Netflix ha confermato ufficialmente che Squid Game 3 arriverà il prossimo 27 Giugno, confermando l’indiscrezione che era filtrata nelle scorse settimane.
Come vi avevamo anticipato, lo show sudcoreano campione di visualizzazioni tornerà con la sua stagione finale e conclusiva tra pochi mesi, appena in tempo per l’inizio dell’estate. Per l’occasione, Netflix ha altresì condiviso il primo poster ufficiale, che invita tutti gli spettatori a prepararsi all’ultimo macabro gioco.
Senza spoilerare gli eventi della seconda stagione, possiamo dire di essere estremamente curiosi di sapere quale sarà l’epilogo delle vicende, come terminerà realmente il gioco e quali personaggi riusciranno a salvarsi da un triste destino che sembra inevitabile.
Vi ricordiamo che nei primi quattro giorni il ritorno di Seong Gi-hun ha siglato il record di 68 milioni di visualizzazioni, segnando un nuovo traguardo Netflix ritoccando il precedente primato di Mercoledì (fermatasi a 50,1 milioni). Squid Game 2 ha esordito piazzandosi al primo posto in tutte le divisioni territoriali di Netflix e non fatichiamo ad immaginare che un simile scenario possa replicarsi nuovamente con la terza stagione.
L’appuntamento con Squid Game 3 è dunque per il prossimo 27 Giugno.
Hello Games, lo studio che ha rivoluzionato il concetto di sandbox spaziale con No Man’s Sky, è impegnato su un nuovo titolo noto con il nome in codice “Light No Fire”. Secondo le ultime indiscrezioni, i creatori di uno dei giochi più longevi e chiacchierati degli ultimi anni stanno sviluppando un’esperienza capace di superare, in termini di scala e ambizione, persino l’immenso universo di No Man’s Sky.
Le informazioni arrivano direttamente da fonti vicine a Hello Games. Il team guidato da Sean Murray non ha rilasciato dettagli ufficiali, ma i rumor suggeriscono che la fase di sviluppo sia già piuttosto avanzata. L’idea di base è offrire qualcosa che non solo riprenda la visione a lungo termine di No Man’s Sky, ma vada addirittura oltre, puntando a stupire ancora una volta la community e a consolidare la reputazione dello studio.
Un nuovo orizzonte dopo No Man’s Sky
Chi segue Hello Games sa bene quanto i loro progetti possano evolversi dopo l’uscita. No Man’s Sky ne è l’esempio perfetto: partito con diverse polemiche, è stato trasformato in un’opera di culto, grazie a continui aggiornamenti gratuiti e a una dedizione impressionante da parte del team di sviluppo.
Stando alle fonti, “Light No Fire” proverà a ripercorrere quella stessa filosofia di evoluzione costante, ma con un approccio diverso e un concept ancora più vasto. Non è chiaro se resterà fedele al genere survival-exploration o se si avventurerà su nuovi fronti di gameplay. Ciò che sembra certo è la volontà di creare un’esperienza capace di tenere alto l’interesse del pubblico a lungo termine, proprio come accaduto con No Man’s Sky.
Come procede lo sviluppo
Le fonti indicano che Hello Games stia mantenendo il massimo riserbo, probabilmente per evitare la pressione e le aspettative che avevano accompagnato il lancio di No Man’s Sky. Alcuni insider parlano di un team che lavora in modo compatto e focalizzato, senza rilasciare anticipazioni azzardate o scadenze pubbliche.
Ci si aspetta, tuttavia, che Sean Murray e il suo gruppo di sviluppatori comunichino i primi dettagli quando il progetto sarà “sufficientemente maturo”. Nel frattempo, i fan possono solo speculare sulle eventuali meccaniche, l’ambientazione e la natura dell’universo che “Light No Fire” offrirà.
Mentre aspetti, esplora “World Part 2” di No Man’s Sky
In attesa di saperne di più sul nuovo gioco, Hello Games non ha certo abbandonato No Man’s Sky. Se vuoi restare aggiornato sulle ultime novità dell’universo spaziale più in evoluzione di sempre, puoi leggere il nostro articolo dedicato all’aggiornamento “World Part 2”, che ha introdotto miliardi di nuovi mondi e creature.
A distanza di quasi un anno dopo il suo viaggio inaugurale su PlayStation 5, Final Fantasy VII: Rebirth approda su PC (verificato anche Steam Deck) con una serie di significativi miglioramenti tecnici. Si tratta della seconda parte del remake (che si concluderà con una parte 3) dell’iconico Final Fantasy VII di Squaresoft pubblicato nel lontano 1997. I lavori sul progetto sono iniziati subito dopo l’uscita della prima parte del remake nel 2020. Lo sviluppatore – guidato da Naoki Hamaguchi e dal produttore Yoshinori Kitase, che ha anche lavorato al gioco originale del 1997 – ha cercato non solo di preservare lo spirito dell’originale, ma anche di espandere la storia aggiungendo nuovi elementi e approfondendo lo sviluppo dei personaggi. Il capitolo centrale della saga del remake di Final Fantasy VII porta Cloud e compagni lontano da Midgar – in un viaggio attraverso il pianeta – per dare la caccia a Sephiroth e fermare i suoi piani malvagi. Pieno di cose da fare e da vedere, una miriade di missioni secondarie da scoprire e una storia che vi terrà impegnati fin dall’inizio, è un JRPG tentacolare che abbiamo davvero amato giocare. Per un approfondimento, potete leggere la recensione completa della versione PS5 che il nostro buon Danilo ha particolarmente apprezzato definendolo, senza mezzi termini, “un capolavoro assoluto nonché il miglior titolo targato Square Enix degli ultimi anni”.
Versione testata: PC (Steam)
Requisiti di sistema
Di seguito sono riportati i requisiti di sistema ufficiali e una breve descrizione di come cambia la componente visiva a seconda delle impostazioni:
Minimi:
Richiede un processore e un sistema operativo a 64 bit
Note aggiuntive: 1080P / 30FPS (Graphics Quality Preset “Low”), SSD Required. Graphics Cards with Shader Model 6.6 support and OS with DirectX 12 Ultimate support required. 12GB VRAM or above recommended to play on 4k resolution.
Consigliati:
Richiede un processore e un sistema operativo a 64 bit
Sistema operativo: Windows 11 64-bit
Processore: AMD Ryzen 5 5600 or Ryzen 7 3700X / Intel Core i7-8700 or Core i5-10400
Note aggiuntive: 1080p / 60FPS (Graphics Quality Preset “Medium”), SSD Required. 12GB VRAM or above recommended to play on 4k resolution.
Impostazioni minime
L’immagine appare meno dettagliata: le texture hanno una risoluzione inferiore, i modelli dei personaggi e gli ambienti sono semplificati. Gli effetti di illuminazione e ombra sono meno evidenti e la quantità complessiva di dettagli visivi è ridotta. I colori potrebbero apparire un po’ più sbiaditi, poiché la post-elaborazione e gli effetti speciali (come bagliore e profondità di campo) sono attivati al minimo o disattivati del tutto.
Impostazioni massime
Al massimo, il gioco rivela l’intera gamma di capacità grafiche: texture di alta qualità, modelli dettagliati, ombre realistiche e illuminazione volumetrica. La post-elaborazione funziona a piena capacità: transizioni morbide e evidenti di luce e ombra, colori saturi, riflessi nitidi e altri effetti visivi che migliorano significativamente il realismo dell’immagine complessiva.
L’edizione definitiva?
Final Fantasy VII: Rebirth prosegue nel reboot della serie cult, sfrutta il DirectX 12 ed è stato progettato per sistemi operativi a 64 bit. La grafica di Final Fantasy VII: Rebirth è sicuramente uno degli aspetti chiave che fanno davvero risaltare il gioco. Utilizzando il rodatissimo Unreal Engine 4, gli sviluppatori hanno raggiunto un incredibile livello di dettaglio e realismo. Ogni personaggio, luogo, bioma ed elemento dell’ambiente sembra vivo, grazie a texture elaborate, un complesso sistema di illuminazione ed effetti cinematografici. Nel dettaglio: L’illuminazione dinamica su PC è significativamente migliorata e consente maggiore chiarezza, una maggiore densità di texture e un aumento della densità dei poligoni di sfondo, così come le ombre, ancora più realistiche. Ciò è particolarmente evidente negli spazi aperti, dove la luce del sole e gli effetti atmosferici come la nebbia o la pioggia creano un senso di enorme immersione. Così come particolare attenzione è stata rivolta all’animazione dei personaggi. Le espressioni facciali, i movimenti e l’interazione con l’ambiente sono elaborati nei minimi dettagli. Ciò consente non solo di rendere più spettacolari le scene di combattimento, ma anche di trasmettere profondità emotiva nei dialoghi e nei momenti più significativi della trama. Il gioco è stato ottimizzato per le schede video moderne, consentendo di scegliere il giusto equilibrio tra prestazioni e qualità grafica (permettendo di scegliere tra tre configurazioni di dettaglio grafico ottimizzate).
Con il supporto al DLSS è possibile ottenere un frame rate fino a 120 fps. Questo rende il titolo molto più fluido rispetto ai 60 fps ottenibili su PlayStation 5, che sono comunque più che sufficienti per una buona esperienza di gioco. Su PC – altresì – è possibile aumentare ulteriormente il livello di dettaglio con texture ad alta risoluzione dinamica, dal 33% al 100% (qui niente supersampling), anti-aliasing migliorato (offre tre opzioni: TAA, TAAU e DLSS) e altre funzionalità grafiche (come i modelli sullo sfondo, l’oceano, i modelli dei personaggi, gli effetti di nebbia, le ombre, il numero di personaggi visualizzati e la distanza da cui verranno visualizzate le loro ombre). C’è anche un’opzione per il font a bassa risoluzione. La maggior parte di queste opzioni può essere impostata su Bassa o Alta, mentre altre su Media o Ultra. Ciò permette anche ai più piccoli dettagli nell’ambiente e nei design dei personaggi di risaltare, rendendo l’esperienza più immersiva.
Inizialmente eravamo un pochino titubanti dati i requisiti tecnici richiesti. Tuttavia, siamo rimasti piacevolmente sorpresi nel vedere la nostra configurazione composta da CPU 5800X di AMD, GPU NVIDIA RTX 3080Ti, 16 GB di RAM e un SSD NVMe PCI-e 4.0, riuscire a gestire Rebirth con relativa facilità permettendoci di giocare in 2K senza problemi e di raggiungere un livello di dettaglio grafico quasi completo (settato su Alto e con anti-aliasing DLSS). A livello di prestazioni, gli fps oscillavano da 85 a 105 (1920×1080) e fra 71 e 86 (2560 x1440) con generalmente cali di FPS minori (e intendiamo dire 2 o 3).
I risultati – nel complesso – sono stati sbalorditivi, dai volti dettagliati dei personaggi (con tanto di riflessi negli occhi dei personaggi e le più piccole rughe sui loro volti) ai tramonti che si riflettono magnificamente nell’ambiente. Il gioco non supporta FidelityFX Super Resolution (FSR) di AMD e XeSS (il che sorprende) e manca anche il supporto all’ultra-wide screen, ma la suite di opzioni grafiche disponibili fanno comunque una grande differenza. Ad esempio, quando ci si trova in una scena in cui il sole sta tramontando e/o le luci intorno si stanno accendono, si crea un’atmosfera che è allo stesso tempo tanto magnifica quanto malinconica. La luce danza sulle superfici degli edifici e sembra quasi di poter sentire il candido calore dei lampioni, il che dà la sensazione di essere nel mondo di gioco. In termini prestazionali, anche durante le battaglie più intense non abbiamo mai notato che il gioco scendesse sotto i 60 fps. I bug sono stati rari e non abbiamo riscontrato crash di alcun tipo. Il port è incredibilmente rifinito, il che fa capire quanto il team abbia imparato dopo le critiche del 2021. Da segnalare solo più di qualche texture pop-in (al pari di PS5), ma non le abbiamo trovate troppo fastidiose.
Sebbene non siano stati aggiunti nuovi contenuti alla versione per PC (dal peso non indifferente di oltre 150 GB), sembra comunque un’esperienza più completa grazie ai tanti miglioramenti tecnici. La grafica e gli alti frame rate rendono le battaglie più intense e coinvolgenti. Gli effetti particellari e i dettagli derivanti dal sistema di illuminazione dinamica nelle battaglie sembrano fantastici, specialmente nelle scene in cui più personaggi eseguono i loro attacchi contemporaneamente e lo schermo si riempie di effetti esplosivi. Si rimane davvero colpiti da ciò che un PC prestazionale può offrire. Sebbene la versione PS5 a 30 fotogrammi e con risoluzione 4K risulti piuttosto buona (al netto di una qualità dell’immagine un po’ sporca anche selezionando la modalità grafica) in termini di nitidezza dell’immagine, impallidisce se confrontata con questa versione PC (che sfoggia una qualità visiva pulita e senza compromessi).
Comandi
Naturalmente, la versione PC consente di giocare con mouse e tastiera, ma vi diciamo chiaramente che il gioco è stato progettato per funzionare al meglio con un controller (abbiamo optato per quello Xbox One anche se è pienamente compatibile con il di DualSense). I controlli della tastiera funzionano, ma richiedono una certa maestria e destrezza muscolare, soprattutto durante le battaglie in cui le combinazioni di tasti complesse possono essere davvero ardue da padroneggiare. Fortunatamente, è possibile riconfigurare i tasti, il che aiuta un po’ (ma non riuscirete mai a raggiungere il livello di perfezione e di naturalezza offerto da un controller tradizionale). Un’altra sfida in termini di controlli tramite tastiera è che la telecamera – in più di una occasione – è risultata imprecisa, specialmente in spazi angusti o durante i combattimenti più frenetici. Questo può portare a commettere errori non voluti perché la telecamera non riesce a tenere il passo. È frustrante, ma per fortuna non è qualcosa che rovina completamente l’esperienza. Optate per il controller, in questo modo le battaglie diventano più intuitive e le combo complesse più facili da eseguire. Soprattutto nei combattimenti più lunghi con i boss, dove precisione e tempismo sono cruciali, un controller fa una differenza significativa.
Stessa musica di qualità
La musica è un altro grande punto di forza del gioco. È impressionante sia su PC che su console, ma con un buon sistema audio o delle cuffie di qualità (come ad esempio le Turtle Beach Stealth 700 Gen 3), l’esperienza è ancora più appagante. Gli arrangiamenti nel gioco sono fra i più epici ed emozionanti dell’industry videoludica, spaziando da melodie drammatiche a melodie più intime a seconda di cosa sta accadendo. Unite la colonna sonora ai magnifici dettagli visivi, e sarete davvero risucchiato nel mondo di gioco.
Performance su ASUS Rog Ally
Final Fantasy VII: Rebirth è un gioco molto esigente ed è stato lanciato – come detto precedentemente – su PC senza opzioni di upscaling come FSR o XeSS. Dopo aver portato la VRAM a 8GB e impostando tutto su medio (ad eccezione del livello di dettaglio del personaggio e degli effetti, impostati su alti), siamo riusciti ad ottenere un’esperienza a 30/35 FPS (elevabili ad una quarantina utilizzando AFMF 2 o software di terze parti Lossless Scaling) con risoluzione a 720p. L’esperienza è stata buona, con lievissimi fenomeni di stuttering. Anche se visivamente il downgrade è evidente, dobbiamo dire che la nitidezza e la qualità dell’immagine è risultata essere comunque buona, complice anche lo schermo di ridotte dimensioni. Non siamo riusciti a goderci l’esperienza portando la qualità su “alto”. I cali di framerate sono stati costanti, addirittura fino a 5 fps, il che ha portato a freeze e blocchi della schermata durante il gioco. Mentre su un preset “basso”, gli fps sono arrivati agevolmente vicini agli 80.
Commento finale
Vale la pena acquistare Final Fantasy VII: Rebirthsu PC? Dipende! Se avete già giocato alla versione console, vi diciamo chiaramente di no (non ci sono abbastanza novità per giustificarne l’acquisto), se invece non avete ancora vissuto l’esperienza, la versione PC – a patto di aver una configurazione di un buon livello – è la scelta consigliabile per i miglioramenti grafici, la flessibilità delle impostazioni e la fluidità. Tuttavia, c’è un piccolo bonus per coloro che posseggono i salvataggi di Final Fantasy VII: Remake Intergrade. La versione PC riconosce i salvataggi precedenti e fornisce alcuni piccoli vantaggi. Ad esempio, è possibile ottenere equipaggiamento o oggetti extra che possono darvi un piccolo boost all’inizio del gioco. Questa può essere una bella motivazione per quei giocatori che vogliono vedere come i loro progressi precedenti impattino (seppur limitatamente) sull’esperienza di gioco. Nel complesso, quindi, la versione per PC di Final Fantasy VII: Rebirth è un’esperienza potente che mostra davvero cosa può fare un hardware PC di livello in termini di gaming. Se amate la storia e i personaggi del gioco e avete aspettato con trepidazione la versione per PC, non rimarrete delusi. Square Enix ha realizzato un solido porting che consente a un numero ancora maggiore di giocatori di provare questa epica avventura. La solida base tecnica del gioco, combinata con una storia e un gameplay già fantastici, lo rende un’uscita imperdibile.
Capcom ha ufficializzato che il prossimo 4 Febbraio si terrà l’evento digitale Capcom Spotlight, in cui tornerà a mostrarsi anche Onimusha: Way of the Sword, seguito da un Monster Hunter Wilds Showcase.
La trasmissione in streaming durerà complessivamente circa 35 miunti e permetterà ai fan di avere un nuovo sguardo su titoli come Onimusha: Way of the Sword, Capcom Fighting Collection 2 e Marvel vs. Capcom Fighting Collection: Arcade Classics. A seguire, il producer Ryozo Tsujimoto condividerà nuove informazioni su Monster Hunter Wilds, tra cui un nuovo trailer ed anticipazioni sul secondo open beta test.
Non resta che attendere pochi giorni per scoprire tutte le novità del Capcom Spotlight.
No Man’s Sky non accenna a fermarsi. Con l’annuncio di “Worlds Part 2”, Hello Games conferma ancora una volta la sua volontà di trasformare il gioco in un universo sempre più grande e sorprendente. L’aggiornamento introduce miliardi di nuovi pianeti, creature inedite e un mondo sottomarino più ricco, confermando l’inarrestabile percorso di evoluzione iniziato con le precedenti espansioni.
La notizia ha rapidamente fatto il giro della community, suscitando entusiasmo tra gli appassionati che hanno seguito la crescita di un progetto passato dagli esordi controversi a un vero e proprio cult del panorama sandbox. Ora, con “Worlds Part 2”, l’obiettivo di Hello Games sembra essere quello di rendere l’universo di No Man’s Sky ancora più vivo e vario.
Nuove regole per l’esplorazione
La grande novità sta nella quantità di mondi inediti, capaci di spingere ulteriormente i limiti di un gioco già vastissimo. Stando a quanto riferito, questi nuovi pianeti si distingueranno per biomi originali, scenari estremi e livelli di biodiversità mai visti prima. Gli sviluppatori puntano a dare ai giocatori la sensazione di trovarsi davvero di fronte a un universo in costante movimento.
Anche le creature beneficiano di un incremento di varietà, con specie che abitano zone prima scarsamente popolate. Le acque sottomarine, poi, diventano più ricche e misteriose grazie all’introduzione di nuove forme di vita e fenomeni geologici unici.
Hello Games ha confermato che, insieme ai contenuti, arriveranno anche correzioni di bug e ottimizzazioni tecniche, una consuetudine che caratterizza ogni update significativo di No Man’s Sky. Lo scopo della software house è quello offrire un’esperienza sempre più fluida.
Un viaggio che non finisce mai
Dall’uscita nel 2016, No Man’s Sky è passato attraverso una serie di aggiornamenti gratuiti che ne hanno rivoluzionato la formula iniziale. Titoli come Next, Origins e Frontiers hanno aggiunto modalità cooperative, costruzione di basi avanzate e migliorie grafiche, segnando un percorso di crescita che ha cambiato radicalmente la percezione del gioco.
Con “Worlds Part 2”, Hello Games ribadisce l’impegno a prolungare la vita di un universo che ormai è diventato sinonimo di esplorazione libera e continua scoperta. Per i giocatori, ciò significa poter contare su un sandbox spaziale che si rinnova a ogni espansione, rendendo l’avventura sempre fresca e imprevedibile.
L’inverno del 2025 prosegue la sua marcia con un Febbraio che riserva alcuni degli apppuntamenti videoludici più importanti dell’anno!
Se numericamente Febbraio 2025 non offrirà moltissime release (in linea insomma con Gennaio), dal punto di vista qualitativo si tratta di un mese che rischia di aggiudicarsi fin da adesso un posto sul podio dei migliori dell’anno. Meno titoli ma di elevata qualità e grandi aspettative. Si parte fortissimi con Kingdom Come: Deliverance 2, mastodontico RPG che potrebbe candidarsi da adesso a titolo di sorpresa dell’anno. Si prosegue con un certo Sid Meier’s Civilization 7, nuovo capitolo della leggendaria saga strategica che ambisce a rivoluzionare un genere che ha concorso a creare. Dopo la metà del mese sarà il turno di Avowed, esclusiva per PC e console Microsoft, inedita avventura ruolistica d’azione firmata da Obsidian Entertainment. Le avventure nell’universo di Like a Dragon continueranno dunque con l’atteso e folle Pirate Yakuza in Hawaii. La conclusione del mese sarà dunque affidata ad un certo Monster Hunter Wilds, che non ha certamente bisogno di presentazioni. E se avete fame di indie e produzioni più di nicchia, non temete: ci sarà qualcosa anche per voi!
Ecco di seguito una lista (con i trailer completi) dei titoli di Febbraio 2025: troverete anche un comodo link per Amazon, per assicurarvi il prezzo più basso disponibile!
Le speculazioni su Nintendo Switch 2 continuano a sfarsi sempre più insistenti, e questa volta è il noto insider Nick Baker a rivelare nuovi dettagli sulla console. Secondo le ultime indiscrezioni, Nintendo starebbe pianificando il lancio della nuova piattaforma a Giugno 2025, con almeno due varianti disponibili al lancio.
Queste informazioni, pur non essendo confermate ufficialmente, stanno già creando discussioni tra i fan e gli analisti del settore, specialmente in merito al prezzo e ai potenziali bundle che accompagneranno la nuova console.
Quando esce Nintendo Switch 2?
Nintendo svelerà ufficialmente la Switch 2 il 2 Aprile 2025, durante un evento Nintendo Direct dedicato alla nuova console.
L’azienda giapponese ha dunque intenzione di prendersi tutto il tempo necessario per affinare il prodotto e assicurarsi un lancio privo di problemi, evitando la fretta nel piazzarsi sul mercato prima delle concorrenti PlayStation e Xbox (con le problematiche legate allo stanziamento di un numero sufficiente di unità al lancio). Secondo alcune voci di corriodio, la finestra di lancio potrebbe coincidere con Giugno.
Nel frattempo, Nintendo continua a mantenere il massimo riserbo, ed ogni ulteriore informazione deve essere considerata come un’indiscrezione non ancora confermata.
Ipotesi di bundle al lancio
Stando alle dichiarazioni di Nick Baker, Nintendo Switch 2 potrebbe arrivare sul mercato con due versioni al lancio:
Edizione standard: prezzo di 449 €
Bundle con Mario Kart: prezzo di 499€
Questa strategia permetterebbe a Nintendo di offrire un’opzione più accessibile per chi desidera acquistare solo la console e, allo stesso tempo, una versione con un titolo di punta incluso per attirare un pubblico più ampio.
Questi prezzi segnerebbero un aumento significativo rispetto a Nintendo Switch OLED, ma potrebbero essere giustificati dalle nuove caratteristiche hardware e software.
Nintendo pronta a rispondere alla next-gen?
Con PlayStation 5 e Xbox Series X|S ormai ben radicate nel mercato, la nuova console Nintendo dovrà dimostrare di avere le carte in regola per rimanere competitiva. L’eventuale supporto a tecnologie più avanzate, unito a una strategia di prezzo equilibrata, sarà fondamentale per conquistarsi uno spazio nel settore.
Per il momento, Nintendo continua a mantenere il silenzio su Switch 2, ma come siamo abituati, più leak e indiscrezioni che emergono più un annuncio ufficiale è vicino.
Nel frattempo, alcune informazioni sono già state confermate direttamente da Nintendo: scopri qui tutti i dettagli ufficiali sullanuova console.
Il ritorno di Silent Hill 2sta riscuotendo un successo notevole. Il remake, sviluppato da Bloober Team con la supervisione di Konami, ha superato le 2 milioni di copie vendute in poco più di tre mesi. Un risultato che conferma quanto questa saga sia ancora amata dai giocatori, nonostante i dubbi iniziali che avevano accompagnato il progetto.
Nei primi tre giorni dal lancio, il gioco aveva già superato il milione di copie vendute, e con il passare delle settimane ha continuato a mantenere un buon ritmo. Un segnale chiaro: l’operazione nostalgia, se fatta con il giusto rispetto, senza alterare o modificare il titolo originale, può ancora conquistare i videogiocatori sia nuovi che di vecchia data.
Un remake fedele all’originale
L’idea di riportare in vita Silent Hill 2 con un remake aveva diviso i fan ancor prima dell’uscita. Bloober Team, noto per lavori come The Medium e Layers of Fear, era stato accolto con scetticismo. Ci si domandava se la software house sarebbe riuscirà a rendere giustizia a un titolo così iconico.
Ora che il gioco è nelle mani del pubblico, il verdetto è più chiaro. Grazie all’Unreal Engine 5, il comparto tecnico è stato completamente ricostruito, portando un miglioramento grafico evidente e un sistema di combattimento più moderno. Tuttavia, l’esperienza di gioco è rimasta fedele all’originale, mantenendo l’atmosfera disturbante e la profondità narrativa che hanno reso Silent Hill 2 una leggenda del survival horror.
Le reazioni non sono state unanimi. Alcuni hanno elogiato l’ottima resa grafica e il rinnovato comparto audio, mentre altri hanno criticato la gestione della telecamera e un’intelligenza artificiale dei nemici che a volte lascia a desiderare. Nonostante ciò, il traguardo delle 2 milioni di copie vendute conferma che il remake ha saputo catturare l’interesse sia dei veterani della serie che dei nuovi giocatori.
Silent Hill è davvero tornato?
Il successo commerciale di Silent Hill 2 Remake dimostra quanto il pubblico fosse affamato di un ritorno della saga. Per Konami, questo è stato solo il primo passo di un piano più ampio che prevede il rilancio dell’intero franchise. Tra i progetti in sviluppo troviamo Silent Hill f, ambientato in un’inedita cornice giapponese, e Silent Hill: Townfall, che promette un approccio narrativo differente rispetto alla saga.
Se da un lato il remake ha riportato alla luce uno dei capitoli più amati del survival horror, dall’altro ha sollevato dubbi sul futuro della serie. Konami punterà su nuovi capitoli inediti o continuerà a riproporre classici in chiave moderna?
Volete sapere se vale la pena giocarlo? Ecco la nostra recensione
Se ancora non avete provato Silent Hill 2 Remake e volete scoprire cosa funziona e cosa no, trovate la nostrarecensione completa. Qui analizziamo ogni aspetto del gioco, dal gameplay all’atmosfera, per capire se questa nuova versione riesce davvero a ricreare la magia dell’originale.
Correva l’anno 1997 quando l’allora KOEI pubblicava Dynasty Warriors per PlayStation. Un progetto destinato a cambiare il corso della vita dell’azienda, che si sarebbe progressivamente allontanata dal genere strategico (uno dei cavalli di battaglia della compagnia di Yokohama) in favore di una tipologia videoludica totalmente diversa: il musou. Con il passaggio alla generazione successiva di home console, la saga cambia infatti pelle. La transizione da fighting game tradizionale ad hack & slash ad ampio respiro rivoluziona Dynasty Warriors, creando un nuovo genere che avrebbe dato i natali, in quasi trent’anni, ad un numero ragguardevole di capitoli principali, spin-off ed esperimenti su licenza.
La caratteristica fondamentale della serie è stata da sempre quella di calare i giocatori in enormi battaglie campali, nella saga principale ambientate nella belligerante Cina dei Tre Regni. Vestendo sempre i panni di valorosi combattenti talmente potenti da poter sbaragliare decine di avversari con pochi fendenti, inseguendo gli onori della vittoria. Una IP longeva che tuttavia ha negli anni sofferto un sostanziale immobilismo, con ben poche innovazioni e parecchio riciclo al punto da aver allontanato parte del pubblico più fedele. Con Dynasty Warriors: Origins, l’obiettivo di Omega Force è chiaro ed ambizioso: rilanciareil brand con il capitolo più cinematografico e stratificato di sempre.
Il titolo è disponibile dal 17 Gennaio per PlayStation 5, Xbox Series e PC (via Steam).
Versione testata: PlayStation 5
Alle origini del mito
Dynasty Warriors: Origins attua una prima scelta tanto coraggiosa quanto inaspettata sul versante meno atteso: la narrativa.
Sullo sfondo di una Cina turbata dalla rivolta dei turbanti gialli, dapprima espressione del diffuso malcontento della popolazione verso i regnati divenuti poi a loro volta avidi oppressori, i giocatori faranno la conoscenza di un vagabondo senza nome e senza passato. Incredibilmente abile in battaglia e soprannominato dai suoi compagni Ziluan, il guerriero apprenderà di essere parte di un antico clan di guerrieri predestinati a favorire l’avvenire del rigoglioso e prospero impero cinese. Dovrà dunque combattere al fianco dei grandi generali che hanno deciso le battaglie dei Tre Regni propiziando la nascita di nuova era.
La narrativa è molto più curata rispetto al passato.
Non si tratta di una trovata originale o innovativa da parte degli sceneggiatori, in alcun modo. Cionondimeno, essa è stata realizzata in maniera attenta e scrupolosa al punto da gettare una nuova interessante prospettiva a storie che, se avete giocato qualche titolo ambientato in questo periodo storico, oramai avrete già visto e sentito più volte. Il merito di Origins, tuttavia, è di approfondire tematiche ed eventi storici, spesso con un pathos ed un dramma sopra le righe, in maniera più chiara ed appetibile rispetto ad altre proposte del panorama videoludico. Certamente, se non avete interesse per la storia cinese e andate in confusione non appena iniziate a leggere i nomi di condottieri e generali dell’epoca dei Tre Regni, il nuovo Dynasty Warriors non sarà granché appassionante o illuminante.
Lo sforzo degli sviluppatori tuttavia passa anche attraverso ad un inedito peso concesso alla sceneggiatura, laddove in passato la riproduzione delle battaglie finiva spesso per essere fine a sé stessa senza un’opportuna contestualizzazione. Adesso i personaggi hanno una migliore caratterizzazione, il protagonista può stringere rapporti ed approfondire relazioni, impegnarsi in incarichi secondari, concorrere al benessere della popolazione e fare scelte importanti in snodi cruciali dell’avventura. Tutto viene proposto in maniera più coinvolgente e dinamica, nonostante il prezzo da pagare sia stato quello di perdere l’opportunità di poter impersonare altri personaggi oltre a Ziluan. Esatto, Dynasty Warriors: Origins ha totalmente rinunciato all’aspetto gargantuesco dei personaggi giocabili in favore del solo protagonista. Una scelta che potrà terrorizzare alcuni fan della serie, ma che si motiva nel contesto generale del gameplay.
Si tratta del capitolo più cinematografico della serie.
Viandante sul mare di nemici
Dynasty Warriors: Origins ci mette dunque nei panni del vagabondo Ziluan, di fatto l’unico personaggio giocabile del titolo. Una scelta di questo tipo potrebbe sembrare una mossa kamikaze da parte di Omega Force, soprattutto se si pensa che negli anni proprio la varietà di personaggi giocabili è stato uno dei selling point della serie (e dei suoi spin-off). Al contrario, si tratta di una decisione ardita per permettere alla saga di ripartire con un nuovo piglio.
Nel corso del viaggio, il protagonista acquisirà nuove tecniche, armi e padronanza delle proprie abilità. Un senso di progressione costante che aprirà le porte non solo all’impiego di opzioni diversificate per affrontare le battaglie del titolo, ma che concede a Dynasty Warriors di abbracciare finalmente concept moderni. Parliamo della possibilità di dotarsi di equipaggiamenti specifici, di craftare accessori di potenziamento, di creare una propria build specifica per ogni occasione.
Esattamente come per la narrativa, non ci troviamo di fronte ad idee avveniristiche o stravolgimenti epocali. Anzi, agli occhi dei più critici queste integrazioni potrebbero sembrare la base fondamentale per proporre un action nel 2025. Ed in un certo senso è così. Le migliorie introdotte in Origins sono effettivamente una feature divenuta “di serie” nel panorama contemporaneo. Tuttavia bisogna pensare che era tremendamente complesso introdurle in una saga che, per sua natura e per desiderio di molti fan, era rimasta tendenzialmente inalterata da decenni.
Mosse possenti e nemici al vento: è un Dynasty Warriors.
Un ulteriore esempio, in questo senso, è dato dall’introduzione di avversari più possenti sul campo di battaglia per i quali le regole di ingaggio saranno diverse. Laddove dovrete affrontare tali figure, ecco che Origins proporrà un sistema di lock-on, un meccanismo di schivate e parry nonché difese da infrangere per permettere devastanti attacchi finali. Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a novità in senso assoluto? Assolutamente no. Ma si tratta di una gustosa introduzione che rende più varia l’esperienza? Decisamente si.
Di base, l’esperienza sul campo di battaglie è fondamentalmente la stessa rispetti ai classici della serie, sia chiaro. La volontà degli sviluppatori non era quella di snaturare Dynasty Warriors. Bensì di integrarlo con modifiche ed aggiunte tali da svecchiare una formula che stava arrancando sotto il peso degli anni. Ed in questo senso, l’obiettivo può ritenersi raggiunto. Parte del merito va condiviso anche con il lavoro svolto sul versante tecnico. Il titolo risulta infatti ben ottimizzato su PlayStation 5. Il colpo d’occhio è intrigante, coadiuvato da una stabilità di prestazioni tendenzialmente affidabile (soprattutto considerando le centinaia e centinaia di truppe a schermo).
E se siete ancora interdetti dall’assenza dei personaggi sbloccabili, dopo aver considerato il quadro di insieme vi possiamo rassicurare. Non solo le armi utilizzabili dal protagonista sono sufficientemente varie e diversificate da cambiare de facto l’approccio alle lotte, ma sarà altresì possibile comandare alcuni guerrieri in particolari momenti dell’avventura. Magari non una soluzione che farà contenti tutti, ma credeteci: il sacrificio ha giovato nell’economia complessiva del game design.
Alcune armi sono molto utili per il crowd control ma dovrete gestirne anche i difetti.
La foresta delle sberle volanti
L’andamento delle battaglie, dal canto loro, segue il medesimo canovaccio della saga. Lotte contro ondate di nemici per conquistare punti sensibili delle mappe, per raggiungere determinati checkpoint o per sconfiggere nemici specifici. Tuttavia le cose sono leggermente diverse in Origins.
Anzitutto, l’andamento delle battaglie è stato realizzato in maniera più dinamico e fluido. Un risultato ottenuto grazie all’indicatore di morale delle truppe. A a seconda degli eventi nel corso delle lotte, esso potrà influenzare in tempo reale atteggiamenti, potenza ed aggressività delle forze in campo. Omega Force ha poi introdotto la possibilità di impiegare abilità legate a specifici gruppi di soldati, aumentando la stratificazione delle manovre tattiche. Il giocatore dovrà così, come sempre, correre da un punto all’altro delle mappe gestendo con priorità gli obiettivi più importanti. Tuttavia dovrà farlo con intelligenza e rapidità di pensiero, visto che tra l’altro anche la difficoltà è stata ritoccata.
A sorpresa, fa persino capolino una world map vecchio stile.
Gli sviluppatori hanno infatti compreso che in questa nuova impostazione, Origins aveva necessità di una sfida più intrigante. Qualcosa che si allontanasse dal mero button smashing del passato. Ad onor della cronaca, non serve l’acume di grandi strateghi per capire cosa fare e quando farlo. Soprattutto perché spesso le opzioni alternative son poche e le tattiche migliori sono decisamente incoraggiate. Tuttavia è richiesta una maggiore precisione rispetto al passato, con spazi di tolleranza meno ampi. Il risultato è che prendere troppo sotto gamba alcuni obiettivi o taluni boss potrebbe farvi incontrare spesso la schermata di game over.
Se poi la sfida non fosse sufficiente per i più abili, non temete. Omega Force ha pensato anche a questo, per ovviare alla diminuzione della replay value dovuta all’assenza di un roster giocabile. Una volta finita la campagna, sbloccherete infatti una nuova difficoltà decisamente più impegnativa. Essa aggiungerà, tra l’altro, altre sfide alle missioni principali. Inoltre ci sarà un sistema di potenziamento aggiuntivo per le armi e qualche ulteriore extra (soprattutto dal punto di vista degli atteggiamenti avversari). Il risultato finale porta il gioco ad oltre 60 ore complessive per vedere e fare tutto quanto preparato dagli sviluppatori. Un ottimo risultato.
Non sottovalutate alcune missioni di Origins, il game over è molto più frequente rispetto al passato.
Commento finale
Dynasty Warriors: Origins riesce in una missione quasi impossibile: scardinare le più radicate convinzioni e paradigmi relativi al genere musou, pur non sconfessandone le caratteristiche fondamentali e caratterizzanti. Il rilancio della saga firmato Omega Force combina il meglio della saga con intuizioni moderne che rendono l’esperienza finalmente più varia, fresca e stuzzicante. Alcuni sacrifici e compromessi potrebbero tuttavia far storcere il naso ai fan della serie, mentre chi non ha mai subito l’attrattiva di un genere così particolare non necessariamente verrà ammaliato dalle novità. Ad ogni modo, Origins rappresenta il punto più alto raggiunto dalla saga nonché un nuovo inizio che potrebbe regalare enormi soddisfazioni anche a chi non si è mai approcciato alle battaglie dei Tre Regni.
Blood West è un’avventura survival horror in prima persona che immerge i giocatori in un mondo selvaggio e oscuro, dove il vecchio West si fonde con elementi sovrannaturali. Il gioco, sviluppato da Hyperstrangee pubblicato in collaborazione con New Blood Interactive, trasporta i protagonisti in una landa desolata e infestata, dove devono affrontare mostri e forze oscure mentre cercano di sopravvivere in un ambiente inospitale. Con una narrazione che ruota attorno alla vendetta e al mistero, Blood West si distingue per l’atmosfera cupa e l’alta intensità di gioco. I giocatori assumono il ruolo di un cacciatore di taglie che deve affrontare una serie di nemici spietati, tra cui zombie, creature soprannaturali e spettri, mentre esplorano una vasta mappa che mischia il fascino e il pericolo tipici del western con l’orrore e il soprannaturale. Con un gameplay che mette alla prova le abilità tattiche e la gestione delle risorse, Blood West riesce a catturare l’attenzione di chi cerca un’esperienza intensa e ricca di tensione …
Versione testata: PC (Steam)
Vendetta
Blood West: Dead Man’s Promise, offre – sempre nel selvaggio West – un nuovo capitolo action/stealth immersivo. Anch’esso – non dissimilmente da Blood West – mescola elementi survival horror e sparatutto in prima persona. Questo titolo, che è un sequel di Blood West, promette di immergere il giocatore in un mondo ancora più oscuro e spietato, dove la vendetta e la sopravvivenza sono gli elementi cardini della trama.
Una delle novità di Dead Man’s Promise rispetto al primo capitolo è il maggior approfondimento e presenza della trama, che ruota – come anticipato – attorno alla vendetta del protagonista e al suo legame con gli eventi passati. Seppur la storia non sia particolarmente complessa, riesce – al netto di alcuni sviluppi che potrebbero risultare piuttosto scontati e poco originali – a mantenere il giocatore motivato a proseguire per scoprire i segreti nascosti in questo mondo a dir poco maledetto.
Il giusto mix tra western e horror!
Il setting è uno dei punti di forza di Dead Man’s Promise. La fusione tra il western e l’horror è affascinante, e l’atmosfera opprimente che si respira nelle ambientazioni abbandonate e nei paesaggi desolati riesce a mantenere alta la tensione. Ogni angolo del gioco è curato nel dettaglio, dai villaggi spettrali alle rovine, il che contribuisce a un’immersione profonda nel contesto storico e sovrannaturale. Il gameplay si concentra sulla sopravvivenza in un ambiente ostile, dove le risorse sono limitate e ogni incontro con i nemici, che spaziano da morti viventi a creature misteriose, è un test di strategia e abilità La combinazione di combattimento (le meccaniche ci sono sembrate solide, con un buon bilanciamento tra lo shooting e il combattimento corpo a corpo) in prima persona e meccaniche di sopravvivenza funziona molto bene. Il sistema di gestione delle risorse, la necessità di raccogliere munizioni e curarsi, e le scelte tattiche per affrontare i nemici sono ben bilanciati e stimolano il giocatore a pensare prima di agire. Ben fatto anche il sistema di progressione del personaggio il quale offre la possibilità di migliorare abilità e equipaggiamento. Il tutto si svolge in un mondo ben stratificato e ricco di segreti da scoprire. In Dead Man’s Promise l’esplorazione è premiata e il gioco permette di prendere diverse strade per risolvere gli obiettivi, offrendo una certa libertà nel modo di affrontare le missioni.
Purtroppo, nonostante gli ottimi spunti, Dead Man’s Promise presenta alcune criticità. La trama può sembrare a tratti prevedibile, e alcuni nemici fin troppo ripetitivi (le battaglie potrebbero diventare monotone con il proseguire del gioco) o sezioni di gioco un po’ lente potrebbero far calare l’intensità. La difficoltà, sebbene sia abbastanza equilibrata, può risultare – seppur a tratti – frustrante per i neofiti del genere in quanto la scarsità di risorse e la forza dei nemici, vi garantiamo, metterà alla prova anche i giocatori più esperti.
Grafica e tecnica
Nonostante la grafica sia di buona qualità, abbiamo riscontrato qualche problema di performance; in particolar modo cali di frame rate e piccoli bug che potrebbero interrompere l’immersione nel gioco.
Commento finale
Blood West: Dead Man’s Promise è un’esperienza affascinante per gli amanti del survival horror e del western, con una buona atmosfera e un gameplay soddisfacente. Sebbene non manchino alcune imperfezioni, riesce comunque a coinvolgere grazie al suo mix di azione, mistero e tensione. Se siete fan del genere e cercate un’avventura tesa e piena di adrenalina, vale sicuramente la pena (considerando anche il prezzo 14,49 €) di provarlo.
Giochi Uniti ha annunciato che il mondo di Carcassone accoglierà le nuove edizioni delle dieci espansioni del gioco da tavolo, in arrivo nell’autunno del 2025.
Carcassone, il classico German ideato da Klaus-Jürgen Wrede, vedrà dunque una ventata di novità nel corso dell’anno, con le espansioni rinnovate altresì dall’inserimento di regole semplificate, nuove strategie e meccaniche inedite.
Vincitore dello Spiel des Jahres 2001, il titolo, divenuto un must have tra tutti i fan dei giochi da tavolo, consiste nel creare un paesaggio medievale posizionando e accostando tra loro vari tipi di tessere, che rappresentano paesaggi e cittadine. Completando le costruzioni, i giocatori accumulano i punti necessari a vincere la partita.
Vivi il mondo di Carcassonne da una nuova prospettiva!
Quest’anno vi aspetta qualcosa di molto speciale: le nuove edizioni delle dieci espansioni di Carcassonne! Scopri le tue espansioni preferite in una versione migliorata: le abbiamo riviste attentamente per farle brillare nello splendore del design attuale. In questa nuova edizione troverai anche regole semplificate, nuove strategie e meccaniche mai viste prima!
Vi aspettano nuove scatole più compatte (che insieme formano un’immagine panoramica!) e nuovi contenuti tra cui una nuova settima espansione! In arrivo nell’autunno 2025.
Sony Interactive Entertainment ha ufficializzato una riorganizzazione ai vertici della divisione PlayStation, con una decisione che segna un importante cambiamento nella gestione del brand. Hideaki Nishino è stato nominato presidente unico di Sony Interactive Entertainment, mentre Hermen Hulst, contrariamente alle ipotesi iniziali, non ricoprirà il ruolo di co-CEO e rimarrà a capo di PlayStation Studios.
L’annuncio arriva in un momento cruciale per l’azienda, con l’industria del gaming in continua evoluzione e con PlayStation che si trova a dover affrontare nuove sfide, tra cui l’espansione del cloud gaming, il supporto alle piattaforme PC e lo sviluppo della prossima generazione di console. Questa mossa porta a una netta divisione tra la gestione dell’hardware e dei servizi digitali, affidata a Nishino, e quella delle produzioni first-party, sotto il controllo di Hulst.
Un nuovo assetto per il futuro di PlayStation
L’assegnazione della presidenza unica a Nishino rappresenta una svolta importante. Inizialmente si era ipotizzato un modello di leadership condiviso tra lui e Hulst, ma Sony ha preferito affidare la guida dell’intera struttura a un’unica figura. Nishino avrà quindi il compito di gestire l’ecosistema PlayStation nel suo complesso, dalle strategie legate all’hardware allo sviluppo del PlayStation Network, fino all’espansione dei servizi digitali e del cloud gaming.
La separazione dei ruoli lascia a Hermen Hulst il compito di concentrarsi esclusivamente sulla gestione degli studi di sviluppo first-party, un settore fondamentale per il successo della piattaforma. Le esclusive PlayStation hanno sempre rappresentato uno dei punti di forza del marchio, e la continuità della leadership di Hulst in questo ambito potrebbe garantire una visione coerente per il futuro dei franchise più importanti.
Le implicazioni di questa scelta per Sony e PlayStation Studios
L’assenza di un ruolo da co-CEO per Hulst suggerisce che Sony voglia evitare sovrapposizioni e mantenere una chiara distinzione tra chi si occupa di piattaforme e servizi e chi guida il lato creativo. La decisione di centralizzare il comando nelle mani di Nishino potrebbe anche indicare una volontà di rafforzare l’integrazione tra hardware e software, con un maggiore focus sull’evoluzione del PlayStation Network e delle strategie legate al cloud gaming.
Nel frattempo, il ruolo di Hulst rimane essenziale per PlayStation Studios, soprattutto considerando il peso che le esclusive hanno nel determinare il successo delle console. La continuità della sua leadership garantisce che progetti attesi come il nuovo The Last of Us, il futuro di God of War e altre produzioni di spicco mantengano la qualità che i giocatori si aspettano.
Un altro aspetto da considerare riguarda la possibilità che questa nuova struttura influenzi la strategia futura di Sony in termini di acquisizioni. Con Nishino al comando della divisione globale, le decisioni su eventuali nuove acquisizioni di studi potrebbero essere guidate da una visione più ampia dell’ecosistema PlayStation, piuttosto che dal solo potenziamento delle esclusive first-party.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi?
La riorganizzazione arriva in un periodo delicato per PlayStation. L’industria sta vivendo un cambiamento radicale, con il cloud gaming che diventa sempre più centrale e la competizione con Microsoft e Nintendo che si fa più intensa. Con Nishino alla guida, è probabile che Sony punti a consolidare il proprio ecosistema digitale, potenziando il PlayStation Plus e investendo nel gaming su PC e streaming.
Dal punto di vista dello sviluppo dei giochi, Hulst avrà il compito di mantenere alta la qualità delle esclusive, elemento determinante per il successo della console. Il futuro di PlayStation Studios potrebbe includere nuovi progetti basati sulle IP esistenti, ma anche investimenti su nuove proprietà intellettuali per diversificare ulteriormente l’offerta.
La nuova struttura aziendale potrebbe essere il primo passo verso una strategia più mirata, che unisce l’innovazione tecnologica a una maggiore attenzione ai contenuti. Sony ha scelto di affidare le redini della divisione a una leadership ben definita, ora resta da vedere come questa scelta influenzerà il futuro di PlayStation.
Warhorse Studios e PLAION hanno presentato il nuovo trailer in CGI di Kingdom Come: Deliverance 2, che offre ai fan uno sguardo ironico sulle imprese di Henry nell’Europa medievale.
Creato in collaborazione con il famoso studio di animazione Platige, il trailer presenta una cover di ispirazione medievale di un brano piuttosto iconico degli anni ’70 – reimmaginato come 15th Century Boy – che cattura l’essenza del gioco e fonde l’atmosfera storica con un tocco fresco e creativo.
Ve lo proponiamo di seguito.
Oltre a celebrare così l’avvinarsi della data di lancio, è stato inoltre comunicato quando i giocatori potranno pre-scaricare il titolo.
Di seguito i dettagli:
Xbox X|S – Martedì 28 gennaio alle 17:00 CET
PlayStation 5 – domenica 2 febbraio alle 17:00 CET
Steam – lunedì 3 febbraio alle 17:00 CET
Kingdom Come: Deliverance 2 arriverà su PC, PlayStation 5 e Xbox Series S|X il prossimo 4 Febbraio nelle edizioni Standard, Gold e Collector’s. Oltre che su Steam ed Epic, il gioco arriverà presto anche su GOG, portando il viaggio di Henry a un pubblico ancora più vasto.
L’editore Playtonic Friends e lo sviluppatore Playtonic Games – in occasione del decimo anniversario di Playtonic – hanno pubblicato un nuovo trailer per Yooka-Replayleeche preannuncia il ritorno del personaggio Shovel Knight di Shovel Knightdi Yacht Club Games.
Oltre a una nuova mano di vernice, Shovel Knight includerà anche una nuova e migliorata missione Pagies.
Vi ricordiamo che Yooka-Replaylee sarà disponibile per PlayStation 5, Xbox Series, Nintendo Switch 2 e PC tramite Steam.
2K ha annunciato che WWE 2K25, il nuovo capitolo della serie sviluppata da Visual Concepts, celebrerà una delle dinastie familiari più iconiche del wrestling, arrivando il 14 Marzo per console e PC.
“Il Tribal Chief” Roman Reigns sarà la star di copertina del titolo, che sarà disponibile per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series e PC (anche via Steam). Tra le novità più importanti troviamo il pacchetto Bloodline Edition, il pacchetto Deadman Edition, il roster più ampio di sempre, incontri intergender, caratteristiche di gioco migliorate, nuovi tipi di match, la nuova esperienza “The Island” e molto altro ancora.
Di seguito vi proponiamo il trailer ufficiale, seguito dai dettagli del comunicato stampa anche in merito alle edizioni disponibili al lancio.
Oggi 2K ha annunciato che WWE 2K25, il nuovo capitolo della serie di videogiochi di punta della WWE sviluppato da Visual Concepts, arriverà a marzo per PlayStation 5, PlayStation®ì4, Xbox Series, Xbox One e PC. Tra le Superstar WWE più decorate di tutti i tempi, “Il Tribal Chief originale”, Roman Reigns appare in posa eroica sulla copertina dell’Edizione Standard mentre il suo “Wiseman”, Paul Heyman, lo guarda. La copertina dell’Edizione Deadman celebra il 35° anniversario di una delle Superstar più temute e iconiche della storia della WWE, L’Imprenditore, con un profilo imponente, mentre la copertina dell’Edizione Bloodline presenta i membri delle fazioni Bloodline di Roman Reigns e Solo Sikoa, tra cui Jey Uso, Jimmy Uso, Paul Heyman, Sami Zayn, Jacob Fatu, Tama Tonga e Tonga Loa, che si intrecciano a radici e rami nell’iconico albero genealogico della Bloodline.
I nuovi aggiornamenti e le migliorie del gameplay includono 2K Showcase: The Bloodline’s Dynasty, il primo racconto della saga Bloodline, celebrazione interattiva dell’eredità dell’estesa famiglia di wrestler Anoa’i, nuovi tipi di match e regole, come il match Underground, il match Bloodline Rules e gli incontri intergender, il ritorno delle Mosse concatenate, una nuova esperienza La mia ASCESA e molto altro ancora. Il roster più ampio di sempre di WWE 2K, composto da oltre 300 Superstar, Leggende e Hall of Famers, include John Cena, Rhea Ripley, The Rock, “Rowdy” Roddy Piper, CM Punk, “Stone Cold” Steve Austin, Jade Cargill, Diamond Dallas Page, Booker T, Ultimate Warrior, Trish Stratus e molti altri. Tra le novità il supporto della telecamera in terza persona durante gli incontri online e la possibilità per ogni giocatore di controllare la propria telecamera, oltre a nuove ambientazioni come gli archivi della WWE e il parcheggio NXT. WWE 2K25 EdizioneDeadman e L’Edizione Bloodline usciranno in tutto il mondo venerdì 7 marzo 2025, sette giorni prima dell’Edizione Standard, che sarà disponibile venerdì 14 marzo 2025.
“Sono personalmente e professionalmente entusiasta che l’unico originale Tribal Chief e l’intera famiglia degli Anoa’i siano al centro di WWE 2K25”, ha dichiarato Roman Reigns. “Abbiamo costruito questo momento per generazioni e sfido i giocatori di tutto il mondo a mostrare a me e al mio Wiseman, Paul Heyman, quello che sanno fare dimostrando di essere degni dell’attenzione del loro Tribal Chief”.
WWE 2K25 presenta anche un’ambiziosa aggiunta al franchise per i giocatori PS5 e Xbox Series X|S – The Island – un mondo online interattivo a tema WWE che offre un’esperienza coinvolgente permettendo ai giocatori di concentrarsi sul single-player, con l’obiettivo finale di guadagnare una posizione in The Bloodline e di interagire e competere con altri giocatori che incontrano.
“WWE 2K25 amplia la nostra formula vincente toccando quasi tutti gli aspetti dell’esperienza del giocatore”, ha dichiarato Greg Thomas, presidente di Visual Concepts. “Il nostro nuovo approccio al 2K Showcase e alle storyline di La mia ASCESA sfrutta appieno la creatività del team di sviluppo e siamo entusiasti che la nostra community possa godere di queste caratteristiche aggiornate”.
WWE 2K25 introduce diversi aggiornamenti e migliorie alle caratteristiche del gioco: ● 2K Showcase: The Bloodline’s Dynasty: Il nuovissimo 2K Showcase, condotto da “The Wiseman” Paul Heyman, celebra una delle dinastie familiari più iconiche del wrestling: The Bloodline e la famiglia estesa degli Anoa’i. Con Roman Reigns, The Rock, Yokozuna, Jacob Fatu e altri ancora, i giocatori possono rivivere gli storici showdown o ribaltare il copione e cambiare l’esito di alcuni incontri. Gli incontri da sogno tra i membri della Bloodline e le Superstar e Leggende della WWE offrono anche un elemento di fantasia “E se?” che genererà dibattiti tra i fan, oltre ad alcune sorprese in serbo per loro; ● The Island: mondo interattivo composto da una serie di aree a tema WWE, The Island offre ai giocatori l’opportunità di incontrare e sfidare altri giocatori, mentre competono per ottenere un contratto WWE impressionando il loro “Tribal Chief” Roman Reigns. Completando missioni, affrontando sfide, gareggiando in eventi dal vivo, guadagnando contenuti sbloccabili e potenziando e personalizzando La mia SUPERSTAR attraverso i diversi capitoli della storia, The Island permette ai giocatori di andare al di là delle corde e di “governare oltre il ring”. Disponibile solo su PS5 e Xbox Series X|S; ● Un roster per tutte le epoche: WWE 2K25 offre una schiera impareggiabile di Superstar RAW, SmackDown e NXT attuale oltre a Leggende e personaggi della WWE Hall of Famers. L’ampio roster di oltre 300 personaggi giocabili abbraccia diverse generazioni e comprende Cody Rhodes, Liv Morgan, Rey Mysterio, Bret “Hitman” Hart, Jacob Fatu, Rob Van Dam, Lita, LA Knight, Chyna, Batista, Nia Jax, Becky Lynch e altri ancora; ● Nuovi tipi di match e miglioramenti al gameplay: Il wrestling intergender fa il suo atteso debutto nel franchise WWE 2K! Le Superstar WWE e quelle create dal giocatore nelle sezioni maschile e femminile possono ora sfidarsi tra loro con incontri illimitati in tutte le modalità di gioco. Altre caratteristiche includono il ritorno delle Mosse concatenate, del match Bloodline Rules, del match Underground e dei nuovi tuffi dalle barricate! Maggiori dettagli sui nuovi incontri saranno comunicati a breve; ● Il mio GM Multiplayer online: Gli intrepidi GM possono portare il loro show in giro e sfidare i general manager di tutto il mondo nel migliorato Il mio GM per WWE 2K25, ora con multiplayer online per un massimo di quattro giocatori. I giocatori scelgono le Superstar e le Leggende WWE per il roster del loro show settimanale e guidano il loro brand attraverso stagioni di più settimane con una selezione più ampia di Direttori Generali, eventi Premium Live multimarchio e altro ancora; ● La mia FAZIONE: la sfida con le carte collezionabili è tornata con caratteristiche aggiornate, nuovi contenuti e più modalità di gioco. Guerra tra Fazioni presenta ora ben 50 nuovi stage. World Tour sostituisce Terreni di Prova, consentendo ai giocatori di viaggiare in diverse località con un approccio non lineare, mentre il supporto aggiuntivo per eventi dal vivo e partite online e i nuovi eventi della community offrono una maggiore rigiocabilità. Nuovi pacchetti di carte e obiettivi a tema continueranno a uscire regolarmente nel corso dell’anno con aggiornamenti stagionali dei contenuti; ● La mia ASCESA: i giocatori guidano la loro La mia SUPERSTAR della divisione femminile o maschile in una storia La mia ASCESA unica e multi-genere in cui Bayley, Kevin Owens e altre Superstar si infiltrano in NXT nel tentativo di prendere il controllo dell’intera WWE. Nuove scelte portano a differenti storyline, oltre ad ambienti innovativi per i combattimenti, arene sbloccabili, nuovi personaggi, oggetti utilizzabili e altro ancora. Le storyline coinvolgeranno Jey Uso, Bianca Belair, Seth Rollins e altre Superstar WWE; ● Universo: La modalità sandbox di WWE 2K riceve nuovi aggiornamenti per dare ai giocatori un maggiore controllo sulla loro esperienza nell’Universo, compreso il tanto atteso ritorno dei promo! Il nuovo sistema include diversi tipi di promo ed esiti, con nuovi filmati e scelte ramificate; ● Menù creazioni: Il marchio di fabbrica del franchise WWE 2K, il menù di creazioni più dettagliato e solido della categoria, rimane una delle forze trainanti dell’espressione personale dei giocatori che progettano le proprie Superstar personalizzate, i GM, gli arbitri, le arene, le entrate, i set di mosse, i campionati, i cartelli della folla e altro ancora.
Edizioni WWE 2K25 WWE 2K25 presenta tre edizioni del gioco: Edizione Standard, Edizione Deadman e Edizione Bloodline:
L’Edizione Standard offrirà il Dual-Gen, disponibile sia per le console Gen 9 (PS5 e Xbox Series X|S) che per le console Gen 8 (PS4, Xbox One) e per il PC; o Offerte bonus pre-ordine: I giocatori che preordinano l’Edizione Standard di WWE 2K25 riceveranno il Pacchetto Wyatt Sicks, un pacchetto bonus di contenuti che include cinque Superstar giocabili – Uncle Howdy, Dexter Lumis, Nikki Cross, Joe Gacy e Erick Rowan – e, solo per PS5 e Xbox Series X|S, gli oggetti cosmetici della maschera di Uncle Howdy e Nikki Cross per The Island. I giocatori che preordinano l’Edizione Standard (digitale) riceveranno anche il gioco base WWE 2K24 Cross Gen (digitale);
L’Edizione Deadman sarà disponibile per PS4, PS5, Xbox Series X|S, Xbox One e PC. L’Edizione Deadman include l’Edizione Standard e il Pacchetto Wyatt Sicks, oltre al Pacchetto Bonus Edizione Deadman che include le carte Persona Mattel Elite Imprenditore “Grandi Successi” e Imprenditore Original (’90), le Superstar giocabili, un oggetto Urna utilizzabile, l’oggetto cosmetico Imprenditore ’95 Mask per The Island solo su PS5 e Xbox Series X|S e Brother Love Manager, oltre a un Season Pass per tutti e cinque i pacchetti di personaggi DLC post-lancio e 15.000 VC. L’Edizione Deadman sarà disponibile dal 7 marzo 2025, sette giorni prima dell’Edizione Standard. I giocatori che preordineranno l’Edizione Deadman riceveranno anche il gioco base WWE 2K24 Cross-Gen (digitale);
L’Edizione Bloodline sarà disponibile per PS4, PS5, Xbox Series X|S, Xbox One e PC. Oltre all’Edizione Standard e a tutti i contenuti bonus inclusi nell’Edizione Deadman, l’Edizione Bloodline include il Ringside Pass (Season Pass più Superstar Mega-Boost), il Pacchetto Rock Nation of Domination, che contiene una carta Persona Rock Nation of Domination e una Superstar giocabile, disponibile solo nell’Edizione Bloodline, e il pacchetto Bonus dell’Edizione Bloodline, che contiene le carte Persona Mattel Serie Elite 114 Jey Uso e Mattel Elite “Grandi Successi” Roman Reigns e Superstar giocabili. Solo per Xbox Series X|S e PS5, questo pacchetto include una felpa con cappuccio La Famiglia prima di tutto, una maglietta OTC, una canotta Yeet e occhiali da sole Yeet per The Island, mentre solo per Steam include altri 32.500 VC. È incluso anche il Pacchetto WrestleMania 41, che contiene l’Arena di WrestleMania 41, due carte Persona Superstar dell’ Evento Principale di WrestleMania 41 e Superstar giocabili, e una nuova carta Persona Superstar (TBA), tutte disponibili nell’estate del 2025.
L’Edizione Bloodline sarà disponibile dal 7 marzo 2025, sette giorni prima dell’Edizione Standard. I giocatori che preordineranno l’Edizione Bloodline riceveranno anche il gioco base WWE 2K24 Cross-Gen (digitale).
Finalmente abbiamo avuto la possibilità di completare i test sull’ultimo arrivato di AVM il Fritz!Box 7690, l’atteso “top di gamma” della compagnia che porta con sè tante novità , tra cui ovviamente il supporto alle reti Wi-Fi 7. Quest’anno però, complice la diffusione delle reti in fibra FTTH, il 7690 se la vedrà con un altro top di gamma, proprio in famiglia, il 5690 Pro, che è riservato a coloro che hanno la fortuna di avere una rete in fibra FTTH ma avendo anche funzionalità DSL potrebbe essere una alternativa da considerare pur restando “in famiglia”. In questa recensione quindi troverete non soltanto riferimenti e confronti con il precedente modello 7590AX, ma anche con il Fritz!Box 5690 Pro.
Design e prime impressioni
Il FRITZ!Box 7690 riprende lo stile iconico dei prodotti AVM, nei classici colori bianco, rosso e grigio scuro, con dimensioni di circa 254 × 63 × 191 mm e forme arrotondate. Rispetto ad alcuni modelli precedenti, come il 7590 AX, troviamo piccole differenze estetiche:
Il logo “FRITZ!” è stato leggermente spostato.
Sulla parte frontale, i LED di stato rimangono inconfondibilmente in stile AVM.
Posteriormente troviamo le porte di rete e i connettori telefonici, ben distanziati per semplificare il cablaggio.
Le feritoie di ventilazione sono presenti nella parte inferiore e laterale, favorendo una buona dissipazione.
Nonostante le dimensioni non proprio ridotte, il dispositivo si adatta facilmente a una scrivania o a uno scaffale. L’alimentatore incluso richiede uno spazio di poco ingombro e fornisce circa 30 W di potenza massima, sufficiente anche per le situazioni di carico più elevate.
Specifiche tecniche
Il FRITZ!Box 7690 integra un modem DSL/VDSL con supporto Supervectoring a 300 Mbit/s e un comparto di rete decisamente evoluto. Il passaggio a Wi-Fi 7 rappresenta uno dei salti tecnologici più rilevanti nella lineup AVM ma non è di certo l’unico, perchè tante sono le novità più nascoste ma non meno importanti: tra queste sicurametne la doppia porta LAN a 2,5 Gbps che lo rende ideale sia per linee DSL sia per connessioni via fibra/ONT.
Specifiche tecniche FRITZ!Box 7690
Caratteristica
Specifiche FRITZ!Box 7690
DSL
Fino a 300 Mbit/s (VDSL 35b Supervectoring)
Porte LAN
1 porta WAN/LAN 2,5 Gbps + 1 porta LAN 2,5 Gbps + 2 porte LAN Gigabit
Wi-Fi
Wi-Fi 7 (4×4), compatibile con 802.11 a/g/n/ac/ax/be
USB
1 porta USB 2.0 (memorie esterne, LTE/UMTS stick, stampanti)
Telefonia
2 porte a/b (RJ11), Base DECT per 6 telefoni cordless
Smart Home
DECT ULE, fino a 50 dispositivi + Zigbee
Dimensioni
Circa 254 x 63 x 191 mm
Consumi medi
12-13 Watt
Sul fronte radio, il chipset Wifi 7 consente canali più ampi e funzionalità come la Multilink Operation (MLO), combinando la banda 2,4 GHz e quella 5 GHz per ottimizzare throughput e stabilità. Da sottolineare la presenza del DECT e di Zigbee per la gestione Smart Home, nonché l’adozione di un chip dedicato per la telefonia SIP e analogica.
• DECT ULE • 2 porte analogiche (RJ11) • Base cordless integrata
270-280 € online
FRITZ!Box 5690 Pro
DSL (35b) fino a 300 Mbit/s + SFP (FTTH)
• 1× 2.5 Gbps (WAN/LAN) • 3× LAN Gigabit • 1× USB 3.0
• Wi-Fi 7 (2,4 + 5 + 6 GHz) • 4×4 MIMO
• DECT ULE + Zigbee (da confermare) • 2 porte analogiche (RJ11) • Base cordless integrata
360 € (al lancio)
Unboxing e dotazione
All’interno della confezione si trovano:
FRITZ!Box 7690
Alimentatore da circa 30 W con design più piccolo rispetto ai precedenti modelli;
Cavo DSL da 4 metri (RJ45 a RJ11);
Cavo LAN Cat 5e da 1,5 metri;
Manualistica rapida di installazione, brochure sicurezza-garanzia e brochure prodotti.
La dotazione segue lo standard dei modelli top di gamma AVM ed è subito pronta per configurare la linea DSL o, in alternativa, collegare il router in cascata a un ONT o modem via cavo/fibra.
Architettura hardware
Internamente, il 7690 si affida al SoC Qualcomm IPQ5300 (ARM-based). Si tratta di una CPU e SoC con una notevole potenza di calcolo con accelerazione hardware AES. A questo si accompagna una memoria da 1 GB di RAM DDR4, più 4 GB di memoria eMMC Flash per il firmware FRITZ!OS e gli altri dati di sistema
Per la parte Wi-Fi abbiamo invece QCN6214 per la banda 2,4 GHz (4×4) e QCN6224 per la banda 5 GHz (4×4) con Zero Wait DFS abilitato di default che riduce i tempi di attesa sull’uso dei canali DFS. Un aspetto molto criticato è l’assenza del supporto alla banda 6Ghz, presente su altri router della concorrenza e particolarmente utile ad esempio per quelle connessioni che richiedono la massima stabilità e assenza di interferenze come nel caso di un collegamento ad un visore VR come Quest 3. Tale mancanza, tuttavia, è compensata dal supporto al 4096 QAM e dal MLO. Senza entrare troppo nello specifico del funzionamento, il QAM 4K , ovvero una nuova modulazione di frequenza più efficace introdotta con questa versione di WiFi 7, consente una velocità di trasmissione dei dati e un’efficienza spettrale superiori soprattutto in circostanze di grande affollamento (ad esempio in un condominio). MLO, ovvero il Multi Link Operation, permette invece di mantenere una latenza bassissima, anche sotto 1ms grazi e alla possibilità per i dispositivi compatibili di inviare e ricevere contemporaneamente dati su diverse bande di frequenza e canali per aumentare il throughput, ridurre la latenza e migliorare l’affidabilità nell’utilizzo di applicazioni come VR/AR, giochi online, e cloud computing.
Lo Switch di rete: Qualcomm QCA8385, in grado di gestire 2 porte a 2,5 Gbps + 2 porte a 1 Gbps.
Completano il tutto la classica Base DECT integrata (posizionata sulla sinistra della scheda) per 6 telefoni cordless e il Chip Zigbee (Nordic Semiconductor NRF52833) per la gestione di dispositivi Smart Home (lampadine, sensori, etc.).
Il design delle antenne prevede quattro antenne dual-band per il Wi-Fi (2 pigtail + 2 onboard), tre antenne per la DECT e una per Zigbee. L’efficienza energetica è coadiuvata da un sistema di dissipazione passiva, con un dissipatore voluminoso se confrontato a generazioni precedenti.
Velocità su rete LAN e connessioni Internet ultra-veloci
Uno dei veri punti di forza del 7690, come abbiamo detto, è la presenza di due porte LAN a 2,5 Gigabit, una delle quali configurabile anche come WAN. Ciò permette:
WAN a 2,5 Gbps: ideale per ONT fiber, modem via cavo, o altri dispositivi multi-gig.
LAN a 2,5 Gbps: per collegare un PC high-end, un NAS o uno switch multi-gig e sfruttare throughput superiori a 2 Gbps reali.
Il 7690 in uno scenario “test” è in grado di raggiungere quasi 2,3-2,4 Gbps in download e upload reali, sfruttando la CPU per mantenere la latenza bassa anche sotto carichi elevati.
Throughput LAN ↔ WAN
Scenario
Velocità media
Note
PC ↔ FRITZ!Box (LAN 2,5 Gbps)
2,3-2,4 Gbps effettivi
Prestazioni massime con cavi Cat 6 / scheda 2.5G
PC ↔ ONT fibra (2,5 Gbps su WAN) + LAN 2,5 Gbps
2,2-2,3 Gbps
Saturazione totale linea FTTH multi-gig
Multi-device (1 PC 2.5G + 1 Gbps + Wi-Fi 7)
Fino a 2,2 Gbps totali
Gestione QoS, CPU potente
La doppia porta multi-gig è un netto passo avanti rispetto alla 7590 AX, o anche rispetto al 5690 Pro, che avrà sì SFP per la fibra ma ha una sola porta a 2,5 Gbps contro le due presenti sul 7690.
Prestazioni Wi-Fi 7
Il FRITZ!Box 7690 adotta uno standard Wi-Fi 7 (802.11be) su entrambe le bande (2,4 e 5 GHz), con un’architettura 4×4 e canali più ampi (fino a 320 MHz in alcuni contesti futuri). Non tutti i client attuali supportano il Wi-Fi 7, ma con dispositivi compatibili è possibile ottenere Velocità superiori a 5 Gbps teorici sulla somma delle bande. Inoltre grazie alla già citata funzionalità Multilink Operation (MLO) che permette di unire 2,4 e 5 GHz il guadagno stimato su alcuni test si aggira sui +40 / +50 Mbps rispetto all’impiego singolo della banda 5 GHz.
Nei test a corto raggio si superano agevolmente i 2 Gbps reali, dopodiché la velocità decresce in maniera più dolce rispetto a modelli precedenti. Anche dispositivi Wi-Fi 6 o Wi-Fi 5 traggono vantaggio dalla superiore potenza radio, con throughput mediamente più elevati alle stesse distanze.
Nei nostri test effettuati con Speedtest Tool, due computer posti su due piani diversi, il primo a piano terra, e il secondo al piano primo, con una distanza in linea d’aria superiore ai 15m, abbiamo ottenuto una media di 380/400mbps in download e 400/450 mbps in upload, laddove con WiFi 6 di 7590 AX ci fermavamo a 350/380 mbps e 300/350 in upload.
Prestazioni in VR (Virtual Desktop)
Un aspetto che tratteremo prossimamente in tutte le recensioni di router da qui in avanti è la resa con Virtual Desktop, l’app che permette di giocare senza fili ai giochi PCVR con Meta Quest 3. Virtual Desktop è una soluzione a pagamento e per questo forse meno diffusa rispetto ad AirLink ma è in grado di offrire molti più controlli e settaggi di fino rispetto a soluzioni alternative, e per questo più adatte al nostro scopo.
La prima configurazione testata prevede la connessione alla rete WiFi del FritzBox 7690 posizionato nella stessa stanza, mentre il PC è connesso via Lan. In questo caso il collegamento al PC collegato via cavo al router avviene ad una velocità di 2400 mbit/s. La connessione è stabile e non abbiamo rilevato alcuno stuttering determinato dalla connessione.
Nella seconda configurazione, ci spostiamo con il nostro Quest 3 n una stanza differente, adiacente a quella dove è posizionato il router e il PC a circa 8 metri di distanza dal Fritz!Box. In questo caso la velocità di connessione scende a 1921 Mbit/s restando comunque molto stabile. Aumentando ulterioremente la distanza, fino a 10m la velocità di connessione scende a 1721 e comincia un leggero stuttering. Rispetto all’altra soluzione utilizzata come confronto, basata su WiFi 6E, non abbiamo individuato differenze nella velocità di connessione stabilita con il router alle medesime distanze (ricordiamo che Quest 3 è un dispositivo WiFi 6E) ma solo una maggire stabilità con WiFi 7.
Prestazioni con DSL, bufferbloat e latenza
La componente DSL del 7690 consente una sincronizzazione VDSL (35b) fino a 300 Mbit/s, con buona stabilità anche su linee più lunghe (Long Reach VDSL). Le differenze rispetto al 7590 AX riguardano principalmente la migliore gestione delle reti affollate, ovvero quello che in gergo viene definito Bufferbloat. Test specifici mostrano che, saturando l’upload (es. 40-50 Mbit/s su VDSL), la latenza cresce meno rispetto a modelli passati, probabilmente grazie alla maggiore potenza del processore Qualcomm che fa si che la saturazione abbia un minore impatto sulle prestazioni generali (ad esempio sulla GUI web o sulle funzioni di rete). Ciò torna utile per scenari multi-utente, streaming e gaming intensivi.
Per quanto riguarda i profili DSL, il 7690 supporta tutti i principali profili DSL, compreso Annex J. Non emergono differenze nelle velocità di sync rispetto ad altri FRITZ!Box VDSL, segno che il chipset DSL (MaxLinear) è analogo.
Smart Home, DECT e Zigbee
Il 7690 continua la tradizione FRITZ!Box di fungere da centralino telefonico e, in parallelo, da hub Smart Home questa volta però le funzionalità Smart Home si ampliano, e il 7690 si candida a diventare il vero, ed unico, centro multimediale per la domotica di casa.
Alla Base DECT (fino a 6 cordless) classica funzionalità di Fritz!Box 7xxx, con segreteria, fax-to-mail, blocco chiamate indesiderate, HD Voice e quella DECT ULE, che amplia la connettività ai dispositivi Smart Home (prese, sensori temperatura, termostati, ecc.), il 7690 aggiunge anche un controller Zigbee integrato: un notevole passo avanti rispetto ai router precedenti, che consente di collegare lampade, sensori di movimento, interruttori, valvole termostatiche e altre periferiche Zigbee. Inoltre, AVM con la linea di prodotti “FRITZ! Smart Gateway”, sta sperimentando l’implementazione del protocollo Matter (tramite aggiornamenti software) ed è attualmente plausibile che anche il 7690 ne benefici in futuro.
FRITZ!OS e usabilità
Il firmware FRITZ!OS, raggiungibile digitando “fritz.box” nel browser, offre una lunga serie di funzioni:
Gestione mesh Wi-Fi: integra la rete con repeater e powerline FRITZ!.
FRITZ!App (MyFRITZ!, Fon, Smart Home, Wi-Fi) per controllo remoto e locale delle funzioni.
Configurazione guidata: semplifica la messa in cascata su ONT fibra o su linee DSL/ADSL.
Update automatici: sicurezza e nuove feature costantemente rilasciate da AVM.
VPN WireGuard e IPsec: adotta accelerazione hardware AES, raggiungendo oltre 1 Gbps in scenari ottimali (dipende anche da ciò che c’è dall’altra parte del tunnel).
Consigli su EEE (Energy-Efficient Ethernet): alcuni test segnalano che disabilitare la funzione EEE su certe schede di rete (ad es. 10 Gbps a 2,5 Gbps) o nel router può evitare instabilità di collegamento. Per una migliore analisi di Fritz!OS vi rimandiamo alla recensione del 7490 qui.
Da segnalare comunque la rimozione di una funzione che avevamo molto utilizzato in passato, la Connessione remota USB che permetteva di collegare ad esempio una stampante USB al router, ed utilizzarla come stampante di rete su PC Windows.
Consumi energetici
Il consumo stimato dal produttore è di 12-13 Watt medi, con lievi scostamenti in funzione del carico:
Idle (pochi dispositivi connessi): 10-11 Watt.
Carico elevato (multi-wireless streaming 4K e saturazione LAN 2,5 Gbps): 14-15 Watt.
DECT, Zigbee e USB: l’attivazione di device wireless o la connessione di chiavette USB non eleva di molto i consumi.
Rispetto al FRITZ!Box 7590 AX, il 7690 si rivela lievemente più efficiente in idle. Ora, in caso di carichi estremi e throughput oltre il gigabit, la potenza assorbita risulta superiore, ma offre anche prestazioni di gran lunga più elevate.
Considerazioni sul costo
Il FRITZ!Box 7690 è proposto a un prezzo iniziale di circa 330 € di listino, leggermente sotto quello 5690 Pro (che si aggira attorno ai 360 €). Tuttavia, su Amazon il 7690 si attesta oggi ad un prezzo di circa 280 euro, un prezzo davvero ottimo per un dispositivo di questa portata.
Il prezzo resta sicuramente alto e non per tutti, ma considerando che si tratta di una soluzione DSL di alto livello, capace di gestire anche FTTH multi-gig in cascata, una stazione Smarthome completa, con la presenza di 2 porte 2,5 Gbps, e con un processore in grado di garantire Prestazioni VPN e traffico dati sostenuto ci sentiamo di affermare che si tratta di un prezzo adeguato.
Certo, come dicevamo all’inizio, il 5690 Pro può rivelarsi più interessante alternativa se si necessita dell’alloggiamento SFP per la fibra integrata, ma al momento in cui vi scriviamo il prezzo di quest’ultimo stabile sui 360 euro su Amazon
Commento finale
Il FRITZ!Box 7690 rappresenta un salto generazionale all’interno del catalogo AVM grazie non soltanto all’introduziond del Wi-Fi 7 che garantisce un throughput reale più elevato e funzioni evolute come il Multilink Operation, ma anche perchè introduce finalmente non una ma addirittura 2 porte 2,5Gbps, un aspetto rarissimo nei router consumer di questa fascia e che permette di sfruttare linee veloci su WAN e servire dispositivi LAN con la massima banda possibile. A tutto questo si affianca una CPU più potente che permette di ottenere un’ottima gestione di VPN (WireGuard/IPsec), streaming contemporanei e numerosi dispositivi collegati, mantenendo la GUI reattiva e tempi di risposta stabili, una gestione della parte Smart Home e Telefonia che ora supporta anche Zigbee oltre a DECT come in passato ( e in futuro Matter) e lo fa addirittura con consumi inferiori rispetto al passato. A voler trovare il classico “pelo nell’uovo” potremmo citare il “downgrade” ad una sola porta USB 2.0 rispetto alle 2 USB 3.0 presenti nel 7590Ax e un minor numero di porte complessive (4 vs 5), ma siamo sicuri che converrete con noi che si tratta di ben poca cosa rispetto al balzo tecnologico che questo 7690 fa in tutti gli altri campi. Insomma il 7690 si dimostra nettamente superiore ai modelli precedenti (7590 AX, 7590) in termini di performance, stabilità e versatilità con funzioni avanzate di Smart Home, telefonia e Wi-Fi 7 e ad un prezzo commisurato alle sue potenzialità. Cosa volete di più dalla vita?
Il mondo del drifting giapponese sta per conquistare gli schermi di milioni di appassionati con JDM Japanese Drift Master, il gioco che promette di portare l’emozione delle derapate direttamente nelle mani dei giocatori. In arrivo il 26 marzo, il titolo si presenta come un omaggio alla cultura JDM (Japanese Domestic Market), con una combinazione di realismo, personalizzazione e atmosfera autentica.
Un tributo alla culturadrifting
JDM Japanese Drift Master non è semplicemente un gioco di corse: è una celebrazione della cultura drifting giapponese, un mondo fatto di motori potenti, curve strette e uno stile inconfondibile. Grafica dettagliata, meccaniche di guida realistiche e un’attenzione maniacale ai dettagli fanno di questo titolo un punto di riferimento per gli amanti del genere.
Le auto sono il cuore pulsante del gioco. Tra le vetture disponibili, molte sono ispirate a modelli reali che hanno scritto la storia del drifting. La personalizzazione gioca un ruolo centrale, con la possibilità di modificare ogni aspetto della macchina, dalle prestazioni all’estetica, per creare un’auto unica e rispecchiare il proprio stile di guida. Gli appassionati di simulazioni più tecniche possono trovare paralleli con titoli come Forza Motorsport, di cui abbiamo parlato in dettaglio nella nostra recensione
Precisione, stile e competizione
Il gameplay di JDM Japanese Drift Master è progettato per offrire un equilibrio perfetto tra realismo e divertimento. La modalità carriera permette ai giocatori di costruire la propria reputazione nel mondo delle derapate, partecipando a tornei, sbloccando nuove auto e migliorando le proprie abilità. Per chi cerca sfide ancora più intense, la modalità multiplayer offre l’opportunità di competere contro amici e rivali in duelli all’ultimo freno a mano.
Il motore fisico del gioco è stato sviluppato per garantire una sensazione di guida autentica. Ogni curva, ogni accelerata e ogni sterzata richiedono precisione e timing perfetti: qui non si tratta solo di velocità, ma di stile e controllo.
Per chi preferisce un’esperienza open-world con un focus sulla personalizzazione e la varietà di ambienti, Test Drive Unlimited offre un approccio complementare ma altrettanto appassionante.
Giappone in ogni dettaglio
Uno degli aspetti più impressionanti è la sua atmosfera. Le ambientazioni, ispirate alle strade e ai paesaggi giapponesi, sono ricche di dettagli e trasmettono un senso di autenticità. La colonna sonora, un mix di brani energici e coinvolgenti, accompagna ogni derapata, trasformando ogni gara in un’esperienza immersiva e indimenticabile.
Perché JDM Japanese Drift Master è un titolo da non perdere
Per gli appassionati di drifting e per chi ama i giochi di guida, JDM Japanese Drift Master rappresenta un’opportunità unica. Con il suo mix di realismo, personalizzazione e adrenalina, il gioco si candida a diventare uno dei titoli più apprezzati del 2025.
Il countdown è iniziato: il 26 marzo sarà il momento di scaldare i propri PC e vivere un’esperienza che cattura l’essenza del drifting giapponese.
Il fenomeno legato alla diffusione del pachinko costituisce uno degli aspetti più curiosi ed interessanti legati alla storia della terra del Sol Levante.
Si tratta di un gioco d’azzardo tipicamente giapponese, ideato tra la prima e la seconda Guerra Mondiale (presumibilmente nella città di Nagoya), ancora oggi talmente in voga da essere una delle poche eccezioni concesse dalla relativa normativa nazionale. In tema di giochi d’azzardo, infatti, il Giappone adotta un pugno di ferro ammettendo solo limitate eccezioni ad una tendenziale illegalità tra cui le scommesse sulle corse dei cavalli ed il pachinko.
Apparso per la prima volta intorno al 1920 come giocattolo per bambini, le prime vere e proprie sale di pachinko vennero chiuse durante il secondo conflitto mondiale per poi riemergere negli anni Quaranta. Il primo salone venne aperto proprio a Nagoya nel 1948: da quel momento, il gioco divenne un costante fenomeno di costume al punto da far emergere un mercato fiorente e regolamentato spesso in mano a grandi compagnie di intrattenimento. Per fare un esempio, tra i maggiori protagonisti nel panorama (grazie alla contaminazione con franchise di film, anime, manga e videogiochi) delle sale pachinko compaiono aziende come Sega Sammy Holdings e Konami.
Come funziona il pachinko?
Il pachinko concettualmente può essere accostato ad una sorta di slot machine occidentale, ma con un meccanismo diverso alla base.
La macchina del pachinko assomiglia a un flipper verticale, con l’utilizzo di piccole sfere d’acciaio che vengono affittate al giocatore dal proprietario. Dopo aver inserito una sfera nella macchina, essa la rilascia in cima al campo di gioco. Sulla sua strada, la pallina incontrerà ostacoli quali pioli e barriere sui quali inevitabilmente impatterà, cambiando direzione. Nel campo di gioco sono presenti anche dei fori d’uscita: se la sfera li raggiunge, si vincono ulteriori sfere, che danno diritto ad altre partite. Se invece la sfera cade sul fondo della parete, l’opportunità sfuma.
L’obiettivo del gioco non è solo accumulare più sfere possibili, ma altresì effettuare scommesse sull’andamento della partita, per ottenere un ulteriore premio.
Influenza in altri media
La capillare diffusione del pachinko in Giappone è così radicata nel tessuto sociale da aver portato il gioco stesso a contaminarsi con altri media.
Basta una passeggiata in qualsiasi quartierie di Tokyo per imbattersi in moltissime sale pachinko, in cui è la normalità vedere macchine riportanti marchi noti e franchise famosi. Il giro d’affari è immenso e basti pensare che quasi tutti i maggiori prodotti di intrattenimento giapponesi, tra cui film, anime, manga, show televisivi e videogiochi, possono vantare le proprie linee di pachinko dedicati per attrarre nuovi giocatori. Addirittura, alcuni pachinko hanno seguito il percorso inverso, ispirando anime come Bakumatsu Gijinden Roman, Battle Girls: Time Paradox, Rio: Rainbow Gate! e Yoshimune.
Ma le influenze non terminano qui. Allo stesso modo, nei videogiochi di matrice orientale è facile incontrare spesso riferimenti al pachinko se non addirittura il gioco stesso riprodotto in qualche misura. In questo senso, ovviamente il punto di riferimento è la saga di Ryu ga Gotoku / Yakuza / Like a Dragon, che ha spesso rappresentato tali posti talvolta rendendoli altresì giocabili. Si tratta ad esempio del quinto capitolo principale della serie, dove addirittura appare il gioco a sua volta brandizzato con Virtua Fighter, un altro iconico franchise SEGA. Le regole del pachinko sono state anche la fonte di ispirazione per altri videogiochi di abilità come il famoso puzzle game Peggle che ne condivide alcuni tratti salienti, pur con un’impostazione di fondo diversa.
Ma il pachinko è stato in grado di oltrepassare i limiti territoriali di nascita, andando ad influenzare anche il mondo occidentale ed i suoi show televisivi. Il concept alla base del pachinko può infatti essere ritrovato in alcuni ambiti del popolare La ruota della fortuna, così come, in maniera più evidente, nello show The Wall – Il muro. Anche il mondo del gambling online è stato interessato dal pachinko. All’interno delle piattaforme tutelate attraverso portali autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) in osservanza della normativa vigente, son nati giochi ispirati al pachinko, come nel caso del Plinko.
Il gioco d’azzardo in Giappone
Come anticipato in premessa, il gioco d’azzardo è illegale in Giappone, ma il pachinko è considerato un’eccezione essendo stato assimilato ad un’attività di intrattenimento.
Sebbene l’assegnazione diretta di premi in denaro sia comunque tecnicamente illegale (altro aspetto guarda caso riprodotto fedelmente in molti videogiochi in cui sono presenti i pachinko), le sale da gioco possono ricompensare i giocatori con gettoni che possono poi essere oggetto di scambio in contanti nei centri vicini, gestiti da altri soggetti.
Tuttavia, con la crescente pressione pubblica e politica seguita all’approvazione della legge contro il gioco d’azzardo negli anni ’90, la polizia è divenuta più attiva nella sorveglianza e regolamentazione delle sale giochi. Nonostante questo, esiste una generale soglia di tolleranza verso il pachinko, entro determinati limiti. In un caso famoso del 2005, un salone nella prefettura di Kanagawa riferiva alla polizia locale che qualcuno aveva contraffatto i loro gettoni, riuscendo a portar via l’equivalente di 60.000 dollari in contanti dopo aver visitato il vicino centro di scambio. Nonostante il caso evidenziasse come il salone gestiva direttamente ed illegalmente un centro di cambio (che per legge deve essere indipendente dal salone) la polizia non ha provveduto a chiudere il locale, bensì solo a rintracciare e perseguire il ladro.
Nonostante le attenzioni normative, il pachinko è comunque al centro di fenomeni di ludopatia diffusa. Uno studio del 2014 ha dimostrato che la tendenza al gioco d’azzardo patologico tra gli adulti giapponesi era del 9,04% negli uomini e dell’1,6% nelle donne, superiore alla prevalenza nordamericana dell’1,6%, soprattutto per gli uomini. Nel 1999, il 29% dei giocatori si considerava dipendente e bisognoso di cure. Un altro 30% ha dichiarato di aver superato il proprio budget e di aver chiesto un prestito per giocare. Numeri da attenzionare, che tuttavia non ha fermato gli sforzi, da parte di alcune forze politiche, di legalizzare il gioco d’azzardo per poterlo regolamentare con maggiore efficacia e proteggere le fasce più deboli della popolazione.
Disney + ha lanciato il teaser trailer della nuova serie tv Alien: Pianeta Terra(qui tutto quello che sappiamo a riguardo). L’uscita della serie è programmata per l’estate 2025. La serie è figlia della collaborazione tra Noah Hawley (già noto per Fargo e Legion) e Ridley Scott.
Ambientata nel futuro (il salto temporale rispetto ai giorni nostri è di settant’anni) e circa trent’anni prima degli eventi del film originale, Alien: Pianeta Terra si concentrerà sul lato oscuro della Weyland-Yutani Corporation e la corsa delle aziende per lo sviluppo di nuovi androidi.
Sebbene Hawley abbia già dichiarato che Ellen Ripley, la protagonista della saga originale, non farà parte dei personaggi della serie, persistono quelli che sono i temi principali. La serie va infatti ad indagare le questioni legate all’avanzamento tecnologico e le ripercussioni dello stesso sul futuro dell’umanità.
La trama si svolge attorno ad un incidente che indice l’inizio di un’era pericolosa per l’umanità. Una nave spaziale precipita sulla Terra, e una giovane donna, Wendy (interpretata da Sydney Chandler), insieme a un gruppo di soldati improvvisati, si imbatte in delle nuove forme di vita predatrici. L’equipaggio, dunque, avrà il compito di capire come procedere, alla luce di questa scoperta, e della consapevolezza che il destino del pianeta Terra potrebbe essere compromesso in modo irreversibile.
A fianco della già citata Sydney Chandler nel ruolo di Wendy, troviamo un ibrido metaumano con il corpo di un adulto ma la coscienza di una bambina, e tutta una serie di altri personaggi interpretati da un ottimo cast, tra cui Timothy Olyphant (Justified) nel ruolo di Kirsh, il mentore di Wendy. Altri interpreti sono Sandra Yi Sencindiver, David Rysdahl (Fargo), Alex Lawther (The End of the F*cking World), Samuel Blenkin (Black Mirror), Essie Davis (Miss Fisher), Adarsh Gourav (La tigre bianca) e Kit Young (Tenebre e ossa) e altri.
La data precisa dell’uscita dell’episodio pilota non è stata ancora comunicata, sappiamo che arriverà nel corso dell’estate 2025. Rimaniamo, però, in trepidante attesa dell’uscita di una serie girata da due menti creative di indubbio valore, che difficilmente deluderanno le aspettative del pubblico.
ROCKFISH Games ha annunciato che Everspace 2 riceverà una nuova espansione in primavera: Wrath of the Ancients.
Si tratta della seconda espansione in arrivo per l’epopea spaziale del team di sviluppo tedesco, dopo il DLC Titans di qualche mese fa (qui la nostra recensione).
“La nostra community continua a chiedere quando potrà finalmente esplorare Aethon e la risposta è presto!” ha dichiarato Michael Schade, CEO e co-fondatore di ROCKFISH Games, in un comunicato stampa. “Everspace 2: Wrath of the Ancients espande in modo massiccio l’universo della serie Everspace, offrendo ai piloti più sistemi stellari da esplorare, più nemici da combattere e una nuova nave che cambia il gioco. I giocatori che vogliono scoprire di più dell’Ammasso 34 hanno molto da aspettarsi. Nei prossimi mesi, condivideremo tutti i tipi di rivelazioni per Wrath of the Ancients sui nostri canali sociali e sui nostri stream. Restate sintonizzati piloti spaziali!”.
Vi ricordiamo che Everspace 2 è attualmente disponibile per PlayStation 5, Xbox Series e PC via Steam, GOG e Microsoft Store.
“Wrath of the Ancients” continua la storia di Everspace 2, aggiungendo nuovi sistemi stellari da esplorare e ampliando quelli esistenti con nuove missioni secondarie.
I giocatori potranno pilotare una nuova nave per combattere contro nemici alieni e minacce antiche in una storia completamente nuova, ambientata dopo gli eventi di Everspace 2. Misteriosi attacchi hanno devastato gli insediamenti umani nell’Ammasso 34, destabilizzando le fazioni al potere e bloccando i sopravvissuti. Con questa distruzione, la pace tra l’umanità e l’Okkar è minacciata. I piloti spaziali si avventureranno nei mondi di origine dell’Okkar per scoprire la verità dietro questa minaccia prima che la guerra riaccenda la DMZ.
Durante gli eventi della nuova espansione, si aprono i cancelli di curvatura per quattro nuovi sistemi stellari completamente esplorabili, tra cui i mondi domestici Okkar e Aethon, aggiungendo ancora più segreti in tutto l’Ammasso 34. Questi nuovi sistemi stellari saranno ricchi di informazioni e di informazioni. Questi nuovi sistemi stellari saranno ricchi di nuovi nemici, armi e attrezzature da scoprire.