Tastes Like Wine – Viviamo il folklore degli Stati Uniti in una singolare avventura narrativa. Condividiamo storie, modifichiamole, troviamo nuove vie, in un continuo loop di scoperta, tra le lande di una terra che chiede di essere ascoltata, tramandata, e mai dimenticata.
  • Blade Assault – Entriamo nelle fila della resistenza di Undercity e combattiamo i corrotti militari di Esperanza in questo platformer 2D rouge-lite. Ci attendono combattimenti al cardiopalma contro orde di nemici e un folto cast di personaggi giocabili, ogni uno con le sue armi e abilità peculiari.
  • Super Magbot – La galassia Magnetia è in pericolo, e solo Magbot puà salvarla! Aiutiamo l’eroe robotico ad attraversare i vari livelli utilizzando la forza della attrazione e della repulsione magnetica, in un avvincente platformer dove ogni singolo pixel può fare la differenza.

In aggiunta avrete anche accesso all’Humble Games Collection -una selezione di titoli accessibili in maniera gratuita-, e fino al 20% di sconto addizionale per qualsiasi gioco acquistato sull’Humble Store.

Questi 8 giochi per PC, e i relativi bonus, possono essere vostri sottoscrivendo all’abbonamento Humble Choice al prezzo di soli 9,99€ al mese, oppure a 109€ con il piano annuale, e riscattandoli prima delle 19:00 del 3 gennaio 2023!

Dead Space Remake, ecco i primi 20 minuti di gioco

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Dead Space Remake

IGN USA ha pubblicato un nuovo video di Dead Space Remake in cui possiamo ammirare i primi 20 minuti di gioco.

Subito una novità salta all’occhio: il protagonista Isaac è finalmente doppiato!

Da notare anche i buonissimi effetti particellari e di luce, forse la componente che ha subito il maggior upgrade.

Non ci resta che aspettare il prossimo 27 gennaio 2023, quando finalmente potremo tornare sull’Ishimura!

God of War Ragnarok, ecco la photo mode!

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God of War Ragnarok

Tramite un nuovo aggiornamento, Sony Santa Monica ha reso disponibile la photo mode in God of War Ragnarok.

La photo mode può essere attivata in qualsiasi momento e prevede varie opzioni, come nascondere i personaggi o modificare le loro espressioni facciali e regolare le diverse impostazioni come la profondità di campo, l’apertura del diaframma e la messa a fuoco.

Voi l’avete già provata?

Vi ricordiamo God of War Ragnarok è disponibile dallo scorso 9 novembre 2022 su PlayStation 4 e PlayStation 5. Avete letto la nostra recensione?

Recensione in pillole Togges

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Togges ci ha sinceramente spiazzato. Decidiamo di esordire così il nostro racconto di questa produzione indie, sviluppata da Regular Studio, nome dietro il quale si nascondono due fratelli brasiliani. Un piccolo team dislocato nelle campagne carioca, con un obiettivo dichiarato: realizzare nuovi modi di giocare all’interno di mondi 3D immersivi. Un’idea ambiziosa ma tremendamente complessa, non solo a causa della modestia dei mezzi a disposizione, ma anche in relazione alla misura delle loro aspirazioni. Con questo loro progetto di esordio, tuttavia, i fratelli hanno dimostrato un evidente talento.

Distribuito da Thunderful Publishing, Togges si presenta come un colorato ed accattivante action platformer 3D basato sulla risoluzione di enigmi ambientali. Traendo ispirazione da un numero elevato di titoli, la produzione Regular Studio riesce tuttavia ad imporre la propria personalità con un risultato finale encomiabile.

Togges sarà disponibile digitalmente dal 7 Dicembre su PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series e Nintendo Switch.

Pronti? Si parte all’avventura!

Versione testata: PlayStation 5


Che gioco è?

Secondo la definizione proposta dal team di sviluppo, Togges è un 3D puzzle platformer non lineare mescolato con una struttura collectathon. Se questo vi sembra un mix insolito o bizzarro, aspettate di conoscere la storia.

Nei panni di un Roomba stagista (si, un robot aspirapolvere), dovremo aiutare il nostro superiore e principale King President a conquistare il Cosmo… per salvarlo dalla misteriosa minaccia del Vuoto. Il buffo regnante dalle idee peculiari vi condurrà dunque in missioni su pianeti multipli per convincere alleati ad aiutarlo nell’impresa… ovviamente soggiogando loro ed i loro habitat. Per farlo, potremo tuttavia contare sul supporto ed aiuto dei piccoli Togges, creaturine cubiche versatili e simpatiche.

Questi tre soggetti son spassosi e litigiosi.

Il presupposto narrativo di Togges è piuttosto semplice ma al contempo delizioso. Una trama basilare, che tuttavia viene resa piacevole non solo dal carisma dei personaggi, tutti finemente caratterizzati mediante un intelligente ricorso a figure archetipiche, ma anche dall’umorismo infuso nella produzione che rompe spesso e volentieri la quarta parete rivolgendosi al giocatore. Nel cast troveremo dunque un’astronave senziente un po’ pignola, un trio di litigiosi gestori di una biblioteca e molto altro. La scena la ruba tuttavia lo strambo King President, la cui caratterizzazione coinvolgente richiama la comicità del King of All Cosmos di Katamary Damacy.

Il piccolo Roomba si troverà così ad esplorare i sette pianeti presenti, contraddistinti da una realizzazione tecnica modesta ma solida, ricca di estro artistico. Ciascun pianeta si ispira ad una coloratissima ambientazione tradizionale, dal mondo medievale al regno fatto di budino, passando per una metropoli futuristica ed un mondo con vegetazione lussureggiante. Una selezione piuttosto tradizionale, resa tuttavia peculiare al fine di ospitare le molteplici feature di gameplay, legate alle abilità dei cubettosi Togges. Altrettanto incisiva è la colonna sonora, composta da musiche estremamente piacevoli e variegate che accompagnano l’esplorazione con cura ed attenzione.

Il colpo d’occhio è sempre colorato e cubettoso.

Perché giocarlo?

La peculiarità di Togges passa dalle stesse creaturine che danno il nome alla produzione indipendente brasiliana.

I piccoli cubetti colorati saranno i vostri fidi alleati, ma anche i vostri strumenti per esplorare le ambientazioni. Nonostante Roomba si possa muovere liberamente ed esplorare senza limiti, per interagire con il mondo e raccogliere gli oggetti dovrete invece servirvi dell’aiuto dei Togges. Tuttavia, questi ultimi hanno proprietà particolari: per sfruttarle, dovrete infatti creare delle fila continue di cubetti, da uno dei punti di partenza designati fino al vostro obiettivo.

Ogni livello vi fornirà dunque un numero limitato di cubi da poter utilizzare: starà a voi metterli in riga o in colonna per tracciare sentieri che vi conducano agli oggetti da raccogliere come frutta, lettere o segreti. Capirete ben presto che azioni elementari come salire su un piano più elevato, richiederanno in Togges uno studio dell’ambientazione circostante per capire come raggiungerlo, gestendo le diverse tipologie di creaturine che otterrete man mano. I blocchi rossi possono infatti essere posizionati in grande quantità e sono invulnerabili al fuoco, tuttavia possono creare colonne piuttosto limitate. I blocchi gialli permettono di raggiungere altezze più elevate e conducono l’elettricità, ma al contempo consumano più rapidamente il limite massimo. Per non parlare dei blocchi verdi, enormi ed utili per raggiungere le altezze più elevante ma fin troppo ingombranti. Starà al giocatore scegliere il Togges giusto per l’occasione giusta.

Per salire su una piattaforma, potrete incolonnare i Togges tuttavia attenzione: colori diversi hanno caratteristiche diverse.

Dopo una leggera confusione iniziale per comprendere l’inedito gameplay della produzione, il player si ritrova ben presto a padroneggiare le regole dell’esplorazione e dell’interazione. Inizia così un viaggio attraverso mondi 3D ricchi di contenuti e segreti, che strizzano l’occhio alle macro aree di Super Mario Odyssey. La quantità di oggetti da recuperare è particolarmente elevata, nascosti sempre da enigmi variegati ed interessanti. Per raggiungere un frutto dovrete, ad esempio, risolvere un rompicapo con interruttori, oppure interagire con l’ambiente circostante per liberare una via di accesso, facendo i conti con le leggi della fisica e le proprietà di ciascun Togges. Si tratta di obiettivi piuttosto ordinari se presi in senso assoluto, ma che diventano piacevolmente freschi grazie all’interpretazione di Regular Studio.

Come se non bastassero i già enormi e bellissimi mondi esplorabili, Togges nasconde circa 30 livelli bonus. Si tratta spesso di piccoli stage opzionali, spesso ispirati ai satelliti di Super Mario Galaxy: ciascuno di essi presenta sfide maggiormente complesse, che aumentano a dismisura la già elevata varietà del titolo. Complessivamente, per completare il titolo potreste infatti aver bisogno anche di venti ore: un traguardo stupefacente, soprattutto alla luce della qualità della produzione.

I livelli sono forse un pochino classici, ma il level design compensa tutto.

Perché no?

Regular Studio mette insieme un gran numero di idee con un ottimo risultato finale, eppure Togges potrebbe comunque non incontrare il gusto della maggioranza del pubblico.

Nonostante si autodefinisca un platformer 3D, ci siamo sentiti non pienamente d’accordo con questa definizione. Se strutturalmente la produzione richiama palesemente alcuni dei più grandi esponenti del genere, alternando mondi esplorabili ricchi di collezionabili e livelli più contenuti ed impegnativi, ludicamente il titolo abbraccia più propriamente la definizione di puzzle adventure. Non aspettatevi dunque le classiche piattaforme tra le quali saltare in agilità, piuttosto un attento ragionamento sul come raggiungere i vostri obiettivi sfruttando il level design ed i Togges. Sotto questa particolare ottica, più che avvicinarsi ad un capitolo di Super Mario, la produzione si ispira maggiormente alla proposta di Captain Toad: Treasure Tracker con un leggero tocco di de Blob.

Soprattutto i livelli bonus avranno echi di Captain Toad: Treasure Tracker.

Preparatevi dunque ad esplorare attentamente i mondi di gioco, tentando di raccogliere tutto ciò che gli sviluppatori si sono divertiti a nascondere. Sfruttare le abilità dei cubetti sarà fondamentale ed in alcuni frangenti dovrete far lavorare la materia grigia per arrivare al pieno completamento. Sotto questo punto di vista, Togges potrebbe dunque allontanare i fan di un’esperienza più immediata. Una componente puzzle di qualità, sia ben chiaro. Tuttavia non possiamo non constatare che una parte del pubblico potrebbe soffrire alla lunga il loop di gameplay, alternato tra esplorazione ed enigmi, soprattutto a causa di una longevità particolarmente generosa.

Qualche piccola sbavatura c’è anche sul versante tecnico e meramente visivo. La direzione artistica sopperisce adeguatamente ai limiti grafici, che tuttavia emergono da costruzioni poligonali spesso basilari e non troppo dettagliati. Anche alcuni cromatismi potrebbero non incontrare il gusto di tutti, con una palette a tratti fredda, se non con prevalenza di colori neutrali o alcalini.

Se non amate gli enigmi, Togges potrebbe non essere il titolo giusto.

Commento finale

Confessiamo di avere un debole per le produzioni indipendenti portate avanti con coraggio ed ambizione, soprattutto se proposte da un pugno di sviluppatori. Togges è il frutto dell’amore coraggioso di due fratelli, che vogliono tentare di infondere idee nuove negli mondi 3D. Un obiettivo pienamente raggiunto, grazie ad un presupposto narrativo carismatico e, soprattutto, un gameplay originale, fresco e divertente. Più puzzle game collectathon che classico platformer 3D, circostanza questa che potrebbe allontanare una parte del pubblico (e forse avvicinarne un’altra), la produzione Regular Studio è una delle ultime piccole grandi sorprese di questo 2022.

Horizon Forbidden West, l’annuncio del DLC è imminente?

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Horizon: Forbidden West

Il noto leaker The Snitch ha condiviso un altro dei suoi criptici teaser, legato probabilmente a qualche annuncio imminente. Eccolo:

L’ipotesi più accreditata sembra essere quella che riguarda un DLC per Horizon Forbidden West, ambientato proprio in quella porzione di terreno compresa tra San Francisco e Las Vegas.

A rincarare la dose ci ha pensato Tom Henderson, suggerendo che il leak di The Snitch faccia riferimento alle Burning Shores, un luogo che viene citato nel gioco principale ma che non è possibile visitare.

Sempre Henderson, inoltre, ritiene che la data di uscita di questo DLC sia stata fissata per aprile 2023.

Recensione in pillole Jitsu Squad

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Jitsu Squad nasce dalla passione di sei sviluppatori indipendenti, uniti nel Tanuki Creative Studio dall’amore verso i beat’em’up degli anni ’80 e ’90. Un percorso di sviluppo lungo cinque anni, coronato da una campagna Kickstarter di grande successo che ha permesso al progetto, nel Febbraio 2021, di spiccare il balzo finale. Grazie ad una presentazione visiva di grandissimo impatto ed un gameplay frenetico sponsorizzato da figure note nel mondo dei picchiaduro come Maximillian Dood, il titolo ha attratto l’attenzione dei fan del genere. Per tutti loro, ancora affamati di risse dopo i revival di successo di Streets of Rage e Teenage Mutant Ninja Turtles, c’è la grande aspettativa verso questo affascinante progetto.

Jitsu Squad prende infatti diretta ed esplicita ispirazione dalle classiche meccaniche brawler di Streets of Rage e Final Fight, con la velocità e l’intensità di Marvel vs. Capcom II, Dragon Ball FighterZ e Super Smash Bros. Ingredienti appetitosi per una dolcissima ricetta… ma incredibilmente difficile da realizzare. D’altronde si sa, la pasticceria è questione di rigorose disciplina e chimica: non tutti riescono a creare, senza assoluta abnegazione, torte squisite ma complesse come la Dobos o la Red Velvet. Saranno riusciti gli sviluppatori nella loro ardua ed ambiziosa impresa?

Dopo aver esordito lo scorso marzo su PC (via Steam), Jitsu Squad si appresta ad arrivare anche su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series e Nintendo Switch. Grazie ad ININ Games il titolo approderà sia in formato digitale il prossimo 9 Dicembre, sia in edizione fisica il 16 Dicembre.

Preparatevi a lotte frenetiche!

Versione testata: PlayStation 5


Che gioco è?

Jitsu Squad è un frenetico beat’em’up a scorrimento sul modello dei classici del genere, caratterizzato da un ritmo elevato e da battaglie furiose.

Ill malvagio stregone Origami, per soddisfare i propri desideri di conquista e distruzione, tenta di recuperare un potente artefatto noto come la pietra Kusanagi. Al suo interno, giace infatti un demone dagli sconfinati poteri, dei quali Origami vuole entrare in possesso per accrescere il proprio dominio e quello del clan Emaki. Al volere del cattivo di turno si oppone un gufo monaco chiamato Ramen, che recluta quattro guerrieri sopravvissuti alla furia di Origami. Il ninja tanuki Hero, la kunoichi coniglio Baby, il monaco guerriero rana Jazz ed il vichingo facocero Aros: insieme formano la Jitsu Squad.

Baby è una kunoichi, quindi specializzata negli attacchi a distanza.

La trama, narrata attraverso semplici e brevi cutscene che rievocano l’animazione americana, fornisce un semplice ma piacevole pretesto per affrontare i combattimenti del titolo. I personaggi commentano sarcasticamente gli eventi, con un po’ di sana spavalderia e senza elemosinare riferimenti a titoli ben più famosi. Gli eventi si susseguono non senza attingere ai classici cliché del genere, tuttavia svolgendo efficacemente la loro funzione di intrattenimento.

Ma è quando si passa al gioco in movimento che la presentazione colpisce in tutto il suo splendore. Jitsu Squad conta infatti su una realizzazione con uno stile artistico in cartoon 2D, sgargiante e ricco di dettagli. Un colpo d’occhio che colpisce e rapisce il giocatore, catapultandolo in ambientazioni ora lussureggianti ora aride, con un sapiente uso dei cromatismi e della caratterizzazione ambientale. Un’esperienza sensoriale resa completa dal comparto audio, ricco di effettistiche esagerate e musiche dal sound rock anni ’90.

Le ambientazioni sono ricche di dettagli e colori.

Perché giocarlo?

Jitsu Squad propone un classico picchiaduro a scorrimento, tuttavia arricchito da idee prese da capolavori Capcom ed ArkSys.

Ciascun personaggio che sceglierete sarà contraddistinto da stili di combattimento e parco mosse differenti. Hero è il classico guerriero equilibrato, di media mobilità e dedito agli attacchi ravvicinati. Baby è il personaggio veloce e scattante che predilige fulminei attacchi a distanza. Jazz è una soluzione intermedia, adatto tanto al combattimento corpo a corpo quanto agli attacchi speciali distanziati. Aros è infine il tank di turno, estremamente potente ma piuttosto lento. Nel corso dell’avventura accrescerete tuttavia le mosse a vostra disposizione, arricchendovi di attacchi a distanza, colpi caricati e trasformazioni con le quali spazzare via orde di nemici. Se questo non bastasse, potrete raccogliere diversi bonus dal terreno di battaglia: accanto alle classiche armi usa e getta, potrete infatti chiamare il supporto temporaneo di speciali personaggi, con effetti tanto distruttivi quanto esilaranti.

Le trasformazioni sono sgargianti e potentissime.

Gli stage vi metteranno di fronte ad un numero estremamente elevato di avversari, riempiendo letteralmente lo schermo di luci ed animazioni. La fulminea reattività richiesta al player sarà indispensabile per fronteggiare le minacce, tuttavia tenendo ben presente due meccaniche fondamentali.

Da un lato, Jitsu Squad permette di effettuare una parry con counter, indovinando con il giusto tempismo quando opporsi ad un attacco nemico. Questo non solo impedirà al vostro personaggio di subire danni, ma permetterà di non interrompere il flow dell’azione e delle combo, andando ad alimentare un contatore di counter che vi porterà ad una maggiore aggressività. Dall’altro lato, il launcher che ogni personaggio potrà sfruttare permette di avviare interessanti sequenze in juggle destreggiandosi con gli attacchi a propria disposizione. Un aspetto, quest’ultimo, che palesa le ispirazioni, ritmiche e ludiche, con la serie di Marvel vs Capcom e con l’eccellente Dragon Ball FighterZ, portandovi ad inanellare combo incredibili da centinaia di colpi. Quando poi avrete occasione di sbloccare la modalità tag team, le analogie diventeranno evidenti. Potrete infatti switchare in tempo reali i personaggi, aprendo le porte ad entusiasmanti sinergie offensive.

Le armi speciali vi aiuteranno, ma imparare parry e launcher sarà molto più utile.

Perché no?

Jitsu Squad è un titolo che sa divertire ed esaltare: purtroppo però, dobbiamo riscontrare che si tratta di un prodotto che, perlomeno allo stato attuale, può essere consigliato con qualche riserva.

I limiti della produzione risiedono infatti in una generale scarsità dell’offerta ludica. Tolta infatti la modalità storia, nella quale affronterete gli otto livelli di cui è composto il gioco, e la modalità tag team, che si sbloccherà dopo aver raggiunto i titoli di coda, Jitsu Squad non offre altro. Si può ovviamente completare il titolo con ciascuno dei quattro personaggi presenti ed approfondire il gameplay alle difficoltà più elevate anche in tag team, tuttavia non ci sono altri stimoli per continuare a giocare.

Si tratta di una prospettiva piuttosto povera se paragonata alle modalità offerte ed agli stratagemmi adottati dai recenti Streets of Rage 4 e Shredder’s Revenge. In questo senso, non può essere considerata positiva l’assenza dell’online che limita il multiplayer alle sole possibilità in locale.

L’assenza dell’online è un punto a sfavore della produzione.

Fortunatamente si tratta di una carenza solo momentanea. Il team di sviluppo ha infatti previsto un vasto supporto post lancio, grazie ai fondi di Kickstarter, che vedrà l’arrivo di contenuti completamente gratuiti. Grazie ai fondi raccolti in crowdfunding, Jitsu Squad riceverà nel 2023 una modalità survival ed una boss rush mode, nonché un intrigante new game plus. Ci saranno infine anche una difficoltà aggiuntiva ed un nuovo personaggio giocabile. Si tratta dunque di prospettive decisamente allettanti, ma per le quali si dovrà attendere: una circostanza che potrebbe frustrare una parte del pubblico e che non può non pesare, ora come ora, sulla valutazione del titolo.

Qualche piccolo problema emerge poi pad alla mano. I combattimenti furiosi e coreografici del titolo sono uno spettacolo straordinario da ammirare e galvanizzante da porre in essere. Tuttavia, nei momenti più concitati la lettura delle situazioni potrebbe essere parzialmente compromessa. La grandissima mole di avversari ed effetti visivi rende infatti piuttosto impegnativo individuare alcune tipologie di attacchi, rendendo fortuito il ricorso alla meccanica di parry. L’abitudine rende molto più attenuata la problematica, anche grazie alla reattività dei comandi e del cancel. Tuttavia spiace constatare che in taluni momenti vedrete interrotta la vostra furia combattiva da un attacco quasi invisibile da distinguere nel marasma generale.

In alcuni momenti sarà molto difficile capire se un attacco vi sta per colpire.

Commento finale

Jitsu Squad arriva su console portando con sé combattimenti esagerati e straripanti, con una presentazione visiva altrettanto sopra le righe. Tanuki Creative Studio fa tesoro degli anni di sviluppo sfornando un beat’em’up spericolato, bellissimo da vedere e divertente da giocare, grazie ad influssi presi dai migliori classici e dai picchiaduro Capcom ed ArkSys. Purtroppo, allo stato attuale è complesso consigliare il titolo se non ai fan del genere. L’assenza dell’online ed una leggibilità a tratti impegnativa sono aspetti che si sommano alla scarna offerta ludica del titolo, che attende l’arrivo dei contenuti gratuiti promessi per il 2023. Se la prospettiva non vi scoraggia, dategli tranquillamente fiducia: questa squadra di guerrieri vi conquisterà!

Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, ecco le recensioni ed i voti della stampa internazionale

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Ad una settimana dalla release ufficiale, arrivano i primi voti della stampa internazionale per Crisis Core Final Fantasy VII Reunion.

Quale sembra essere il parere generale? Il titolo incontra un ottimo consenso per un’operazione che va molto al di là del semplice remaster, come suggerito da Square Enix: Crisis Core: Final Fantasy VII Reunion è “molto più di un remaster” nel nuovo trailer – 4News

Ecco di seguito alcune delle recensioni finora pubblicate dai maggiori siti internazionali:

  • PC Gamer 86/100
  • GameSpot 8/10
  • Shacknews 9/10
  • Gaming Trend 90/100
  • COGconnected 80/100
  • PlayStation Universe 8,5/10
  • Push Square 7/10
  • Atomix 85/100
  • Gameblog 7/10
  • Twinfinite 4/5
  • Press Start 9/10
  • Gaming Bolt 8/10
  • TechRaptor 8,5/10
  • GameSpew 7/10
  • Worth Playing 8,5/10
  • PSX Brasil 85/100
  • TrueGaming 8/10
  • Siliconera 9/10

Nel momento in cui scriviamo il titolo SquareEnix si attesta su una media delle recensioni di 83 su OpenCritic e di 85 su Metacritic. Si tratta di un risultato provvisorio, in attesa delle altre opinioni in arrivo.

Vi ricordiamo che il titolo sarà disponibile dal 13 Dicembre 2022 per PC (via Steam), PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e Nintendo Switch.

Collaboratori stressati e budget sempre più scarni: Qualtrics presenta le principali tendenze dell’Employee Experience nel 2023

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men sitting at table with computers
Photo by cottonbro studio on Pexels.com

I lavoratori italiani cercano stabilità e sicurezza, ma processi aziendali inefficienti e la sempre crescente difficoltà a bilanciare lavoro e vita privata li stanno portando al limite

  • Solo il 49% degli intervistati ritiene di essere retribuito in modo equo
  • Il 71% dei lavoratori che gode di un buon bilanciamento tra vita professionale e vita privata è disposto a dare all’azienda più di quanto richiesto, ma la percentuale scende al 18% per chi questo equilibrio non ce l’ha
  • Il 37% delle persone intervistate ha riportato segni di stress e iniziali sintomi di burnout dovuti principalmente alle inefficienze dei processi aziendali ed esacerbati dalla pandemia.
  • L’allineamento tra i propri valori e quelli dell’organizzazione per cui si lavora è il principale driver di motivazione a restare in azienda.

MILANO, 5 Dicembre 2022 –Stressati dalle inefficienze dei processi aziendali e preoccupati da un contesto economico ricco di incertezze, i collaboratori richiedono stabilità ai loro datori di lavoro. È quanto emerge dal report relativo alle Tendenze dell’Employee Experience 2023 recentemente pubblicato da Qualtrics (Nasdaq: XM).

Con l’obiettivo di comprendere le impressioni dei lavoratori e le modalità con cui i cambiamenti in atto potranno definire il futuro del lavoro, Qualtrics XM Institute ha intervistato circa 29.000 persone (circa 1.000 in Italia) in 27 Paesi nel corso del terzo trimestre 2022.

Sull’onda del fenomeno “Grandi Dimissioni” e dei piani di rientro in ufficio delle aziende, emerge una nuova contrapposizione: da una parte i collaboratori, alla ricerca di un maggiore supporto da parte dei datori di lavoro, e dall’altra le aziende, desiderose di ottimizzare i budget senza sacrificare la produttività.

I principali trend per il 2023 evidenziati dal rapporto di Qualtrics sono:

  • I lavoratori vogliono essere rassicurati sul fatto che il loro posto di lavoro e l’azienda per cui lavorano abbiano basi solide.
  • Le aziende che privilegiano l’equilibrio tra lavoro e vita privata vengono premiate dai loro collaboratori, che sono disposti a dare più di quanto loro richiesto.
  • Le aziende dovranno eliminare gli ostacoli derivanti da processi e tecnologie inefficienti per migliorare la produttività e alleviare i sintomi di stress.
  • Evidenziare i valori condivisi tra persone e organizzazione aziendale sarà il modo migliore per aumentare il tasso di retention.

“Le aspettative delle persone sono radicalmente cambiate e i progressi ottenuti non possono essere annullati”, ha commentato Andrea Montuschi, Employee Experience Strategist di Qualtrics. “Il quadro economico cambia e spinge le persone a concentrarsi sui bisogni primari ed è essenziale comunicare con loro in modo chiaro e aperto. I collaboratori vogliono essere certi che il loro posto di lavoro sia sicuro e che la loro azienda sia al loro fianco per supportarli a seguito dei cambiamenti epocali prodotti da pandemia, crisi economica ed eventi geopolitici”.

I collaboratori vogliono essere rassicurati sul fatto che il loro posto di lavoro e l’azienda per cui lavorano abbiano basi solide.

Le aziende dovranno fare i conti con budget ridotti proprio nel momento in cui la soddisfazione dei collaboratori sullo stipendio percepito è in discesa – solo il 49% ritiene di essere remunerato in modo equo, contro il 61% della media mondiale e il 55% della media EMEA. Circa un terzo (34%) degli intervistati vede un chiaro collegamento tra il proprio stipendio e la propria performance lavorativa.

Le aziende sono alla ricerca di nuove modalità per contenere i costi e valutano tagli agli organici, senza però sacrificare i professionisti migliori. I collaboratori soddisfatti del proprio stipendio hanno una probabilità dell’8% in più di rimanere in azienda per almeno altri tre anni. Ciò significa che in Italia molti professionisti potrebbero essere spinti a cercare nuove opportunità professionali, che siano in grado di offrire loro una retribuzione più in linea con le aspettative.

“Lo stipendio è comprensibilmente al centro dell’attenzione dei lavoratori e le aziende dovrebbero quindi capire quali compromessi sono disposte ad accettare se si tratta di pagare per trattenere i migliori talenti”, ha aggiunto Montuschi. “Inoltre, le aziende dovrebbero effettuare analisi periodiche per essere certe che i loro collaboratori siano trattati in modo equo rispetto al mercato”. 

Le aziende che privilegiano l’equilibrio tra lavoro e vita privata sono premiate dai loro collaboratori, che sono disposti a dare più di quanto loro richiesto.

Il 71% deicollaboratori che ritengono di avere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata è disposto a dare più di quanto richiesto dall’azienda. Di contro, soltanto il 18% di coloro che non hanno un buon equilibrio lavoro-vita privata farebbe lo stesso.

Secondo Montuschi, “Il bilanciamento lavoro-vita privata è essenziale per la sostenibilità delle aziende e per mantenere alte performance. È nell’interesse di tutta l’organizzazione che i collaboratori si possano prendere del tempo libero per staccare e ricaricarsi. Dopo mesi passati a occuparsi del benessere delle persone aggiungendo servizi (counselling, psicologi, ecc), forse è il momento di lavorare per sottrazione, restituendo alle nostre persone la loro risorsa più preziosa: il tempo”.

Le aziende dovranno eliminare gli ostacoli derivanti da processi e tecnologie inefficienti per migliorare la produttività e alleviare i sintomi di stress dei collaboratori.

La pandemia ha evidenziato alcuni processi che impediscono alle persone di essere produttive e, nello stesso tempo, ha introdotto nuove sfide.  Poco più della metà (58%) dei lavoratori italiani ha dichiarato che i processi aziendali aiutano la produttività, un dato leggermente più basso di quello europeo (60%).

Al di là delle inefficienze di processo, solo il 59% dei rispondenti ritiene che la propria produttività sia stata supportata dalla tecnologia. Ad esempio, la rapida adozione di nuove tecnologie durante la fase pandemica ne ha reso difficile l’integrazione con quelle esistenti, facendo sì che i diversi team utilizzassero applicazioni diverse per svolgere gli stessi compiti, oppure che fosse necessario utilizzare più applicazioni per completare un singolo processo. L’effetto di queste inefficienze ha generato nel 37% dei lavoratori sintomi da burnout, mentre il 36% ha dichiarato di essere emotivamente svuotato.

“Siamo abituati a pensare in termini di carichi di lavoro, ma le inefficienze e la burocratizzazione dei processi sono un grosso problema quando si tratta di stress, poiché rendono difficile il lavoro e possono vanificare gli sforzi profusi dalle persone. Dobbiamo ascoltare di più i nostri collaboratori per capire quali sono gli ostacoli che incontrano e lavorare per rimuoverli”, ha aggiunto Montuschi.

Evidenziare i valori condivisi sarà il modo migliore per trattenere le persone.

La condivisionedei valori aziendali è il principale driver di retention, dal momento che le persone danno una grande importanza al fatto di lavorare per aziende che credono negli stessi principi. Se i collaboratori sentono di far parte di un’organizzazione di cui condividono i valori, all’80% resteranno in azienda per almeno 3 anni.

Gli avanzamenti di carriera sono un altro elemento di employee retention: poco più della metà (56%) dei collaboratori italiani pensa che i propri obiettivi di carriera possano essere raggiunti nell’azienda per cui lavorano attualmente. Se non saranno messi in condizione di imparare nuove skill o di sviluppare quelle esistenti, i talenti cercheranno altrove nuove opportunità di crescita. 

Consulta L’Employee Experience Trend Report 2023  qui.

LOL Xmas Special, trailer ufficiale dello speciale natalizio di Prime Video

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Tramite i propri canali social, Prime Video ha condiviso il trailer ufficiale per LOL Xmas Special, edizione natalizia del famoso talent comico.

Ve lo proponiamo di seguito, grazie all’account ufficiale YouTube di Prime Video Italia.

Condotto da Fedez, lo special vedrà il ritorno di alcuni dei concorrenti delle passate edizioni: Mara Maionchi, Frank Matano, Maria Di Biase, Michela Giraud, Mago Forest e Lillo Petrolo.

Per l’edizione natalizia valgono le stesse regole del format principale ma con una durata ridotta di ‘solo’ quattro ore. Il montepremi finale di 100.000 euro verrà devoluto ad un ente benefico a scelta del vincitore.

Lol Xmas Special: Chi ride è fuori sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in più di 240 Paesi e territori nel mondo dal 19 Dicembre.

Curiosi di sapere il palinsesto Prime Video di dicembre? Eccolo qui: Prime Video, Dicembre 2022: il catalogo con tutte le nuove uscite di film e serie TV – 4News

Harry & Meghan, trailer ufficiale della docuserie Netflix

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Tramite i propri canali social, Netflix ha condiviso il trailer ufficiale di Harry & Meghan, docuserie in arrivo per la piattaforma streaming.

Ve lo proponiamo di seguito, grazie all’account ufficiale YouTube di Netflix.

In una docuserie approfondita e senza precedenti, il duca e la duchessa del Sussex condividono una prospettiva diversa sulla loro clamorosa storia d’amore. Nel corso di sei episodi, la serie esplora il periodo clandestino dell’innamoramento e le difficoltà che li hanno portati ad allontanarsi dai loro ruoli istituzionali. La serie si spinge ben oltre l’aspetto romantico, rappresentando un quadro del mondo in cui viviamo e delle relazioni interpersonali tramite testimonianze di amici e familiari che rivelano pubblicamente per la prima volta ciò che hanno osservato, oltre a commenti di storici che analizzano lo stato del Commonwealth britannico e i rapporti della famiglia reale con la stampa.

Dalla regista Liz Garbus, acclamata dalla critica, candidata a due Oscar® e premiata agli Emmy®, Harry & Meghan offre uno sguardo inedito a una delle coppie più chiacchierate della storia.

La docuserie esclusiva Netflix verrà distribuita in due volumi: il primo sarà disponibile dall’8 Dicembre, mentre il secondo arriverà il 15 Dicembre.

Curiosi di sapere cos’altro propone la piattaforma streaming per l’ultimo mese dell’anno? Ecco la nostra guida: Netflix, Dicembre 2022: il catalogo con tutte le nuove uscite di film e serie TV – 4News

Recensione in pillole Kukoos: Lost Pets

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Kukoos: Lost Pets

A distanza di quasi un anno dall’early access su PC (via Steam), Kukoos: Lost Pets arriva sul mercato con la sua versione definitiva. Sarà valsa la pena aspettare tutti questi mesi? Sì, decisamente.

Andiamo più a fondo per scoprire tutte le qualità, ed ovviamente anche i difetti, del titolo sviluppato da Petit Fabrik e pubblicato da Modus Games.

Kukoos: Lost Pets è disponibile da oggi 6 dicembre 2022 su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC. Le versioni per PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X|S arriveranno nel corso del 2023.


Versione testata: PS4 in retro-compatibilità su PS5


Che gioco è?

Kukoos: Lost Pets è un delizioso e coloratissimo platform in 3D con una struttura che richiama un po’ Super Mario 3D World e un po’ Crash Bandicoot 4: It’s About Time!.

Su un pianeta interamente ricoperto dall’acqua, i Kukoos, degli esserini antropomorfi buffi e avventurosi che ricordano vagamente delle simpatiche scimmiette, vivono sull’unica isola esistente, dove si trova l’albero Kukoo.

Durante una gara che funge da tutorial, il classico cattivone di turno interrompe la quiete del paradisiaco posto. Qui vengono anche introdotti i pets, buffi animaletti dalle sembianze più disparate che ci permetteranno di utilizzare le loro diverse abilità speciali per superare i vari ostacoli che incontreremo nel gioco. Spetterà a noi, ovviamente, riportare la calma sull’isola impersonando uno dei quattro Kukoos disponibili all’inizio.

Dovremo quindi avventurarci in quattro mondi secondo un ordine ben preciso. Dunque, affrontare i vari livelli che troveremo al loro interno, nella più classica tradizione del genere platform. Alla fine di ogni mondo dovremo sconfiggere il classico boss e quindi proseguire con questa impostazione fino alla fine del gioco.

Perché giocarlo?

Nonostante da questa panoramica il titolo oggetto della recensione possa sembrare molto “ordinario”, l’armonioso mix di scelte di level e game design che compongono i vari livelli donano a Kukoos: Lost Pets una grandissima varietà e sottolineano l’intraprendenza di questi sviluppatori. Se ci leggete da qualche mese, possiamo dire che Petit Fabrik ha infuso nel proprio prodotto quel quid in più, cosa che non è riuscita a fare Tate Multimedia con il loro Kao the Kangaroo.

Kukoos: Lost Pets
La varietà è la chiave del successo

Infatti, oltre alle abilità “standard” dei nostri Kukoos, leggasi salto e attacco/rotolata, in ogni mondo avremo un animaletto diverso con la relativa abilità speciale, con un sistema che ricorda alla lontana quello delle maschere quantiche di Crash 4 nominato in precedenza. Tuttavia qui la segmentazione è maggiormente “a comparti stagni” e non ci ritroveremo quasi mai ad usare in uno stesso livello più di un animaletto. Questi riescono a rendere il flow dell’azione sempre piacevole, riuscendo a sopperire anche all’assenza del doppio salto. Tutto ciò, per giunta, va ad impreziosire una costruzione dei livelli di per sé già esemplare.

Kukoos: Lost Pets, inoltre, ha una stratificazione veramente ben riuscita che richiama la filosofia dell’easy to play, hard to master, partendo comunque da un buonissimo livello di sfida. Riuscire a completare il gioco è un’impresa alla portata di tutti. Soddisfacente, perché sprona il videogiocatore a capire al meglio le dinamiche di gioco. Quanto appena descritto, poi, trova la sua massima espressione quando si cerca di raggiungere il 100%.

A tal proposito, noi abbiamo concluso Kukoos: Lost Pets in quasi 9 ore di gioco, ma ci manca ancora da scoprire più di qualche segreto, come ad esempio trovare le ultime piantine collezionabili, completare un livello bonus e sbloccare i personaggi segreti che potrebbero avere abilità uniche propedeutiche al completamento perfetto del titolo.

Ci troviamo, dunque, di fronte ad un titolo contenutisticamente molto ricco, con tanto di livelli aggiuntivi esclusivi dell’end-game. Senza dimenticare che è possibile affrontare l’intera avventura con altri tre videogiocatori in locale, senza split screen e con drop-in/drop-out.

Per concludere la sezione relativa ai pregi, una menzione va fatta al comparto audiovisivo. La direzione artistica è veramente ben riuscita, grazie al sapiente uso dei colori e al character design. Così come il comparto sonoro, in cui spiccano un buonissimo doppiaggio e una colonna sonora composta da musichette riuscite e molto orecchiabili.

Perché no?

Seppure Kukoos: Lost Pets sia sempre piacevole da giocare, con un sistema di controllo tutto sommato puntuale, pad alla mano si avverte una leggera “pesantezza”. Non tanto durante il platforming, quanto nelle fasi di combattimento. L’attacco/rotolata ha infatti un leggero cooldown tra un’esecuzione e la successiva e spesso dovremo affrontare delle situazioni in cui tale sistema non è sufficientemente reattivo. Giusto per chiarezza, non dipende dal frame rate che viaggia a 60 fps (c’è giusto qualche scatto appena carichiamo per la prima volta la partita), ma da una scelta di design degli sviluppatori. Nulla che infici l’esperienza, ma è giusto segnalarlo.

Kukoos: Lost Pets
La “pesantezza” del gioco si sente soprattutto nei combattimenti con i nemici

Ad inizio recensione abbiamo nominato anche Super Mario 3D World. Questo perché con il titolo per 3DS, Kukoos: Lost Pets condivide la telecamera fissa. Tale scelta toglie leggibilità al videogiocatore che non potrà avere un pieno controllo sui suoi salti, sulle distanze tra piattaforme, sulla profondità dell’azione. Se anche una maestra come Nintendo, nella riedizione Bowser’s Fury, ha rivisto tale scelta optando per una telecamera gestibile dal videogiocatore, ci sarà un motivo.

Per finire, da segnalare una serie di piccole imperfezioni dovute ad una scarsa ripulitura del codice che potrebbero essere risolti con una patch, come ad esempio qualche compenetrazione di troppo, audio che scompare e altre défaillance di questo tipo.

Commento finale

Kukoos: Lost Pets è un buonissimo platform 3D che grazie ad una sapiente alternanza di situazioni di gioco ed ad un livello di difficoltà intelligente e stimolante riesce ad intrattenere il videogiocatore dall’inizio alla fine. Per quanto il prezzo non costituisca un elemento di valutazione, il price tag di 29.99€ (sia per l’edizione digitale che per quella fisica) rappresenta, in relazione all’offerta contenutistica, un’ulteriore incentivo all’acquisto del titolo di Petit Fabrik.

Recensione Fritz!Repeater 6000

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Avete mai pensato a quanti dispositivi in casa vostra sono connessi contemporaneamente ad internet? Il conto è presto fatto: in una famiglia media italiana composta da due genitori e due figli, ci saranno almeno due smart TV, quattro smartphone, due console, una serie di dispositivi per la smarthome come Alexa o Google Home, due (a volte anche tre o quattro!) notebook o tablet per il lavoro o la didattica a distanza e persino il telefono di casa oramai viaggia su rete internet tramite VOIP. Insomma una marea di dati digitali sono scambiati quotidianamente su una normale rete casalinga.  

WiFi 6 ha di certo migliorato di molto la gestione di tutti questi dispositivi, estendendo la portata e la velocità delle reti wireless domestiche, ma in alcuni casi molto comuni nel nostro paese, come ad esempio una piccola villetta su due piani, nemmeno la wifi 6 rendendo davvero impossibile giocare ad un FPS online o anche solo effettuare una videocall o guardare un film in 4K. 

In questi casi la soluzione si chiama rete mesh e di seguito proveremo a spiegarvi perchè un repeater come il Fritz!Repeater 6000 è perfetto per tutte le vostre esigenze.

Se la spiegazione sulla rete mesh non vi interessa, potete passare direttamente al capitolo successivo dove analizzeremo nel dettaglio il nuovo prodotto AVM.

Cos’è una rete mesh? 

Una rete mesh è una rete formata da una serie di dispositivi come router, repeater, extender che funzionano come un’unica rete.  

In una rete Wi-Fi tradizionale infatti, ogni dispositivo è connesso al router principale da cui passano tutte le comunicazioni e più ci si allontana dal router, più debole diventa il segnale e lenta la connessione. Ma non è solo la distanza ad influire sulla qualità della vostra rete Wi-Fi: elementi come pareti, mobili e altri ostacoli possono influire sulla distribuzione dei segnali wireless, rendendo necessario perciò “rinforzare” il segnale lì dove serve attraverso un repeater. Anche il repeater tuttavia dovrà essere collegato al router principale e pertanto dovrà essere nella sua “portata” per poter funzionare correttamente. Va da sè che più ci si allontana dal router principale, più le prestazioni del repeater degradano.

In una rete mesh, invece, ogni dispositivo wireless funziona come punto di accesso ed è in grado di trasmettere informazioni ai dispositivi senza passare per il router principale fornendo una  copertura migliore su uno spazio più ampio. Tutti i punti di accesso finché si trovano all’interno del raggio d’azione delle rispettive reti wireless, possono comunicare tra loro senza ricorrere a un router o a uno switch. Questo permette ai dispositivi di trovare sempre la connessione migliore e più stabile al punto di accesso più vicino offrendo pertanto una velocità di connessione superiore.

I vantaggi di una rete mesh sono quindi molteplici, ad esempio è possibile estendere la rete semplicemente aggiungendo ulteriori punti di accesso, oppure si può fare a meno di un dispositivo guasto, perché la rete mesh reindirizzerà le richieste ad un altro nodo, ed infine è possibile migliorare l’efficienza della propria rete poiché essendo i punti di accesso connessi tra loro, i dati troveranno sempre la migliore strada per raggiungervi.  

Altro enorme vantaggio di una rete mesh è che una volta connessi i diversi punti di accesso, i vostri dispositivi vedranno una sola unica rete e verranno reindirizzati in automatico al punto di accesso migliore senza che voi ve ne accorgiate, senza soluzione di continuità nella vostra connessione. Potrete dunque muovervi da un piano all’altro continuando a vedere la vostra serie preferita senza interruzioni e senza dover passare ad un’altra rete estesa.  

Purtroppo però non esiste un sistema standard per le connessioni Mesh, pertanto, se avete optato per un determinato brand, dovreste continuare ad acquistare punti di accesso di quel marchio per evitare incompatibilità.

AVM con i suoi Fritz!Box e Fritz!Repeater ha probabilmente la gamma più completa e avanzata di router, repeater ed extender Mesh attualmente sul mercato e questo  FRITZ!Repeater 6000 ne è il suo fiore all’occhiello. 

Specifiche tecniche 

FRITZ!Repeater 6000  è il modello di punta della gamma di ripetitori AVM Fritz, pensato per reti domestiche e da ufficio che hanno bisogno di una rete mesh stabile e veloce. Il repeater è dotato di tre unità radio capaci di fornire una banda totale che arriva fino a 6 Gbps (6000mbit/s da qui il nome), suddiviso su due bande a 5GHz da 2400Mbps ciascuna e una banda 2,4GHz che raggiunge la velocità di 1200Mbps. E’ inoltre dotato di ben dodici antenne interne e due porte LAN, rispettivamente da 1 e 2,5 Gbps. 

Scendendo più nel dettaglio, il FRITZ!Repeater 6000 utilizza le migliori tecnologie disponibili per i prodotti della compagnia berlinese e perciò non deve spaventare il prezzo particolarmente alto del dispositivo: oltre i 200 euro su Amazon.

Stiamo parlando infatti di componentistica spesso non presente neppure su router di alta gamma della concorrenza, come ad esempio il SoC quad-core ARM Cortex A53 IPQ8074A a 2000MHz con ben 512MB di SDRAM DDR3L e 2GB di memoria flash, che si unisce ai moduli WiFi QCN5054 e QCN5024 di Qualcomm, ai 12 moduli front-end ad alta efficienza da 2,4/5GHz (completi di antenne) di Qorvo (802.11ax – configurazione MIMO 12×12), e alla porta ethernet 2,5gbit PHY QCA8081 di Qualcomm (oltre a quella da 1gbit che abbiamo già detto). 

Design e unboxing 

Lo schema di colori ricorda da vicino quello degli altri prodotti della famiglia Fritz!Box, ma in questo caso le dimensioni del repeater si sviluppano in verticale. Nella parte frontale trovano spazio un led di stato utile per individuare lo stato della connessione ed un altro a forma di icona wireless, che serve a determinare la potenza del segnale proveniente dal router principale; quest’ultimo led si rivela molto utile per l’individuazione della posizione migliore in cui installare il repeater.

Sempre sul fronte vi è infine un pulsante rosso che consente la connessione “one click” al router principale ma funge anche da pulsante WPS per il collegamento di dispositivi al repeater senza inserimento della password. Il retro del dispositivo è invece occupato dalle due porte ethernet. Manca un sistema di aggancio a parete, ma visto il design sarebbe stato comunque piuttosto complicato agganciarlo al muro.

Nella confezione oltre al dispositivo e alla manualistica è presente un cavo ethernet da due metri. 

Tante opzioni di installazione e configurazione 

Una delle caratteristiche che abbiamo apprezzato di più di questo Fritz!Repeater 6000 è la sua estrema versatilità che rende possibile (e semplice) molteplici opzioni di installazione in una rete Mesh domestica.

Il ripetitore può essere collegato sia via Lan che in wireless, senza grosse rinunce nel caso si opti per la modalità senza fili.

All’interno di una rete composta da altri dispositivi Fritz!, se il ripetitore è collegato a un router con un cavo LAN, viene automaticamente configurato come Access Point. Il collegamento in questo caso avverrà utilizzando una delle due porte Ethernet, restando a disposizione dell’utente ben 6000mbit di banda WiFi.  

Come dicevamo, è tuttavia possibile scegliere di collegare il ripetitore anche tramite rete wireless (ipotesi sicuramente più frequente). Il  Fritz!Repeater 6000 è infatti dotato di tre unità radio, di cui una, quella a 5ghz può essere dedicata interamente alla comunicazione con il router principale, mentre le altre due, quella a 5Ghz e quella a 2,4Ghz, per una banda totale disponibile di 3600mbit/s restano a disposizione dell’utente.

La presenza di tre unità radio distinte consente quindi di evitare uno dei problemi principali dei repeater wireless tradizionali, quello del dimezzamento della banda disponibile per i devices quando collegati in WiFi. Nei dispositivi tradizionali a doppia unità radio, infatti, la banda (solitamente la 5GHz)  è impiegata sia per il collegamento al router principale, sia per la comunicazione con il device dell’utente, dimezzando le prestazioni della rete ampliata.  

Fritz!Repeater 6000 opzioni di installazione
Connessione ponte wifi ad altro repeater mesh nella stessa rete
Fritz!Repeater 6000 opzioni di installazione
Connessione del repeater al router via Wifi sfruttando l’antenna radio 5ghz
Fritz!Repeater 6000 opzioni di installazione
Connessione del repeater al router via LAN

Fritz!OS una certezza

Lo diciamo in praticamente in ogni recensione che riguarda un prodotto AVM: non esiste al momento nessun prodotto commerciale che sia in grado di offrire in maniera così accessibile le funzionalità di Fritz!OS, il sistema operativo di tutti i prodotti del marchio tedesco.

L’installazione del dispositivo in una rete Fritz! è avvenuta in 30 secondi, il tempo necessario a premere un pulsante e cliccare un paio di volte il tasto avanti dall’interfaccia web. Tutte le impostazioni della rete vengono trasferite in automatico al repeater: SSID, password, ecc. e l’unica cosa che dovete fare è iniziare a navigare.

Se le opzioni di risparmio energetico vi appassionano, nell’interfaccia del repeater ne troverete in abbondanza: da quelle che riducono la velocità della rete LAN (modalità ECO) a quelle che analizzano l’utilizzo della memora ram (512MB) del dispositivo. Alcune delle opzioni di configurazione naturalmente dovranno essere gestite dall’interfaccia del router principale, ma in generale anche per il suo repeater di punta, AVM non ha lesinato in opzioni di customizzazione.

Test velocità rete mesh 

Per valutare l’efficacia di un repeater, oltre a misurare la velocità di trasferimento in condizioni ottimali, dobbiamo innanzitutto considerare sino a che distanza è possibile spostare il dispositivo dal router principale mantenendo una connessione stabile e, in secondo luogo, valutarne la velocità di trasmissione.

Se puntate ad un dispositivo come questo infatti, probabilmente ogni altro tentativo con altri repeater è fallito.

Abbiamo perciò deciso di effettuare il nostro torture test del dispositivo mettendolo nella peggior condizione possibile per operare: connessione in WiFi al router principale (un Fritz!Box 7530AX che abbiamo recensito precedentemente) e Fritz!Repeater 6000 posto alla massima distanza possibile, in modo che l’indicatore presente sulla parte frontale diventasse arancione (indice di una connessione debole). Il repeater è stato spostato nella cantina, quindi un piano interrato a circa 60 metri in linea d’aria dal router principale e con un solaio di cemento armato a dividerlo dal router principale.

Se in condizioni ottimali (indicatore di connessione verde) la velocità reale di trasmissione wireless misurata è piuttosto elevata, superando abbondantemente gli 1,6 Gbps (misurazioni effettuate con iPerf3) è quando le cose si fanno complicate che il Fritz!Repeater 6000 dà il meglio di sè. Nella situazione indicata in precedenza, ovvero con connessione debole dal router principale abbiamo misurato una velocità tra i 10Mbit/s e i 33Mbit/s; se i numeri vi sembrano bassi sappiate che fino ad ora nessun repeater testato era riuscito a mantenere una connessione decente costringendoci ad aggiungere un repeater intermedio. In nessun caso inoltre abbiamo subito interruzioni della connessione.

In condizioni ottimali, ma comunque al piano inferiore rispetto al quale è posto il router, il repeater consente di navigare sfruttando a pieno anche le connessioni FTTH più performanti, e la presenza di una presa Lan 2.5Gbit ha un senso proprio per queste connessioni.

Commento finale 

Fritz!Repeater 6000 di AVM non è certo un repeater economico con i suoi 200 euro di prezzo di listino. Rappresenta tuttavia il meglio dell’offerta AVM grazie ad un hardware all’avanguardia e di qualità che è difficile incontrare anche in router di fascia alta. Il prodotto si integra inoltre alla perfezione nella rete Fritz! e ne rappresenta un ideale complemento. Se siete alla ricerca del meglio presente sul mercato con il Fritz!Repeater 6000 non potete sbagliare.

Star Wars Jedi: Survivor arriva a Marzo, trailer gameplay ai The Game Awards

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Star War Jedi: Survivor

Star Wars Jedi: Survivor arriverà per PlayStation 5, Xbox Series e PC via Steam il 16 Marzo 2023.

L’annuncio è indirettamente arrivato dalla pagina Steam ufficiale del titolo. Le nuove informazioni contenute sulla pagina sono state rimosse in breve tempo: ve le proponiamo di seguito.

La storia di Cal Kestis continua in Star Wars Jedi: Survivor, a distanza di cinque anni dagli eventi narrati in Fallen Order. Continua la lotta disperata del giovane contro l’Impero, circondato da facce amiche e nemiche.

Il combat system proporrà nuove abilità della Forza e stile di combattimento, nel corso dell’esplorazione di nuovi pianeti con biomi unici, nuove sfide e nemici.

Come confermato da Shinobi602, il titolo si mostrerà ufficialmente ai The Game Awards l’8 Dicembre.

Ancora pochi giorni e potremo osservare la nuova avventura di Cal Kestis.

Gen V, primo trailer per la serie Amazon spin-off di The Boys

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Tramite i propri canali social, Prime Video ha condiviso il trailer ufficiale per Gen V, serie spin-off di The Boys.

Ve lo proponiamo di seguito, grazie all’account ufficiale YouTube di Prime Video Italia.

Nuova serie spin-off di TheBoys a tema college di supereroi, è sviluppata da Michele Fazekas e Tara Butters, e basata sull’arco narrativo a fumetti “We Gotta Go Now” di Garth Ennis e Darick Robertson.

Gen V arriverà in esclusiva Prime Video nel 2023.

Nel frattempo, vi consigliamo di consultare la lista delle novità Prime Video del mese di Dicembre: Prime Video, Dicembre 2022: il catalogo con tutte le nuove uscite di film e serie TV – 4News

The Callisto Protocol, come effettuare la schivata perfetta e sopravvivere ai nemici

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The Callisto Protocol

Ecco come padroneggiare le meccaniche di schivata a dir poco uniche in The Callisto Protocol.

The Callisto Protocol (il cui lancio non è stato memorabile) si concentra fortemente sul brutale combattimento corpo a corpo. Come con qualsiasi gioco survival horror, i proiettili sono limitati e dovrebbero essere usati con parsimonia. Imparare a massimizzare l’utilizzo della propria arma da mischia aiuterà a sopravvivere mentre si tenta di scappare dalla prigione Black Iron e lasciare Callisto.

The Callisto Protocol ha un sistema di schivata unico in quanto si allontana dalla semplice pressione di un pulsante di schivata standard. Ingaggerete il combattimento con il nemico più vicino, con la telecamera che si blocca leggermente su di esso e con Jacob che “concentra” il suo movimento solo attorno a quel nemico. Durante questo “periodo”, Jacob reagirà principalmente a quel nemico, ma può comunque provare a reagire ad altri nemici dal suo lato cieco. Poiché alcune battaglie vi faranno affrontare più nemici contemporaneamente, questo sistema può diventare complicato da utilizzare.

Come schivare

Il combattimento corpo a corpo può dare il meglio di sé quando si affronta un singolo nemico. Nonostante la maggiore forza degli infetti, i combattimenti uno contro uno permettono al protagonista di destreggiarsi nella schivata mentre si attende il momento perfetto per contrattaccare. Per schivare correttamente, fate muovere Jacob a destra o a sinistra quando un nemico attacca, e schiverà in quella direzione evitando pertanto l’attacco. Non ci sono finestre per cercare di schivare; muovetevi semplicemente in una direzione dal momento in cui il nemico si avvicina per attaccare fino al termine dell’animazione del movimento. Con questo sistema, Jacob si muoverà quasi costantemente in una direzione o nell’altra durante il combattimento. Cercate di stare lontano da muri o altri ostacoli quando schivate, ma se Jacob dovesse schivare contro un muro, si muoverà semplicemente lungo il muro, quindi continuate a schivare ed eviterete una prematura dipartita.

È meglio schivare sempre nella direzione da cui proviene l’attacco. Se il nemico sta per colpire da destra, schivate a destra e viceversa. La maggior parte dei nemici attacca in combo e, per ottenere la migliore chance per un contrattacco, cambiate direzione dopo ogni attacco. Durante una combo, un nemico partirà da una direzione e si alternerà a ogni attacco successivo, rendendo naturale (ci verrebbe da dire quasi ovvio) e migliore cambiare direzione quando si schiva.

Leggere il movimento dei nemici e schivare i gruppi

Durante gli scontri, potrete staccare gli arti del nemico colpendone un paio di volte. Questo viene fatto efficacemente anche a colpi di pistola mentre il nemico si avvicina a voi. Se un nemico ha entrambe le braccia, eseguirà quasi sempre da due a tre combo di attacco. Se il nemico perde un arto, può attaccare solo una volta ed è più facile contrattaccare dopo una sola schivata. Se invece il nemico dovesse perdere una gamba inizierà a strisciare perdendo gran parte della sua mobilità. I nemici mancanti di un arto rappresentano una minaccia molto minore e possono essere schivati e contrastati molto più efficacemente.

Quando affrontate invece un nutrito gruppo di mostruose creature, dovrete cambiare strategia. Come anticipato, Jacob può concentrarsi e schivare correttamente il nemico che sta affrontando, quindi come rendere possibile la vittoria affrontando tanti nemici? Sparare alle gambe dei nemici e renderli meno mobili vi aiuterà; in questo modo potrete facilmente schivarli e contrastarli nel normale combattimento 1 VS 1. Comprendere i nemici è fondamentale, poiché le meccaniche di schivata e combattimento di The Callisto Protocol sono costruite attorno a combattimenti uno contro uno intensi e brutali.

CRISIS CORE – Final Fantasy VII – REUNION, lo abbiamo provato alla Milan Games Week 2022!

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Crisis Core – Final Fantasy VII uscì su PSP nel lontano 2007; prodotto da Square Enix narra degli eventi precedenti dell’originale Final Fantasy VII con Cloud & Co. Questa volta lo rivedremo (e rivivremo) però in chiave current-gen il che permetterà di godere di una veste grafica rinnovata e di tutta una serie di miglioramenti.

Prima di lasciarvi alla nostra anteprima, vi ricordiamo che il gioco sarà disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, Xbox Series X|S, Xbox One e PC, il prossimo 13 Dicembre 2022.

Versione testata: PlayStation 5

CRISIS CORE – Final Fantasy VII – REUNION non è un remake, ma una remastered di alto livello. Abbiamo provato solo una parte iniziale della demo, ma si intravede subito il potenziale del titolo, partendo dalla grafica (al passo con gli standard attuali) che rende quindi il prodotto molto più vicino allo stile di Final Fantasy VII Remake (qui trovate la nostra recensione).

Storia

In CRISIS CORE – Final Fantasy VII – REUNION la trama non sembra differire da quella dell’originale su PSP.

Con il protagonista Zack Fair faremo luce sull’alone di mistero che avvolge il gruppo militare SOLDIER. Con il procedere della trama verremo a conoscenza di diversi retroscena nei quali si comprenderà cosa sia successo a Sephiroth.

E se vi state chiedendo se la storia o il finale differirà in tutto o in parte da quello originale, seguendo quindi le orme dell’attuale Final Fantasy VII Remake, dato che in quest’ultimo capitolo Square Enix ha deciso di fargli prendere una strada alquanto diversa rispetto a quello originale su PSX, potete stare tranquilli. Infatti, in una recente intervista, Yoshinori Kitase (storico autore della serie) ha dichiarato che manterrà la trama originale.

Gameplay

Il gameplay di Crisis Core – Final Fantasy – Reunion, resta pressoché invariato, con meccaniche tipiche di Action Game, molto frenetico che dovrebbe garantire i 60 fps su PS5. Ritroveremo la solita slot machine in alto a sinistra che ci daranno randomici bonus temporanei in battaglia, come abilità speciali, evocazioni, level up.

Ritoccati leggermente, i comandi rendono Crisis Core: Reunion molto più gestibile è fluido rispetto all’originale su PSP. Nello specifico, il giocatore può controllare molto meglio la telecamera e utilizzare più facilmente gli oggetti, come le pozioni o le Materie. La schivata e la parata potranno essere effettuate in modo più immediato grazie il che renderà i combattimenti avvincenti e meno frustranti. Detto ciò, il gioco, si porta dietro anche alcuni problemi dell’originale, come il randomico sistema della slot machine molto criticato in passato, e le aree restano molto limitate nelle sezioni di gameplay. Ma riusciremo a parlarne più approfonditamente quando avremo fra le mani il prodotto finale.

Commento finale

CRISIS CORE – Final Fantasy VII – REUNION attualmente risulta essere una trasposizione fedele dell’originale. Qualunque appassionato della serie e non, potrà giocarlo (in una veste grafica rinnovata e con comandi più moderni) e scoprire dei retroscena del passato e cosa sia accaduto a Sephiroth e Cloud, ancor prima di Final Fantasy VII.

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