Un remake o un soft reboot? Un episodio o un gioco completo? Un gioco a turni o un action? In che lingua giocarlo? Posso iniziare da questo?
In questi giorni è uscito uno dei titoli più attesi degli ultimi anni, se non addirittura dell’intera storia del videogioco. Vociferato prima a lungo, già nel lontano 2007 per l’uscita di Crisis Core, per l’annuncio ufficiale nel 2015 provocò reazioni mai viste prima. Da quell’E3 sono passati quasi cinque anni e sono successe molte cose nella comunicazione legata a Final Fantasy VII Remake. Finalmente il gioco è arrivato, ma ancora adesso si discute su cosa sia esattamente. Facciamo chiarezza quindi.
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Sì, è un remake. Ma…
Alla prima domanda si può rispondere immediatamente, eliminando qualunque dubbio: di nome e di fatto è un remake. Certo, è un rifacimento particolare molto lontano dall’essere in scala 1:1, ma pur sempre un remake. Il gioco originale, dopotutto, era colossale e vantava decine e decine di ambientazioni e dungeon più o meno grandi, incastonati in una mappa di gioco open world enorme.
Pensare di confezionare in un prodotto attuale l’intera esperienza di Final Fantasy VII era effettivamente fuori da ogni logica. Per questo motivo, Square Enix ha deciso di suddividere l’opera in un numero per adesso imprecisato di parti.
Insomma, Final Fantasy VII Remake è sì un rifacimento, ma si prende un’enorme libertà creativa rispetto al titolo di riferimento. Dunque l’esplorazione legata alla città di Midgar, sede della Shinra, che nell’originale occupava meno di 10 ore, qui arriva a riempire tranquillamente le 40 ore di gioco.
Final Fantasy VII Remake non è diluito
Sia ben chiaro che non si tratta di un prodotto diluito, in cui le nuove attività sono esclusivamente riempitive, per giustificare la vendita a prezzo pieno. Tutt’altro: la sceneggiatura originale del gioco è stata rivista e ampliata, con l’inserimento di nuovi personaggi ed una maggiore importanza per comprimari già noti; inoltre, la meravigliosa ambientazione è stata approfondita, svelando molti retroscena e storie in secondo piano, appena accennate nell’originale o nei suoi spin-off.
Perché bisogna anche sottolineare che Final Fantasy VII è diventato, negli anni, una vera e propria saga all’interno della celebre serie Square. Alla storia del gioco del 1997 sono stati aggiunti due giochi prequel – Before Crisis e Crisis Core – , un sequel – Dirge of Cerberus – e altri spin-off su medium diversi, come il lungometraggio sequel in CGI Advent Children. Alcuni di questi prodotti hanno ottenuto anche un discreto successo, con Crisis Core che spicca su tutti, il bellissimo prequel uscito su PlayStation Portable nel 2007 con protagonista Zack Fair, che racconta avvenimenti fondamentali per ciò che avverrà nella main story.
Episodio? Capitolo autoconclusivo? Gioco completo?
Quindi abbiamo risposto alla prima domanda: Final Fantasy VII Remake è, appunto, un remake, seppur rielabori ed espanda molti degli elementi principali e secondari della trama. Da qui giungiamo al secondo gruppo di domande. Su questo punto, bisogna dirlo, Square Enix non è stata affatto chiara. Sebbene la divisione del titolo fosse praticamente necessaria, il pubblico è notoriamente molto sensibile a questo genere di operazioni e la compagnia non ha saputo spiegare bene come ha impostato il lavoro.
Il titolo uscito in questi giorni è in realtà una prima parte di Final Fantasy VII Remake. Non un primo episodio, attenzione. Il finale del gioco saprà darvi una degna conclusione, per quanto aperta al continuo. Inoltre non si parla di un prodotto della durata di poche ore, che vedrà dei seguiti nel breve periodo, per cui vale la pena aspettare un’edizione completa. Questo remake diviso in capitoli si compone di parti della durata di un gioco completo piuttosto lungo, appunto attorno alle 40 ore come già detto. In questo senso, quello che avremo una volta che tutti i capitoli saranno usciti sarà più simile ad una trilogia di giochi, ognuno a suo modo identitario, ma anche chiaramente connesso agli altri.
Alcune risposte chiare, ma anche qualche dubbio
Perciò non lasciatevi ingannare dall’idea che questo sia solo un primo episodio, perché di fatto non lo è. Piuttosto è Final Fantasy VII Remake parte uno, senza che questo comporti un finale aperto o una longevità ridotta.
Ciò che invece, purtroppo, ancora resta da chiarire è quanti saranno i capitoli che comporranno questo remake. Allo stesso modo bisognerà capire come Square Enix gestirà il passaggio dalla prima parte alla seconda e poi alle successive. Cercherà un modo di azzerare i nostri personaggi e rendere ogni capitolo giocabile anche da solo? Oppure utilizzerà un nostro salvataggio relativo ai capitoli precedenti, richiedendo quindi di averli giocati?
Su questo non si hanno risposte certe, ma con buona probabilità si cercherà di rendere ogni capitolo giocabile anche senza i precedenti, magari con dei riassunti e qualche espediente narrativo per costringere a ricominciare la crescita dei nostri personaggi.
Combattimento a turni o action?
In questo caso la risposta è a metà strada. In Final Fantasy VII Remake si è optato per una via di mezzo tra il classico combattimento a turni e l’azione pura, prendendo gli aspetti migliori degli ultimi titoli della serie – XII, XIII e XV – e condensandoli ottenendo un risultato davvero soddisfacente.
Nel nuovo gioco Square Enix potrete attaccare, schivare e parare in tempo reale controllando un personaggio alla volta e potendo switchare tra quelli nel gruppo istantaneamente. Tutto ciò, ovviamente, senza attese o caricamenti. Queste azioni, tuttavia, riempiranno le barre Active Time Battle (ATB), spendibili per attacchi speciali, magie, azioni o uso di oggetti. Mentre si controlla un personaggio, gli altri vengono gestiti dall’I.A., svolgendo il loro compito ma riempiendo la barra dell’ATB molto più lentamente.
In questo modo, Final Fantasy VII Remake ci spinge a cambiare spesso il personaggio controllato per massimizzare il riempimento dell’ATB e cambiare il bersaglio degli attacchi nemici. Così ci troveremo a saltare in tempo reale da un membro all’altro del gruppo, riempire la barra e poi stoppare il tempo per effettuare gli attacchi speciali, prima di passare al membro successivo. Su questo fronte bisogna riconoscere assolutamente i meriti di Square Enix. La compagnia ha saputo confezionare un combat system efficace, profondo e divertente, capace di gettare le basi per le future evoluzioni della serie.
Quale lingua scegliere?
Un altro dei punti che ha fatto più discutere attorno a Final Fantasy VII Remake è il suo adattamento italiano. Già a inizio marzo, con l’uscita della demo, le differenze tra il doppiaggio inglese e i sottotitoli italiani avevano generato molte lamentele. L’opinione diffusa inizialmente era che il testo italiano fosse stato, stranamente, adattato dal giapponese, piuttosto che dall’inglese. Per questo i sottotitoli sembravano rimarcare i classici personaggi stereotipati della cultura nipponica, mentre il doppiaggio si dava un tono più maturo.
In realtà in concomitanza con l’uscita del gioco da più fonti è arrivata una smentita di questa fedeltà al giapponese e la situazione resta al momento poco chiara.
Sicuramente il gioco presenta un certo fastidio per chi mastica un po’ di inglese, se giocato con quel doppiaggio e i sottotitoli in italiano. Le differenze a volte sono davvero accentuate. Per questo motivo il consiglio che vogliamo darvi è di giocare in inglese, se avete una buona conoscenza della lingua. Impostate la vostra PlayStation 4 in lingua inglese e godetevi una perfetta corrispondenza tra audio e testo.
Se invece non vi sentite abbastanza anglofoni o semplicemente volete godervi il gioco in modo più rilassato, vi consigliamo di giocare con il doppiaggio giapponese e i sottotitoli in italiano.
Si può cominciare da Final Fantasy VII Remake?
Assolutamente sì. Per quanto il gioco offra un’esperienza particolare per tutti i veterani dell’originale, è un prodotto sicuramente ottimo per approcciare la serie di Final Fantasy per la prima volta.
Certo, non potrete cogliere i rimandi al gioco del ’97 e godere di quell’effetto nostalgia nel ripercorre luoghi già noti. Senza dubbio, però, questa nuova saga di Final Fantasy VII Remake rappresenta un perfetto punto d’ingresso per i novizi. Anche perché, ricordate, la serie di Final Fantasy è composta da titoli sconnessi tra loro, che di fatto condividono solo elementi di gameplay e un respiro di fondo del racconto. Non è assolutamente necessario aver giocato gli altri capitoli, non ci sono riferimenti al VI o ai precedenti.
Del resto, l’immaginario dipinto nel settimo capitolo della serie è indubbiamente uno dei più belli, originali e profondi in assoluto, dalla spiccata maturità. In questo remake tutti questi elementi sono amplificati e migliorati, restituendo in nuova veste quello che sicuramente è uno dei picchi della serie Square Enix.
Infine, il nuovo combat system ideato dagli sviluppatori rappresenta il giusto compromesso tra le turnazioni classiche, tipiche di Final Fantasy, e un’azione più moderna e attuale. Un perfetto ibrido tra brutalità e tattica, profondo quanto serve, appagante al punto giusto.
Final Fantasy VII Remake è insomma un gioco veramente adatto a tutti e sembra essere finalmente quella ventata d’aria fresca di cui la serie aveva bisogno da più di un decennio.