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Mozione Udeur: quando un Presidente del Consiglio se le merita

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Il Caso Mastella, la Magistratura, il rapporto tra politica e cittadino e la traballante poltrona del Presidente del Consiglio Prodi

Quando il Presidente se le merita

Lo scossone politico e mediatico che da inizio d’anno ha attraversato l’Italia tra il “munnezza affair”, la questione del Papa alla Sapienza e il caso Mastella (per non dire il caso UDEUR), sembra portare alla nostra mente in modo dirompente l’interrogativo se il nostro Presidente del Consiglio sia ancora idoneo a governare il Paese oppure no.

Per non scatenare bagarre politiche e di parte cercherò di lasciare al di fuori la Persona Presidente e valutare il Presidente Politico (che sottile distinzione eh?! , ma è quella che hanno operato tutti gli esponenti politici in merito alla vicenda Mastella) e utilizzerò un ragionamento chirurgico volto alla valutazione degli ultimi accadimenti slegati da qualsiasi idea di un ritorno di Berlusconi al potere, unico vero collante che tiene ancora insieme il governo, e di altre questioni pure importanti per il paese.

Il “munnezza affair” è una vecchia rogna di famiglia in Campania, negli ultimi giorni assistiamo anche al teatrino di dirigenti scolastici e sindaci che non mandano i ragazzi a scuola per motivi di igiene, sanità pubblica o pubblica sicurezza che dir si voglia, ma che non hanno mosso un dito, quando da quattordici anni a questa parte quegli stessi bambini continuano a nascere in una discarica a cielo aperto, spesso con malattie gravissime o una vera “sentenza di morte ereditaria” (per l’altissima probabilità di contrarre malattie mortali).

Ma a questo punto è inutile ricordare la barbarie di un popolo, quello campano, e di uno Stato quello Italiano, capaci di mostrarsi un tantino colpiti solo quando a guardarci con disprezzo e un senso di pena sono i “Paesi Civili” dell’Europa e del Mondo. La situazione avviatasi con la giunta regionale campana che circa undici anni fa, dopo quasi tre anni di emergenza, cercava di adottare un provvedimento definitivo con il piano regionale per lo smaltimento rifiuti firmato dal presidente della regione Antonio Rastrelli di Alleanza Nazionale è stata aggravata in modo vergognoso dalle forze politiche di centro-sinistra che con il ribaltone della giunta Rastrelli sul finire del 1998 vollero a capo della stessa, prima Losco e poi l’attuale governatore Antonio Bassolino. Responsabilità diffuse, dunque, ma pure innegabili di un’ampia parte della sinistra campana che, miope e condizionata dalle alleanze più strane con i più piccoli partiti e uomini politici, ha subordinato l’interesse generale all’interesse elettorale (o per meglio dire della poltrona). Le responsabilità a questo punto non servono (almento nell’immediato), è inutile fare dietrologia, è inutile anche mettere sotto accusa un intero popolo, per il momento una sola cosa era necessaria e tutti i cittadini l’attendevano, un intervento diretto del Presidente del Consiglio, che non importa con quali mezzi o in quali modi, avesse reso Napoli e la Provincia almeno accettabile dal punto di vista della minima pulizia che è anche come dire delle minime condizioni igienico sanitarie. Solo questo ci si attendeva, ma evidentemente per non creare altri problemi alla maggioranza risicata, il Professore ha pensato bene di soprassedere alla strigliata a Bassolino, di chiudere gli occhi dinanzi allo scempio continuo di una città in ginocchio e nominare l’ennesimo commissario, certo stavolta con pieni poteri e con l’esercito, ma che da più di una settimana non è stato in grado di fronteggiare ancora l’emergenza pur essendo uomo di spiccata professionalità e senso dello Stato.

L’altra mazzata l’Italia l’ha ricevuta per la vicenda dell’invito a Papa Benedetto XVI all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università La Sapienza. Non c’è bisogno di narrare i fatti che hanno portato alla rinuncia del Pontefice a tenere il discorso, ma c’è bisogno di sottolineare due aspetti, la reazione della stampa internazionale, con i tedeschi che rievocano un “KulturKampf” di bismarckiana memoria e il comportamento del Governo che all’inizio, ha gestito male l’intera vicenda disinteressandosene e dopo che l’inevitabile era accaduto, con poche centinaia di persone che avevano letteralmente zittito il Papa, si è affrettato a solidarizzare con la Chiesa. Anche in questo caso il Professore non si è sentito abbastanza, nè si è mosso con la tempestività che ci si sarebbe attesi dal capo del governo, tralasciando ovviamente la parte riguardante gli attestati di stima (che servono alla perfezione per non perdere voti).


Ma la ciliegina sulla torta, divenuta ormai un pasticcio in quest’Italia allo sbando, l’ha messa l’ormai ex-Ministro della Giustizia Clemente Mastella, il quale, il 16 Gennaio scorso alla Camera dei Deputati, ha espresso un giudizio pesante contro “le frangie estreme della magistratura” (che è come far intendere la magistratura di questi tempi), presentando contemporaneamente, però, una relazione sullo stato della giustizia che potremmo definire di ordinaria amministrazione. Alla sfuriata di Mastella (che teniamolo a mente esprime ben 3 Senatori determinanti per la maggioranza di governo) sono seguiti sempre i soliti attestati di solidarietà umana e politica di qualcuno, mentre per qualche altro solo umana (sempre la stessa sottile distinzione che ho usato all’inizio) e se da una parte si dice che è inaccettabile l’attacco alla magistratura, dall’altro lo stesso Presidente del Consiglio invita il ministro Mastella, ormai pluri-indagato in compagnia di buona parte del suo partito in Campania, a rimanere al suo posto per quello che si potrebbe definire l’ultimo atto di restistenza del suo governo. A Prodi non importa far luce sulle verità della giustizia italiana, benintesi entrambe le posizioni potrebbero essere vere e non interessa in questa sede parteggiare per il Sen. Mastella oppure optare per l’intigrità dell’intero corpo magistrati, ma in realtà egli preferisce piuttosto rimanere con due piedi in una scarpa e tirare a campare il più possibile.

Tutto ciò è inaccettabile in una democrazia e sarebbe filato tutto liscio, se non fosse che il Sen. Mastella in queste ore non stesse facendo quello che tutti indicavano come una pura follia, mettere il governo di fronte ad una scelta netta: o con l’Udeur o l’Udeur va fuori dalla Maggioranza. E’ di poche ore fa infatti la notizia che Mauro Fabris, capogruppo Udeur alla Camera, ha rilasciato la seguente dichiarazione “Noi lunedì presenteremo un documento che sostenga quanto ha detto il ministro Mastella alla Camera. Chi non lo voterà si assumerà la responsabilità di metterci totalmente fuori dalla maggioranza”.

Insomma ancora una volta il Governo di questo paese trema e non si è stancato di essere messo sotto scacco da questa o quella frangia politica che quotidianamente si presenta a chiedere il conto di qualcosa o a tirare per la giacca l’onorevole Presidente del Consiglio, un presidente del Consiglio che a quanto pare dunque se l’è meritate tutte fin’ora, cosa? Decidete voi.

E-Ten mostra il Glofiish V900, il PDA phone con sintonizzatore Tv

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La taiwanese E-Ten mostra le immagini del Glofish V900

Glofiish V900

Un PDA phone con un ampio display, un’ottima fotocamera e il sintonizzatore Tv questo è quello che ci propone E-Ten con il suo Glofiish V900. La prime foto sono stare rilasciate dal produttore taiwanese nelle ultime ore e hanno fatto capolino tra le pagine di un sito russo (Etenclub.ru, da cui sono tratte anche le foto che vi proponiamo), ai nostri occhi appare un cellulare di fascia alta, probabilmente UMTS o HSDPA , con ampio display e la chicca del sintonizzatore Tv. Per ulteriori informazioni bisognerà attendere il Mobile World Congress di Barcellona (a Febbraio) durante il quale Eten presenterà al pubblico il suo nuovo terminale.

TerraTec presenta DMX 6Fire Usb il sistema audio esterno di alta qualità per musicisti, DJ e giocatori

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Progettato per il mercato consumer, DMX 6Fire USB, offre un audio ad alta fedeltà

TerraTec DMX 6Fire Usb

TerraTec Electronic, l’azienda specializzata nella produzione di schede audio, rilancia la famosa scheda audio 6Fire in una soluzione USB rinnovata e ottimizzata. DMX 6Fire USB è il sistema audio esterno perfetto per musicisti, DJ e giocatori che desiderano standard elevati di qualità. Erede della DMX 6Fire 24/96, è stata completamente rivista per offrire prestazioni più potenti. Il plug-in PCI è stato sostituito da una porta USB 2.0 e al posto dei 24 bit e 96 kHz offre ora 96 bit e 192 kHz.

Progettato per il mercato consumer, il nuovo box audio Terratec sarà apprezzato anche dagli utenti che possiedono un home studio grazie ai quattro ingressi analogici, alle sei uscite analogiche in formato RCA e all’I/O digitale (ottico e coassiale). Questo tipo di configurazione offre un audio ad alta fedeltà e un rapporto segnale/rumore ben oltre i 100 dB. Dotato di un ingresso per microfono (jack XLR/combo) caratterizzato da alimentazione phantom a 48V commutabile, da un pad switch da -20dB e da una manopola di guadagno dedicata, la DMX 6Fire USB consente di raggiungere la più elevata qualità di registrazione a livello professionale. Offre inoltre un ingresso separato regolabile per strumenti come chitarra e basso. Una configurazione di monitoraggio hardware consente agli utenti di inviare i segnali in ingresso direttamente all’uscita e i segnali di prova audio con latenza zero. Un’interfaccia MIDI e un’uscita per cuffia completano la gamma di connessioni di schede audio.

I DJ devono semplicemente collegare il giradischi al jack phono (con preamplificatore) e questo è tutto ciò che serve per far funzionare la DMX 6Fire USB. Le manopole di monitoraggio consentono ai DJ di ascoltare le tracce prima di farle partire. Gli ingressi per microfono e per cuffia (un jack o XLR da ¼”, con adattatore mini jack) sono posti uno di fianco all’altro. Inoltre, collegando la cuffia, la DMX 6Fire USB può essere utilizzata per le comunicazioni e per i servizi di telefonia via Internet.

I giocatori apprezzeranno sicuramente queste ed altre caratteristiche come l’audio surround 5.1 e l’audio stereo anche nel caso in cui il gioco non offra un segnale stereo: DMX 6Fire USB è infatti in grado di convertire i segnali di ingresso da mono a stereo.

Caratteristiche principali:

– 1 ingresso per microfono con manopola di guadagno (jack XLR / 6,3 mm/¼” combo)
– Alimentazione phantom a 48 V
– Pad switch a -20 dB
– 1 ingresso per strumento con manopola di guadagno (jack 6,3 mm/¼”)
– 4 ingressi analogici (connettore RCA)
– 1 ingresso phono (connettore RCA) con equalizzatore RIAA e regolatore di manopola di guadagno
– 6 ingressi analogici (connettore RCA)
– Da stereo a expander surround 5.1
– 1 uscita per cuffia (jack 6,3 mm/¼”) con controllo separato del volume
– 1 I/O ottico digitale (link TOS)
– 1 I/L digitale coassiale (connettore RCA)
– 1 I/O interfaccia MIDI (DIN a 5 pin)
– Convertitore A/D da 192 kHz/24 bit con SNR da 114 dB (ingressi 1/2)
– Convertitore A/D da 192 kHz / 24 bit con SNR da 105 dB (ingressi 3/4)
– Convertitore D/A da 192 kHz / 24 bit con SNR da 114 dB (uscite 1-6)

DMX 6Fire USB sarà presente sul mercato da inizio Febbraio con un prezzo di listino di 249,00 Euro.

Confronto, il discorso che il Papa avrebbe tenuto domani alla Sapienza e la lettera dei Professori che hanno protestato per la sua presenza

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Pubblichiamo il discorso che il Papa Benedetto XVI avrebbe tenuto alla Sapienza domani per l’apertura dell’anno accademico, a seguire pubblichiamo la lettera dei professori che hanno ritenuto inopportuna la sua presenza a quest’evento.

Lettere a confronto: la lettera del Papa

Tutti sanno della vicenda che in questi giorni ha investito l’Università la Sapienza di Roma, la Chiesa Cattolica e i sentimenti di libertà, religiosità e laicità. Alla fine il Papa ha preferito non recarsi all’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo capitolino per evitare scontri inutili. L’intera vicenda viene ripresa dai media internazionali con in testa i giornali tedeschi che parlano di “Un Kulturkampf per Roma” riferendosi al clima anticattolico in Germania al tempo del cancelliere di ferro Otto von Bismarck. A seguire pubblichiamo il discorso che il Papa Benedetto XVI avrebbe tenuto alla Sapienza e che verrà distribuito domani alla cerimonia d’inaugurazione senza essere letto, ma anche la lettera che i sessantasette professori della stessa Università hanno firmato ed inviato al rettore, Renato Guarini, per comunicargli quanto la visita del pontefice fosse cosa poco gradita. Le pubblichiamo senza ulteriori commenti per lasciare libero spazio al vostro intimo convincimento.

Discorso del Papa Benedetto XVI

Magnifico Rettore, Autorità politiche e civili, Illustri docenti e personale tecnico amministrativo, cari giovani studenti! È per me motivo di profonda gioia incontrare la comunità della “Sapienza – Università di Roma” in occasione della inaugurazione dell’anno accademico. Da secoli ormai questa Università segna il cammino e la vita della città di Roma, facendo fruttare le migliori energie intellettuali in ogni campo del sapere. Sia nel tempo in cui, dopo la fondazione voluta dal Papa Bonifacio VIII, l’istituzione era alle dirette dipendenze dell’Autorità ecclesiastica, sia successivamente quando lo Studium Urbis si è sviluppato come istituzione dello Stato italiano, la vostra comunità accademica ha conservato un grande livello scientifico e culturale, che la colloca tra le più prestigiose università del mondo. Da sempre la Chiesa di Roma guarda con simpatia e ammirazione a questo centro universitario, riconoscendone l’impegno, talvolta arduo e faticoso, della ricerca e della formazione delle nuove generazioni. Non sono mancati in questi ultimi anni momenti significativi di collaborazione e di dialogo. Vorrei ricordare, in particolare, l’Incontro mondiale dei Rettori in occasione del Giubileo delle Università, che ha visto la vostra comunità farsi carico non solo dell’accoglienza e dell’organizzazione, ma soprattutto della profetica e complessa proposta della elaborazione di un “nuovo umanesimo per il terzo millennio”.

Mi è caro, in questa circostanza, esprimere la mia gratitudine per l’invito che mi è stato rivolto a venire nella vostra università per tenervi una lezione. In questa prospettiva mi sono posto innanzitutto la domanda: Che cosa può e deve dire un Papa in un’occasione come questa? Nella mia lezione a Ratisbona ho parlato, sì, da Papa, ma soprattutto ho parlato nella veste del già professore di quella mia università, cercando di collegare ricordi ed attualità. Nell’università “Sapienza”, l’antica università di Roma, però, sono invitato proprio come Vescovo di Roma, e perciò debbo parlare come tale. Certo, la “Sapienza” era un tempo l’università del Papa, ma oggi è un’università laica con quell’autonomia che, in base al suo stesso concetto fondativo, ha fatto sempre parte della natura di università, la quale deve essere legata esclusivamente all’autorità della verità. Nella sua libertà da autorità politiche ed ecclesiastiche l’università trova la sua funzione particolare, proprio anche per la società moderna, che ha bisogno di un’istituzione del genere. Ritorno alla mia domanda di partenza: Che cosa può e deve dire il Papa nell’incontro con l’università della sua città? Riflettendo su questo interrogativo, mi è sembrato che esso ne includesse due altri, la cui chiarificazione dovrebbe condurre da sé alla risposta. Bisogna, infatti, chiedersi: Qual è la natura e la missione del Papato? E ancora: Qual è la natura e la missione dell’università? Non vorrei in questa sede trattenere Voi e me in lunghe disquisizioni sulla natura del Papato. Basti un breve accenno. Il Papa è anzitutto Vescovo di Roma e come tale, in virtù della successione all’Apostolo Pietro, ha una responsabilità episcopale nei riguardi dell’intera Chiesa cattolica. La parola “vescovo”-episkopos, che nel suo significato immediato rimanda a “sorvegliante”, già nel Nuovo Testamento è stata fusa insieme con il concetto biblico di Pastore: egli è colui che, da un punto di osservazione sopraelevato, guarda all’insieme, prendendosi cura del giusto cammino e della coesione dell’insieme. In questo senso, tale designazione del compito orienta lo sguardo anzitutto verso l’interno della comunità credente. Il Vescovo – il Pastore – è l’uomo che si prende cura di questa comunità; colui che la conserva unita mantenendola sulla via verso Dio, indicata secondo la fede cristiana da Gesù – e non soltanto indicata: Egli stesso è per noi la via. Ma questa comunità della quale il Vescovo si prende cura – grande o piccola che sia – vive nel mondo; le sue condizioni, il suo cammino, il suo esempio e la sua parola influiscono inevitabilmente su tutto il resto della comunità umana nel suo insieme. Quanto più grande essa è, tanto più le sue buone condizioni o il suo eventuale degrado si ripercuoteranno sull’insieme dell’umanità. Vediamo oggi con molta chiarezza, come le condizioni delle religioni e come la situazione della Chiesa – le sue crisi e i suoi rinnovamenti – agiscano sull’insieme dell’umanità. Così il Papa, proprio come Pastore della sua comunità, è diventato sempre di più anche una voce della ragione etica dell’umanità.

Qui, però, emerge subito l’obiezione, secondo cui il Papa, di fatto, non parlerebbe veramente in base alla ragione etica, ma trarrebbe i suoi giudizi dalla fede e per questo non potrebbe pretendere una loro validità per quanti non condividono questa fede. Dovremo ancora ritornare su questo argomento, perché si pone qui la questione assolutamente fondamentale: Che cosa è la ragione? Come può un’affermazione – soprattutto una norma morale – dimostrarsi “ragionevole”? A questo punto vorrei per il momento solo brevemente rilevare che John Rawls, pur negando a dottrine religiose comprensive il carattere della ragione “pubblica”, vede tuttavia nella loro ragione “non pubblica” almeno una ragione che non potrebbe, nel nome di una razionalità secolaristicamente indurita, essere semplicemente disconosciuta a coloro che la sostengono. Egli vede un criterio di questa ragionevolezza fra l’altro nel fatto che simili dottrine derivano da una tradizione responsabile e motivata, in cui nel corso di lunghi tempi sono state sviluppate argomentazioni sufficientemente buone a sostegno della relativa dottrina. In questa affermazione mi sembra importante il riconoscimento che l’esperienza e la dimostrazione nel corso di generazioni, il fondo storico dell’umana sapienza, sono anche un segno della sua ragionevolezza e del suo perdurante significato. Di fronte ad una ragione a-storica che cerca di autocostruirsi soltanto in una razionalità a-storica, la sapienza dell’umanità come tale – la sapienza delle grandi tradizioni religiose – è da valorizzare come realtà che non si può impunemente gettare nel cestino della storia delle idee.

Ritorniamo alla domanda di partenza. Il Papa parla come rappresentante di una comunità credente, nella quale durante i secoli della sua esistenza è maturata una determinata sapienza della vita; parla come rappresentante di una comunità che custodisce in sé un tesoro di conoscenza e di esperienza etiche, che risulta importante per l’intera umanità: in questo senso parla come rappresentante di una ragione etica.

Ma ora ci si deve chiedere: E che cosa è l’università? Qual è il suo compito? È una domanda gigantesca alla quale, ancora una volta, posso cercare di rispondere soltanto in stile quasi telegrafico con qualche osservazione. Penso si possa dire che la vera, intima origine dell’università stia nella brama di conoscenza che è propria dell’uomo. Egli vuol sapere che cosa sia tutto ciò che lo circonda. Vuole verità. In questo senso si può vedere l’interrogarsi di Socrate come l’impulso dal quale è nata l’università occidentale. Penso ad esempio – per menzionare soltanto un testo – alla disputa con Eutifrone, che di fronte a Socrate difende la religione mitica e la sua devozione. A ciò Socrate contrappone la domanda: “Tu credi che fra gli dei esistano realmente una guerra vicendevole e terribili inimicizie e combattimenti . Dobbiamo, Eutifrone, effettivamente dire che tutto ciò è vero?” (6 b – c). In questa domanda apparentemente poco devota – che, però, in Socrate derivava da una religiosità più profonda e più pura, dalla ricerca del Dio veramente divino – i cristiani dei primi secoli hanno riconosciuto se stessi e il loro cammino. Hanno accolto la loro fede non in modo positivista, o come la via d’uscita da desideri non appagati; l’hanno compresa come il dissolvimento della nebbia della religione mitologica per far posto alla scoperta di quel Dio che è Ragione creatrice e al contempo Ragione-Amore. Per questo, l’interrogarsi della ragione sul Dio più grande come anche sulla vera natura e sul vero senso dell’essere umano era per loro non una forma problematica di mancanza di religiosità, ma faceva parte dell’essenza del loro modo di essere religiosi. Non avevano bisogno, quindi, di sciogliere o accantonare l’interrogarsi socratico, ma potevano, anzi, dovevano accoglierlo e riconoscere come parte della propria identità la ricerca faticosa della ragione per raggiungere la conoscenza della verità intera. Poteva, anzi doveva così, nell’ambito della fede cristiana, nel mondo cristiano, nascere l’università.

È necessario fare un ulteriore passo. L’uomo vuole conoscere – vuole verità. Verità è innanzitutto una cosa del vedere, del comprendere, della theoría, come la chiama la tradizione greca. Ma la verità non è mai soltanto teorica. Agostino, nel porre una correlazione tra le Beatitudini del Discorso della Montagna e i doni dello Spirito menzionati in Isaia 11, ha affermato una reciprocità tra “scientia” e “tristitia”: il semplice sapere, dice, rende tristi. E di fatto – chi vede e apprende soltanto tutto ciò che avviene nel mondo, finisce per diventare triste. Ma verità significa di più che sapere: la conoscenza della verità ha come scopo la conoscenza del bene. Questo è anche il senso dell’interrogarsi socratico: Qual è quel bene che ci rende veri? La verità ci rende buoni, e la bontà è vera: è questo l’ottimismo che vive nella fede cristiana, perché ad essa è stata concessa la visione del Logos, della Ragione creatrice che, nell’incarnazione di Dio, si è rivelata insieme come il Bene, come la Bontà stessa.

Nella teologia medievale c’è stata una disputa approfondita sul rapporto tra teoria e prassi, sulla giusta relazione tra conoscere ed agire – una disputa che qui non dobbiamo sviluppare. Di fatto l’università medievale con le sue quattro Facoltà presenta questa correlazione. Cominciamo con la Facoltà che, secondo la comprensione di allora, era la quarta, quella di medicina. Anche se era considerata più come “arte” che non come scienza, tuttavia, il suo inserimento nel cosmo dell’universitas significava chiaramente che era collocata nell’ambito della razionalità, che l’arte del guarire stava sotto la guida della ragione e veniva sottratta all’ambito della magia. Guarire è un compito che richiede sempre più della semplice ragione, ma proprio per questo ha bisogno della connessione tra sapere e potere, ha bisogno di appartenere alla sfera della ratio. Inevitabilmente appare la questione della relazione tra prassi e teoria, tra conoscenza ed agire nella Facoltà di giurisprudenza. Si tratta del dare giusta forma alla libertà umana che è sempre libertà nella comunione reciproca: il diritto è il presupposto della libertà, non il suo antagonista. Ma qui emerge subito la domanda: Come s’individuano i criteri di giustizia che rendono possibile una libertà vissuta insieme e servono all’essere buono dell’uomo? A questo punto s’impone un salto nel presente: è la questione del come possa essere trovata una normativa giuridica che costituisca un ordinamento della libertà, della dignità umana e dei diritti dell’uomo. È la questione che ci occupa oggi nei processi democratici di formazione dell’opinione e che al contempo ci angustia come questione per il futuro dell’umanità. Jürgen Habermas esprime, a mio parere, un vasto consenso del pensiero attuale, quando dice che la legittimità di una carta costituzionale, quale presupposto della legalità, deriverebbe da due fonti: dalla partecipazione politica egualitaria di tutti i cittadini e dalla forma ragionevole in cui i contrasti politici vengono risolti. Riguardo a questa “forma ragionevole” egli annota che essa non può essere solo una lotta per maggioranze aritmetiche, ma che deve caratterizzarsi come un “processo di argomentazione sensibile alla verità” (wahrheitssensibles Argumentationsverfahren). È detto bene, ma è cosa molto difficile da trasformare in una prassi politica. I rappresentanti di quel pubblico “processo di argomentazione” sono – lo sappiamo – prevalentemente i partiti come responsabili della formazione della volontà politica. Di fatto, essi avranno immancabilmente di mira soprattutto il conseguimento di maggioranze e con ciò baderanno quasi inevitabilmente ad interessi che promettono di soddisfare; tali interessi però sono spesso particolari e non servono veramente all’insieme. La sensibilità per la verità sempre di nuovo viene sopraffatta dalla sensibilità per gli interessi. Io trovo significativo il fatto che Habermas parli della sensibilità per la verità come di elemento necessario nel processo di argomentazione politica, reinserendo così il concetto di verità nel dibattito filosofico ed in quello politico.

Ma allora diventa inevitabile la domanda di Pilato: Che cos’è la verità? E come la si riconosce? Se per questo si rimanda alla “ragione pubblica”, come fa Rawls, segue necessariamente ancora la domanda: Che cosa è ragionevole? Come una ragione si dimostra ragione vera? In ogni caso, si rende in base a ciò evidente che, nella ricerca del diritto della libertà, della verità della giusta convivenza devono essere ascoltate istanze diverse rispetto a partiti e gruppi d’interesse, senza con ciò voler minimamente contestare la loro importanza. Torniamo così alla struttura dell’università medievale. Accanto a quella di giurisprudenza c’erano le Facoltà di filosofia e di teologia, a cui era affidata la ricerca sull’essere uomo nella sua totalità e con ciò il compito di tener desta la sensibilità per la verità. Si potrebbe dire addirittura che questo è il senso permanente e vero di ambedue le Facoltà: essere custodi della sensibilità per la verità, non permettere che l’uomo sia distolto dalla ricerca della verità. Ma come possono esse corrispondere a questo compito? Questa è una domanda per la quale bisogna sempre di nuovo affaticarsi e che non è mai posta e risolta definitivamente. Così, a questo punto, neppure io posso offrire propriamente una risposta, ma piuttosto un invito a restare in cammino con questa domanda – in cammino con i grandi che lungo tutta la storia hanno lottato e cercato, con le loro risposte e con la loro inquietudine per la verità, che rimanda continuamente al di là di ogni singola risposta.

Teologia e filosofia formano in ciò una peculiare coppia di gemelli, nella quale nessuna delle due può essere distaccata totalmente dall’altra e, tuttavia, ciascuna deve conservare il proprio compito e la propria identità. È merito storico di san Tommaso d’Aquino – di fronte alla differente risposta dei Padri a causa del loro contesto storico – di aver messo in luce l’autonomia della filosofia e con essa il diritto e la responsabilità propri della ragione che s’interroga in base alle sue forze. Differenziandosi dalle filosofie neoplatoniche, in cui religione e filosofia erano inseparabilmente intrecciate, i Padri avevano presentato la fede cristiana come la vera filosofia, sottolineando anche che questa fede corrisponde alle esigenze della ragione in ricerca della verità; che la fede è il “sì” alla verità, rispetto alle religioni mitiche diventate semplice consuetudine. Ma poi, al momento della nascita dell’università, in Occidente non esistevano più quelle religioni, ma solo il cristianesimo, e così bisognava sottolineare in modo nuovo la responsabilità propria della ragione, che non viene assorbita dalla fede. Tommaso si trovò ad agire in un momento privilegiato: per la prima volta gli scritti filosofici di Aristotele erano accessibili nella loro integralità; erano presenti le filosofie ebraiche ed arabe, come specifiche appropriazioni e prosecuzioni della filosofia greca. Così il cristianesimo, in un nuovo dialogo con la ragione degli altri, che veniva incontrando, dovette lottare per la propria ragionevolezza. La Facoltà di filosofia che, come cosiddetta “Facoltà degli artisti”, fino a quel momento era stata solo propedeutica alla teologia, divenne ora una Facoltà vera e propria, un partner autonomo della teologia e della fede in questa riflessa. Non possiamo qui soffermarci sull’avvincente confronto che ne derivò. Io direi che l’idea di san Tommaso circa il rapporto tra filosofia e teologia potrebbe essere espressa nella formula trovata dal Concilio di Calcedonia per la cristologia: filosofia e teologia devono rapportarsi tra loro “senza confusione e senza separazione”. “Senza confusione” vuol dire che ognuna delle due deve conservare la propria identità. La filosofia deve rimanere veramente una ricerca della ragione nella propria libertà e nella propria responsabilità; deve vedere i suoi limiti e proprio così anche la sua grandezza e vastità. La teologia deve continuare ad attingere ad un tesoro di conoscenza che non ha inventato essa stessa, che sempre la supera e che, non essendo mai totalmente esauribile mediante la riflessione, proprio per questo avvia sempre di nuovo il pensiero. Insieme al “senza confusione” vige anche il “senza separazione”: la filosofia non ricomincia ogni volta dal punto zero del soggetto pensante in modo isolato, ma sta nel grande dialogo della sapienza storica, che essa criticamente e insieme docilmente sempre di nuovo accoglie e sviluppa; ma non deve neppure chiudersi davanti a ciò che le religioni ed in particolare la fede cristiana hanno ricevuto e donato all’umanità come indicazione del cammino. Varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondono. Ma allo stesso tempo è vero che la storia dei santi, la storia dell’umanesimo cresciuto sulla basa della fede cristiana dimostra la verità di questa fede nel suo nucleo essenziale, rendendola con ciò anche un’istanza per la ragione pubblica. Certo, molto di ciò che dicono la teologia e la fede può essere fatto proprio soltanto all’interno della fede e quindi non può presentarsi come esigenza per coloro ai quali questa fede rimane inaccessibile. È vero, però, al contempo che il messaggio della fede cristiana non è mai soltanto una “comprehensive religious doctrine” nel senso di Rawls, ma una forza purificatrice per la ragione stessa, che aiuta ad essere più se stessa. Il messaggio cristiano, in base alla sua origine, dovrebbe essere sempre un incoraggiamento verso la verità e così una forza contro la pressione del potere e degli interessi.

Ebbene, finora ho solo parlato dell’università medievale, cercando tuttavia di lasciar trasparire la natura permanente dell’università e del suo compito. Nei tempi moderni si sono dischiuse nuove dimensioni del sapere, che nell’università sono valorizzate soprattutto in due grandi ambiti: innanzitutto nelle scienze naturali, che si sono sviluppate sulla base della connessione di sperimentazione e di presupposta razionalità della materia; in secondo luogo, nelle scienze storiche e umanistiche, in cui l’uomo, scrutando lo specchio della sua storia e chiarendo le dimensioni della sua natura, cerca di comprendere meglio se stesso. In questo sviluppo si è aperta all’umanità non solo una misura immensa di sapere e di potere; sono cresciuti anche la conoscenza e il riconoscimento dei diritti e della dignità dell’uomo, e di questo possiamo solo essere grati. Ma il cammino dell’uomo non può mai dirsi completato e il pericolo della caduta nella disumanità non è mai semplicemente scongiurato: come lo vediamo nel panorama della storia attuale! Il pericolo del mondo occidentale – per parlare solo di questo – è oggi che l’uomo, proprio in considerazione della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda davanti alla questione della verità. E ciò significa allo stesso tempo che la ragione, alla fine, si piega davanti alla pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscerla come criterio ultimo. Detto dal punto di vista della struttura dell’università: esiste il pericolo che la filosofia, non sentendosi più capace del suo vero compito, si degradi in positivismo; che la teologia col suo messaggio rivolto alla ragione, venga confinata nella sfera privata di un gruppo più o meno grande. Se però la ragione – sollecita della sua presunta purezza – diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. Perde il coraggio per la verità e così non diventa più grande, ma più piccola. Applicato alla nostra cultura europea ciò significa: se essa vuole solo autocostruirsi in base al cerchio delle proprie argomentazioni e a ciò che al momento la convince e – preoccupata della sua laicità – si distacca dalle radici delle quali vive, allora non diventa più ragionevole e più pura, ma si scompone e si frantuma.

Con ciò ritorno al punto di partenza. Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell’università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà. Al di là del suo ministero di Pastore nella Chiesa e in base alla natura intrinseca di questo ministero pastorale è suo compito mantenere desta la sensibilità per la verità; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro.
Benedetto XVI

Caso Mastella, il Procuratore Maffei di Santa Maria Capua Vetere nell’esilarante conferenza stampa

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Il Procuratore Maffei della Procura di Santa Maria Capua Vetere chiama i giornalisti per emettere un comunicato

Giustizia Svizzera

L’articolo contiene unicamente il video della conferenza stampa del settantenne procuratore Mariano Maffei della Procura di Santa Maria Capua Vetere, il quale sta indagando, assieme ai sostituti Alessandro Cimmino e Maurizio Giordano, sulle ipotesi di reato formulate contro la moglie del Sen. Clemente Mastella, Sandra Lonardo, lo stesso Ministro della Giustizia (dimissionario) ed altre venti persone. Ne è assolutamente consigliata la visione:


Conferenza Stampa Procuratore Maffei, il video è stato realizzato da alcuni giornalisti presenti

Aggiornamento 17/01/2008 ore 17:46 – Il Link al video della conferenza Stampa del Procuratore Maffei trasmessa da Matrix la sera del 16 Gennaio. La parte che riguarda il Procuratore di Santa Maria Capua Vetere potrete visionarla dal minuto 10:48.

Raffreddamento notebook, Enermax propone Aeolus

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Enermax Italia presenta Aeolus, dispositivo per il raffreddamento dei Notebook da 12″ a 17″

Aeolus

Enermax Italia presenta Aeolus, un efficace dispositivo per il raffreddamento di tutti i Notebook con dimensioni comprese fra 12″ e 17″.

La costante evoluzione nel mondo dell’ informatica ha cambiato le caratteristiche di tutti i PC, compresi i Notebook. Anche nei portatili, come era successo in precedenza per i desktop, l’aumento esponenziale delle prestazioni ha portato ad un incremento del calore generato, riproponendo in modo serio la necessità di diminuire le temperature.

Se il calore è il male..Aeolus è la cura!

Il dispositivo presentato da Enermax, è una soluzione particolarmente efficace al problema dello smaltimento del calore nei Notebook. Realizzato in alluminio satinato, con spigoli smussati, incorpora elementi in acciaio con caratteristica lavorazione a griglia (mesh) . La combinazione dei due metalli garantisce robustezza e stabilità al prodotto, evitando fastidiosi spostamenti durante l’ utilizzo del portatile.

Aeolus può ospitare tutti i Notebook con dimensioni comprese fra 12″ e 17″, includendo fra questi anche i modelli Wide Screen. Quattro piedini in gomma consentono il posizionamento su tutte le superfici, anche le più delicate, eliminando il rischio di graffi e danneggiamenti per le stesse. Particolarmente curata è la sottosezione dedicata al raffreddamento, con una ventola da 250mm (slim) alimentata mediante interfaccia USB e regolabile su tre differenti posizioni : velocità Bassa, Alta e Spento. La dimensione della ventola è in grado di smaltire il calore prodotto lungo tutta la superficie del Notebook, a differenza di alcuni modelli concorrenti, che prevedono un raffreddamento solo su alcune aree dello stesso. Questo porta alla formazione di zone ad elevato gradiente termico (note come “hot spots”) che possono portare a surriscaldamento della componentistica hardware del Notebook, aumentando il rischio di guasti. I test condotti hanno dimostrato una diminuzione di 22°C della temperatura di componenti particolarmente sensibili come ad esempio la CPU.

Eleganza e raffinatezza.

Un occhio di riguardo è stato posto anche per quanto concerne la sezione “estetica” del dispositivo. Cinque led BLU ad elevata intensità (disinseribili mediante pulsante) sono stati accorpati nella struttura per conferirle un aspetto accattivante. L’alluminio satinato unito all’acciaio, oltre a garantire stabilità e solidità, conferisce ad Aeolus una raffinata eleganza. Notevole cura è stata riposta anche nell’ ergonomia del dispositivo. L’appoggio per i polsi è infatti inclinato rispetto al piano di lavoro al fine di aumentare il confort di scrittura e garantire un minore stress per le dita e le articolazioni dei polsi.

Caratteristiche Tecniche


Aeulos sarà disponibili dalla fine di Marzo 2008 presso la rete di distributori e rivenditori italiani di Enermax. Il prezzo al pubblico consigliato sarà di euro 39,00 IVA inclusa.
Ulteriori informazioni e le specifiche tecniche sono presenti, in lingua italiana, sul sito www.enermax.it .

Assassin’s Creed Altair’s Chronicles uscirà il 14 Febbraio su Nintendo DS

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Ubisoft conferma il lancio, per Nintendo Ds, di Assassin’s Creed Altair’s Chronicles, prequel del famoso Assassin’s Creed su console di nuova generazione.

Assassin’s Creed per Nintendo Ds

Ubisoft, forte del successo che Assassin’s Creed ha riscosso su nuova generazione di console è pronta a lanciare una nuova esclusiva Nintendo DS: Assassin’s Creed Altair’s Chronicles disponibile già dal 14 Febbraio prossimo.

Con questo titolo Ubisoft propone al vasto pubblico dei giocatori su Nintendo Ds un prequel della storia di Altair narrata nel primo capitolo di Assassin’s Creed che tutti conosciamo. La grafica di gioco prevede città e ambientazioni in 3D, mentre il gameplay metterà l’accento su nuove mosse e acrobazie.


Il successo mondiale di Assassin’s Creed è stato incredibile e siamo lieti di poter dare agli appassionati la possibilità di conoscere meglio il personaggio e la trama di questa saga, portando il franchise anche su Nintendo DS” ha dichiarato John Parkes, Marketing Director EMEA di Ubisoft, e poi ha aggiunto “Assassin’s Creed Altair’s Chronicles è un titolo entusiasmante per chi ha già provato la versione console e innovativo per chi non vi si è ancora avvicinato, in entrambe i casi i giocatori sveleranno tutti i segreti di Assassin’s Creed“.

Assassin’s Creed Altair’s Chronicles, lo ricordiamo ancora una volta, sarà disponibile dal 14 Febbraio prossimo al prezzo di 39,99 euro.

Il Referendum sulla legge elettorale si farà, la Consulta ha dichiarato ammissibili i quesiti referendari

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La Corte Costituzionale riunita da stamane per decidere sull’ammissibilità dei quesiti referendari ha dato il via libera al Referendum

Legge Elettorale al via il Referendum

Il Referendum sulla Legge Elettorale si farà tra il 15 Aprile e il 15 Giugno prossimo, come previsto dalle disposizioni di legge, in quanto la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili i quesiti referendari.

L’ultimo degli impedimenti di natura giuridica che potevano bloccare la consultazione referendaria sul “Porcellum” (Legge Elettorale 270/2005 attualmente in vigore) è stato superato, infatti la Consulta, chiamata ad esprimersi sull’ammissibilità dei tre quesiti referendari, si è espressa per l’ammissibilità e depositerà le motivazioni entro il 10 Febbraio prossimo.

I primi due quesiti riguardavano l’abrogazione dell’attribuzione del premio di maggioranza alla coalizione vincente sia alla Camera che al Senato, con la logica conseguenza che qualora prevalessero i sì e fosse raggiunto il quorum, il premio di maggioranza verrebbe assegnato al partito di maggioranza relativa.

Il terzo quesito invece riguarda l’abrogazione della norma che permettere la candidatura in più circoscrizioni.

Domiciliari a mezzo stampa per Sandra Lonardo in Mastella e il Guardasigilli si dimette

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‘Mi dimetto perché tra l’amore per la famiglia e il potere scelgo il primo’ queste le parole pronunciate alla Camera dal Ministro della Giustizia Clemente Mastella che stamane avrebbe dovuto conferire sul disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche.

Scelgo la famiglia

Stamattina la Signora Sandra Lonardo in Mastella, presidente del Consiglio Regionale della Campania e moglie del Ministro della Giustizia è stata raggiunta da un provvedimento restrittivo della libertà. La notizia degli arresti domiciliari sono giunti alla signora, secondo le dichiarazioni da lei stessa fornite attraverso un collegamento telefonico con i giornalisti Rai, a mezzo stampa, senza che nessuna autorità le abbia notificato i provvedimenti a proprio carico. La signora Lonardo invero, riferisce di aver appreso la notizia da alcuni articoli in rete e di aver successivamente informato il proprio legale l’avv. Titta Madia.

L’ipotesi di reato contestata alla presidente Sandra Lonardo, dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere è la tentata concussione ai danni del direttore generale dell’Ospedale di Caserta che sarebbe avvenuta durante una telefonata, intercettata dalla magistratura, nella quale la Signora Lonardo sarebbe stata protagonista di una “sfuriata” nei confronti del suo interlocutore. Condotta, quest’ultima, che secondo l’avv. Madia non costituisce ipotesi di reato in quanto “non c’è in ballo una dazione di danaro o altri vantaggi, ma solo un contrasto di carattere politico fra la signora Mastella e il direttore dell’ospedale di Caserta relativamente alla nomina di un medico“.

La notizia in breve tempo ha fatto il giro d’Italia e d’Europa attraverso la rete e i giornali, ma quando alle 10:49 il Ministro della Giustizia Clemente Mastella, ha preso la parola nell’aula di Montecitorio si ci è subito resi conto che qualcosa di grave era avvenuto per davvero. Il ministro si presenta in aula visibilmente scosso e abbattuto, inizia il suo discorso ricordando quanto ha dovuto faticare per la riforma della giustizia e per recuperare il rapporto tra politica e magistratura, quanto ha dovuto penare personalmente per i continui attacchi subiti da una frangia estremista della magistratura che gli ha indirizzato in pochi mesi “il triplo di tutti gli avvisi di garanzia che non aveva mai ricevuto durante i 30 anni di specchiata carriera politica“. Liberatosi, con la consegna della relazione alla presidenza, delle incombenze legate al suo ruolo istituzionale che lo avrebbero voluto relatore del disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche, il Sen. Mastella dà libero sfogo alla sua amarezza. Annuncia le sue dimissioni perchè si dice stanco di combattere contro un muro di cattiveria e di ingiustizia e dichiara amaramente ‘Getto la spugna. Contro di me una caccia all’uomo”, perchè, finchè gli attacchi erano rivolti alla sua persona poteva restare saldamente sulle sue posizioni, ma quando gli attacchi vili sono rivolti alle persone a lui più care “Mi dimetto, perchè tra l’amore della mia famiglia e il potere scelgo il primo”.

A queste dichiarazioni segue un’analisi a tutto campo sullo stato della giustizia riferendosi allo scottante tema della responsabilità civile dei magistrati, poi tornando sulla vicenda che lo ha colpito e riferendosi al potere giudiziario, con non poca commozione, dice “Oggi tocca a me, in precedenza è toccato ad altri e tocca ai cittadini italiani, per questo potere straordinario che un ordine, rispetto ad altri, ha stabilito per sé”, a questa dichiarazione segue un lungo applauso dell’aula. Poi rincara la dose e accusa il manipolo di magistrati che lo ha attaccato e, riferendosi in particolare ad un magistrato, dichiara “un’ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l’ordinamento manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa. Colpa che invece non ravvisa nell’esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali è bene che il Csm si occupi”.


In un altro passo ancora affronta nello specifico le responsabilità politiche che la magistratura addebiterebbe alla moglie, il Ministro infatti, parte dall’assunto che “l’Attività politica è fatta anche di indicazioni, umori, scontri, di nomine” e seppure queste funzioni della politica non vengono svolte con limpidezza e possono essere oggetto di disapprovazione non si capisce “Perché le nomine che fanno i politici sono illecite e quelle che fanno i magistrati sono lecite?” a questa nuova dichiarazione segue ancora un lungo applauso dell’aula, infine il Guardasigilli rende la parola al Presidente facente funzioni On. Castagnetti e incassa la solidarietà di tutti gli esponenti politici.

Intanto le dimissioni giungono a Prodi il quale le respinge e chiede al Ministro di restare al suo posto perchè la Camera sembra esprimere unanimente questo desiderio (molto probabilemente in molti temono unicamente per la tenuta del Governo e per i già precari equilibri politici campani ndr), il Senatore Mastella prende tempo per decidere ma sembra convinto della sua scelta e già circola il nome di Mauro Fabris quale suo successore al dicastero di via Arenula.

Link al video dell’intervento a Montecitorio del Ministro Mastella (dal sito della Camera)

Violenza giovanile, Gordon Brown punta il dito contro i videogiochi

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Dove il progresso miete le sue vittime. La violenza giovanile problema grave in Regno Unito.

violenza

La violenza torna da protagonista, questa volta, però, in una coreografia tutta inglese. Le cinque città che tolgono per un attimo dalla menti del mondo l’idea che la violenza sia un primato americano, sono Londra, Liverpool, Manchester, Birmingham e Nottingham. Lo scenario, purtroppo, è quello che dovrebbe avere come soggetto soltanto una festa, il Natale, e a seguirlo il capodanno, legati da quei giorni di allegria che dovrebbero trasmettere in tutti un po’ di serenità. E invece, ciò che ha rovinato i giorni a Gordon Brown, primo ministro del regno unito, e non solo a lui, sono state ancora vittime della violenza gratuita che pare ormai essere diventata quasi innata nei giovani d’oggi. Un “virus” che pare scuotere ogni angolo di questo pianeta. Tre vittime solo il giorno di natale, protagonista assoluto dei decessi, un coltello impugnato da un ragazzo qualsiasi, un ragazzo normale, un ragazzo.

Viene dunque spontaneo, soprattutto ad una carica politica che riveste un così importante ruolo, trovare al più presto provvedimenti da adottare. Ed il primo, seppur ancora solo verbale, non ha tardato affatto ad arrivare. Lo stesso Gordon Brown, infatti, si è lanciato ad accusare il fatto, ingaggiando nel suo esposto, come forse è giusto che sia, i videogiochi e i programmi televisivi, accusandoli di essere, anche loro, responsabili.

A questo punto, però, sarebbe doveroso un esame di coscienza, o almeno una piccola riflessione: sempre più, i mas media e le case produttrici di giochi di tutti i tipi, fanno uso gratuito di violenza, ma, come insegna una delle regole più semplici dell’economia, laddove c’e offerta c’e domanda. E’ difficile pensare che sia la seconda a dipendere dalla prima, tutto è più semplice, invece, se si fa il ragionamento contrario. E’ quindi chiaro e semplice che se i prodotti vengono venduti, è perche qualcuno indubbiamente li compra. Dove sta l’inghippo? Se pensassimo che tutti coloro che si ergono contro la violenza ogni qualvolta accade un fatto di cronaca come questo, siano consumatori che non sono soliti acquistare prodotti del genere, ci renderemmo forse conto che tra i dati sulle vendite qualcosa non quadra, così come analizzando l’audience dei programmi televisivi: numeri troppi esigui per dati cosi vasti!


Ecco che allora facilmente si arriva a delle conclusioni. Forse troppo spesso ci dilettiamo a prendere parte a dibattiti largamente condivisi, purché siano proposti da altri. Ma ciò che manca è forse la capacità propria di distinguere il “bene” dal “male”. Troppo presi forse dalla società del “tanto lo fanno tutti”. E forse troppo deboli, in quanto genitori, per crescere figure forti, con un proprio carattere, d’innanzi alle quali diventino inoffensivi i modelli proposti da questa società. Modelli per i quali mai, nessuno, si è opposto veramente con impegno. Modelli “negativi” per i quali però è sempre esistita una “domanda”, che ne facesse lievitare “l’offerta”. Laddove un progresso, sempre crescente, ne rende incontrollabile lo sviluppo.
Un progresso quindi che dobbiamo essere in grado di affrontare, davanti al quale far valere il nostro libero arbitrio e la facoltà di scegliere, che è solo nostra.
Sono dunque i videogiochi, la causa di tutto? O l’irrazionalità e la debolezza di un essere umano sempre meno indipendente e libero?

Keynote, Steve Jobs superstar al MacWorld delle meraviglie: tutte le novità

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Come ampiamente anticipato dalla stampa di mezzo mondo il KeyNote 2008 è denso di novità: Time Capsule, nuovo firmware per iPhone, noleggio di film e serie tv su iTunes aggiornamento software per Apple tv e soprattutto il sottilissimo Macbook Air

MacWorld 2008

Quando alle 18 e qualche minuto tutti si siedono e il servizio d’ordine sembra prendere pace, mentre il trambusto dei primi minuti va scemando, una strana tensione avvolge la sala quanto mai affollata di giornalisti, visitatori, sviluppatori e VIP.

E’ la tensione che avvolge da qualche anno a questa parte tutti i Keynote di Steve Jobs, da quando nell’ormai lontano 1997 riprese in mano le redini della società che insieme al suo collega ed amico Wozniack aveva fondato e dalla quale era stato allonato, forse in maniera un po’ miope, dalla dirigenza di allora.

La sala sembra chiedersi cosa tirerà fuori dal suo cilindro Jobs questa volta per sorprendere, come aveva fatto lo scorso anno, la platea . Tutti sembrano domandarsi a cosa possa riferirsi quello slogan “There is something in the air” che cosi’ prepotentemente è circolato sulla rete e sui siti degli appassionati. Qualsiasi cenno dell’anfitrione Jobs puo’ essere interpretato in una maniera del tutto particolare dai milioni di fan e appassionati della casa della mela morsicata e gli occhi sono tutti puntati su di lui.

Si parte con i soliti ringraziamenti e le cifre dell’enorme successo Apple nel mondo, in particolar modo di Leopard, il sistema operativo più venduto della storia della compagnia con ben 5 milioni di copie vendute in poco più di un mese. Un ringraziamento e un pensiero poi va ai partner Adobe e Microsoft in particolare che con il suo Office 2008 for Mac ha concluso la transizione verso la piattaforma Intel (Office fino a stasera era l’unico grande programma scritto ancora per PPC).

Terminati i convenevoli si passa a fare sul serio e Jobs, cosi’, a bruciapelo, presenta il primo prodotto della serata: “Time Capsule”, una base Airport Extreme con Hard Disk integrato da 500 GB o 1 Terabyte, ideato principalmente per supportare i portatili Mac con Time Machine di Leopard. Costo previsto rispettivametne 299 dollari e 499 dollari.

Poi, per un attimo, la platea trema, Steve accenna al successo di iPhone nel mondo, presenta i dati di vendita, assolutamente strabilianti più di 20 mila iPhone al giorno, per ciascuno dei 200 giorni trascorsi dal lancio ad oggi, per un totale di 4 milioni di cellulari venduti. Un grafico sull’enorme schermo del Moscone center dimostra come in così poco tempo il mercato dei telefonini Apple abbia eguagliato giganti quali Nokia, Motorola e Palm messi insieme con il 19.5 % del mercato Statunitense. Ma poi quando tutti si aspettavano o meglio, speravano, (soprattutto noi italiani) un iPhone 3g Jobs passa a presentare le novità, già ampiamente anticipate da diversi siti internet, del firmware 1.1.3: sms multipli, nuove funzionalità per le mappe di google Webclips e altro. Su iPod touch arrivano invece Mail,Stocks (il widget per i mercati finanziari, le mappe di google, il widget sul tempo, e le note stavolta pero’ a pagamento 20$.


La terza novità riguarda iTunes e il preannunciato Itunes Movie Rental con la possibilità, per ora solo negli Stati Uniti (a fine anno arriverà anche in Europa, probabilmente nel Regno Unito), di prendere in affitto un film dall’iTunes Store per soli 2,99 dollari, 3,99 dollari per le ultime uscite con qualità DVD e 4,99 dollari in formato HD e audio multicanale 5.1. Una volta acquistati si hanno a disposizione 30 giorni per iniziare la visione e 24 ore di tempo dal termine della visione, dopo di che il file non può più essere visionato. Tutte le major forniranno i film: Lions Gate, Fox, WB, Walt Disney, Paramount, Universal, Sony.


Infine il colpo di teatro; Jobs accenna ai portatili Sony, di quanto siano incredibilmente sottili, eppure così poco prestazionali; il battito della platea si ferma per un istante quando Jobs pronuncia la frase, There’s something in the air e snocciola dato dopo dato le incredibili prestazioni del nuovo Macbook Air, il portatile più sottile al mondo. Le previsioni erano azzeccate dunque, un ultra portatile dallo spessore incredibilmente ridotto appena 0,16″(4mm) nel lato più sottile e 0,75″ (19mm) in quello più spesso era effettivamente “nell’aria” stasera. Le altre caratteristiche parlano di un nuovo processore Intel che promette consumi ridotti e una velocità di clock a scelta tra 1,6 ghz e 1,8, 2 Gb di Ram, display retroilluminato a LED da 13,3″ wide, una sola porta usb, MicroDVI, l’uscita Audio, Wireless Integrato 802.11n, Bluetooth 2.1 Edr e iSight. La tastiera è integrata nello chassis, mentre l’hd è disponibile sia alla vecchia maniera da 80gb(quelli da 1.8″ presenti negli attuali iPod classic) oppure nella versione flash SSD da 64gb. Grazie a questa soluzione e ai led per lo schermo è possibile ottenere un consumo bassissimo che porta l’autonomia del nuovo ultraportatile a ben 5 ore. Non è previsto un drive ottico integrato, ma al prezzo di 99 dollari si può acquistare un Superdrive esterno USB; il prezzo di lancio del nuovo gioiello Apple è di 1799 dollari, disponibile in preordine da oggi e in consegna tra due Settimane.

Eppure qualcosa ancora non quadra, dopo tutte queste belle parole Steve non ha ancora mostrato al pubblico il suo nuovo gioiellino, non ancora appunto: avvicinatosi alla scrivania il nostro Jobs solleva una busta la apre e … magia! all’interno c’è il nuovo Macbook Air… una piece teatrale da vero maestro a sottolineare l’incredibile sottigliezza del nuovo Air

Dopo quest’ultimo strabiliante annuncio non c’è posto per nient’altro che non sia la buona musica del premio oscar Randy Newman…

Il Keynote si conclude con i classici saluti e il pubblico che se ne va, anche questa volta, pienamente soddisfatto dal pieno di novità, ma soprattutto dalla magia che soltanto un maestro della comunicazione come Steve Jobs sa infondere ai suoi prodotti.

Lo spot di Macbook Air
Il tour guidato al nuovo Macbook Air

Macworld 2008 – Il keynote in diretta

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Alle 18:00 ora italiana, quando a S.Francisco saranno le 9:00 del mattino, avrà inizio il MacWorld di Apple. 4News.it lo seguirà in diretta per voi sul Forum

MacWorld 2008 in diretta

MacWorld 2008, il KeyNote di Steve Jobs in diretta sul Forum di 4News.it:

Diretta dal MacWorld 2008 – Jobs’ KeyNote

Nota: La sezione necessita di registrazione, per qualsiasi problema invia una mail a forum[at]4news.it

Logitech diNovo Edge Bluetooth, quando la tecnologia sposa l’eleganza

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In prova la tastiera Logitech diNovo Edge Bluetooth: un pezzo d’arredamento prima di tutto.

diNovo Edge Layout

Nel parlare della tastiera diNovo Edge di Logitech andremo subito al dunque, portando alla vostra attenzione il più grande dei difetti di questa periferica di lusso: il prezzo, che nonostante sia trascorso più di un anno dal suo lancio sul mercato, non accenna a discostarsi di molto dai 199 euro del listino ufficiale. In rete si riesce ad aggiudicarsela anche a 175 euro, ma se non avete in animo di acquistare una “semplice tastiera” a quel prezzo, non andate avanti perché rischiereste di innamorarvi di un prodotto che non avrete mai.

Chi ha superato lo scoglio iniziale del “difetto per eccellenza”, si renderà conto però, che con l’acquisto della tastiera Logitech diNovo Edge Bluetooth si entra in una concezione totalmente differente rispetto alle generiche tastiere, tutto infatti è predisposto per il confort nel suo utilizzo, dai materiali alle tecnologie impiegate, ogni singolo aspetto ci fa pensare di essere di fronte ad un prodotto speciale.

Sin dall’inizio ci si rende conto che alla Logitech pensavano ad un oggetto d’arredamento piuttosto che ad un prodotto di tecnologia di consumo, la confezione invero è formata da due parti sovrapponibili di cartone lucido spesso, che sulla parte superiore presenta l’immagine della diNovo Edge in un fondo verde scuro, sulla parte inferiore brevi descrizioni del prodotto in diverse lingue su sfondo nero quasi satinato, mentre ai lati troviamo diverse indicazioni, tra le quali le caratteristiche tecniche sempre su fondo nero, ma che danno l’impressione di essere incise in rilievo.


Nell’aprire la confezione ci si trova dinanzi ad una scatola, predisposta in ogni suo particolare, per essere il mausoleo della tastiera. Il primo incontro lo avremo proprio con “quell’unico pezzo di plexiglass semitrasparente, tagliato al laser e montato in un’intelaiatura di alluminio satinato” di cui parlava il primo comunicato stampa rilasciato da Logitech sulla diNovo Edge; l’impressione immediata è stata positiva per l’involucro in plastica trasparente più scura, rispetto alla norma, che continua a fare pendant con l’elegante confezione esterna, mentre per quanto riguarda la tastiera vera e propria il primo aspetto che abbiamo notato è stato il peso che all’inizio sembra consistente, ma quando si ci rende conto delle parti in alluminio e della batteria al litio integrata (invisibile all’utilizzatore) le considerazioni mutano bruscamente dalla sorpresa allo stupore.


Continuando a scartare il pacco, ci accorgiamo che la tastiera è contenuta in un pianale sagomato di plastica nera che divide la stessa dagli altri accessori posti in un secondo livello della confezione, tenuti ben saldi in appositi spazi ricavati nel cartone nero e avvolti in plastica trasparente di colore scuro, troviamo: il caricabatterie e la base di ricarica della tastiera, un’adattore bluetooth Usb e un altro cartoncino decisamente elegante con lo slogan Logitech “Designed to move you” su fondo verde scuro che ai bordi presenta un effetto fade-out nel nero e che sul retro è tenuto insieme, nei quattro lembi di cui è composta l’apertura, da un nastrino adesivo in carta satinata, quasi a voler cingere una bomboniera. All’interno di questo cartoncino troviamo il manuale d’istruzioni, il cd con il software SetPoint di Logitech e un piccolo panno di colore scuro (si presume per la pulizia, ma forse con uno scopo puramente decorativo) con su impressa la scritta “diNovo Edge”.

Recensione PS3, Xbox 360: La leggenda di Beowulf

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In prova il gioco che insieme al film ha ridato luce al più antico e controverso poema epico della mitologia nordica: La leggenda di Beowulf, per PS3 e Xbox 360

Le leggende del Nord

Le trasposizioni videoludiche di pellicole cinematografiche (e viceversa) sebbene generalmente incontrino un discreto successo di vendite,collegato all’andamento del film, trainate come sono dalla potenza del mezzo pubblicitario e dall’affezione del pubblico verso il prodotto distribuito nelle sale, non sono mai (salvo alcune rarissime eccezioni) risultate di grande pregio sotto il profilo tecnico realizzativo. La leggenda di Beowulf , trasposizione su console next gen (ps3/Xbox 360) del film uscito nelle sale alcune settimane orsono non fa eccezione.

Beowulf è uno dei personaggi più antichi della mitologia nordica: guerriero dalla forza leggendaria, a metà strada tra brutalità e follia, è forse anche, prima della trasposizione cinematografica, il personaggio della tradizione scandinava, meno noto fuori dai confini nazionali.

Nel gioco vestiremo i panni di questo anti-eroe nei 30 anni che precedono la storia narrata nel film. Inviato in Danimarca per liberarla dal terribile mostro Grendel , verremo attratti nella trappola tesa dalla madre del mostro, che giocando sulla nostra sete di potere e sul nostro egocentrismo ci spingerà a reclamare il trono di Danimarca per noi. Ma il mestiere del re è difficile e Beowulf sarà chiamato nuovamente a combattere i mostri che continuano a infestare la sua nuova terra combattendosi tra razionalità e “furia carnale”.


Questa in breve la trama anche abbastanza lineare del gioco che si presenta come un action / adventure infarcito, un po’ a casaccio, di elementi QTE.

La Sardegna alla riscossa contro il Digital Divide

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La Sardegna contro il ”GAP”, ma sarà l’orgoglio sardo, o ancora solamente questione di interessi?

Sardegna Digital Divide

Ciò che in realtà vede la Sardegna “protagonista” in questi giorni è di certo qualcosa che con la tecnologia poco ha a che fare, se non limitatamente a quella usata nei camion di rifiuti. Ma se non sono né computer di bordo, né centraline elettroniche ad interessarci, ci potrà di certo capitare di posare gli occhi su un’altra interessante notizia.

E’ di non molte ore fa, infatti, la notizia che la Sardegna, o meglio Renato Soru e Massimo Dadea (assessore per gli affari regionali) per la Sardegna, hanno annunciato che entro la fine del 2008, la regione, grazie alla realizzazione del progetto SICS, arriverà alla totale copertura della linea a banda larga. Progetto che per altro ha preso il via nel 2005, ma che con questo anno arriverà a compimento, raggiungendo ben l’88% della popolazione.

Forse logica, o forse superficiale, la reazione dei sardi e non solo, che hanno accusato il Presidente Soru di voler togliere l’attenzione dal problema principale di questi giorni: i rifiuti. Ma ciò che ancor più fa arricciare il naso, oltre al non proprio buon odore, sono i “legami” di Soru con il suo passato. Legami che vedono il Presidente Soru proprietario di un buon 27,5% di azioni della Tiscali. Spa, società che, dato il canale interessato, sarà sicuramente in concorrenza con le altre per lo sviluppo del progetto. A fare da “referente” per l’accusa c’e già un caso passato, quello riguardante la Saatchi & Saatchi, azienda pubblicitaria alla quale era stata affidata la pubblicità regionale. Società con la quale proprio il nostro Soru, stando a quanto detto successivamente dalla commissione regionale nata proprio per investigare sul caso, aveva già avuto contatti, per un totale di 800 mila euro, che riguardavano pubblicità per la stessa Tiscali.

Insomma, forse solo una notizia giusta al momento sbagliato o forse solo la poca elasticità a vedere un uomo lavorare su più fronti. Certo non è facile, né per il “politico”, né per il cittadino che si ritrova a dover valutare la situazione. MA qui la partita se la gioca Renato Soru con il suo stesso passato. I canali per la comunicazione, ad oggi, non mancano di certo. Ma quanto saprà far valere l’orgoglio che ha per la sua terra sopra una politica che ormai molti, e forse troppi, vedono corrotta?

KeyNote, impazza il toto MacWorld sui prodotti di Steve Jobs

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La stampa del pianeta ha acceso i riflettori su Steve Jobs e il suo MacWorld, tutti fremono per vedere cosa farà uscire questa volta dal cilindro il Ceo di Apple

Keynote 2008

Ci siamo, oggi pomeriggio alle 18:00 in punto ora italiana (noi seguiremo in diretta l’evento sul nostro forum – occorre registrarsi per visualizzare), a S. Francisco, in California, avrà inizio l’appuntamento dell’anno per gli utenti Apple e i simpatizzanti della mela: il MacWorld Expo 2008.

L’anno scorso, come ancora l’anno precedente, Apple, in piena ascesa economica sotto la guida del mitico Jobs, presentava al mondo intero da quello stesso palco innovazioni destinate a influenzare le scelte e i costumi di milioni di persone. E’ proprio in quella stessa sede che sono nati, per riferirci solo a prodotti recenti gli ipod, l’iphone e i Mac-Intel, ed è proprio nelle ore precedenti alla presentazione degli stessi che le azioni Apple a Wall Street facevano registrare rialzi record proprio a testimoniare l’interesse che il mercato nutre per gli annunci bomba di Steve.

Il 2007 è stato allo stesso tempo un anno di novità e di consolidazione per l’azienda di Cupertino, con il lancio di Iphone e le forti vendite dei nuovi iMac, Macbook, Macbook Pro e Ipod Touch, l’azienda è cresciuta a dismisura sul mercato conquistando non solo proventi, ma addirittura un’aura mitica avvolta nelle luci dell’eleganza e dello stile che da sempre esprime.

Proprio per il successo planetario dei precedenti MacWorld, in molti credono che sia difficile per Jobs eguagliare gli annunci clamorosi del passato e che qualsiasi cosa proponga questa volta, non sarà in grado di meravigliare più dello stesso Iphone. Nonostante l’opinione dei più scettici però, la stampa internazionale è letteralmente impazzita con il toto MacWorld, dopo lo scoop di Appleinsider che ha mostrato la cartellonista del Moscone Center di S. Francisco, sede del MacWorld, dove su una mela gigantesca campeggiava la scritta “There’s something in the air” e a dopo la “Vera Storia di Iphone” che ha circolato sui siti di mezzo mondo in versione strappa lacrime, ci si aspetta qualcosa di realmente eccezionale.

Come già accennato lo slogan, che fa pensare a qualcosa di leggero, mette l’accento sulla possibilità del lancio di un ultra portatile dal peso e dalle dimensioni ridottissime, per altri invece l’annuncio principale riguarderebbe i Mac Tablet in grado di sfruttare la tecnologia multitouch lanciata su Iphone e ripresa su Ipod Touch, per altri ancora l’annuncio più importante riguarderebbe proprio l’Iphone, con una nuova versione potenziata del melafonino delle meraviglie, con una connessione UMTS e altri miglioramenti.


Ma il toto MacWorld non si ferma certo a questo. Sembra sia sicuro il lancio di un servizio di noleggio films da Itunes, magari per rilanciare la Apple TV (uno dei pochissimi flop del KeyNote dell’anno scorso), ed sono molto accreditate sia l’ipotesi di un nuovo Cinema Display che l’introduzione del lettore Blu Ray sui diversi computer Apple.

Potremmo stare qui a fare supposizioni fino a notte fonda e forse non ne ricaveremmo alcunchè di utile perchè l’inventiva di Apple molto spesso è andata al di là di quella dei più fantasiosi tra i suoi fan, ma tutto ciò non è necessario, non stiamo parlando infatti di qualcosa che avverrà nel futuro seppure prossimo, ma di quello che a S.Francisco accadrà questa sera e noi tutti saremo in ascolto, potete scommetterci.

Recensione Xbox360, Viva Pinata: Party Animals

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Viva Pinata si presenta con un sequel diverso: Party Animals in cui dovrete lasciarvi andare in varie competizione sull’isola dei Pinata.

L’Isola Pinata

Viva Pinata: Party Animals è il sequel del gioco Viva Pinata; Un gestionale molto semplice e divertente sviluppato da Rare Studios (i ragazzi di Kameo e Perfect dark Zero per intenderci ndr.) che ha ottenuto un discreto successo sorprendendo critica e pubblico.

Fiduciosi dell’inatteso quanto sorprendente successo in microsoft devono aver pensato valesse la pena lanciarsi in un nuovo progetto con protagonisti i simpatici animali di cartapesta. Lo sviluppo di Viva Pinata: Party Animals però è affidato questa volta a Krome Studios.

L’intenzione di Krome Studios è stata quella di sviluppare un Party Game, uno di quei giochi che si tirano fuori quando si è in tanti a casa per passare qualche ora di svago, dove l’elemento “un’altra partita e poi spengo” contasse più di tutto, senza tralasciare la modalità online, oramai imprescindibile in ogni titolo next-gen.


Il gioco però, quest’anno è dedicato ad un’ utenza meno vasta del gioco precedente: mentre il primo poteva benissimo essere giocato da coloro che più bambini non sono, questo titolo con ben 50 minigiochi, è prettamente riservato ai giovanissimi. E vi è da ricordare che la discreta fama che ha raggiunto è da imputare quasi in toto alla scelta di commercializzarlo in Bundle con la Xbox360.

Nintendo citata in giudizio per il suo wiimote da un ex dipendente Midway

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La compagnia nipponica è stata citata in giudizio per violazione di brevetto da un ex dipendente Midway per il Wiimote

Wiimote

Se chiedessimo ad uno qualsiasi dei videogiocatori di questa next gen, qual’è la console più innovativa e rivoluzionaria non otterremmo altra risposta che Nintendo Wii.

La console di Nintendo ha sicuramente svecchiato, e non poco, il tradizionale sistema di controllo basato su joypad grazie al suo rivoluzionario WiiMote: Il controller intepreta i segnali inviati da alcuni led ad infrarosso incorporati nelle estremità della Sensor Bar (da porre sopra o sotto la televisione) trasfomandoli in movimento, altri sensori nello stesso controller gli permettono di percepire l’inclinazione e la rotazione. Il nunchuck poi che si collega al wiimote è dotato di un piccolo joystick per un utilizzo un po’ più tradizionale

Ebbene sembra che questo sistema di puntamento non sia così innovativo, o quanto meno non tanto originale. Un ex dipendente Midway infatti avrebbe citato (il condizionale è d’obbligo in questo caso vista la scarsezza di informazioni disponibili in merito alla questione) la compagnia nipponica per violazione di brevetto in relazione proprio al controller del Wii. Patrick Goschy, questo il nome del ricorrente, afferma di avere le prove (ed anche un video disponibile adesso su youtube) di aver sviluppato e brevettato ben otto anni fa per la console Sega Dreamcast e il gioco di boxe Ready 2 Rumble un sistema del tutto simile a quello utilizzato da Nintendo.

Nintendo ha precisato che Goschy non è in alcun modo legato allo sviluppo del wiimote ma non ha ancora chiarito nulla in merito alla questione.

[UPDATE] La compagna del di Pat Goschy ha smentito che sia stato avviato attualmente un ricorso per violazione del brevetto.

Di seguito il video del dispositivo sviluppato da Pat Goschy

Pat Goschy Velocity controller

Cinergy Hybrid T USB XS FM: il nuovo stick TV di TerraTec con sintonizzatore FM

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TerraTec Electronic presenta Cinergy Hybrid T USB XS FM, la soluzione TV non più grande di un coltellino svizzero, caratterizzata da un sintonizzatore FM stereo e da un cavo multiplo con ingressi Composito/S-Video/Audio

Terratec Cinergy Hybrid T XS FM

TerraTec Electronic presenta Cinergy Hybrid T USB XS FM, la soluzione TV non più grande di un coltellino svizzero, caratterizzata da un sintonizzatore FM stereo per soddisfare le esigenze di un crescente pubblico radiofonico e da un cavo multiplo con ingressi Composito/S-Video/Audio, per permettere di importare video analogici da videoregistratore, decoder o da una videocamera.

Cinergy Hybrid T USB XS FM riceve i segnali televisivi sia analogici che digitali in qualità stereo, tramite il normale cavo antenna di casa o on the road per mezzo dell’antenna indoor con base calamitata inclusa. Il sintonizzatore TV ultracompatto include anche il telecomando e si connette facilmente a notebook e PC mediante la porta USB 2.0.

Il software THC (TerraTec Home Cinema) offre una soluzione unica ed efficiente per la gestione di tutti i parametri del dispositivo e trasforma il computer in un potente videoregistratore che può essere controllato manualmente o in remoto. TerraTec Home Cinema supporta la funzionalità del timeshifting (visione differita dei programmi), PiP (Picture in Picture), editor dei canali, EPG (guida elettronica dei canali), scheduler e HDTV (TV in alta definizione).

E’ incluso nella confezione il software MAGIX Movies on CD & DVD TV Edition per permettere anche agli utenti meno esperti di elaborare i filmati una volta effettuate le registrazioni e di eliminare manualmente o automaticamente la pubblicità, effettuare l’export dei filmati in modalità DivX, Quicktime, etc.. o semplicemente effettuare la masterizzazione su CD o DVD.

Specifiche:
– TV digitale o analogica su notebook e PC mediante USB 2.0
– Sintonizzatore FM per la ricezione radio
– Stereo
– Visione differita dei programmi (time-shifting)
– Registratore video digitale per il supporto completo del formato MPEG2
– EPG (Electronic Program Guide)
– Telecomando
– TerraTec Home Cinema
– MAGIX Movies on CD & DVD TV Edition

Cinergy Hybrid T USB XS FM è disponibile al prezzo di Euro 89,99.

Emergenza Rifiuti a Gragnano, la protesta degli studenti contro l’Amministrazione e la Regione

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Emergenza Rifiuti giorno “ennesimo”, fronte della cittadinanza contro la cattiva amministrazione e la pessima classe politica.

Emergenza Rifiuti protesta a Gragnano

Gragnano, Penisola Sorrentina – L’emergenza rifiuti sta stremando la popolazione dell’interland napoletano, se nelle grandi città la situazione invivibile sta per essere mitigata dagli interventi dell’esercito e del governo nazionale con l’intento di salvare la faccia dinanzi all’Unione Europea e all’opinione pubblica mondiale, i comuni della Provincia di Napoli sono lasciati nello stato di abbandono più totale. Da Torre Annunziata a Gragnano, da Pianura a Giugliano, l’indignazione è unanime contro una classe politica regionale, nazionale e locale indegna.

Questa mattina è la volta di Gragnano, rinomato centro industriale per la produzione della pasta e di diversi prodotti della gastronomia tradizionale campana: vino, mozzarella ed olio; gli studenti sono scesi in piazza e hanno organizzato un corteo itinerante per chiedere a gran voce, ancora una volta, un deciso intervento dell’amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Michele Serrapica, affinchè l’immondizia, ormai al limite nelle strade, sia raccolta e sia avviata la raccolta differenziata che inspiegabilmente stenta a decollare.

Per un breve periodo negli scorsi mesi, dopo le innumerevoli proteste della cittadinanza gragnanese, la raccolta differenziata era partita con risultati soddisfacenti, ma alle prime difficoltà tutto è stato sospeso e con l’aggravarsi dell’emergenza nell’intera regione (soprattutto le province di Napoli e Caserta) le strade della Città della Pasta si sono riempite di spazzatura con gravissimo danno per l’economia e il turismo oltre che per la salute dei cittadini.

I ragazzi delle Scuole Superiori hanno così organizzato per la mattinata odierna un corteo, che partendo dalla sede dell’Istituto Don Milani (che ospita il Locale Liceo Scientifico e l’Istituto Tecnico Commerciale), ha attraversato le vie principali del centro per stazionare infine sulla spazio antistante la casa comunale al fine di chiedere al Sindaco un’azione risolutiva nella lotta all’emergenza rifiuti.


Al coro sincero dei giovani, che mostravano striscioni di indignazione verso la classe politica regionale che da 14 anni è inerme e intonavano cori contro Bassolino e il Sindaco di Gragnano, sembra si sia unita al pure enorme corteo (circa un migliaio di studenti di tutte le età), solamente la bandiera dell’Europa che sventolava fiera (coincidenza?!), a più riprese, sulle teste dei ragazzi assiepati sotto la sede del comune in via Vittorio Veneto. La cittadinanza adulta forse stanca di continue promesse non mantenute, anche a seguito di manifestazioni spontanee che l’hanno interessata, non ha partecipato alla protesta se non idealmente e con commenti di disprezzo verso la classe politica locale e regionale.

Dopo qualche minuto di protesta, il Sindaco ha ricevuto una delegazione di studenti per un colloquio, ma nulla è trapelato al riguardo. Intanto nulla si muove e i ragazzi che hanno organizzato il corteo presidiano l’entrata della casa comunale con un “gazzebo di protesta civica” al fine di mostrare la loro ferma volontà e il loro impegno civile affinchè l’emergenza rifiuti venga superata una volta per tutte.