Nascita ed evoluzione della voglia di pizza fatta in casa

Il “fenomeno” pizza, nell’ultimo decennio, ha subito una crescita mediatica impressionante. La pizza è diventata, col passare del tempo, sempre di più il simbolo della cucina e della cultura culinaria non soltanto napoletana o italiana, ma mondiale, con una diffusione sempre in costante ascesa e a cui, ad oggi, è impossibile rimanere indifferenti. Soltanto qualche anno fa, ammettiamolo, la pizza, pur essendo sempre uno dei piatti più iconici nel mondo, nonché simbolo della napoletanità in primis, non aveva una rilevanza mediatica e sociale tanto forte, la cui dimensione si sta delineando con forza e convinzione di anno in anno. Il grande lavoro svolto dagli artisti della pizza ma anche da tutti quelli legati in modi diversi alla sfera gastronomica e culinaria e, perché no, anche da tanti colleghi, ha giocato un ruolo fondamentale nel fare della pizza un vero e proprio linguaggio comunicativo, capace di irradiare non soltanto il palato ma anche la mente dei suoi estimatori, sempre più indirizzati verso quella sana voglia di esplorare non soltanto il gusto, ma anche la nascita, lo sviluppo e la concezione stessa della pizza in sé. Questo gigantesco percorso di crescita e diffusone si è esteso così tanto da riuscire ad abbattere anche le barriere più solide, fino a rendere la voglia di pizza un vero e proprio linguaggio universale. E, per certi versi, la sublimazione finale di questo concetto è rappresentata non tanto dai numerosi eventi a tema, concorsi, corsi di formazione ed in generale tantissime iniziative mediatiche legate al sempre più crescente fenomeno, quanto dalla sfera più “intima” e personale, che ha saputo diventare il vero simbolo dell’evoluzione della pizza nella comunità: la nascita e l’evoluzione della voglia di fare la pizza in casa.

Pizza fatta in casa: tanti modi diversi di interpretare un piacere universale

Il piacere della pizza fatta in casa è diventato, negli ultimi anni e complice anche il grande boom generato dal periodo di pandemia, una pratica sempre più diffusa. La voglia di cibarsi del gustoso alimento, unita a quella di esplorare orizzonti culinari differenti e, perché no, mettersi alla prova, ha spinto sempre più persone ad abbracciare questa nuova dimensione, decise più che mai a testare le proprie skills in maniera anche se vogliamo completamente “vergine”. La creazione della pizza fatta in casa, come tutte le cose, è partita “dal basso”, fino ad assumere dimensioni maggiori e differenti col passare dei mesi e degli anni. Così come nella sua dimensione “originale” anche la pizza fatta in casa ha visto la sua creazione e concezione differenziarsi in maniera impressionante, con conseguente nascita di tantissime tipologie differenti di modi di vivere la pratica, i cui confini si sono ampliati così tanto da diventare praticamente infiniti.

pizza fatta in casa

Da qui sono nati, sotto anche suggerimento di tantissimi esperti del settore, diventati sempre più i maestri indiretti tramite i social, YouTube e tanti altri mezzi di diffusione di massa, tantissimi modi differenti di interpretare il concetto di “pizza fatta in casa” sia in termini di impasto e gestione di fattori quali la lievitazione e la maturazione sia di metodologie di cottura e, infine ma non infine per importanza, l’utilizzo degli ingredienti con cui condire il disco (ma non per forza) di pasta più amato al mondo. Dalla pizza in teglia passando per l’immancabile pizza fritta fino ad arrivare alla tradizionale pizza napoletana, caratterizzata anche da una quantità sempre crescente di metodologie di cottura differenti, con lo scopo finale di avvicinarsi il più possibile alla controparte “reale” della pizza. Tutto questo, chiaramente, senza dimenticare lui, il vero protagonista: l’impasto. Anche a casa, infatti, a fare la differenza sono anche le tipologie differenti di impasto, la cui rilevanza nella riuscita della creazione di una buona pizza fatta in casa è assolutamente decisiva. Dal metodo biga fino a quello poolish, passando per il tradizionale impasto diretto, ogni tasselo risulta fondamentale per la diffusione del fenomeno della pizza fatta in casa, senza dimenticare la decisiva gestione dei tempi e le metodologie di lievitazione e maturazione, anch’essi super importanti ai fini del risultato finale.

Pizza fatta in casa: l’importanza di seguire gli esperti e l’ascesa dei social

In apertura vi parlavo, e non a caso, del grande ruolo ricoperto dagli esperti del settore nella diffusione sempre più marcata di quello che ad oggi non può più definirsi un fenomeno, ma una vera e propria consuetudine per tantissime famiglie. La nascita e lo sviluppo della pizza fatta in casa si lega con forza anche all’ascesa di personaggi quali noti pizzaioli e maestri della pizza in generale, che lentamente hanno iniziato a spingere forte l’acceleratore sui social e sulla comunicazione, partendo, spesso, proprio dai consigli fondamentali per la creazione di una buona pizza fatta in casa, al netto degli strumenti posseduti. Esperti come Salvatore Lionello, Vincenzo Capuano, Gino Sorbillo e tanti altri ancora hanno iniziato a far sentire la loro voce, con la distribuzione di tantissime nozioni e chicche varie, importantissime per la la buona riuscita del delicato progetto. Partendo veramente dai consigli più elementari fino alla diffusione di consigli speciali, chicche relative a fattori come l’utilizzo del frigo, delle padelle e di tanti altri strumenti utili alla creazione di un buon impasto e di una buona pizza, l’evoluzione della pizza fatta in casa è passata e sta indubbiamente passando anche dalla presenza e dall’influenza di questi personaggi, che hanno contribuito pesantemente ad avvicinare sempre più persone all’universo pizza.

pizza fatta in casa

Ai grandi esperti del settore, però, con il tempo, si sono affiancati anche “amatori” dalle spiccate doti culinarie e produttive, attivissimi su piattaforme quali Youtube, Facebook e Instagram coi loro canali e profili, pensati e creati proprio per elargire i propri consigli e le proprie idee sulla creazione della pizza fatta in casa, chiaramente ancora una volta con tante metodologie differenti sia in termini di cottura sia relativamente ai diversi tipi di impasto. Quest’ascesa sempre più massiccia ha generato una sorta di “competizione” indiretta che ha giovato non poco a tutto il fenomeno, con conseguente perfezionamento di tecniche di cottura, e non soltanto, pensate proprio per rendere il proprio lavoro e il proprio giudizio sempre più un punto di riferimento. Senza questa importante e apprezzatissima “influenza” esterna, probabilmente la diffusione del fenomeno della pizza fatta in casa non giocherebbe oggi un ruolo tanto centrale, un ruolo talmente importante che ha spinto anche le diverse istituzioni culinarie alla creazione di svariati tornei, campionati vari e concorsi, pensati proprio per i venturi pizzaioli, rimasti ammaliati dal fascino della pizza e soprattutto da quello del poter diventare un bravo pizzaiolo anche con mezzi modesti e comodamente seduti sul divano di casa propria.

La mia voglia di pizza fatta in casa

A onor del vero, la mia personalissima “crociata” con la pizza fatta in casa, è nata ben prima il periodo di pandemia, come per molti altri. Non nascondo che il tutto si sia intensificato parecchio ultimamente, anche grazie ad influenze esterne sopraggiunte, ma è anche vero che il mio rapporto d’amore con la pizza fai da te sia ormai giunto a un livello importantissimo e per certi versi impensabile. Col passare degli anni e proprio grazie alla voglia sempre crescente di sperimentare nuove ricette, nuovi impasti e nuove tipologia di cottura, ho affinato sempre di più la mia tecnica fino ad ottenere, oggi, dei risultati a detta di molti veramente importanti. Sono partito veramente da zero, da impasti buttati perché non lievitati fino a pizze talmente brutte da essere quasi immangiabili, con quella santa donna di mia mamma costretta a portarmi più di una volta la cena quando all’ultimo momento mi ero accorto che la mia pizza era assolutamente impossibile da buttare giù, anche volendo.

pizza fatta in casa

Per fortuna, però, non ho mai mollato: ho ripreso a provare e a riprovare, ho continuato a sbagliare ma ho anche imparato tante cose nuove e nonostante non sia a tutt’oggi in possesso di una grandissima attrezzatura, mi sto levando parecchie soddisfazioni in tal senso, tanto da spingermi a partecipare a un vero e proprio torneo internazionale che sono sicuro che, in ogni caso, sarà comunque un mio personalissimo successo. In questi ultimi anni, ho provato veramente a fare di tutto: dalla pizza fritta e poi al forno fino alla pizza con il metodo biga, dalla poolish fino all’autolisi, passando per la cottura con l’innovativo metodo “combo” (padella + forno elettrico) all’acquisto del forno da pizza Ariete, modificato recentemente per renderlo più aggressivo nella cottura, per un risultato finale sempre più vicino a quello “reale”. Ho sperimentato e sto sperimentando ancora oggi, e ho anche replicato la pizza fritta con ananas e credo del maestro Franco Pepe, che mi ha anche onorato di un bel like su Instagram sulla foto della pizza, un altro piccolo dettaglio che ha influito non poco sulla mia voglia di continuare a mettermi in gioco con la pizza e le sue molteplici sfaccettature. Chiaramente, però, delle diverse tipologie di pizze, di impasti e di cotture, parleremo in maniera più approfondita in un altro articolo specifico. Oggi voglio celebrare la bellezza della pizza fatta in casa, diventata sempre di più il simbolo della pizza nel mondo, capace di accomunare e unire come poche altre cose. Viva la pizza, quindi, in tutte le sue forme.

Salvatore Cardone
Salvatore Cardone
Scrivo, cucino, mangio. Spesso contemporaneamente. Necessito di più mani (e più fegati).

Rispondi

Ultimi Articoli