Home Blog Pagina 7

Pellicole, Custodie, Controller e SD: ecco i migliori accessori per Nintendo Switch 2

0

Nintendo Switch 2 è finalmente realtà. Dopo anni di attesa e speculazioni, la nuova console di casa Nintendo si prepara a diventare protagonista delle nostre giornate, in salotto come in viaggio. Ma per vivere davvero al massimo l’esperienza che offre — tra schermo più ampio, nuove funzionalità e sessioni di gioco sempre più lunghe — servono gli accessori giusti.

Non parliamo di semplici “extra”, ma di alleati fondamentali perché Switch 2, come ogni console portatile che si rispetti, non è soltanto una macchina da gioco: è una compagna di viaggio, una postazione da battaglia, un piccolo universo da curare e rendere davvero vostro.

In questo articolo abbiamo selezionato i migliori accessori attualmente disponibili, quelli davvero utili e testati dalla community, che possono fare la differenza già dal primo giorno. Dalla protezione per lo schermo alle borse da viaggio, dai controller aggiuntivi alle nuove schede SD ultra-performanti: ecco cosa non può mancare nella vostra dotazione.

Protezione schermo: un alleato invisibile, ma indispensabile

Con il suo nuovo pannello touch, più luminoso, definito e reattivo, Nintendo Switch 2 segna un netto passo avanti rispetto alla prima generazione. Ma proprio per questo motivo, lo schermo diventa il primo elemento da proteggere. Cadute accidentali, graffi nello zaino, mani unte o semplicemente l’usura quotidiana: basta poco per rovinarne la resa visiva.

La pellicola in vetro temperato JSAUX è tra le opzioni più convincenti, anche per chi non ha mai applicato un accessorio simile. Il merito va al telaio di montaggio incluso nella confezione, che guida l’installazione con precisione millimetrica. Basta appoggiarlo e lasciar fare alla gravità: nessuna bolla, nessuna frustrazione.

La trasparenza al 99% mantiene intatti i colori e la brillantezza dello schermo, senza alterare il contrasto né compromettere la sensibilità al tocco. Lo spessore di appena 0,3 mm è praticamente impercettibile sotto le dita, ma abbastanza resistente da garantire durezza 9H, la stessa di molte protezioni per smartphone top di gamma.

A questo si aggiunge un rivestimento oleofobico, utile per tenere lontane le impronte e facilitare la pulizia. In altre parole, protegge davvero senza farsi notare — ed è esattamente ciò che si chiede a un buon vetro temperato. Anche se attualmente non disponibile su Amazon, resta un acquisto consigliatissimo non appena tornerà in stock. Perché uno schermo perfetto è un piacere da conservare a lungo.

Borselli compatti: lo spazio giusto per portarla sempre con voi

Minimal ma capienti, i borselli da trasporto sono l’accessorio ideale per chi non vuole rinunciare alla protezione della propria Switch 2 anche negli spostamenti brevi. Le versioni compatte, come quelle disponibili a questo link e questo, offrono un guscio rigido, spesso impermeabile, con uno scomparto principale per la console e piccole tasche interne per le cartucce o i cavi. Sono pensati per lo zaino o la borsa quotidiana, con un design sobrio e materiali resistenti. Anche il dettaglio della zip è curato: liscia, robusta, non si incastra mai. Perfetti per chi non vuole portarsi dietro troppi accessori, ma nemmeno lasciare la console scoperta.

Chi cerca un’alternativa più colorata e ultra-sottile può puntare sulla Colorful Ultra-thin Carrying Case firmata sempre JSAUX, disponibile in arancione o blu. Con il suo profilo compatto e leggerissimo, entra ovunque e non appesantisce mai: è ideale per i viaggi brevi, ma non rinuncia a un interno in EVA sagomato su misura, capace di tenere salda la Switch 2 durante ogni movimento. Il look è moderno e pulito, con un occhio al design ma senza dimenticare la protezione. La si trova anche in bundle scontati con vetri temperati, per chi vuole fare un acquisto completo senza pensarci troppo.

Per chi invece ha bisogno di più spazio, magari per conservare cartucce, cavi e accessori, la soluzione ideale è la custodia rigida protettiva JSAUX, con ben 15 slot per schede di gioco, una tasca a rete per auricolari e cavi, e la possibilità di contenere anche la console con cover applicata. L’interno è morbidissimo, mentre l’esterno è rinforzato e antigraffio. La maniglia e la tracolla rimovibile la rendono perfetta anche per i viaggi più lunghi. E grazie al supporto regolabile integrato, è possibile usare Switch 2 a mani libere anche in treno, in aereo o sul divano.

Zaini e borse capienti: per viaggi, vacanze o sessioni multiplayer

Quando serve spazio, servono soluzioni all’altezza. Le borse grandi e gli zaini dedicati a Switch 2 permettono di portare con sé non solo la console, ma anche alimentatori, Joy-Con aggiuntivi, dock, cavetteria e magari un secondo controller. I modelli più interessanti, come il Big Carry Case di Konix, sono pensati proprio per chi non si accontenta. La sua struttura rigida protegge tutto il contenuto dagli urti, mentre all’interno trovano posto 14 slot per giochidue reti per cavi e accessori e uno spazio centrale imbottito per la console. È perfetta per chi parte spesso e vuole tenere tutto sotto controllo in un’unica, robusta soluzione. Anche il design sobrio e il colore nero opaco la rendono adatta a ogni occasione, dai viaggi in treno ai tornei tra amici.

Accanto a questa, vale la pena citare la custodia Sandyseptember, un modello più compatto ma sorprendentemente spazioso. Realizzata in materiale EVA ad alta resistenza, unisce leggerezza e solidità, mentre la fodera interna in tessuto morbido protegge la console dai graffi anche in movimento. Ha dimensioni generose (29x16x7 cm), ma resta facilmente inseribile in uno zaino o una valigia. È pensata per chi vuole portarsi dietro tutto il necessario senza rinunciare alla praticità e a un’estetica pulita e professionale: minimal, ma curata nei dettagli, con un look che funziona tanto per i ragazzi quanto per chi vuole uno stile più sobrio.

Cover robuste: protezione invisibile ma fondamentale

Non tutte le custodie rigide sono ingombranti o fastidiose. Alcune, come la iVoler per Nintendo Switch 2, riescono a unire protezione totale e design minimale in un equilibrio sorprendente. Trasparente, leggera e compatibile con il dock, questa cover si applica facilmente grazie alla struttura a componenti separati: la console resta al sicuro anche quando si staccano i Joy-Con o si accede agli accessori, senza mai dover rimuovere nulla. La parte posteriore rigida in PC antiurtoresiste a cadute, graffi e piccoli urti, mentre le impugnature laterali in TPU morbido migliorano la presa durante il gioco. È pensata per restare sempre addosso alla Switch 2, senza ostruire pulsanti o connettori e senza alterare la sensazione tra le mani. Ideale per chi vuole proteggere la propria console senza trasformarla in un mattoncino, è una delle soluzioni più equilibrate oggi disponibili: solida dove serve, discreta dove conta.

Nintendo Switch 2 Pro Controller: controllo totale con stile e precisione

Per chi cerca il massimo dalla nuova console Nintendo, il Nintendo Switch 2 Pro Controller è la risposta definitiva. Disponibile dal 5 giugno 2025, questo controller porta l’esperienza di gioco a un nuovo livello, con un design solido ed ergonomico, una gamma di funzionalità avanzate e tutto ciò che serve per dominare ogni partita.

Dotato di un cavo di ricarica USB incluso nella confezione, il Pro Controller integra un nuovo pulsante C dedicato all’apertura immediata del menu GameChat, rendendo più semplice la comunicazione durante il gioco online. A questo si aggiungono i pulsanti GL e GR configurabili, pensati per adattarsi a qualsiasi stile di gioco, e una presa audio integrata per cuffie e microfono, compatibile con lo standard CTIA da 3,5 mm.

Tra le sue specifiche troviamo il sistema Rumble HD 2 per vibrazioni dinamiche e direzionali, comandi di movimentofunzionalità amiibo integrata, pulsante di cattura, e una durata della batteria stimata in circa 40 ore. Il tutto supportato da una connettività wireless Bluetooth, sensori di movimento come giroscopio e accelerometro, e una ricarica veloce tramite porta USB-C (tempo stimato: 3,5 ore).

Con un peso di circa 235 grammi e dimensioni ben bilanciate (105 x 148 x 60,2 mm), il Nintendo Switch 2 Pro Controller è pensato per le lunghe sessioni e per chi non si accontenta dei Joy-Con. Un controller completo, affidabile, ricco di opzioni e dettagli intelligenti, progettato per offrire prestazioni elevate in ogni situazione, dal gioco competitivo alle avventure in single-player.

Utilizzabile esclusivamente con Nintendo Switch 2, rappresenta l’accessorio ufficiale imprescindibile per chi vuole immergersi completamente nella nuova generazione targata Nintendo.

Scheda SD Express: velocità al servizio della tua libreria

Chi punta tutto sul digitale sa bene quanto sia importante non solo avere spazio, ma anche velocità e affidabilità. La nuova SanDisk MicroSD Express da 256GB rappresenta l’evoluzione naturale delle memorie esterne per Nintendo Switch 2: grazie all’interfaccia PCIe 3.1 NVMe, questa scheda garantisce letture fino a 880 MB/s e scritture fino a 480 MB/s, rendendola oltre quattro volte più veloce delle classiche schede UHS-I. In pratica, significa meno attese nei caricamenti, trasferimenti rapidissimi e performance sempre fluide, anche con i giochi più pesanti.

Perfetta per chi alterna titoli fisici e digitali o per chi viaggia spesso e vuole avere tutto a portata di console, questa microSD è anche un investimento a lungo termine: compatibile con i dispositivi futuriresistente a urti, acqua, calore, raggi X e magnetismo, e persino dotata di sistema di adattamento termico, che protegge la Switch da eventuali surriscaldamenti.

A completare il pacchetto, un software incluso per il recupero file RescuePRO Deluxe, che consente di recuperare dati eliminati per errore per ben due anni. Insomma, un piccolo accessorio capace di fare la differenza nella quotidianità di ogni videogiocatore digitale.

Una dotazione che fa la differenza

Nintendo Switch 2 è una console versatile e pensata per accompagnarci ovunque, ma è solo grazie agli accessori giusti che può esprimere davvero tutto il suo potenziale. Che stiate cercando una protezione eleganteuna custodia da viaggio capienteuna cover ergonomica o uno storage velocissimo, ogni prodotto scelto in questa selezione risponde a un’esigenza precisa, con qualità costruttiva e attenzione al dettaglio.

Per chi vuole giocare senza compromessi – in casa, in treno o a 10.000 metri di quota – questi accessori rappresentano quel tocco in più che trasforma una console in una vera compagna di avventure. E ora che sapete quali sono i migliori, non resta che scegliere quelli più adatti al vostro stile di gioco.

The Legend of Zelda: prime indiscrezioni sul cast del live action

0

L’adattamento live-action di The Legend of Zelda pare aver trovato la sua protagonista. 

Secondo alcune voci di corridoio, a dare vita alla principessa Zelda sarà una delle attrici principali di Euphoria, Hunter Schafer. 

L’attrice era, già da tempo, la favorita di molti dei fan del videogioco di culto. Sono infatti già diversi anni, dal 2023, che nel pubblico serpeggia un corale consenso nei confronti dell’eventualità che sia proprio la Schafer a prendere in mano questo ruolo iconico. Le motivazioni principali sono la somiglianza fisica dell’attrice al personaggio e l’incredibile talento della stessa. 

Proprio per questo motivo, queste voci vanno prese con le pinze. Non abbiamo, infatti, alcuna dichiarazione ufficiale in merito ed il tutto potrebbe essere una semplice diceria. 

L’uscita dell’adattamento è prevista per il 26  marzo 2027 e, per ora, l’unica certezza rimane il regista, Wes Ball, al quale è stato affidato il compito di portare sugli schermi il live-action prodotto da Shigeru Miyamoto e Avi Arad, con Ball stesso e il suo socio Joe Hartwick Jr.

Dovremo, quindi, attendere ancora un po’ prima di sapere se la talentuosa Shafer sarà veramente parte del cast. 

Vision: novità sul cast della nuova serie Marvel

0

Paiono procedere a buon ritmo le lavorazioni per il nuovo spin-off di WandaVision. Sembra, infatti, che si sia già stata individuata l’attrice che indosserà i panni di uno dei personaggi principali. 

T’Nia Miller (La caduta della casa degli Usher) parrebbe essere stata selezionata per ricoprire uno dei ruoli principali accanto a Paul Bettany, che tornerà ad interpretare il protagonista.

Fonti certe dichiarano che la nuova serie sarà  ambientata nel periodo seguente agli eventi narrati in WandaVision e si concentrerà su Visione (Bettany) mentre tenta di recuperare la memoria e l’umanità. 

Pare che la Miller sia stata assunta per interpretare Jocasta, un personaggio caratterizzato da una forte sete di vendetta. 

Miller si unisce ad un cast eccezionale già formato da James Spader nel ruolo di Ultron, Todd Stashwick e Ruaridh Mollica. Anche Faran Tahir si aggiungerà al cast, nel ruolo di Rafa. 

Vision è il secondo spin-off di Wandavision, dopo Agatha All Along.

Recensione Blades of Fire, l’imperfetto nuovo action-adventure di MercurySteam

0

Blades of Fire, sviluppato da MercurySteam (Castlevania: Lords of Shadow, 
Metroid Dread) e pubblicato da 505 Games, è un action-adventure dark fantasy che fonde elementi soulslike con una profonda personalizzazione delle armi. Disponibile dal 22 maggio 2025 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC (tramite EPIC Games Store), il titolo promette un’esperienza intensa, coinvolgente e impegnativa per gli amanti del genere. La combinazione di sistema di creazione delle armi, esplorazione e combattimento incentrato sia su dove colpire un nemico che su quale attributo di attacco ci sembrava piuttosto promettente; e ora che abbiamo avuto la possibilità di giocare il gioco nella sua completezza, sulla carta Blades of Fire è uno dei giochi più ambiziosi e affascinanti che il team abbia mai creato. Forse troppo ambizioso, però …


Versione testata: PlayStation 5


Trama e ambientazione

Il gioco ci mette nei panni di Aran de Lira, primogenito dei Protettori del Re, in un regno dove la neo-incoronata Regina Nerea ha lanciato un incantesimo che trasforma l’acciaio in pietra, lasciando solo il suo esercito di abomini in grado di brandire il metallo divino. Aran, armato dell’ultimo dei sette martelli che forgiarono il mondo, intraprende un viaggio per porre fine al regno tirannico della Regina. Aran non è solo nel suo viaggio; è accompagnato da Adso, un giovane studioso (esperto di storia e magia) che, sebbene non sia un guerriero, offre supporto prezioso (ed è stato creato per contrastare la personalità più “schietta” di Aran). Adso fornisce intuizioni sui nemici, aiuta a risolvere enigmi e parla la lingua perduta dei forgiatori divini, chiave per sbloccare i misteri del mondo. L’ambientazione è ricca e dettagliata, con castelli imponenti, palazzi labirintici e paesaggi medievali che evocano un mondo oscuro e affascinante. L’atmosfera è ulteriormente arricchita da una narrazione (che Enric Alvarez, il direttore del gioco, ha definito “fiaba oscura) ispirata a opere come Excalibur, Il Nome della Rosa, Ladyhawke e Il Conte di Monte Cristo (che esplora temi come destino, separazione e redenzione) e da dialoghi ben scritti offrendo una storia matura e coinvolgente.

Gameplay e meccaniche

Sistema di forgiatura

Uno degli aspetti più distintivi di Blades of Fire è il suo sistema di forgiatura delle armi. Sconfiggendo i nemici, imparerete lentamente a creare le armi e scoprirete gradualmente nuovi metalli e legni con proprietà difensive e offensive specifiche che possono essere utilizzati e combinati fra loro. Potrete influenzare la gittata di un’arma, la sua penetrazione per danni da taglio e perforazione e persino la sua durevolezza, e quanto costa affilarla. Quando si crea un’arma per la prima volta, si completa anche un minigioco di forgiatura. In questo minigioco si colpiscono i segmenti metallici della lama per adattarli alla forma dell’arma. Più si riesce ad adattarli, più stelle si ottengono, con un’arma a 5 stelle riparabile ben 5 volte. Il minigioco richiede un po’ di pratica. Per posizionare i segmenti al posto giusto, si modifica la forza, la dimensione e l’inclinazione di ogni colpo, permettendo di controllare il movimento dei segmenti. Abbiamo apprezzato molto il minigioco in questione (un po’ meno i corposi quanto tediosi filmati d’intermezzo che persino i fan di Monster Hunter Wilds potrebbero trovare esagerati), ha contribuito a rendere più immersiva la forgiatura.

Tuttavia le riparazioni summenzionate richiedono molte delle stesse risorse utilizzate per creare l’arma in origine. Questo presenta un problema: mentre sulla mappa viene indicato quale materiale è comune in un’area, non c’è modo di indicare specificamente dove trovarlo. Ogni arma può acquisire una “reputazione” attraverso l’uso, raggiungendo status epici o leggendari; è possibile scambiare le armi esaurite con Glinda, che darà la possibilità di selezionare qualsiasi materiale da scambiare. Tutto ciò è bello e permette di scambiare un mucchio di armi esaurite e più deboli con i materiali necessari per creare un’arma di livello divino, ma significa che si vorrà sempre usare armi che potrebbero non essere le più adatte allo scopo, in modo da poter riparare o creare armi migliori in seguito. Sulla carta va bene, ma in pratica non sembra aggiungere molto al gioco in sé e ostacola direttamente la libertà del giocatore di poter creare le proprie precipue armi.

Non ci sono scudi, ma usando il materiale giusto sarete in grado di parare qualche colpo direttamente con l’arma equipaggiata. Usare un’arma ne ridurrà gradualmente la penetrazione, il che sta a significare che infliggerete sempre meno danni e alla fine non sarete più in grado di danneggiare alcuni nemici; quindi, decidere la durevolezza di un’arma rispetto alla sua offensiva, tra le altre statistiche, è un vero e proprio gioco di equilibrio. Tuttavia, la morte comporterà la perdita dell’arma nel luogo della sconfitta, costringendo il giocatore a recuperarla, il che aggiunge un ulteriore livello di sfida (e talvolta di frustrazione se si dovesse dimenticare di recuperarla). Detto questo, quasi ogni arma è un piacere da usare, colpendo i nemici con un appagante colpo che fa letteralmente tremare lo schermo, o mutilandoli, è possibile vedere il loro sangue schizzare ovunque.

Combattimento tattico

Il sistema di combattimento è un’altra meccanica che contraddistingue la produzione; profondo e strategico (schivate e parate saranno il vostro pane quotidiano), permette di attaccare (una volta agganciato l’avversario) parti specifiche del corpo dei nemici, come testa o arti. Con una guida che evidenzia quali delle quattro parti del corpo (corrispondenti ai quattro tasti frontali del controller: Quadrato, Triangolo, Cerchio e Croce su PS5 e pertanto attaccando rispettivamente a sinistra, testa, destra) possano essere danneggiate (a mezzo di colpi come: taglio, perforazione o pesanti) o verrebbero respinti dall’armatura. Una finestra verde indica che avete raggiunto la penetrazione necessaria per infliggere danni. Il giallo indica che è al limite (40%-60% di danni), mentre il rosso indica che un attacco rimbalzerà senza infliggere alcun danno o comunque sarà massimo del 20%.

La scelta dell’arma giusta è cruciale per superare le difese nemiche, rendendo ogni scontro unico e stimolante. Ogni nemico ha soglie di penetrazione diverse per gli attacchi taglienti e perforanti, quindi se la vostra spada non è sufficiente contro un nemico specifico, forse una lancia potrebbe fare al caso vostro. La gestione della stamina e l’importanza del tempismo negli attacchi e nelle schivate (premendo una volta per schivare Aran si sposterà, premendo due volte, eseguirete una schivata rotolante che però andrà a consumare anche più tempo, tempo che magari avreste potuto dedicare ad un contrattacco diretto) richiedono attenzione e precisione, evitando il button-mashing tipico di altri titoli. Ogni colpo consuma resistenza, e meno resistenza avete a disposizione, più lenti saranno gli attacchi inferti: tenere premuto il pulsante di guardia (assumendo quindi una posizione difensiva) ripristinerà la resistenza, mentre bloccare al momento giusto para un attacco, ottenendo resistenza illimitata per un breve periodo. Una fiaschetta di salute riempie una parte della relativa barra, ma si ha una limitazione prestabilita di utilizzi fino al successivo riposo, a quel punto si ricarica, ma – come accade nei soulslike – molti dei nemici che sconfitti torneranno in vita. Pur essendo un’esperienza piuttosto macchinosa, il combattimento sembra molto più studiato rispetto ad altri titoli similari con ogni incontro che ricorda un “duello in un film di Kurosawa”.

Se dovessimo trovare un limite (a dire il vero anche piuttosto importante) del combat system è che gli spazi ristretti rendono più ostico schivare, combattere contro i nemici e usare la telecamera per capire dove stiamo effettuando la schivata o per evitare di rimanere bloccati contro un muro. Negli spazi ristretti e nelle situazioni che coinvolgono più di due nemici, il combattimento inizia a vacillare gravemente. Passare da un’arma all’altra e da un attacco all’altro durante il combattimento, tentando allo stesso tempo di schivare e bloccare attacchi da più angolazioni, diventa lento e tedioso. In mezzo a una folla numerosa, gli attacchi diventano inefficaci tanto che finiscono per rimbalzare sui nemici stessi o sull’ambiente circostante.

Esplorazione e progressione

Il mondo di Blades of Fire è interconnesso, con mappe che offrono bivi e percorsi alternativi fin dalle fasi iniziali. La libertà di esplorazione aumenta man mano che si avanza nella campagna, incentivando il ritorno in aree precedenti per ottenere nuovi materiali e potenziare le armi con potenziamenti nascosti anche per la salute e la resistenza, premiando quei giocatori che ragionano fuori dagli schemi. Ogni area ha percorsi diversi che possono essere utilizzati per esplorare, con scorciatoie sbloccabili per accelerare l’attraversamento e incudini sparse in giro per viaggiare rapidamente, raggiungere la fucina per creare armi, riparare e riciclare armi, o riposare per ripristinare la salute e far riapparire i nemici. Il gioco non dice esplicitamente qual è l’obiettivo attuale, quindi è necessario passare molto tempo a esplorare il mondo di gioco per trovare il prossimo innesco della storia. A volte, questo è più guidato, ma per la maggior parte del tempo si è liberi di scoprirlo a proprio piacimento. Se si dovessero riscontrare difficoltà, c’è un’opzione che mostra dove si trova il prossimo obiettivo, accessibile tramite il menu di pausa. Poiché la presentazione della storia è spesso vaga, Adso ha lo scopo di fornire indizi sul prossimo obiettivo, informazioni sull’area attuale e sui personaggi che avete incontrato. Sebbene questi dettagli rappresentino aggiunte interessanti che rendono il mondo più completo, le informazioni per guidare il protagonista sono risultate essere spesso vaghe e generiche rispetto all’obiettivo e al compito specifico da perseguire e completare.

Aspetto tecnico e prestazioni

Graficamente, Blades of Fire offre ambientazioni dettagliate e atmosfere suggestive, con un design artistico che richiama l’estetica dark fantasy. Le animazioni dei personaggi e degli ambienti (così come degli oltre cinquanta nemici presenti) contribuiscono a creare un mondo credibile e immersivo. Dal punto di vista tecnico, non abbiamo riscontrato carenze o problematiche evidenti. Qualche lieve calo di framerate nei momenti più concitati e improvvisi freeze dei nemici durante il combattimento. La colonna sonora – invece – (composta da 20 brani firmati dal pluripremiato Óscar Araujo) è incredibilmente suggestiva.

Commento finale

Blades of Fire ci ha lasciato impressioni e sensazioni contrastanti. Da un lato il il titolo di MercurySteam offre un’esperienza profonda e coinvolgente grazie al suo sistema di forgiatura unico, la narrazione matura con personaggi coinvolgenti, ambienti splendidi ed immersivi ed un’estetica che richiama alla mente IP del passato come Fable e Brütal Legend, il tutto accompagnato da una colonna sonora incredibilmente suggestiva; dall’altro presenta alcuni evidenti limiti, come la curva di apprendimento tarata verso l’alto, la gestione delle armi non proprio delle migliori, un combat system dal grande potenziale ma che finisce per essere troppo irregolare, imperfetto e ripetitivo e obiettivi poco chiari. Insomma, un po’ di lavoro aggiuntivo avrebbe sicuramente giovato alla produzione; allo stato attuale, Blades of Fire è un buon gioco e nulla di più!

Recensione Onimusha 2: Samurai’s Destiny: Il ritorno di un’epopea

0

Ci sono giochi che non invecchiano mai, o che almeno riescono a resistere con dignità al passare del tempo. Onimusha 2: Samurai’s Destiny è uno di questi. Rigiocandolo oggi, nella versione riproposta su PlayStation 5, non è difficile comprendere perché nel 2002 abbia segnato un passaggio fondamentale per l’action nipponico. Il gioco ci mette nei panni di Jubei Yagyu, un samurai dal passato tormentato, in cerca di vendetta dopo la distruzione del suo villaggio da parte dei demoni di Nobunaga. Un incipit semplice, quasi archetipico, che però spalanca le porte a un viaggio carico di pathos e di stile, sospeso tra folklore giapponese, cinema Kurosawiano e una tensione mistica che ancora oggi riesce a far breccia.

La narrazione si muove su binari classici, ma ciò che sorprende è la sua capacità di farci empatizzare con un protagonista più umano che eroico. Jubei non è solo la spada del bene, ma un uomo ferito, disilluso, costretto ad affrontare orrori ultraterreni con una determinazione che sa di solitudine. Le cutscene, pur datate, riescono ancora a evocare emozioni vere grazie a un ritmo ben calibrato e a una regia sorprendentemente efficace. Il gioco riesce inoltre a bilanciare il sovrannaturale e la dimensione più storica con una cura che trasuda rispetto per l’immaginario giapponese. E in fondo, è proprio questo il cuore di Onimusha 2: un’epopea tra vita e morte, vendetta e redenzione, che non ha mai avuto bisogno di troppi effetti speciali per lasciare il segno.


Versione testata : PlayStation 5


Un gameplay d’altri tempi, ma ancora affilato

Il sistema di combattimento di Onimusha 2 resta ancorato a quella filosofia di gioco action con elementi survival horror che ha definito un’epoca. I comandi sono semplici ma reattivi, con un sistema di parate, schivate e colpi critici che ancora oggi riesce a regalare soddisfazioni. Ogni scontro è un duello, ogni attacco va pesato, e ogni errore si paga caro. Non aspettatevi combo spettacolari o personalizzazioni infinite: qui il focus è sull’efficacia, sull’imparare a leggere i nemici e colpire nel momento giusto. Eppure, proprio in questa essenzialità si nasconde una profondità sorprendente, che si rivela partita dopo partita.

Quello che sorprende ancora oggi è quanto sia godibile la progressione. Le armi si evolvono, le sfide aumentano, e la magia degli Oni – che consente di assorbire le anime dei nemici – aggiunge una componente quasi rituale al gameplay. Il ritmo è serrato, con una gestione dell’esplorazione che alterna bene momenti d’azione e fasi più riflessive. Certo, l’assenza di un sistema di salvataggio automatico può far storcere il naso a chi è abituato a comfort moderni, ma fa parte del fascino di un’opera che ti costringe a restare vigile, attento, sempre pronto. Onimusha 2 non è solo un gioco da affrontare: è un gioco da rispettare.

Relazioni e scelte: un sistema sorprendentemente moderno

Tra gli elementi più sottovalutati di Onimusha 2 c’è un piccolo ma significativo sistema di relazioni che coinvolge i personaggi secondari. In base alle scelte fatte dal protagonista Jubei, e agli oggetti donati durante l’avventura, alcuni comprimari si legheranno di più o di meno a lui, influenzando in modo diretto lo sviluppo di alcune sequenze e addirittura il finale. È un’aggiunta inaspettata per un gioco del 2002, eppure riesce a donare varietà e un senso di personalizzazione al percorso del giocatore.

Questa meccanica, per quanto semplice, anticipa alcune dinamiche che oggi diamo per scontate nei GDR o nei titoli con struttura ramificata. I personaggi come Oyu, Kotaro o Magoichi non sono solo spalle narrative, ma figure con cui si costruisce un rapporto. Il gioco non spiega troppo, lascia che sia il giocatore a scoprire e interpretare le reazioni, creando un legame più intimo e coinvolgente. In un’opera tanto improntata sull’onore, il destino e la solitudine dell’eroe, questo sistema rappresenta un’apertura verso l’umanità che arricchisce profondamente l’esperienza.

Ambientazioni evocative e direzione artistica ispirata

Se c’è un aspetto che continua a incantare in Onimusha 2, è l’ambientazione. Ogni scorcio, ogni villaggio avvolto nella nebbia, ogni castello infestato da creature demoniache sembra uscito da un dipinto giapponese del periodo Sengoku. La scelta di utilizzare fondali prerenderizzati contribuisce a creare un’atmosfera sospesa, quasi teatrale, dove ogni luogo racconta una storia anche senza dire una parola. La regia delle inquadrature è precisa, cinematografica, e riesce a nascondere con eleganza i limiti tecnici della produzione.

Anche su PS5, sebbene l’operazione sia più un porting che una remaster, l’impatto visivo mantiene intatta la sua identità. Certo, le animazioni sono rigide, i modelli poligonali datati, e qualche artefatto grafico tradisce l’età dell’opera. Ma se ci si lascia trasportare, si viene catturati da un mondo vivo, misterioso, ricco di simbolismi e richiami culturali. Le architetture parlano di una terra dilaniata dalla guerra e invasa dall’oscurità, mentre la palette cromatica gioca sapientemente con luci e ombre per restituire il senso di un’epica antica, tra storia e leggenda. E in fondo, Onimusha 2funziona proprio perché ha saputo scolpire il suo universo con coerenza e visione artistica.

Audio, colonna sonora e doppiaggio

Il comparto sonoro di Onimusha 2 è una componente essenziale della sua identità. Le musiche alternano momenti lirici e solenni a brani inquietanti e tesi, con una colonna sonora che sa quando restare in disparte e quando farsi protagonista. I temi orchestrali accompagnano perfettamente le scene più drammatiche, contribuendo a rafforzare la tensione narrativa, mentre i suoni ambientali – il fruscio del vento, i passi sull’erba bagnata, i lamenti dei demoni – costruiscono un ecosistema acustico credibile e suggestivo.

Il doppiaggio originale giapponese è la scelta consigliata, soprattutto per chi vuole immergersi completamente nell’atmosfera del gioco. La recitazione, pur con i limiti tecnici dell’epoca, restituisce bene le emozioni dei personaggi principali, e l’alternanza tra dialoghi intensi e silenzi meditativi contribuisce a una narrazione più matura di quanto ci si potrebbe aspettare. L’unico vero limite, forse, è nella mancanza di una localizzazione italiana: una barriera per alcuni, ma anche un incentivo per approcciarsi all’opera con uno spirito più curioso. In ogni caso, l’audio è parte integrante di quell’equilibrio tra sacro e profano che Onimusha 2 riesce ancora a evocare dopo oltre vent’anni.

Una storia di demoni e redenzione, tra mito e memoria

Onimusha 2 non è solo un gioco d’azione: è una parabola sul potere, sulla vendetta, ma anche sul sacrificio. Jubei, come Samanosuke prima di lui, non combatte solo per sé stesso, ma per un mondo minacciato dall’oscurità. Il contesto storico è quello del Giappone feudale, ma la narrazione si arricchisce di elementi mitologici e soprannaturali che trasformano l’avventura in un viaggio spirituale. I demoni non sono solo mostri: sono la manifestazione di un male che corrompe, che travolge ogni cosa, e che può essere fermato solo da chi accetta il proprio destino con coraggio.

È questo uno degli aspetti più affascinanti dell’opera: il modo in cui fonde realtà e leggenda in un linguaggio visivo potente, a tratti poetico. La lotta di Jubei è anche una lotta per non dimenticare, per salvare ciò che resta di una cultura e di una memoria. E quando, alla fine, si guarda indietro al cammino percorso, ci si rende conto che Onimusha 2 ha lasciato un segno più profondo di quanto potessimo immaginare. Perché è un gioco che parla di spade e di demoni, sì, ma soprattutto di scelte, identità e memoria.

Commento finale

Nonostante l’età, Onimusha 2: Samurai’s Destiny è un titolo che conserva intatto il suo valore. È un gioco che chiede pazienza e attenzione, che non si svende a chi cerca gratificazioni immediate, ma che ripaga con emozioni sincere chi sceglie di percorrere la sua strada fino in fondo. Non è una produzione moderna, e non cerca nemmeno di fingersi tale. È una reliquia, sì, ma una reliquia viva, che pulsa ancora sotto la patina del tempo. E forse proprio per questo affascina ancora.

Su PS5, il ritorno di Onimusha 2 ha un sapore agrodolce. Non si tratta di una riedizione al passo coi tempi, né di una remaster che ne esalti le qualità tecniche. Ma è un’occasione per riscoprire una delle saghe più sottovalutate del panorama Capcom, e un invito a ricordare che l’azione può essere anche contemplazione, che l’epica può abitare in pochi pixel, se accompagnata da una visione forte. Chi ha amato il primo capitolo troverà qui una maturazione, chi si avvicina oggi dovrà scendere a patti con i limiti strutturali. Ma in entrambi i casi, Onimusha 2 ha ancora qualcosa da dire.

Gli Imperdibili di Giugno 2025 – I migliori film e serie in arrivo al cinema ed in TV

0

Giugno 2025 promette di essere uno dei mesi principali per il mondo dell’intrattenimento, soprattutto per la presenza di un peso massimo: ecco “Gli Imperdibili”, con i nostri consigli sui migliori film e sulle migliori serie TV in arrivo!

L’obiettivo della collana “Gli Imperdibili”, si badi bene, non è quello di consigliarvi necessariamente tutto ciò che di meritevole uscirà nel mese (qualcosa ci può sfuggire e possiamo sempre prendere dei piccoli granchi… siamo umani!). Tuttavia, l’obiettivo è indicarvi quelli che potrebbero essere i must watch, le produzioni più attese ed interessanti! Troverete appuntamenti direttamente nelle sale cinematografiche, così come produzioni Netflix, Disney+, Prime Video, Apple TV+, Paramount+ e chi più ne ha più ne metta!

Dopo un Maggio 2025 decisamente ricco di proposte, Giugno non vuol essere da meno. Tutt’altro. Il mese che ci introdurrà all’estate porterà in dono un numero significativo di appuntamenti al cinema e davanti ai nostri schermi casalinghi.

Su Sky/NOW arriverà finalmente The Walking Dead: Daryl Nixon e The Gilded Age 3, mentre Prime Video risponderà con Il Baracchino, Deep Cover e L’estate dei segreti perduti. AppleTV+ continuerà a proporre produzioni molto intriganti con Stick ed Echo Valley. Sempre l’azienda di Cupertino porterà poi al cinema F1, che arricchirà le sale già affollate con Karate Kid: Legends, Ballerina, Dragon Trainer, 28 Anni Dopo e M3GAN 2.0. Disney+ sparerà due colpi rumorosi il 25 Giugno con Ironheart e la quarta stagione di The Bear. Tuttavia è Netflix ad avere il colpo grosso del mese: accanto ad appuntamenti come Ginny & Georgia 3 e Fubar 2, la terza e conclusiva stagione di Squid Game sarà il prodotto da non perdere per ogni amante dei serial.

Vi ricordiamo che potete tenere sotto controllo tutte le uscite principali del mese per Netflix dalla nostra rubrica. E adesso, largo ai nostri consigli!

2 Giugno

  • The Walking Dead: Daryl Dixon (Serie TV – Sky/NOW)

3 Giugno

  • Il Baracchino (Serie di animazione – Prime Video)

4 Giugno

  • Stick (Serie TV – Apple TV+)

5 Giugno

  • Karate Kid: Legends (Film – Cinema)
  • The Woman in the Yard (Film – Cinema)
  • Ginny & Georgia 3 (Serie TV – Netflix)

6 Giugno

  • Mercy for None (Miniserie – Netflix)

12 Giugno

  • Ballerina (Film – Cinema)
  • Deep Cover – Attori sotto copertura (Film – Prime Video)
  • Fubar 2 (Serie TV – Netflix)

13 Giugno

  • Dragon Trainer (Film – Cinema)
  • Echo Valley (Film – Apple TV+)
  • Pesci Piccoli 2 (Serie TV – Prime Video)

18 Giugno

  • Elio (Film – Cinema)
  • 28 Anni Dopo (Film – Cinema)
  • L’estate dei segreti perduti (Serie TV – Prime Video)

19 Giugno

  • Il Maestro e Margherita (Film – Cinema)

23 Giugno

  • F1 Il Film (Film – Cinema)
  • The Gilded Age 3 (Serie TV – Sky/NOW)

25 Giugno

  • Ironheart (Serie TV – Disney+)
  • The Bear 4 (Serie TV – Disney+)

26 Giugno

  • M3GAN 2.0 (Film – Cinema)

27 Giugno

  • Squid Game 3 (Serie TV – Netflix)

Recensione gruppo di continuità UPS EPYC Quantum 2200VA: protezione estrema al giusto prezzo.

0

Il gruppo di continuità EPYC Quantum 2200VA si presenta come una soluzione robusta per la protezione di hardware di fascia alta, offrendo 1320W di potenza attiva per salvaguardare configurazioni gaming e workstation avanzate. Con cinque uscite protette, tecnologia Line-Interactive AVR e un’autonomia calibrata per garantire il salvataggio dei dati e lo spegnimento sicuro, questo UPS italiano convince per l’equilibrio tra prestazioni e costo contenuto. Nonostante l’onda sinusoidale simulata rappresenti un compromesso rispetto alle soluzioni con onda pura come quella offerta dal modello Nytro dello stesso produttore (recensito qui), il Quantum 2200VA garantisce comunque una protezione fondamentale anche per sistemi con alimentatori PFC attivo. Ma cosa significa veramente utilizzare un gruppo di continuità con il vostra gaming rig? Vediamolo in questa recensione.

Unboxing e design

La confezione è piuttosto piccola e spartana. All’interno trovano posto l’UPS, la manualistica, un cavo di alimentazione IEC femmina maschio e un cavo microusb – usb A per il collegamento al PC. Avremmo gradito la presenza di almeno un altro cavo IEC vista la difficolta di reperirne in casa, ma si tratta di un prodotto che può essere acquistato a pochi euro su Amazon.

Il design è anch’esso semplice. Le dimensioni sono contenute misurando appena 148x 178x 298mm (larghezza altezza profondità) mm per un peso considerevole di 10 Kg. Nella parte frontale trovano posto il logo del prodotto, lo schermo lcd di stato e il pulsante di accensione. Sul retro, la ventola due prese shuko e tre prese IEC, il connettore USB e il tasto Breaker di emergenza che interrompe l’alimentazione in caso di sovraccarico o corto circuito.

Proteggere l’investimento nell’era dell’hardware estremo

In un’epoca caratterizzata da schede grafiche che consumano quanto un piccolo elettrodomestico (si, Nvidia sto parlando di te) e processori sempre più potenti, la stabilità dell’alimentazione elettrica diventa una componente fondamentale dell’affidabilità di un sistema. Un blackout durante un rendering, una sessione di gaming competitivo o una stampa 3D può significare perdita di dati, danneggiamento hardware e frustrazione.

Il gruppo di continuità EPYC Quantum 2200VA si inserisce in questo scenario come guardiano dell’integrità elettrica domestica o di un piccolo ufficio, proponendosi di proteggere configurazioni hardware considerate estreme fino a poco tempo fa. Ma fino a che punto questo UPS di fabbricazione italiana può offrire sicurezza a un PC gaming di ultima generazione con componenti ad altissimo consumo come la RTX 5090?

EPYC Quantum UPS

Analisi tecnica: Capacità reali per hardware reali

Il parametro fondamentale del Quantum 2200VA è la sua potenza attiva di 1320W, che rappresenta il limite reale di assorbimento che l’UPS può gestire. Considerando una configurazione gaming di fascia ultra-alta come:

  • CPU AMD Ryzen 9 9800X3D (~120W a pieno carico)
  • RTX 5090 (fino a 575W in pieno carico)
  • Scheda madre ASUS X870P Prime, 64GB RAM, storage NVMe e raffreddamento a liquido
  • Monitor LG C2 40″ (~100W)

Il consumo complessivo durante un’intensa sessione di gaming o rendering può facilmente raggiungere gli 850-900W. In questo scenario, l’UPS Quantum 2200VA opera al 65-70% della sua capacità massima.

I test pratici mostrano un’autonomia così distribuita:

ScenarioConsumo stimatoCarico UPSAutonomia
PC idle + Monitor~250W19%45-50 minuti
PC gaming attivo + Monitor~900W68%8-10 minuti
PC gaming + PS5 standby + Monitor~950W72%7-9 minuti
PC idle + Stampante 3D in stampa~300W23%35-40 minuti

L’autonomia di 8-10 minuti durante il gaming intensivo è sufficiente per salvare i progressi, chiudere le applicazioni e spegnere correttamente il sistema, prevenendo danni software e hardware.

La tecnologia Line-Interactive con AVR: Un compromesso efficace

Il Quantum 2200VA impiega la tecnologia Line-Interactive con AVR (Automatic Voltage Regulator), che rappresenta un equilibrio tra protezione ed efficienza. Il sistema monitora costantemente la tensione di rete e regola automaticamente l’output quando si verificano fluttuazioni, senza passare immediatamente all’alimentazione a batteria. I componenti, quindi continuano ad essere alimentati dalla rete elettrica che però viene “filtrata” dall’AVR. La batteria invece viene attivata solo quando si verifica una vera interrzuione dell’alimentazione. La differenza rispetto ad un UPS cd. Online, sta proprio qui. In questi ultimi l’alimentazione è sempre fornita dalle batterie, e la rete elettrica serve solo a caricare (di continuo) le batterie.

La tecnologia Line Interactive con AVR quindi, protegge efficacemente da sbalzi di tensione, sovratensioni e sottotension prolunga la vita delle batterie riducendone i cicli di carica/scarica e offre un tempo di commutazione di 4-6 millisecondi dalla rete alla batteria.

Per i componenti moderni con alimentatori di qualità, questo intervallo di commutazione risulta generalmente innocuo, anche se tecnicamente non istantaneo come negli UPS online.

Forma d’onda e compatibilità con PFC attivo: Una protezione comunque valida

Il Quantum 2200VA genera un’onda sinusoidale simulata (o anche detta modificata) durante il funzionamento a batteria, un compromesso rispetto all’onda sinusoidale pura degli UPS premium. Sebbene nelle specifiche sia indicata la non compatibilità con alimentatori a PFC attivo (presenti nei PC gaming moderni e workstation), è importante sottolineare che anche con alimentatori PFC attivo, il Quantum 2200VA fornisce comunque protezione essenziale contro blackout e sbalzi di tensione elettrica ed una velocità di engaging tale da evitare che, anche durante il gaming, l’alimentatore possa rilevare variazioni di tensione.

Il motivi per cui in molti credono che un UPS a onda sinusoidale simulata non sia compatibile con gli alimentatori PFC sta nel fatto che alcuni di questi sono particolarmente sensibili e possono rilevare come anomalie di tensione le onde sinusoidali “modificate”. In realtà, nella nostra esperienza con tanti alimentatori e UPS, questo non è mai successo. La principale causa di danneggiamento di apparecchiature elettroniche, come desktop pc e router (soprattutto questi ultimi sono particolarmente sensibili) non è lo spegnimento improvviso, ma le variazioni di tensione ad esempio durante temporali, cosa che con il Quantum oggetto di questa prova, viene risolta, appunto, con il regolatore di tensione e dai tempi di attivazione nella media dei prodotti di questo tipo (4ms) dell’alimentazione a batteria.

In sostanza sebbene un sistema in line interactive ad onda simulata non sia in assoluto la migliore tecnologia disponibile è sufficiente per la maggior parte delle operazioni di emergenza con PC di grado consumer, operazioni che devono portare al salvataggio dei dati e allo spegnimento della macchina e non all’utilizzo continuato fino a scarica completa delle batterie.

Ciò che vogliamo dire è che al di là dei tecnicismi, una protezione come quella offerta da questo sistema è pur sempre preferibile all’assenza totale di protezione, soprattutto considerando il prezzo per watt di questo UPS che risulta adatto a configurazioni esose in termini di assorbimento come quella che abbiamo testato.

Funzionamento dell'UPS

Design e connettività: Flessibilità per configurazioni complesse

Il Quantum 2200VA si distingue per l’offerta di ben cinque uscite protette:

  • 2 prese Schuko compatibili con spine italiane
  • 3 prese IEC standard per computer

Questa configurazione consente di gestire efficacemente sistemi complessi, con monitor, PC, console e periferiche varie distribuiti tra le diverse prese. Le dimensioni contenute (148 x 178 x 298 mm) facilitano il posizionamento anche in spazi ristretti, mentre il peso di 10 kg riflette la robusta dotazione di batterie interne.

Il display LCD frontale fornisce un monitoraggio in tempo reale essenziale per configurazioni ad alto consumo, permettendo di verificare:

Display LCD del Quantum
  • Il livello di carico applicato (cruciale quando ci si avvicina alla capacità massima)
  • La tensione di ingresso e uscita
  • Lo stato di carica delle batterie
  • Eventuali condizioni di errore o allarme

La presenza dell’interruttore automatico di protezione rappresenta un’ulteriore difesa contro sovraccarichi e cortocircuiti, particolarmente importante con hardware di fascia alta che può presentare picchi di assorbimento durante l’avvio o il carico intensivo.

Confronto con la concorrenza: Valore competitivo nella fascia alta

Per sistemi con RTX 5090 e componenti high-end, il confronto con soluzioni concorrenti evidenzia il valore del Quantum 2200VA:

ModelloPotenza attivaTecnologiaOnda in uscitaCompatibilità PFCPrezzo
EPYC Quantum 2200VA1320WLine-InteractiveSinusoidale simulataLimitata189€
APC Smart-UPS 1500VA1000WLine-InteractiveSinusoidale simulataLimitata450-550€
CyberPower PR1500ERT2U1350WLine-InteractiveSinusoidale puraCompleta480-550€
EPYC NYTRO 1500VA900WLine-InteractiveSinusoidale puraCompleta230€

Il Quantum 2200VA emerge come la soluzione con il miglior rapporto watt/prezzo, offrendo 1320W di potenza a un costo significativamente inferiore rispetto alle alternative. Per configurazioni con RTX 5090 che si avvicinano ai 900W di consumo, avere questo margine aggiuntivo di potenza è un vantaggio significativo.

Test pratici con hardware di ultima generazione

Nei test pratici con una configurazione simile a quella descritta (CPU e GPU di fascia alta, sistema di raffreddamento a liquido e periferiche), il Quantum 2200VA ha dimostrato:

  • Stabilità sotto carico: Anche con assorbimenti attorno agli 800-850W, l’UPS mantiene tensione stabile e non mostra segni di stress
  • Gestione dei picchi: Durante l’avvio di giochi AAA che spingono al massimo la GPU, i picchi momentanei di assorbimento vengono gestiti senza attivazioni improprie della batteria
  • Autonomia reale: Con carico di gaming intensivo (850W circa), l’autonomia si attesta sui 9-10 minuti, sufficienti per un corretto shutdown
  • Funzionamento termico: La ventola opera costantemente ma a livelli di rumorosità accettabili anche sotto carichi elevati

La reattività durante i micro-blackout è stata adeguata, con commutazione alla batteria senza interruzioni percettibili nei dispositivi collegati, anche con quelli dotati di alimentatori PFC attivo.

Epyc Quantum 2200VA

Software PowerMaster+: Monitoraggio critico per carichi elevati

Il software PowerMaster+ rappresenta un elemento fondamentale nell’ecosistema dell’EPYC Quantum 2200VA, trasformando un semplice gruppo di continuità in un sistema di gestione energetica completo. Progettato per offrire funzionalità di monitoraggio e controllo avanzate, questo software gratuito si rivela particolarmente prezioso per configurazioni ad alto consumo come quella utilizzata per questo test. Permette infatti di monitorare in tempo reale il consumo energetico, di impostare soglie di allarme personalizzate per evitare sovraccarichi, configurare lo spegnimento automatico e sequenziale dei dispositivi in base alle priorità, registrare picchi di assorbimento e anomalie elettriche per ottimizzare la configurazione.

Interfaccia e usabilità: Controllo intuitivo per utenti di ogni livello

PowerMaster+ presenta un’interfaccia moderna e intuitiva, organizzata in diverse sezioni accessibili tramite un menu laterale. Accedendo alla webapp, si viene accolti dopo la schermata di Login, da una dashboard che mostra alcune importanti informazioni sullo stato dell’UPS.

  • Parametri elettrici in tempo reale: Tensione e frequenza di ingresso e uscita
  • Stato delle batterie: Percentuale di carica e tempo di autonomia residua
  • Carico applicato: Visualizzazione percentuale e grafica della potenza assorbita
  • Log eventi recenti: Registro delle ultime operazioni e anomalie rilevata

L’interfaccia è ottimizzata anche per configurazioni multi-monitor e schermi ad alta risoluzione, consentendo di monitorare costantemente lo stato dell’UPS anche durante sessioni di gaming o lavoro intensivo con la RTX 5090.

Monitoraggio avanzato per configurazioni high-end

Per sistemi con componenti ad alto consumo come la RTX 5090, il monitoraggio dettagliato diventa cruciale. PowerMaster+ offre analisi in tempo reale della corrente assorbita con una visualizzazione precisa dell’assorbimento energetico in watt, il rilevamento picchi di carico, un interessante grafico dell’assorbimento e una stima dell’autonomia residua che si aggiorna in base al carico effettivo

Questi dati possono poi essere esportati in CSV o Excel per individuazione di pattern di consumi, o registrazione di eventi anomali. Si tratta di valutazioni che sicuramente non interessano l’utente entry level ma che invece possono risultare rilevanti in un ambiente professionale o in caso di problemi con alcune apparecchiature installate

PowerMaster+ Statistiche

Gestione energetica intelligente

La parte più interessante di PowerMaster+ però riguarda la possibilità di personalizzare il comportamento dell’UPS, ad esempio impostando delle soglie di allarme sulla carica delle batterie, di sovraccarico (entrambi via allarme acustico o email) e così pure di impostare ad esempio lo spegnimento sequenziale dei dispositivi non critici o impostare degli script automatici come ad esempio il salvataggio dei file aperti ecc.

Oltre a questo offre un sistema di protezione dell’UPS con test completo delle batterie, simulazione di blackout, simulazione blackout, analisi dell’efficienza, verifica dei tempi di commutazione ovvero il tempo necessario per attivare l’alimentazione a batteria, in caso di interruzione della linea elettrica.

Elencare la miriade di funzionalità sarebbe impossibile, ma la gestione particolareggiata di PowerMaster+ eleva l’EPYC Quantum 2200VA da semplice batteria di backup a vero e proprio sistema di gestione energetica intelligente. Per configurazioni ad alto consumo e alto budget come quella in prova, imparare a padroneggiarlo può fare davvero la differenza.

Commento finale

L’EPYC Quantum 2200VA è una soluzione pragmatica e accessibile per la protezione di configurazioni hardware avanzate, incluse quelle con RTX 5090 e processori top di gamma.

Per chi ha investito in componenti premium come la RTX 5090 e cerca una protezione elettrica senza spendere cifre comparabili all’hardware stesso, il Quantum 2200VA rappresenta un compromesso intelligente soprattutto ora che il suo prezzo è sceso a 129 euro dai 189 iniziali (e potete ancora risparmiare qualcosa se vi iscrvete alla loro newsletter), praticamente poco più di una multipresa seria. La sua capacità di fornire i preziosi minuti necessari per un corretto shutdown anche durante blackout improvvisi lo rende uno strumento essenziale per salvaguardare l’integrità dei dati e dell’hardware.

Sebbene un UPS con onda sinusoidale pura come l’EPYC NYTRO offrirebbe una compatibilità superiore con alimentatori PFC attivo, il Quantum 2200VA compensa con una maggiore potenza disponibile e un prezzo più contenuto, risultando la scelta ottimale per chi privilegia l’aspetto pratico della protezione elettrica senza compromettere la capacità di gestire configurazioni ad alto consumo.

In un mondo ideale, ogni sistema con RTX 5090 meriterebbe un UPS online a doppia conversione con onda sinusoidale pura – ma il Quantum 2200VA dimostra che anche soluzioni più accessibili possono offrire la protezione essenziale per l’hardware di fascia alta, rappresentando così il giusto equilibrio tra prestazioni, protezione e investimento economico.

Cyberpunk 2 entra in pre-produzione: CD Projekt conferma il nuovo capitolo della saga

0

L’annuncio è di quelli che lasciano il segno: Cyberpunk 2 è ora realtà. Dopo mesi di speculazioni e attese, CD Projekt RED ha ufficializzato il nome del sequel di Cyberpunk 2077 e confermato che il progetto, finora conosciuto con il nome in codice Orion, è ufficialmente entrato nella fase di pre-produzione.

Un traguardo importante che segna il passaggio da una fase iniziale di concept e pianificazione a una struttura produttiva più definita, anche se è bene chiarirlo subito: lo sviluppo vero e proprio non è ancora cominciato, e ci vorrà ancora tempo prima di poter vedere il gioco in azione o avere una finestra di lancio concreta.

Un traguardo simbolico per Cyberpunk 2

La comunicazione è arrivata direttamente dai canali social ufficiali di CD Projekt RED, dove il team polacco ha voluto aggiornare la community sugli sviluppi in corso. L’ingresso in pre-produzione è un segnale incoraggiante per i fan, soprattutto dopo l’altalena di emozioni vissute con il primo capitolo: un gioco che ha saputo rialzarsi, pezzo dopo pezzo, fino a riconquistare buona parte del pubblico inizialmente deluso.

Phantom Liberty supera i 10 milioni di copie

Nel frattempo, Cyberpunk 2077 continua a raccogliere risultati più che solidi grazie al successo della sua espansione, Phantom Liberty. CD Projekt ha infatti confermato che il DLC ha superato la soglia dei 10 milioni di copie vendute, un risultato che testimonia quanto sia stato apprezzato il lavoro svolto nella sua fase post-lancio.

Numeri importanti, anche se messi in prospettiva risultano più contenuti rispetto al gigante di casa CD Projekt: The Witcher 3: Wild Hunt, il capolavoro fantasy con protagonista Geralt di Rivia, ha raggiunto le 60 milioni di copie vendute, generando un incasso stimato di oltre 640 milioni di dollari.

Cosa aspettarsi da Cyberpunk 2

Nonostante i dettagli su Cyberpunk 2 siano ancora scarsi, l’ufficializzazione del titolo e l’avvio della pre-produzione indicano che il progetto sta assumendo una forma sempre più concreta. Secondo quanto dichiarato in passato da CD Projekt, il sequel sarà realizzato con tecnologie di nuova generazione e punterà a migliorare in modo significativo l’esperienza open world, la narrativa e l’interazione con l’ambiente circostante.

Nel frattempo, i fan dovranno armarsi di pazienza: lo sviluppo richiederà tempo, ma la volontà del team di evitare i problemi che hanno afflitto il lancio originale è chiara. La speranza è che il passaggio a una nuova fase produttiva porti con sé anche una visione più matura e solida di quello che potrà essere il futuro di Cyberpunk.

Leggende Pokémon Z-A ha una data d’uscita ufficiale: si torna a Luminopoli

0

L’attesa è finita: Leggende Pokémon Z-A, il nuovo capitolo della serie spin-off lanciata nel 2022 con Leggende Pokémon: Arceus, ha ora una data ufficiale di uscita. Nintendo e The Pokémon Company hanno confermato che il titolo sarà disponibile a partire dal 16 ottobre 2025, in arrivo sia su Nintendo Switch che sulla futura Nintendo Switch 2, con la possibilità di un upgrade tecnico al prezzo di 10 dollari.

L’annuncio, arrivato tramite l’account ufficiale Nintendo su X (ex Twitter), è stato accompagnato da una nuova illustrazione promozionale che ha subito riacceso l’entusiasmo – e le discussioni – all’interno della community.

Un ritorno inaspettato… a Luminopoli

La notizia ha colto di sorpresa molti fan, convinti che il gioco sarebbe arrivato nel periodo natalizio. Invece, Leggende Pokémon Z-A anticipa i tempi e sceglie l’autunno per debuttare in grande stile. Ambientato nella splendida Luminopoli, città ispirata a Parigi già vista in Pokémon X/Y, il titolo promette un’esperienza ancora più libera e immersiva rispetto al suo predecessore.

Il ritorno in una metropoli così iconica segna un deciso cambio di passo rispetto alle ambientazioni naturali di Arceus, puntando su un’esplorazione urbana a mondo aperto che potrebbe rappresentare una delle svolte più interessanti per il franchise.

Un’evoluzione di Arceus

Dal punto di vista del gameplay, Leggende Pokémon Z-A punta a riprendere e migliorare tutto ciò che ha funzionato nel capitolo precedente. Squadre da costruire liberamente, battaglie dinamiche, catture in tempo reale e libertà totale di esplorazione sembrano essere ancora una volta i pilastri del progetto, con l’obiettivo dichiarato di unire profondità e accessibilità in un unico grande mondo vivo e coerente.

Non è ancora chiaro se ci saranno collegamenti diretti con la sesta generazione, ma i riferimenti visivi e ambientali fanno pensare a una forte continuità narrativa e stilistica con Pokémon X/Y.

Tra critiche e promesse

I primi trailer del gioco avevano generato qualche malumore tra i fan, soprattutto per quanto riguarda il comparto tecnico, giudicato da molti ancora acerbo. Tuttavia, con l’avvicinarsi del lancio su Switch 2, Game Freak ha ora l’occasione per dimostrare di aver ascoltato i feedback e lavorato con maggiore attenzione all’ottimizzazione grafica e alla qualità generale.

Se riusciranno davvero a fondere la libertà di Arceus con un mondo ricco e rifinito, Leggende Pokémon Z-A potrebbe diventare uno dei titoli Pokémon più significativi degli ultimi anni. Il potenziale c’è tutto. Ora tocca agli sviluppatori portare a termine la promessa.

Appuntamento fissato per ottobre

Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato: il 16 ottobre 2025 è la data che ogni appassionato di Pokémon dovrebbe segnare con il cerchio rosso sul calendario. Il ritorno a Luminopoli potrebbe segnare una nuova era per il franchise, a cavallo tra sperimentazione, nostalgia e innovazione.

Con Leggende Pokémon Z-A, Game Freak è chiamata a compiere un salto di qualità, e i fan non vedono l’ora di capire se questa sarà davvero la svolta che aspettavano da tempo.

The Lonesome Guild: annunciata la demo e il trailer

0

All’AG French Direct 2025, il publisher francese DON’T NOD ha svelato ufficialmente la prima demo e un nuovo trailer di gameplay di The Lonesome Guild, action-RPG narrativo sviluppato dall’italiano Tiny Bull Studios. L’annuncio segna l’inizio di un percorso di comunicazione che porterà il gioco sul mercato nell’autunno del 2025, con lancio previsto su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S.

La demo, disponibile su Steam, offre un primo assaggio del mondo di Etere, un luogo avvolto dalla nebbia e dalla solitudine, dove il giocatore veste i panni di Ghost, uno spirito senza memoria che dovrà ricostruire la propria identità e combattere il male creando una compagnia di emarginati: la “gilda solitaria”.

Un action-RPG narrativo che parla di connessioni

The Lonesome Guild si distingue fin da subito per il suo stile top-down e un gameplay che alterna combattimenti in tempo reale, esplorazione ambientale e risoluzione di enigmi. Ogni membro del gruppo reclutato da Ghost ha una storia personale, abilità uniche e motivazioni diverse. Sarà possibile passare da un personaggio all’altro in ogni momento, sia durante le fasi esplorative che in battaglia.

Nella demo, i giocatori incontrano i primi due compagni di viaggio: Davinci e Mr. Fox, i primi tasselli di un party destinato a espandersi fino a sei membri. Le dinamiche del gruppo si intrecciano con il sistema di gioco: le affinità tra i personaggi sbloccano combo speciali e momenti narrativi intimi attorno al fuoco, che arricchiscono la componente emotiva del racconto.

Uno stile riconoscibile e un mondo da salvare

Esteticamente, The Lonesome Guild si presenta con una direzione artistica fortemente caratterizzata, dove la pixel art convive con scenari densi di atmosfera. La nebbia che tutto avvolge non è solo un elemento visivo, ma anche narrativo: simboleggia l’isolamento e la perdita, temi centrali dell’opera.

La missione del protagonista non è solo quella di combattere, ma anche di riconnettere ciò che è andato perduto, ridando significato ai legami interpersonali e alla propria identità. La demo culmina con l’incontro con il primo boss del gioco, un momento che mostra le potenzialità del sistema di combattimento e la densità narrativa del progetto.

Una collaborazione tra Francia e Italia

Il progetto nasce dall’unione tra DON’T NOD, celebre per esperienze narrative come Life is StrangeTell Me Why e Banishers: Ghosts of New Eden, e Tiny Bull Studios, team indipendente di Torino noto per titoli sperimentali come BlindOmen Exitio. Una collaborazione che fonde l’esperienza internazionale del publisher francese con la sensibilità autoriale italiana.

Grazie anche ai fondi di Creative Europe, Tiny Bull Studios ha avuto modo di sviluppare una visione creativa originale, che qui prende vita con un titolo che promette di coniugare profondità narrativa, interazione emotiva e gameplay dinamico.

Verso l’uscita ufficiale

In attesa del lancio completo previsto per l’autunno 2025The Lonesome Guild sarà protagonista anche dello Steam Next Fest di giugno, dove la demo sarà nuovamente accessibile a un pubblico più ampio.

Nel frattempo, è già possibile aggiungere il gioco alla wishlist su Steam e seguire gli aggiornamenti attraverso i canali ufficiali di DON’T NOD e Tiny Bull Studios su Instagram, X, TikTok e Facebook.

Con il suo mix di azione, atmosfera e racconto, The Lonesome Guild si presenta come uno dei progetti indipendenti più promettenti del 2025. Un viaggio attraverso la solitudine, ma mai da soli.

Recensione Kingston XS2000: il disco esterno ultra compatto ad alte prestazioni

0

Il diffondersi dello standard USB 3.2 Gen 2×2 su PC desktop ma soprattutto sui portatili sta rendendo sempre più interessanti anche in settori lavorativi ad alta intensità, come video making e photo editing, l’utilizzo di soluzioni di archiviazione esterne ultra compatte. L’importante calo di prezzo di queste soluzioni di archiviazione, e al contempo l’alto costo necessario ad aumentare la dotazione storage dei portatili in fase di configurazione, sta rendendo sempre più praticabili ed efficaci queste alternative.

L’esempio lampante è Apple che sul suo Macbook Air M4 richiede ben 500 euro in più per passare da una configurazione con 256 GB (nel 2025!) a 1Tb, dimensioni che dovrebbe essere oramai standard per la totalità delle configurazioni.

Il Kingston XS2000 è un disco esterno che combina compattezza estrema e trasferimenti fino a 2.000 MB/s, una velocità impensabile fino a qualche tempo fa per un disco esterno, con un prezzo assolutamente interessante di soli 96 euro su Amazon per la versione da 1TB. Proprio questa versione che immaginiamo sarà la più comune tra gli utenti abbiamo deciso di mettere alla prova in una serie di test sintetici e real case scenario, evidenziandone potenzialità e limiti.

Unboxing

Nella confezione, piuttosto essenziale, è incluso il disco, il cavo di collegamento USB da 30cm e un case in gomma per proteggere il dispositivo quando si è in viaggio.

Design e robustezza: un equilibrio delicato

Il form factor ultra compatto di 69.54 x 32.58 x 13.5 mm per 28.9g di peso rappresenta un’impresa ingegneristica. Il risultato è stato ottenuto dagli ingegneri di Kingston innanzitutto optando per una disposizione verticale dei chip NAND e con una integrazione del controller USB direttamente sul PCB. Questo ha permesso di ridurre le dimensioni a quelle, più o meno di una pila AA in spessore e di un paio di pile in larghezza, rendendo questo disco perfetto per il trasporto ad esempio in una tasca dello zaino o nella second skin del vostro portatile. Al contempo, Kingston su questo XS2000 ha optato per un l’utilizzo di una lega di alluminio-magnesio per il dissipatore che ha contribuito a rendere ancora più leggero il dispositivo.

La certificazione IP55 (resistenza a polvere e getti d’acqua) è garantita solo con la guaina in gomma fornita, elemento che aggiunge 3 mm allo spessore totale. I test d’impatto dimostrano una resistenza fino a 1.8 metri su superfici in cemento, superiore alla media del settore.

Innovazione tecnologica e specifiche chiave

Il cuore del Kingston XS2000 è il controller Silicon Motion SM2320, che gestisce memoria 3D TLC NAND a 96 strati. Questo design DRAM-less (privo di memoria cache dedicata) ottimizza lo spazio ma introduce compromessi nelle operazioni di scrittura sostenuta. Il controller integra direttamente la gestione dell’USB 3.2 Gen 2×2, riducendo i colli di bottiglia tipici dei bridge esterni.

La scelta del protocollo USB 3.2 Gen 2×2 (20 Gbps) raddoppia la banda rispetto allo standard Gen 2 (10 Gbps), sfruttando due lane fisiche per il trasferimento dati. Questo approccio richiede porte host compatibili, ma prepara il drive a future evoluzioni hardware.

Kingston XS2000

Performance reali: tra teoria e pratica

I benchmark sintetici rivelano prestazioni coerenti con le dichiarazioni del produttore anzi addirittura migliori. Come è possibile vedere nelle immagini qui sotto, utilizzando due dei più noti software di benchmark sintetici, CrystalDisk Mark e Atto DiskBenchmark i 2000MB/s dichiarati dal produttore sono addirittura superati nel test con file di dimensioni più piccole.

Quando si aumentano le dimensioni del file di test, le velocità scendono registrando un calo di circa il 20% in lettura e di circa il 10% in scrittura, sia in CrystalDiskMark che utilizza file di 64gb che in Atto, con un file da 32gb. Questo calo è dovuto principalmente alla tecnologgia DRAM less: la cache si riempie e le prestazioni scendono.

Questa differenza diventa più evidente in caso di scenari di utilizzo in cui la lettura e la scrittura su disco è continua, come vedremo di seguito.

Real case scenario

Spostandoci a test più realistici abbiamo utilizzato un software open source chiamato DiskBench di Nodesoft che permette di effettuare operazioni molto semplici e realistiche: Copia di un file da una posizione all’altra, creazione di un file, lettura ecc.: scenari reali e attività comuni per testare completamente le prestazioni delle unità moderne più veloci. Il software è open source e potete utilizzarlo gratuitamente scaricandolo dal sito di Nodesoft

I test più lunghi, stressando il disco evidenziano un leggero throttling termico dopo 60-80 GB di scrittura continua, con velocità che però si mantenogno intorno ai 500MB/s. Questo fenomeno, tipico dei dispositivi senza DRAM, è mitigato dall’uso di un pSLC cache dinamica di 97 GB che ottimizza le operazioni a breve termine. Superato il valore indicato, le prestazioni scendono ulteriormente.

ParametroValoreNote
Temperatura operativa massima60°CRegistrata durante trasferimenti prolungati
Recupero termico28°C in 15 minCon idle completo

Evitando di usare Nodesoft abbiamo provato a trasferire lo stesso file utilizzato con Diskbench (76GB) nel disco appena formattato, ottenendo prestazioni intorno ai 513 MB/s di media, per un totale di poco più di 1 minuti e 20 secondi. Le prestazioni iniziali di circa 1000MB/s sono state mantenute per circa metà del processo di copia, per poi stabilizzarsi intorno ai 400MB/s.

Benchmark sintetici nel confronto con la concorrenza

ModelloVelocità (R/W)Prezzo 1TBDRAMEncryption
Kingston XS20002.000/2.000 MB/s$159NoSoftware
Samsung T7 Shield1.050/1.000 MB/s$179AES-256
SanDisk Extreme Pro v22.000/2.000 MB/s$199AES-256

Il vantaggio principale dell’XS2000 risiede nel costo per gigabyte (0.159 $/GB vs 0.199 $/GB del SanDisk), compensando la mancanza di hardware encryption. Per utenti business, questa scelta rappresenta un potenziale rischio di sicurezza, mentre per creatori di contenuti offre un risparmio immediato.

L’adozione dello standard USB 3.2 Gen 2×2 segnala una precisa strategia di Kingston: anticipare l’arrivo massiccio di porte 20Gbps su laptop e schede madri. Attualmente, solo il 18% dei PC consumer supporta nativamente questo standard (dati StorageReview 2024), ma la transizione è attesa per il 2025-2026.

L’assenza di un controller DRAM esterno riduce i costi di produzione del 23% (stime iFixit), permettendo a Kingston di posizionarsi aggressivamente sul prezzo. Tuttavia, questa scelta limita l’appeal del prodotto per chi ha necessità di un disco che mantenga prestazioni costanti per un lungo periodo di tempo. Ci riferiamo ad esempio a chi fa tanto editing video 8K/RAW, a chi intende utilizzare il disco per Backup di database relazionali o intende installare una macchina virtuale su disco esterno. Per tutti questi scenario, è importante sottolineare l’importanza di un sistema con controller DRAM in grado da alleggerire il carico sulle nand. Per tutti gli altri utilizzi, invece, come ad esempio backup multimediali (foto, audio, ecc.) editing leggero, e persino gaming (è possibile ad esempio installare tutti i giochi della libreria Steam sul dispositivo e portarseli in giro quando serve, senza occupare spazio prezioso per altre applicazioni sul disco principale), questo XS2000 di Kingston è una vera e propria manna dal cielo, grazie a velocità di lettura e scrittura davvero impressionati.

Commento finale

Il Kingston XS2000 rappresenta un compromesso intelligente tra prestazioni e accessibilità. Mentre non raggiunge la coerenza delle soluzioni enterprise, offre ai prosumer uno strumento potentissimo per trasferimenti rapidi di progetti multimediali, backup, archiviazione portatile di librerie software e persino gaming mobile ad alta velocità. Può naturalmente essere utilizzato anche per editing leggero ma soffre un po’ quando viene utilizzato in maniera intensiva per editing di file di grandi dimensioni che comportano accessi continuativi al disco a causa dell’assenza di Dram.

In ogni caso se il vostro desktop o notebook possiede già delle USB 3.2 Gen 2×2 possiamo sicuramente raccomandarvi questo Kingston XS2000 come unità disco esterno principale, grazie ad un rapporto qualità prezzo eccezionale e a prestazioni convincenti in tanti scenari di utilizzo.

Recensione The Midnight Walk, una fiaba malinconica, surreale e profonda

0

The Midnight Walk è uno di quei giochi che non si limitano a voler intrattenere, ma aspirano a lasciare un segno indelebile. Creato dallo studio indie MoonHood (fondato un paio di anni fa dai creativi di Lost in Random e Fe), è un’esperienza completamente realizzata in stop-motion con sculture in argilla, un approccio estetico che – insieme ad Harold Halibut di Slow Bros (studio con sede a Colonia guidato dallo sviluppatore indipendente Onat Hekimoğlu) – lo distingue immediatamente da qualsiasi altro titolo sul mercato. Ma non è solo l’aspetto visivo a colpire: questa è una fiaba malinconica, surreale e profonda, dove ogni passo fatto nel buio è anche un passo verso la luce interiore.

The Midnight Walk è attualmente disponibile per PlayStation 5 e PC (tramite Steam)


Versione testata: PlayStation 5


Una passeggiata notturna

Il protagonista, noto come The Burnt One, si risveglia in un mondo notturno di fango, fumo e cera. Accompagnato da Potboy, una lanterna vivente e abbandonata, intraprende una camminata notturna attraverso una strada tortuosa chiamata Midnight Walk, diretta verso la misteriosa Moon Mountain (una vista onnipresente da ogni angolo del mondo di gioco). Ogni tappa del cammino racconta una storia di perdita, rimorso, memoria o rinascita. Il gioco si articola in cinque atti, ciascuno caratterizzato da una nuova ambientazione, personaggi particolari e segmenti narrativi che oscillano tra l’onirico e il gotico. La narrazione è fortemente simbolica, con temi come il lutto, la redenzione e la memoria che emergono prepotentemente attraverso metafore visive e dialoghi poetici.

“Il dolore brucia, ma è dalla cera che nasce la luce.” – Frase pronunciata nel secondo atto.

Temi e tono narrativo

Il tono è a metà tra una favola dark e un poema visivo. I testi e i dialoghi sono spesso ermetici, ma sempre evocativi. Alcune scelte narrative potrebbero sembrare criptiche, ma è proprio nell’ambiguità che risiede il fascino del gioco. MoonHood esplora traumi, perdono, solitudine con una delicatezza rara nel medium videoludico, rendendo il viaggio del protagonista una metafora potente.

Gameplay semplice ma evocativo

Il gameplay è lento, contemplativo, centrato sull’esplorazione ambientale e sulla risoluzione di piccoli enigmi. In particolar modo, la furtività è il mezzo principale per progredire in The Midnight Walk. Non è possibile “combattere” nessuna delle creature, e avvicinarsi a loro di solito fa sì che il protagonista venga divorato. Tuttavia, a differenza di giochi che prediligono un approccio del genere (vedasi Alien: Isolation), troverete sempre sicurezza nascondendovi in un armadio o attendendo in qualche angolo; le creature (che a primo acchito riescono a farvi sentire quasi impotenti, e a farvi impennare ampiamente la frequenza cardiaca) non vi tireranno fuori dall’armadio e non vi sbraneranno se vi vedono entrarci come invece accade con lo xenomorfo. C’è un classico pulsante per accovacciarsi e il gioco vi avverte se i nemici vi hanno individuato attenuando la luce intorno allo schermo. Più lo schermo è scuro, più sarete nascosti e al sicuro.

Non è un gioco per chi cerca adrenalina, ma per chi ama la riflessione, l’atmosfera e la narrazione esperienziale

È interessante sottolineare che le sezioni stealth e gli enigmi/rompicapo non sono necessariamente i punti forti della produzione. È strano dirlo, perché costituiscono la maggior parte delle sezioni principali del gioco, ma in realtà abbiamo scoperto che rappresentano solo degli ostacoli da superare per far avanzare la narrazione. Ci sono pochissime meccaniche: accendere fuochi, nascondersi, correre. A queste, si aggiunge una particolare meccanica: la capacità del protagonista di “chiudere gli occhi” per percepire meglio l’ambiente attraverso l’udito, rivelando suoni lontani, sussurri o indizi (come chiavi) indispensabili per superare gli ostacoli. Potboy, l’assistente del giocatore, che illumina il percorso in un mondo di meraviglie (e orrori) accendendo candele (fra le dinamiche più comuni del gioco), aprendo passaggi o rivelando messaggi celati. La funzione di comando funziona abbastanza bene, ma a volte abbiamo riscontrato lievi problemi con il percorso di Potboy in quanto non ci eravamo resi conto che fosse bloccato dietro ad un muro o in un’altra stanza, impigliato in qualche elemento geometrico. I puzzle non sono mai particolarmente difficili, ma favoriscono la narrazione piuttosto che la sfida.

La progressione tende a svilupparsi attraverso una combinazione di apprendimento degli schemi di pattugliamento dei nemici, distrazione degli stessi o semplicemente superandoli di corsa e mettendosi in salvo. MoonHood non ha cercato di creare un rompicapo avvincente e adrenalinico, ma piuttosto di raccontare una storia significativa con tanto di dettagli inquietanti e chiacchierate con personaggi ricorrenti. Questi volti amichevoli, insieme a un narratore affascinante, contribuiscono a compensare il tono altrimenti cupo e isolante del gioco. In altre parole, la visione narrativa e l’estetica complementare sono ciò che rende significativo giocare a The Midnight Walk. Ogni capitolo è un’area a sé stante con obiettivi specifici e si è liberi di girovagare (quando non si è inseguiti da un Grinner), controllando gli oggetti collezionabili situati nei vicoli e in altri angoli dell’ambiente. Come ad esempio le varie tracce musicali in vinile, gli oggetti dei capitoli, le bobine delle pagine della storia e gli shellphone (in pratica, dei registri audio). Alcuni di questi oggetti raccontano storie a sé stanti, ma molti forniscono un contesto più ampio sui luoghi e sulle creature.

Un horror in claymation in movimento

Qui il gioco brilla. Ogni elemento visivo è stato realmente modellato in argilla, animato in stop-motion, e poi digitalizzato. Il risultato è un mondo palpabile, pieno di texture intriganti: le crepe nel fango, le impronte sui muri, le gocce di cera che colano, nemici deliziosamente terrificanti che si muovono in modo irregolare, personaggi bizzarri e caratteristici … ogni fotogramma è un’opera artigianale con gli ambienti e le strane creature che presentano un certo tocco burtoniano ed in particolare ricordando The Nightmare Before Christmas. Il lavoro è supportato da una fotografia studiata, con luci soffuse, ombre profonde e un uso sapiente del colore, che rende ogni scena memorabile con i piccoli dettagli sullo sfondo che rendono tutto ancora più misterioso e imprevedibile.

Colonna sonora

La colonna sonora è firmata da compositori indipendenti, e fonde strumenti acustici minimali (pianoforte, archi, carillon) con effetti sonori ambientali. Ogni traccia si adatta perfettamente al tono dell’atto in corso: più inquietante nei momenti cupi, più dolce nei rari momenti di sollievo trasmettendo molto bene l’atmosfera onirica e l’oscura ambiguità del gioco. Il design sonoro è cruciale, soprattutto grazie alla meccanica dell’ascolto. I rumori lontani, le voci ovattate, le candele che si accendono, tutto contribuisce all’atmosfera immersiva.

Commento finale

The Midnight Walk non è un videogioco tradizionale: è un viaggio sensoriale (della durata di circa 4 ore), un racconto illustrato animato con pazienza, amore e una visione artistica rara. È un titolo che punta al cuore e alla mente narrando una storia di redenzione, di come una scintilla ardente possa riaccendere vecchie passioni o guarire un cuore spezzato. Consigliato vivamente agli amanti delle esperienze narrative, ai fan di giochi come INSIDE, Little Misfortune o What Remains of Edith Finch, e a chi apprezza l’arte fatta a mano in stop-motion e claymation (una vera delizia per gli occhi).

Assassin’s Creed 4: Black Flag, Ubisoft alimenta le voci su un possibile remake

0
1

In un’epoca in cui ogni indizio viene passato al setaccio, un semplice post su X è bastato per infiammare la community di Assassin’s Creed. Ubisoft ha risposto con un’immagine di Black Flag alla catena virale in cui si immaginano i giochi che vorremmo rigiocare per la prima volta, come se avessimo perso la memoria. Un’uscita scherzosa? Forse. Ma per molti, quel piccolo gesto potrebbe nascondere molto di più.

Il ritorno del pirata più amato?

Assassin’s Creed 4: Black Flag è considerato da molti fan come uno dei vertici della serie. La libertà offerta dall’ambientazione piratesca, il carisma del protagonista Edward Kenway e il gameplay nautico ancora oggi memorabile, hanno reso il titolo una vera e propria gemma nel vasto universo della saga.

Non sorprende, quindi, che il messaggio di Ubisoft – pur nato da un meme – abbia immediatamente riacceso le teorie su un possibile remake di Black Flag, voce che da anni aleggia tra rumor e indiscrezioni.

Remake in arrivo? Parola a Guillemot

A rafforzare le speculazioni è stata anche una recente dichiarazione del CEO di Ubisoft, Yves Guillemot, che aveva lasciato intendere l’esistenza di remake in cantiere: “Ci sono mondi nei nostri Assassin’s Creed più vecchi che risultano ancora estremamente ricchi. Vogliamo modernizzarli e farli riscoprire”.

Sebbene non ci sia nulla di confermato, l’identikit tracciato dal CEO si sposa alla perfezione con Black Flag, per estensione, qualità e potenziale commerciale. Non a caso, si tratta di uno dei titoli più apprezzati dell’intera saga, nonché tra i più richiesti per una rivisitazione in chiave moderna.

Solo un’operazione nostalgia?

È però giusto mantenere il senso della misura. Ubisoft potrebbe semplicemente aver voluto cavalcare la scia di un meme popolare, usando una delle sue IP più amate per un’operazione nostalgia a basso costo. Eppure, quando il tempismo si somma a dichiarazioni “sospette” e a un passato di rumor mai sopiti, è difficile non lasciarsi coinvolgere.

Senza contare che Ubisoft ha già ufficialmente in lavorazione il remake di Assassin’s Creed codename RED, ambientato nel Giappone feudale, e che la strategia del publisher pare puntare proprio sulla valorizzazione del passato, rielaborato per un pubblico moderno.

Un segnale da tenere d’occhio

Che si tratti di una semplice provocazione social o di un teaser in incognito, il post dedicato ad Assassin’s Creed 4: Black Flag ha colto nel segno. La fame di remake è alta, la base di fan affezionata e Ubisoft sembra intenzionata a riportare in auge i suoi grandi classici. Se Black Flag tornerà davvero a solcare i mari della nuova generazione, forse lo scopriremo già al prossimo Ubisoft Forward.

Dragon Quest I & II HD-2D Remake ha una data di uscita: arriva anche su Nintendo Switch 2

0

Quando si parla di JRPG classici, Dragon Quest è un punto fermo. Oggi Square Enix ha finalmente svelato la data d’uscita di Dragon Quest I & II HD-2D Remake, la raccolta che riporta in vita i primi due capitoli della celebre saga. Il gioco sarà disponibile dal 30 ottobre 2025 su PS5, Xbox Series X|S, PC, Nintendo Switch e Switch 2, con preorder già attivi su PlayStation Store e Xbox Store.

Due classici JRPG con una veste tutta nuova

Il remake di Dragon Quest e Dragon Quest II utilizzerà l’ormai iconico stile HD-2D, che unisce pixel art retrò e profondità 3D, regalando nuova vita ai due titoli originali del 1986 e 1987. I rifacimenti saranno fedeli nella struttura ma ammodernati per adattarsi agli standard odierni, rendendo l’esperienza più godibile sia per i fan di lunga data che per i nuovi giocatori.

Nel primo gioco impersoneremo il discendente dell’eroe Erdrick, impegnato a salvare il regno di Alefgard dall’oscurità portata dal Dragonlord. Nel secondo capitolo, ambientato un secolo dopo, guideremo il principe di Midenhall nella sua lotta contro il perfido stregone Hargon, dopo la distruzione del castello di Moonbrooke.

Preorder e contenuti bonus

Chi preordinerà Dragon Quest I & II HD-2D Remake riceverà un kit da viaggio speciale, contenente:

  • un paio di scarpe sante
  • tre semi della potenza
  • tre semi della difesa
  • tre semi dell’agilità
  • tre semi della vita
  • tre semi della magia

Inoltre, i giocatori che avranno salvati di gioco da Dragon Quest III HD-2D Remake sbloccheranno anche il “kit di trasformazione straordinaria”, che aggiungerà due costumi extra: uno da cane per il primo gioco e uno da gatto per il secondo.

Anche su Nintendo Switch 2

Una delle novità più rilevanti è la conferma ufficiale che la raccolta uscirà anche su Nintendo Switch 2, lo stesso giorno delle altre piattaforme. Si tratta di uno dei primi titoli multipiattaforma a essere confermato per la nuova console, segno evidente dell’impegno di Square Enix nel supportare il lancio del sistema con produzioni importanti.

Un ritorno leggendario

Con il rilascio fissato per il 30 ottobre e un comparto visivo rinnovato grazie allo stile HD-2D, Dragon Quest I & II Remake si prepara a far rivivere due avventure fondamentali per la storia dei videogiochi. E per chi è già pronto a partire, i preorder sono l’occasione perfetta per ottenere oggetti utili e bonus esclusivi. Che siate veterani della saga o nuovi avventurieri, l’autunno sarà il momento perfetto per (ri)scoprire le origini del mito.

Giugno 2025, ecco tutti i principali giochi in uscita

0

Giugno promette di essere un mese di rilevanza storica per il 2025, con l’arrivo di Nintendo Switch 2 ma anche di un possibile forte candidato al GOTY: ecco tutti i principali giochi in uscita.

Dopo un Maggio 2025 diviso tra divertenti indie ed il grintoso ritorno dello Slayer di Bethesda, il prossimo mese segnerà un passaggio fondamentale di questa generazione videoludica. Dal 5 Giugno Nintendo Switch 2 arriverà in tutti i negozi, portando una nuova console nel panorama videoludico guidata da Mario Kart World. Nella ricca line-up di lancio ci sarà spazio per porting di grandi titoli degli scorsi mesi ma anche potenziali piccole hit come Bravery Default: Flying Fairy HD Remaster. Tuttavia l’appuntamento principale del mese dal punto di vista dei software arriverà il 26 Giugno con Death Stranding 2: On the Beach. Nel mezzo, una selezione molto intrigante di release da The Alters a Rematch passando per RAIDOU Remastered: The Mystery of the Soulless Army.

Ecco di seguito una lista (con i trailer completi) dei titoli di Giugno 2025: troverete anche un comodo link per Amazon, per assicurarvi il prezzo più basso disponibile!

5 Giugno

  • Sid Meier’s Civilization VII (Nintendo Switch 2)
  • Hitman: World of Assassination – Signature Edition (Nintendo Switch 2)
  • Hogwarts Legacy (Nintendo Switch 2)
  • Kunitsu-Gami: Path of the Goddess (Nintendo Switch 2)
  • The Legend of Zelda: Breath of the Wild – Nintendo Switch 2 Edition (Nintendo Switch 2)
    The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom – Nintendo Switch 2 Edition (Nintendo Switch 2)
  • Nintendo Switch 2 Welcome Tour (Nintendo Switch 2)
  • Puyo Puyo Tetris 2S (Nintendo Switch 2)
  • Split Fiction (Nintendo Switch 2)
  • Sonic X Shadow Generations (Nintendo Switch 2)

10 Giugno

  • Mindseye (PC, Xbox Series, PlayStation 5)
  • Dune: Awakening (PC)

11 Giugno

  • Stellar Balde (PC)

13 Giugno

  • The Alters (PC, Xbox Series, PlayStation 5)
  • Five Nights at Freddy’s: Secret of the Mimic (PC, PlayStation 5)

16 Giugno

  • Gex Trilogy (PC, Nintendo Switch, Xbox Series, PlayStation 5)

17 Giugno

  • FBC: Firebreak (PC, Xbox Series, PlayStation 5)

19 Giugno

  • Rematch (PC, Xbox Series, PlayStation 5)
  • Star Overdrive (PC, Xbox Series, PlayStation 5)

24 Giugno

  • Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate (Xbox One, Xbox Series)

26 Giugno

  • Against the Storm (Nintendo Switch, Xbox One, Xbox Series, PlayStation 4, PlayStation 5)

27 Giugno

  • Tamagotchi Plaza (Nintendo Switch, Nintendo Switch 2)

Assassin’s Creed: Shadows si aggiorna con la patch 1.0.5

0

Ubisoft ha rilasciato oggi, 27 maggio 2025, la patch 1.0.5 per Assassin’s Creed: Shadows, arricchendo l’esperienza di gioco con contenuti extra, aggiustamenti al gameplay e alcune correzioni richieste a gran voce dalla community. Tuttavia, resta una grossa assenza all’appello: l’ottimizzazione per PC.

L’update introduce una nuova missione secondariaThrown to the Dogs, inizialmente pensata come bonus pre-order, ora accessibile a tutti. In questa quest, ambientata nei pressi del Tempio Tennoji vicino a Osaka, il giocatore dovrà aiutare un cane fedele a vendicare la morte del suo padrone. Il completamento della missione sbloccherà Tsuki-maru, un nuovo animale domestico per il rifugio.

Dead by Daylight sbarca nel Giappone feudale

Tra le novità più curiose della patch troviamo il primo crossover ufficiale con Dead by Daylight. Una missione gratuita sarà disponibile nel rifugio una volta sbloccato Yasuke. Al termine, si riceveranno un ciondolo e uno stendardo a tema. Inoltre, sarà acquistabile un pacchetto cosmetico ispirato al survival horror di Behaviour Interactive, pensato per personalizzare entrambi i protagonisti.

Parkour più fluido, finalmente

Tra gli interventi più significativi spicca un ritocco atteso da molti: il sistema di parkour. Ora sia Naoe che Yasuke possono aggrapparsi automaticamente alle sporgenze basse premendo il tasto salto, rendendo più fluida l’esplorazione verticale.

Naoe in particolare riceve nuove animazioni per i salti laterali e una fisica dei movimenti più naturale, migliorando sensibilmente la coerenza delle sue acrobazie.

Economia rivista, ma niente ottimizzazione PC

Ubisoft ha anche messo mano all’economia interna del gioco. I set Samurai Daisho e Ronin, che risultavano troppo redditizi, sono stati bilanciati. Ora sarà più difficile ottenere Mon, la valuta in-game, e il prezzo dei materiali presso i mercanti salirà, con una disponibilità più limitata in base alla stagione.

Ma tra tutte le note dell’aggiornamento, salta all’occhio una mancanza pesantenessuna ottimizzazione per PC. Non si fa menzione di miglioramenti prestazionali né di una riduzione degli stuttering, un problema lamentato fin dal lancio. E nonostante le rassicurazioni iniziali di Ubisoft, la versione PC continua a soffrire su diverse configurazioni.

Bug sistemanti ma…

L’aggiornamento 1.0.5 corregge inoltre diversi bug, inclusi NPC bloccati, missioni non attivabili e glitch visivi. Un lavoro di rifinitura necessario, ma che non risolve i veri nodi strutturali del gioco.

Assassin’s Creed: Shadows resta un titolo ambizioso, ma ancora instabile dal punto di vista tecnico. Dopo due mesi dal lancio, i problemi principali sono ancora lì. E mentre i contenuti continuano ad arrivare, molti giocatori si chiedono quando sarà il momento per Ubisoft di affrontare davvero i limiti della produzione. Anche perché il multiplayer, atteso e promesso, continua a restare solo un’ipotesi.

Recensione JDM: Japanese Drift Master, non chiamatelo Tokyo Drift!

0

Nell’ultimo periodo il panorama videoludico delle corse su strada ha visto una piccola rinascita della cultura delle competizioni underground Giapponesi. JDM: Japanese Drift Master, creato dal team e distributore polacco Gaming Factory, vuole omaggiare questa realtà proponendo una fittizia porzione del Giappone, che condensa – al limite del buon gusto – elettrizzanti competizioni tra bolidi capaci di percorrere curve ad angoli e velocità estreme nella disciplina del Drifting, e non solo.

La volontà di Gaming Factory è stata chiara fin dall’inizio: creare un gioco che coniugasse fedelmente l’atmosfera del mondo delle corse giapponesi underground, una personalizzazione approfondita delle auto e un’ambientazione ricca di dettagli. JDM: Japanese Drift Master non si limita a riproporre il classico racing arcade o la pura simulazione, ma cerca di offrire un’esperienza ibrida che sappia affascinare sia gli appassionati di drifting sia chi ama il lato più pittoresco e caricaturale del Sol Levante.

Con la sua ultima demo apparsa l’anno scorso – chiamata JDM: Rise of the Scorpion – ora delistata da tutti gli store digitali -, abbiamo già potuto provare con mano quanto di buono lo studio polacco sia riuscito a raggiungere in termini visivi e di potenziale, ricordandoci anche che il divario tra alcune produzioni AAA e i titoli indipendenti si sta assottigliando sempre più.

Ma non tutte le carrozzerie nascondono i motori migliori. JDM: Japanese Drift Master sarà riuscito a superare tutte le sezioni del tracciato a pieni voti? Allacciamo le cinture, e prepariamoci a scoprirlo assieme, a suon di drift, pagine di manga, e qualche sbavatura di troppo.


Versione testata: PC (tramite Steam)


Benvenuto in Giappone!

JDM: Japanese Drift Master si svolge in una mappa ispirata al Giappone, precisamente nella città immaginaria di Guntama, un ambiente urbano che mescola con cura elementi tradizionali e moderni, ricco di strade strette, quartieri caratterristici e scorci suggestivi che uniscono le atmosfere delle città nipponiche più rinomate e attraverso gli occhi del popolo straniero. Guntama non riveste solo un aspetto di mero riempitivo, ma si rivela essere il collante di tutta l’esperienza di gioco, offrendo nella sua urbanistica chilometri e chilometri da percorrere, passando tra tortuose montagne, e arrivando a imprevedibili percorsi non asfaltati nelle foreste.

La storia segue le vicende di Thomas “Toma” Stanowski, un giovane pilota polacco espulso dall’Europa per motivi legati alla sospensione della patente. Arrivato in Giappone, il protagonista deve integrarsi in un ambiente nuovo e affrontare la scena locale delle corse clandestine. Il racconto, sviluppato attraverso pagine di manga che si sfogliano in game, offre un tocco originale, integrando la narrativa in modo interessante. Purtroppo però l’intero lavoro potrebbe risultare fin troppo amatoriale per alcuni, peccando a più riprese di scenette sconclusionatamente ammiccanti. Da notare che alcune delle pagine più spinte del manga possono essere visionate solo previa pagamento di un DLC.

A differenza di molti titoli open world di corse, JDM non punta esclusivamente sulle sfide frenetiche o su una quantità smisurata di missioni secondarie, ma cerca di mettere in risalto l’esplorazione e la personalizzazione delle auto. La guida libera è infatti pensata come momento di relax e divertimento, dove il giocatore può semplicemente perdersi tra le strade, migliorando la propria intesa con l’auto per sbloccarne nuove parti, o cimentandosi in lunghe derapate per accumulare punti per incrementare il proprio livello di prestigio.

Il gameplay offre principalmente due stili di guida con le annesse competizioni: il drifting, cuore pulsante del titolo, e le gare di grip – delle comuni corse su pista -, che tuttavia mostrano qualche difficoltà nel trovare il giusto feeling. In aggiunta troviamo anche battaglie 1vs1 in competizioni di drag racing durante sezioni ben precise della storia. La meccanica di drifting è accessibile e appagante, soprattutto in modalità simcade, dove è possibile eseguire derapate fluide e spettacolari anche nei passaggi più stretti, nonostante la presenza di aiuti invisibili che autocorreggono le curve troppo azzardate. Curiosa la presenza degli eroi negli abitacoli delle auto, non in stile manga ma con delle controparti realistiche. E ancora una volta, i più maliziosi potranno gioire per via della fisica forse troppo ammiccante dei seni delle eroine sedute al nostro fianco, che rimbalzano ad ogni curva.

Japanese Drift Master soffre per la poca varietà, e monotonia, delle sue missioni secondarie: al momento sono presenti solo poche attività, tra cui gare su circuito, eventi di drifting sotto forma di missioni di consegna sushi, corse contro il tempo, e un sistema di gare underground dove poter scommettere il nostro capitale. Il modo randomico in cui possono apparire gli eventi, unito anche alla ripetitività di questi ultimi nel lungo periodo, finiscono per lasciare il posto alla più strutturata, ma breve, campagna principale.

Con solo 5 capitoli da portare a termine, i giocatori più competenti, e non desiderosi di esplorare le viste mozzafiato che la prefettura di Guntama è capace d’offrire, riusciranno a completare l’intera esperienza in meno di una decina di ore. E potranno raggiungere rapidamente il finale utilizzando anche solo la macchina consegnataci all’inizio delle nostre peripezie, ovviamente previa lo sblocco di tutte le sue espansioni meccaniche, e l’utilizzo oculato del sistema di tuning per superare tutte le sfide proposte.

Al lancio mancano anche elementi come la modalità foto e i replay, che avrebbero enfatizzato maggiormente l’aspetto visivo e le scelte stilistiche del mondo di gioco. Il GPS è risultato essere poco affidabile nei suoi ricalcoli verso le varie destinazioni, rendendo talvolta frustrante spostarsi tra un evento e l’altro, specialmente nelle ampie aree urbane ricche di stradine e immissioni verso l’autostrada.

Asfalto, gas, e gomme bruciate

JDM: Japanese Drift Master propone una selezione di 27 veicoli, alcuni reali, altri leggermente camuffati ma chiaramente ispirati a modelli iconici del mondo automobilistico giapponese, come la leggendaria Toyota A86, qui denominata Alfa Moriyamo. Le auto sotto licenza non sono solo modelli esteticamente accurati e modellati partendo da fotogrammetrie fatte sui bolidi reali, ma possono essere profondamente modificati, anche negli interni, permettendo al giocatore di esprimere il suo stile. Questa attenzione al dettaglio viene però minata al lancio dall’impossibilità di applicare alcun tipo di sticker o pittura – oltre a colorazioni in varie vernici -; problematica dell’assenza ingiustificata che ricorre in tutta questa prima fase post lancio della produzione.

Questa personalizzazione si sposa con un sistema di progressione legato alla maestria del veicolo: più si guida e si potenzia una macchina, più si sbloccheranno upgrade e miglioramenti che la rendono unica e più performante. Questo meccanismo incentiva un legame tra il giocatore e la sua auto preferita, portando a investire con parsimonia il nostro denaro, e il tempo che vorremo dedicare al veicolo che più ci aggrada. Bisogna anche fare molta attenzione con i propri acquisti per evitare spiacevoli soft-locks. Purtroppo, il solo driftare senza meta per le strade delle città non ci porterà in tasca neppure uno yen.

Con una macchina completamente potenziata, nel corso delle fasi avanzate della carriera non sembrano esserci grossi innalzamenti di difficolta, al contrario, Japanese Drift Master per i più avvezzi potrebbe risultare fin troppo facile da completare, lasciando come reale difficoltà quella di comprendere come modificare l’assetto della propria auto. L’attenzione al drifting si traduce in una gestione meno convincente nelle gare di grip: le auto tendono a sottosterzare eccessivamente, rendendo frustrante il superamento delle curve in modalità di guida tradizionale. Il gioco prova a spiegare attraverso dei pannelli nel suo manga come agire sulle varie componenti per ottenere l’effetto desiderato, non riuscendo però completamente a chiarire alcuni aspetti legati più alle caratteristiche peculiari per ogni automobile.

Apprendere a pilotare il nostro veicolo secondo le regole del touge drift richiederà ugualmente del tempo. Avere fiducia nella tenuta del proprio veicolo avviene in modo naturale, ma solo se si abbandona l’idea di partire sgommando a folli velocità. Japanese Drift Master costringe ad avere il controllo di ogni singola sterzata tanto a reggimi alti, e ancora di più a velocità estremamente basse. Purtroppo, per concatenare e tenere viva una lunga combo non troveremo moltiplicatori variegati come in altri titoli – dimentichiamoci i near miss o i bonus per l’alta velocità -, saremo invece spinti a sterzare costantemente anche in strette viuzze rurali, o in più spaziose carreggiate dell’autostrada. Il tutto schivando il traffico randomico, che potremo comunque disattivare con un tasto nelle opzioni.

Sfrecciare e driftare per le strade di Guntama diviene quindi un esercizio spontaneo quanto necessario per accrescere in maniera organica le nostre conoscenze e il feeling per compiere le derapate migliori, il tutto abbellito anche grazie a un ciclo giorno-notte che contribuisce a creare un’atmosfera realistica e suggestiva. Bisogna però tenere anche a mente il cambio dinamico delle condizioni meteo, che rendono sensibilmente differente l’aderenza del manto stradale in caso di pioggia, o la visibilità del percorso in presenza di nebbia fitta.

Come dentro un anime

Dal punto di vista visivo, JDM: Japanese Drift Master si affida al potente Unreal Engine 5 per offrire un’ambientazione curata e dal grande dettaglio. Il team polacco di Gaming Factory ha realizzato uno scorcio di un Giappone idilliaco e idealizzato, ma a tratti forse troppo stereotipato.
Potremo correre lungo le strette strade di una cittadina ai margini del Monte Fuji, con edifici tipici, biciclette parcheggiate lungo i marciapiedi e i ciliegi in fiore che risplendono alla luce del tramonto, oppure piegare a folli velocità nelle metropoli più industriali del paese, il tutto tra effetti atmosferici variabili, come i tuoni durante le tempeste, che donano una sensazione di realismo e immersione, in una ricostruzione quasi surreale del paese orientale.

Il dettaglio sulle vetture è particolarmente elevato, con modelli fedeli e interni ricreati con precisione, e texture dettagliate che mostrano anche le nostre scelte lato personalizzazione per i materiali scelti su scocca e ruote. Durante il giocato in prima persona da dentro l’abitacolo, le animazioni come il movimento delle braccia del pilota durante le derapate aggiungono un tocco di autenticità e immersione all’esperienza.

Tuttavia, durante la prova sono stati riscontrati stuttering frequenti, rallentamenti e qualche problema di ottimizzazione che possono compromettere la fluidità dell’esperienza di guida. A ciò si aggiungono alcune mancanze in termini di dettagli ambientali e interattività: ad esempio, il traffico stradale è vittima di apparizioni randomiche durante le gare, rendendo alcune corse pensate vinte in fallimenti eclatanti per una combo interrotta.

A volte di notte i veicoli non presentano dei coni dei fari riconoscibili, trasformandosi in veri e propri oggetti inamovibili che minano i nostri tecnicismi da drifters. Ancora peggiore è la poca chiarezza nell’interattività con alcuni oggetti in pista, rendendone alcuni distruttibili e altri no, legando anche questo aspetto alla mera fortuna.

Fa piacere notare che il gioco offra comunque tutte le ultime soluzioni in termini di scaling e generazione di frame, per consentire anche a chi possiede hardware non top di gamma di poter correre senza preoccupazione. Tra i prossimi aggiornamenti del gioco si parla anche di ottimizzazione per certificare JDM per l’utilizzo su Steam Deck.

Le radio presenti in Japanese Drift Master, propone una selezione eccellente di tracce energiche e ben contestualizzate che accompagnano perfettamente le derapate e le esplorazioni, potendo scegliere tra i generi come la EDM, il Jpop, e il più iconico Eurobeat. I suoni dei motori sono realistici e variano da auto a auto, un dettaglio apprezzabile che contribuisce a coinvolgere maggiormente il giocatore nella guida, anche se nel corso delle gare di Drag Racing si sono riscontrati dei bug di perdita di audio proprio del rombi dei motori.

Commento finale

JDM: Japanese Drift Master è un titolo che, a dispetto delle sue molte imperfezioni, potrebbe riuscire a ritagliarsi il proprio spazio nel panorama dei racing game open world, ma solo dopo una grossa revisione della sua offerta ludica – già presentata con una roadmap per l’ampliamento del gioco nel corso di quest’anno -.

Se da un lato il gameplay riesce a divertire nella sua meccanica cardine delle derapate, dall’altro emergono alcune difficoltà tecniche, di bilanciamento, e mancanza di polishing generale, che frenano l’esperienza complessiva. La mancanza di contenuti che possano elevare la mappa di gioco al lancio, con l’assenza forse ingiustificata dei collezionabili, o una struttura più interessante per le sfide secondarie, porta il giocatore verso un esperienza troppo guidata e dipendente dalla breve campagna narrativa.

JDM invita a perdersi nei paesaggi della sua fittizia Guntama e a immergersi in una cultura automobilistica affascinante e quasi aliena, ma Japanese Drift Master avrebbe potuto nascondere le sue mille imperfezioni con una release in Early Access – come accaduto recentemente con Tokyo Xtreme Racer -. Non ci resta che sperare nel completamento della roadmap post lancio, ma per ora, questa ci è parsa una falsa partenza.

Turtle Beach, ecco la nuova gamma di cuffie ed accessori per Xbox e Switch

0

Turtle Beach Corporation ha annunciato che sono disponibili da oggi le nuove cuffie ed i nuovi controller ufficialmente licenziati da Nintendo e progettati per Xbox.

La gamma dedicata a Nintendo Switch include le cuffie cablate Turtle Beach Recon 70 e Turtle Beach Airlite Fit, oltre ai controller wireless Turtle Beach Rematch Invincible Mario e Turtle Beach Rematch Super Mario Star. Per l’utenza Xbox e PC Windows, largo ai due nuovi controller “Progettato per Xbox”: Turtle Beach Afterglow Wave RGB e Turtle Beach Rematch Core, entrambi disponibili in cinque varianti colore.

Di seguito trovate il comunicato ufficiale dell’azienda.

Turtle Beach Corporation (Nasdaq: TBCH), azienda leader nella produzione di accessori gaming, ha annunciato che le nuove cuffie e i nuovi controller ufficialmente licenziati da Nintendo e progettato per Xbox sono ora disponibili a livello globale. Per i gamer su Nintendo Switch, Nintendo Switch Lite e Nintendo Switch – Modello OLED, i nuovi accessori includono le cuffie cablate Turtle Beach Recon 70 e Turtle Beach Airlite Fit, oltre ai controller wireless Turtle Beach Rematch Invincible Mario e Turtle Beach Rematch Super Mario Star. Per chi gioca su Xbox e PC Windows, sono disponibili due nuovi controller “Progettato per Xbox”: Turtle Beach Afterglow Wave RGB e Turtle Beach Rematch Core, entrambi disponibili in cinque varianti colore.

“I nostri nuovi accessori progettati per Xbox e ufficialmente licenziati da Nintendo rafforzano la leadership di Turtle Beach nel mondo delle cuffie e dei controller da gaming», ha dichiarato Cris Keirn, CEO di Turtle Beach Corporation. «Questi nuovi prodotti offrono funzionalità avanzate e ampliano le nostre linee best-seller con opzioni entry e mid-level a prezzi molto competitivi.”

Tutti i nuovi modelli di cuffie e controller – 16 in totale – sono ora disponibili su www.turtlebeach.com e presso rivenditori selezionati. Di seguito i dettagli dei singoli prodotti:

Cuffie da gioco cablate Turtle Beach Recon 70 per Nintendo Switch

Realizzate per la tua prossima vittoria, il tuo ultimo traguardo e molto altro ancora, le cuffie da gioco cablate Turtle Beach Recon 70 sono ora disponibili con licenza ufficiale per la famiglia di console Nintendo Switch. Le cuffie Turtle Beach, leggere e confortevoli, sono progettate per ore e ore di gioco, con altoparlanti di alta qualità da 40 mm e cuscinetti in pelle sintetica di prima qualità per un’esperienza di gioco coinvolgente. Il rinomato microfono ad alta sensibilità di Turtle Beach assicura che la chat vocale si senta chiaramente e può essere facilmente disattivato. Infine, la versatile connessione da 3,5 mm è perfetta per tutte le console Nintendo Switch. Disponibile al prezzo consigliato di €34,99.

Cuffie da gioco cablate Turtle Beach Airlite Fit per Nintendo Switch

Godetevi un livello superiore di gioco e comfort con le nuove cuffie da gioco cablate Turtle Beach Airlite Fit per console Nintendo Switch. Con licenza ufficiale e progettate con competenza in-house, queste cuffie offrono un audio finemente sintonizzato attraverso altoparlanti di alta qualità da 40 mm, offrendo un’esperienza coinvolgente sia per i giocatori occasionali che per quelli competitivi. I cuscinetti rialzati in jersey over-ear offrono un comfort eccezionale, consentendo ai giocatori di sentire ogni alto e basso nitido e bloccando efficacemente i rumori esterni. L’elegante microfono a cancellazione del rumore garantisce una chiara comprensione delle conversazioni vocali e può essere sollevato per disattivare l’audio. La versatile connessione audio da 3,5 mm è pienamente compatibile con la famiglia di console Nintendo Switch. Disponibile al prezzo consigliato di €24,99.

Controller Wireless Turtle Beach Rematch per Nintendo Switch

Il controller wireless Rematch Invincible Mario per la famiglia di console Nintendo Switch mette nelle mani dei giocatori un’esplosione di fascino retrò ispirato ai power-up, mentre il design Rematch Super Mario Star potenzia le sessioni di gioco facendo brillare ogni mossa! Entrambi i nuovi modelli illuminano le sale da gioco più buie grazie al design che si illumina dopo l’esposizione alla luce. Per le lunghe sessioni di gioco, i giocatori apprezzeranno la batteria ricaricabile fino a 40 ore e la portata wireless fino a 9 metri per giocare comodamente da qualsiasi punto della stanza. I giocatori che utilizzano le console Nintendo Switch possono immergersi completamente nei loro giochi preferiti, come Mario Kart 8 Deluxe, grazie ai controlli di movimento integrati. Due pulsanti mappabili migliorano le azioni di gioco. Disponibili al prezzo consigliato di 59,99 euro.

Controller cablato Xbox Turtle Beach Afterglow Wave, progettato per Xbox

Con il controller di gioco progettato per Xbox Turtle Beach Afterglow Wave RGB per Xbox Series X|S, Xbox One e PC Windows, potrete ottenere prestazioni di gioco e stile elevati. Dotato di grilletti Hall Effect regolabili a 3 stop, i giocatori Xbox possono regolare la sensibilità dei grilletti e godere di un controllo fluido, preciso e duraturo. I giocatori possono anche personalizzare lo stile del controller con l’illuminazione RGB intelligente, che offre milioni di combinazioni di colori, con otto zone di illuminazione uniche e quattro diverse modalità preimpostate disponibili sul controller, oltre a quattro ulteriori preimpostazioni disponibili nell’app Control Hub. I giocatori possono personalizzare il loro gioco con due pulsanti ad azione rapida mappabili, per avere i comandi essenziali a portata di mano. I controlli audio brevettati del D-pad consentono di regolare istantaneamente il mix di volume di gioco/chat e il volume master, oltre a un pulsante dedicato per l’esclusione del microfono. Inoltre, scaricando l’applicazione Control Hub per console Xbox e PC Windows si possono ottenere opzioni di personalizzazione avanzate per l’illuminazione, la mappatura dei pulsanti, la configurazione e la diagnosi del controller. I doppi motori rumble e i grilletti a impulsi forniscono un feedback coinvolgente e reattivo, mentre la forma ergonomica con impugnature testurizzate e incise al laser garantisce una sensazione di non affaticamento. La connessione cablata USB-C di 10 piedi del controller Afterglow Wave garantisce un gioco affidabile e senza lag. Disponibile al prezzo consigliato di 44,99 euro.

Controller cablato Turtle Beach Rematch Core Progettato per Xbox

Prova il controllo e la precisione del gioco con il controller cablato progettato per Xbox Turtle Beach Rematch Core per Xbox Series X|S, Xbox One e PC Windows. Grazie ai controlli audio brevettati integrati nel D-pad, che includono il mix di gioco/chat e il volume principale, oltre a un pulsante dedicato per l’esclusione del microfono, è possibile regolare l’audio al volo. Progettato per il massimo comfort, la forma ergonomica garantisce una presa senza affaticamento durante le sessioni di gioco prolungate. I doppi motori rumble e i grilletti a impulsi offrono un feedback reattivo e coinvolgente per migliorare il gioco. Il controller Rematch Core è dotato di un’affidabile connessione USB-C da 6,5 metri per un gioco ininterrotto. Per configurare e diagnosticare il controller in modo semplice e veloce, scaricare l’applicazione Control Hub, disponibile per console Xbox e PC Windows. Disponibile al prezzo consigliato di 29,99 euro.

Summer Game Fest 2025: calendario, conferenze e orari italiani

0

Giugno è alle porte e, come ogni anno, il mondo dei videogiochi si prepara a vivere settimane di fuoco tra trailer, world premiere e annunci che faranno parlare per mesi. Con l’E3 ormai relegato ai ricordi, la Summer Game Fest 2025 prende il suo posto anche quest’anno, offrendo un fitto calendario di eventi e showcase imperdibili.

Dall’evento principale curato da Geoff Keighley fino alle dirette più di nicchia come il Wholesome Direct o il Day of the Devs, la SGF 2025 promette di soddisfare tutti i gusti: dagli appassionati di AAA ai fan dei cozy game, dagli hardcore gamer su PC agli utenti Xbox in attesa di novità di peso.

Ecco allora il calendario completo con le date e gli orari italiani di tutte le conferenze già confermate.

Summer Game Fest Showcase – 6 giugno, ore 23.00

Si parte con lo showcase principale, il cuore pulsante dell’intera Summer Game Fest. La durata prevista è di circa due ore e Geoff Keighley ha già anticipato la presenza di oltre 40 publisher. Sarà il palcoscenico perfetto per aggiornamenti su titoli già annunciati, reveal completamente inediti e qualche world premiere.

Voci insistenti suggeriscono che potremmo rivedere Death Stranding 2, proprio qui, con il tanto atteso trailer finale. Ma, come sempre, lo show sarà imprevedibile.

Day of the Devs – 7 giugno, subito dopo lo showcase

Subito dopo l’evento principale si aprirà lo spazio più intimo e creativo curato da Double Fine e iam8bit. Il Day of the Devs dà voce ai progetti indipendenti, alle idee originali, ai giochi che si fanno notare per stile e cuore, più che per budget o nomi altisonanti.

Un vero paradiso per chi cerca esperienze fuori dagli schemi, sincere e sorprendenti.

Wholesome Direct – 7 giugno, ore 18.00

Il giorno successivo si apre con il Wholesome Direct, ormai appuntamento imprescindibile per chi ama i giochi rilassanti, accoglienti e pacifici.

Dai gestionali ambientati in librerie alle avventure narrative tra boschi e cottage, sarà un’ora di pura coccola videoludica. Attesa la data d’uscita di Tiny Bookshop, ma saranno decine i titoli presenti.

Future Games Show – Summer Showcase – 7 giugno, ore 22.00

A concludere la giornata del 7 giugno ci penserà il Future Games Show, condotto da due voci amatissime: Laura Bailey e Matthew Mercer.

Si parla di oltre 40 titoli presenti, tra cui già confermati Mafia: Terra Madre e Directive 8020 di Supermassive Games. Spazio sia a produzioni medie che a qualche nome altisonante. Un mix che, come ogni anno, potrebbe riservare sorprese.

Xbox Games Showcase + The Outer Worlds 2 Direct – 8 giugno, ore 19.00

L’8 giugno sarà il giorno di Xbox. Lo Showcase ufficiale promette aggiornamenti su tutte le grandi IP degli Xbox Game Studios, ma l’attenzione sarà anche sull’ipotetica console portatile Xbox, protagonista di recenti rumor.

A seguire, si terrà un evento specifico per The Outer Worlds 2, nel solco già tracciato da Starfield e Call of Duty Black Ops 6 negli anni scorsi. Per Obsidian, sarà un momento decisivo.

PC Gaming Show – 8 giugno, ore 21.00

Chiude il programma (almeno per ora) l’immancabile PC Gaming Show di PC Gamer, che quest’anno ospiterà oltre 50 giochi.

Confermata la presenza di publisher come Ubisoft e Devolver Digital, e attenzione anche alle novità nel settore dei PC handheld, sempre più centrali nel panorama gaming moderno.

Un giugno ancora una volta tutto da vivere

Il calendario della Summer Game Fest 2025 si sta riempiendo di appuntamenti imperdibili, tra conferme e attese sorprese. E anche se l’assenza di PlayStation nel cuore dell’estate pesa, la quantità e varietà di contenuti previsti è enorme.

Dal ritorno dei colossi come Xbox alla creatività indie, passando per reveal, cozy game e strategici su PC, giugno si conferma il mese ideale per sognare a occhi aperti chi ameremo giocare nei prossimi anni.

Per la tua pubblicità su questo sito



EADV s.r.l.
Via Luigi Capuana, 11
95030 Tremestieri Etneo (CT) - Italy

www.eadv.itinfo@eadv.it • Linkhouse
Tel: +39 0645920501