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Recensione telecamera di sicurezza Reolink Argus Track e Reolink Solar Panel 2

Quando si tratta di proteggere la propria casa o il proprio business, trovare la giusta soluzione di videosorveglianza è fondamentale. Reolink, uno dei principali produttori di telecamere di sicurezza, ha recentemente introdotto sul mercato la Argus Track, una telecamera WiFi a batteria con funzionalità avanzate come il tracciamento automatico del soggetto, tramite rotazione fino a 355 gradi, zoom ottico e visione notturna a colori. Tuttavia, la Argus Track a batteria da sola non è in grado di offrire una protezione h24, ed ecco perchè Reolink ha pensato di abbinare la sua ultima telecamera ad un al pannello solare Reolink Solar Panel 2 che permette di mantenere operativa la telecamera 24 ore su 24.

Design e installazione

La Reolink Argus Track si distingue per il suo design compatto e accattivante, che si discosta nettamente dagli altri modelli della serie Argus. Le forme sono arrotondate e la costruzione è buona.

L’integrazione di due obiettivi in un singolo alloggiamento la fa assomigliare a un piccolo robot con due occhi puntati nella stessa direzione. Nonostante le dimensioni ridotte (solo 84 x 118 mm di altezza e larghezza), il peso è considerevole e si avvicina, come potete vedere nelle specifiche tecniche qui sotto al mezzo kg. Il motivo è da ricercarsi nella quantità di feature offerte dalla telecamera. Ad esempio il sistema a doppia lente, grandangolare e teleobbiettivo, il tracciamento robotizzato che insegue il soggetto, il sensore 4k con visione notturna a colori, l’allarme integrato e persino una potente torcia LED che può essere attivata manualmente o in maniera automatica all’individuazione di un soggetto.

L’installazione è semplice e alla portata di tutti, grazie anche ai numerosi accessori inclusi nella confezione: un pratico template per il montaggio, la staffa, una fascetta per il fissaggio a pali e la guida rapida.

La telecamera può essere utilizzata sia in interni che in esterni, con due opzioni di installazione: a parete tramite la staffa inclusa, o su pali/alberi grazie alla fascetta in dotazione. Nel nostro test abbiamo optato per il montaggio a parete: dopo aver fissato saldamente la staffa utilizzando il template nella confezione, è bastato avvitare la telecamera sulla staffa stessa per completare l’installazione in pochi minuti. L’installazione è molto flessibile perchè tramite app è anche possibile fissare la telecamera al contrario e poi ruotare l’immagine sia in orizzontale che in verticale. Inoltre, sempre tramite app, sfruttando la capacità di rotazione di 355 gradi, è possibile fissare un punto di monitoraggio al quale la telecamera tornerà ogni volta che avrà completato il tracciamento del soggetto inquadrato.

Come abbiamo detto, il nostro kit comprendeva oltre alla telecamera anche il pannello solare, Reolink Solar Panel 2. Si tratta di un pannello solare da 6W con attacco per palo o parete, che si collega alla porta di ricarica della telecamera tramite un cavo USB in dotazione. L’installazione di questo tuttavia sebbene molto semplice grazie alla presenza nella scatola della staffa, dei fisher, del template di monitoraggio e di una fascia per il fissaggio ad un palo o ad un albero, appare decisamente più limitata rispetto alla telecamera.

Sebbene la staffa abbia una testa sferica che permette di disarticolare e regolare il pannellino come meglio si vuole ( Reolink suggerisce una installazione con una inclinazione di circa 15 gradi per evitare l’accumulo di polvere, neve ecc) abbiamo trovato la staffa davvero troppo piccola, specialmente se si intende installare la telecamera sotto una tettoia e il pannellino a poca distanza da essa. Una staffa telescopica in questo caso avrebbe sicuramente aiutato. Ciò nonostante il cavo USB è sufficientemente lungo anche per una installazione a distanza e nella confezione è incluso anche un adattatore USB C – Micro USB nel caso si voglia utilizzare il pannello non con la telecamera Argus Track ma con un altro device.

In ogni caso, come potete vedere dalle foto qui sotto, alla fine riuscirete a trovare a trovare comunque la giusta posizione per la vostra telecamera, ma questo richiederà un po’ di pianificazione iniziale.

Specifiche tecniche e funzionalità

Reolink Argus Track

  • Sensore di immagine: CMOS da 1/2.7″
  • Risoluzione: Lente grandangolare: 8 MP (3840 x 2160) a 25 fps Lente telephoto: 2 MP (1920 x 1080) a 25 fps
  • Codec: H.264/H.265
  • Campo visivo: Lente grandangolare: 105° (oriz.), 55° (vert.), 123° (diag.) Lente telephoto: 43° (oriz.), 25° (vert.), 49,5° (diag.)
  • Visione notturna IR: fino a 30 m, 2 LED da 2.15W/850nm con filtro di taglio IR
  • Visione notturna a colori: fino a 15 m, 2 faretti da 6000K/295 lumen
  • Pan & Tilt: Pan 355°, Tilt 50°, velocità PT configurabile
  • Tracciamento automatico del soggetto: Sì, con 3 modalità Zoom: Zoom ibrido 6X (ottico + digitale)
  • Audio: Microfono e speaker integrati per audio bidirezionale
  • Slot per scheda microSD: Sì, fino a 256 GB
  • Batteria: 4800 mAh agli ioni di litio (autonomia variabile in base alle impostazioni e all’utilizzo)
  • Connettività wireless: WiFi dual-band 2.4/5 GHz (IEEE 802.11a/b/g/n)
  • Compatibilità app: iOS e Android tramite app Reolink
  • Grado di protezione: IP65 (totalmente resistente a polvere e getti d’acqua)
  • Dimensioni: 84 x 118 mm (diametro x altezza)
  • Peso: 476 g (batteria inclusa)

Reolink Solar Panel 2

  • Max Voltage: 6.0V
  • Max Current: 960mA
  • Max: 5.8W
  • Dimensioni: 210 x 174.6 x 15.4 mm
  • Lunghezza del cavo: 4 Metri
  • USB C ( adattatore Micro USB incluso)

La Argus Track offre streaming live e registrazioni fino ad 8 MP (4K) grazie alla lente grandangolare con sensore CMOS da 1/2.7″, garantendo immagini nitide e dettagliate. La seconda lente telephoto da 2 MP permette uno zoom ibrido 6X (combinazione di zoom ottico e digitale) per catturare dettagli anche a distanza. Oltre al sensore di immagine di alta qualità, la telecamera integra tecnologie avanzate per la visione notturna: illuminatori IR per una visione in bianco e nero fino a 30 metri e faretti a luce bianca per una visione notturna a colori fino a 15 metri.

Uno dei punti di forza della Argus Track è la sua flessibilità di movimento. Pur non avendo il classico design delle telecamere PTZ (Pan-Tilt-Zoom), può ruotare orizzontalmente per 355° e inclinarsi verticalmente di 50°, con una velocità regolabile. Questo, unito all’algoritmo di tracciamento intelligente del soggetto con 3 diverse modalità, permette di seguire in modo fluido e preciso eventuali intrusi, senza mai perderli di vista. Il sensore PIR integrato rileva il movimento fino a 11 metri di distanza con un angolo di 120°, riducendo notevolmente i falsi allarmi.

Uno dei punti di forza della Argus Track è la connettività WiFi dual-band, che supporta sia la banda 2.4 GHz che la 5 GHz. Quest’ultima offre una maggiore larghezza di banda e una minore interferenza, traducendosi in uno streaming video più fluido e stabile. Il protocollo di connessione wireless supportato è l’IEEE 802.11a/b/g/n, con crittografia WPA/WPA2 per garantire la massima sicurezza.

Altro aspetto interessante è l’integrazione di un piccolo allarme che può essere attivato manualmente oppure al rilevamento di un intruso. Tramite app è possibile persino regolare l’entrate in funzione dell’allarme sonoro, impostare un pre allarme o impostare un suono personalizzato. Tuttavia, nonostante le enormi potenzialità, il volume è decisamente troppo troppo basso per avere una qualche reale utilità e ci auguriamo che nelle prossime versioni, Reolink possa dotare la sua Argus Track di una vera sirena che cambierebbe letteralmente le potenzialità del prodotto.

App Reolink

Oltre a sorveglianza live e registrazioni su scheda microSD (fino a 256 GB), la Argus Track offre tutte le funzioni smart che ci si aspetta da una moderna telecamera di sicurezza: rilevamento di persone e veicoli, zone di rilevamento personalizzabili, mascheratura delle aree private, audio bidirezionale per comunicare con eventuali visitatori e compatibilità con gli assistenti vocali Google e Alexa. Tutte le impostazioni sono facilmente accessibili tramite l’app Reolink per iOS e Android, che permette anche di accedere da remoto alle immagini live e alle registrazioni.

Dall’app è poi possibile effettuare una serie di regolazioni dell’immagine, a partire da quelle a colori, passando per quelle notturne e quelle in bianco e nero, regolando contrasto, luminosità, ombre. E’ possibile poi impostare le notifiche push sul cellulare o via email e come abbiamo visto, regolare l’entrata in funzione dell’allarme sonoro.

Altra funzionalità interessante è quella che permette di impostare un timelaps per monitorare nel tempo una determinata area oppure anche solo per “divertimento”.

Nonostante le tante funzionalità tuttavia dobbiamo rilevare che con Argus Track l’app Reolink presenta qualche problema. Non sempre al primo avvio la telecamera viene rilevata e occorre chiudere l’app e riavviarla per potervi accedere. Poichè la telecamera entra in standby dopo un certo periodo di inattività, inoltre, l’app perdendo il collegamento non riesce più a ripristinarlo e ciò nonostante la connessione internet wifi fornita alla telecamera sia più che sufficiente (ad essa abbiamo fornito un apposito extender). Si è trattato anche per noi di una sorpresa visto che nella precedente recensione della Reolink Duo 2 Wifi ne avevamo invece tessuto le lodi.

Autonomia con e senza pannello solare

La batteria ricaricabile agli ioni di litio da 4800 mAh integrata nella Argus Track garantisce un’autonomia variabile in base alle impostazioni e alla frequenza degli eventi rilevati. Con impostazioni conservative (rilevamento del movimento a bassa sensibilità, nessuna registrazione continua) si possono superare i due mesi di autonomia con una singola carica. Ovviamente attivando funzioni come la visione notturna a colori o il tracciamento continuo del soggetto l’autonomia si riduce, ma si possono comunque superare le 2 settimane.

Per estendere ulteriormente la durata della batteria ed evitare di doverla ricaricare manualmente, come abbiamo visto è possibile abbinare la telecamera al pannello solare Solar Panel 2. Con appena 10 minuti di sole al giorno, il pannello è in grado di fornire energia sufficiente per un giorno intero di utilizzo della Argus Track. Durante la nostra prova, durata oltre un mese, non abbiamo mai dovuto ricaricare manualmente la batteria della telecamera, nonostante il clima non sempre soleggiato.

Commento finale

Nel complesso, la Reolink Argus Track si è dimostrata una soluzione di videosorveglianza wireless versatile, potente e ricca di funzionalità, adatta sia per la sicurezza domestica che per quella di piccole attività commerciali. I punti di forza sono senza dubbio l’eccellente qualità video fino a 4K, la flessibilità di movimento con tracciamento automatico del soggetto, la visione notturna a colori e la lunga autonomia garantita dalla batteria integrata, ulteriormente estendibile con il pannello solare opzionale. A fronte di un prezzo non proprio economico (239 euro su Amazon per il kit Argus Track + Solar Panel 2) , si ha però accesso ad un prodotto completo e all’avanguardia, che non richiede costosi abbonamenti per lo storage su cloud e può essere facilmente espanso con altre telecamere Reolink. L’app mobile è intuitiva e ricca di opzioni, anche se abbiamo rilevato qualche incertezza proprio in abbinamento con Argus Track, e la staffa di montaggio del pannello è forse un po’ limitante, ma se state cercando una telecamera di sicurezza wireless affidabile, flessibile e con eccellente qualità video, la Reolink Argus Track con pannello solare è senza dubbio una scelta da prendere in seria considerazione.

Scary Movie sta tornando, annunciato il reboot della serie lanciata nel 2000

Il primo Scary Movie è stato lanciato nel 2000, pochi anni dopo che Scream So cosa hai fatto avevano dominato il panorama horror. Il successo fu davvero clamoroso. La pellicola ottenne ben quattro sequel, Scary Movie 2 (2001), Scary Movie 3 (2003), Scary Movie 4 (2006) e Scary Movie 5 (2013) per un incasso complessivo di oltre 200 milioni di dollari. Ora, dopo be n 11 anni, una delle saghe più irriverenti del cinema moderno, tornerà nuovamente sui grandi schermi, con Miramax che finanzierà il nuovo film e Paramount che invece lo distribuirà. Ad occuparsi del reboot sarà il produttore di Fast & FuriousNeal H. Moritz.

Di materiale da cui trarre ispirazione, ce ne è davvero tantissimo, in particolar modo grazie alla presenza massiccia nel genere horror di Blumhouse. Il nuovo film di Scary Movie, le cui riprese dovrebbero iniziare fra qualche mese, arriverà nel 2025.

In attesa di nuove informazioni in merito al progetto, vi lasciamo al trailer del primo Scary Movie:

PlayStation Plus Extra e Premium, ecco i nuovi giochi di Aprile!

Sony tramite il PlayStation Blog ha annunciato i giochi che verranno inseriti nei cataloghi Extra Premium di PlayStation Plus nel mese di Aprile. Nello specifico, tutti i titoli saranno disponibili dal 16 del mese (per Dave the Diver il 16 è il giorno d’uscita su console PlayStation), ad eccezione di Tales of Kenzera: ZAU e Animal Well che saranno disponibili dai loro D1, rispettivamente il 23 aprile e il 9 maggio.

Nuovi giochi PlayStation Plus Extra e Premium

  • Dave the Diver (PS4 e PS5 – MINTROCKET)
    DAVE THE DIVER è un gioco di ruolo e avventura casual per giocatore singolo che permette di esplorare gli abissi marini di giorno e gestire un sushi bar di notte. Unisciti a Dave e ai suoi stravaganti amici nel tentativo di svelare i segreti del misterioso Profondo blu.
  • Tales of Kenzera: ZAU (PS4 e PS5 – Surgent Studios)
    Un ragazzino in lutto inizia a leggere un racconto Bantu scritto dal suo defunto padre. Avventurati nelle splendide e insidiose terre di Kenzera nei panni di Zau, un giovane sciamano che stringe un patto con il Dio della morte per strappare alle tenebre il suo amato Baba. Con i tuoi poteri cosmici e un coraggio senza eguali, viaggerai alla scoperta di leggendarie terre sconosciute. Un tempo piena di vita, Kenzera è ora invasa da spiriti ancestrali perduti. Mentre Zau avanza verso la sua meta, tre potenti esseri attendono silenti, forti nel loro potere ma stranamente familiari. Aprirai il tuo cuore alla danza dello sciamano?
  • Animal Well (PS5 – Shared Memory LLC)
    Sboccia dal tuo fiore ed esplora il bellissimo e a volte inquietante mondo di Animal Well, una meraviglia pixellata con un intricato livello di dettaglio audio e video. Incontra vivaci creature – piccole e grandi, cortesi e ostili – mentre scopri dei miglioramenti sorprendenti e sveli i segreti del pozzo. Quest’esperienza unica ti farà vivere momenti di puro divertimento, paura, sorpresa e felicità.
  • Oddballers (PS4 – Game Swing)
    Schiva, blocca e afferra tutto ciò che puoi lanciare in faccia ai tuoi nemici-amici. Oppure usa l’ambiente per abbattere gli altri giocatori. Il dodgeball ha raggiunto un nuovo livello!
  • Construction Simulator (PS4 e PS5 – Weltenbauer)
    Construction Simulator è tornato, più grande e avvincente che mai! Insegui la tua ambizione di fare carriera nel mondo dell’edilizia e fonda la tua attività partendo da zero, solo con l’aiuto del tuo mentore, Hape. Affronta progetti impegnativi di varie dimensioni e difficoltà per aumentare le tue entrate, così potrai aggiungere macchinari sempre più potenti al tuo parco mezzi. Lungo il percorso, i clienti metteranno alla prova le tue abilità nell’affrontare le difficoltà che si presenteranno, rendendo ogni incarico un test da superare. Preparati a mettere in mostra il tuo modo di lavorare mentre affronti una serie di sfide edilizie in questa avventura dinamica ed emozionante!
  • The Crew 2 (PS4 – Ivory Tower)
    Dominate la scena motoristica americana esplorando e conquistando ogni centimetro di terra, cielo e mare degli Stati Uniti d’America. Scegliete fra un’ampia gamma di auto, moto, barche e aeroplani e affrontate una serie infinita di sfide motoristiche.

Accanto ai sei titoli di “copertina”, saranno disponibili i seguenti giochi:

  • Raji: An Ancient Epic (PS4 e PS5)
  • LEGO Ninjago – Il Film: Videogame (PS4)
  • LEGO Marvel’s Avengers (PS4)
  • Nour: Play With Your Food (PS4 e PS5)
  • Deliver Us Mars (PS4 e PS5)
  • Miasma Chronichles (PS5)
  • Stray Blade (PS5)

Nuovi giochi PlayStation Plus Premium

  • Alone in the Dark: The New Nightmare (PS4 e PS5 – Darkworks)
    Ambientato sull’immaginaria Shadow Island, che comprende una foresta, una brughiera, una villa, un forte abbandonato, una cappella, un laboratorio sotterraneo, delle caverne e una dimensione alternativa chiamata Mondo dell’Oscurità, vestiremo nuovamente i panni di Edward Carnby.

Saranno poi disponibili anche i seguenti titoli:

  • Star Wars: Rebel Assault II: The Hidden Empire (PS4 e PS5)

Fallout 4, annunciata la data di uscita dell’Update Next Gen: ecco tutti i dettagli

Dopo una lunga attesa, l’Update Next-Gen di Fallout 4 arriverà per PlayStation 5, Xbox Series e PC il prossimo 25 Aprile.

Ad annunciarlo il publisher Bethesda Softworks ed il team di sviluppo Bethesda Game Studios, che hanno ricordato che l’update sarà gratuito per i possessori delle originarie versioni PlayStation 4 ed Xbox One.

Tra le nuove caratteristiche, ci sarà la possibilità di scegliere tra modalità Performance e modalità Qualità, oltre a poter beneficiare di miglioramenti di stabilità e fix sparsi.

Ecco l’elenco completo di quanto annunciato:

  • Fino a 60fps e risoluzioni aumentate
  • Nuovi fix per stabilità e quest
  • Supporto widescreen ed ultra-widescreen, per utenti PC
  • Nuovi fix per Creation Kit ed update per quest, per utenti PC
  • Fallout 4 sarà compatibile con Steam Deck, nonché reso disponibile anche su Epic Games Store
  • Contenuti direttamente dal Creation Club: nuova quest “Echi dal passato”, nuove armi, nuove decorazioni e molto altro.

Epic Games Store, l’adrenalinico gioco cyberpunk Ghostrunner in regalo!

Come ogni giovedì Epic Games Store regala uno o più giochi gratuiti per il nostro PC, questa settimana affiliamo la nostra lama e prepariamoci a risalire la Torre Dharma tra orde di nemici nell’universo cyberpunk di Ghostrunner!

Ghostrunner è un action in prima persona di stampo hardcore, dove nelle vesti di un cyborg ninja, dovremo risalire una megalopoli grattacielo e compiere con la nostra vendetta uccidendo Mara, la Keymaster autoproclamata monarca della città.

Sfruttando le nostre doti di ninja potremo camminare lungo i muri, deflettere proiettili, rallentare il tempo, e diventare una minaccia inarrestabile per chiunque, o qualsiasi cosa, osi frapporsi tra noi e il nostro obbiettivo. Il dicembre dello scorso anno è apparso anche un grandissimo seguito che ci ha lasciati positivamente colpiti, scoprire il perché leggendo la nostra recensione di Ghostrunner 2!

Potete fare vostro Ghostrunner in forma gratuita solo sull’ Epic Game Store, creando un account -in caso non l’aveste ancora fatto- e seguendo il corrispettivo link al gioco. Non fatevi sfuggire quest’offerta, che scadrà alle ore 17:00 di giovedì 18 aprile.

E non perdetevi la live sul nostro canale ufficiale Twitch di 4News.it, per provare assieme a Edoardo “SamaelBecks” Bechis cosa ci propongono questi titoli gratuiti nella rubrica #GiochiXPovery, in onda ogni giovedì alle 18:30.

The Rogue Prince of Persia, primo trailer per il nuovo capitolo della serie sviluppato da Evil Empire

Ubisoft ed il team Evil Empire hanno annunciato con un trailer The Rogue Prince of Persia, nuovo capitolo della famosa serie.

Sviluppato dagli autori di Dead Cells, il titolo arriverà in Early Access per PC (via Steam) il prossimo 14 Maggio.

Vi proponiamo di seguito il trailer di annuncio.

Esplora un gioco roguelite veloce, impegnativo e immediato. Padroneggia movimenti acrobatici e passa senza interruzioni dalle fasi platform a quelle di combattimento. Trova nuove armi, equipaggiamento con effetti unici e potenzia tutto per ottenere la tua build ideale. Scopri nuovi personaggi, informazioni e zone, mentre cerchi di capire come salvare la Persia dall’invasione degli Unni, fino a diventare l’eroe che hai sempre voluto essere.

UNA PERSIA SOTTO ATTACCO
Interpreta il Principe mentre combatte contro l’esercito degli Unni, corrotto dall’oscura magia sciamanica, ed esplora un’interpretazione sorprendente della Persia fino a trovare il tuo posto nella famiglia reale. Rimetti assieme i pezzi del puzzle, accedi a nuove zone e torna a combattere, ancora e ancora. Incontra un cast variopinto di personaggi che costellano una storia dalla progressione non lineare.

DIVENTA IL PRINCIPE DI PERSIA
Passa continuamente dalle fasi platform a quelle di combattimento: i movimenti acrobatici saranno essenziali per mettere fuori gioco i nemici. Sfrutta la tradizionale corsa a muro per aprirti nuove opzioni di attacco, evitare trappole ed esplorare zone difficili da raggiungere. Quando i numeri non sono dalla tua parte, usa un calcio per tenere a distanza gruppi di nemici e liberarti la strada.

ADATTATI E MIGLIORA IN CORSA
A ogni nuova run scegli tra una gamma di armi letali e medaglioni per scatenare effetti devastanti: decidi liberamente quale stile di combattimento adottare. Le armi secondarie, dagli archi agli scudi o ai rampini, garantiscono ancora più opzioni. Modifica tutta la dotazione durante la partita per adattarti agli ostacoli.

DIMOSTRATI ALL’ALTEZZA DELLA SFIDA
Sblocca nuove armi e medaglioni e impara dai tuoi errori, ogni fallimento ti rende più forte. Tutte le run sono differenti, perché ogni livello viene generato in maniera procedurale.

Albion Online lancia la Beta Aperta in Europa e Medio Oriente per PC e dispositivi mobili

Albion Online ha lanciato la fase Beta Aperta per il suo nuovo server europeo, Albion Europa, ossia il terzo server introdotto nel gioco insieme ad Albion America e Albion Asia. I giocatori possono iscriversi ora per provare Albion Online prima del lancio ufficiale del server il 29 aprile, disponibile su PC, Mac, Linux, iOS e piattaforme Android.

Albion Online Europa offre un’esperienza di gioco ottimizzata per i giocatori europei e della regione MENA, vantando un miglior ping, una latenza inferiore e orari degli eventi di gioco adattati. Il server fornirà un nuovo mondo di gioco, e tutti i giocatori inizieranno su una posizione di parità, reclamando il proprio pezzo di Albion e forgiando il loro destino.

Durante la fase beta, i giocatori potranno guadagnare una skin esclusiva permanenteil Duellante. I proprietari di un Pacchetto Fondatore progrediranno tre volte più velocemente in questa sfida e avranno anche la possibilità di sbloccare una skin esclusiva abbinata alla cavalcatura.

Caratteristiche del server “Albion Europa”:

  • Una versione nuova e incontaminata del gioco, dove tutti i giocatori inizieranno alla pari e potranno reclamare il proprio pezzo di Albion.
  • Un mondo di gioco completamente separato e indipendente dai server esistenti negli Stati Uniti e in Asia.
  • Velocità di connessione e ping notevolmente migliorati per l’intera Europa e regione MENA.
  • Orari degli eventi di gioco e del server (battaglie territoriali, Lega di Cristallo, guerre di fazione, manutenzione, ecc.) ottimizzati per la regione.
  • La possibilità di prenotarenomi di personaggi e gilde esistenti e di avere l’accesso anticipato al lancio completo del server tramite i Pacchetti Fondatore.

Benefici dei Pacchetti Fondatore

I Pacchetti Fondatore di Albion Europa offrono skin esclusive in colore chiaro e scuro, insieme a tempo Premium, Oro e altri vantaggi. A partire dal 24 aprile, i possessori otterranno l’accesso anticipato al server e potranno assicurarsi i nomi dei loro personaggi e gilde dai server esistenti.

I giocatori possono acquistare i Pacchetti Fondatore Lucenti e Oscuri qui: https://albiononline.com/europe#founderpacks

Maggiori informazioni sui dettagli e la registrazione sono disponibili sulla pagina ufficiale di Albion Europa: https://albiononline.com/europe

Per saperne di più sul gioco, guarda il video “Cos’è Albion Online?” qui:

Joker: Folie À Deux si mostra in un primo trailer direttamente dal CinemaCon 2024

Durante il CinemaCon 2024 a Las Vegas, Warner Bros. ha svelato il primo trailer dell’attesissimo “Joker: Folie à Deux“, il sequel del film di successo del 2019 “Joker“. 

Il trailer mostra Joaquin Phoenix che torna a interpretare il ruolo di Arthur Fleck, alias Joker, insieme a Lady Gaga, che fa il suo strabiliante ingresso nel franchise, indossando i panni dell’avvenente Harley Quinn.

 “Folie à Deux” è una frase che descrive due persone che condividono un delirio o una malattia mentale (proprio come fanno Joker e Harley Quinn). Mentre sembra che i due stiano ballando insieme su un bellissimo palco, la scena cambia rapidamente con la città che rapidamente brucia intorno a loro.

Vi ricordiamo che Joker: Folie à Deux di Todd Phillips arriverà nei cinema italiani il 2 ottobre 2024!

Recensione Pepper Grinder, macinapepe da cucina o trivella implacabile?

Pepper Grinder è uno dei tanti esempi che ci legittimano una particolare simpatia per Devolver Digital. Il publisher texano, da sempre in prima linea nel valorizzare le produzioni indipendenti, raramente sbaglia un colpo. Ma non è solo questo il motivo per cui attendiamo sempre ciascun loro titolo con un solido interesse: quasi sempre si tratta di produzioni di qualità, ispirate ed istrioniche se non completamente folli. Originalità e personalità sembrano essere marchi di fabbrica ineludibili per entrare nella loro scuderia. E proprio la piccola creatura dello sviluppatore solitario Riv Hester ci ha dato da subito la sensazione di essere l’ennesimo centro dell’editore di Austin.

In lavorazione dal lontano 2017, Pepper Grinder prende ispirazione dal platform arcade Dig Dug firmato Namco e lo ibrida con un sistema di controllo sul modello di Ecco the Dolphin di SEGA. Il risultato, dopo quasi sette anni, è un’avventura platformer piratesca in cui la vostra principale arma nonché mezzo di locomozione sarà… una trivella.

Il titolo è disponibile dal 28 Marzo per PC (via Steam) e Nintendo Switch (via eShop).


Versione testata: Nintendo Switch


Guarda dietro di te, una scimmia a tre teste!

L’inizio di Pepper Grinder è abbastanza diretto. Senza troppi complimenti, la protagonista Pepper si ritrova naufragata su un’isola e depredata da ogni suo avere. Con indomito spirito piratesco, inizierà subito la sua vendetta contro i disonesti Narling che l’hanno derubata. Per raggiungere i suoi obiettivi, ad aiutarla ci sarà il Grinder, una trivella multiuso capace di scavare nel terreno, controllare macchinari e… spazzare via gli avversari.

L’incipit del titolo Devolver Digital è tutto qui: pochissimo spazio per i fronzoli, sintetismo espositivo e dialoghi praticamente azzerati. Non è la prima volta che assistiamo ad introduzioni di questo tipo, soprattutto nel genere platforming. Sinceramente non che ce ne sia un particolare bisogno, visto il tenore e l’obiettivo ludico della produzione. Tuttavia, ci ha lasciato un pochino di amaro in bocca non vedere un’attenzione maggiore su questo versante soprattutto vista la pregevole direzione artistica.

Come ogni scarabeo, la parte vulnerabile non è quella corazzata.

Riv Hester ha infatti impiegato molto tempo per fornire a Pepper Grinder una veste grafica al contempo esteticamente fresca e ludicamente funzionale. La pixel art scelta regala un piacevolissimo impatto, non tanto per una particolare elaborazione visiva, ma per il suo mix tra palette cromatica brillante e corretta proporzione di ciascun elemento. Tutto, a partire dagli avversari passando per i collezionabili è studiato non solo per essere riconoscibile, ma anche estremamente pratico nell’ottica di un gameplay naturalmente fluido e rapido.

Anche il comparto tecnico è rassicurante in questo senso. Nella versione Nintendo Switch da noi testata, non abbiamo incontrato problematiche di sorta e, soprattutto, l’esperienza non risulta assolutamente alterata affrontando il titolo in modalità portatile. Il nostro timore legato alle ridotte proporzioni dello schermo è stato rapidamente fugato da un’esperienza che si è rivelata di facile lettura, responsiva e divertente tanto quanto quella in modalità docked.

La trivella si rivelerà utile in praticamente ogni occasione.

Questa è la mia trivella

Dove Pepper Grinder si distingue e si caratterizza rispetto ai propri competitors è nel ruolo centrale del Grinder.

La trivella infatti non costituisce solo un’arma per sconfiggere i Narling, ma è anche e soprattutto uno strumento in mano a Pepper per l’esplorazione dei livelli. Il Grinder permette di scavare nel terreno per esplorare le ambientazioni e raggiungere nuovi posti. Pepper infatti non è particolarmente agile, non sa effettuare salti considerevoli e non può azionare meccanismi. Tutto è demandato all’uso del Grinder, che permette senza soluzione di continuità di buttarsi in un terreno, seguirne il corso, sfruttarne l’andamento per sbucare fuori e saltare come un delfino verso la prossima destinazione. Non tutto ovviamente sarà così lineare: tra salti da calibrare, meccanismi da azionare e rompicapi da risolvere, Pepper dovrà sfruttare ogni sua abilità per raggiungere la fine dei livelli.

Se non fate bene i calcoli, i salti saranno rovinosi.

Un rischio insito in questa peculiare declinazione di gameplay era riservato al sistema di controllo: fortunatamente, Pepper Grinder se la cava benissimo.

Una volta che penetrerete il terreno con la trivella, i movimenti della giovane protagonista saranno demandati a movimenti dello stick analogico tanto fluidi quanto delicati. La curva di apprendimento è sostanzialmente immediata e, tempo pochi minuti, sarete perfettamente in grado di acquisire la sensibilità richiesta per navigare nel sottosuolo e per sfruttarne la geografia. Se proprio vogliamo puntualizzare qualcosa, possiamo immaginare che una parte del pubblico potrebbe trovare problematico abituarsi al diverso tipo di gentilezza richiesto per manovrare il Grinder. La finezza nella gestione dei controlli, in queste fasi, è molto precisa soprattutto laddove si voglia ottimizzare sia la raccolta di oggetti sia il tempo di percorrenza.

Pepper Grinder punta infatti anche alle immancabili time trial, in cui dovrete affrontare i livelli in velocità compiendo le manovre esatte al momento giusto. Quello che potrebbe sembrare apparentemente un risvolto impegnativo del titolo, in realtà cela una difficoltà generale piuttosto morbida. Soprattutto i fan del genere non troveranno infatti particolari difficoltà non solo nel raggiungere i titoli di coda, ma anche nel vedere tutto ciò che il titolo ha da offrire.

Andando avanti il setting ovviamente si arricchirà di ostacoli letali.

You Spin Me Round

Il problema fondamentale di Pepper Grinder, proprio a volerne cercare uno, è vincolato alla sua longevità estremamente contenuta.

Se si punta infatti a raggiungere i titoli di coda senza preoccuparsi troppo delle attività collaterali, è possibile farlo in appena tre o quattro ore. Una durata evidentemente molto modesta, che potrebbe essere un deal breaker per molte persone. Ma su questo punto ci sentiamo di invitare ad una riflessione. Anzitutto, il titolo può raggiungere una longevità complessiva di circa nove ore laddove si voglia completare la caccia ai collezionabili nonché ottenere i massimi traguardi nelle time trial. Condizioni queste praticamente imprescindibili per il pubblico di riferimento, gli amanti del platforming.

Pur con una longevità ridotta, Pepper Grinder è infarcito di idee interessanti e molto divertenti.

Ma anche a non voler considerare necessariamente l’aspetto del completismo, Pepper Grinder funziona e diverte come titolo in quanto tale grazie alla forza delle proprie idee. Il particolare alchimismo trovato da Riv Hester gli ha permesso di sperimentare non solo in termini di level design, ma anche di idee e meccaniche, con risultati sempre freschi ed assolutamente ammirevoli. Un merito non trascurabile in un mercato, quello dei platform 2D, in cui lo sperimentalismo e le idee innovative spesso sono appannaggio dei grandi classici o dei titoli più di nicchia, frutto di intuizioni improvvise e folgoranti.

Ultimo ma non per questo meno importante, tutto va guardato attraverso le lenti del price tag della produzione. Con un prezzo di soli 14,99 € (per eShop, mentre per Steam potrete risparmiare qualche ulteriore centesimo), Pepper Grinder è uno dei migliori esempi in cui le (poche) riserve su un titolo possono essere tranquillamente sorvolate pensando all’onestà del costo del biglietto.

In breve: Pepper Grinder costa poco e vale molto.

Commento finale

Pepper Grinder è come la spolverata della vostra spezia preferita: quella che avete messo sulla pietanza va bene, ma avreste potuto tranquillamente abbondare. Il titolo sviluppato da Riv Hester è un platform genuino ed intrigante, grazie alla gimmick della trivella che riesce a plasmare al tempo stesso esplorazione, navigazione ed azione. Una piccola delizia che piacerà specialmente ai fan del genere, anche a fronte di un’esperienza piuttosto contenuta. Ma visto anche l’esiguo price tag, beh… dove c’è gusto non c’è perdenza.

Star Wars Outlaws, il nuovo trailer rivela la data di uscita!

Ubisoft, in collaborazione con Lucasfilm Games, annuncia che Star Wars Outlaws, il primo gioco open world di Star Wars, sarà lanciato il 30 Agosto sulle console Xbox Series X|S, PlayStation 5, Amazon Luna e PC attraverso Ubisoft Connect.

I fan che si abbonano a Ubisoft+ o acquistano la Gold Edition o la Ultimate Edition del gioco possono usufruire di un accesso anticipato fino a tre giorni, mentre coloro che effettueranno il preordine prima del 30 agosto riceveranno il “Kessel Runner Bonus Pack” che include cosmetici per lo speeder di Kay e per la sua Trailblazer.

Vi proponiamo di seguito il trailer ufficiale, grazie all’account ufficiale YouTube di Ubisoft.

Ubisoft ha rivelato ulteriori dettagli sull’astuta furfante Kay Vess e il suo compagno Nix alla ricerca dell’occasione della loro vita. Durante quest’epoca, il dominio dell’Impero viene osteggiato dalla ribellione che non vuole mollare, portando a un’età dell’oro per la malavita. Essendo un’abile ladra, Kay attira l’attenzione di Sliro, il leader della nuova e inquietante organizzazione criminale, Zerek Besh. Dopo che Sliro ha messo una taglia sulla sua testa, a Kay e Nix viene offerta l’unica possibilità di essere liberi: mettere a segno una delle più grandi rapine di tutti i tempi. Kay e Nix dovranno destreggiarsi nel sottobosco della galassia, costruendo la loro reputazione presso leggendarie organizzazioni criminali, tra cui il Sindacato Pyke, il Cartello Hutt, il Clan Ashiga e Alba Cremisi, per guadagnarsi il sostegno necessario a portare a termine il colpo.

“Alla ricerca della vera libertà, gli intraprendenti Kay e Nix viaggeranno tra gli emarginati verso l’Orlo Esterno, accettando incarichi dai sindacati, affrontando nemici pericolosi, evitando l’oppressivo dominio imperiale e reclutando un’esperta ciurma di fuorilegge per mettere a segno una delle più grandi rapine che la galassia abbia mai visto”, ha condiviso Julian Gerighty, direttore creativo.

“Star Wars Outlaws invita i fan a sperimentare un lato della galassia che ha un tesoro ancora da scoprire, le imprese dei furfanti che sfruttano l’età d’oro della malavita. Siamo stati ispirati dalla dedizione di Massive Entertainment nel dare vita a questo aspetto di Star Wars, includendo sia elementi iconici che novità da esplorare in un open world”, ha dichiarato Douglas Reilly, vicepresidente di Lucasfilm Games.

Kay e Nix viaggeranno attraverso la galassia per ottenere le risorse e la migliore squadra per il colpo definitivo. Nel loro viaggio, attraverseranno luoghi diversi, sia classici che nuovi: Canto Bight, Kijimi, Tatooine, Akiva e la savana spazzata dal vento di Toshara. Lungo il percorso, Kay esplorerà città e locali affollati, correrà attraverso paesaggi all’aria aperta sul suo speeder e piloterà la sua nave Trailblazer attraverso le terre selvagge dello spazio. Quando le cose si mettono male, la Trailblazer li aiuterà a inseguire, eludere e attaccare per avere la meglio in emozionanti combattimenti con l’Impero e altri nemici.

Star Wars Outlaws sarà disponibile sull’Ubisoft Store e al dettaglio al prezzo suggerito di 69,99€ per il gioco base. Abbonandosi a Ubisoft+ o acquistando la Gold o la Ultimate Edition, i giocatori potranno accedere al gioco fino a tre giorni prima.

  • Standard Edition. Gioco Base
  • Gold Edition. Gioco Base, Season Pass (comprende 2 DLC, la missione esclusiva “Jabba’s Gambit” al lancio e il pacchetto cosmetico “Kessel Runner Character Pack”), Fino a 3 giorni di accesso anticipato.
  • Ultimate Edition. Gioco Base, Season Pass (comprende 2 DLC, la missione esclusiva “Jabba’s Gambit” al lancio e il pacchetto cosmetico “Kessel Runner Character Pack”), Bundle Sabacc Shark: comprende cosmetici per Kay, il suo blaster, Nix, lo Speeder di Kay e l’astronave “Trailblazer”, Bundle Rogue Infiltrator: comprende cosmetici per Kay, Nix, lo Speeder di Kay e l’astronave “Trailblazer”, Digital art book: Una selezione di concept art e immagini del gioco, compresi gli storyboard cinematografici unici, Fino a 3 giorni di accesso anticipato.

Recensione Dragon’s Dogma 2, se con la mia vita o la mia morte potrò proteggerti, io lo farò!

Dragon’s Dogma 2 era circondato da grandi aspettative. Non tanto quelle proprie della next big thing di una saga consolidata, bensì quelle che si riservano a chi è chiamato ad un esame di maturità.

Il capostipite infatti, al netto di un’accoglienza da parte della critica buona ma non memorabile era riuscito a conquistare un gruppo di fedeli appassionati grazie ai suoi fugaci lampi di grandezza. Un progetto probabilmente fin troppo ambizioso per le possibilità tecniche dell’epoca, strozzato a tal punto da aver dovuto rinunciare a molteplici contenuti ed idee. Persino la riedizione Dark Arisen, sebbene più completa e stuzzicante, non riuscì a realizzare pienamente la visione di Hideaki Itsuno. Nonostante questo, proprio la versione riveduta e corretta ebbe il merito di consolidare ulteriormente una fanbase che nel corso degli anni non ha mai rinunciato al sogno di vedere un vero e proprio nuovo capitolo capace di realizzare l’ideale di libertà, immersione ed imprevedibilità di un mondo fantasy di stampo action RPG. A distanza di dodici anni, Capcom concede una seconda possibilità a Dragon’s Dogma con un risultato finale di grande pregio.

Dragon’s Dogma 2 è disponibile dal 22 Marzo per PC (via Steam), PlayStation 5 ed Xbox Series.

Prima di lasciarvi alla recensione, vi ricordiamo il nostro coverage per l’action RPG di Capcom:


Versione testata: PlayStation 5


Hai la mia spada!

Dragon’s Dogma 2 non è un titolo che punta su una grande trama né narrativa, sia ben chiaro fin da subito.

La premessa di partenza è fondamentalmente la stessa del capostipite, per motivi che vi saranno presto svelati. Il giocatore vestirà nuovamente i panni dell’Arisen, una figura misteriosa destinata a comparire ciclicamente per liberare il mondo dall’oppressione di un temibile drago e per diventarne il sovrano legittimo. Stavolta però c’è qualcosa che non va: perché l’Arisen, solitamente festeggiato al pari di un eroe mitologico, si risveglia in catene? Perché nella sua memoria non c’è nulla che possa far chiarezza? Che sia tutto frutto di un intrigo di palazzo per impedirci di reclamare il trono? E che ruolo svolge il misterioso essere etereo che guida l’Arisen in ogni sua azione?

Al netto di una premessa intrigante, la storia di Dragon’s Dogma 2 non è particolarmente al centro dell’attenzione o dell’importanza dell’esperienza ludica. Certamente, è una sceneggiatura affascinante grazie ad interessanti colpi di scena (che coinvolgono anche un endgame a suo modo sorprendente). Tuttavia, l’opera di Itsuno non presenta una propensione spiccata alla narrazione di qualità, limitandosi spesso allo stretto indispensabile dispensato da NPC significativi (alcuni più di altri, quantomeno) con una regia probabilmente un po’ sorpassata.

Non tutte le spade sono uguali.

Anche il comparto tecnico non regala una prova da primo della classe. Il RE Engine, da sempre non molto adatto a gestire ambientazioni open world, fatica a gestire Dragon’s Dogma 2. Se su PC le richieste tecniche prediligono un grande lavoro sulle CPU, su console il compromesso più lampante è dato dalla impossibilità di scegliere una configurazione tale da raggiungere i 60 fps. Il titolo infatti presenta un frame rate capace di girare a 30 fps non lockati, sebbene una fortuita patch abbia introdotto il tetto opzionale, che migliora ulteriormente le performance generali. Di contro, il codice al netto di qualche rallentamento, non ha evidenziato nella nostra prova bug o glitch.

Le rinunce in termini di framerate si traducono tuttavia in una presentazione estetica che, nonostante non raggiunga vette eccelse, resta assolutamente ragguardevole. Daigo Ikeno spinge artisticamente nel tratteggiare un mondo medievale di chiara ispirazione occidentale, per un colpo d’occhio che punta a mescolare il realismo alle creature più iconiche del fantasy. Quando vi ritroverete sperduti in un bosco, tra la luce che filtra tra i rami mentre gli orchi avanzano, vi sentirete davvero trasportati in un mondo cappa e spada.

Ma il vero traguardo tecnico e dove Dragon’s Dogma 2 sedimenta il suo successo, è nell’intelligenza artificiale e di come essa dialoga con i sistemi ludici.

L’avventura è vasta ed imprevedibile… davvero.

E il mio arco!

Una volta creato il vostro Arisen grazie ad un editor ricco di sfaccettature, Dragon’s Dogma 2 si aprirà gradualmente ad ogni suo elemento a partire dall’importanza delle Pedine.

Per chi non conoscesse la saga, si tratta di NPC che vi aiuteranno nel corso dell’avventura, reclutabili direttamente tra tutti quelli creati da altri giocatori, ciascuno espressione del proprio diretto creatore. Ci sarà solo l’imbarazzo della scelta tra arcieri valorosi, impavidi guerrieri, affascinanti stregoni e molto altro. Ciascuno di essi sarà gestito dall’IA, che saprà letteralmente sorprendervi non solo per reattività, ma anche per autonomia decisionale, iniziativa combattiva, interazioni con l’Arisen e molto altro. Piuttosto difficile spiegarvi a parole le sensazioni che vi susciteranno, addirittura criminale anticiparvi fino a che livello possono arrivare. Vi basti sapere che il loro modello comportamentale è stato pensato per essere in costante apprendimento asincrono: le Pedine apprendono e memorizzano qualunque cosa fatta nel proprio mondo di origine. Vi troverete ad esempio Pedine che sapranno guidarvi, altre che saranno ignare tanto quanto voi. Alcune potranno commentare le vostre azioni, mentre talune addirittura potrebbero darvi indicazioni utili ai fini della trama e delle side quest. Il tutto con una dinamicità sinceramente avveniristica.

Ma non è solo la gestione delle Pedine ad essere affascinante. Ad esserlo lo sono altresì tre capisaldi della produzione, inderogabilmente connessi tra loro: l’esplorazione, il sistema di combattimento e la gestione delle quest.

Arciere o Arcier-Mago?

Contrariamente alla stragrande maggioranza dei titoli del genere, Dragon’s Dogma 2 decide di non tenere per mano il giocatore. Non viene fornita vita semplice né nell’esplorazione (che viene incentivata a scapito delle soluzioni comode) né sul versante side quest. Non esistono infatti indicatori lampeggianti, sverniciate catarifrangenti ad indicare la via né tantomeno NPC segnalati per capire chi vi darà un incarico.

L’avventura è pressoché totale: sarete liberi di seguire la storia principale, così come ignorarla deliberatamente ed inseguire le ali dell’entusiasmo. Il mondo di gioco è ricco di punti di interesse, segreti incredibili e location interessanti da esplorare (a vostro rischio e pericolo, specie di notte). Le missioni secondarie, presenti in ottimo numero, sono il trionfo della possibilità di deciderne le sorti, portandole avanti a proprio modo o anche semplicemente facendo spallucce e fregarsene. Non senza spingervi ad usare la materia grigia, per immaginare non solo come gestirle, ma anche per immaginarne le potenziali conseguenze… comprese scorribande impreviste di alcuni enormi avversari nei centri cittadini. Anche perché Dragon’s Dogma 2 non fa sconti: esiste un solo salvataggio automatico e non potrete “barare” con slot multipli. Scelta controversa? Forse, ma è una altrettanto significativa presa di posizione in termini di game design. State attenti a quello che fate, volenti o nolenti.

Quando poi viene il momento di menare le mani, si notano palesemente la competenze di Itsuno in fatto di combat system. Se da un lato l’assenza di lock on potrebbe far storcere il naso, dall’altro lato il combattimento in Dragon’s Dogma 2 è galvanizzante, spettacoloso ed incredibilmente stratificato. Merito non solo di un feeling generale pesante e concreto, ma anche di una rielaborazione della gestione delle classi presenti. Marcando ulteriormente quanto fatto dal predecessore, il nuovo prodotto Capcom ospita dieci differenti varianti uniche che alterano significativamente playstyle ed incidenza sulla vostra esperienza globale. Il tutto si unisce ad una gestione della fisica davvero soddisfacente, al ritorno della scalabilità delle bestie (che aumenta a dismisura la grandiosità delle sequenza di lotta) e ad una flessibilità davvero invidiabile che raramente si incontra, con questa qualità, in un action RPG.

Un problema emergente è che i nemici tendono ad avere drasticamente la peggio una volta apprese bene le regole di gameplay e sorpassato un determinato livello di esperienza. Ma in fondo Dragon’s Dogma 2 non deve e non vuole essere un soulslike.

Dragon’s Dogma 2 è quanto di più vicino ad una simulazione di Legolas.

E la mia ascia!

Dragon’s Dogma 2 ci ha dunque decisamente convinti, anche al netto di alcune scelte che appaiono a volte anacronistiche, a volte controverse.

Se alcune le abbiamo già citate, come la presenza di un unico file di salvataggio (peraltro automatico) e la regia desueta, altre hanno fatto un gran parlare di sé non solo tra i pareri dei nostri colleghi internazionali, ma anche nel pubblico. Si tratta infatti del caso della disincentivazione marcata del fast travel.

In Dragon’s Dogma 2 non esistono infatti cavalcature e, per muoversi da un punto ad un altro della mappa, tolti alcuni carri a pagamento, si dovranno sfruttare dei rarissimi cristalli del teletrasporto (il cui costo di attivazione non è esattamente economico). Il senso di questa scelta è legata alla volontà precisa di “costringere” i giocatori a calarsi nel mondo di gioco e scoprirlo direttamente. Diversamente da altri titoli del genere, qui ad esempio non è possibile fare affidamento ad indicatori che permettono di esplorare aree sapendo già con chi fermarsi a parlare. Itsuno chiede ai giocatori dunque di vivere l’avventura e di ricorrere a determinate vie solo in caso di assoluta necessità: non per pigrizia dunque, ma per permettere di scoprire davvero il funzionamento di Dragon’s Dogma 2. Noi abbiamo amato questa scelta in controtendenza, ma possiamo comprendere come possa arrivare ad essere frustrante per parte del pubblico e rendere, di conseguenza, il prodotto Capcom non adatto ad ogni palato.

Proprio su questo punto, concedeteci una piccola ma a nostro avviso doverosa digressione.

Nei giorni del lancio si è montato un vero e proprio caso mediatico a causa della scoperta della presenza di microtransazioni attinenti alcuni oggetti e feature di Dragon’s Dogma 2. La stampa internazionale, grazie alle informazioni in proprio possesso, aveva subito chiarito che non si trattava assolutamente di cut content (o favoritismi a pagamento), bensì semplicemente di scorciatoie per elementi già presenti nel gioco e che si sbloccano dopo un paio di ore di avventura. Tuttavia, abbiamo assistito ad autentici scempi disinformativi mossi da alcuni influencer e streamer che, cavalcando l’onda del malcontento popolare, hanno amplificato e distorto la realtà dei fatti andando ad esacerbare la comprensione della situazione. Tra fantomatici complotti e grida di sdegno, Dragon’s Dogma 2 è stato fatto passare per titolo pay2win, alla stregua di un banale (e volgare) titolo cash grabber. Nel giro di un giorno tutto è rientrato alla normalità grazie ad un comunicato chiarificatore di Capcom ed agli sforzi proprio di quella stampa che spesso viene additata come causa di tutti i mali del media.

A nostro avviso, è un fatto sul quale occorrerebbe riflettere. Possibile che il settore (ed il duro lavoro di molte persone) debba essere in balia di opinioni superficiali (se non addirittura faziose) di talune figure mediatiche? Fino a che punto è lecito spingere scientemente notizie ambigue (o palesemente false) per “acchiappare” qualche click extra (e magari qualche subs…) sfruttando l’incolpevole confusione del pubblico? Il settore (il media stesso, la stampa tutta e l’intero pubblico) ne esce rafforzato o mortificato da situazioni del genere? Ai posteri la (neanche troppo) ardua sentenza.

Sarebbe sempre opportuno verificare determinate voci, prima di prenderle per buone…

Commento finale

Dopo oltre dieci anni di attesa, la creatura di Hideaki Itsuno vede finalmente la luce: Dragon’s Dogma 2 non è solo il ritorno di un titolo divenuto cult, ma anche il salto di livello che tutti i fan attendevano con la speranza nel cuore. Lo stesso cuore che è croce e delizia della produzione Capcom capace di regalare un’esperienza fantasy unica nel suo genere, senza compromessi e senza tendere la mano al giocatore. Tanto avveniristico in alcuni frangenti, quanto piacevolmente retrò in altri, si tratta di un action RPG da non farsi scappare!

Star Wars Outlaws, nuovo trailer in arrivo la settimana prossima

Ubisoft ha annunciato che mostrerà lo story trailer di Star Wars Outlaws la settimana prossima, per la precisione martedì 9 aprile alle 18.00 nostrane.

Che la data venga annunciata in quest’occasione senza dover attendere gli eventi estivi (tra cui l’Ubisoft Forward 2024)?

Ad ogni modo sapevamo fosse possibile un inizio di marketing in questi giorni, anche per sfruttare appunto la finestra estiva di eventi, nonché il boost mediatico del 4 maggio per il brand di riferimento (lo Star Wars day).


Con lo sviluppo guidato da Massive EntertainmentStar Wars Outlaws inviterà i giocatori a vivere la galassia di Star Wars come mai prima d’ora attraverso una storia originale ambientata tra Star Wars: L’Impero colpisce ancora e Star Wars: Il ritorno dello Jedi. Mentre l’Impero Galattico persegue inesorabilmente la sconfitta finale dell’Alleanza Ribelle, la malavita prospera. Vestiremo i panni dell’astuta furfante Kay Vess, interpretata da Humberly González, e del suo fedele compagno Nix, interpretato da Dee Bradley Baker (Star Wars: The Bad Batch), mentre tentano una delle più grandi rapine che l’Orlo Esterno abbia mai visto. Alla ricerca dei mezzi per iniziare una nuova vita, dovremo unirci a Kay Nix mentre combattono, rubano e si fanno strada attraverso i sindacati del crimine della galassia unendosi ai più ricercati.

Viaggeremo attraverso la galassia nei luoghi più disparati, da quelli classici a nuove location, dalle umide giungle di Akiva alla savana spazzata dal vento di Toshara. Kay esplorerà città e taverne affollate, correrà attraverso paesaggi all’aperto sul suo speeder e piloterà la sua nave Trailblazer attraverso le terre selvagge dello spazio. Quando le cose si mettono male, il Trailblazer ci aiuterà a inseguire, eludere e attaccare per avere la meglio in emozionanti combattimenti con l’Impero e altri nemici.

Potremo usare la furtività e i gadget per recuperare oggetti di valore senza essere scoperti, distrarre i nemici con un’acrobazia ben congegnata o ingaggiare combattimenti con i blaster in situazioni complicate durante il loro viaggio. Dovremo valutare attentamente le nostre scelte, poiché ogni mossa influenzerà la reputazione di Kay, in continua evoluzione.

Recensione Horizon Forbidden West PC, uno dei migliori porting mai realizzati!

Sony ha acquisito Nixxes Software nel 2021 e l’acquisizione ha sicuramente portato i suoi frutti. Infatti, mentre alcuni porting da console PlayStation a PC, gestiti da altri sviluppatori, si sono contraddisti più per i problemi di natura tecnica che per altro, con una pletora di bug e difetti, senza precedenti (in mente ci viene The Last of Us che ha richiesto mesi di lavoro per risolvere i problemi di stuttering e shader che lo contraddistinguevano), quelli di Nixxes sono stati sempre sopra la media. Come non menzionare Horizon Zero Dawn Complete Edition, o ancora Marvel’s Spider-Man Remastered, Marvel’s Spider-Man: Miles Morales e il più recente, Ratchet & Clank: Rift Apart. Horizon Forbidden West – pubblicato originariamente nel 2022 su PS5 – è l’ultimo titolo che si unisce al “portfolio” di port realizzati dallo studio olandese e che fa il “grande salto” da PlayStation 5 a PC. E si tratta di un porting – a nostro giudizio – fra i migliori su cui abbiamo messo le nostre mani.


Versione testata: PC (Steam)


Avendo già ampiamente analizzato la versione PlayStation 5, in questa recensione, ci soffermeremo maggiormente sugli aspetti tecnici del prodotto. Prima di dirvi la nostra in merito, brevemente vi introduciamo alla storia del gioco. Il giocatore è chiamato a vivere una corposa avventura open world (in una versione più audace e più grande del suo predecessore, con più macchine da combattere e più strumenti a disposizione) nei panni di Aloy (protagonista del primo capitolo della serie Guerrilla) esplorando aree post-apocalittiche affascinanti ed affrontando le enormi e spesso letali macchine che vagano nel mondo di Horizon; Aloy deve anche vedersela con una misteriosa nuova fazione di nemici, il tutto impreziosito da alcuni colpi di scena a dir poco epici.


PreimpostatoMolto bassomedioAltoMolto alto
Prestazioni AVG720P a 30 FPS1080P a 60 FPS1440P a 60 fps/4K a 30 FPS4K a 60 FPS
ProcessoreIntel Core i3-8100 o AMD Ryzen 3 1300XIntel Core i5-8600 o AMD Ryzen 5 3600Intel Core i7-9700 o AMD Ryzen 7 3700XIntel Core i7-11700 o AMD Ryzen 7 5700X
Memoria16 GB di RAM
GraficaNVIDIA GeForce GTX 1650 4 GB o AMD Radeon RX 5500XT 4 GBNVIDIA GeForce RTX 3060 o AMD Radeon RX 5700NVIDIA GeForce RTX 3070 o AMD Radeon RX 6800NVIDIA GeForce RTX 4080 o AMD Radeon RX 7900XT
Spazio richiestoSSD, 150GB
Sistema OperativoWindows 10 a 64 bit (versione 1909 o successiva)
Requisiti PC

Lo abbiamo giocando sul nostro sistema AMD Ryzen 7 5800X e Nvidia RTX 3080ti. Il monitor è un HP OMEN 32c con pannello VA 16:9 2K QHD e con risoluzione nativa 2560 x 1440 Pixel a 165Hz.

Horizon Forbidden West su PC – a primo acchito, si presenta non dissimile dalla controparte Sony; la differenza lampante sta nei preset e nelle varie impostazioni che permettono di agire sulla qualità grafica e prestazionali, le quali dipendono in gran parte dal proprio sistema. E’ possibile settare il gioco utilizzando direttamente il launcher che appare quando si avvia il gioco da Steam. Nello specifico, utilizzando il launcher suddetto, è possibile agire sia su parametri “schermo” e sia su quelli della “grafica”; il “Metodo Upscale” presenta tre opzioni: NVIDIA DLSS, AMD FSR 2.2 e Intel XeSS, l’antialiasing consente di scegliere tra SMAA, TAA e DLAA, mentre Dynamic Resolution Scaling presenta diverse opzioni obiettivo, al di sotto delle quali il gioco abbasserà le sue impostazioni per raggiungere il frame rate target. Sono disponibili cinque preimpostazioni grafiche: “Base”, “Min”, “Med”, “Max” e “Super”. Non è chiaro se Nixxes aggiungerà un preset Ultra o magari anche il ray tracing (ora del tutto assente) con una patch futura, ma mai dire mai.

Caricando un salvataggio e poi accedendo alla schermata delle impostazioni, è possibile regolare ciascuna opzione e vedere un’anteprima del gioco immediatamente dopo l’aggiornamento e in che modo tale modifica influisce su ciò che è sullo schermo. Con un PC abbastanza performante, il porting di Horizon Forbidden West è a dir poco sbalorditivo, con una grafica vibrante e prestazioni davvero solidissime. Con un AMD Ryzen 7 5800X e una Nvidia RTX 3080ti, non abbiamo riscontrato alcun tipo di problema come cali di framerate, stuttering o altri degni di nota.

Giocando con tutti i parametri su Max e con una risoluzione 1920×1080, abbiamo raggiunto i 93 fps mentre mantenendo i parametri su Max ma con una risoluzione a 2560×1440, sono stati circa 78. Utilizzando il DLSS è possibile ottenere qualche fotogramma in più al secondo il che ha permesso di utilizzare appieno il monitor a 165 Hz. Per quanto riguarda invece le temperature, c’è da dire che il nostro DeepCool AK620 Digital, non ha mai superato i 60 gradi. Anche se va detto, il gioco si mostra abbastanza buono anche ad impostazioni più basse, con dettagli importanti come le parti delle macchine ancora ben evidenziati. Insomma, la cura riposta è tanta, e farà sicuramente piacere anche a chi non possiede una configurazione “all’ultimo grido”. 

Le prestazioni diminuiscano sensibilmente non appena si raggiunge l’espansione, Burning Shores. Il DLC incluso era disponibile solo su PS5 e non su PS4. Se mai ci fosse stato qualche dubbio sul perché di tale scelta, il fogliame più denso, le grandi quantità di acqua (compresi i geyser) e le orde di nemici, hanno messo alla prova la nostra configurazione; non abbiamo dovuto modificare nulla ma il framerate è risultato essere lievemente meno granitico rispetto al gioco principale.

Mouse e Tastiera ? Ni!

Uno svantaggio della versione PC di Horizon Forbidden West è che non si adatta perfettamente ad essere giocato con tastiera e mouse, in quanto, alcune meccaniche risultano essere un pochino ostiche da gestire (come ad esempio le schivate), mentre in termini di mira è naturale che mouse alla mano non c’è proprio paragone. Detto questo, il gioco è maggiormente godibile utilizzando un controller DualSense o un controller Xbox (è addirittura supportato il Pro Controller di Nintendo Switch). Il DualSense è sicuramente la migliore opzione in quanto le funzionalità come feedback tattile e i trigger adattivi sono pienamente supportate ma anche il controller Microsoft, al netto della mancanza delle feature esclusive Sony, si comporta benissimo.

Da segnalare, la mancanza del cross save. Un qualcosa che i giocatori desiderano ardentemente da tantissimo tempo ma che a quanto pare non arriverà – salvo clamorosi dietrofront – mai. Il che è un peccato, perché chi vi scrive aveva effettivamente cominciato Horizon Forbidden West su PS5, non riuscendo a completarlo; questa versione PC, arrivava e pennello ma, purtroppo, è stato necessario ricominciare tutto d’accapo.

Commento finale

Horizon Forbidden West PC è sicuramente il miglior porting realizzato da Nixxes. I giocatori – infatti – avranno modo di godersi l’ esperienza di Horizon Forbidden West su PC completa, con tantissimi contenuti, e con prestazioni straordinarie solide e con praticamente zero bug nel gameplay, il che sta a significare che il lavoro di ottimizzazione è stato eccezionale (anche su hardware non recentissimo). L’unico vero svantaggio è l’approccio incentrato quasi esclusivamente mediante un controller. Sebbene sia possibile giocare con mouse e tastiera, giocare su un PC con un controller DualSense sembra il modo definitivo per vivere la continuazione del viaggio di Aloy. In definitiva, si tratta di un acquisto praticamente obbligato non soltanto per chi ha avuto già modo di giocare al gioco su console PlayStation, ma anche per chi non lo ha ancora fatto; vi garantiamo che ne resterete estasiati almeno fino a quando arriverà il prossimo atteso porting PC targato Sony e Nixxes: Ghost of Tsushima.

Recensione router MSI RadiX AXE6600 WiFi 6E

MSI entra nel mercato networking con il router RadiX AXE6600 WiFi 6E, il più avanzato device nella sua nuova lineup di dispositivi di rete. Abbiamo passato diverse settimane testando le capacità del router, provando le sue performance, le opzioni di connessione e controllo e rimanendo positivamente colpiti da un prodotto pensato per ambienti domestici e per un’utenza di fascia enthusiast.

Unboxing e Specifiche Tecniche

Aperta la confezione di vendita del RadiX AXE6600 WiFi 6E ci si accorge subito della grande cura ed attenzione ai dettagli riposta da MSI in questo prodotto. L’apparecchio e le sue sei antenne pre installate sono ordinate e protette nel blister in polistorolo ad alta densità. Sotto di esso una piccola scatola contiene l’alimentatore a parete, un cavo LAN di categoria 6, e della manualistica tra cui una guida rapida per l’installazione.

Il RadiX AXE6600 si presenta con delle linee molto aggressive nella sua scocca grigia completamente in plastica, e richiede uno spazio considerevole per il suo utilizzo, indipendentemente se collocato su un ripiano o appeso in una parete grazie a due fori presenti sotto alla macchina. Le 6 antenne sfruttano un perno alla base che gli permette di flettersi e di ruotare di 180 gradi attorno al corpo del router in maniera indipendente, ma la cosa più interessante (è la prima volta che ci capita di vederle) dispongono anch’esse di una illuminazione RGB personalizzabile. Al centro della scocca si trova un pulsante con il Dragon Shield di MSI per switchare da un preset di prioritizzazione all’altro, privilegiando di volta in volta lo streaming o il gaming e così via (ma di questo parleremo più avanti) e più in alto un set di pulsanti LED di controllo che quando illuminati presentano anche informazioni d’uso.

Diamo ora un’occhiata alle componenti tecniche che rendono questo router pronto per la prossima generazione di connessioni

  • Bande Wifi disponibili: 2.4GHz / 5GHz/ 6GHz
  • Velocità Wifi in 2.4GHz: 20/40MHz, fino a 574Mbps
  • Velocità Wifi in 5GHz: 20/40/80MHz, fino a 1201 Mbps
  • Velocità Wifi in 6GHz: 20/40/80/160MHz, fino a 4804 Mbps
  • Teconlogie Wifi disponibili: MU-MIMO, OFDMA, 1024-QAM, Beamforming, WiFi per Ospiti e Multipli SSID, Smart Connect, WPS, Attivazione/Spegnimento Wifi Programmabili
  • Criptografie Wifi: WPA-PSK, WPA2-PSK, WPA3-PSK
  • Processore: Quad-core 1.8GHz
  • Memoria: 512MB di RAM DDR4 e 256MB di Memoria Flash
  • Porte e Connessini: 1x porta WAN/LAN da 2.5 Gigabits, 1x porta WAN/LAN Gigabit, 3x porte LAN Gigabit, 1X porta USB 3.0 Gen 1
  • Antenna: 6X antenne ad alte prestazioni con RGB
  • Dimensioni: 338x224x198 mm
  • Peso (solo unità): 1.13kg

Installazione e primo utilizzo

L’installazione del router MSI RadiX AXE6600 WiFi 6E è risultata alquanto semplice e intuitiva, è bastato assemblare l’adattatore per la presa europea nell’alimentatore, collegarlo all’apparecchio e alla corrente, inserire un estremità del cavo LAN in dotazione in una delle porte del Modem – nel nostro caso un comunissimo Vodafone Wi-Fi 6 Station dato in dotazione dall’operatore della rete – e l’altra estremità nella porta WAN/LAN del router.

Grazie alla sua grande compatibilità l’installazione del RadiX AXE6600 ha rasentato quella di un apparecchio plug & play; dopo il cablaggio, e il posizionamento delle antenne nella direzione desiderata, una volta acceso il modem è bastato collegarci all’estensione di rete creata dal router con la dicitura MSI e accedere alla pagina di configurazione – da computer o mobile -, oppure utilizzare la pratica applicazione dedicata, per immettere i dati di rete e iniziare a sfruttare il device.

Alla prima accensione il router presenta nelle antenne e nel logo dei colori dati da degli RGB di un rosso fiammante, e le scritte informative e pulsanti illuminate da luci bianche poco sopra. I pulsanti gestiscono l’abilitazione del WiFi o il suo spegnimento, l’utilizzo del WPS, e d’accensione e spegnimento dei LED. Quest’ultimo tasto potrebbe sembrare poco intuitivo siccome non gestisce l’illuminazione delle luci RGB ma solo quella delle luci lungo la barra informativa e i tasti sopra citati. Se si desidera disabilitare l’illuminazione dell’apparecchio, bisognerà tenere premuto il tasto Shield Dragon per 2 secondi, e ripetere l’operazione per riabilitare le luci.

Il colore dettato dall’RGB non è però solo di tipo estetico, ma rappresenta il tipo di QoS attivo – funzionalità che gestisce il traffico e le prestazioni – e segnala all’utente in qualsiasi momento la modalità usata. Il QoS può essere scelto premendo lo Shield Dragon sopra la scocca, utilizzando l’applicativo di gestione, oppure persino usufruendo dello strumento di IA QoS, che utilizza l’intelligenza artificiale per deviare il traffico a seconda delle necessità e richiesta degli apparecchi connessi.

Il RadiX AXE6600 non ha mai dato problemi di riavvio o di surriscaldamento dell’unita, grazie anche a un sistema di prese d’aria parzialmente nascoste da due sottili lingue di plastica, che nel nostro caso sono apparse rimovibili con una certa facilità, forse per la pulizia da sporcizia e detriti. Oltre a utilizzare il router come apparecchio per l’estensione e il miglioramento della linea in WiFi, la presenza di una porta USB 3.0 ci ha anche fornito la possibilità di trasformare l’apparecchio in un velocissimo e affidabile Media Server dal quale poter accedere a tutti i nostri file senza problemi.

Test velocità e prestazioni

Messo alla prova la stabilità di connessione e velocità offerta dal router Radix AXE6600 si sono dimostrate più che adeguate al tipo di linea presente nella nostra abitazione. Con l’utilizzo di un software per il calcolo della velocità del WiFi – un valore differente da quello della velocità di internet effettiva che riesce a far giungere il gestore nella propria casa – abbiamo notato un utilizzo nella media di altri apparecchi nella stessa fascia.

Nonostante la possibilità di unificare le tre frequenze disponibili – 2.4GHz, 5GHz, e 6GHz – arrivando a velocità complessive di 6,600Mbits/sec, si è deciso di segmentare le linee per ricavare un quadro quanto più chiaro sulla congestione, stabilità e funzionamento delle linee a fronte della disponibilità di rete. I risultati di questi test sono stati ottenuti con il router nella sua modalità Gioco in un ambiente controllato, con una rete Internet tramite Fibra, e con fino a 5 device – tra computer e smartphones – collegati simultaneamente, e svolgendo differenti attività.

Sfruttando la banda 2.4 GHz in distanze ottimali a meno di 1 metro tra il router e l’apparecchio per la misurazione, il volume di velocità offerto dal WiFi si è attestato su valori più che eccellenti. La degradazione progressiva della potenza di segnale è risultata ugualmente coerente, con una decrescita costante e lineare nel rapporto distanza/velocità nel passaggio da 5/10/15 metri, oltre i quali è avvenuta una totale perdita di connessione. Valori dunque nella norma con altri dispositivi.

In banda 5 GHz, a una distanza ottimale di meno di 1 metro tra router e strumento di rivelamento, ancora una volta i valori ottenuti, a fronte della disponibilità effettiva offerta dalla rete in casa, ci hanno pienamente soddisfatto. Questa volta però la degradazione progressiva della potenza di segnale è apparsa meno lineare, scendendo in maniera drastica nel passaggio tra il range di 5 a 10 metri. Superati i 10 metri è stato impossibile ottenere misurazioni stabili, impedendoci di proseguire i test.

Con la banda 6GHz del Radix AXE6600 potremmo sfruttare una velocità che raggiunge in linea teorica i 4804 Mbps in trasferimento, che uniti ai canali accessibili di 20/40/80/160MHz, si dimostrano essenziali per un’esperienza non solo virtualmente priva di Lag, ma ottimizzata per lo scambio di un alto volume di dati in streaming, migliorando così l’esperienza di chi sfrutta abbonamenti a servizi come Netflix in 4K, o gli utenti che si appoggiano a Steam Link per le proprie esperienze d’intrattenimento.

Per testare ulteriormente le capacità WiFi dell’apparecchio MSI abbiamo condotto anche diverse ore di test in 3 dei titoli multiplayer su PC con il più vasto range di giocatori nel panorama videoludico.
Scegliendo un server gestito dagli utenti in Svezia su Quake Live abbiamo ottenuto dei valori di latenza che si sono attestati attorno ai 20/25ms non riscontrando mai picchi anche nelle partite più concitate. Giocando a Overwatch 2, con i server Blizzard che notoriamente fanno oscillare l’esperienza tra i 40ms nel PvP e gli 80ms nel PvE, il nostro riscontro è stata una media tra i 50ms.
Il competitivo Counter Strike 2, nei server ufficiali, ha visto sfruttare appieno la stabilità del RadiX AXE6600 regalandoci un’esperienza con valori che si sono attestati attorno ai 15/20ms.

Questi valori ottenuti in WiFi – in condizioni ottimali a 1 metro tra il PC e il router – si sono dimostrati più che eccellenti, specialmente a fronte del confronto con una connessione LAN, che ha visto impercettibili cambiamenti nell’esperienza di gioco, dimostrando l’affidabilità e stabilità della comunicazione WiFi tra il router MSI e il device testato.

Software e gestione

Come accennato in fase di recensione, l’utilizzo del router MSI RadiX AXE6600 WiFi 6E è risultato semplice e intuitivo grazie anche al software fornito dalla casa taiwanese e alle funzioni offerte dall’apparecchio. In questo caso abbiamo optato per l’applicazione da mobile semplicemente denominata MSI Router, che ha riconosciuto senza alcun problema l’unità e ci ha dato accesso a quest’ultima previa l’inserimento dei tipici codice utente e password di questi dispositivi.

Utilizzando l’applicazione, il gestore tramite pagina web o il software MSI Center, potremmo avere completo accesso e controllo sulle funzioni del router. Nella schermata Home potremo visualizzare con chiarezza il QoS attivo, e selezionabile tra quattro modalità con priorità d’utilizzo:

  • IA QoS – L’intelligenza artificiale di MSI che gestirà per noi quando abilitare il profilo più adeguato all’uso della rete
  • Gioco – Per sfruttare appieno la nostra linea rendendola stabile e rapida per ottenere minime latenze
  • Streaming – Utile per impostare al minimo la perdita di pacchetti dati durante la visione di contenuti online
  • WFH – Un profilo pensato per chi lavora da casa e indicato per lo scambio di file di grosse dimensioni

I pannelli informativi nell’applicazione ci mostreranno l’utilizzo reale della linea internet, l’utilizzo della CPU, della RAM, lo stato della rete, gli apparecchi connessi, e ulteriori informazioni per tenere sempre sotto controllo la nostra esperienza d’uso. Nel Centro Giochi è possibile delineare dei profili appositi per determinati titoli, aggiustando ulteriormente i parametri di velocità e stabilità offerti dalla rete per giochi dove vogliamo avere il massimo delle prestazioni dalla nostra linea.

Accedendo all’area Impostazione potremo infine regolare nel minimo dettaglio ogni collegamento tra la nostra connessione internet, il router, e i device connessi a quest’ultimo. Gestione della larghezza di banda, della percentuale di velocità concessa, abilitare servizi di Parental Control, gestire SSID multipli, così come tempi d’accensione e spegnimento per la linea, il tipo di pulsazione delle luci RGB e persino abilitare il router come VPN, sono solo alcune delle features a cui si ha accesso e che potremo regolare a seconda delle nostre esigenze.

Commento finale

Al prezzo di listino di circa 340€, il router MSI RadiX AXE6600 WiFi 6E è un acquisto consigliato non solo ai videogiocatori più incalliti, ma anche a chiunque stia cercando un apparecchio capace di massimizzare una nuova linea internet nella propria abitazione, magari utilizzando il router per ampliare la portata della connessione WiFi, o che lavorando da casa ha bisogno di gestire un discreto numero di device senza sacrificare il controllo assoluto sulla propria connessione.

La presenza di un’architettura tri-band, la grande semplicità d’installazione, un folto numero di opzioni e tecnologie integrate e all’avanguardia, rendono il dispositivo un investimento per il futuro delle connessioni domestiche, anche per chi non è pratico del mondo delle reti internet.

Recensione Asus ROG Harpe Ace Aim Lab Edition il mouse ultraleggero nato per gli esports

Nel sempre più affollato e competitivo mercato dei mouse da gaming, ASUS ROG ha deciso di alzare l’asticella collaborando con Aim Labs, una delle piattaforme di allenamento per FPS più utilizzate dagli esports player. Il risultato di questa partnership è l’Harpe Ace Aim Lab Edition, un mouse progettato per garantire le massime prestazioni nelle sessioni di allenamento e nelle competizioni più intense.

Specifiche tecniche

Specifiche
ConnettivitàUSB 2.0 (TypeC – TypeA), Bluetooth 5.1, RF 2.4GHz
SensoreROG AimPoint
Risoluzione36000 DPI
Velocità massima650 IPS
Accelerazione massima50G
Velocità report USB1000 Hz
Pulsante tipo D/SROG 70M Mechanical Switch
Pulsanti5
AURA SyncSi
Tipo batterieLi-Ion Battery
Vita batterie90 ore senza illuminazione, 79 ore con RGB di default
FormaAmbidestro
Stile impugnaturaPalm grip, Claw grip, Fingertip grip
Tipo di giocoFPS, MOBA
SOWindows® 10, Windows® 11
SoftwareArmoury Crate
Dimensioni127.5(L) x 63.7(W) x 39.6(H) mm
Peso54g (senza cavo, solo mouse)
ColoreNero e Bianco

Design e costruzione

Pur trattandosi di un mouse dal DNA spiccatamente gaming, l’Harpe Ace si presenta con un design minimale ed elegante, privo di vistosi inserti RGB o forme eccessive. La scocca, realizzata in nylon di origine biologica, ha un colore nero opaco che ben si sposa con un leggero pattern “carbon look” sui lati. Le uniche note di colore sono rappresentate dai tasti laterali in un azzurro pastello e dalla rotella con illuminazione RGB personalizzabile. Asus commercilizza anche una versione di colore bianco opaco anch’essa davvero molto elegante soprattutto in un setup full white. Il design ricorda da vicino quello dei mouse Logitech G-Pro con forme arrotondate e senza spigoli. Tutti i controlli “tecnici” sono spostati sul fondo del mouse, con il pulsante per la regolazione dei DPI e quello di Pairing per il bluetooth. Anche lo storage per la chiavetta USB inclusa è posizionato in una comoda fessura sul fondo che impedisce di perdere la chiavetta quando si trasporta il mouse.

Se il design non colpisce di certo per le sue forme ricercate, è appena lo si afferra che si capisce perchè in tanti ne parlano in maniera tanto entusiasta. Sulla bilancia segna appena 54 grammi senza cavo, un valore da record considerando che ASUS è riuscita ad integrare un sensore top di gamma, una batteria ad alta capacità e, addirittura, la connettività Bluetooth accanto al più consueto radio 2.4GHz (volendo fare un paragone MSI con il suo MSI Clutch GM51 Lightweight Wireless che abbiamo appena recensito arriva a pesare 85g). Il tutto senza ricorrere a scocche traforate o materiali eccessivamente plastici, ma piuttosto ricorrendo a materiali innovativi come il bio nylon utilizzato per la scocca.

ASUS ROG Harpe Ace Aim Lab

La costruzione è di ottimo livello, con una buona solidità generale e assenza di scricchiolii. Unica nota stonata è rappresentata dal cavo in paracord, che risulta un po’ rigido e tende a trattenere le pieghe da imballo

Contenuto della confezione

Nella confezione, piuttosto compatta, trovano posto oltre al mouse e al cavo USB C di ricarica, gli skates in PTFE e i grip adesivi che migliorano la presa. Sono inoltre compresi il dongle USB wireless, un dongle extender e un ROG paracord.

Ergonomia

L’ASUS ROG Harpe Ace Aim Lab edition ha una forma simmetrica ambidestra con impugnatura perfetta per claw e fingertip grip, un po’ meno per i “palmer” che comunque con un po’ di pratica troveranno anche loro soddisfazione. La scocca ha un profilo arcuato con il “punto di massima elevazione” posto al centro: questo favorisce la precisione dei micro movimenti del polso, ma potrebbe risultare meno comodo rispetto a mouse con bump più arretrato in stile DeathAdder. L’ergonomia è a mio parere eccellente e la presa incredibilmente salda, anche senza utilizzare i grip tape presenti nella confezione. Il merito va alle zigrinature presenti sui lati e al rivestimento opaco e leggermente ruvido.

I tasti principali poggiano su switch ROG progettati per 70 milioni di click: hanno un click leggermente più “secco” rispetto ai classici Omron ma sono estremamente rapidi e precisi. Leggermente più rigidi della media sia i tasti principali che i tasti laterali, mentre la rotella ha una buona scorrevolezza e tacche ben definite, anche se il click centrale è anch’esso forse un po’ troppo duro (e questo per chi come il sottoscritto ama personalizzare il pulsante centrale con funzioni essenziali come il lancio granata, non è ideale).

I larghi pattini in PTFE 100% scorrono in maniera impeccabile su tappetini sia rigidi che morbidi e soprattutto sul mouse pad AIM LAB abbinato, di cui però parleremo più avanti. Nessun problema inoltre su mouse pad in vetro. Come abbiamo detto nel paragrafo precedente, ASUS fornisce anche un set extra di pattini e dei grip tape pre-tagliati con una bella grafica “graffiti style”: una soluzione che può piacere o meno ma che denota una grande attenzione per la cura nei dettagli.

Prestazioni al top grazie al sensore allo stato dell’arte

Sotto la scocca batte un sensore ottico ROG AimPoint con risoluzione fino a 36000 DPI, velocity fino a 650 IPS e accelerazione di 50G. Sebbene il sensore sia proprietario, sulla base delle specifiche e delle prestazioni, sembra essere molto simile al famoso sensore PMW3395 di Pixart, considerato uno dei migliori sul mercato.

Sulla carta il nuovo sensore presenta numeri impressionanti che si traducono in una precisione millimetrica, senza alcun problema di tracciamento anche nelle sessioni di gioco più frenetiche. La deviazione dei CPI (cioè la differenza tra il valore impostato e quello effettivo) si attesta sotto l’1% dichiarato da ASUS.

Il sensore è anche totalmente privo di smoothing, una tecnica di interpolazione del segnale che può introdurre una leggera latenza. Ogni movimento del mouse viene tracciato in maniera diretta e “raw”, garantendo la massima reattività. Assente anche l’angle snapping, cioè la correzione della traiettoria del mouse per renderla più rettilinea. Una feature che può essere utile per il disegno tecnico ma deleteria per il gaming, in quanto limita la libertà di movimento.

ASUS ROG Harpe Ace Aim Lab

Infine, il sensore non presenta alcuna accelerazione o predizione, altre due tecniche che possono alterare la corrispondenza tra movimento fisico e spostamento del puntatore sullo schermo.

Dalla teoria alla pratica

Passando dalla teoria alla pratica, il sensore dell’Harpe Ace si comporta in maniera eccellente. La precisione è millimetrica anche alle sensibilità più alte, senza alcun problema di jitter o “sfarfallio” del puntatore. Il tracciamento è fluido e privo di lag o “smoothing” percepibile, con una reattività istantanea ad ogni input.

Particolarmente impressionante è la consistenza del sensore su tutta l’area di gioco, anche nelle zone periferiche del mousepad. Non ci sono punti “morti” o variazioni di velocità, grazie anche al contributo degli ampi pattini in PTFE che garantiscono uno scorrimento uniforme.

La precisione del sensore è supportata da un’ottima gestione della lift off distance, cioè l’altezza di distacco dal tappetino entro cui il mouse continua a tracciare i movimenti. Nel caso dell’Harpe Ace, questa distanza è molto ridotta e può essere regolata via software (L’Armoury Crate) tra 1 e 2 mm. Ciò evita movimenti indesiderati del puntatore quando si solleva il mouse per riposizionarlo.

In definitiva, il sensore ottico ROG AimPoint si conferma come uno dei migliori attualmente disponibili sul mercato. La sua precisione, reattività e “pulizia” del tracking lo rendono ideale per il gaming competitivo, in particolare per i giochi sparatutto dove ogni pixel può fare la differenza. Un degno rivale dei sensori utilizzati sui top di gamma Logitech e Razer.

La latenza dei click è ai vertici della categoria sia in modalità cablata che wireless, con valori nell’ordine dei 2ms. Il sensore scatta al minimo movimento e segue con fedeltà assoluta qualsiasi input, dando sempre l’impressione di “essere un tutt’uno” con la mano. Raramente mi era capitato di provare un controllo così totale e “istintivo”, anche su mouse di fascia alta.

Il sensore è accompagnato da un’ottima implementazione wireless, stabile e priva di lag sia in RF 2.4GHz che, sorprendentemente, in Bluetooth. In quest’ultima modalità il mouse supera addirittura il valore dichiarato dal produttore, rappresentando un’opzione più che valida anche per un uso lavorativo o casual.

Superfici compatibili e mousepad AIM LAB edition

L’ASUS ROG Harpe Ace Aim Lab è un mouse versatile che può essere utilizzato su una vasta gamma di superfici senza comprometterne le prestazioni. Grazie all’ottima implementazione del sensore ottico ROG AimPoint e agli ampi pattini in PTFE 100%, il mouse è in grado di tracciare in maniera precisa e reattiva su tappetini di diversi materiali, spessori e finiture.

Durante i nostri test, l’Harpe Ace si è comportato egregiamente su tappetini in tessuto, gomma e plastica, sia con superfici uniformi che con texture più elaborate. Il sensore non ha mostrato alcun problema di tracciamento nemmeno su tappetini extra sottili o con designs complessi, dimostrando un’ottima versatilità.

Ma la vera sorpresa è stata la compatibilità con i tappetini in vetro. Nonostante questo materiale sia notoriamente ostico per molti sensori ottici, l’Harpe Ace è riuscito a tracciare in maniera impeccabile anche su questa superficie. Nessun problema di jitter, accelerazione o perdita di segnale: la precisione e la reattività sono rimaste di altissimo livello. Una conferma ulteriore della qualità del sensore ROG AimPoint.

Per sfruttare al meglio le caratteristiche dell’ASUS ROG Harpe Ace Aim Lab, ASUS ha sviluppato in parallelo anche un mouse pad dedicato, il ROG Hone Ace Aim Lab Edition. Questo tappetino di grandi dimensioni (508 x 420 x 3 mm) è realizzato con una superficie ibrida in tessuto per garantire al tempo stesso scorrevolezza e controllo.

La base in gomma antiscivolo da 3 mm mantiene il tappetino saldamente ancorato alla scrivania, evitando movimenti indesiderati durante le sessioni di gioco più intense. La superficie è inoltre trattata con una speciale nanotecnologia che la rende resistente ad acqua, olio e polvere (anche se con la polvere, sebbene sia molto facile da pulire, è sicuramente una calamita).

La qualità costruttiva del ROG Hone Ace è semplicemente impeccabile. La superficie in tessuto è uniforme e priva di difetti, con una texture che offre il giusto equilibrio tra scorrevolezza e feedback tattile. I bordi sono perfettamente rifiniti e cuciti, senza alcuna sbavatura o imperfezione.

Testato in combinazione con l’ASUS ROG Harpe Ace Aim Lab, il ROG Hone Ace Aim Lab Edition si è dimostrato il complemento ideale.

Oltre alle indiscutibili qualità tecniche, il ROG Hone Ace si distingue anche per alcuni dettagli estetici che strizzano l’occhio agli appassionati. La superficie ospita infatti una scala graduata per misurare la distanza di spostamento del mouse, un riferimento utile per affinare la propria sensibilità soprattutto durante le sessioni di allenamento con Aim Lab.

Non mancano ovviamente i loghi ROG e Aim Lab, insieme a dettagli in tinta con l’Harpe Ace come le cuciture in azzurro pastello.

Armoury Crate e Aim Lab, croce e delizia

Fin qui l’ASUS ROG Harpe Ace Aim Lab si è comportato in maniera egregia. Dove mostra qualche crepa è nel software di gestione Armoury Crate, afflitto dai soliti problemi di “bloatware” tipici di ASUS. Nulla di grave ma sicuramente un’area in cui l’azienda taiwanese dovrebbe migliorare per offrire un’esperienza davvero a tutto tondo.

Molto più interessante è, invece, l’integrazione con Aim Lab, accessibile direttamente dall’interno del celebre software di allenamento.

L’integrazione con Aim Lab è uno degli aspetti più interessanti dell’ASUS ROG Harpe Ace. Aim Lab è un popolare software di allenamento per gli sparatutto in prima persona (FPS), utilizzato da molti giocatori professionisti per affinare le proprie abilità di mira e riflessi.

Attraverso una sezione dedicata all’interno di Aim Lab, chiamata “Settings Optimizer”, è possibile avviare una serie di test specifici per l’Harpe Ace. Questi test analizzano nel dettaglio il nostro stile di mira e forniscono suggerimenti personalizzati su vari parametri del mouse per ottimizzarne le prestazioni. I test disponibili sono:

  • Sensitivity Test: valuta la sensibilità ideale del mouse in base alla nostra abilità di tracking e di flick shot. Suggerisce un valore di cm/360°.
  • DPI Test: simile al precedente ma fornisce direttamente il valore di DPI (o CPI) ottimale.
  • Angle Tuning: verifica la nostra precisione nel tracciare bersagli che si muovono ad angoli diversi, sia in orizzontale che in diagonale. Suggerisce eventuali correzioni all’angolo di snapping del sensore.
  • Lift Off Distance: analizza la nostra mira in un movimento a 360° e suggerisce la distanza di lift off ideale, cioè l’altezza dalla superficie entro cui il mouse continua a tracciare i movimenti.

Questi test possono essere ripetuti più volte per affinare i risultati. Alla fine, i valori suggeriti possono essere applicati con un solo click direttamente alle impostazioni del mouse attraverso il software Armoury Crate.

Si tratta di un’analisi molto approfondita e “scientifica” del nostro stile di mira, che tiene conto di parametri spesso trascurati come l’angolo di snapping e la lift off distance. Ovviamente non è una bacchetta magica che ci trasformerà in pro-gamers, ma può rappresentare un valido aiuto per configurare il mouse in maniera davvero ottimale e specifica per le nostre caratteristiche.

Inoltre, la possibilità di accedere a questi test direttamente dall’interno di Aim Lab incoraggia ad allenarsi con costanza per migliorare progressivamente le nostre performance. Un aspetto, quello della “gamification” dell’allenamento, molto interessante per tutti i giocatori competitivi che vogliono spremere al massimo il proprio setup.

Commento finale

L’ASUS ROG Harpe Ace Aim Lab Edition si presenta come una vera “arma” per il gaming competitivo, in grado di offrire prestazioni da top di gamma in un form factor ultraleggero. Il sensore è assolutamente impeccabile per precisione e reattività, mentre l’autonomia raggiunge livelli record per un mouse da gaming. Il software di Asus, non esattamente esaltante, rappresenta solo un piccolo neo che non inficia più di tanto la valutazione complessiva. Più complicato invece il discorso sul prezzo. Il prezzo di 160€ lo porrebbe un po’ fuori mercato rispetto ad altri prodotti estremamente validi come Logitech G Pro X Superlight, avvicinandolo a quello di Razer Viper V2 Pro, sebbene giustificato dalla presenza di alcune “unicità” che abbiamo evidenziato nella recensione. In realtà però, il mouse è praticamente quasi sempre in sconto (su Amazon ad esempio è disponibile a 126 euro) e a questo prezzo difficilmente troverete di meglio se cercate un mouse ultraleggero ricco di tecnologia e perfetto per il gaming competitivo.

Recensione Withering Rooms, orrore procedurale

A circa diciotto mesi dalla release in accesso anticipato su Steam, Withering Rooms arriva in full release dopo essere diventato un piccolo cult per gli amanti del genere. Un titolo che segna l’esordio di Moonless Formless, software house con base a Seattle, non senza spiazzare il pubblico. Come? Mescolando elementi generati proceduralmente, un impianto da action RPG ed un’ambientazione horror.

Perché Withering Rooms è proprio questo: un action RPG horror in 2.5D ambientato in una villa Vittoriana, tra mostruosità indicibili e sorprese inquietanti. Se il mix vi sembra abbastanza peculiare (se non addirittura bizzarro), sappiate che non solo la formula ludica funziona ma che si rivela altresì versatile, varia e divertente.

Edito da Perp Games, publisher sempre interessato alle suggestioni sinistre come vi abbiamo raccontato nella recensione di Greyhill Incident, Withering Rooms è disponibile dal 5 Aprile per PC, PlayStation 5 ed Xbox Series.


Versione testata: PlayStation 5


Dal profondo della notte

Nightingale Williams è una giovane ragazza che si ritrova affidata al manicomio della Dimora Mostyn. Ben presto però si renderà conto che qualcosa di tragico coinvolge la struttura: una sorta di maledizione, che coinvolge tutti coloro che vi entrano condannandoli ad un ciclo di incubi spaventosi. Nightingale ne diventa vittima, svegliandosi all’interno di un sogno tanto realistico quanto inquietante, tra indicibili orrori e minacce inquietanti. In un contesto in cui il limite tra incubo e realtà è sottile ed etereo, riuscirà la ragazza a scoprire la verità e raggiungere la salvezza?

Il preambolo narrativo di Withering Rooms veicola due degli elementi cardine della produzione firmata Moonless Formless. Da un lato, gli elementi procedurali che vengono generati nell’esplorazione del manicomio di era Vittoriana, che coinvolge non solo ambientazioni ma anche avversari ed oggetti. Dall’altro lato, anche la relativa ispirazione roguelite che imporrà, ad ogni nuovo incubo dopo ciascun game over, la possibilità di affrontare con nuove consapevolezze (e strumenti) Dimora Mostyn.

Preparatevi a sbizzarrirvi.

Se dunque la storia fa un ottimo lavoro per introdurre e giustificare elementi di gameplay con un’apprezzabile coerenza ludonarrativa, purtroppo non possiamo spendere altrettante positive opinioni sulla qualità della sceneggiatura. Non tanto perché sia brutta (anzi), ma semplicemente perché non ci ha convinto la struttura della narrazione. Un generale ermetismo viene rafforzato da una verbosità fin troppo contenuta, da comprimari non particolarmente stratificati e da eventi che farete fatica a mettere in connessione. Insomma, una storia che appare eccessivamente confusionaria, nonostante l’indubbio fascino trasmesso dalle sue premesse e dalla imprevedibilità che finisce con il mescolare l’horror gotico alla fantascienza del XIX secolo. Un feeling generale che ci ha ricordato due perle dimenticate: Clock Tower ed il suo successore spirituale Haunting Ground.

Viceversa, convincente è l’impianto tecnico della produzione. Tenendo bene in mente che si tratta di una produzione indipendente con mezzi modesti, il colpo d’occhio di Withering Rooms è indubbiamente efficace. Merito non solo della direzione artistica, che destreggia ispirazioni horror di varia natura, ma anche del design di mostri e comprimari. Parliamo infatti di oltre 200 possibili stanze, con decine di biomi diversi ed un numero di avversari che oscilla oltre 80. Varietà e qualità dunque, grazie ai comparti grafico e sonoro altrettanto solidi.

I comprimari vi sveleranno alcuni frammenti della trama ma molto (fin troppo?) è lasciato al giocatore.

La rivincita

Se pensate che Nightingale sia tuttavia la solita ragazza indifesa mandata al macello, dovrete ripensare alle vostre convinzioni.

Mentre Withering Rooms si presenta con una fase iniziale fatta di nascondigli, ombre e diversivi da sfruttare, gli sviluppatori ben presto decidono di sfruttare a pieno potenziale la suggestione del sogno lucido. La giovane protagonista potrà infatti decidere non solo di imbracciare le armi più disparate per difendersi, ma anche di ricorrere alla magia e a strumenti non convenzionali (vi dice nulla una macchina fotografica contro i fantasmi?). Accanto dunque ad un animo da survival horror, il team di sviluppo affianca l’idea di poter diventare così potenti e ben equipaggiati da poter affrontare di petto gli avversari.

In questo senso, il bilanciamento del gioco ci è apparso decisamente interessante. Da un lato, gli avversari sono capaci di essere sempre insidiosi tali da portarvi a morte prematura in caso di leggerezze. Dall’altro lato, le possibilità offerte al giocatore sono davvero intriganti grazie ad equipaggiamenti variegati, cambi d’abito (armature comprese), scudi, armi da taglio ed armi da fuoco. Tuttavia, il messaggio di fondo resta estremamente chiaro: l’ottica è sempre quella della sopravvivenza e anche la strategia più coriacea potrebbe portarvi incontro a cocenti disfatte.

In questi ultimi casi, la morte non sarà tuttavia la fine. In pieno stile roguelite, avrete l’occasione di ricominciare la vostra avventura perdendo tuttavia quasi tutti gli oggetti recuperati. Solo alcuni di essi potranno infatti essere conservati nel vostro prossimo tentativo di sopravvivere alla Dimora Mostyn. Una scelta che si rivela perfettamente coerente sia con la narrativa sia con il gameplay: il player non solo verrà sensibilizzato per l’obiettivo ultimo di restare in vita, ma si troverà alle prese con un incubo inedito fatto di nuove stanze e nemici, con enigmi ed oggetti diversamente distribuiti.

Gli oggetti sono tanti e rimandano vagamente alla tradizione soulslike.

I guerrieri del sogno

L’aspetto forse migliore di Withering Rooms è come riesca ad incitare i giocatori alla sperimentazione ed alla creatività.

La varietà di equipaggiamenti ed armi permette di creare vere e proprie build in pieno stile action RPG. Nightingale può diventare una spietata lottatrice corpo a corpo, un implacabile cecchino, un’infida fattucchiera e molto altro. Ciascuna delle vostre scelte può essere declinata in uno stile di gioco ben specifico. Questo potrà esser capace di mettervi in posizione di vantaggio contro taluni avversari (e di svantaggio contro altri). Imparare dagli errori sarà una componente ineludibile di un processo che, sotto questo aspetto, assume tinte da soulslike.

Occhio al fuoco.

Sfortunatamente però non tutto funziona in modo impeccabile.

Proprio il sistema di combattimento infatti cede il fianco a parecchie critiche. Questo risulta infatti fin troppo pesante ed impreciso. Forse una scelta ben precisa del team di sviluppo, ma non crediamo sia poi così azzeccata. In un titolo che si apre così chiaramente alla creatività offensiva, ritrovarsi di fronte a lotte macchinose non è il massimo. Parte del problema è poi reso più fastidioso dalla presenza evanescente di alcuni tutorial, spesso sintetici ed addirittura missabili. Ad esempio, come mirare efficacemente con le armi da fuoco sfruttando gli angoli di tiro (non una cosa così banale in questo titolo). Non una grandissima idea di fronte ad un titolo che riserva parecchie sorprese sul fronte meccaniche lungo l’intera avventura.

Connesso a tutto questo, c’è un inevitabile innalzamento della difficoltà laddove non sarete davvero attenti ad ogni elemento della produzione. Non perché il gioco sia impossibile o mal bilanciato, al contrario. Ma quando la necessità di “abituarsi” a determinate meccaniche produce game over ingenerosi, non è mai un buon segnale. Ci troviamo di fronte ad un peccatuccio di inesperienza da parte degli sviluppatori, ma sul quale chiudiamo un occhio di fronte al coraggio complessivo di Withering Rooms.

Sarà possibile modificare anche gli abbigliamenti.

Commento finale

Withering Rooms segnante l’intrigante esordio sulle scene per Moonless Formless, che mescola con successo elementi apparentemente inconciliabili dando vita ad una creatura bizzarra ma affascinante. Sebbene alcune elementi non siano esattamente impeccabili (su tutti, proprio il farraginoso sistema di combattimento, ma anche una narrazione fin troppo nebulosa), il prodotto finale rappresenta una piacevole ventata di aria fresca in un genere, l’horror, che sta assistendo a diverse sperimentazioni nell’ultimo periodo. Consigliato a tutti gli amanti del brivido, ma anche a coloro i quali vogliono provare qualcosa di diverso ed originale.

Prime Gaming, disponibili i giochi gratis per aprile 2024

Il servizio Prime Gaming -in Italia incluso nell’abbonamento Prime di Amazon– a partire da oggi, e per tutto il mese d’aprile, offrirà nuovi titoli per il vostro PC, per un totale di 12 incredibili giochi completamente gratis.

4 aprile:

  • Chivalry 2
  • Faraway 2: Jungle Escape
  • Black Desert

11 aprile:

  • Drawn: Trail of Shadows
  • Faraway 3: Arctic Escape
  • Fallout 76
  • Demon’s Tilt

18 aprile:

  • Rose Riddle: the Fairy Tale Detective
  • Dexter Stardust: Adventures in Outer Space

25 aprile:

  • Living Legends: Fallen Sky
  • Vlad Circus: Descend into Madness
  • Tiny Robots Recharged

Amazon Luna, il servizio di gioco in streaming di Amazon, offre agli abbonati Prime anche una selezione di titoli da giocare per tutta la durata del mese corrente:

  • Puffi Kart
  • Airhead
  • Sail Forth
  • The Metronomicon – Deluxe Edition
  • Earthworm Jim 2

In più non dimenticatevi di riscattare i contenuti esclusivi per Overwatch 2Call of Duty: MobilePokémon GO e altri ancora in arrivo nel corso del mese!

Se siete in possesso di un abbonamento Prime, potrete riscattare i vostri giochi e ricompense esclusive di Prime Gaming recandovi al seguente link e seguendo le indicazioni offerte dal team di Amazon. Per usufruire della maggior parte del catalogo gratuito di titoli 

Epic Games Store, The Outer Worlds: Spacer’s Choice Edition e Thief in regalo!

Come ogni giovedì Epic Games Store regala uno o più giochi gratuiti per il nostro PC, questa settimana risvegliamoci nel folle spazio di The Outer Worlds: Spacer’s Choice Edition e cerchiamo di salvare l’umanità da se stessa, e sfruttiamo le ombre e il nostro vasto arsenale per ottenere tutto ciò che vogliamo in Thief.

The Outer Worlds: Spacer’s Choice Edition è la rivisitazione definitiva del GDR in prima persona ambientato nello spazio creato Obsidian Entertainment – e qui coadiuvato da Virtuos Games – che ci porta nelle profondità di uno spazio dominato dal capitalismo, l’assurdo, e l’ironia.

L’edizione Spacer’s Choice porta con se un level-cap aumentato al livello 99, rimaneggiamenti all’intera produzione sul lato artistico, e l’accesso alle due espansioni del gioco, Pericolo su Gorgone e Assassinio su Eridano.

Thief è il reboot del 2014 dell’omonima serie culto di giochi stealth in prima persona ideata da Looking Glass Studios, e che ha dato ispirazione alle serie Hitman, Splinter Cell, e Metal Gear Solid, per la grande varietà d’approcci offerti all’utente in ambienti 3D.

Questo lavoro, edito da Eidos-Montréal, semplifica parte delle meccaniche degli originali 2 titoli – 3 titoli, se consideriamo lo sfortunato Thief: Deadly Shadows – e introduce una narrativa più cinematica cercando di dare al personaggio del ladro Garrett maggiore complessità e attrattiva.

Potete fare vostri The Outer Worlds: Spacer’s Choice Edition e Thief in forma gratuita solo sull’ Epic Game Store, creando un account -in caso non l’aveste ancora fatto- e seguendo i corrispettivi link ai giochi. Non fatevi sfuggire quest’offerta, che scadrà alle ore 17:00 di giovedì 11 aprile.

E non perdetevi la live sul nostro canale ufficiale Twitch di 4News.it, per provare assieme a Edoardo “SamaelBecks” Bechis cosa ci propongono questi titoli gratuiti nella rubrica #GiochiXPovery, in onda ogni giovedì alle 18:30.

METAL GEAR SOLID (Ver. MASTER COLLECTION) – Guida ai trofei

Benvenuti nella guida ai trofei di METAL GEAR SOLID (contenuto nella MASTER COLLECTION)! Per la prima volta in assoluto, METAL GEAR SOLID ha ricevuto un elenco trofei tramite questa edizione. Il gioco non è un remake/remaster, è semplicemente un port diretto della versione per la prima PlayStation, quindi non aspettatevi una grafica aggiornata o controlli migliorati. Anche così, comunque, il gioco è fantastico ed un classico assoluto del genere stealth con una grande storia alle spalle.

Per saperne di più, vi invitiamo a leggere, se non l’avete ancora fatto, la recensione di METAL GEAR SOLID: MASTER COLLECTION Vol. 1, a cura del nostro Riccardo. Ma bando alle ciance, e cominciamo!

Informazioni preliminari

  • Difficoltà stimata per il platino: 6-7/10 (dipende molto dalla vostra conoscenza pregressa del gioco)
  • Tempo stimato per il platino: 30-40 ore (dipende molto dalla vostra conoscenza pregressa del gioco)
  • Trofei offline: 19
  • Trofei online: 0
  • Trofei missabili: 4 – Bandana ottenuta, Mimetica ottica ottenuta, Nome in codice d’élite, Esorcista fotografico.
  • Trofei glitchati: 0
  • La difficoltà influisce sui trofei? Sì, dovrete completare una speedrun a Difficile per il nome in codice Fox.
  • Run minime: Tecnicamente 1 run e mezza, ma è consigliabile farne 3.
  • Free-roam/selezione livelli dopo aver finito il gioco: No.

Road-map

  • Step 1 (opzionale): Finite il gioco una prima volta se non lo avete mai giocato. Se lo conoscete e vi interessano solo i trofei, passate allo Step 2. Ma perché questa specificazione? Ottenere il platino è molto più semplice con la versione giapponese del gioco (vedremo tra poco il perché). Vien da sé che sarebbe un peccato rovinarsi un gioco di questo calibro con una lingua per noi incomprensibile (oltre che quasi impossibile capire cosa fare se non con una video-guida passo passo).
  • Step 2: Scaricate la versione giapponese del gioco e finitelo per sbloccare la mimetica ottica. All’avvio selezionate la lingua giapponese. Verrete indirizzati al PS Store dove potrete scaricarla. Non avrete bisogno di un account giapponese, scaricherete la versione giapponese direttamente dal PS Store nostrano (gratuitamente). Ma perché è più facile ottenere il platino usando questa versione? Semplicemente, non dovrete giocare a difficoltà Difficile/Estrema per sbloccare il nome in codice Fox/Big Boss. Durante la sequenza di tortura potrete arrendervi o resistere. Arrendervi vi garantirà la mimetica ottica alla fine del gioco, mentre resistere vi garantirà la bandana per munizioni illimitate. Create un salvataggio manuale dopo la prima battaglia con Sniper Wolf perché, in caso decidiate di affrontare la sfida per il nome in codice Fox solo con la mimetica è comunque necessario ottenere la bandana per un trofeo, quindi potrete ricaricare il salvataggio per resistere alla tortura, finire il gioco e ottenere la bandana. Badate bene, non ci riferiamo a METAL GEAR SOLID INTEGRAL! Quest’ultima versione è disponibile fin dall’inizio e non è necessario scaricarlo. Dovrete, invece, scegliere il gioco METAL GEAR SOLID “standard” e quando vi chiederà la lingua, selezionate giapponese e scaricatelo. INTEGRAL non consente di sfruttare la difficoltà più semplice per il nome in codice Fox.
  • Step 3 (opzionale): Se preferite non affrontare la sfida per il nome in codice Fox solo con la mimetica invisibile, finite nuovamente il gioco in New Game+ per ottenere anche la bandana (vedete Step 2 per capire come fare). Il passaggio è segnato come opzionale perché la sfida in questione è fattibile anche solo con la mimetica.
  • Step 4: Finite il gioco con il nome in codice Fox. Per superare questa sfida, la più ostica, dovrete finire METAL GEAR SOLID in massimo 3 ore, senza Continua, con massimo 4 alert, 25 kill (i boss non contano), 1 razione utilizzata e con meno di 80 salvataggi (che per giunta vi faranno perdere secondi).
  • Step 5 (opzionale): Se non avete preso la bandana nello Step 3, ricaricate il salvataggio indicato nello Step 1 e finite il gioco resistendo alla tortura.
  • Step 6: Finite tutte le Missioni VR. La maggior parte di esse sono facili, alcune sono un po’ complicate, ma parliamo sempre di trial and error. Assicuratevi di giocare la versione SPECIAL MISSIONS europea altrimenti non sbloccherete il trofeo.
METAL GEAR SOLID
Con l’escamotage della versione giapponese, il trofeo di platino diventa molto più fattibile

Guida ai trofei

Veterano dei trofei di MGS
Ottieni tutti i trofei

Ottenete tutti gli altri trofei per sbloccare il trofeo di platino di METAL GEAR SOLID.

Sniper Wolf (secondo scontro)
Vinci il secondo scontro con Sniper Wolf

Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo sbloccherete dopo aver sconfitto per la seconda volta Sniper Wolf.


Vulcan Raven
Sconfiggi Vulcan Raven

Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo sbloccherete dopo aver sconfitto Vulcan Raven.


Metal Gear REX
Sconfiggi il Metal Gear REX

Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo sbloccherete dopo aver sconfitto il Metal Gear REX.


Liquid Snake
Sconfiggi Liquid Snake

Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo sbloccherete dopo aver sconfitto Liquid Snake.


Bandana ottenuta
Ottieni la bandana

MISSABILE

Bandana ottenuta e Mimetica ottica ottenuta sono due trofei che si escludono a vicenda. Guadagnarne uno renderà impossibile ottenere l’altro nella stessa partita.

Per ottenere la bandana dovrete resistere a tutte le sequenze di tortura in cui Ocelot tortura Snake e poi finire il gioco. Meryl vi darà la bandana verso la fine. Per sbloccare la mimetica ottica, invece, dovrete arrendervi durante la tortura e verso la fine del gioco la riceverete da Otacon.


Mimetica ottica ottenuta
Ottieni la mimetica ottica

MISSABILE

Vedi “Bandana ottenuta”.


Nome in codice d’élite
Ottieni il nome in codice Fox o Big Boss

MISSABILE

Per sbloccare il nome in codice Fox o Big Boss dovrete soddisfare i seguenti requisiti:

  • Finire il gioco in massimo 3 ore;
  • Non utilizzare nessun Continua;
  • Massimo 4 alert;
  • Massimo 25 kill (i boss non contano);
  • Massimo 1 razione;
  • Massimo 80 salvataggi (che per giunta vi faranno perdere secondi).

La differenza tra Fox e Big Boss è la difficoltà alla quale sono ottenibili. Hanno gli stessi requisiti, ma Fox si ottiene a Difficile mentre Big Boss a Estremo. Giocare alla versione giapponese, tuttavia, vi permetterà ottenere il nome in codice Fox giocando a Normale, ed è anche il motivo per cui vi abbiamo consigliato, fin dall’inizio, di utilizzare questo escamotage.

Qualche consiglio:

  • Puntate al nome in codice Fox alla terza partita, dopo aver sbloccato la mimetica ottica e la bandana;
  • Usate sempre la mimetica, passando alla bandana solo contro i boss. La mimetica vi renderà invisibili e la bandana vi darà munizioni infinite;
  • Sconfiggere un boss ripristinerà la vostra salute;
  • Arrendetevi durante la tortura in modo da risparmiare tempo;
  • Usate le granate in modo intelligente. Granate stordenti contro Ocelot, Granate chaff contro il carro armato, Granate chaff contro il REX, Granate stordenti per la sezione sulle scale (seconda fase del REX);
  • Sconfiggete il Ninja in corpo a corpo, dato che potrete semplicemente aspettare i suoi attacchi e poi picchiarlo ogni volta;
  • Nel secondo scontro contro Sniper Wolf posizionatevi alla vostra estremità della mappa e sparate missili Nikita dalla copertura per tenderle un’imboscata;
  • Salvate prima di ogni boss (avrete 80 salvataggi che richiederanno circa 20 secondi ogni volta).

Esperto di addestramento VR
Completa tutte le missioni dell’addestramento VR

Completate tutte le Missioni VR. La maggior parte di esse sono facili, alcune sono un po’ complicate, ma parliamo sempre di trial and error. Assicuratevi di giocare la versione SPECIAL MISSIONS europea altrimenti non sbloccherete il trofeo.

Per un aiuto visivo, seguite questo video di Masked Matador:


Esorcista fotografico
Esorcizza la foto di un fantasma

MISSABILE

Il trofeo è segnato come missabile perché tecnicamente potreste non riuscire ad ottenere la fotocamera nella vostra prima partita. Ad ogni modo essa si blocca anche in automatico dopo aver finito il gioco, in modo che l’avrete subito disponibile nella vostra seconda run.

Se tuttavia volete sbloccarla nella prima run, seguite questo video di Matthew Reynolds:

Ci sono molti luoghi in cui potrete trovare un fantasma, ma non li vedrete immediatamente. Dovrete scattare la foto e poi nel menu principale del gioco, andare su Speciale -> Album e guardare lì le vostre foto. Se avrete scattato una foto di un fantasma, ora lo vedrete e ci sarà un’opzione per esorcizzarlo.

Un buon posto per beccare un fantasma è nel bagno a sinistra accanto al corridoio che conduce alla stanza di Psycho Mantis. Scattate una foto del muro dove la guardia sta urinando. Scattate più foto da diverse angolazioni poiché a volte il gioco non registra correttamente il fantasma.

Sniper Wolf
Sconfiggi Sniper Wolf

Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo sbloccherete dopo aver sconfitto per la prima volta Sniper Wolf.


Hind D
Sconfiggi l’elicottero Hind D

Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo sbloccherete dopo aver sconfitto l’elicottero Hind D.


La spia che leggeva
Leggi tutte le pagine del compendio della storia

Nel menu principale potrete leggere il compendio della storia. Fatelo per sbloccare il trofeo.

Inizio missione
Avvia una nuova partita

Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo sbloccherete appena avvierete la vostra prima partita.


Revolver Ocelot
Sconfiggi Revolver Ocelot

Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo sbloccherete dopo aver sconfitto Revolver Ocelot.


Carro armato M1
Sconfiggi il carro armato M1

Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo sbloccherete dopo aver sconfitto il carrarmato M1.


Ninja
Sconfiggi il Ninja

Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo sbloccherete dopo aver sconfitto il Ninja.


Psycho Mantis
Sconfiggi Psycho Mantis

Legato alla storia, impossibile da mancare. Lo sbloccherete dopo aver sconfitto Psycho Mantis.


Inizia l’addestramento VR
Completa una missione dell’addestramento VR

Vedi “Esperto di addestramento VR”.