Il retail è destinato a morire. Da tempo ormai è opinione diffusa che i giochi in copia fisica prima o poi smetteranno di esistere, o verranno relegati a puro collezionismo. Di contro, rimane consistente uno zoccolo duro di appassionati che tuttora ripudia il digitale. Comunque è innegabile che il mercato si sia già spostato molto in quella direzione, a prescindere da Sony o Microsoft.
In realtà se si guarda al mondo PC è evidente che la maggior parte dei videogiocatori è già passata quasi totalmente al digitale, affidandosi a librerie Steam o di altri store. Su console, dalla prossima generazione in arrivo a novembre sarà possibile scegliere di rinunciare al lettore ottico e risparmiare qualche soldo. Così nascono PlayStation 5 Digital Edition e Xbox Serie S. Se da un lato l’idea di gaming digitale di Microsoft è chiara, per quanto riguarda Sony non si può dire altrettanto.
Il digitale secondo Microsoft si chiama Game Pass
La strategia e l’offerta di Xbox Serie S sono chiare: si acquista una console leggermente depotenziata, ma comunque next gen, a un prezzo estremamente vantaggioso, e si può usufruire dell’immenso catalogo del Game Pass.
Il servizio in abbonamento di Microsoft si è ormai consolidato come la migliore offerta di questo tipo in ambito gaming, per distacco, e tutto il marketing di Xbox gli ruota attorno. In particolare l’acquisto di una Serie S viene incoraggiato dalla possibilità di abbonarsi al Game Pass e avere accesso digitale per pochi spicci a tutti i titoli già presenti. E soprattutto a quelli che arriveranno, di cui molti al day one. Giusto ieri ai titoli first party di Microsoft si sono uniti tutti quelli Bethesda, acquistata in blocco. Pochi giorni fa invece era arrivato l’annuncio che EA Play entrerà a far parte del Game Pass.
Dall’altro lato invece Sony continua (legittimamente) ad affermare che un’offerta del genere non sia sostenibile. La proposta “all digital” della casa nipponica è diversa da quella di Microsoft, ma altrettanto interessante. Infatti la Digital Edition di PlayStation 5 è esattamente identica al modello base, non fosse per il lettore (qui il nostro articolo dedicato). La differenza di prezzo tra le due versioni è di 100€ – mentre tra le due Xbox il risparmio è di ben 200€. 399€ per la Digital Edition è comunque un ottimo prezzo per entrare nella next gen senza alcun compromesso.
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Ma siamo sicuri che non ci sia alcun compromesso?
Gli acquirenti di questa edizione senza lettore della nuova console Sony risparmieranno una cifra consistente, certo. Ma sappiamo già che i giochi tripla A al lancio costeranno 10€ in più sulla nona generazione, almeno su PlayStation. E sebbene Sony abbia annunciato la PlayStation Plus Collection, che arricchisce l’offerta digitale della nuova console, questa rimane abbastanza limitata per scegliere di rinunciare al lettore.
L’alternativa al Game Pass resta l’abbonamento a Now, che tuttavia non vanta un catalogo minimamente ricco quanto quello del servizio Microsoft, né aggiornamenti altrettanto costanti. E soprattutto non offre mai alcun titolo al lancio direttamente sul catalogo, che poi è il grande punto di forza dell’offerta su Xbox.
Tuttavia, il vero problema della proposta digitale resta legato al prezzo dei singoli giochi. Sony li ha sempre proposti al lancio alla stessa cifra, anche in digitale, e pare che continuerà a farlo. Dunque gli acquirenti di PlayStation 5 Digital Edition che volessero accaparrarsi anche una copia di Spider Man o di Demon’s Souls dovrebbero comunque aggiungere 79,99€. Cosa di per sé discutibile, visto che di base nel vendere solo il software i risparmi sono decisamente non indifferenti per Sony. Mentre nell’acquisto di un gioco retail svariate parti della spesa vanno in tasca a rivenditori, distributori, supporti ottici e altri intermediari, comprando in digitale l’intera cifra va nelle tasche dell’unico e solo rivenditore.
Inoltre negli ultimi anni è capitato davvero spesso di trovare preorder di copie fisiche a prezzi vantaggiosi. Come in ogni cosa, la concorrenza sul mercato retail fa il suo effetto. Infine esistono vari modi per ammortizzare i costi per gli acquirenti di copie fisiche, dalla rivendita dell’usato agli scambi con gli amici.
Tutte cose che in digitale non esistono – sebbene la condivisione dell’account consenta di dimezzare le spese, ma è una pratica border line e non sempre comoda. L’assenza di concorrenza fa sì che lo Store Sony sia l’unico rivenditore di giochi digitali, creando di fatto quasi un monopolio. E in effetti i prezzi non sono mai particolarmente vantaggiosi, se non in periodi specifici di offerte, a distanza di molti mesi – se non anni – dall’uscita.
Il problema è più ampio di Sony
La sensazione insomma è che Sony ci stia offrendo un’esca molto allettante, dandoci la possibilità di risparmiare sul prezzo d’entrata, per poi vincolarci alle sue regole. Senza dubbio allo stato attuale la proposta digitale targata PlayStation è meno vantaggiosa rispetto a quella della concorrenza. E in effetti potremmo assistere ad alcuni accorgimenti nel prossimo futuro per riequilibrare le cose. Nelle community di videogiocatori in giro per il web sembra che Xbox Serie S + Game Pass sia una combinazione vincente, anche per il pubblico italiano, da sempre più fedele a Sony.
Resta il fatto che sul lungo periodo la concorrenza anche in ambito digital sembra necessaria. Mentre andiamo inesorabilmente verso un futuro sempre meno fisico, il bisogno di potere acquistare chiavi da riscattare sugli store – sia Sony che Microsoft – da rivenditori esterni si amplifica. Da un lato per i giocatori, che come appunto accadrà agli acquirenti di PlayStation 5 Digital Edition si ritroveranno vincolati; dall’altro per i rivenditori esterni, grandi e piccoli, che faticherebbero a rinunciare a un mercato ricco come quello del gaming.
“Potreste dire che sono un sognatore”, ma immagino un futuro in cui Amazon vende le digital key e i piccoli rivenditori delle scatole vuote con dentro un codice. E questa potrebbe essere l’unica soluzione reale.