Recensione Star Wars Jedi: Survivor

Star Wars Jedi: Survivor è l’esempio di sequel perfetto. I ragazzi di Respawn Entertainment hanno confezionato, in meno di quattro anni, un prodotto che riesce a risolvere tutti i problemi di Star Wars Jedi: Fallen Order, e ad andare anche oltre. Un lasso di tempo infimo per la media del settore, considerando soprattutto la pandemia che abbiamo vissuto nel mentre.

Diciamolo subito, le magagne tecniche ci sono, ma anche in questo “stato”, Star Wars Jedi: Survivor è un prodotto magistrale che può addirittura rientrare a pieno merito nella cerchia dei capolavori del suo genere di appartenenza.

Pensiamo abbiate già capito quanto ci sia piaciuto, ma mettetevi comunque comodi perché ci piacerebbe illustrarvi più nel dettaglio perché la Forza scorre potente nel nuovo titolo di Respawn Entertainment e Electronic Arts, buona lettura!

Star Wars Jedi: Survivor è disponibile dallo scorso 28 aprile 2023 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.


Versione testata: PlayStation 5


Una nuova speranza

Sono passati cinque anni da quando il giovane padawan Cal Kestis è stato proclamato Cavaliere Jedi, dopo aver distrutto la lista dei bambini sensibili alla Forza per evitare che finissero nelle mire dell’Impero. In questo arco di tempo, Cal è maturato ed ha continuato a combattere, conoscendo nuovi alleati.

La storia di Star Wars Jedi: Survivor comincia proprio con Cal e la sua nuova squadra che “attaccanol’Impero cercando di ottenere informazioni sensibili da un senatore sul pianeta Coruscant.

Dopo una fuga rocambolesca, il nostro eroe si ritrova solo sull’inospitale pianeta Koboh, ai confini della galassia. Qui, a seguito di varie vicissitudini, fa la conoscenza di un droide dell’Alta Repubblica che riaccende nell’ormai quasi rassegnato Cal la fiamma per continuare a combattere, riaccende una nuova speranza.

Star Wars Jedi: Survivor
Cere, la mentore di Cal

Non vogliamo spingerci oltre questo piccolo incipit, sappiate solo che la storia ci ha veramente preso, anche grazie ad ottimi colpi di scena (che hanno anche qualche risvolto sotto il profilo puramente ludico) e soprattutto grazie alla caratterizzazione di nuovi e vecchi personaggi. Cal in primis è diventato un personaggio molto più profondo e sfaccettato che ci ha coinvolto molto più che in passato.

Da non sottovalutare, inoltre, l’inserimento della storia e del background narrativo tratteggiato dagli sviluppatori in merito a questa produzione, all’interno dell’opera magna Star Wars. Non ci sono incoerenze di sorta, e non solo, si sono esplorati territori quasi imbattuti che daranno nuovi spunti di discussione a tutti i fan, vista anche la canonicità dei due Star Wars Jedi.

Insomma, sul versante narrativo gli sviluppatori hanno svolto un lavoro ottimo, non solo nel circoscritto ambito di Star Wars Jedi: Survivor videogioco in quanto tale, ma anche in rapporto all’inserimento di questo prodotto nello sconfinato universo trans-mediale qual è il franchise ideato da George Lucas.

Esplorazione… galattica

Star Wars Jedi: Fallen Order strutturalmente era un action-adventure con una leggera ibridazione di elementi metroidvania che però ogni tanto annoiava. Principalmente, a causa della conformazione e varietà delle mappe e situazioni di gioco non sempre eccelse e dello scarso appagamento che restituiva l’esplorazione, figlio di un reward system non sempre riuscito. Bene, con Star Wars Jedi: Survivor gli sviluppatori hanno praticamente eliminato ogni tipo di debolezza legata a tale aspetto.

Star Wars Jedi: Survivor
Il pianeta Koboh è un piacere da esploare

Apriamo una piccola parentesi, la presenza di un sistema di morte e rinascita (qui decontestualizzato, per giunta) non rende Star Wars Jedi: Survivor (come anche il suo prequel) un soulslike. Se proprio vogliamo cercare similitudini con altri titoli presenti sul mercato, potremmo dire che si avvicina alla struttura dei Tomb Raider e God of War post-reboot (a proposito, QUI potete leggere la nostra recensione di Ragnarok, se ancora non lo avete fatto). Ora torniamo a noi.

Il level design di questo sequel è eccezionale. Senza far spoiler su numero e grandezza dei pianeti, vi anticipiamo che ce ne sono un paio enormi, costruiti in maniera spiraliforme, pieni zeppi di sfide, missioni secondarie, collezionabili, potenziamenti e, in generale, attività collaterali, che invogliano l’esplorazione, creando un assuefacente circolo virtuoso come solo i grandi titoli sanno fare.

Che la Forza sia con te!

Anche il sistema di combattimento ha ricevuto alcuni accorgimenti che lo hanno migliorato e che soprattutto hanno giovato alla varietà ludica. Cal questa volta avrà cinque stances, abbastanza diversificate, che rendono i combattimenti molto più frenetici rispetto al passato, anche grazie alle nuove tipologie di nemici che sottolineano proprio l’ottimo lavoro svolto su questo versante. Ed anche nuovi poteri della Forza che ampliano il ventaglio di soluzioni offensive e difensive offerte al videogiocatore. Ora, seppure i combattimenti, soprattutto contro i nemici umanoidi, ruotino ancora intorno alla necessità di rompere la difesa dell’avversario, ci sono molte altre possibilità legate alla Forza, che lasciamo il piacere di scoprire a voi, per avere la meglio sui nemici.

Star Wars Jedi: Survivor
La spada laser sarà la vostra principale arma, ma non l’unica

Purtroppo la “preparazione” ai combattimenti può essere fatta solo nei Punti di Meditazione. Avremmo preferito un sistema più snello per permettere al videogiocatore di poter sperimentare in maniera più rapida ed efficiente.

Fortunatamente, il più grosso difetto del primo capitolo relativo ai combattimenti è stato risolto. Finalmente le hitbox riescono a restituire un feedback dei colpi sempre soddisfacente e non vedremo più attacchi “leggeri” (o addirittura a vuoto) che spezzavano tutta l’immedesimazione, soprattutto contro la fauna aliena.

Insomma, Star Wars Jedi: Survivor è un piacere da giocare. Il pacing del prodotto, grazie a tutti questi accorgimenti e all’eccelsa varietà data dall’alternanza di combattimenti, esplorazione, risoluzioni enigmi, veramente riuscitissimi, e veloci e ritmate sezioni platform, è sopraffino. Abbiamo vissuto l’epopea di Cal Kestis intensamente e non abbiamo mai patito un minuto di stanca.

Il Lato Oscuro

Uno dei problemi maggiori di Star Wars Jedi: Fallen Order era da ricercarsi nella sua “sporcizia” generale, figlia di una scarsa ottimizzazione e di diversi problemi tecnici. Fortunatamente la situazione in questo sequel non è così tragica, ma sarebbe malafede non sottolineare come anche questa volta il grosso problema della produzione risiede tutto qui.

Nonostante siano presenti le ormai classiche due modalità che privilegiano o la risoluzione o il frame rate, Star Wars Jedi: Survivor non riesce a risultare impeccabile in nessuno dei casi. Non vogliamo snocciolare dati tecnici o quant’atro perché la situazione si percepisce ad occhio, tuttavia vorremmo rassicurarvi su alcune cose.

La perdita di risoluzione e frame sono comunque “compensati” da una direzione artistica fuori parametro e da un impatto visivo di tutto rispetto (anche le animazioni sono state migliorate, finalmente!), soprattutto in termini di “estensione territoriale”, inoltre i cali e i fenomeni di stuttering, a parte in un paio di sezioni avanzate in cui abbiamo avvertito anche dell’input lag, non inficiano mai la giocabilità generale del titolo, seppure spesso siano presenti.

Star Wars Jedi: Survivor
La “scala” di Star Wars Jedi: Survivor è impressionante

Il tempo risparmiato nello sviluppo (come vi abbiamo accennato nell’introduzione, lo sviluppo di questo mastodontico titolo – 30 ore per la storia principale, il doppio per il 100%, tra le altre cose -, ha richiesto meno di quattro anni) forse è la principale causa di questa situazione. O forse no, perché Respawn Entertainment, purtroppo, non si è mai dimostrata abile con l’Unreal Engine.

Ad ogni modo, non vogliamo giustificare gli sviluppatori, ma alla luce di tanta magnificenza videoludica, noi siamo riusciti a chiudere entrambi gli occhi su tutte le défaillances tecniche. Non possiamo tuttavia assicurarvi sul fatto che ci riuscirete anche voi perché dipende dalla sensibilità e/o tolleranza di ognuno.

Commento finale

Star Wars Jedi: Survivor avrà più di qualche problema sul versante tecnico, lo ribadiamo, ma lo riteniamo ugualmente uno dei migliori action-adventure degli ultimi anni. L’elevata valutazione numerica che trovate a corredo della recensione è stata assegnata tenendo conto di tali criticità, a sottolineare quanto comunque il gioco sia riuscito. Per concludere, la cosa più bella che possiamo dire di Star Wars Jedi: Survivor è che come “scala“, o come direbbero gli anglofoni “scope”, pensiamo sia uno dei pochi titoli “next-gen” presenti sul mercato. È un parco gioco con tantissime attrazioni e set-pieces, enorme, in termini qualitativi e quantitativi, che ci ha fatto capire che finalmente qualcuno ha iniziato a sfruttare queste nuove console, nonostante tutte le “strettoie” (figurative e letterali) attraverso cui siamo passati.


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9.0

Star Wars Jedi: Survivor


Star Wars Jedi: Survivor avrà più di qualche problema sul versante tecnico, lo ribadiamo, ma lo riteniamo ugualmente uno dei migliori action-adventure degli ultimi anni. L'elevata valutazione numerica che trovate a corredo della recensione è stata assegnata tenendo conto di tali criticità, a sottolineare quanto comunque il gioco sia riuscito. Per concludere, la cosa più bella che possiamo dire di Star Wars Jedi: Survivor è che come "scala", o come direbbero gli anglofoni "scope", pensiamo sia uno dei pochi titoli "next-gen" presenti sul mercato. È un parco gioco con tantissime attrazioni e set-pieces, enorme, in termini qualitativi e quantitativi, che ci ha fatto capire che finalmente qualcuno ha iniziato a sfruttare queste nuove console, nonostante tutte le "strettoie" (figurative e letterali) attraverso cui siamo passati.

PRO

Sistema di combattimento migliorato | Esplorazione dannatamente divertente grazie all'eccezionale level design | "Scope" next-gen |

CONTRO

Ottimizzazione e comparto tecnico |
Vincenzo D'Alcantara
Vincenzo D'Alcantara
Il mio amore per i videogiochi nasce grazie a mamma Sony e al folle marsupiale creato da Naughty Dog verso la fine degli anni 90. A distanza di più di venti anni i platform continuano ad essere la mia passione che tuttavia si è estesa, naturalmente e masochisticamente, a tutti i giochi impegnativi e "tosti", di qualsiasi genere essi siano.

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