Recensione The Cruel King and the Great Hero

Chi mi conosce, sa bene quanto io sia innamorato del genere fantasy, sia a livello mediatico in generale sia e soprattutto contestualizzato alla sfera videoludica. Per tal motivo ho subito guardato di buon occhio The Cruel King and the Great Hero, una vera e propria fiaba raccontata con gli stilemi ludici di un JRPG a turni.


Versione testata: Nintendo Switch


Il titolo di Nippon Ichi Software (NIS America) mi ha subito colpito, da un punto di vista artistico e tematico: una fiaba narrata come nelle più classiche delle opere dei più grandi colossi dell’industria dalle pagine di un gigantesco libro, che racconta le vicende di un grande eroe e della sua battaglia con un gigantesco drago, la cui eredità è destinata a riversarsi nel cuore e nell’animo di sua figlia.

La giovane Yuu e la sua voglia di diventare un grande eroe sono infatti le protagoniste della storia e dell’opera ludica, un classico JRPG a turni di stampo nipponico tanto semplice quanto comunque godibile per gli appassionati, che saprà regalarvi qualche ora di divertimento e relax per quanto non diventi mai un colossal (e nemmeno ci prova, ovviamente) del settore.

The Cruel King and the Great Hero: un drago, un mondo fantasy e una giovane protagonista dal cuore d’oro

La giovane Yuu ha un cuore d’oro: seguendo le orme del genitore e in compagnia di un “amico” speciale di cui non vogliamo svelarvi l’identità, la piccola protagonista fa letteralmente di tutto per diventare una grande eroina, mettendosi anche, talvolta, in grande pericolo, affrontando missioni che vanno al di là della sua portata. Sullo sfondo si affaccia un mondo – apparentemente – tutto sommato pacifico, che va avanti spinto dall’ordinarietà e dalla tranquillità, per quanto però questa situazione sia destinata ad affievolirsi inesorabilmente. Come da tradizione per le migliori storie fantasy, infatti, The Cruel King and the Great Hero racconta di un pericolo imminente, nascosto sotto gli occhi di tutti e silenziosamente spaventoso, destinato a scuotere in maniera devastante la pace e la tranquillità del villaggio in cui vive la giovane Yuu e di tutto il regno.

The Cruel King and the Great Hero

E, ovviamente, chi se non quest’ultima vuole “sfruttare” quest’occasione per lanciarsi in difesa dei più deboli e provare a diventare – finalmente – un vero eroe? La risposta la conoscete già e vi dico che la storia da qui prenderà una piega interessante e mai scontata, con colpi di scena e punti di non ritorno veramente interessanti e mai banali. Non voglio chiaramente spoilerarvi nulla, ma contando anche lo stile della narrazione – oltre agli eventi in sé – posso dirvi che il plot narrativo continua a risultare interessante per tutta la sua durata, specialmente per chi, come me, ha anche una lacrimuccia facile facile.

The Cruel King and the Great Hero è un JRPG vecchia scuola, in tutti i sensi

A livello di gameplay, come dicevo poc’anzi, il titolo di NIS America si presenta come un canonico JRPG di stampo nipponico old school, nel bene e nel male. La formula di gioco è infatti molto tradizionale e prevede uno stile di combattimento a turni, in cui i colpi di Yuu si alternano a quelli dei nemici in maniera tanto semplice quanto comunque funzionale, senza “espedienti” e senza potenziamenti di sorta. Sul campo di battaglia, che diventa tale in maniera “random” a causa dei tanti scontri generati dagli incontri casuali (oltre agli scontri “obbligatori”), si assiste infatti a un’alternanza di colpi tra il bene e il male, rappresentata da un numero di nemici tutto sommato anche discreto in termini di pattern d’attacco ma che comunque non rappresenta praticamente mai un ostacolo arduo da fronteggiare. Se da un lato questa scelta può anche funzionare contestualizzandola al tipo di gioco è chiaro che in termini pratici il tutto risulti ben più difficile da mandare giù, soprattutto se si tiene in considerazione la voglia del gioco di entrare nella cerchia dei JRPG, anche se con sfumature più soft. The Cruel King and the Great Hero è un titolo infatti fin troppo semplice, che non dà mai al giocatore le chiavi di una gestione che sia veramente tale, sia in termini di equipaggiamento e progressione sia in termini più pratici, ossia nella gestione del party e cose simili.

The Cruel King and the Great Hero

Per prima cosa, combattere significa ovviamente prendere punti esperienza e livellare, ma il tutto si limita a questo, perché non vi è una vera build creabile o opzioni per potenziarsi in un modo o nell’altro, cosa che rende il combattimento un “semplice” espediente per andare avanti e null’altro. Anche la gestione dell’equipaggiamento è un aspetto fondamentalmente di contorno e non si rende mai veramente importante, così come la struttura del party. Quest’ultimo infatti risulta più una questione di “stile” piuttosto che pratica, poiché debolezze e punti di forza non diventano mai veramente importanti al punto di rendere una scelta più valida dell’altra. È un peccato, certo, ma sono sicuro che a molti giocatori questa formula potrebbe anche convincere, soprattutto se si è alla ricerca di un prodotto rilassante e mai frustrante.

Stile da vendere… ma sfruttato poco

Anche da un punto di vista tecnico e artistico, The Cruel King and the Great Hero si mostra caratterizzato da una duplice faccia, un aspetto se vogliamo più “grave” dal mio punto di vista dei limiti sopraelencati relativi al gameplay e che mi ha fatto mangiare le mani in più di un’occasione. Se da un punto di vista realizzativo il lavoro svolto da Sayaka Oda, già all’opera su prodotti come The Liar Princess and the Blind Prince, risulta semplicemente maestoso, con una resa degli elementi su schermo impressionante per cura e stile, a lasciare l’amaro in bocca è la pochezza in termini di vastità e differenziazione, un fattore in cui la produzione si è purtroppo dimostrata troppo rinunciataria.

the cruel king and the great hero

La splendida scelta cromatica, fatta di pigmenti vivi e accesi su cui si basa uno stile “acquerelloso” affascinante e romantico, viene in qualche modo sminuita dalla povertà in termini di aree e di scenari troppo simili e poco ispirati, un dettaglio che si estende anche al bestiario e in generale agli NPC e ai personaggi “umani” sparsi per il mondo di gioco, che si dimostrano allo stesso modo poco curati e “svogliati” in termini di realizzazione. Quello che mi ha lasciato veramente estasiato è la colonna sonora del gioco: la OST che accompagna l’avventura della piccola e coraggiosa Yuu è veramente incredibile, tanto nella vastità tanto nella qualità, e rende la traversata un vero e proprio momento magico, in tutti i sensi.

Commento finale

The Cruel King and the Great Hero è un’avventura romantica e coloratissima, capace di raccontare una bella storia appagante e mai banale con un piglio decisamente interessante. Peccato per un comparto ludico di contorno sin troppo semplicistico e per l’eccessiva voglia di giocare al ribasso in termini di soluzioni estetiche e strutturali, due fattori che compromettono non poco l’evoluzione del titolo, che risulta troppo rinunciatario su troppi aspetti. Nel complesso, però, il nuovo lavoro di NIS America è tutto sommato apprezzabile, al netto delle mancanze sopraelencate.

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7.5

The Cruel King and the Great Hero


The Cruel King and the Great Hero è un’avventura romantica e coloratissima, capace di raccontare una bella storia appagante e mai banale con un piglio decisamente interessante. Peccato per un comparto ludico di contorno sin troppo semplicistico e per l’eccessiva voglia di giocare al ribasso in termini di soluzioni estetiche e strutturali, due fattori che compromettono non poco l’evoluzione del titolo, che risulta troppo rinunciatario su troppi aspetti. Nel complesso, però, il nuovo lavoro di NIS America è tutto sommato apprezzabile, al netto delle mancanze sopraelencate.

PRO

Una bella storia, splendido da vedere (e sentire!)

CONTRO

Gameplay troppo semplificato, elementi ruolistici ridotti all'osso, longevità risicata
Salvatore Cardone
Salvatore Cardone
Scrivo, cucino, mangio. Spesso contemporaneamente. Necessito di più mani (e più fegati).

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