Wilmot’s Warehouse, gioco da tavolo cooperativo adattato dall’omonimo videogame del 2019, sarà disponibile dal 24 Aprile nel nostro Paese edito da Asmodee Italia.
Ideato da Ricky Haggett, Richard Hogg e David King (i primi due sviluppatori anche dell’originario titolo disponibile su Steam), ha raccolto un ottimo successo su BoardGameGeek con una media di 7,7.
In questo gioco cooperativo, la vostra squadra lavorerà assieme per organizzare una magazzino, usando la memoria, l’immaginazione e delle buffe storielle da inventare. Dopo aver pescato le tessere Prodotto dalla pila, aver discusso sulle loro somiglianze ed averle collocate… dovrete ritrovarle tutte alla fine della partita. Vi sembra impossibile? Se le storie saranno bizzarre riuscirete miracolosamente a ricordarvele tutte!
Di seguito vi proponiamo l’unboxing di Wilmot’s Warehouse, condiviso da Asmodee Italia per celebrare l’imminente uscita nei negozi fisici e presso i rivenditori online.
Wizards of the Coast ha condiviso un nuovo aggiornamento del System Reference Document (SRD), documento volto a regolare l’uso dei contenuti di Dungeons & Dragons.
Nello specifico, l’SRD 5.2 guarda in particolare alla licenza Creative Commons, ampliando quanto previsto dal precedente SRD 5.1. Il nuovo aggiornamento, secondo le intenzioni, permetterà agli autori di utilizzare le regole base aggiornate per pubblicare i propri contenuti TRPG e mantenere la piena proprietà e il controllo delle loro creazioni.
Di seguito vi proponiamo il comunicato stampa ufficiale con tutti i dettagli.
Dungeons & Dragons ieri ha ufficialmente rilasciato il System Reference Document(SRD) 5.2 sotto licenza Creative Commons.
Questo aggiornamento si basa sulle fondamenta del SRD 5.1 e riflette il nostro continuo sforzo per supportare gli autori appassionati e di talento che fanno prosperare la comunità di D&D. Il SRD 5.2 permette agli autori di utilizzare le regole base aggiornate per pubblicare i propri contenuti TRPG e mantenere la piena proprietà e il controllo delle loro creazioni.
Il SRD 5.2 amplia i contenuti esistenti con incantesimi, imprese, mostri ed equipaggiamenti aggiuntivi, dando agli autori più strumenti che mai per progettare avventure, mondi e set di regole che catturino le loro visioni uniche. Aggiungeremo inoltre risorse di transizione per aiutare gli autori ad adattarsi senza problemi dal SRD 5.1.
Inoltre, per la prima volta in assoluto, il SRD farà parte del processo di errata corrige, assicurando che venga aggiornato regolarmente man mano che vengono pubblicati i chiarimenti e le correzioni ufficiali per i libri delle regole base. In futuro verranno utilizzati i numeri di versione, in modo che gli autori possano facilmente tenere traccia delle modifiche e scegliere la versione più adatta alle loro esigenze.
La comunità di D&D è incredibilmente creativa e con il SRD 5.2 non vediamo l’ora di scoprire quali nuovi mondi, avventure ed esperienze verranno creati. Nel frattempo, ulteriori informazioni sul SRD 5.2 e le FAQ sono consultabili qui.
All’indomani dall’arrivo sugli scaffali fisici e digitali di Clair Obscur: Expedition 33, arrivano le prime recensioni della stampa internazionale che celebrano il GDR di Sandfall Interactive.
Il titolo edito da Kepler Interactive viene accolto come un’autentica sorpresa del 2025, con una qualità eccezionale nonostante il carattere non AAA della produzione. Ad essere particolarmente acclamate sono la storia di Expedition 33, ma anche la direzione artistica, la soundtrack ed il gameplay che mescola turnistica tradizionale ed interazioni in tempo reale. Il risultato è universalmente considerato dai nostri colleghi internazionali come uno degli migliori giochi di ruolo degli ultimi anni!
Ecco di seguito alcune delle recensioni finora pubblicate dai maggiori siti internazionali:
IGN 9/10
Gamespot 9/10
TechRaptor 9/10
CGMagazine 10/10
Checkpoint Gaming 10/10
GRYOnline.pl 9,5/10
GamingBolt 9/10
WellPlayed 9,5/10
PSX Brazil 90/100
XboxEra 9,5/10
RPGamer 5/5
Push Square 9/10
Gamepressure 10/10
Eurogamer 4/5
RPG Fan 99/100
GameRant 10/10
Nel momento in cui scriviamo il titolo si attesta su una media delle recensioni di 92 su Opencritic. Si tratta di un risultato provvisorio, in attesa delle altre opinioni in arrivo nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
Vi ricordiamo che Clair Obscur: Expedition 33 è in uscita per PlayStation 5, Xbox Series e PC via Steam il 24 Aprile.
A poco meno di un anno dal lancio in Early Access, Synergy raggiunge la release completa certificando la congeniale dimensione di Leikir Studio all’interno del panorama degli strategici.
Dopo le iniziali incursioni tra bullet hell (Isbarah) e roguelike (Rogue Lords), il team di sviluppo ha avuto l’opportunità di misurarsi con una storica IP di SNK realizzando Metal Slug Tactics. Un progetto che ha permesso agli sviluppatori di approfondire lo studio del genere. Il tutto mentre proseguivano parallelamente i lavori proprio sul titolo del quale vi parliamo oggi. Un city builder che tenta di coniugare gli stilemi classici della strategia con alcune idee in grado di offrire qualcosa di nuovo e rinfrescante.
Synergy è disponibile dal 16 Aprile per PC (via Steam).
Versione testata: PC
Non sono morto a SOL 18
Se è vero che anche l’occhio vuole la sua parte, inSynergy questo adagio diventa un vero e proprio biglietto da visita.
Impossibile infatti scindere qualsivoglia analisi dallo stile artistico della produzione. Si tratta di uno sforzo semplicemente spettacolare, al tempo stesso vibrante e desolato, in grado di omaggiare i lavori dell’artista francese Jean Giraud. Una mescolanza di colori pastello vivaci e paesaggi brulli che animano una natura al contempo amica ed avversaria. Dettagliato e rilassante nel suo essere altresì ricchissimo di animazioni, il colpo d’occhio attribuisce a Synergy una personalità e riconoscibilità ben distinta. Elementi che permettono al progetto di sapersi distinguere nel vasto mare della concorrenza del genere.
Ah, i city builider: rilassanti come pochi altri generi… almeno finché le cose non si complicano.
Una ricchezza visiva che si articola attraverso un mondo suddiviso in regioni e biomi diversi, in grado di affascinare con sorprese continue. Evidenti (ed apertamente dichiarati) sono gli omaggi a titoli come Pharaoh & Caesar, The Wandering Village, Frostpunk e Timberborn.
Uno splendore estetico che nasconde qualche requisito hardware più significativo di quanto si potrebbe immaginare a prima vista, complice forse una ottimizzazione non proprio esaltante. Synergy richiede infatti almeno un processore Core i3 o equivalente (consigliato i5 o superiore), con 8 GB di RAM (16 preferibili) ed una scheda video da 6GB di VRAM. Ingenuamente avevamo immaginato che si trattasse di un titolo in grado di garantire buone performance anche sui dispositivi meno ruggenti, cosa che invece non si è rivelata scontata all’atto pratico. Nulla che un po’ di esperimenti con i settaggi interni non possa risolvere, sia chiaro. Ma se cercate da Synergy il tipico titolo in grado di girare senza problemi su qualsiasi configrazione, forse potreste trovarvi a dover rinunciare a qualche feature.
L’avventura sarà lunga e complessa.
Usare tutte le mie conoscenze per portare il culo via da qui!
Tuttavia, lo sappiamo: l’apparenza, talvolta, inganna. Dietro una presentazione visiva confortevole (o cozy, in stile anglosassone) si nasconde un city builder che sa essere spietato.
Accanto ad una classica modalità libera, Synergy presenta due campagne narrative che richiederanno la costruzione di un insediamento. Al di là di meccaniche piuttosto ordinarie per il genere (realizzazione di una base, raccolta delle risorse, sblocco di edifici con funzionalità aggiuntive, ecc), il titolo di Leikir Studio pone l’accento sulle specificità della propria ambientazione. Oltre a trovarci in un ecosistema sconosciuto che richiederà una proverbiale cautela, la sua estrema inospitalità costringe i giocatori ad un approccio molto diverso. Synergy propone così un canovaccio deliberatamente ambientalista, in cui l’unica possibilità per uno sviluppo sostenibile passa dalla ricerca scientifica e, soprattutto, dal rispetto della natura.
Ogni struttura nasconde possibilità interessanti per raggiungere i vostri obiettivi.
Il city building si fa così survival, mentre il giocatore è chiamato non solo ad ottimizzare le classiche meccaniche di farming delle risorse per il miglioramento del proprio insediamento. Entra in gioco una necessità costante di studiare il mondo di gioco, in grado di celare opportunità e pericoli dietro gli sforzi per la conoscenza. Un cespuglio non è mai solo un cespuglio e può nascondere la chiave per la sopravvivenza. Alcune piante potrebbero reagire diversamente all’ambiente, essere al contempo tossiche e curative se approcciate con diverse lavorazioni, permettere di risolvere un problema di carestia come di causarlo.
Synergy, come suggerisce il nome, mette il giocatore nella prospettiva di un continuo e necessario scambio sinergico di informazioni con l’ecosistema. Si tratta di un aspetto tremendamente affascinante, addirittura didattico se vogliamo, che integra il forte messaggio di fondo. Senza il rispetto per la natura, il futuro è a rischio. E il gioco non ci andrà piano per mettervi di fronte alle conseguenze della noncuranza ambientale. Sfruttare eccessivamente una risorsa naturale potrebbe ad esempio provocare la sua estinzione (con relativa perdita definitiva dei suoi benefici), non tenere conto dei progressi scientifici potrebbe portare malattie incurabili e molto altro. Perché Synergy è soprattutto una sfida di sopravvivenza.
Il fascino della ricerca scientifica è uno degli aspetti migliori di Synergy.
Per fortuna… io sono un botanico!
Se i rimandi ad un famoso film di Ridley Scott non fossero già evidenti nella produzione (e in questa stessa recensione), in Synergy il vostro obiettivo primario sarà infatti la sopravvivenza.
La conoscenza scientifica assume un ruolo preponderante all’interno dell’economia ludica che deve tuttavia tenere conto anche di un altro elemento determinante. L’aridità del pianeta. Sopravvivere su un pianeta sterile non solo sarà una sfida costante, ma anche una guerra di nervi. Inizialmente dovrete fare i conti con esigenze modeste, come posizionare le prime tende all’ombra degli alberi. Progressivamente si passerà alle necessità di acqua pulita e maggiori quantità di cibo, arrivando a creare delle coltivazioni in grado di sostenere la popolazione. Poi ad un certo punto, arriverà la stagione secca e tutti i vostri meticolosi piani verranno ridotti in frantumi. Perché Synergy vi accompagnerà per mano, ma direttamente all’interno di un burrone.
Le coltivazioni sono fondamentali ma basta pochissimo per mandarle in rovina.
Il problema forse più consistente del titolo sviluppato da Leikir Studio è infatti legato alla sua difficoltà, che soprattutto all’inizio tende ad ergere uno scoraggiante muro nei confronti dei giocatori meno smaliziati. Le difficoltà dell’adattamento ad un ecosistema rigido è spietata, con alcuni picchi che tendono a sfociare nella frustrazione. Il motivo è da ricercare espressamente nella lettura di tutti i sistemi ludici di Synergy.
L’affascinante complessità imbastita dal team di sviluppo si scontra infatti con una eccessiva ristrettezza di spiegazioni (peraltro solo in inglese) ed un’atavica confusione di taluni elementi (come la disposizione del research tree, per dirne uno). A questo si aggiunge una interfaccia utente ricca ma decisamente migliorabile soprattutto sul versante della praticità, per un risultato in cui spesso il fallimento non trova una spiegazione formativa (come dovrebbe essere, in un city builder).
La struttura radiale del research tree è un po’ un casino.
Commento finale
Synergy è una pregevole dimostrazione delle abilità di Leikir Studio nel panorama delle produzioni strategiche. Quello che all’apparenza potrebbe sembrare un city builder accogliente e rilassante (complice uno stile grafico delizioso) rivela tuttavia un’esperienza tattica impegnativa e stimolante. Peccato che la difficoltà iniziale sia piuttosto significativa e che alcune meccaniche tendano a scivolare nel trial and error (anche per una chiarezza non molto incisiva da parte dei tutorial). Resta tuttavia un titolo valido, a tratti addirittura notevole, che consigliamo a tutti gli amanti del genere.
Mentre ci avviciniamo a grandi passi verso la lunga estate caldissima, Netflix mette in mostra il proprio palinsesto per Maggio 2025.
Dopo un primo quadrimestre dal ritmo piuttosto sostenuto, Maggio 2025 segnerà una piccola battuta di arresto per Netflix. Temporaneamente orfana di sequel attesi e nomi di richiamo (che affolleranno il palinsesto delle prossime stagioni), il mese che traghetta verso l’estate proporrà tuttavia una intrigante selezione di nuove proposte. Si parte con The Four Seasons, miniserie comedy con Tina Fey, Steve Carell, Colman Domingo e Will Forte. Si prosegue con la pellicola NONNAS con Vince Vaughn ed il terzo capitolo di Proiettile Vagante. Love, Death & Robots torna con una quarta stagione, così come Unseen 2. Grande attesa per Sirens, miniserie dark comedy con Julianne Moore, Meghann Fahy e Milly Alcock. Tra le novità anche Fear Street: Prom Queen e la pellicola italiana Maschi Veri.
Netflix sta per condividere il catalogo delle nuove uscite per Maggio 2025sulla propria pagina ufficiale, tuttavia sulla piattaforma arriveranno altri prodotti che troverete nell’elenco sottostante.
Troverete inoltre qualche piccolo consiglio sui titoli da tenere in considerazione in grassetto per il Maggio proposto da Netflix, oppure per le novità del mese di Aprile laddove vogliate più consigli.
1° Maggio
L’Abbaglio (Film)
Angi: crimini e bugie (Docuserie)
The Four Seasons (Miniserie)
2 Maggio
Unseen 2 (Serie TV)
5 Maggio
Inside Man: Most Wanted (Film)
6 Maggio
The Devil’s Plan 2 (Intrattenimento)
7 Maggio
The Northman (Film)
Proiettile Vagante 3 (Film)
8 Maggio
PER SEMPRE (Serie TV)
9 Maggio
Too Hot to Handle: Italia (Intrattenimento)
The Royals (Serie TV)
Mala influencia (Film)
NONNAS (Film)
11 Maggio
Pernille 5 (Serie TV)
14 Maggio
American Manhunt: Osama bin Laden (Docuserie)
A British Horror Story: la storia di Fred e Rose West (Docuserie)
Scale e serpenti (Serie TV)
15 Maggio
Reservatet – La riserva (Miniserie)
Perniville 5 (Serie TV)
Franklin (Serie TV)
Love, Death & Robots 4 (Serie di animazione)
16 Maggio
Rotten Legacy (Serie TV)
Genitori a tutto campo (Film)
Dear Hongrang (Film)
21 Maggio
Maschi Veri (Film)
22 Maggio
Sirens (Serie TV)
23 Maggio
Thunderbirds: l’élite dell’aeronautica americana (Documentario)
Dopo settimane di voci, leak e speculazioni, è finalmente arrivata l’ufficialità: Oblivion Remastered è disponibile da ora, con un lancio a sorpresa che ha spiazzato anche i fan più attenti. L’annuncio è arrivato nel corso dell’evento ufficiale tenutosi oggi, 22 aprile 2025, e rappresenta uno dei più importanti shadowdrop dell’anno.
Lo storico The Elder Scrolls IV: Oblivion, pubblicato originariamente nel 2006, torna in una nuova veste grazie al lavoro di Bethesda e Virtuos Studios, ed è ora disponibile su Xbox Series X|S e PC tramite Steam. Ancora nessuna conferma sull’eventuale arrivo della versione PlayStation.
Due edizioni, un solo ritorno
Oblivion Remastered viene distribuito in due versioni digitali:
Standard Edition a €54,99
Deluxe Edition a €64,99
Quest’ultima è un pacchetto particolarmente ricco che include:
Il gioco base in versione rimasterizzata
Armature e armi esclusive di Akatosh e Mehrunes Dagon
Artbook digitale e app con colonna sonora
Le due celebri espansioni: Shivering Isles e Knights of the Nine
Tutti i contenuti scaricabili originali, inclusi Fighter’s Stronghold, Spell Tome Treasures, Vile Lair, Mehrunes’ Razor, The Thieves Den, Wizard’s Tower, Orrery e Horse Pack Armor
Un’offerta che punta a offrire ai fan l’intera esperienza originale, rifinita e potenziata per le piattaforme attuali.
Rinnovamento tecnico e rispetto dell’originale
L’obiettivo di Bethesda è chiaro: offrire un restauro completo che preservi lo spirito dell’esperienza originale, ma che risponda agli standard di qualità e accessibilità del 2025. Oblivion Remastered può contare su:
Grafica aggiornata con miglioramenti alle texture
Supporto per il 4K e frame rate sbloccato
Revisione dell’interfaccia utente
Audio potenziato e rimasterizzato
Tempi di caricamento ridotti grazie alle nuove architetture hardware
Compatibilità con salvataggi cloud e obiettivi aggiornati per Game Pass
Il tutto mantenendo intatta l’essenza narrativa ed esplorativa di uno dei giochi di ruolo più amati degli ultimi vent’anni.
Un colpo da maestro per Xbox
Il lancio a sorpresa di Oblivion Remastered è anche un forte segnale strategico da parte di Xbox. In un’epoca in cui il marketing si basa spesso sull’hype a lungo termine, scegliere la via dello shadowdrop rappresenta una mossa audace e controcorrente. Una decisione che già oggi sta generando entusiasmo tra i fan e che conferma la volontà di Microsoft di puntare sul Game Pass come vetrina privilegiata per i suoi titoli di punta.
È infatti su Game Pass che il gioco è disponibile sin da subito, nel più grande lancio mai effettuato sulla piattaformaper un titolo rimasterizzato. Un modo efficace per coinvolgere sia i giocatori di lunga data che chi si affaccia per la prima volta al mondo di Cyrodiil.
Cyrodiil, vent’anni dopo
Chi ha vissuto l’esperienza originale nel 2006 ricorderà la vastità e il senso di libertà che Oblivion ha portato nel panorama RPG. Un mondo vivo, complesso, pieno di missioni secondarie, gilde, magie e portali demoniaci da chiudere. Oblivion ha posto le basi per ciò che Skyrim avrebbe poi perfezionato, ed è ancora oggi considerato da molti fan la vetta narrativa della saga.
Tornare nella Città Imperiale, scegliere se diventare assassini, maghi, ladri o paladini, esplorare i misteriosi Daedric Shrines o salire di grado nell’Accademia delle Arti Magiche: Oblivion Remastered offre tutto questo, con una nuova luce grafica che rende più attuali anche i suoi momenti più iconici.
Cosa ci riserva il futuro?
Al momento, Bethesda non ha confermato una versione per PlayStation, lasciando intendere che questa nuova edizione sia pensata principalmente come esclusiva temporale per l’ecosistema Xbox e PC. Resta da vedere se e quando arriveranno annunci in tal senso, ma per ora il focus è tutto sul ritorno di un classico che ha segnato un’intera generazione di giocatori.
E se i fan reagiranno con entusiasmo, come sembra già accadere, non è escluso che possano arrivare presto modifiche, update o persino espansioni inedite pensate per mantenere vivo l’interesse su questa nuova versione.
Amerzone(L’Amerzone: le Testament de l’explorateur), rappresenta il primo progetto di Benoît Sokal (noto per il suo lavoro successivo su Syberia, il cui ultimo capitolo è stato pubblicato nel 2022). Il gioco – pubblicato nel 1999 daMicroïdse basato sulla serie di fumetti del 1986 dell’Ispettore Anatroni(nome originale: Inspecteur Canardo)- è ambientato in un misterioso angolo del mondo, dove il protagonista intraprende un viaggio epico per scoprire la verità dietro una leggenda perduta e una civiltà sconosciuta. Con la sua atmosfera enigmatica e la sua narrazione coinvolgente, Amerzone ha conquistato un posto speciale nel cuore degli appassionati del genere delle avventure grafiche. E dato che viviamo in un’epoca in cui remake e rivisitazioni di opere del passato è un qualcosa a cui ormai ci siamo abituati, era praticamente inevitabile (considerando che l’originale ha venduto oltre 1 milione di copie) che Amerzone ricevesse una rielaborazione e un ammodernamento. Amerzone – The Explorer’s Legacy naturalmente rende omaggio al gioco originale ma offre anche un’esperienza leggermente diversa. Ma tranquilli, l’eredità del compianto Benoît Sokal, che fonde realismo e poesia, consapevolezza delle verità terrene e meraviglia, viene onorata e magnificata. E il gioco rimane attuale anche oggi, sia per il messaggio che trasmette, sia per la firma artistica unica di Benoît Sokal, sia per il nostro bisogno impellente di evadere in mondi fantastici.
Amerzone – The Explorer’s Legacy sarà disponibile per PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC il 24 aprile 2025.
Versione testata: PlayStation 5
Maestosi velieri celesti
Come il fumetto, il gioco racconta la storia di un esploratore francese, Alexandre Valembois, che negli anni ’30, intraprende una spedizione nel misterioso e immaginario paese sudamericano di Amerzone. Lì, scopre molti animali fantastici, tra cui una specie di Grandi Uccelli Bianchi. Questi animali si ritrovano – loro malgrado – minacciati quando un amico di Valembois – Antonio Alvarez – trasforma Amerzone in una brutale e sanguinaria dittatura, e Valembois decide quindi di impegnare se stesso per salvare la specie in via di estinzione. Ormai, troppo anziano per tornare di nuovo nel paese, e divorato dai sensi di colpa, si affida ad un giornalista in erba (il giocatore), il quale ha l’arduo compito – ripetendo l’itinerario dell’esploratore e utilizzando i suoi stessi mezzi (come l’hydraflot) – di riportare il simbolo di una civiltà perduta – da cui dipendono – essendo strettamente legati al destino del solo paese in cui vivono – tutte le generazioni future di uccelli bianchi – attraversando il globo e raggiungendo il cuore di una terra misteriosa e lontana.
La ricerca si snoda attraverso paesaggi mozzafiato, giungle dense e paludose, antiche rovine e luoghi ricchi di misteri tribali. La narrazione di Amerzone è uno degli aspetti più affascinanti del gioco. La storia si dipana con lentezza, ma la sua bellezza risiede proprio nella scoperta graduale degli eventi che hanno portato alla situazione attuale. Il ritmo pacato, accompagnato da un’ottima colonna sonora, crea un’atmosfera poetica e onirica. La combinazione di elementi di fantasia e realismo rende altresì il racconto coinvolgente e ricco di sorprese. A migliorare ulteriormente l’esperienza di questa nuova versione di gioco, l’inclusione di elementi narrativi aggiuntivi, interazioni più approfondite con i personaggi e dialoghi rifiniti.
Gameplay
Il gameplay di Amerzone è tipico delle avventure grafiche della fine degli anni ’90. All’epoca “fece scalpore” la scelta di adottare una grafica 3D abbinata ad un sistema di esplorazione con visuale in prima persona, che permette sia di girarsi a 360° in ambientazioni prefissate e sia di modificare l’angolo verticale (cioè poter guardare più in alto o più in basso).
Il remake non si discosta molto dalla formula originale; è principalmente basato sulla risoluzione di enigmi (rimasti pressoché invariati in quanto a dir poco memorabili e fondamentali per raccontare la storia), l’esplorazione di luoghi misteriosi e l’interazione con oggetti e personaggi (in stile punta e clicca) che possono richiedere di utilizzare oggetti raccolti durante il gioco o di parlare con gli NPC. Alcuni oggetti non sono necessari per risolvere gli enigmi, ma servono invece a sviluppare la trama del gioco: questo è lo scopo del diario dell’esploratore e della lettera di Valembois. La navigazione attraverso il mondo di gioco resta piuttosto lineare, con il protagonista che esplora aree specifiche mentre raccoglie indizi e risolve puzzle. L’interfaccia è semplice ma funzionale, e nonostante la sua linearità, il gioco riesce a mantenere il giocatore coinvolto grazie alla varietà degli enigmi, che non sono mai troppo difficili, ma comunque vi garantiamo essere piuttosto stimolanti. Amerzone fa leva sulla curiosità e sulle capacità di osservazione del giocatore nell’esplorare il suo mondo affascinante, i suoi luoghi magici e la sua dolorosa storia.
Durante il viaggio, dovrete svelare anche i misteri dell’idrovolante (hydrafloat), una fantastica invenzione che si trova a suo agio sia in acqua che in cielo (potendo “mutare” forma). Sarà il vostro unico alleato (che dovrete gestire adeguatamente in termini di risorse) per superare i pericoli che si frappongono tra voi e il cuore di Amerzone.
Il tutto contraddistinto da un movimento del personaggio limitato. Elemento cardine dei punta e clicca. Nel dettaglio: Non è possibile camminare liberamente (la levetta destra praticamente non serve a nulla) ma bensì, è necessario muovere la levetta sinistra, guardandosi intorno e capendo quali possano essere i sentieri da seguire e/o gli elementi con cui interagire. A schermo appariranno delle icone che vi faranno capire che azione state per compiere (se doveste avere problemi – il tasto triangolo vi permetterà di accedere ad un utile consiglio). Detto questo, sebbene a primo acchito ci si possa sentire un po’ “ingessati”, c’è da dire che ci si muove con una sensazione molto naturale e fluida proprio come se ci si trovasse all’interno del gioco. Una decisione molto audace, ma che abbiamo trovato particolarmente piacevole.
L’esperienza può essere personalizzata in termini di difficoltà; infatti, è possibile scegliere tra la modalità “Avventuriero” per un’esperienza impegnativa o la modalità “Viaggiatore” per un viaggio più rilassato.
Grafica e tecnica
Essendo passati ormai circa 26 anni dal lancio di Amerzone, gran parte del lavoro di rivisitazione andava fatto sul comparto grafico. Dai modelli 3D texturizzati agli effetti di luce, quasi tutto è stato ricreato da zero utilizzando tecniche moderne. Il lavoro maggiore è stato dedicato per rendere realistici sia la vegetazione e sia i vari fiumi, laghi e paludi che caratterizzano l’avventura. Gli ambienti – in definitiva – sono curati nei dettagli con scenari suggestivi che spaziano da foreste lussureggianti a cime innevate, passando per città decadenti e misteriose. I paesaggi – complice anche una illuminazione migliorata – sono ricchi di colori vibranti e l’atmosfera evoca una sensazione di avventura e scoperta, che accompagna il giocatore per tutta l’esperienza. Ma attenzione, una cosa che non è cambiata di una virgola è l’atmosfera e il feeling generale, in quanto l’obiettivo dello sviluppatore è stato quello di migliorare tutti i contenuti del gioco originale per realizzare appieno la visione di Benoît Sokal, senza i limiti tecnici che all’epoca limitavano la sua creatività. Alcuni elementi, però, sono rimasti però com’erano, come gli schizzi nel taccuino di Valembois, che sono stati semplicemente convertiti in alta definizione.
Oltre agli ambienti, anche i personaggi hanno ricevuto un’attenzione particolare nel remake. Ognuno di loro è stato rimodellato e basato sui disegni originali del creatore, per esaltarne tutto lo splendore e superare i limiti tecnici del 1999. Poi, per la prima volta, sono stati animati utilizzando la motion capture.
Un’altra novità visiva e tecnologica: tutti gli ambienti e i personaggi sono ora visualizzati in tempo reale, a differenza delle immagini fisse utilizzate nel gioco originale che usava quelli che venivano denominati sfondi deformati per creare un falso 3D. In realtà era un 2D isometrico che cercava di “ingannare” il giocatore facendogli credere di trovarsi in un ambiente tridimensionale. Stavolta, il 3D in tempo reale dà maggiore profondità e vita alle cose; possiamo sentire il vento tra gli alberi, vedere gli uccelli spiccare il volo e l’acqua scorrere. Per creare questo mondo lussureggiante, Microids ha spinto il motore Unity al limite, basandosi sull’esperienza dimostrata nel 2022 con Syberia: The World Before.
Come in altri titoli moderni è possibile scegliere fra la modalità “Prestazioni” che predilige la fluidità e la modalità “Risoluzione” che invece è orientata maggiormente alla qualità dell’immagine.
La musica racconta una storia prima di tutto
La colonna sonora di Amerzone è perfetta nel suo contesto. Per creare una nuova soundtrack per il remake di Amerzone, Microids Studio Paris si è nuovamente affidato a Inon Zur (compositore di fama internazionale e autore delle musiche di Syberia negli ultimi vent’anni) e suo figlio Ori. Il prodotto finale è costituito principalmente da musica orchestrale, arricchita da tocchi etnici che ci immergono nella giungla di Amerzone. Dalla chitarra al flauto e alle percussioni, i compositori hanno utilizzato strumenti di tipologia e origini diverse, per evitare di legare la musica a un luogo specifico e permettere all’ascoltatore di lasciarsi trasportare in un mondo immaginario. Ogni brano musicale è diverso; tuttavia, una volta assemblati, si incastrano perfettamente, come i pezzi di un puzzle fondendosi perfettamente con l’atmosfera del gioco, accentuando i momenti di suspense e quelli di esplorazione. Sebbene non sia un elemento predominante, la musica è comunque riuscita a creare un sottofondo emotivo e particolarmente intimo che amplifica l’immersività.
Commento finale
Amerzone – The Explorer’s Legacy omaggia al meglio l’epoca delle avventure grafiche, con una storia affascinante e un mondo ricco di mistero da esplorare. La grafica rinnovata (con una revisione visiva che dovrebbe soddisfare le aspettative dei fan originali e stupire il nuovo pubblico), la narrazione ampliata, la direzione artistica (già incredibile per l’epoca) e l’atmosfera avvolgente rendono questo gioco ancora oggi un’esperienza che vale la pena di vivere. Per gli amanti delle avventure grafiche, Amerzone è un titolo che merita di essere riscoperto e che siamo sicuri rimarrà nel cuore di chiunque sia alla ricerca di un’esperienza di gioco che unisca mistero, esplorazione e narrazione coinvolgente.
Sviluppato dal talentuoso team italiano Storm in a Teacup, Steel Seed vuole segnare un vero e proprio rito di passaggio per i suoi autori. Dopo essersi fatti notare nel campo delle avventure in prima persona dalla forte impronta narrativa (da ultimo, l’affascinante Close to the Sun), la software house romana guidata dal veterano Carlo Ivo Alimo Bianchi (tra le sue esperienze: Ubisoft, Crytek, Square Enix e Warner Bros) ha deciso di alzare nettamente l’asticella.
Solo una manciata di giorni fa (parlando di un’altra sorprendente produzione nostrana,Star Overdrive), abbiamo riflettuto su come non solo la qualità stia diventando una orgogliosa costante nel panorama italiano, ma che sia spesso accompagnata da una coraggiosa dose di ambizione. Steel Seed ci da un’ulteriore conferma delle capacità delle software house italiane. Stavolta, attraverso un’avventura sci-fi in terza persona di stampo cinematografico, capace di unire combattimenti, stealth ed esplorazione con una presentazione da primi della classe. Ci troviamo di fronte ad una sleeper hit del 2025?
Steel Seed sarà disponibile dal 22 Aprile per PC (via Steam ed Epic Games Store), Xbox Series e PlayStation 5.
Versione testata: PlayStation 5
Il futuro è il nostro mondo
Steel Seed si apre su una sorta di tavolo operatorio. I ricordi del vostro alter ego sono annebbiati e confusi, forse a causa dell’anestetico che sta entrando in circolo e che da lì a poco farà calare le tenebre. Gli occhi della protagonista riescono solo ad intravedere suo padre, il quale si appresta ad eseguire un intervento rassicurando che tutto andrà bene. Una volta sveglia, la ragazza non capisce dove si trova e, soprattutto, cosa è diventata. Una volta una donna comune, Zoe si ritrova colma di innesti cibernetici in un oscuro mondo fantascientifico governato da macchine spietate. Aiutata da un misterioso drone chiamato KOBY, dovrà capire cosa è successo davvero, dove si trova realmente e che fine ha fatto suo padre. La ricerca la condurrà ad una lotta per il destino stesso dell’umanità.
Cosa è successo a questo mondo?
Malgrado un incipit non granché originale, la sceneggiatura di Steel Seed è stata capace di appassionarci grazie ad una trama molto più profonda di quanto appaia prima facie. Grazie al prezioso apporto di Martin Korda, scrittore vincitore del premio BAFTA, l’avventura di Zoe ha il merito di affrontare tematiche complesse ed inquietantemente attuali. L’eterno dilemma tra giusto e sbagliato, il limite tra umanità ed intelligenza artificiale, il reale impatto di quando “il fine giustifica i mezzi“. Storm in a Teacup si riconferma un team a proprio agio in campo narrativo, regalando un’esperienza ricca di spunti. Questi si fanno largo non solo attraverso la storia principale ma anche nella lore che anima questo universo ostile.
Se la trama ci mette un po’ a mostrare le sue carte migliori, Steel Seed non si nasconde invece neanche un secondo dal punto di vista della presentazione grafica. L’Unreal Engine 5 viene sfruttato per regalare ambientazioni ricche di dettagli, con un’ottica illuminazione generale ed un senso di scala capace di lasciarci a bocca aperta. Il risultato ottenuto dallo studio indipendente è davvero encomiabile. Talvolta ci siamo stupiti di come un tale traguardo sia stato raggiunto da una produzione non AAA. Il merito è anche legato alla scelta di realizzare un’opera lineare dal forte impatto cinematografico. Inoltre, l’uso di sequenze scriptate ha permesso di pigiare fin da subito l’acceleratore sulla spettacolarità. Anche le musiche sono dense di personalità, con accompagnamenti capaci di entrare subito nella testa. Nota di merito anche per un doppiaggio italiano di ottimo livello (che curiosamente non parte di default bensì occorre settarlo dal menù iniziale).
Steel Seed è capace di lasciare stupefatti.
Siete voi ad essere rinchiusi qui con me
Nel corso della sua avventura, Zoe tuttavia non sarà indifesa contro le aggressive IA avversarie. Proprio l’opposto, a dire il vero.
Steel Seed infatti mette in scena una commistione di sistemi ludici, a partire da un combat system tradizionale. Zoe potrà infatti sfruttare la propria forza per affrontare di petto i nemici, gestendo schivate perfette, contrattacchi, azioni spezza difesa e molto altro. Persino KOBY può fornire un aiuto aggiuntivo, grazie a diverse opzioni di attacco a distanza che possono rallentare, bloccare o addirittura menomare alcune caratteristiche fisiche degli aggressori.
Le lotte di Steel Seed sono tuttavia impegnative: Zoe è in grado di avere la meglio, ma è altresì piuttosto fragile e le macchine sono estremamente forti. In questo senso, il titolo richiede in qualche modo l’impegno di un soulslike, pur non presentandone le medesime caratteristiche strutturali. Da un certo punto di vista, ci sono alcuni elementi che lo rendono in realtà un soulslite, come la presenza di punti per ricaricare la vita al “costo” di ripristinare gli avversari. Ma si tratta di aspetti marginali: il titolo Storm in a Teacup è e resta un action adventure.
I combattimenti sono ostici e richiedono attenzione.
Proprio le basse difese fisiche della protagonista le impongono di sfruttare altre frecce dalla propria faretra. In particolare, lo stealth.
Steel Seed presenta infatti un susseguirsi ispirato di sequenze nelle quali farsi largo sfruttando il silenzio, le uccisioni discrete e l’utilizzo delle possibilità offerte dall’ambiente. Se avete ancora nella mente i trucchetti dell’uomo pipistrello nella serie Arkham, potete avere un’idea di quello che può fare Zoe. Attirare nemici in punti specifici, fare esplodere ordigni, metterli ko con oggetti lasciati cadere dall’alto, utilizzare le abilità di KOBY per distrarli e molto altro.
Presa singolarmente, si tratta probabilmente della componente ludica meglio riuscita del titolo grazie anche ad un level design ben congegnato, una discreta libertà di approccio ed una responsività nemica adeguata. Decisamente irritante è invece la necessità di tenere premuto il tasto dorsale dedicato per agganciarsi dietro le coperture. Si tratta di una disattenzione che rende l’esperienza immotivatamente artificiosa e che poteva essere evitata con una mappatura diversa dei tasti. Sempre nelle fasi stealth emergono poi alcune scelte poco user friendly nella selezione delle abilità di KOBY che non ci hanno particolarmente convinto ma che fortunatamente non compromettono l’esperienza.
Attirare i nemici e farli fuori da una copertura non passerà mai di moda.
Se andavo da qualche parte, io ci andavo correndo!
Steel Seed non lesina sorprese nel suo incedere, aggiungendo sempre nuove idee avvincenti e spunti di gameplay.
Accanto alle rese dei conti con gli avversari, Zoe infatti dovrà esplorare questo mondo freddo ed inospitale grazie alle sue abilità fisiche. Gli innesti cibernetici le hanno conferito un’agilità ed una resistenza oltre le capacità umane, che tornano decisamente utili. Doppi salti e corse lungo i muri sono solo alcune delle risorse a disposizione di Zoe per affrontare le divertenti fasi platform di Steel Seed, che spesso si mescolano alla risoluzione di enigmi ambientali attraverso le abilità di KOBY. Il piccolo drone potrà ad esempio azionare interruttori irraggiungibili, permettendoci di superare aree altrimenti non percorribili, o attivare piattaforme temporanee che dovremo sfruttare col giusto tempismo.
Correre sul muro è possibile grazie agli innesti di Zoe.
Steel Seed realizza, in buona sostanza, un gustoso mix di generi attingendo da titoli come Remember Me, Prince of Persia, Enslaved: Odyssey to the West, la serie di Batman Arkham, alcuni concept del mondo soulslike e persino suggestioni da progetti mai nati (come StarCraft: Ghost). La cosa più sorprendente è che riesce a far coesistere tutte queste anime diverse in un progetto con una propria identità, in grado di sintetizzare ogni fonte di ispirazione facendo coesistere tutto con grande equilibrio e metodo.
Ci spiace, in quest’ottica, dover tuttavia sottolineare alcune problematiche che hanno reso la nostra esperienza meno piacevole di quello che sarebbe potuto essere. Allo stato attuale infatti, Steel Seed (quantomeno su PlayStation 5) non può vantare un’ottimizzazione tecnica impeccabile. Se alcune titubanze nel framerate non costituiscono un grosso problema, estremamente più fastidioso è il vistoso e frequente stuttering presente. Ogni qualvolta si interagisce con un terminale, si raccoglie un oggetto o anche solo si attiva il salvataggio automatico, Steel Seed presenta diversi istanti di freeze. Purtroppo ci troviamo ben lontani da una sporadicità, visto che è un fenomeno che si palesa molto spesso rendendo l’esperienza complessiva claudicante. Ad ogni modo, siamo sicuri che questo problema verrà risolto dagli sviluppatori con le prossime patch.
Similmente auspichiamo che il team di sviluppo possa intervenire sul miglioramento delle collisioni nelle fasi platforming (soprattutto quando Zoe deve appendersi alle sporgenze) nonché sulla risoluzione di alcuni bug fastidiosi (ironicamente, legati sempre alle fasi platforming nelle sporgenze, con alcuni input che non vengono misteriosamente registrati). Si tratta di inconvenienti inevitabili in un progetto così ambizioso e diverso da quanto finora proposto dalla software house romana, ma che necessitano di un po’ di labor limae supplementare.
Le incertezze tecniche si manifestano, paradossalmente, negli attimi di quiete.
Commento finale
Steel Seed è l’ennesima dimostrazione del talento delle software house italiane. Storm in a Teacup realizza un’avventura sci-fi di ampio respiro, unendo una presentazione grafica di altissimo livello ad una narrativa profonda nonché ad un mix di gameplay assolutamente esuberante tra combattimenti incalzanti, platforming dinamico e stealth stuzzicante. Un prodotto a tratti genuinamente sorprendente, che tuttavia allo stato attuale pecca sul fronte dell’ottimizzazione tecnica e della disomogeneità di alcune interazioni. Preparatevi ad aiutare Zoe e KOBY: è in gioco la sopravvivenza dell’umanità.
Per ottenere la chiave della Wehrmacht, è fondamentale prima trovare l’uniforme. Dopo aver completato la missione dell’idolo di Ra, dirigiamoci verso Gizeh. Da lì, proseguiamo a nord in direzione del sito archeologico del tempio, poi svoltiamo a sinistra verso il villaggio di Gizeh. Poco dopo, noteremo una torre di guardia vicino a dei binari. L’ingresso sarà bloccato, ma possiamo raggiungerlo dal retro sfruttando la frusta per arrampicarci fino a una finestra.
Una volta dentro, dovremo eliminare i nemici presenti, scendere le scale e raccogliere l’uniforme della Wehrmacht, insieme a una chiave e a una pistola P08 Luger. Indossando l’uniforme, le guardie non ci considereranno una minaccia, permettendoci di esplorare liberamente diverse zone militari come il compound, il garage dei veicoli e il sito di scavo Khentkawes I.
Attenzione però: gli ufficiali più esperti possono comunque smascherare la nostra copertura se ci aggiriamo troppo a lungo sotto i loro occhi. È quindi essenziale muoversi con prudenza e sfruttare il tempo disponibile per aprire tutte le porte con segnaletica gialla, soprattutto nelle aree più sorvegliate. La chiave della Wehrmacht, infatti, ci permetterà di accedere a stanze riservate e ricche di ricompense, spesso nascoste nei punti più strategici del garage e del compound.
Come accedere al fight club segreto
Con l’uniforme indosso, possiamo anche entrare in uno degli ambienti più inaspettati di Indiana Jones e l’Antico Cerchio: un ring di box clandestino gestito dai nazisti. Per trovarlo, dirigiamoci nella zona nord-est del villaggio di Gizeh, verso una struttura sospetta della quale tutti gli abitanti parlano con sospetto.
Una volta davanti alla grande porta metallica, bussiamo: un uomo aprirà una piccola fessura per controllare il nostro abbigliamento. Solo chi indossa l’uniforme della Wehrmacht verrà fatto entrare. Altrimenti… non ci sarà partita.
All’interno ci attende una serie di sfidanti, tutti soldati nazisti pronti a combattere fino all’ultimo pugno. Sarà necessario affrontare tre avversari, armati solo della nostra abilità nel corpo a corpo. Ogni vittoria ci ricompenserà con lire in aumento:
75 per il primo round
150 per il secondo
300 per la vittoria finale
Oltre al bottino monetario, battere tutti gli avversari ci garantirà anche 150 punti avventura e il titolo di campione del ring.
Per affrontare i combattimenti al meglio, consigliamo di raccogliere il cibo e le bende presenti nel retro dell’arena. Questo piccolo spaccio ci aiuterà a ripristinare salute e resistenza tra uno scontro e l’altro.
Una volta campioni, potremo spendere le monete guadagnate per acquistare libri dell’avventuriero, strumenti fondamentali per progredire nell’esplorazione e risolvere enigmi futuri.
Tutti gli enigmi risolti: le guide per completare l’avventura
Se state esplorando ogni angolo di Indiana Jones e l’Antico Cerchio e vuoi completare al 100% la tua avventura, le nostre guide fanno al caso tuo. Dalle casseforti del Vaticano alle combinazioni nascoste nelle tombe di Giza, passando per le reliquie celate tra le rovine di Sukhothai, abbiamo raccolto tutto il necessario per aiutarti a non lasciare nulla indietro. Scoprite anche come sbloccare il finale segreto e come risolvere l’enigma dello scheletro di fuoco, due dei momenti più misteriosi e affascinanti dell’intero gioco.
Per ottenere il travestimento da Camicia Nera, sarà necessario proseguire nella missione principale “Il furto della mummia del gatto” fino al momento in cui avremo completato la fuga dalla Torre dell’Oltretomba di Niccolò V.
Dopo questa sequenza, faremo la conoscenza della giornalista sotto copertura Gina e assisteremo all’arrivo del dirigibile tedesco presso la Basilica del Vaticano. Da qui, ci ritroveremo sopra il Cantiere di scavo, in una cappella con un piccolo balcone che affaccia sull’area sottostante.
A questo punto, potremo utilizzare una teleferica per tornare rapidamente ai Cortili Borgia. Una volta attraversata la zipline, però, sarà fondamentale girarci indietro per individuare una recinzione metallica con un’apertura in basso: basterà strisciare per passare oltre.
Guardando verso il basso, noteremo un piccolo campo di lavaggio, dove alcuni sgherri stanno lavando i vestiti. Scendiamo e sconfiggiamoli: proprio fuori dalla tenda troveremo, ben piegato, un travestimento da Camicia Nera perfettamente pulito, pronto per essere raccolto.
Come usare il travestimento da Camicia Nera
Una volta indossato il travestimento, potremo muoverci liberamente in molte delle aree militari vietate segnalate in rosso sulla mappa, come ad esempio:
Caserma delle Camicie Nere
Zona vietata del Cortile Belvedere
Ala del Museo
Palazzo Apostolico
Cantiere di scavo
Tuttavia, è importante fare attenzione: i Capitani delle Camicie Nere possono comunque riconoscere il nostro ingannose ci osservano troppo a lungo. Per questo motivo, sarà meglio evitare di sostare vicino a loro o incrociare il loro sguardo diretto.
Il travestimento non si limita solo all’aspetto: include anche un manganello personale e una chiave delle Camicie Nere, utile per aprire porte segnate da avvisi militari. Alcuni esempi sono:
L’ingresso della Caserma delle Camicie Nere
L’esterno della Cappella dei Condannati nel Castel Sant’Angelo
Accesso all’Arena di pugilato sotterranea
Indossare il travestimento sblocca anche una zona segreta esclusiva: l’Arena di pugilato sotterranea. Si trova sotto un edificio tra la Caserma delle Camicie Nere e la Cappella Sistina, in un vicolo laterale.
In questa arena sarà possibile sfidare fino a tre avversari diversi in combattimenti clandestini, con la possibilità di vincere denaro e acquistare Libri d’Avventura esclusivi grazie alle nostre vincite.
Il giusto travestimento per esplorare
Il travestimento da Camicia Nera non è solo un utile espediente narrativo, ma una chiave fondamentale per accedere a nuove aree, sbloccare equipaggiamenti e arricchire la nostra esperienza di gioco. Non appena avremo completato la fuga dalla Torre di Niccolò V, teniamoci pronti: un nuovo livello di infiltrazione ci aspetta, e questo costume sarà il nostro passaporto per le zone proibite di Roma.
Se non volete perdervi niente di questa nuova avventura di Indy vi consigliamo le nostre guide dedicate:
In Indiana Jones e l’antico cerchio, la fotocamera è uno strumento prezioso, utile non solo per immortalare momenti chiave della storia, ma anche per ottenere indizi extra, collezionare appunti e sbloccare Achievement. Tuttavia, all’inizio del gioco non è disponibile: dovrete conquistarla sul campo. In questa guida vi spieghiamo come ottenerla e come usarla al meglio, passo dopo passo.
Dove trovare la fotocamera
Potrete ottenere la fotocamera durante la missione in Vaticano, una delle prime sezioni chiave del gioco. Dopo esservi travestiti da sacerdote grazie al completo clericale, uscite dalla Biblioteca Apostolica e dirigiti verso il Cortile del Belvedere. Una volta lì, gira a sinistra nella via successiva.
vi troverete davanti a un grande portone chiuso da una pattuglia fascista: dietro quella porta c’è l’ufficio postale, la vostra destinazione. Ma per arrivarci dovrete ingegnarti con un po’ di parkour.
A sinistra del portone, cercate un vicolo apparentemente chiuso. In realtà, sulla destra c’è un’impalcatura. Usate la frusta per aggrapparti a una sbarra e salire sulla struttura, lontano dagli occhi dei miliziani.
In cima troverete un uomo intento a godersi il caffè: passagli accanto, saltate sul tetto e osservate la strada sottostante. Attenzione: da questo momento la vostra copertura non sarà più valida, siete in zona vietata.
Usate la zipline poco più avanti per raggiungere un tetto basso sull’altro lato della strada. Una volta atterrato, individuate una finestra aperta accanto a un’altra impalcatura: aspettate che la guardia e il cane si allontanino e lanciatevi verso l’apertura. Siete dentro.
Dopo aver superato due sacerdoti intenti a spiare fuori dalla porta, entrate nella sala del custode (Facchino) per parlare con Ernesto. Inizialmente riluttante, vi venderà la fotocamera per 379 lire. Se avete già saccheggiato abbastanza checkpoint nemici, dovreste avere la somma necessaria. Altrimenti, esplora i campi e le tende circostanti per racimolare il denaro.
Come usare la fotocamera
Una volta acquistata, la fotocamera diventerà uno strumento chiave della vostra avventura.
Ogni volta che sullo schermo compare l’icona della fotocamera, significa che c’è qualcosa da fotografare: un dettaglio ambientale, un oggetto importante o un luogo chiave. Le foto scattate si trasformeranno automaticamente in note per il tuo diario, aiutandoti a proseguire e guadagnare Punti Avventura.
Per usarla:
Estraete la fotocamera quando vedi l’icona.
Allineate il mirino quadrato con l’oggetto da immortalare.
Zoomate avanti o indietro per mettere a fuoco e scatta quando i contorni sono nitidi.
Scattare la foto giusta può anche farti guadagnare obiettivi segreti: ad esempio, prova a fotografare Ernesto subito dopo aver ricevuto la fotocamera per sbloccare un Achievement extra e una nuova nota.
Un alleato anche nei puzzle
Non si tratta solo di collezionismo: la fotocamera è utile anche nei momenti più impegnativi. Quando ti trovi davanti a un puzzle complesso, scattare una foto può far riflettere Indy ad alta voce, dandoti suggerimenti utili su come procedere.
Un piccolo strumento, insomma, che arricchisce l’esperienza di gioco e ti accompagna fino alla fine dell’avventura.
Se state esplorando ogni segreto nascosto in Indiana Jones e l’antico cerchio, la fotocamera sarà un’alleata indispensabile per completare al 100% il vostro viaggio.
In un panorama di annunci sempre più omologati, id Software e Bethesda hanno scelto di sorprendere tutti con un tempismo insolito ma perfettamente in linea con lo spirito della saga: la domenica di Pasqua, tra colombe e pranzi in famiglia, è arrivato il nuovo trailer ufficiale di DOOM: The Dark Ages.
Un annuncio a effetto, che ha incendiato i fan mostrando in anteprima l’inferno trasportato nel cuore di un Medioevo alternativo, dove sangue, acciaio e fuoco si mescolano senza pietà.
Il Medioevo secondo DOOM: disperazione, demoni e distruzione
Le prime immagini ci proiettano in un mondo cupo, sull’orlo del collasso. Orde demoniache invadono villaggi, città e castelli, mentre i pochi sopravvissuti vengono massacrati senza pietà. Ma proprio quando tutto sembra perduto, entra in scena lui, il DOOM Slayer.
Dimenticate le ambientazioni industriali e gli scenari futuristici: questa volta si combatte con elmi, balestroni e catene d’acciaio, in un’epopea gotica carica di tensione e potenza visiva. Il trailer mostra l’arrivo del protagonista come una rinascita epica, in cui la narrazione si trasforma in pura adrenalina.
Un arsenale medievale, stesso spirito letale
Il cuore del trailer – e del gameplay – resta l’azione pura. Ma l’arsenale del DOOM Slayer è stato completamente reimmaginato per adattarsi all’ambientazione. A fare da protagonista c’è una BFG trasformata in una balestra colossale, capace di lanciare proiettili devastanti. Non mancano martelli da guerra, asce, spade runiche e armi a distanza rivisitate in chiave pre-industriale.
Tutti strumenti di distruzione reinterpretati con maestria per non perdere l’identità storica della saga. Il design è sontuoso, brutale e affilatissimo, e trasmette quel senso di potere assoluto che da sempre accompagna il personaggio principale.
Parate, velocità e coreografie mortali
La novità più rilevante a livello di gameplay è l’introduzione di un sistema di parata, un’aggiunta inedita che promette di dare al combat system maggiore profondità strategica senza snaturarne la velocità. Ogni combattimento resta fulmineo e coreografico, ma ora c’è spazio anche per gestire meglio l’offensiva nemica, alternando difesa e contrattacco.
È una mossa interessante che potrebbe arricchire il ritmo classico di DOOM, senza compromettere quella sensazione di flow continuo e frenetico che ha reso celebre la serie fin dai primi capitoli.
Demoni, sangue e gloria: lo spirito di DOOM è intatto
Nonostante il cambio di epoca, il DNA della saga è intatto. Demoni giganteschi, esplosioni viscerali, sezioni platform e ritmo costante scandiscono ogni secondo del trailer. Ogni frame è un tributo al fan hardcore, che riconoscerà stilemi familiari rielaborati con un’estetica più oscura e gotica.
I nemici, per esempio, sono reinterpretazioni medievali delle creature classiche: corazzate, contorte, più feroci che mai. E l’intero impianto sonoro – con cori epici, clangore di metalli e note industrial – accompagna la discesa all’inferno del DOOM Slayer come fosse un’opera rock-metal.
Data di uscita, piattaforme e bonus pre-order
L’uscita di DOOM: The Dark Ages è fissata per il 15 maggio 2025, in contemporanea su PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC e Battle.net. La versione PC sarà disponibile anche su Steam, segnalando una doppia strategia distributiva post-acquisizione Bethesda da parte di Microsoft.
Interessante notare la presenza della Premium Edition, che offrirà ai fan più accaniti:
Due giorni di accesso anticipato
Artbook e colonna sonora in versione digitale
Il pacchetto di skin “Divinità”
Accesso anticipato al DLC della campagna
Una formula già sperimentata da Bethesda, che punta tutto sul coinvolgimento totale del giocatore ancora prima del lancio ufficiale.
Un nuovo inizio per la saga, senza perdere l’anima
La forza di DOOM: The Dark Ages sta nella sua capacità di reinventarsi senza snaturarsi. Un esercizio pericoloso, ma che sembra riuscito: dai primi minuti del trailer si capisce che non siamo di fronte a una semplice skin medievale, ma a un vero cambio di contesto, supportato da meccaniche nuove, direzione artistica coerente e tutta la brutalità che il pubblico si aspetta.
DOOM non cambia. Si evolve. E se il gioco manterrà le promesse di questo trailer, ci aspetta uno dei capitoli più originali e potenti dell’intera saga.
Il giorno è finalmente arrivato. Dopo settimane di voci e anticipazioni, Oblivion Remastered sarà rivelato oggi, 22 aprile 2025, alle ore 17:00 (ora italiana) da Bethesda e Virtuos Studios, pronto a mostrarsi nella sua versione attualizzata per PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC. Per chi ha attraversato le terre di Cyrodiil quasi vent’anni fa, l’emozione è palpabile. Per i nuovi arrivati, è invece l’occasione perfetta per scoprire uno degli RPG più amati della storia moderna.
Un restyling completo per il 2025
Oblivion Remastered non è un semplice lifting grafico. Si tratta di una ristrutturazione profonda del titolo originario del 2006, con grafica completamente aggiornata, nuovi sistemi di illuminazione, comparto sonoro migliorato e interfaccia ridisegnata per adattarsi agli standard odierni. I caricamenti sono stati ridotti drasticamente grazie alla potenza delle console current-gen, rendendo l’esperienza fluida come mai prima.
La Città Imperiale, le foreste di Cyrodiil, i Cancelli dell’Oblivion: ogni luogo è stato rivisitato con una cura visiva che restituisce dignità e magia a un mondo che ha fatto la storia del genere.
Tutti i contenuti, nessuna rinuncia
Uno degli aspetti più interessanti di questo remake di Oblivion è la presenza di tutti i contenuti aggiuntivi originali già inclusi nel pacchetto base. Non solo sarà possibile rivivere la storia principale, ma anche accedere alle espansioni come Knights of the Nine e Shivering Isles, fondamentali per completare l’esperienza narrativa dell’universo di Tamriel.
Bethesda ha confermato che questa edizione sarà completa fin da subito, senza pacchetti separati o contenuti tagliati. Un’operazione che premia la nostalgia e il rispetto per l’opera originale.
Un ponte tra passato e futuro
Oblivion, a suo modo, è sempre stato un punto di mezzo: meno ruvido e inaccessibile di Morrowind, meno spettacolare e cinematografico di Skyrim. Un gioco che viveva di libertà, di imprevedibilità, di quell’atmosfera unica che solo un fantasy scritto con amore può offrire. Rivederlo oggi in forma smagliante è come aprire un vecchio diario e ritrovare dentro la stessa meraviglia.
Chi lo ha giocato all’epoca potrà apprezzare le migliorie, ma anche riscoprire una storia che – in fondo – non aveva bisogno di effetti speciali per lasciare il segno.
Game Pass e disponibilità
Sebbene non sia ancora stato confermato l’orario esatto del lancio digitale, le indiscrezioni parlano di una possibile disponibilità già da oggi su tutte le piattaforme, almeno in versione digitale. Il gioco sarà inoltre incluso al day one nel catalogo di Xbox Game Pass, un’aggiunta che renderà l’accesso ancora più immediato per milioni di giocatori.
Perché Oblivion è ancora importante
Nel 2006, The Elder Scrolls IV: Oblivion fu una rivoluzione. Il mondo aperto, le quest non lineari, la possibilità di forgiare un proprio destino. Ma anche i limiti della tecnologia dell’epoca, come i caricamenti frequenti tra aree o i volti… discutibili degli NPC.
Il remake vuole onorare quell’esperienza, mantenendone intatto il cuore ma aggiornando tutto ciò che oggi risulterebbe datato. Non è un nuovo gioco: è una lettera d’amore ai fan, e un invito elegante ai nuovi.
Pronti a tornare a Cyrodill
Oblivion Remastered ha tutto per diventare un punto fermo del 2025: un mix perfetto di nostalgia, innovazione e rispetto. Se il reveal di oggi confermerà quanto promesso, ci troveremo di fronte a uno dei ritorni più importanti degli ultimi anni. Che abbiate già esplorato Tamriel, o siate pronti a farlo per la prima volta, oggi è il momento giusto per tornare — o partire — verso Cyrodiil.
The Hundred Line -Last Defense Academy- ci ha ricordato che, a volte, occorre avere a cuore taluni team di sviluppo. Nella fattispecie parliamo di Too Kyo Games, ma è un discorso che è possibile rendere più astratto e generale. In tempi complessi come quelli contemporanei, dove le difficoltà sono sempre dietro l’angolo sotto forma di imprevisti (o minacce di politica economica estera), abbiamo purtroppo imparato sulla nostra pelle di videogiocatori che è sufficiente un fiasco di vendite per decretare la fine di una software house. Le leggi del mercato sono sempre state brutali, ma la spietatezza degli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti con licenziamenti di massa che non rendono nessuno davvero al sicuro all’interno dell’industria videoludica. Approcciarci a The Hundred Line conoscendo le dichiarazioni del fondatore Kazutaka Kodaka, non vi nascondiamo che ci ha messo un po’ di magone.
Sulle pagine di Famitsu, il creatore di Danganronpa non ha nascosto le difficoltà del progetto. Nato otto anni fa, ai tempi della fondazione di Too Kyo Games, il titolo ha visto l’abbandono del proprio publisher (sostituito da Aniplex) portando lo studio ad affrontare spese ingenti per proseguirne lo sviluppo. Non sappiamo con quale grado di sincerità il designer giapponese lo abbia dichiarato, ma sembra che lo studio abbia deciso di indebitarsi a tal punto che, in caso di flop, è probabile che debba chiudere i battenti. Con il pensiero di trovarsi di fronte ad uno spartiacque in stile Final Fantasy nella storia della giovane software house giapponese, la nostra prova con The Hundred Line ci ha messo un sincero nodo alla gola. Perché speriamo ardentemente che il titolo abbia un grande successo.
The Hundred Line -Last Defense Academy- sarà disponibile dal 24 Aprile per PC (via Steam) e Nintendo Switch.
Versione testata: Nintendo Switch
Una lama nel cuore
La vita scorre tranquilla nel Complesso Residenziale di Tokyo. La gente vive la propria routine in cui ogni giorno è uguale al precedente. Takumi Sumino è un adolescente come tutti gli altri, incerto sul proprio futuro e sulla propria vita. La regolarità viene tuttavia sconvolta quando strani esseri goffi ma sanguinosi attaccano la città, seminando caos e morte. Quando le sorti di Takumi e della sua amica di infanzia sembrano essere segnate, l’apparizione di una bizzarra creatura chiamata Sirei offre al ragazzo una possibilità. Ottenere il potere per proteggere chi gli è caro, al costo di trafiggersi il petto con una lama speciale. Con le spalle al muro e la morte certa ad un passo, Takumi esegue il macabro rituale.
Un istante dopo, il giovane si ritrova teletrasportato in un posto sconosciuto, la Last Line Academy. Una scuola nel mezzo del nulla, circondata da muri di fiamme ultraterrene e dai resti della civilizzazione. Scoprirà di essere stato reclutato, assieme ad altri quattordici studenti, in una squadra speciale di difesa con l’incarico di proteggere la scuola (ed il suo misterioso contenuto) per cento giorni. In gioco, il destino stesso dell’umanità.
Sumino è il protagonista, ma occhio al resto del cast.
Il misterioso preambolo narrativo di The Hundred Line è l’iniziale biglietto da visita della sceneggiatura firmata da Kazutaka Kodaka e Kotaro Uchikoshi. L’avida ricerca di risposte si impadronisce da subito del giocatore, che viene condotto per mano dal duo creativo attraverso una storia in grado di sintetizzare il meglio dei propri autori. Coadiuvato dall’inconfondibile cifra artistica di Rui Komatsuzaki, il risultato è un’opera monumentale dal punto di vista della scrittura, grazie alle innumerevoli ramificazioni presenti.
The Hundred Line infatti offre ben cento finali diversi. Se tuttavia pensate che sia un numero tirato verso l’alto per scopi di marketing, beh, la realtà è diversa. Kodaka ha infatti imposto regole ferree per la realizzazione degli epiloghi, in modo che ciascuno di essi abbia una propria dignità, basati su una scrittura organica e non meri filler. Uchikoshi ed un team allargato di sceneggiatori hanno lavorato duramente per creare un groviglio impressionante di storie, tematiche ed avvenimenti. Al punto da aver additato la stessa ambizione di Kodaka come al contempo “terrificante e folle“.
Un lavoro monumentale che The Hundred Line conduce in porto in maniera miracolosa, regalando un prodotto camaleontico. A seconda delle scelte compiute, i toni della narrazione potranno passare dall’occulto alla fantascienza, dal dramma al mistero, dallo shonen alla storia d’amore. Un’autentica follia concettuale che impone di giocare e rigiocare The Hundred Line più volte, soprattutto dopo la prima walkthrough che rappresenta un mero inizio della vera avventura. Un peccato, in questo senso, l’assenza della localizzazione italiana. Anche se l’inglese impiegato risulta piuttosto accessibile, la grande verbosità del titolo potrebbe allontanare parte del pubblico.
Sirei è un sincero alleato o nasconde tutt’altri fini? Chi è davvero?
A lezione di tattica
A differenza dei precedenti lavori di Kodaka come la serie Danganronpa o l’avvincente Master Detective Archives: Rain Code, The Hundred Line compie decisi passi avanti sul versante della ludica.
Se i precedenti titoli del designer giapponese (ma anche di Uchikoshi e di tutta Too Kyo Games) puntavano prettamente sulla forza della sceneggiatura proponendo interazioni nel range di una visual novel o di un’avventura grafica, la lotta di Sumino e compagni assume la forma di un RPG strategico. Grazie al supporto degli sviluppatori di Media.Vision (Wild Arms), The Hundred Line mette i giocatori alla gestione di battaglie nelle quali sarà necessario sfruttare le specificità di ciascuno studente. Sebbene infatti, per motivi di sceneggiatura, gran parte delle lotte si svolgono sulle stesse mappe, a seconda dei nemici e dei compagni a disposizione i combattimenti assumeranno connotati profondamente differenti.
Ogni studente ha infatti un set di mosse unico, che variano da abilità passive a soluzioni di attacco differenti, che impongono scelte strategiche altrettanto specifiche. Questo, unito alle sempre diverse condizioni di lotta e struttura dei raid avversari rende i combattimenti più simili ad ingegnosi rompicapo da risolvere, se non apertamente ad avvincenti partite a scacchi. Quest’ultimo paragone è piuttosto calzante, per una serie di motivi. Non solo le vostre pedine potranno spostarsi o agire secondo specifiche regole di piazzamento, gestite da un classico sistema AP (che premierà con più azioni a disposizione grazie agli AP in paio ottenuti sconfiggendo i nemici più coriacei). Ma anche e soprattutto per la possibilità di “sacrificare” le proprie truppe.
The Hundred Line, infatti, gestisce la morte in maniera piuttosto singolare. Senza rivelare troppo (ogni cosa che riguarda la trama è un autentico campo minato), possiamo dirvi che perire sul campo di battaglia non è una condizione definitiva. Dopo ciascuna battaglia, gli alleati potranno infatti tornare in vita. Proprio per questo motivo, gli studenti possono decidere di sacrificare la loro energia vitale residua per un ultimo, devastante, attacco speciale. Una scelta che talvolta si rivela disperata, ma che può aprire le porte ad autentici ribaltoni, con la giusta pianificazione.
Nel corso delle battaglie inoltre si accumulerà un indicatore Voltage a seconda delle azioni sul campo. Si tratta di una risorsa che può essere utilizzata in diversi modi. Ad esempio, per potenziare un’unità durante il turno con individuali bonus passivi o attivi). Oppure per eseguire una mossa speciale senza costi di AP. In quest’ultimo caso, tuttavia, il prezzo da pagare sarà un cooldown prima di poter riulizzare nuovamente il personaggio selezionato nel turno successivo.
Il riciclo delle ambientazioni potrebbe pesare, a lungo andare.
I cento giorni di Napoleone… ehm, Sumino
Nel corso del periodo di permanenza nella Last Defense Academy non ci saranno tuttavia solo battaglie da fronteggiare.
Al di fuori degli spietati combattimenti a difesa della scuola, l’avventura si dirama in una direzione narrativa in linea con Danganronpa. Strizzando l’occhio anche alla serie Persona, Sumino potrà decidere di interagire con i propri compagni al fine di migliorare i rapporti. Ma potrà farlo anche per influenzare (in maniera imprevedibile) gli andamenti della trama o migliorare le proprie statistiche accademiche. Il ragazzo potrà persino affrontare test di allenamento con battaglie in realtà virtuale. Proprio quest’ultima è una delle possibilità concesse al giocatore per racimolare risorse per potenziare equipaggiamento e truppe. L’altra strada è avventurarsi al di fuori dell’accademia, oltre il territorio delle fiamme ultraterrene.
Purtroppo le fasi esplorative tendono ad essere ripetitive.
In queste fasi, si apre una sorta di tabellone di un gioco da tavolo attraverso cui esplorare le rovine della città, in maniera non molto dissimile dal VR Paradise di Judgment. Avventurarsi tra i pericoli esterni implica un’attenta pianificazione delle proprie mosse, scegliendo con cautela ogni percorso tra imboscate avversarie e l’esplorazione di luoghi che possono nascondere utili risorse o addirittura oggetti chiave necessari per migliorare le prestazioni combattive degli studenti. Esplorare la città in rovina, raccogliendo ancora più risorse e persino gli oggetti chiave necessari per creare regali che, se offerti agli studenti giusti, possono migliorare ulteriormente le statistiche accademiche.
Alcune volte avventurarsi all’esterno farà parte della trama principale, in altre circostante sarà tuttavia una vostra esclusiva scelta. Così come lo sarà la decisione di utilizzare il tempo libero, poiché ogni attività comporterà l’uso di tempo. Non si può scegliere di fare tutto: una scelta esclude l’altra, imponendo la narrazione ad andare avanti sulla base delle vostre preferenze. La fase esplorativa è forse quella meno avvincente di The Hundred Line. Le poche variazioni sul tema, nonché la gestione di molti eventi in stile “imprevisti” del Monopoli, non aiuta a rendere l’esperienza esente dal rischio della ripetitività. Fortunatamente, la narrativa straripante, la curiosità costante verso cosa potrà accadere e lo stimolo dei combattimenti compensa tutto ottimamente.
Dietro una caratterizzazione inizialmente caricaturale, i personaggi nascondono molti strati… e segreti.
Commento finale
The Hundred Line -Last Defense Academy- è la perfetta fusione nata dalla collaborazione tra Kazutaka Kodaka e Kotaro Uchikoshi. Il risultato è un titolo che attinge dalle migliori caratteristiche delle loro produzioni maggiori (Danganronpa e Zero Escape, su tutti) per dar vita ad un prodotto unico ed incredibilmente ambizioso soprattutto sul versante narrativo. Una scrittura caleidoscopica, tentacolare e sorprendente, che rende imprescindibile giocare e rigiocare un titolo altrettanto stimolante nella sua componente da RPG tattico. Sussistono alcuni limiti strutturali di game design ed, inevitabilmente, la sua grossa verbosità potrebbe non renderlo un prodotto per tutti. Ma se avete amato i precedenti lavori dei due designer giapponesi, vi avvisiamo: questa potrebbe essere la loro opera magna.
Fin dal suo annuncio, FATAL FURY: City of the Wolves si è ritagliato un compito ingrato. Essere il seguito diretto del leggendario Garou: Mark of the Wolves, considerato tra i migliori picchiaduro della storia del gaming, non è una responsabilità da poco. Soprattutto poi se si considera che la serie manca dalla scena proprio dalla release del titolo nato su Neo Geo nel lontano 1999. Armandosi di coraggio ed ambizione (ma anche dei fondi garantiti dalla nuova proprietaria Misk Foundation creata dal principe saudita), SNK Corporation si è posta l’obiettivo di tornare sulla scena con una serie di progetti ad alta qualità riguardanti le sue proprietà intellettuali principali. Iniziando proprio dal ritorno a South Town.
E così, a distanza di ventisei anni (!), FATAL FURY torna prepotentemente nel panorama dei picchiaduro. Lo fa puntando non solo a reclamare un proprio spazio, ma anche aspirando a ripercorrere il sensazionale successo del suo illustre predecessore. Con un sistema di combattimento rinnovato ed ampliato, una veste grafica sgargiante ed un roster ancora più ampio, sarà riuscita SNK a reclamare l’eredità di Geese Howard?
FATAL FURY: City of the Wolves sarà disponibile dal 24 Aprile per PC (via Steam), Xbox Series, PlayStation 4 e PlayStation 5.
Versione testata: PlayStation 5
Homo homini lupus
City of the Wolves si pone come una continuazione narrativa e concettuale di Garou.
Non perderemo troppo tempo a parlarvi della storia del nuovo FATAL FURY. Anche perché non è esattamente il motivo per cui questo ritorno sul ring è così avvincente. Vi basti sapere che la lotta a South Town si rianimerà ancora una volta a causa del vuoto lasciato da Geese Howard, con ciasun personaggio che seguirà le proprie motivazioni per primeggiare sugli avversari. Pur non essendo una sceneggiatura impeccabile, City of the Wolves si impegna nel realizzare un affresco il più possibile completo del proprio cast. Soprattutto nei confronti del pubblico contemporaneo che nel migliore dei casi non conosce minimamente un Rock Howard o la sua relazione con Terry Bogard.
Rock Howard è il tormentato figlio di Geese Howard…
Al di là di questa riflessione, il roster di City of the Wolves colpisce immediatamente per la sua estensione (maggiore rispetto a Garou) e per la varietà dei propri rappresentanti. Accanto alla presenza di personaggi simbolo come Mai Shiranui e Kain R. Heinlein, abbiamo esordienti carismatici ed anche imprevedibili guest star provenienti dal mondo del calcio (Cristiano Ronaldo) e della musica (Salvatore Ganacci). Un gruppo diversificato, impreziosito da una varietà di stili di combattimento eccezionalmente marcata e caratteristica. Esattamente come nell’illustre predecessore.
Parte del merito del carisma dei lottatori e dell’intero ritorno a South Town passa per l’attenzione riposta da SNK sul versante della presentazione generale. Lo stile grafico strizza l’occhio alla concorrenza nel realizzare un cel shading assolutamente meraviglioso, brillante nella scelta cromatica così come nell’esplosiva effettistica di ciascun combattimento. Un biglietto da visita luccicante, impreziosito da una evidente attenzione al dettaglio anche dal punto di vista della campionatura audio e nella selezione musicale, stimolante e gagliarda.
Da questo punto di vista, è un controsenso constatare che una cura similiare non è stata riposta nella gestione dei menù. Essi appaiono datati, confusionari nella struttura e farraginosi nella navigazione. Un vero e proprio paradosso che segna un netto contrasto con la meraviglia artistica quando si inizia a combattere.
… cresciuto da Terry Bogard, che sconfisse proprio lo stesso Geese.
Hard to learn, hard to master
Checché se ne voglia dire e nonostante gli sforzi profusi dal team di sviluppo nel nome dell’accessibilità (attraverso l’opzione di controlli semplificati), c’è un aspetto determinate sul quale ci sentiamo di dover essere franchi. FATAL FURY: City of the Wolves richiede molto più impegno dei recenti picchiaduro a struttura bidimensionale. Il motivo non è legato strettamente al bilanciamento generale (sul quale l’impressione sommaria è soddisfacente, ma che dovrà inevitabilmente essere valutata sulla distanza e dopo i primi interventi di update), bensì al sistema di combattimento imbastito da SNK.
Il fulcro è rappresentato dal REV System. Attraverso esso, è possibile potenziare le mosse speciali con proprietà uniche in qualsiasi momento, ottenendo le cosidette REV Art. Sfruttarle è indispensabile non solo per infliggere danni superiori, ma anche per accedere al REV Accel, la possibilità di concatenare le REV Art in combo uniche altrimenti non eseguibili. Ovviamente, c’è un rovescio della medaglia nell’abuso del REV System. Infatti, sebbene l’uso delle REV Art sia libero, è tuttavia sottoposto ad un REV Meter. Maggiore l’uso delle mosse speciali potenziate, più velocemente esso si surriscalderà. Arrivati al limite si perde l’accesso al REV System, la guardia si indebolisce e si può essere soggetti alla rottura della stessa (Guard Crush). Tutto piuttosto lineare finora, vero? Ecco, qui la faccenda inizia a complicarsi.
Entrare in Overheat non è infatti la fine del mondo. Se ne può uscire mettendo a segno i propri colpi, ma anche ricorrendo alle molteplici opzioni difensive di City of the Wolves. Oltre alla parata classica, il titolo prevede meccaniche di Just Defense (la parata perfetta) e l’Hyper Defense (la seconda parata perfetta successiva alla prima parata ordinaria), tutte suscettibili di essere sfruttate per lanciare contrattachi e Guard Cancels. Una ulteriore opzione difensiva è altresì accessibile con lo stesso REV System, attraverso la REV Guarding che vanta una capacità più elevata di distanziare l’avversario. Ah, tutte queste opzioni sono disponibili anche in aria.
All’inizio prenderete legnate sui denti dalla CPU anche a difficoltà bassa. Ve lo garantiamo.
Posto che quindi ogni scontro diventa un delicato equilibrio tra offesa spregiudicata e fondamentale gestione difensiva, le meccaniche disponibili non sono finite. Infatti, tutto ciò che riguarda il REV System è indipendente dall’uso delle Ignition Gears. Si tratta dell’equivalente fatalfuryiano delle super mosse, che sono regolate da una classica Power Gauge suddivisa in barre. Conservarle tutte permette di ricorrere al devastante Redline Gear, un ulteriore risorsa offensiva di enorme potenza. Ok, abbiamo finito? Ma anche no.
Una ulteriore meccanica è legata all’S.P.G., un modificatore da scegliere all’inizio di ogni partita. Esso è assegnabile alla barra della vita, in un punto compreso tra il suo inizio, la metà o la fine. Quando la vita entra nell’area delimitata dall’S.P.G., esso si attiva automaticamente. I suoi benefici passivi sono molteplici: si va dalla rigenerazione della salute all’incremento dei danni, dall’aumento della velocità della Power Gauge al rallentamento del REV Meter. Permette inoltre di accedere ai REV Blows nonché al rischioso ma devastante Hidden Gear, il colpo più potente del proprio combattente.
Adesso abbiamo finito… non ancora in realtà. Ci sarebbe anche altro, tra cui la possibilità di muoversi in talune circostante sull’asse Z per attaccare dai fianchi gli avversari. Già. City of the Wolves propone dunque un sistema di combattimento in grado di offrire costantemente un elevato numero di opzioni al giocatore. Non solo in scelte apparentemente semplici come quelle dell’S.P.G., ma anche nella gestione ordinaria del match, nella tipologia di parate da effettuare, nelle combo da eseguire. Il tutto coadiuvato da un continuo studio del proprio personaggio e dell’avversario, che assume un carattere compartimentato di rara profondità.
Alcuni personaggi sono ovviamente più accessibili di altri, ma di base il combattimento è ugualmente impegnativo.
La via del vero guerriero
Se quello che vi abbiamo descritto può avervi scoraggiato, lo comprendiamo. City of the Wolves, al di là delle sue indicusse qualità, non è il tipo di picchiaduro che si può consigliare a scatola chiusa soprattutto ai non avvezzi del genere. Ma se vi sono brillati gli occhi nel leggere quanto finora abbiamo raccontato, potreste aver intuito cosa significa davvero.
Il nuovo Fatal Fury richiede impegno e costanza per apprendere ogni sfumatura dei suoi numerosi meccanismi, premiando costantemente per ciascuno sforzo da parte del giocatore. Non è facile entrare nella forma mentis di un picchiaduro fondato non solo sull’importanza delle meccaniche difensive ma altresì su quelle di reazione nonché su attacchi rapidi. Tuttavia, ogni progresso è capace di rendere sensibilmente migliori i giocatori, ottenendo reali vantaggi che in altri picchiaduro non sono altrettanto palpabili. Imparare a gestire i segreti del REV System, gestire in scioltezza le differenti tipologie di parate, comprendere il potenziale (anche psicologico) delle finte, son solo alcuni degli elementi che fanno parte di un percorso concreto in grado di gratificare ed esaltare in maniera molto più elevata rispetto ai traguardi raggiunti dalla concorrenza.
Un sistema di combattimento così profondo, versatile e dannatamente divertente sconta purtroppo un pacchetto complessivo non altrettanto valido.
La gratificazione che regala City of the Wolves è davvero rara.
Parliamo ad esempio dell’offerta offline. City of the Wolves si rifugia in classiche modalità, dall’Arcade alla Sopravvivenza… nulla di nuovo sotto al sole, insomma. Discorso diverso per l’Allenamento e le Sfide. Sia il primo quanto le seconde ci sono sembrate eccessivamente esigue. Ora, se non ci fosse stato un sistema di combattimento granché stratificato, non sarebbe stato un grande problema trovarsi con un tutorial risicato o trial modeste. Tuttavia, va da sé che un titolo complesso come City of the Wolves avrebbe richiesto ben altro sforzo anche e soprattutto in chiave didattica. L’elefante nella stanza è un certo Street Fighter 6, capace di settare uno nuovo standard completamente diverso su questo versante e che anche SNK avrebbe dovuto inseguire.
C’è poi l’inedita EPISODES OF SOUTH TOWN, un’avventura RPG in cui si potrà esplroare una mappa bidimensionale per affrontare avversari in varie tipologie di combattimento. Attraverso l’esperienza maturata è possibile migliorare il proprio combattente, svilupparne le abilità e scoprire tutto quello che la città ha in serbo tra approfondimenti di lore ed incontri segreti. Si tratta di una modalità che, al netto di una buona longevità laddove si voglia completarla con tutto il roster, tuttavia non riserva grandi emozioni e tende a diventare troppo semplice e monotona. Siamo insomma più dalle parti dell’Arcade Quest di TEKKEN 8 che non da quelle dell’imprevedibile World Tour del già citato capolavoro Capcom.
Il capitolo legato all’online è altrettanto complesso e spinoso da affrontare. Dopo una prima open beta a tratti disastrosa ed una seconda decisamente più incoraggiante, City of the Wolves affronterà l suo vero banco di prova dal D1 in poi. Nei limiti di un test prelancio, abbiamo potuto apprezzare i passi avanti compiuti da SNK nella gestione dell’infrastruttura online. Tuttavia ci è sembrato che di strada ce ne sia ancora da fare, anche solo dal punto di vista della stabilità generale e della user experience. Insomma: chi vivrà vedrà.
Purtroppo l’offerta complessiva non è sullo stesso livello di eccellenza del sistema di combattimento.
Commento finale
FATAL FURY: City of the Wolves segna il folgorante ritorno del leggendario picchiaduro SNK tra i grandi del genere. Se i valori produttivi risultano evidenti già dalla presentazione estetica del titolo, la profondità del sistema di combattimento ed il cast esuberante sono esattamente i motivi per cui tutti i fan dei picchiaduro lo ameranno con vigore. Tuttavia, ci troviamo di fronte ad un prodotto a tratti contraddittorio: i menù sono datati e farraginosi, le modalità presenti potevano essere più curate, l’online non è sempre stabile ed il tutorial è eccessivamente scarno. Proprio quest’ultimo aspetto ci deve far sottolineare il più grande limite del titolo: la sua elevata complessità, frutto di un autentico mare di meccaniche. Con pazienza e dedizione, il nuovo viaggio nella città dei lupi assume i connotati di un’esperienza galvanizzante se non addirittura mistica. Ma il prezzo da pagare potrebbe non essere per tutti.
Il Fantacalcio è un avvincente gioco manageriale che coinvolge milioni di appassionati di calcio in Italia e nel mondo. I partecipanti possono creare e gestire squadre virtuali, selezionando calciatori reali e guadagnando punti in base alle loro performance nelle partite ufficiali.
Giocare è semplice e stimolante: basta schierare la formazione, gestire trasferimenti e strategie, e cercare di totalizzare il maggior numero di punti per scalare la classifica.
In questo articolo ti presentiamo le 10 migliori app per giocare al Fantacalcio, ognuna con funzionalità uniche e strumenti avanzati che rendono l’esperienza di gioco ancora più coinvolgente ed entusiasmante.
Top 10 app per i giochi di Fantacalcio
Leghe Fantacalcio – Il Classico Italiano del Fantacalcio tra Amici 🥇
Kickest – Il Fantacalcio in Tempo Reale, Basato sulle Statistiche 🥈
Serie A Fantasy Game – Il Gioco Ufficiale della Serie A con Premi Reali 🥉
Fantacalcio – La Piattaforma Storica con Redazione Ufficiale 📰
Fantamaster – Il Fantacalcio per Chi Ama i Dati e le Statistiche ⚡
Fantapazz – Fantacalcio Semplice e Divertente, per Tutti ⚽
BeManager – Il Fantacalcio per Veri Manager, con Stadi e Sponsor 📊
Sorare – Fantacalcio Globale su Blockchain e NFT 📈
Fantacampionato Gazzetta – Il Fantacalcio della Gazzetta con Classifiche Ufficiali 🏆
Fantacalcio Online – Il Fantacalcio Personalizzabile con Allenatore Virtuale 🔥
#1 Leghe Fantacalcio – Il Classico Italiano del Fantacalcio tra Amici 🥇
Leghe Fantacalcio è una delle app più storiche e apprezzate in Italia per giocare al fantacalcio, sia tra amici che all’interno di leghe pubbliche. Offre un’esperienza altamente personalizzabile, permettendo di creare leghe con regolamenti su misura, sia nella modalità Classic che in quella Mantra.
L’app garantisce un controllo completo su ogni aspetto del gioco: dalle aste alla gestione delle rose, fino al calcolo dettagliato dei punteggi. Ogni utente può configurare l’intera stagione secondo le proprie preferenze, includendo modificatori di reparto, bonus extra e altre opzioni avanzate.
L’interfaccia è intuitiva, ricca di funzionalità e costantemente aggiornata, pensata per soddisfare sia i fantallenatori più esperti che i neofiti. Disponibile per dispositivi Android e iOS, è un punto di riferimento imprescindibile per chi cerca il massimo dal fantacalcio.
Caratteristiche principali dell’app
Anno di rilascio: 2010
Download: Oltre 1 milione
Aggiornamenti punteggi: In tempo reale, con tempistiche di circa 5-10 minuti
Funzionalità: Creazione leghe private e pubbliche, aste live, punteggi classic e mantra, notifiche live
Piattaforme: Android, iOS, Web
✅ Pro
Gestione leghe ultra personalizzabile
Modalità classic e mantra
Aggiornamenti rapidi e affidabili
❌ Contro
Interfaccia inizialmente complessa per nuovi utenti
#2 Kickest – Il Fantacalcio in Tempo Reale, Basato sulle Statistiche 🥈
Kickest rappresenta una delle soluzioni più innovative nel panorama del fantacalcio italiano. A differenza delle versioni tradizionali, non prevede aste iniziali: ogni utente costruisce la propria rosa partendo da un budget virtuale, con la possibilità di modificare la formazione anche durante lo svolgimento del turno di Serie A.
I punteggi vengono calcolati attraverso un algoritmo avanzato che analizza decine di statistiche dettagliate per ciascun giocatore, garantendo valutazioni oggettive e meritocratiche, senza l’influenza dei voti redazionali. Il sistema si aggiorna in tempo reale, rendendo ogni giornata di campionato ancora più dinamica e coinvolgente.
L’app si distingue per una grafica moderna e un’interfaccia intuitiva, pensata per offrire un’esperienza fluida sia ai fantallenatori esperti che ai principianti. Kickest è la scelta ideale per chi cerca un fantacalcio basato su dati concreti, strategia e aggiornamenti live.
Caratteristiche principali dell’app
Anno di rilascio: 2020
Download: Oltre 500.000
Aggiornamenti punteggi: Ogni 2-5 minuti, in tempo reale
Funzionalità: Gestione turni live, mercato aperto a ogni giornata, punteggi algoritmici
Piattaforme: Android, iOS, Web
✅ Pro
Modifiche alla rosa durante il turno
Statistiche approfondite e obiettive
App moderna e veloce
❌ Contro
Manca l’interazione tipica delle aste iniziali
#3 Serie A Fantasy Game – Il Gioco Ufficiale della Serie A con Premi Reali 🥉
Serie A – Fantasy Game è l’app ufficiale della Lega Serie A e si distingue come una delle soluzioni più autentiche e accessibili per gli appassionati di fantacalcio. Ideale per chi desidera un’esperienza semplice ma coinvolgente, consente di creare una rosa con un budget prestabilito e competere ogni settimana nelle classifiche ufficiali.
In palio ci sono premi reali, tra cui maglie da gioco, biglietti per lo stadio e persino esperienze VIP, rendendo ogni giornata ancora più stimolante. Il sistema di punteggio si basa su statistiche ufficiali e voti bilanciati, garantendo un’equa valutazione delle performance.
La piattaforma è progettata per essere intuitiva e facilmente utilizzabile anche da chi è alle prime armi, ma resta appassionante anche per i fantallenatori più esperti. È la scelta perfetta per chi vuole sentirsi ancora più vicino al campionato di Serie A, giocando in modo ufficiale e connesso alla realtà del calcio italiano.
Caratteristiche principali dell’app
Anno di rilascio: 2019
Download: Oltre 1 milione
Aggiornamenti punteggi: Ogni 5-10 minuti
Funzionalità: Rosa settimanale, premi ufficiali, classifica nazionale
Piattaforme: Android, iOS, Web
✅ Pro
Premi reali e ufficiali
App supportata dalla Lega Serie A
Accessibile anche ai principianti
❌ Contro
Meno personalizzazione rispetto ad altre app
#4 Fantacalcio (Fantacalcio.it) – La Piattaforma Storica con Redazione Ufficiale 📰
Fantacalcio.it è una vera e propria istituzione per i fantallenatori italiani. L’app ufficiale del portale consente di gestire ogni aspetto del gioco in modo completo: dalla creazione di leghe private alla conduzione delle aste, fino all’analisi di voti, statistiche e approfondimenti tecnici, tutto in un’unica interfaccia ricca di strumenti.
È la soluzione ideale per chi desidera ricreare il classico fantacalcio tra amici, con regole personalizzate e un alto livello di dettaglio. Un punto di forza dell’app è il supporto editoriale: ogni settimana vengono pubblicati consigli mirati, aggiornamenti in tempo reale e contenuti esclusivi che aiutano nella gestione della squadra.
Caratteristiche principali dell’app
Anno di rilascio: 2014
Download: Oltre 1 milione
Aggiornamenti punteggi: Post-partita
Funzionalità: Leghe private, voti redazionali, consigli settimanali, contenuti editoriali
Piattaforme: Android, iOS, Web
✅ Pro
Affidabilità storica e autorevolezza
Ampia varietà di contenuti
Ottimo per leghe personalizzate
❌ Contro
Non sempre immediato per chi è alle prime armi
#5 Fantamaster – Il Fantacalcio per Chi Ama i Dati e le Statistiche ⚡
Fantamaster è tra le app di fantacalcio più scaricate in Italia, apprezzata in particolare per il suo approccio statistico e basato sui dati. Ideale per i fantallenatori che puntano su analisi, numeri e precisione, la piattaforma offre suggerimenti intelligenti generati da dati aggiornati in tempo reale.
L’app include una vasta gamma di strumenti utili: notizie dell’ultima ora, analisi degli infortuni, probabili formazioni e previsioni dettagliate, tutto integrato in un’interfaccia intuitiva e reattiva. La versione gratuita è già molto ricca di funzionalità, ma per chi desidera il massimo, l’upgrade alla versione premium sblocca strumenti avanzati come l’intelligenza artificiale per ottimizzare la formazione.
#6 Fantapazz – Fantacalcio Semplice e Divertente, per Tutti ⚽
Fantapazz è una delle app più amate dai fantallenatori italiani grazie alla sua combinazione equilibrata tra facilità d’uso e funzionalità avanzate. Progettata per offrire un’esperienza di gioco fluida e intuitiva, permette di gestire leghe private in modo efficiente, con strumenti automatici per aste, calcolo dei punteggi e voti in tempo reale.
Tra i suoi punti di forza spiccano la grafica user-friendly — perfetta sia per veterani che per principianti — e la funzione di chat di lega, che trasforma il fantacalcio in un’esperienza ancora più sociale e coinvolgente.
La community di utenti è ampia e molto attiva, mentre lo staff tecnico rilascia aggiornamenti costanti per migliorare prestazioni, affidabilità e introdurre nuove funzionalità. Fantapazz è la scelta ideale per chi cerca un’app solida, moderna e pensata per vivere il fantacalcio in compagnia.
Caratteristiche principali dell’app
Anno di rilascio: 2015
Download: Oltre 1 milione
Aggiornamenti punteggi: Ogni 5-10 minuti
Funzionalità: Aste, voti live, gestione rosa, chat interna alla lega
Piattaforme: Android, iOS
✅ Pro
Interfaccia accessibile e completa
Ampie opzioni di personalizzazione
Funzione di chat tra utenti
❌ Contro
Alcune funzionalità avanzate richiedono abbonamento
#7 BeManager – Il Fantacalcio per Veri Manager, con Stadi e Sponsor 📊
BeManager si distingue nel panorama del fantacalcio italiano per la sua proposta unica, che fonde il fantasy game con elementi da vero e proprio gestionale sportivo. Non si tratta solo di schierare una formazione: l’utente veste i panni di un vero manager, prendendo decisioni a 360° su ogni aspetto del club.
Oltre a costruire la squadra, è possibile gestire lo stadio, assumere lo staff tecnico, negoziare contratti di sponsorizzazione e pianificare strategie a lungo termine. Ogni scelta ha un impatto concreto sull’andamento della stagione, rendendo l’esperienza più profonda, realistica e coinvolgente.
Non adatta a chi cerca un’esperienza più diretta e semplice
#8 Sorare – Fantacalcio Globale su Blockchain e NFT 📈
Sorare rappresenta una vera rivoluzione nel mondo del fantacalcio digitale, grazie all’integrazione tra fantasy game e tecnologia blockchain. Ogni calciatore è rappresentato da una carta digitale unica sotto forma di NFT, acquistabile, collezionabile e scambiabile all’interno di un mercato globale.
Il sistema di gioco si basa su tornei internazionali nei quali è possibile schierare la propria formazione e competere con utenti da tutto il mondo. I punteggi si calcolano utilizzando statistiche reali fornite da Opta, garantendo un’elevata affidabilità nelle valutazioni. In palio ci sono premi in criptovalute e carte rare dal valore economico crescente.
Caratteristiche principali dell’app
Anno di rilascio: 2020
Download: Oltre 1 milione
Aggiornamenti punteggi: Ogni 10-15 minuti
Funzionalità: Carte NFT, mercato globale, premi in Ethereum
Piattaforme: Web, Android, iOS (beta)
✅ Pro
Possibilità di guadagni reali
Meccanica di gioco originale e moderna
Competizioni globali
❌ Contro
Richiede investimento iniziale per competere
#9 Fantacampionato Gazzetta – Il Fantacalcio della Gazzetta con Classifiche Ufficiali 🏆
Fantacampionato Gazzetta è stata per anni una delle piattaforme di fantacalcio più iconiche e apprezzate in Italia, diventando un punto di riferimento per migliaia di utenti grazie all’affidabilità dei voti e alla qualità editoriale garantita dalla redazione della Gazzetta dello Sport.
Il suo sistema di calcolo, preciso e trasparente, unito a un’interfaccia chiara e a una community molto attiva, ne ha fatto un pilastro della scena fantasy italiana. Sebbene oggi non esista più come app autonoma, a seguito della fusione con Leghe Fantacalcio, molte delle sue funzionalità e del suo spirito competitivo sopravvivono all’interno di quella piattaforma.
Caratteristiche principali dell’app
Anno di rilascio: 2012 (fino alla fusione)
Download: Oltre 500.000 prima della fusione
Aggiornamenti punteggi: Post-partita, con voti redazionali
#10 Fantacalcio Online – Il Fantacalcio Personalizzabile con Allenatore Virtuale 🔥
Fantacalcio Online è l’app ideale per chi cerca un’esperienza di gioco evoluta, ricca di funzionalità avanzate e altamente personalizzabile. Pensata per i fantallenatori più esigenti, la piattaforma fornisce aggiornamenti in tempo reale, voti oggettivi live e un innovativo “Allenatore in Seconda” virtuale, che elabora consigli strategici basati su dati statistici accurati.
Ogni aspetto della gestione della lega può essere adattato alle preferenze dell’utente, rendendo l’app estremamente flessibile e adatta a differenti stili di gioco. L’interfaccia è funzionale e il sistema punta sull’analisi dei numeri, offrendo un supporto concreto nella scelta della formazione ideale.
Caratteristiche principali dell’app
Anno di rilascio: 2020
Download: Oltre 250.000
Aggiornamenti punteggi: In tempo reale per le leghe PRO/PLUS; ogni 20 minuti per le leghe Free
Funzionalità: Voti live, consigli personalizzati, gestione leghe avanzata
Piattaforme: Android, iOS
✅ Pro
Aggiornamenti in tempo reale
Consigli personalizzati tramite “Allenatore in Seconda”
Elevata personalizzazione delle leghe
❌ Contro
Alcune funzionalità avanzate richiedono abbonamento
Come funziona un’app di fantacalcio: struttura e obiettivi
Un’app di fantacalcio è una piattaforma digitale che consente agli utenti di calarsi nei panni di un vero allenatore virtuale, gestendo una squadra composta da calciatori reali. Il suo obiettivo è trasformare le partite di calcio reali in un gioco strategico e appassionante, dove ogni decisione può fare la differenza.
Progettate per essere intuitive, competitive e coinvolgenti, queste app permettono anche ai principianti di iniziare a giocare in pochi semplici passaggi. Ecco come funziona il processo:
1. Creazione dell’account
Il primo passo consiste nella registrazione sull’app, fornendo un’email, creando una password e scegliendo un nome utente. Molte piattaforme offrono anche l’accesso rapido tramite account Google, Apple o Facebook.
2. Selezione della squadra
Dopo la registrazione, l’utente riceve un budget virtuale da utilizzare per acquistare calciatori reali della Serie A (o di altri campionati, a seconda dell’app). Ogni giocatore ha un valore di mercato: il compito è costruire una rosa equilibrata, selezionando titolari e riserve in base a ruoli e strategie.
3. Punteggio basato su prestazioni reali
Durante ogni giornata di campionato, i calciatori in rosa accumulano (o perdono) punti in base alle loro prestazioni effettive: gol, assist, minuti giocati, cartellini, rigori, ecc. A seconda della piattaforma, il punteggio può essere calcolato tramite voti redazionali o statistiche oggettive.
4. Trasferimenti settimanali
Per adattarsi a infortuni, squalifiche o semplici scelte tattiche, l’utente può effettuare trasferimenti settimanali. Ogni app prevede regole diverse: alcune limitano il numero di cambi, altre offrono libertà totale tra una giornata e l’altra.
5. Competizione con altri utenti
Il cuore del gioco è la competizione. Si può partecipare a leghe private tra amici o sfidare migliaia di utenti in tornei pubblici. La classifica viene aggiornata ogni settimana, rendendo ogni turno un’opportunità per salire in graduatoria.
Come scegliere l’app giusta per il Fantacalcio
Scegliere l’app di fantacalcio più adatta alle proprie esigenze è fondamentale per vivere un’esperienza di gioco appagante, coinvolgente e senza intoppi. Con decine di piattaforme disponibili, ciascuna con funzionalità e caratteristiche uniche, è importante saper valutare i fattori chiave che determinano la qualità e l’affidabilità di un’app.
Ecco i principali criteri da considerare prima di iniziare la tua stagione da fantallenatore:
Copertura di leghe e giocatori
Verifica sempre se l’app include i campionati e i calciatori che ti interessano. Alcune piattaforme si concentrano esclusivamente sulla Serie A, mentre altre offrono competizioni internazionali con squadre da tutto il mondo. La varietà di scelta aumenta le possibilità di personalizzazione.
Formato di gioco e sistema di punteggio
Ogni app adotta un formato differente: classico, mantra, statistico, con o senza aste iniziali. Anche il sistema di punteggio varia: alcuni si basano su voti redazionali, altri su statistiche ufficiali o su un mix delle due. Scegli il formato che meglio si adatta al tuo stile di gioco, che tu sia un purista o un amante dei dati.
Interfaccia utente e usabilità
Una grafica chiara e una navigazione intuitiva sono fondamentali per una buona esperienza. Le migliori app consentono una gestione semplice della rosa, un accesso rapido alle statistiche e una consultazione fluida anche da smartphone o tablet. L’esperienza utente deve essere piacevole e immediata.
Aggiornamenti in tempo reale e notifiche smart
Le app più evolute offrono punteggi live, aggiornamenti su infortuni, squalifiche, e probabili formazioni. Le notifiche push tempestive ti permettono di reagire rapidamente e ottimizzare la tua formazione in pochi secondi.
Modalità multiplayer: leghe private e tornei pubblici
Scegli un’app che ti consenta sia di creare leghe private con gli amici, sia di partecipare a tornei pubblici. Questo ti permette di scegliere tra un’esperienza più intima e una sfida aperta contro migliaia di utenti.
Livello di personalizzazione e funzioni avanzate
Modificatori di reparto, algoritmi di supporto, “allenatori in seconda” virtuali e impostazioni su misura rendono il gioco più strategico e immersivo. Le funzionalità avanzate sono l’elemento distintivo per i fantallenatori più esperti.
Premi e incentivi
Alcune app mettono in palio premi reali come gadget, biglietti per lo stadio o esperienze VIP. Altre offrono riconoscimenti simbolici e classifiche nazionali o globali. Se cerchi motivazione extra, valuta bene anche questo aspetto.
Confronto delle funzionalità delle migliori app di fantacalcio
Quando si parla di fantacalcio, tre piattaforme dominano la scena italiana per qualità, popolarità e varietà dell’esperienza offerta: Leghe Fantacalcio, Kickest e Serie A Fantasy Game. Ognuna si rivolge a un pubblico diverso, con caratteristiche studiate per soddisfare stili di gioco e livelli di competenza differenti.
Nel confronto che segue analizzeremo punti di forza, peculiarità e funzionalità principali di ciascuna app, per aiutarti a individuare quella più adatta al tuo profilo di fantallenatore — che tu sia un amante delle statistiche, un tradizionalista o un neofita in cerca di semplicità.
Appendice
Funzioni
Piattaforme di gioco
Leghe Fantacalcio
Creazione leghe private, aste live, modalità Mantra e Classic, gestione avanzata punteggi.
Classic, Mantra, con aste o a budget.
Kickest
Punteggio statistico, modifiche in tempo reale, mercato aperto ogni turno, zero voti redazionali.
Statistico puro, modifiche live, senza aste.
Serie A – Fantasy Game
Gioco ufficiale della Lega Serie A, premi reali, gestione settimanale della rosa, budget fisso.
Classic, budget fisso, leghe pubbliche.
Leghe Fantacalcio è l’alternativa più completa e personalizzabile, perfetta per chi ama la competizione tra amici in leghe private con regole su misura. Kickest si distingue per il suo approccio moderno e data-driven, ideale per chi privilegia il realismo statistico e la dinamicità. Serie A Fantasy Game, invece, punta sulla semplicità e sull’accessibilità, offrendo un’esperienza ufficiale e ricca di premi reali, adatta a un pubblico più ampio.
In definitiva, la scelta migliore dipende dal tuo stile di gioco:
Se ami la tradizione e la gestione profonda, scegli Leghe Fantacalcio.
Se preferisci strategia e dati in tempo reale, Kickest è la tua app.
Se cerchi immediatezza e premi ufficiali, punta su Serie A Fantasy Game.
Il cuore del fantacalcio: giocare con gli amici
Uno degli aspetti più affascinanti del fantacalcio è la possibilità di sfidare amici e conoscenti in un torneo tutto personale. Molti utenti iniziano a giocare proprio per confrontarsi con la propria cerchia, condividendo la passione per il calcio in un contesto competitivo, divertente e coinvolgente.
Le app moderne offrono numerose modalità per organizzare e partecipare a leghe tra amici, trasformando il fantacalcio in un vero e proprio rituale settimanale.
Leghe private: personalizzazione totale
La modalità più diffusa per giocare con amici è la creazione di una lega privata. L’organizzatore imposta il regolamento, seleziona il formato (Classic o Mantra, con o senza asta) e invita gli altri partecipanti tramite link o codice.
Questa formula garantisce massima libertà e personalizzazione: si può definire tutto, dalla composizione iniziale della rosa alle penalità per chi consegna la formazione in ritardo. Perfetta per chi ama costruire un’esperienza su misura.
Scontri diretti (Head to Head): sfide ogni settimana
Molto apprezzato è anche il formato Head to Head, in cui ogni giornata di Serie A corrisponde a una sfida diretta tra due squadre, proprio come in un campionato reale. Si assegnano 3 punti per la vittoria, 1 per il pareggio e 0 per la sconfitta. È il formato ideale per chi vuole vivere il brivido di una classifica a scontri diretti, dove ogni match può cambiare gli equilibri.
Leghe a Draft: ogni giocatore è unico
Alcune app supportano anche il sistema Draft, mutuato dai fantasy sport americani. In questa modalità, ogni calciatore può essere scelto da una sola squadra, rendendo il mercato iniziale una vera e propria asta strategica.
Il draft avviene in tempo reale, e ogni scelta diventa cruciale. Questa formula è ideale per gruppi di amici che vogliono un’esperienza più tattica, esclusiva e realistica.
Giocare a distanza: il fantacalcio che unisce
Grazie alla connessione online, è possibile giocare con amici lontani, partecipare a leghe internazionali o mantenere vive le rivalità anche a distanza. Il fantacalcio diventa così un’occasione per restare in contatto, condividere emozioni e vivere il calcio in modo ancora più partecipativo.
La community e la cultura del fantacalcio: molto più di un gioco
Oltre alla strategia e alla competizione, il fantacalcio è anche un potente strumento di aggregazione sociale. Le app moderne non sono solo piattaforme di gioco, ma vere e proprie community digitali in cui si sviluppa una cultura condivisa fatta di rivalità amichevoli, sfottò ironici, e celebrazioni epiche. Giocare a fantacalcio significa entrare in un mondo dove il calcio diventa un’esperienza collettiva da vivere settimana dopo settimana.
Celebrazione dei migliori fantallenatori
Molte app mettono in evidenza i migliori manager di giornata o di campionato, creando leaderboard pubbliche o notifiche che celebrano punteggi eccezionali. Questi riconoscimenti alimentano l’orgoglio personale e stimolano una competizione positiva tra i partecipanti.
Rivalità di lega e rimonte leggendarie
Le leghe private spesso danno vita a vere e proprie narrazioni parallele: sfide sentite tra amici, “classiche” rivalità stagionali, o incredibili rimonte all’ultima giornata che diventano memorabili. Le app permettono di seguire l’andamento della stagione e creare discussioni animate nella chat della lega.
Sondaggi e pronostici tra amici
Alcune piattaforme arricchiscono l’esperienza con sondaggi, previsioni o quiz pre-partita. Queste funzionalità social coinvolgono l’utenza e trasformano ogni weekend calcistico in un evento collettivo.
Disastri fantasy… con il sorriso
Un altro elemento fondamentale della cultura fantasy è la capacità di ridere delle proprie disfatte. Quando un attaccante sbaglia un rigore decisivo o un difensore totalizza un punteggio negativo, i meme, gli sfottò e le classifiche “trash” diventano virali. Il tono è spesso ironico, ma mai offensivo, e contribuisce a rafforzare lo spirito di gruppo.
In sintesi, il fantacalcio non è solo un gioco individuale, ma una vera e propria esperienza sociale dove competizione e divertimento si fondono in una community viva e appassionata.
Consigli per creare una squadra equilibrata nel Fantacalcio
Costruire una squadra vincente non è una scienza esatta, ma seguendo alcuni accorgimenti strategici puoi aumentare le tue chance di competere ad alti livelli. Ecco tre consigli utili per costruire una rosa bilanciata e pronta ad affrontare ogni giornata di campionato:
🔁 Non sbilanciare il budget
Non investire troppo solo su attaccanti da top club.
Trascurare il centrocampo o la difesa può portare a risultati disastrosi.
Un buon equilibrio tra reparti garantisce costanza di rendimento e maggiore copertura.
🧩 Punta sulla flessibilità
Scegli giocatori polivalenti, in grado di adattarsi a diversi moduli.
Avere riserve affidabili in panchina può salvarti in caso di squalifiche o infortuni.
Una rosa flessibile ti consente di variare la formazione in base al calendario.
📰 Resta sempre aggiornato
Segui le notizie sulle probabili formazioni, infortuni e turn-over.
Le decisioni last-minute spesso fanno la differenza tra vittoria e sconfitta.
Usa app e notifiche per ricevere aggiornamenti in tempo reale.
Con questi accorgimenti, la tua squadra sarà più solida, reattiva e pronta a competere al meglio — ma ricorda: anche il fantacalcio ha bisogno di un pizzico di
Come scaricare le app di Fantacalcio sul tuo smartphone
Tutte le app di fantacalcio menzionate nella nostra lista sono disponibili per il download gratuito su Google Play (per dispositivi Android) e su App Store (per dispositivi iOS). Il processo è semplice e non richiede competenze particolari: in pochi minuti potrai avere l’app installata e pronta per l’uso. Ecco come fare passo dopo passo:
Passo 1 ➨ Apri il Google Play Store o l’App Store
Se utilizzi uno smartphone Android, apri il Google Play Store. Se hai un iPhone, apri l’App Store dal tuo dispositivo.
Passo 2 ➨ Cerca il nome dell’app
Utilizza la barra di ricerca in alto e digita il nome esatto dell’app che desideri installare, ad esempio Leghe Fantacalcio, Kickest, Fantapazz o Sorare.
Passo 3 ➨ Vai sulla scheda dell’app
Seleziona il risultato corretto tra quelli mostrati per aprire la pagina dettagliata dell’app. Qui troverai informazioni utili, immagini, valutazioni e recensioni degli utenti.
Passo 4 ➨ Clicca sul pulsante “Installa” o “Ottieni”
Avvia il download cliccando sul pulsante dedicato. Potrebbe essere richiesta la password del tuo account o l’autenticazione tramite impronta o riconoscimento facciale.
Passo 5 ➨ Attendi il completamento dell’installazione
Una volta scaricata, l’app verrà automaticamente installata e sarà disponibile nella schermata principale del tuo dispositivo.
Passo 6 ➨ Apri l’app e inizia la tua avventura nel fantacalcio
Al primo avvio, potrai creare un account e cominciare a costruire la tua squadra.
Sicurezza delle app di Fantacalcio: perché puoi usarle in tutta tranquillità
Uno degli aspetti più importanti quando si installa un’app sul proprio smartphone è la sicurezza. In questo senso, tutte le app di fantacalcio presenti nella nostra lista sono assolutamente affidabili. La loro disponibilità su Google Play Store e Apple App Store è già una garanzia fondamentale: per essere pubblicate su queste piattaforme, infatti, devono superare rigidi controlli tecnici e di sicurezza.
Queste app sono attive da anni, utilizzate da centinaia di migliaia – se non milioni – di utenti, e vengono regolarmente aggiornate dai loro sviluppatori. Questo significa che eventuali vulnerabilità vengono prontamente corrette e che le applicazioni sono costantemente migliorate per offrire un’esperienza sicura e stabile.
Inoltre, non richiedono mai l’accesso a dati sensibili non necessari: in genere, basta fornire un indirizzo email per creare un account e iniziare a giocare. I dati dell’utente vengono protetti secondo gli standard di sicurezza digitali previsti dalle normative europee, come il GDPR.
Infine, installare app da fonti ufficiali come Google Play e App Store riduce al minimo i rischi di malware o file dannosi. Per questo motivo, ti consigliamo di scaricare le app solo da questi canali ufficiali.
In conclusione, puoi installare e usare le app di fantacalcio presenti nella nostra selezione con la massima tranquillità: sono sicure per il tuo dispositivo e per i tuoi dati personali.
Domande frequenti
📌 Qual è la migliore app per imparare a giocare al Fantacalcio?
Per i principianti, Serie A – Fantasy Game è una delle app più indicate: è semplice, ufficiale e con regole facili da apprendere. Anche Fantapazz è ottima per iniziare, grazie alla sua interfaccia intuitiva e alle funzionalità chiare.
📌 Devo pagare per le singole funzioni delle app del Fantacalcio?
Molte app di fantacalcio sono gratuite nella versione base. Tuttavia, alcune offrono funzionalità avanzate o contenuti esclusivi tramite versioni premium o abbonamenti (es. Fantacalcio PRO, Fantamaster Plus). Puoi giocare tranquillamente anche senza pagare, ma alcune funzioni aggiuntive possono migliorare l’esperienza.
📌 È possibile giocare al Fantacalcio con gli amici?
Sì, quasi tutte le app permettono di creare leghe private per sfidare amici, colleghi o familiari. Puoi anche partecipare a sfide settimanali Head to Head o unirti a leghe pubbliche per competere con utenti di tutta Italia (o del mondo).
📌 Quali tattiche devo seguire per creare una buona squadra di fantacalcio?
Ecco alcuni consigli fondamentali:
Non spendere tutto in attacco, ma bilancia i reparti
Punta su giocatori titolari e affidabili
Tieni d’occhio infortuni, squalifiche e turn-over
Fai attenzione al calendario delle squadre
Mantieni la rosa flessibile per adattarti alle giornate
Una strategia solida, unita ad aggiornamenti costanti, è la chiave per una stagione di successo!
La sedicesima edizione della Star Wars Celebration, in scena per la prima volta in Giappone, ha confermato quello che per molti è già un dato di fatto: Dave Filoni è oggi il vero custode dell’eredità di George Lucas. Protagonista assoluto della giornata inaugurale, affiancato da Kathleen Kennedy, Filoni ha ripercorso il proprio percorso artistico ricordando con emozione i suoi inizi con The Clone Wars e definendo Lucas «un grande maestro, a cui non si dà mai abbastanza credito». Una dichiarazione d’amore, più che una testimonianza, che ha trovato eco in ogni panel presentato.
Star Wars: Starfighter – Ryan Gosling nel nuovo film originale
La vera sorpresa della giornata è stata l’annuncio di Star Wars: Starfighter, un film diretto da Shawn Levy con protagonista Ryan Gosling, che ha raccontato di essere cresciuto con L’Impero colpisce ancora come coperta di Linus. Il film, inedito sia per epoca sia per personaggi, non sarà un sequel né un prequel. Gosling ha definito la sceneggiatura «splendida» e i personaggi «pieni di cuore». Le riprese inizieranno in autunno, con uscita fissata al 28 maggio 2027. Levy ha promesso una storia “emozionale, epica e profondamente personale”.
The Mandalorian & Grogu: il film si mostra con scene inedite
Il secondo annuncio di peso è arrivato con The Mandalorian & Grogu, il film che porterà sul grande schermo il duo più amato dell’universo Disney+. Diretto da Jon Favreau e scritto in collaborazione con Dave Filoni, il lungometraggio porterà al cinema le amate avventure di Din Djarin, interpretato da Pedro Pascal, e del piccolo Grogu.
Le prime immagini mostrate in esclusiva hanno svelato nuovi pianeti, creature inedite e una minaccia che arriva da una remota regione della galassia. Il cast si arricchisce con Jeremy Allen White, che darà volto a Rotta the Hutt, figlio di Jabba, e con la leggendaria Sigourney Weaver, nel ruolo del Colonnello Bishop, una pilota della Nuova Repubblica con un legame speciale proprio con Grogu. Secondo quanto raccontato dall’attrice, sarà lei a guidare il piccolo Jedi verso una nuova maturità.
Il film si presenta come un’epica espansione dell’universo narrativo di The Mandalorian, con un tono più profondo ma sempre coerente con lo stile che ha conquistato milioni di spettatori su Disney+
Tales of the Underworld e l’omaggio alle serie animate
Lo spazio dedicato all’animazione ha celebrato il 20° anniversario di Lucasfilm Animation con momenti toccanti e novità interessanti. I fan presenti hanno ricevuto un poster commemorativo disegnato da Filoni e hanno potuto vedere in anteprima il primo episodio di Star Wars: Tales of the Underworld, incentrato su Asajj Ventress, personaggio creato per Clone Wars.
Ventress, ora in cerca di redenzione, torna a impugnare le sue spade laser in una puntata densa di azione. La serie debutterà negli USA su Disney+ il 5 maggio, con un taglio visivo crudo, dinamico e focalizzato sul sottobosco criminale della galassia.
Maul: Shadow Lord – il ritorno del Sith più iconico
Una delle rivelazioni più applaudite è stata Star Wars: Maul – Shadow Lord, nuova serie animata attesa nel 2026. Il protagonista è ovviamente Darth Maul, doppiato da Sam Witwer, presente sul palco di Tokyo. La serie lo mostra nel pieno del suo potere, deciso a ricostruire la sua rete criminale dopo le guerre dei cloni. Le prime immagini lo ritraggono mentre addestra una giovane Twi’lek sensibile alla Forza, affiancate da combattimenti brutali e un’estetica dominata dal rosso.
Il tributo a La Vendetta dei Sith con Hayden Christensen
Il momento più emozionante è arrivato con il panel per i 20 anni di La Vendetta dei Sith, alla presenza di Hayden Christensen, accolto da una standing ovation e un coro di auguri per il suo compleanno (19 aprile). L’attore ha ricordato con affetto l’esperienza vissuta e l’affetto del pubblico: «I fan sono la ragione per cui queste storie continuano a vivere».
Una galassia sempre più globale
La prima giornata della Star Wars Celebration 2025 ha anche avuto un peso simbolico: per la prima volta la manifestazione si è tenuta in Giappone, riconoscendo il ruolo cruciale del pubblico asiatico nella crescita del franchise. In un contesto come quello del Tokyo Big Sight, tra proiezioni esclusive, interviste, trailer e cosplay, l’universo creato da George Lucas ha mostrato di essere più vivo che mai, proiettato verso un futuro ricco di novità e di nuove storie da raccontare.
Asmodee Italia festeggia oggi l’arrivo nei negozi fisici e presso i rivenditori online del titolo competitivo Garden Rush.
Ideato da Ki Mansell su contributo artistico di Paul Mafayon, Garden Rush propone una sfida uno contro uno in cui la vittoria sarà legata alla velocità con la quale raccogliere le proprie verdure. Piantatele abilmente nel’orto secondo schemi specifici. Utilizzate gli attrezzi per far fiorire rigogliosamente e massimizzare i vostri sforzi… oppure utilizzateli per dare fastidio al vostro avversario.
Dalla creatività di Josh J. Carlson ed Adam Carlson, Too Many Bones arriva oggi nei negozi fisici e presso i rivenditori online grazie ad Asmodee Italia.
Il collaborativo illustrato da Anthony LeTourneau vanta un eccellente media voto di 8.3 su BoardGameGeek. Si tratta di un gioco di ruolo definito “dice-building” da 1 a 4 giocatori. Non occorre tuttavia alcun “master”: la storia si dipana in base in base al tiranno da sconfiggere, ai nemici incontrati nonché ai gearloc che compongono il gruppo. Sbloccando nuovi dadi abilità ed attributi, sarà possibile creare potenti combo e tattiche.
Adatto per giocatori dai 14 anni in su per partite da circa 90 minuti, Too Many Bones vi condurrà per mano a Daelore, una terra spaventata e ridotta in ginocchio dall’Ebano, un crogiolo di malvagie creature senza legge. Sarete in grado di liberarla?
Sunderfolk, sebbene assimilabile, per concetto, ai party-games, sembra avvicinarsi di più a un ibrido tra un gioco di ruolo da tavolo, nelle sue versioni moderne “assistite” dalle app(fortissime le influenze di The Descent e Case Della Follia), e un videogioco di ruolo a turni. Ma andiamo a vedere più nel dettaglio le unicità (davvero tante) del nuovo titolo Secret Door.
Versione Testata: PC (Steam)
Nel corso degli anni abbiamo visto emergere sempre nuove rivisitazioni videoludiche dei giochi da tavolo “tradizionali”, con formule più o meno efficaci. Dai tempi di Buzz! su Playstation 2, con i suoi controller dedicati, i Buzzers, passando per le varie iterazioni di Mario Party, alle trasposizioni dirette tavolo-console come Jackbox Party Pack, fino ai più recenti Dimmi Chi Sei! E Sapere è Potere, che sfruttavano il cellulare come controller, il genere del party-game pare stia vivendo una rinascita, soprattutto grazie alle integrazioni, appunto, tra dispositivi mobili e piattaforme di gioco tradizionali.
Uno smartphone per domarli
Prima di soffermarci sulla trama di Sunderfolk, forse, per quanto ben strutturata, l’elemento meno interessante del titolo, diamo un’occhiata al sistema di gioco.
Il party game di casa Secret Door trasforma fin dal menu principale, non appena creata la stanza della nostra partita, il nostro cellulare in un controller, attraverso un pratico codice QR da scannerizzare e che ci porterà alla pagina di download se non dovessimo già avere installato la companion app, altrimenti direttamente al menu in-app di selezione del personaggio.
La companion app, totalmente gratuita, si interfaccerà direttamente con il gioco, permettendoci di comandare ogni aspetto della partita e del nostro personaggio, rendendo sostanzialmente inutile, se non per le opzioni, la coppia mouse e tastiera. Per unirsi a noi, anche i nostri amici, fino a un massimo di quattro giocatori totali, non dovranno far altro che scannerizzare il QR e, in men che non si dica, saranno pronti a scegliere il loro eroe/animale.
Qualora non avessimo i nostri amici al nostro fianco sul divano, sarà possibile sfruttare le funzioni di remote play di Steam per condividere lo schermo principale con gli altri giocatori, lasciando, nuovamente, il resto del lavoro ai loro cellulari. Qualora, come per noi, voleste giocare in streamingcon i vostri follower prediletti su Twitch, Sunderfolk non solo ha una funzione streamer attivabile nel menu principale, ma dà ovviamente la possibilità di giocare con tre spettatori sempre attraverso il QR code (e facendo loro seguire la live, ovviamente).
Un gioco di carte, esagoni e strategia
Dal punto di vista del gameplay, Sunderfolk brilla nella sua semplicità. Grazie a un tutorial abbastanza esaustivo che ci accompagnerà per le prime missioni principali e secondarie, le meccaniche diventano immediate: i personaggi agiscono a turno, nell’ordine deciso di volta in volta dai giocatori, e agiscono in base alle carte azione del loro personaggio, solitamente composte dal movimento, di quanti esagoni può muoversi il personaggio, attacco, auto esplicativo, ed eventuali effetti bonus, il tutto eseguito nell’ordine indicato dalla carta stessa (alcune ci faranno attaccare prima e muovere poi, altre eseguire una azione speciale e poi attaccare e muoverci, e via dicendo). Oltre a vari bonus e modificatori, ad aggiungere un elemento di “randomicità” alla partita, ogni attacco sarà seguito dall’estrazione di una Carta Fato (queste, come le carte azione, parte di un mazzo editabile procedendo nel gioco, come in un classico gioco di deck building): a seconda dell’estrazione, potremo avere un decremento dei danni (ma, magari, compensato da un bonus), un +0 o un aumento al danno base dell’attacco.
Spesso, per aggiungere ulteriore varietà alle battaglie, ci troveremo delle condizioni speciali da soddisfare per completare la missione, come liberare e scortare un NPC, aprire un forziere, rimuovere oggetti pericolosi lanciandoli fuori dalla mappa, e così via, trasformando alcune battaglie non tanto in un gioco di strategie e fortuna, ma veri e propri puzzle da risolvere con astuzia e collaborazione.
Scelte di gruppo
Il titolo Secret Door si divide in due macro-sezioni, le missioni e la città. Se in quest’ultima ogni giocatore potrà effettuare diverse azioni in modo libero dagli amici, come visitare gli shop, potenziare le carte e dialogare (e migliorare i rapporti) con gli abitanti del Sunder, grazie ai menu contestuali che si apriranno sul cellulare, lasciando libero lo schermo di casa (e garantendo “privacy” nelle nostre scelte), le missioni richiederanno invece scelte oculate e armoniose tra i giocatori, per l’impostazione a cavallo tra il puzzle game e lo strategico a turni delle battaglie e la difficoltà (per quanto modificabile a inizio partita) un po’ punitiva per i meno esperti, sia per il numero, limitato a due, delle missioni secondarie affrontabili tra una principale e l’altra, che obbligherà i giocatori a ragionare su una strategia a lungo termine per il party (o, perlomeno, una linea comune di roleplay).
Underdar… aehm… Il Mondo di Sotto
Ambientato nel Sunder, il “regno di sotto”, non troppo velatamente ispirato all’ Underdark di Dungeons and Dragons, Sunderfolk ci trasporta in un universo fantasy forse un po’ banale ma, come dicevamo, ben costruito: gli abitanti del regno sotterraneo del Sunder, animali antropomorfi (una via di mezzo tra quelli visti nei giochi Armello e Historia), vivono nelle caverne intorno al Cristallo, attorno al quale è cresciuto l’Albero Della Vita, capace di purificare le acque e di far prosperare la natura anche nel sottosuolo. Fuori dai confini cittadini, però, si annidano orribili e mostruose creature, dagli immancabili orchi (qui simili in voce e aspetto ai Vorcha di Mass Effect) fino a non morti e bestie mutate dall’Ombraroccia, pronte ad attaccare i residenti. Il nostro compito, dopo il tutorial, sarà quello di indagare sugli attacchi sempre più aggressivi e numerosi degli orchi e sull’influenza dei cristalli oscuri, il tutto con la possibilità di compiere scelte narrative per ogni personaggio del party, seguendo la loro storia senza per forza le lunghe attese condivise tra tutti i giocatori di dialoghi e risposte, potendo gestire ogni scelta delle nostre “chiacchierate” con gli NPC direttamente da cellulare, senza rallentare troppo il ritmo della partita.
Il world building di Sunderfolk è ben realizzato, sebbene, però, l’ambientazione e la trama sappiano di “già visto”, pecca, purtroppo, condivisa con l’aspetto visivo del titolo, ben realizzato ma un po’ banalotto: chiudete gli occhi. Immaginate un fantasy dove animali guerrieri antropomorfi vivono in armonia con la natura. Fatto? Probabilmente già avete immaginato quello che vedrete nel Sunder.
Tecnicismi
Il titolo Secret Door pretende pochissimo e, nella sua semplicità, risulta perfettamente realizzato. Non servono macchine performanti su cui far girare il gioco, anche, probabilmente, in virtù della divisione del carico di lavoro tra pc e dispositivo mobile. Sullo schermo principale si alterneranno piacevolmente immagini statiche disegnate a mano, splendidamente realizzate e parti animate in grafica di gioco, semplici ma curate.
Anche il lato cellulare del gioco, in forma della companion app, si comporta bene, risultando fluido e con un buon numero di effetti visivi, lasciando spesso indecisi, in positivo, su quale schermo guardare, se quello del pc o quello nelle nostre mani.
Dal punto di vista sonoro il doppiaggio italiano, molto ben realizzato, cerca di richiamare le sessioni di un gioco di ruolo, con la voce della game master che si modifica e storpia per cercare di dare, e con successo, un carattere e un timbro particolare a ogni personaggio parlante.
Commento finale
Sunderfolk è, dal punto di vista del gameplay, un must-have per gli amanti dei giochi da tavolo cooperativi. Nonostante l’ambientazione non troppo ispirata, gli elementi e le meccaniche di gioco lo rendono un titolo perfetto da giocare in compagnia, soprattutto con amici già appassionati di giochi di strategia. Forse, chi si aspetta un party game più casual e immediato alla Dimmi Chi Sei! potrebbe avere qualche piccola difficoltà iniziale, anche a causa della natura “continuativa” del titolo, che non permette una partita da “una volta e via”, ma spinge decisamente nella direzione del gioco a sessioni, come per un gioco di ruolo cartaceo, quindi verso degli appuntamenti frequenti con gli amici con cui si è cominciata l’avventura. La longevità promessa, sia in virtù della varietà dei personaggi tra cui scegliere, ognuno dei quali con abilità storia specifiche, sia per la varietà delle missioni (che non possono essere affrontate tutte in una singola run), sembra alta. In sostanza, Sunderfolk punta a prendere una nuova, interessante direzione per i party-games e, in un certo senso, sembra tracciare anche la via per quello che sarà il futuro dei giochi da tavolo, ormai sempre più legati alle companion app. Se paragonato al prezzo di un gioco da tavolo “equivalente”, Sunderfolk vale assolutamente il prezzo richiesto, soprattutto tenendo conto che, per giocarci in quattro, sarà sufficiente un singolo acquisto. Potete addentrarvi nel Sunder nelle versioni PC, XBOX, Playstation5 e Switch