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Epic Games Store, in regalo Redout 2 e bonus per Idle Champions of the Forgotten Realms!

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Lo scorso giovedì, per concludere il periodo di Mega Saldi, l’Epic Games Store ci ha regalato il favoloso Marvel’s Midnight Suns, questa settimana in regalo per i nostri PC troviamo un altro incredibile gioco, questa volta made in italy che ci porterà a correre a velocità folli sospesi da terra: Redout 2!

E in più riceveremo anche un piccolo bonus per il free to play Idle Champions of the Forgotten Realms.

Redout 2 è il secondo capitolo di una serie di giochi di corse arcade futuristiche a gravità zero ideata dai torinesi 34BigThings – compagnia acquisita da qualche anno da Saber tramite la holding Embracer Group – che ritorna e migliora i fasti del primo gioco dopo uno spin-off shooter sui binari, non proprio convincente.

E per tutti i giocatori -presenti e futuri- di Idle Champions of the Forgotten Realms, accedendo al gioco tramite Epic Games Launcher tra questo giovedì 13 giugno e il 20 giugno, riceverete in omaggio dei bonus in-game per un valore di 100 dollari!

Potete fare vostri Redout 2 e i bonus per Idle Champions of the Forgotten Realms solo sull’ Epic Game Store, creando un account -in caso non l’aveste ancora fatto- e seguendo i corrispettivi link ai giochi. Non fatevi sfuggire queste offerte, che scadranno alle ore 17:00 di giovedì 20 giugno.

E non perdetevi la live sul nostro canale ufficiale Twitch di 4News.it, in onda oggi alle 18:30, per provare assieme a Edoardo “SamaelBecks” Bechis cosa ci propongono questi titoli gratuiti nella rubrica #GiochiXPovery.

TopSpin 2K25, arriva il numero 1 del ranking: ecco Jannik Sinner!

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Con un annuncio affidato alla propria pagina X, TopSpin 2K25 conferma un’importante aggiunta al roster dei propri atleti: Jannik Sinner.

Il team di sviluppo ha altresì mostrato una prima immagine del campione italiano, che vanterà altresì anche il caratteristico borsone firmato Gucci.

Lo scorso 10 Giugno 2024, all’indomani della conclusione del Roland Garros che lo ha visto uscire solo in semifinale per mano di Carlos Alcaraz, è diventato il primo tennista italiano ed il 29esimo al mondo ad aver raggiunto la prima posizione nel ranking ATP. Con 13 titoli del circuito maggiore, è il più vittorioso tennista italiano dell’era Open. Nel suo palmarès troviamo un titolo Slam (l’Australian Open di quest’anno), due Masters 1000, quattro ATP 500, sei ATP 250 e una Coppa Davis (vinta alla fine dello scorso anno).

Jannik Sinner entrerà a far parte del roster di atleti di TopSpin 2K25 nel corso della seconda stagione dei nuovi contenuti e sarà disponibile gratuitamente per tutti i giocatori.

TopSpin 2K25 è disponibile dal 26 Aprile per PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One ed Xbox Series.

Se volete sapere la nostra opinione sul ritorno del celebre titolo tennistico che “gameplay alla mano, […] splende più che mai con l’equilibrio invidiabile della propria profondità tecnica” potete leggere la recensione di TopSpin 2K25.

Disastro Blade: anche il secondo regista abbandona la pellicola MCU

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Incredibile ma vero, non c’è pace per il Diurno: stando allo scoop di The Wrap, Blade avrebbe perso anche il secondo regista Yann Demange.

Già nel settembre 2022 vi era stato un completo reboot della lavorazione sulla pellicola, a causa dell’abbandono del primo regista Bassam Tariq e della necessità di riscrivere la sceneggiatura, secondo le voci estremamente carente. Sfortunatamente i problemi per il nuovo film del Marvel Cinematic Universe non sembrano finiti.

La fonte riferisce che Demange ha lasciato l’incarico da regista già da diverso tempo, con una separazione con i Marvel Studios di stampo amichevole. Non è chiaro cosa abbia spinto il regista franco algerino (noto per la serie Lovecraft Country) a fare un passo indietro.

Stando alle fonti, al lavoro sulla nuova versione della sceneggiatura ci sarebbe Eric Pearson, stessa penna del prossimo reboot dei Fantastici Quattro. Sembrerebbe che sulla storia abbiano lavorato, nel corso degli scorsi mesi, anche Michael Starrbury, Nic Pizzolatto e Michael Green, ma non è chiaro se con risultati soddisfacenti.

Cosa accadrà adesso a Blade? Il rischia è che la pellicola possa tardare ancora oltre la data di uscita attualmente fissata per il 7 Novembre 2025. Un ulteriore concreto pericolo è che l’attore protagonista, il due volte premio Oscar Mahershala Ali, possa essere costretto da altri impegni a rinunciare al ruolo. Non una situazione facile per i Marvel Studios che a quanto pare sentono la pressione di non sbagliare con un personaggio iconico come il Diurno.

Video Game Zone è la prima area museale permanente dedicate al videogame al Museo Nazionale del Cinema di Torino

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Museo Nazionale del cinema di Torino

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha ufficialmente sdoganato il videogame come forma d’arte. Il 2 luglio 2024, infatti, si celebrerà l’inaugurazione della prima area museale permanente interamente dedicata al videogioco.

La nuova area denominata VIDEO GAME ZONE sarà allestita in una chapelle dell’Aula del Tempio nel cuore della Mole Antonelliana, sarà curata da Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema e Fabio Viola e, in collaborazione con l’Università degli studi di Torino proverà ad indagare come il video gioco si sia progressivamente affermato come una nuova forma d’arte, capace di influenzare ed essere influenzata dalle altre forme d’arte ed in particolare dal cinema.

Durante l’inaugurazione interverrà uno dei maestri del videogioco, David Cage, le cui opere hanno sin dall’inizio assottigliato il confine tra cinema e videogioco, che terrà una master class davvero imperdibile.

Infine, il Museo Nazionale del Cinema, ha intrapreso una campagna di acquisizione che porterà all’acquisizione di rari e inediti materiali di produzione e game design, quali concept art, manuali tecnici, appunti, storyboards, disegni preparatori, sceneggiature e oggetti utilizzati internamente nelle fasi creative prima del rilascio di importanti videogames come ALAN WAKE 2 (Remedy Entertainment, 2023), ANOTHER WORLD (Éric Chahi, 1991), ASSASSIN’S CREED® MIRAGE (Ubisoft, 2023), BRAID (Number None, 2008), BROKEN SWORD (Revolution Software, 1996), DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT (Kojima Productions, 2021), DETROIT: BECOME HUMAN (Quantic Dream, 2018), FINAL FANTASY VII (Square Enix, 1997), GONE HOME (Fullbright, 2013), HEAVY RAIN (Quantic Dream, 2010), LIFE IS STRANGE (Square Enix, 2015), PRINCE OF PERSIA (Jordan Mechner, 1989), RED DEAD REDEMPTION (Rockstar Games, 2010).

Se volete approfondire l’argomento, non possiamo che rimandarvi al comunicato stampa ufficiale che trovate qui sotto

IL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA APRE UN’AREA PERMANENTE DEDICATA AL VIDEOGIOCO

VIDEO GAME ZONE è tra le prime sezioni museali permanenti dedicate al mondo videoludico. S’inaugura con la Masterclass di David Cage, uno dei più importanti autori di videogiochi e fondatore di Quantic Dream

2 luglio 2024
ore 11:00 – conferenza stampa e inaugurazione
ore 11:30 – masterclass con David Cage
ore 12:30 – premio Stella della Mole

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino inaugura VIDEO GAME ZONE, una delle prime aree permanenti in Italia e al mondo, interamente dedicata ai videogiochi all’interno di un’istituzione museale.

Allestita in una chapelle dell’Aula del Tempio, cuore della Mole Antonelliana, VIDEO GAME ZONE è curata da Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema, e Fabio Viola e in collaborazione con l’Università degli studi di Torino.

“Dopo le salette dedicate al VR, il Museo Nazionale del Cinema si apre a nuovi linguaggi che possano dialogare in maniera trasversale e indirizzarsi a un pubblico sempre più ampio – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Stiamo attraversando un momento di grandi e rapide trasformazioni, sta anche a noi, come museo, saperle intercettare per tempo e metterle a disposizione dei nostri tantissimi visitatori”.

“Il cinema e il videogioco hanno caratteristiche, strutture, personalità e metodi di fruizione totalmente diversi, ma le intersezioni e le influenze reciproche sono innumerevoli e sempre più evidenti – dichiara Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema e co- curatore dell’allestimento. Abbiamo creato uno spazio unico nel suo genere, perfettamente inserito nel percorso museale, che racconta il legame sempre più forte tra videogioco e cinema.

Inizia così un percorso di acquisizione di opere, di studio e ricerca, il tutto volto alla realizzazione di una mostra che vedrà la luce nei prossimi anni”.

“Se il cinema con la sua immagine in movimento ha plasmato l’immaginario collettivo attraverso la narrazione visiva, i videogiochi hanno esteso questo immaginario, offrendo non solo storie da guardare, ma anche da vivere e influenzare direttamente grazie alla loro natura di immagine interattiva – sottolinea Fabio Viola, co-curatore dell’allestimento. L’introduzione dei videogiochi al Museo Nazionale del Cinema non solo è un passaggio formale nel riconoscimento come forma d’arte a pieno titolo ma vuole sottolinearne e stimolare il dialogo tra forme d’arte diverse ma assolutamente complementari, mostrando le intersezioni, le influenze reciproche e le potenzialità espressive uniche di questi due medium che hanno segnato il XX e XXI secolo”.

“L’apertura al videogioco di un’istituzione autorevole e prestigiosa come il Museo Nazionale del Cinema è un segnale positivo di grande importanza – commenta Riccardo Fassone, Professore associato di Storia e teoria delle forme ludiche e game designer presso l’Università degli studi di Torino. Un mezzo di comunicazione popolare e autoriale, a cavallo tra arte e industria, tra narrazione e design, trova un luogo privilegiato di esposizione e analisi in un contesto che si è sempre dimostrato ricettivo ai cambiamenti e alle innovazioni”.

Il percorso espositivo permette al visitatore di immergersi nel mondo dei videogiochi grazie a una proiezione centrale che propone un montato di film e serie tv che hanno citato, omaggiato o si sono ispirate al videogioco e alla gaming culture. Quattro postazioni audiovideo mostrano le intro e i trailer dei videogiochi, dev. diaries che raccontano il processo di realizzazione, immagini di repertorio relative al making of e al game play che danno uno spaccato dell’evoluzione dell’estetica del videogioco e delle tecniche di produzione: dal rotoscope all’introduzione della motion catpure e del live action. Teche espositive, contenenti concept art e appunti, sketches e documenti di design, nonché assets di preproduzione e props provenienti dai vari universi narrativi videoludici, completano l’allestimento.

Oltre la realizzazione di un’area dedicata, il Museo Nazionale del Cinema ha intrapreso una campagna di acquisizione legata al mondo del gaming, che non si limita alla versione giocabile ma include rari e inediti materiali di produzione e game design, quali concept art, manuali tecnici, appunti, storyboards, disegni preparatori, sceneggiature e oggetti utilizzati internamente nelle fasi creative prima del rilascio. Questi materiali di alto valore museale, che vengono spesso persi o cancellati, sono testimonianze fondamentali e sottolineano come il processo che porta alla realizzazione di un videogioco sia, in molti casi, simile alla realizzazione di un film.

Le prima tranche di acquisizioni include 13 titoli: ALAN WAKE 2 (Remedy Entertainment, 2023), ANOTHER WORLD (Éric Chahi, 1991), ASSASSIN’S CREED® MIRAGE (Ubisoft, 2023), BRAID (Number None, 2008), BROKEN SWORD (Revolution Software, 1996), DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT (Kojima Productions, 2021), DETROIT: BECOME HUMAN (Quantic Dream, 2018), FINAL FANTASY VII (Square Enix, 1997), GONE HOME (Fullbright, 2013), HEAVY RAIN (Quantic Dream, 2010), LIFE IS STRANGE (Square Enix, 2015), PRINCE OF PERSIA (Jordan Mechner, 1989), RED DEAD REDEMPTION (Rockstar Games, 2010).

Il piano delle acquisizioni verrà progressivamente implementato con nuove opere, tra cui HER STORY (Sam Barlow, 2015), TELLING LIES (Annapurna Interactive, 2019) e IMMORTALITY (Half Mermaid, 2022).

A inaugurare la nuova area sarà una Masterclass con David Cage, fondatore di Quantic Dream. Artista visionario con una carriera che abbraccia tre decenni, l’autore francese ha costantemente dimostrato la sua capacità di innovare, firmando capolavori come Fahrenheit (2005), Heavy Rain (2010), Beyond: Two Souls (2012) and Detroit: Become Human (2018). Cage parteciperà a un confronto con il direttore Domenico De Gaetano e Fabio Viola, offrendo la propria visione creativa ed esplorando le convergenze tra cinema e videogiochi.

Alla fine della Masterclass, David Cage riceverà il premio Stella della Mole per il fondamentale contributo e per il suo approccio pioneristico allo sviluppo narrativo nell’intersezione tra cinema e videogiochi.

“Nella mia carriera ho sempre sostenuto l’idea che i videogiochi siano una forma di espressione creativa, proprio come il cinema o la letteratura – sottolinea David Cage. Da 66 anni il Museo Nazionale del Cinema di Torino esplora l’impatto del cinema sulla società e l’apertura di uno spazio permanente dedicato ai videogiochi è una pietra miliare per i media interattivi. Come creatore, sono onorato che siano esposti i nostri giochi Heavy Rain e Detroit: Become Human e sono entusiasta di celebrare l’apertura della mostra con una Masterclass. Sarà l’occasione per discutere di come i videogiochi e il cinema si influenzano a vicenda per spingere i confini della narrazione”.

Una selezione di contenuti sarà disponibile e fruibile anche a distanza sulla piattaforma streaming InTO Cinema del Museo Nazionale del Cinema. Ideata e realizzata per espandere l’offerta culturale e cinematografica del museo e attrarre e coinvolgere le scuole e nuovi pubblici, la piattaforma ospiterà una selezione di materiali digitali di preproduzione e produzione dei titoli compresi nella prima selezione.

DAVID CAGE (1969)
Da oltre 25 anni David Cage crea videogiochi all’avanguardia nella narrazione interattiva. I suoi giochi permettono ai giocatori di compiere scelte che influenzano la storia, dando vita a esperienze ricche di emozioni che li incoraggiano a mettere in discussione i propri sentimenti e valori morali. Fondatore e mente creativa dello studio Quantic Dream, ha scritto e diretto titoli acclamati come Omikron: The Nomad Soul, Fahrenheit: Indigo Prophecy, Heavy Rain, Beyond: Two Souls e Detroit: Become Human, vendendo oltre 20 milioni di giochi in tutto il mondo e vincendo oltre cinquanta premi internazionali, tra cui tre BATFTA.

MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA (Torino)
Unico in Italia e tra i più importanti al mondo, il Museo Nazionale del Cinema è ospitato all’interno della Mole Antonelliana di Torino, simbolo della città. È uno dei musei più visitati d’Italia, grazie al suo ricchissimo patrimonio (oltre 3.300.000 pezzi) e al suo emozionante e sbalorditivo allestimento articolato su più livelli espositivi e sviluppato a spirale verso l’alto, seguendo il crescendo antonelliano e sovrapponendo livelli diversi di lettura.

Il Museo Nazionale del Cinema, grazie alla molteplicità delle attività scientifiche e divulgative attuate, è un polo di iniziative culturali tra i più importanti a livello nazionale e internazionale. Realizza mostra esclusive, fa ricerche d’avanguardia sulla conservazione dei materiali e sulla storia del cinema, propone un vasto programma di restauri, oltre a mettere in campo iniziative editoriali, rassegne cinematografiche, incontri con autori e protagonisti del cinema e programmi didattici.Al Museo Nazionale del Cinema afferiscono tre importanti festival cinematografici di rilevanza internazionale: Torino Film Festival, Festival CinemAmbiente e Lovers Film Festival, oltre al TorinoFilmLab, il laboratorio che sostiene talenti di tutto il mondo attraverso programmi di formazione e sviluppo, a supporto della produzione e della distribuzione.

Recensione F1 24, una gara che poteva finire davvero nel peggiore dei modi

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Nuovo anno, nuova stagione di Formula 1, e con essa, nuovo videogioco su licenza targato Codemasters e EA Sports. F1 24, disponibile dal 31 maggio 2024, per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X/S, Microsoft Windows, è il sedicesimo capitolo (quarto in collaborazione con EA) realizzato da Codemasters, capace in questi 15 anni – ormai – di migliorare anno dopo anno la formula e l’esperienza di guida proposta, con gli ultimi tre capitoli, F1 21, F1 22 e F1 23, a dir poco eccellenti. F1 24 sarà allo stesso livello oppure no? L’abbiamo testato su Xbox Series X per scoprirlo!


Versione testata: Xbox Series X/S


3,2,1, si parte!

Da quando Codemasters ha siglato l’accordo con la FIA nel 2008, il brand F1 – videoludicamente parlando (e come anticipato poco fa), ha avuto una crescita incredibile, trovando la strada giusta tra qualcosa di simile alla simulazione (per i fan più accaniti e avvezzi alla guida senza o quasi alcun aiuto, magari con una postazione sim racing dedicata) e i giocatori “casual”, che grazie alla sempre più crescente attenzione all’accessibilità (fra aiuti alla guida e opzioni di qualsiasi tipo), hanno potuto gareggiare, in simil arcade (controller alla mano), divertendosi senza preoccuparsi troppo di aspetti squisitamente tecnici e che contraddistinguono un vero weekend di gara.

Tutte le scelte fatte in questi anni dagli sviluppatori, hanno reso F1 – complice anche una popolarità senza precedenti di questo sport altamente tecnico e tecnologico (dominato nell’ultimo triennio da Max Verstappen e dalla sua Red Bull) e che ha portato il il circuit ad arrivare su piste e paesi che fino ad una decina di anni fa erano a dir poco impensabili (basti pensare agli Stati Uniti che contano ben tre piste su 24) – uno dei pilastri del genere racing.

Mentre scriviamo, è appena passato il weekend di gara del Canada, che ha visto il buon Max, prendersi una clamorosa rivincita sui propri rivali, dopo il passo falso a Montecarlo, con la Scuderia Ferrari (che a memoria) ha concluso uno dei peggiori weekend degli ultimi anni (con un doppio ritiro) e una sempre più consistente McLaren (con Norris arrivato secondo) ed un clamoroso ritorno della Mercedes (piazzatasi terza con George Russell) e che cerca di tornare in vetta dopo anni a dir poco complicatissimi.

In modo non dissimile da quanto fatto da Verstappen a Montreal, ci si aspetterebbe che l’ultima iterazione di Formula 1 di EA Sports e Codemasters si riconfermi come racing game a 360°: dopotutto, quante sono le probabilità di rovinare qualcosa che negli ultimi anni ha funzionato così bene? E in verità, F1 24 è davvero un gioco di corse valido che – per gran parte – riprende molti degli aspetti vincenti del capitolo dell’anno precedente, ma che – almeno al lancio – ha portato con sé una serie di scelte (come ad esempio il sistema di guida dinamico rivisto ed un inedito sistema di sospensioni, dei quali vi parleremo a breve) e dei contenuti, che a primo acchito potrebbero risultare “ridondanti”. Partiamo subito col dirvi che quest’anno manca Braking Point: la modalità storia per giocatore singolo, ispirata chiaramente al documentario di successo targato Netflix Drive to Survive“, che si prende – come accaduto in F1 22 – una pausa di un anno e che ha rappresentato (a nostro giudizio) la più grande innovazione di F1 21 e F1 23.

Tuttavia, è innegabile che F1 24, a differenza magari di quanto accaduto con un altro brand di successo di EA (FIFA) e che quest’anno ha cambiato nome in EA Sports FC, non sempre perfetto, con recensioni e opinioni contrastanti, abbia un fascino tutto suo che lo mantiene – ancora una volta – al netto di alcuni azzardi clamorosi e che sarebbero potuti costare caro – ai vertici del genere dei giochi di corse.

Esperienza di guida rivisitata

Pre patch

L’esperienza di guida, un aspetto cruciale di qualsiasi gioco di corse, ha subito dei cambiamenti significativi in ​​F1 24. Codemasters, ha deciso di spingersi oltre i confini, dando vita – almeno al lancio e fino a qualche giorno fa – ad un’esperienza di gioco tendente maggiormente verso il casual e l’arcade, cosa particolarmente evidenziata nell’aderenza degli pneumatici in curva in ogni situazione (lente o veloci che siano) e in ogni variante di carico alare e di angolo sterzata. Non è un’idea di per se sbagliata che F1 24 dia priorità all’accessibilità e allarghi ulteriormente la propria platea di pubblico; infatti, è una testimonianza coerente dell’impegno della Formula 1 nell’essere un prodotto commerciale che attira sempre più fan ogni anno. Naturalmente, come già anticipato, non tutti hanno la voglia ed il tempo di dedicarsi “anima e corpo” a gestire ogni aspetto del weekend di gara, settaggi auto, scelta gomme, ERS, DRS, ecc. e proprio per questo, F1 24 va assolutamente premiato in termini di accessibilità.

Purtroppo, una scelta del genere, riduce drasticamente la sensazione di realismo offerta dal prodotto; pre patch è risultato difficile che l’auto – complice anche un nuovo sistema di gestione delle sospensioni (ed una rivisitazione del Dynamic Handling sviluppato in collaborazione con Max Verstappen) – perdesse il controllo e il modo in cui l’aderenza degli pneumatici “perdonava” in curva – tanto da portare il più delle volte a non utilizzare addirittura la frenata – ci ha lasciati basiti. Correre in pista ad alte velocità – come ad esempio ci siamo trovati a fare a Spa nella celebre curva del “Pouhon” – senza preoccuparsi troppo di frenare o di come angolare la sterzata è eccitante per una sessione occasionale ma meno per chi vuole vivere un weekend da “vero” pilota di F1. Insomma, due degli elementi tecnici che avrebbero dovuto fare la differenza, in termini di fisica e di maggiore realismo, hanno fatto esattamente l’opposto, portando ad un controllo più casuale e – in definitiva – ad un’esperienza sicuramente divertente ma anche meno punitiva (soprattutto in termini delle citate sterzata in curva, con le monoposto fin troppo reattive e precise) e sostanzialmente più semplicistica. Se il vostro obiettivo è avere un’esperienza più vicina al realismo – e diciamo più vicina perché sia con Codemasters che con gli studi precedenti, non ci siamo trovati e non ci troviamo dinanzi ad simulatore nel senso completo del termine, poiché ciò avrebbe reso la serie di F1 di nicchia e non orientato al grande pubblico, F1 24 non è andato – prima della patch – proprio nella direzione che vi aspettate/aspettavate.

Naturalmente, al pari delle passate iterazioni, è possibile immergersi nel menu e perdersi in tutte le dettagliate regolazioni che è possibile apportare affinché la propria monoposto abbia un’assistenza minima e risponda meglio alle condizioni tecniche e della pista. Ma anche così, questi cambiamenti non sono stati così impattanti come magari accaduto negli ultimi 3 capitoli.

Post patch

Le recenti patch degli ultimi giorni (in particolare la 1.3 succeduta dalla 1.4) – hanno modificato diversi aspetti del sistema di guida (e per questa ragione abbiamo aspettato prima di dirvi la nostra); in particolare intervenendo immediatamente sull’handling e sulla distribuzione del peso (soprattutto sui carichi di picco laterali) – così come sul sistema di gestione delle sospensioni (vero problema dell’iterazione 2024) – e di conseguenza anche sulla reattività della vettura. La miglioria è evidente nei rettilinei e nelle situazioni di sorpasso mentre in curva – dove avevamo percepito le maggiori problematiche in termini di reattività eccessiva ed un comportamento non propriamente realistici – c’è ancora qualcosina da smussare. Nello specifico, mentre prima risultava banalissimo affrontare le curve (anche angolando di tanto la levetta, la vettura riusciva a girare in maniera responsiva e senza la minima sbavatura), con la nuova patch – sebbene siamo ancora distanti da ciò che accade con le vere auto da F1 – il feeling è migliorato e non di poco, offrendo quella sensazione di brio e di prevedibilità/imprevedibilità che mancava (vi garantiamo che ora a Spa o a Silverstone non è possibile affrontare le curve a tutto gas e senza minimamente toccare il tasto del freno in quanto si finirebbe nella ghiaia o direttamente a muro).

Detto questo, entrando ancora di più nel dettaglio, trattandosi di vetture caratterizzate dal cosiddetto “effetto suolo”, il grip – in generale – è elevatissimo, e lo è anche nel gioco. Ed è qui che entra in gioco il secondo (grave) problema con cui abbiamo avuto a che fare, ovvero quello dei cordoli. Il nuovo sistema di gestione delle sospensioni – oltre che in curva – ha dato il peggio di sé soprattutto nel passaggio sui cordoli; nello specifico, risultando troppo semplici da affrontare. Trattandosi di auto – come detto più su caratterizzate dall’effetto suolo – i cordoli dovrebbero rappresentare uno degli elementi maggiormente sfidanti per il “pilota” con la probabilità (o meglio possibilità) che se presi troppo velocemente o calcolando male la traiettoria, si possa “letteralmente saltare”, perdendo aderenza e conseguentemente la vettura. Mentre inizialmente i cordoli sembravano essere stati messi lì soltanto per bellezza portando il giocatore, passateci il termine “ad abusarne” durante le varie sessioni senza il benché minimo rischio di conseguenze, con i nuovi aggiornamenti si percepisce un miglioramento (anche se non ci è sembrato del tutto risolutivo). Ma attenzione, a differenza di quanto accaduto con l’update in termini di sterzata, riusciamo – sebbene meno di prima – ancora a passare troppo agevolmente sui cordoli, cosa che abbiamo maggiormente avvertito a Montecarlo e a Gedda. Non abbiamo la sicurezza ma siamo fiduciosi sul fatto che ulteriori aggiornamenti futuri risolveranno “tale annosa problematica”.

Con i nuovi update – in definitiva – l’esperienza di guida è migliorata e a nostro giudizio – sebbene le problematiche dovevano essere affrontate prima del lancio definitivo del gioco – è ancora di buon livello, con i controlli che rispondono bene. Questa volta – a differenza degli ultimi anni – abbiamo testato la versione Xbox Series X e la risposta del controller (al netto della mancanza delle feature che contraddistinguono il DualSense di Sony) è stata eccellente, soprattutto per quanto riguarda i grilletti.

Come funziona l’IA?

D’altro canto, l’intelligenza artificiale di F1 24 è sopra la media. Codemasters lo dimostra costantemente in ogni capitolo dei suoi franchise, e la “ferocia” (a volte fin troppa) con cui compete in questo capitolo di Formula 1 è una testimonianza del lavoro svolto dallo sviluppatore. Abbiamo percepito un certo equilibrio d’insieme, sia in termini di sfida in pista e sia per quanto riguarda l’impegno, il lavoro e la dedizione necessari per salire sul podio, con squadre (prestazioni e possibilità di ciascuna macchina sono presentate correttamente) meno attrezzate e con le quali è giocoforza più difficile arrivare sul podio, il che è fantastico perché offre una sfida e una motivazione per competere contro i grandi del circuit.

Modalità carriera

Sebbene in F1 24 manchi Braking Point, Codemasters ha fatto centro regalandoci una modalità carriera incredibilmente solida. Per la prima volta, oltre a poterla affrontare con il proprio alter ego virtuale, potrete selezionare uno dei piloti reali, come il tre volte campione del mondo Max Verstappen o il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, passando per Charles Leclerc, Valtteri Bottas, Lando Norris e piloti iconici del calibro di Ayrton Senna (che abbiamo selezionato senza indugi per la nostra di modalità carriera), Michael Schumacher, Jacques Villeneuve, Jenson Button, Mika Häkkinen e altri. Nella modalità carriera di F1 24, non ci sono sequenze video esagerate e/o memorabili, solo la quotidianità di una vera stagione di F1, caratterizzata da situazioni dentro e fuori la pista, fra decisioni da prendere, rivalità da affrontare, strategie, R&D e chi più ne ha più ne metta, con un sistema di progressione semplice ma efficace. Oltre a poter partire direttamente dalla F1, il giocatore può optare per la Formula 2, ma aggiornata alla stagione 2023. Detto questo, non tutto ci ha entusiasmato nella modalità carriera di F1 24. L’aggiunta di uno “specialista” – che fisserà obiettivi specifici da raggiungere in pista affrontando situazioni particolari – ci è sembrata un pochino forzata. Abbiamo trovato particolarmente scomodi le comunicazioni, gli avvisi e le richieste – arrivate così nel bel mezzo della gara – senza alcuna giustificazione: “attenzione all’usura dei pneumatici”, “il serbatoio non durerà per il resto della gara”, quando invece, le gomme erano a posto ed il serbatoio non era affatto quasi vuoto.

I giocatori possono scegliere di microgestire ogni aspetto della squadra e il percorso dei loro piloti: cambi di squadra, ora anche tenendo riunioni segrete e “imbrogli” contrattuali, fino alla definizione del budget per gli aggiornamenti, gestione di quali motori e pneumatici assegnati dovranno utilizzare in un fine settimana specifico, se svolgere tutte le sessioni di prove libere o semplicemente simularle, ridurre la durata della sessione di qualifica anche a un singolo giro veloce invece di eseguire l’intera procedura dalla Q1 alla Q3, e così via. I giocatori possono anche scegliere di fare affidamento sul sistema di reputazione del gioco per dettare gran parte degli eventi che accadono, poiché eseguire diligentemente i test proposti dal team, ottenere buoni risultati, guidare in modo pulito e non danneggiare l’auto aumenterà la stima dei team nei confronti del pilota, consentendo di ottenere aggiornamenti e/o offerte migliori per l’auto in futuro. Sia i nuovi arrivati ​​che i fan più accaniti della Formula 1, indipendentemente dalla quantità di tempo che desiderano investire nella modalità carriera, possono davvero creare l’esperienza di F1 dei loro sogni, con un livello di controllo sulle operazioni quotidiane che, davvero, nessun altro gioco di corse sul mercato può offrire. La modalità carriera può essere affrontata sia in singolo e sia in cooperativa con un amico online.

F1 World

F1World ha messo da parte la sua stramba scelta di celebrare la vita lussuosa dei piloti professionisti, il che non sorprende dal momento che non aveva proprio alcun senso acquistare orologi, vestiti e accessori per adornare un’interfaccia utente. Dite addio anche alle auto di lusso, ora è un hub di di eventi predefiniti o personalizzati, sia contro l’intelligenza artificiale che online. Raggiungendo buoni risultati in questi eventi, i giocatori possono ottenere nuove parti di automobili (o crearle direttamente), che aumentano il livello di prestazioni dell’auto, consentendo a loro volta la partecipazione anche ad eventi più avanzati. Naturalmente, tutte le modalità online di F1 23 tornano in grande stile: gare personalizzate, eventi classificati, tornei, eventi settimanali contro l’IA e altro ancora. Come previsto, è tornato anche il pass battaglia della F1, il Pit Pass, che consente ai giocatori di guadagnare XP in qualsiasi modalità di gioco, anche prove a tempo o gare libere, per far salire di livello il pass e ottenere tutti i tipi di oggetti cosmetici come nuove tute o livree.

Fanzone

Un’altra aggiunta di F1 24 è la cosiddetta Fanzone. Qui, i giocatori possono scegliere la squadra e il pilota preferiti, unirsi a una comunità di persone con gusti simili, potendo quindi competere l’uno contro l’altro o aiutarsi a vicenda. I giocatori di tali aree possono anche uscire e competere in eventi speciali contro utenti di altre comunità. Alla fine di ciascuna stagione del gioco, le community di piloti e team verranno classificate in base ai loro risultati, e quelli meglio piazzati otterranno belle ricompense.

Grafica e tecnica

In termini grafici – alla base di F1 24 – c’è ancora l’EGO engine, e salvo qualche scetticismo iniziale, possiamo dire che la veste grafica è superlativa. Ottimo il lavoro svolto in termini di illuminazione e ombre, così come per l’occlusione ambientale e la qualità complessiva delle texture senza dimenticare le funzionalità di ray tracing. In termini di audio, i rombi dei motori ed effetti ambientali sono di pregevole fattura mentre il commento è quello solito, affidato al duo Carlo Vanzini e Davide Valsecchi, sicuramente più approfondito e realistico ma ancora un pochino insipido. Per quanto riguarda invece la parte tecnica, ad eccezione della Serie S ancora una volta priva delle “prestazioni” a 120 fps, su Series X la risoluzione è nativa in 4K, regolandosi dinamicamente al minimo 1800p in determinate situazioni. Sulla Serie S invece la risoluzione è a 1080p.

Commento finale

Il lancio di F1 24 – senza tanti giri di parole – è stato un vero disastro. Le problematiche tecniche, piuttosto rilevanti in termini di fisica (aderenza degli pneumatici in curva estrema, cordoli inesistenti, sistema di sospensioni tanto inedito quanto irrealistico, Dynamic Handling rivisitato ma paradossalmente peggiorato), hanno fatto inferocire ed insorgere la community; fortunatamente le nuove e necessarie patch correttive (che abbiamo deciso di testare con mano prima di dare il nostro giudizio definitivo) hanno salvato Codemasters ed EA Sports da un passo falso gigantesco. L’esperienza di guida – inizialmente fin troppo arcade e semplificata – anche se manca ancora una mano di “polishing” – risulta essere “quasi” in linea con quella degli ultimi capitoli del franchise, così come le modalità di gioco; la mancanza di Braking Point – che si è presa un anno sabbatico – si sente ma con una carriera ulteriormente migliorata, la caratteristica modalità Fanzone, una grafica tutto sommato di livello (con una grande attenzione al dettaglio dentro e fuori la pista), F1 24 – sebbene perda un po’ di terreno rispetto alle precedenti iterazioni – è ancora una volta il posto giusto per tutti gli appassionati di Formula 1. In ultimo ma non meno importante, l’incredibile accessibilità – per cui va fatto un plauso allo sviluppatore – fa sì che chiunque possa provare l’ebbrezza di essere un pilota (pad o volante alla mano che sia).

Shin Megami Tensei V: Vengeance, la recensione della stampa internazionale applaude alla diabolica riedizione dell’RPG Atlus

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A pochi giorni dalla release date ufficiale, sono iniziate ad arrivare le prime recensioni della stampa internazionale per Shin Megami Tensei V: Vengeance.

Quale sembra essere l’opinione generale? I nostri colleghi esteri hanno accolto con deciso favore alla riedizione dell’RPG firmato Atlus, uscito originariamente per Nintendo Switch nel 2021. Stavolta però la software house giapponese fa le cose in grande ed inserisce un numero pressoché enorme di contenuti inediti, tra cui una storyline alternativa, nuovi demoni, variazioni significative al gameplay ed un comparto tecnico che, sulle piattaforme maggiori, si lascia alle spalle gli imbarazzi della release originale. A tutti gli effetti, Vengeance viene incoronato come la versione migliore dell’RPG, al punto di poter essere considerato come l’equivalente di Persona 5 Royal rispetto alla prima release.

Ecco di seguito alcune delle recensioni finora pubblicate dai maggiori siti internazionali:

  • PC Gamer 91/100
  • TheSixthAxis 8/10
  • God is a Geek 9,5/10
  • GamingTrend 95/100
  • Push Square 7/10
  • COGconnected 90/100
  • Digital Trends 4,5/5
  • Nintendo Life 9/10
  • Press Start 8,5/10
  • PSX Brasil 90/100
  • Nintendo Blast 10/10
  • Final Weapon 4,5/5
  • GameBlast 9/10
  • XboxEra 8/10
  • Capsule Computers 9,5/10
  • Kakuchopurei 90/100

Nel momento in cui scriviamo il titolo si attesta su una media delle recensioni di 88 su OpenCritic. Si tratta di un risultato provvisorio, in attesa delle altre opinioni in arrivo nelle prossime ore e nei prossimi giorni.

Vi ricordiamo che Shin Megami Tensei V: Vengeance arriverà per PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series e Nintendo Switch il prossimo 14 Giugno.

Recensione ROG Falchion RX Low Profile: la tastiera compatta per il gaming di alto livello

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Rog Falchion RX low profile

Progettata per offrire prestazioni gaming di alto livello in un formato compatto e wireless, la nuova tastiera wireless ASUS ROG Falchion RX Low Profile ha da subito attirato la nostra attenzione, grazie alle sue linee eleganti e sobrie, all’ampia connettività e alla compatibilità con PC e Mac. Ora è finalmente venuto il momento di metterla alla prova

Unboxing, design e qualità costruttiva

L’Unboxing non rivela particolari sorprese. Sotto la sovracopertina nei classici colori ROG, il rosso e il nero, un box in cartone più rigido di colore nero custodisce la tastiera e i suoi accessori, ovvero un case protettivo in plastica rigida dello stesso colore della tastiera, il ricevitore OmniReceiver inserito in un apposito slot sul retro della tastiera, il cavo USB per la ricarica e il collegamento al pc, un extender e alcuni stickers ROG.

La ROG Falchion RX Low Profile presenta un telaio in alluminio spazzolato nella parte superiore e plastica nella base, con dimensioni di 306 x 110 x 26,5 mm e un peso di 595 g. Il layout, disponibile anche in italiano, è quello di una tastiera 65% ma le dimensioni sono ultracompatte anche per la media delle tastiere in questo formato. Asus sostiene che sia addirittura più sottile del 31% rispetto a soluzioni simili. La tastiera è, inoltre, estremamente sottile anche grazie all’utilizzo di nuovi switch ottici proprietari (di cui parleremo più avanti) e keycaps low profile: queste scelte di design la rendono quindi perfetta anche per il trasporto in uno zaino utilizzando la cover protettiva inclusa.

ROG Falchion RX Low Profile

Il design minimalista ed elegante abbina superfici bianche opache a finiture argentate riflettenti, che le conferiscono un aspetto premium e accattivante.

Nella parte superiore spicca una superficie specchiata che nasconde una barra a LED RGB che si illumina all’accensione con la scritta “Republic of Gamers”. La barra come vedremo più avanti, nasconde anche tutta una serie di funzionalità di controllo della tastiera.

ROG Falchion RX Low Profile

Nella parte superiore della tastiera, a destra, sono presenti lo switch per la selezione del sistema di input (BT – USB -2,4Ghz) , lo switch per passare alla configurazione PC/MAC OS, una porta USB-C per la ricarica e il collegamento al PC e lo slot per conservare l’Omni receiver USB.

ROG Falchion RX Low Profile

Sul lato sinistro, invece, trova posto un pulsante che permette di alternare le diverse funzioni della barra touch capacitiva posta di fianco ad esso: controllo volume, selezione tracce multimediali, regolazione luminosità e attivazione macro personalizzate. La superficie capacitiva risponde in modo preciso e reattivo ai tocchi e ai gesti di scorrimento, con feedback luminosi sulla barra rgb che indicano la funzione selezionata e il livello degli stessi.

ROG Falchion RX Low Profile

La qualità costruttiva è eccellente, con una rigidità che previene flessioni della struttura. I piedini regolabili su 2 livelli (il terzo livello di altezza si ottiene chiudendoli completamente) e la cover protettiva inclusa che funge anche da base rialzata, permettono di trovare sempre l’angolazione di digitazione ideale. Il tutto mantenendo un profilo sottile per una tastiera meccanica.

Il case protettivo oltre che per sollevare ulteriormente la tastiera, anche per fornire ulteriore grip sulla scrivania, grazie ai quattro piedini triangolari in gomma.

Switch ROG RX Low Profile

Il cuore della Falchion RX sono i nuovi switch ROG RX Low Profile disponibili sia in versione lineare (Red, come quelli in prova) che tattili clicky (Blue). Questi switch, sviluppati in collaborazione con Kailh, utilizzano un sensore ottico per rilevare l’attuazione, eliminando così ritardi o errori di debounce tipici degli switch tradizionali.

Gli switch RX Low Profile hanno uno stem quadrato cavo che si aggancia ai keycaps nei quattro angoli tramite gli stabilizzatori a X, minimizzando oscillazioni e migliorando la stabilità. Il punto di attuazione è di soli 1 mm per i Red e 1,5 mm per i Blue, con una forza di attuazione di appena 40g. Questa combinazione garantisce reattività e velocità d’attuazione ai massimi livelli, fondamentali per il gaming competitivo.

ASUS ha inoltre pre-lubrificato gli stem, le molle e gli stabilizzatori e inserito due strati di schiuma siliconica tra il PCB e il case per ottenere una corsa fluida e silenziosa, rendendo la Falchion RX non solo adatta anche all’uso in ufficio o ambienti condivisi, ma soprattutto un vero piacere nell’ascolto.

Keycaps e illuminazione

I keycaps della Falchion RX sono in ABS a doppia iniezione con trattamento superficiale UV per prevenire l’usura e la lucentezza dovuta al sudore. Il font è pulito e la stampa laser permette alla retroilluminazione RGB di brillare nitidamente attraverso la legenda, comprese quelle laterali dei tasti principali che indicano le funzioni secondarie accessibili tramite il tasto Fn.

Il software Armoury Crate (disponibile per Windows e Mac) permette di personalizzare gli effetti di luce e di sincronizzarli con altri dispositivi ROG compatibili. Tra le opzioni troviamo effetti reattivi, statici, arcobaleno, respirazione e molti altri, con la possibilità di regolare velocità, direzione e colori.

Software Armoury Crate

Armoury Crate è il software di gestione delle periferiche ROG che sblocca tutte le potenzialità della Falchion RX Low Profile. Compatibile con Windows 10, 11 e MacOS, offre un’interfaccia chiara per accedere a tutte le impostazioni della tastiera.

La scheda Customize consente di rimappare tutti i tasti e registrare macro, con un comodo layout virtuale che mostra in tempo reale la configurazione della Falchion RX. È possibile anche impostare combinazioni di tasti complesse sfruttando gli eventi di pressione, rilascio e intervallo.

Nella scheda Lighting si possono invece configurare gli effetti di illuminazione, scegliendo tra decine di preset o creandone di personalizzati combinando varie animazioni a strati e regolando tutti i parametri. Gli effetti Aura Sync permettono di sincronizzare luci e colori anche con altri componenti e accessori compatibili.

Un’ulteriore scheda è dedicata alle impostazioni del touch panel laterale, per assegnare funzioni personalizzate oltre a quelle predefinite. Non mancano infine scorciatoie per attivare o disattivare velocemente illuminazione, tasti Windows, suoni e altre opzioni.

ROG Falchion RX Low Profile Armoury Crate

Connettività e autonomia

La ROG Falchion RX Low Profile offre un’ampia gamma di opzioni di connessione: wireless a 2.4 GHz tramite ricevitore USB, Bluetooth 5.1 multi-dispositivo (fino a tre collegati) e cablata USB-C. La tecnologia ASUS SpeedNova garantisce una connessione RF stabile e affidabile e fino a 430 ore di autonomia in modalità wireless (senza illuminazione).

Il ricevitore wireless è inoltre compatibile con la tecnologia ASUS ROG Omni che permette di connettere più periferiche contemporaneamente, mentre la USB-C consente di sfruttare la funzione ROG Polling Rate Booster per overcloccare il polling rate a 8000 Hz in modalità cablata e 4000 Hz in wireless.

Controlli multimediali e funzioni

Nonostante il formato compatto 65%, la Falchion RX integra come abbiamo detto, controlli touch multi-funzione per gestire volume, tracce multimediali, luminosità e macro personalizzate. Il pannello capacitivo posto nella parte superiore sinistra della tastiera, può essere controllato sia con degli swipe che con il tap. Ad ogni tocco della barra capacitiva, la barra rgb posta sotto la superficie specchiata mostra il livello di volume, di luminosità ecc. mentre ai lati della barra specchiata, è possibile verificare l’attivazione del caps lock o windows lock, o la funzionalità attivata della barra capacitiva.

Il tasto funzione permette inoltre di accedere rapidamente a controlli multimediali, profili, macro e altre scorciatoie. Tramite il software di gestione è inoltre possibile aggiungere comandi personalizzati, e così ad esempio impostare il double tap perchè funzioni come pagina su o pagina giù, tasto funzione ecc, espandendo in questo modo il layout della tastiera.

Pur non avendo un display, è possibile sapere sempre quale funzione si è attivata con le combinazioni di tasti, proprio grazie alla barra luminosa. Così, ad esempio, attivando il tasto FN+J per entrare in modalità pairing Bluetooth la scritta Republic of Gamers comincerà a lampeggiare in blu. e così via.

Il test sul campo

La ASUS ROG Falchion RX Low Profile con switch rossi è una delle tastiere più piacevoli sulla quali ci sia mai capitato di digitare. La corsa breve dei tasti unita ad una forza di attuazione di appena 40g è ideale quando si passa gran parte del tempo a digitare testi molto lunghi, ma allo stesso tempo, grazie agli switch ottici e ad un’attivazione praticamente immediata, è risultata particolarmente efficace anche nel gaming. Il doppio strato di silicone nella base, inoltre, rende il suono di digitazione particolarmente piacevole.

Nonostante l’utilizzo di ABS anziché PBT come su alcune delle tastiere più lussuose, anche dopo diverse settimane di utilizzo intensissimo non abbiamo rilevato alcun segno di usura, scoloritura del lettering o parte lucida. Considerando che la tastiera aveva già fatto il giro di alcune redazioni prima di giungere a noi intonsa, possiamo dire con certezza che il rivestimento antiusura utilizzato da Asus pare funzionare egregiamente.

Un altro aspetto che abbiamo particolarmente apprezzato è la buona luminosità dei led RGB. A differenza di altre soluzioni anche della stessa Asus, il posizionamento del led al centro del gruppo switch, sebbene meno comune rispetto all’orientamento north facing e south facing, ha diversi vantaggi. Innanzitutto il posizionamento del led al centro, con gli agganci per il keycap sui quattro angoli, permette una più uniforme distribuzione della forza di attuazione, il che migliora sensibilmente il feedback durante la digitazione. Questo inoltre comporta una minore usura dei tasti e soprattutto un’usura più simmetrica.

Inoltre, poiché il lettering su questa tastiera è posizionato al centro del tasto, lo shine trough dei led RGB è maggiore e meno attenuato, il che consente anche di abbassarne la luminosità generale migliorando l’autonomia, senza incidere sull’estetica.

D’altro canto però, trattandosi di una soluzione sviluppata da Asus, questo la rende più costosa ed incompatibile con i classici keycap Cherry.

Commento finale

La ROG Falchion RX Low Profile è una delle migliori tastiere meccaniche wireless compatte per il gaming attualmente sul mercato. L’ottima qualità costruttiva, le ampie opzioni di connettività, i controlli touch intuitivi e le elevate prestazioni degli switch ROG RX Low Profile la rendono una scelta ideale per gamer esigenti che cercano reattività e precisione senza rinunciare a portabilità e flessibilità d’uso.

Il prezzo di 169,99€, indubbiamente molto alto e non per tutti, è comunque giustificato dalla cura per i dettagli, dai materiali premium e dal ricco set di funzioni offerte. Nel complesso la ROG Falchion RX Low Profile si conferma come una delle tastiere gaming commerciali più interessanti e riuscite degli ultimi tempi.

Visions of Mana, il nuovo incredibile trailer conferma la data di uscita!

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Square Enix ha pubblicato un nuovo trailer coloratissimo del prossimo capitolo principale della serie Mana, intitolato Visions of Mana, e ha annunciato che il gioco uscirà il 29 Agosto 2024 su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Microsoft Store e PC (Via Steam).

Il nuovo trailer di quest’attesissimo action RPG rivela dei nuovi personaggi giocabili e delle meccaniche di gioco che vedremo nel corso di quest’emozionante avventura. È possibile effettuare il pre-order di Visions of Mana su tutte le piattaforme.

Visions of Mana è il nuovo capitolo principale della serie Mana, e narra la storia inedita di Val, che appena nominato Soul Guard, ha il compito di accompagnare Hinna, la sua amica d’infanzia e nuova Alm, al Tree of Mana. Il nuovo trailer presenta i personaggi di Palamena e Julei, con cui Val e Hinna fanno amicizia mentre esplorano il mondo prima di raggiungere il Tree of Mana. Nei combattimenti di Visions of Mana potremo creare il nostro gruppo personalizzato, composto da tre personaggi tra i cinque giocabili (Val, Careena, Morley, Palamena e Julei), e contare sull’appoggio dei personaggi secondari Ramcoh, Aesh e Hinna.

Il nuovo trailer ci mostra nel dettaglio alcune delle nuove meccaniche di gioco, come gli Elemental Vessel: dei manufatti mistici con il potere degli elementi. Potremo usarli per cambiare classe e ottenere nuove abilità durante i combattimenti. Dato che ogni personaggio ha una classe specifica per ciascun Elemental Vessel, potremo personalizzare il gruppo come vogliamo per divertirci con uno stile di combattimento flessibile e veloce. Visions of Mana vede anche il ritorno di un elemento classico della serie: il Ring Menu, che permette di mettere in pausa i combattimenti e pensare alla prossima mossa. Questo mondo coloratissimo includerà anche dei dispositivi elementali che sbloccheranno dei nuovi luoghi da esplorare e ci permetteranno di trovare degli oggetti nascosti in giro per la mappa.

Inoltre, potremo anche solcare i mari e volare sopra le nuvole con i nostri compagni di viaggio Vuscav e Flammie. Invocando questi fedeli compagni sarà molto facile attraversare il mare e tutto il resto del mondo.

SQUARE ENIX ha anche condiviso dei dettagli sull’edizione standard digitale e la Deluxe Edition digitale di Visions of Mana, che possono essere già prenotate. Chi prenota l’edizione standard digitale o la Deluxe Edition digitale, riceverà l’oggetto di gioco “Brave Blade” (un’arma per Val) come bonus del pre-order. Inoltre, chi acquista l’edizione standard digitale o la Deluxe Edition digitale prima del 30 settembre 2024, riceverà anche gli oggetti di gioco seguenti come bonus per l’acquisto iniziale: “Guardian Garment” (completo per Val) e lo “Starter Pack”, ovvero un set di oggetti da usare per aumentare la quantità di punti esperienza e lucre guadagnati durante un certo periodo di tempo.

È anche possibile prenotare un’edizione standard fisica per PlayStation 5, PlayStation 4 e Xbox Series X|S. La Collector’s Edition fisica (include un peluche di Ramcoh, l’artbook “Art of Mana Special Issue” e la colonna sonora racchiusa in una confezione speciale) può essere prenotata esclusivamente sullo Square Enix Store per PlayStation 5, PlayStation 4 e Xbox Series X|S. Chi prenota l’edizione standard fisica o la Collector’s Edition riceverà il completo “Guardian Garment” e lo “Starter Pack” come bonus pre-order.

Dal debutto della serie, avvenuto nel 1993 con MYSTIC QUEST, spin-off della serie FINAL FANTASY, i titoli della serie Mana hanno portato i giocatori in mondi vivaci, scenari mozzafiato, personaggi commoventi e storie fantasy che hanno spaziato tra generi e piattaforme. Basandosi sui 30 anni di storia della serie, il Producer Masaru Oyamada e il suo team stanno incorporando ciò che hanno appreso dagli ultimi diciassette titoli Mana per assicurarsi che Visions of Mana sia un’aggiunta fedele alla serie che i giocatori conoscono e amano, offrendo al tempo stesso agli appassionati di vecchia data e ai neofiti un’esperienza innovativa con una nuova storia, nuovi personaggi e nuove dinamiche di gioco.

Visions of Mana uscirà il 29 agosto 2024 su PS5, PS4, Xbox Series X|S, Microsoft Store e Steam.

Dragon Age: The Veilguard, rivelato lo spettacolare gameplay dell’action RPG firmato Bioware

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Come anticipato nel corso dell’Xbox Games Showcase, è finalmente giunto il momento di dare uno sguardo al gameplay di Dragon Age: The Veilguard, nuovo capitolo dell’action RPG firmato BioWare.

Ve lo proponiamo di seguito, con circa 25 minuti di gameplay che comprendono le fasi iniziali dell’avventura.

Ti diamo il benvenuto in Dragon Age: The Veilguard. Scopri il Thedas, una landa di terre aspre, insidiosi labirinti e città scintillanti, coinvolta in combattimenti selvaggi e magie segrete. Ora la sorte di questo mondo vacilla sulla lama del rasoio.

Il Thedas ha bisogno di una nuova guida. Forgia una coraggiosa compagnia per sfidare la tempesta che incombe. Amicizia, pathos e romanticismo imperversano mentre raduni formidabili individui in una squadra straordinaria. Diventa leader e illumina il faro della speranza nei momenti più bui.

Dragon Age: The Veilguard arriverà entro la fine del 2024 per PlayStation 5, Xbox Series e PC (via Steam).

iOS 18 tutte le novità del nuovo aggiornamento in arrivo per iPhone

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Lunedì Apple ha presentato iOS 18 durante l’ evento keynote della Worldwide Developers Conference 2024. Il colosso americano della tecnologia ha annunciato che il prossimo aggiornamento operativo per iPhone includerà molte nuove funzionalità, come più modi per personalizzare la schermata iniziale, un’app Foto aggiornata e molto altro. Il prossimo sistema operativo attualmente è disponibile per gli sviluppatori mentre sarà disponibile al grande pubblico questo autunno.

Schermate Home e di blocco personalizzabili

Sebbene sia possibile personalizzare la schermata iniziale e di blocco del proprio iPhone con widget e sfondi diversi, iOS 18 consentirà di customizzare le app della schermata iniziale e il loro layout, nonché le funzioni della schermata di blocco telefono. Nello specifico, iOS 18 consentirà di disporre le icone sullo sfondo o nel modo che si preferisce, qualcosa che Android offre già da svariati anni.

Sarà possibile altresì personalizzare facilmente l’aspetto delle icone delle app impostando un filtro in modalità scura o colorando le icone per adattarle allo sfondo.

iOS 18 consentirà anche di scambiare le funzioni della fotocamera e della torcia sulla schermata di blocco dell’iPhone. In questo modo l’utente non accenderà accidentalmente la torcia dell’ iPhone mentre lo tiene in tasca.

Centro di Controllo aggiornato

Apple ha annunciato che iOS 18 porterà con sé anche un aggiornamento al Centro di Controllo. Con il prossimo sistema operativo, sarà possibile accedere a più controlli, come per la musica che si sta ascoltando o ad app specifiche. Altresì è possibile modificare le app visualizzate e le loro dimensioni, in modo da avere un accesso più rapido ai pulsanti che si usa più spesso.

Blocca e nascondi determinate app

iOS 18 consentirà di bloccare e nascondere le app. Bloccando un’app, sarà necessario il Face ID o il passcode per sbloccarla e accedervi. E se semplicemente non volete che qualcuno sappia che avete una determinata app iPhone, potrete nasconderla in una cartella App nella Libreria.

App Foto ridisegnata

Può essere divertente guardare i ricordi nell’app Foto, ma navigare nell’app può essere difficile se si è avvezzi a scattare molte foto. Apple ha annunciato con che iOS 18 ridisegnerà l’app Foto di iPhone.

La riprogettazione dovrebbe semplificare la ricerca di foto specifiche organizzando le foto in più modi, ad esempio mese e anno. Così come la possibilità di organizzarle per tema, ad esempio le foto di un viaggio.

Nuova app per la gestione delle password

Secondo Apple, l’app memorizzerà in modo sicuro tutte le credenziali in un unico posto. Si baserà sulla funzionalità portachiavi di iCloud ed in questo modo, potrà sincronizzare le password sui dispositivi Apple. Se l’utente ad esempio dovesse cambiare la password di Netflix su un dispositivo ma non su un altro, la password lo “seguirà” facendo io modo che non la dimentichi.

Apple Intelligence, ma solo per alcuni iPhone

Apple ha annunciato che sta implementando Apple Intelligence in iOS 18. Ma sul sito web di Apple, il colosso della tecnologia ha dichiarato che questi miglioramenti saranno disponibili solo su iPhone 15 Pro e Pro Max

Apple Intelligence apporterà miglioramenti a Siri per rendere l’assistente più capace e utile, consentire di creare nuove immagini chiamate Genmoji e portare nuovi strumenti e funzionalità di scrittura su iPhone.

AirPods e interazioni Siri a mani libere

iOS 18, con la seconda generazione di AirPods Pro, permetterà di interagire con Siri annuendo o scuotendo la testa. Quindi, se non potete parlare, perché ad esempio il vostro bambino sta dormendo, o perché il vostro partner è impegnato in una telefonata importante, potrete far funzionare Siri senza dire neanche una parola.

Messaggi aggiornati

Anche l’app Messaggi riceverà un aggiornamento con iOS 18. Con il prossimo sistema operativo, sarete in grado di pianificare i messaggi da inviare in seguito, reagire ai messaggi con più Tapback e formattare messaggi e parole specifiche nei messaggi con effetti di testo. Quindi, se volete far risaltare qualcosa in un testo, potrete evidenziarlo in grassetto, sottolinearlo o utilizzare altri effetti per far capire il vostro punto di vista. 

Apple ha anche brevemente accennato all’intenzione di portare RCS, un ricco supporto per la comunicazione, in Messaggi.

Modalità di gioco

Secondo Facts and Factors, si prevede che il gioco mobile crescerà di oltre il 13% entro il 2030. E Apple sembra anticipare il trend attraverso l’introduzione della modalità gioco in iOS 18.

La modalità Gioco ridurrà al minimo le attività in background su iPhone per migliorare le prestazioni durante il gioco. Avrà anche una migliore reattività con gli AirPods e controller di gioco wireless.

Aggiornamenti dell’app Note

iOS 18 migliorerà la app Notes. Le note riceveranno trascrizioni audio in tempo reale, sezioni comprimibili per mantenere l’app organizzata e la possibilità di evidenziare determinate frasi. Potrete anche risolvere problemi matematici nell’app.

Altri modi per organizzare la posta

Apple ha affermato che con iOS 18, l’app Mail organizzerà meglio le e-mail, semplificando soprattutto la ricerca.

Tocca per incassare

Con iOS 18, sarà più semplice inviare denaro ai proprio amici e familiari con Tap to Cash. Con questa nuova funzionalità, potrete inviare Apple Cash ad altri avvicinando gli iPhone, in modo simile a come funziona per AirDrop nell’invio di una foto o un messaggio o tramite NameDrop che permette la condivisione di informazioni di contatto ad altri, avvicinando gli iPhone.

Miglioramenti in arrivo su Apple Wallet

A proposito di contanti, anche la app Wallet verrà aggiornata in iOS 18. Nell’app potrete visualizzare i premi o il saldo dei punti e potrete riscattare tali punti con Apple Pay online o in una delle vostre app. L’app consentirà inoltre di accedere a tutte le opzioni di finanziamento rateale che la banca potrebbe offrire.

Safari e un Reader ridisegnato

Con iOS 18, l’app Safari di iPhone rileverà le informazioni importanti su una pagina e le evidenzierà. Ad esempio, le indicazioni stradali e i collegamenti rapidi a persone e film dovrebbero essere evidenziati e facilmente reperibili. Reader fornirà inoltre un sommario e riepiloghi di articoli in Safari.

Mappe topografiche in Maps

Quando Apple ha introdotto iOS 17 nel 2023, ha portato le mappe offline nell’app Mappe di iPhone. Con iOS 18, Apple ha affermato che anche l’app Mappe riceverà informazioni topografiche. Le mappe riceveranno anche informazioni dettagliate sui sentieri escursionistici.

Miglioramenti dell’app diario

Apple ha anche annunciato che iOS 18 apporterà alcune modifiche all’app Journal. Una volta aggiornata, l’app vi consentirà di registrare il vostro stato d’animo e di aiutarvi a monitorare i vostri obiettivi. Vi darà anche alcune statistiche. Potrete anche cercare all’interno del Diario le voci precedenti.

Recensione V Rising (PS5), bussano a quest’ora del mattino…

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V Rising procede il suo lento ma inesorabile cammino. Da un’avvincente Early Access passando per una lodevole release completa su PC (via Steam), l’interessante mix tra ARPG e survival arriva adesso su PlayStation 5 pronto a conquistare l’utenza Sony a colpi di succhiasangue e castelli diroccati.

Nel corso degli anni abbiamo dedicato non poca attenzione al progetto di Stunlock Studios. A partire dalla prima opinione della versione beta del titolo nel lontano Maggio 2022, per poi passare all’Early Access dell’anno successivo con le impressioni del buon Stefano, giungendo infine alla recensione di V Rising nella sua versione completa uscita un mese fa per PC a firma di Edoardo. Insomma: se ci seguite da tempo, sapete già quanto questa opera vampiresca ci abbia convinto a più riprese grazie alla sua capacità di combinare “abilmente meccaniche dei GdR action unendole a quelle dei Survival, riuscendo a risultare in qualche modo innovativo pur senza staccarsi dai canoni di entrambi i generi e, anzi, unendo molti elementi MMORPG, crea un universo dinamico e divertente da giocare, con una lore creata dai giocatori stessi, soprattutto nei server più concentrati sul roleplay.

In questa sede, vi parleremo ancora del vampirismo secondo Stunlock Studios, soffermandoci, più che sulle qualità intrinseche della produzione, sul lavoro di adattamento del titolo all’alba (ehm…) della sua release per PlayStation 5, prevista per l’11 Giugno.


Versione testata: PlayStation 5


… chi sarà mai? Andiamo a vedere

Tutto molto bello ma… cos’è V Rising?

Se non avete seguito le sue vicende di sviluppo, possiamo riassumere la produzione Stunlock Studios come un coraggioso ed intrigante esperimento. Prendete l’appeal dei più tremendi e spietati vampiri, aggiungete un gameplay da ARPG, mischiate tutto ad una parte survival/gestionale e calate il tutto in un contesto prevalentemente multiplayer. Confusi? Ci spieghiamo meglio.

V Rising ci mette nei panni di un vampiro risvegliatosi dopo anni (o meglio, secoli) di inattività, in un contesto in cui la sua specie è stata largamente sconfitta dagli umani e solo poche creature di enorme potenza hanno preservato il proprio dominio. Gravemente indeboliti dal torpore del tempo, il nostro alter ego dai canini aguzzi dovrà esplorare un mondo aperto succhiando sangue, racimolando risorse, migliorando il proprio equipaggiamento e… costruendo il proprio castello. Tutto pur di affermare nuovamente l’antica forza e reclamare il trono di creatura più temibile dell’oscurità.

Il sole vi può rapidamente far fuori… quindi occhio se andate in giro di giorno.

Non aspettatevi una trama dai grandi risvolti, bensì un canovaccio abbastanza semplice che ci fornisce tuttavia un pretesto sempre nuovo per affrontare il prossimo grande avversario, vuoi per sbloccare una nuova abilità o per accedere ad inedite risorse.

V Rising è infatti costruito attorno ad una progressione lenta ma costante. Ogni azione comporterà una conseguenza, che potrà andare dall’accumulo di esperienza in combattimento al reperimento di materie prime. Proprio il farming di risorse riveste un ruolo centrale, perché costruire la propria dimora non sarà solo un vezzo estetico. Banchi di lavoro, strumenti di sintetizzazione per materiali avanzati, sistemi di difesa dai raggi solari… in V Rising il senso di crescita è pressoché saldo grazie ad un numero ragguardevole di gratificanti contenuti. Verrete continuamente ricompensati dei vostri sforzi, delle vostre esplorazioni e delle vostre vittorie. Come? Beh, lo vedrete giocando.

I centri abitati potrebbero essere davvero troppo impegnativi nelle prime ore di gioco.

E ciò che manca a manca, non manca a destra

Compreso il gameplay loop alla base di V Rising, bisogna considerare le diverse modalità attraverso cui godere di un titolo pensato principalmente con l’online in testa… ma non solo.

Possibile infatti avventurarsi in partite private, a tutti gli effetti single player, in cui affrontare l’avventura vampiresca in solitudine. Un’opzione che abbiamo trovato indubbiamente funzionale ma che probabilmente mortifica le intenzioni degli sviluppatori.

Dall’altro lato infatti è possibile accedere a server PvP e PvE. Qui V Rising alza grandemente il proprio livello, aprendosi non solo a dinamiche lasciate all’iniziativa dei giocatori, capaci di instaurare vere e proprie alleanze di sangue o rivalità letali, con logiche e dinamiche quasi da MMORPG.

In solitaria V Rising funziona, ma è innegabile che sia stato pensato con altre aspirazioni.

Riassunti per sommi capi i capisaldi di game design di V Rising (per i cui approfondimenti vi rimandiamo ai già citati precedenti coverage), la domanda adesso è: come si è adattato un concept di questo tipo all’infrastruttura PlayStation 5?

Risposta: sorprendentemente bene. Al di là dell’aspetto tecnico, solido e performante come su PC, è la resa grafica che ci ha convinto. Nonostante non ci siano grandi composizioni poligonali o animazioni da tripla A, V Rising convince a pieni voti non solo grazie ad uno stile indovinato, ma anche grazie alla distruttibilità degli ambienti ed alla loro interattività (spoiler: siete vampiri quindi magari un po’ di ombra di giorno fa comodo…). Insomma, l’esordio nel mondo console dello sviluppatore svedese è assolutamente incoraggiante.

Non esiste un degno vampiro senza un degno castello.

L’inganno della cadrega

Dal versante ludico invece, com’è la situazione? Qui occorre fare una distinzione.

La parte prettamente action è stata adattata impeccabilmente. V Rising su PS5 vi ricorderà molti altri ARPG isometrici blasonati, non distanziandosene molto nel feeling e nell’azione complessiva. Il framerate è risultato stabile nella nostra prova anche nelle situazioni più convulse, anche a fronte di una minore immediatezza nella scelta di talune opzioni (semplificate a metà tra shortcut e menù radiali).

Viceversa, la parte gestionale che richiederà di costruire il vostro castello dei sogni (anzi, degli incubi) paga il pegno del passaggio da mouse e tastiere verso il DualSense. Soprattutto all’inizio, risulterà piuttosto farraginoso gestire inquadrature e disporre costruzioni, complice anche un tutorial piuttosto stringato che forse poteva essere maggiormente user friendly. Ovviamente non è nulla di complesso, però se consideriamo che anche alla release PlayStation 5 continua a mancare il supporto alla lingua italiana beh… non è una situazione che renderà felici molte persone.

L’atmosfera c’è sempre.

V Rising su PlayStation 5 è dunque un ottimo risultato, capace di trasportare gli stessi feeling della versione PC anche nel mondo console, anche al netto di qualche inevitabile variazione.

Arrivati a questo punto, dopo esserci sempre approcciati per anni alla creatura di Stunlock Studios, siamo genuinamente curiosi di come riuscirà ad imporsi nel panorama console. Mentre su PC il titolo ha trovato fin da subito la propria dimensione raccogliendo un sensazionale successo di critica e pubblico, non sappiamo se V Rising saprà replicare lo stesso andamento anche su PlayStation 5. Da un lato c’è un ARPG assuefacente, capace di mescolarsi con meccaniche survival, gestionali ed eventualmente MMORPG. Dall’altro lato c’è un prodotto molto peculiare che potrebbe incontrare resistenze soprattutto per il proprio particolare paradigma di fruizione, capace di essere anche tremendamente punitivo coi neofiti. Sarà una battaglia interessante… che vinca il vampiro migliore.

Potete togliervi belle soddisfazioni nella costruzione del castello… a patto di avere pazienza.

Commento finale

V Rising si affaccia al mercato console preservando tutte le grandi caratteristiche che lo han reso uno degli indie più intriganti degli ultimi anni. Metà ARPG isometrico e metà survival gestionale, l’opera del team svedese Stunlock Studios gode anche su PlayStation 5 dello stesso fascino esercitato nella versione PC. Tuttavia, proprio le sue estreme peculiarità ed originalità potrebbero renderlo meno digeribile dall’utenza console, anche a fronte di alcuni inevitabili adattamenti al diverso ecosistema di riferimento. Dategli un’opportunità: volete mettere la soddisfazione di far diventare Brambilla Fumagalli il vampiro più potente e temuto di tutti?

Jabra presenta gli auricolari Elite 8 Active Gen 2 ed Elite 10 Gen 2

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Jabra ha presentato oggi i nuovi auricolari Elite 8 Active Gen 2 dedicati a chi anche mentre si allena desidera il massimo della qualità audio disponibile e i nuovi auricolari top di gamma Elite 10 gen 2, caratterizzati dal meglio della tecnologia Jabra per auricolari.

Entrambi gli auricolari sono dotati della custodia intelligente LE Audio, una novità assoluta per il mercato di settore, che consente lo streaming wireless da qualsiasi dispositivo con porta USB-C o da 3,5 mm.

Gli auricolari Elite 8 Active Gen 2 e Elite 10 Gen 2 offrono un audio spaziale ad alta fedeltà grazie al supporto a Dolby Audio, Dolby Headtracking (per gli Elite 10 Gen 2) e una perfetta cancellazione attiva dei rumori grazie al sistema ANC di Jabra.

Inoltre, anche questi auricolari, offrono una qualità microfonica perfetta grazie alla Tecnologia Natural HearThrough migliorata, che è ottimizzata per ridurre il rumore del vento.

Per tutti i dettagli e per le immagini dei prodotti, vi rimandiamo al comunicato di seguito.

Jabra Elite 8 Active Gen 2 ed Elite 10 Gen 2: suono e streaming a un livello superiore

Milano, 11 giugno 2024 – Jabra – leader nelle soluzioni audio true wireless personali e professionali – annuncia oggi gli auricolari Elite 8 Active Gen 2 e gli Elite 10 Gen 2. Basati sullo stesso design, questi device di nuova generazione sono il risultato di processi di miglioramento mirati a ottimizzare ulteriormente l’esperienza audio.

Spiccano, in particolare, la custodia smart LE Audio* (una assoluta novità per il mercato di settore), il sound potenziato da Dolby Audio per una migliore fruizione della musica e un upgrade della tecnologia Natural HearThrough per una maggiore consapevolezza dell’ambiente circostante. Anche la tecnologia ANC di Jabra è stata resa più efficace con una migliore cancellazione dei rumori a media e bassa frequenza.

Streaming da ovunque

Con questa nuova generazione degli Elite, Jabra ha apportato significative novità, progettando la custodia smart LE Audio. Con un design innovativo dotato di doppia compatibilità USB-C e jack da 3,5 mm, le Elite 8 Active e le Elite 10 Gen 2 danno un input allo streaming universale e alla connettività con la semplice pressione di un pulsante.

Integrato perfettamente nella custodia, il chip consente agli utenti di connettersi senza sforzo e di trasmettere l’audio da una varietà di dispositivi direttamente agli auricolari. Con una latenza inferiore rispetto alle connessioni Bluetooth standard, gli utenti possono sperimentare una migliore sincronizzazione audio e video, oltre a una qualità audio Hi-Fi, grazie al codec LC3.

Il cavo “due in uno” trasforma la custodia di ricarica smart in un adattatore versatile che può essere collegato a qualsiasi dispositivo. In aereo, sul tapis roulant o a casa mentre si guarda la TV, gli utenti possono semplicemente collegare la custodia per godersi lo streaming di un suono potente direttamente dagli auricolari.

Nuova dimensione dell’esperienza audio

I nuovi auricolari offrono una nuova dimensione all’esperienza audio, con una migliore sintonizzazione del suono e il supporto Dolby Atmos, oltre a vantaggi per la fruizione di un sound potente su una gamma più ampia di contenuti, compresi i podcast. Nei test effettuati, il 95% degli intervistati ha preferito la sintonizzazione dell’audio offerta dalla nuova gamma Gen 2**

Gli auricolari Jabra di nuova generazione offrono anche prestazioni accresciute per le chiamate grazie alla tecnologia a 6 microfoni e agli algoritmi con Intelligenza Artificiale migliorati. Efficaci algoritmi di riduzione del rumore vengono attivati automaticamente per fornire prestazioni di chiamata chiare a seconda dell’attività o della posizione per garantire un elevato standard del parlato. 

Jabra ha anche migliorato la tecnologia ANC, che può bloccare fino al doppio del rumore rispetto alle generazioni precedenti. Anche le prestazioni del microfono interno sono state aumentate per fornire un migliore effetto ANC riguardo ai rumori nella gamma delle frequenze medie e basse. Il risultato è una maggiore cancellazione del rumore in diversi scenari, compresi gli aeroporti e le palestre.

Gli auricolari offrono anche una maggiore consapevolezza della situazione in cui l’utente si trova (anche all’aperto) grazie alla tecnologia Natural HearThrough, ottimizzata per la riduzione del rumore del vento e due volte più efficace rispetto alla generazione precedente. I i suoni ambientali circostanti appaiono ora più chiari e naturali, mentre il rumore del vento e i fischi sono notevolmente ridotti.

Ehtisham Rabbani, Chief Executive della divisione Gaming & Consumer di Jabra, ha dichiarato: “Con questi auricolari di nuova generazione abbiamo potenziato le caratteristiche che sappiamo essere più importanti – una migliore cancellazione del rumore e una maggiore consapevolezza del contesti in cui l’utente si trova – e per la prima volta abbiamo introdotto l’innovativa funzionalità di streaming LE Audio nella custodia di ricarica, rendendo possibile una efficace connessione a qualsiasi dispositivo, da ovunque l’utente voglia fruirne ”.

Prezzo e disponibilità:

Elite 8 Active Gen 2: €229 disponibili da metà giugno 2024 nelle tonalità Navy, Black e in due nuove (Coral e Olive). Per ulteriori informazioni: www.jabra.com/elite8activegen2

Elite 10 Gen 2: €279 disponibili da metà giugno 2024 nelle tonalità Titanium Black, Gloss Black, Cocoa e in due nuove (Denim and Soft White). Per ulteriori informazioni: www.jabra.com/elite10gen2

Caratteristiche principali degli Elite 8 Active Gen 2

  • Custodia smart LE Audio per lo streaming del suono con connessione dalle attrezzature da palestra e altro
  • Audio spaziale migliorato grazie al Dolby Audio
  • Cancellazione adattiva ibrida del rumore migliorata. Fino a due volte più efficace rispetto a quella degli Elite 8 Active della generazione precedente.
  • Upgrade della tecnologia Natural HearThrough con rilevamento migliorato del rumore del vento. Due volte più efficace rispetto a quella degli Elite 8 Active della generazione precedente
  • Prestazioni di chiamata migliorate grazie a 6 microfoni, rete antivento e algoritmo della cancellazione del rumore
  • Completamente resistenti al sudore, all’acqua e alle conseguenze dell’attività fisica con auricolari con grado di protezione IP68 (e una custodia resistente alla polvere e ai getti d’acqua con grado di protezione IP54)
  • Vestibilità sicura senza alette con la tecnologia Jabra ShakeGripTM
  • Durata della batteria fino a 8 ore, e fino a 32 con la custodia (ANC attivato)
  • Connettività stabile con gli smartwatch***, Swift Pair, Google Fast Pair e riproduzione Spotify Tap
  • Connessione Bluetooth Multipoint

Caratteristiche principali degli Elite 10 Gen 2

  • Custodia smart LE Audio per lo streaming del suono dai televisori di casa e altro
  • Audio spaziale migliorato con Dolby Head Tracking e un’esperienza Dolby Atmos più coinvolgente
  • Cancellazione attiva del rumore Jabra Advanced migliorata. Fino a due volte più potente rispetto alla generazione precedente di Elite 10
  • Tecnologia di chiamata a 6 microfoni migliorata con efficaci algoritmi di riduzione del rumore
  • Upgrade della tecnologia Natural HearThrough con rilevamento migliorato del rumore del vento. Due volte più efficace della generazione precedente degli Elite 10
  • Tonalità dei bassi ricche grazie ai potenti altoparlanti da 10 mm
  • Design semiaperto con tecnologia Jabra ComfortFit per un comfort che dura tutto il giorno
  • Durata della batteria da 6 ore (27 con la custodia) con ANC attivo
  • Grado di protezione IP57
  • Connessione Bluetooth Multipoint
  • Riproduzione con Fast Pair, Swift Pair, Spotify Tap

Ubisoft Forward 2024, tante novità per Prince of Persia… ma il piatto forte è lontano!

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Prince of Persia

Ubisoft ha condiviso nuovi aggiornamenti sul suo iconico franchise Prince of Persia.

Prince of Persia: The Lost Crown

L’attesissimo aggiornamento gratuito “Divine Trials” per l’acclamato The Lost Crown è ora disponibile per tutti i giocatori di Prince of Persia: The Lost Crown. L’aggiornamento aggiunge 22 nuove sfide per esperti che vi permetteranno di spingere le vostre abilità al massimo. Potrete accedere alla Hall of Memorials, attraverso una porta speciale situata nell’Haven, e scegliere tra quattro serie di sfide. Queste sfide diventano progressivamente più difficili e sono progettate a condizioni uniche: che si tratti di platform, enigmi, combattimenti o persino di battaglie con i boss recentemente rielaborate, non ci saranno vittorie facili. Le prove vengono sbloccate gradualmente con l’acquisizione di ogni nuovo potere. Tuttavia, i giocatori che hanno già completato le prove avranno accesso diretto a tutte in una volta sola, nei loro salvataggi esistenti. Quattro nuovi amuleti e abiti premieranno chi riesce a battere il boss “rivisto” alla fine di ogni serie. Abbiamo anche avuto un assaggio del futuro DLC “Mask of Darkness”, in arrivo su tutte le piattaforme nel settembre 2024.

The Rogue Prince of Persia

Il platform roguelite 2D di recente uscita e acclamato dalla critica, ha rilasciato il primo importante aggiornamento del titolo in Early Access durante la conferenza. “The Temple of Fire” porta un nuovo bioma vibrante ma insidioso in cui dovrete mobilitare tutte le vostre abilità per superare nuovi nemici, trappole e sfide di attraversamento. Lo studio Evil Empire ha arricchito l’esperienza con 2 nuovi mob, lo Shielded Warrior e il Duellist, e con una nuova arma, il Flaming Censers. Questo aggiornamento introduce anche l’Albero delle abilità di progressione che consente ai giocatori di utilizzare i Glimmer dello Spirito per sbloccare miglioramenti persistenti. Il The Temple of Fire è la prima importante aggiunta di contenuti tra i vari aggiornamenti che precedono il lancio della versione 1.0, basata sul feedback della comunità raccolto durante la fase Early Access.

Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo

Il remake di Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo ha confermato l’anno di uscita previsto, attraverso una visione poetica della fiamma riaccesa. Nel 2026, i giocatori potranno riconnettersi con il loro amato Principe, in un’avventura ricostruita da zero, che cattura la magia del gioco originale. Il gioco ha completato con successo la fase di pre-produzione e sta entrando in piena produzione, con Ubisoft Toronto, Ubisoft Bucarest, Ubisoft Pune e E-Studio che hanno unito le forze con Ubisoft Montréal.

Ubisoft Forward 2024, Assassin’s Creed Shadows mostra il gameplay in un nuovo trailer

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Nel corso dell’Ubisoft Forward 2024, grande spazio per Assassin’s Creed Shadows che mostra il proprio gameplay in un nuovo trailer.

A poche ore dal breve sneak peek dell’Xbox Games Showcase, il nuovo capitolo della serie Ubisoft si mostra in grande spolvero nel materiale che vi condividiamo di seguito.

La missione di gameplay mostrata alla conferenza si svolge nella città castello di Fukuchiyama nella provincia di Timba, dove Naoe e Yasuke danno la caccia a un daimyo corrotto. Il gameplay illustra la dinamica complementare tra i due eroi giocabili: Naoe, la Shinobi agile e furtiva, e Yasuke, il Samurai focalizzato sul combattimento. Combattendo su fronti opposti all’inizio del gioco, i due si uniranno per raggiungere obiettivi comuni. Mentre si inaugura una nuova era per il Giappone, potrai cambiare personaggio in qualsiasi momento nell’open world e utilizzare il mix unico di abilità e armi per affrontare situazioni e nemici diversi in modi differenti.

  • Naoe incarna l’essenza di un’Assassina Shinobi. Da un versatile rampino che permette di compiere acrobatici assassinii furtivi e di avere una maggiore mobilità, ai kunai e alla sua lama nascosta personalizzata per rapide eliminazioni, ha accesso a un arsenale vario di strumenti per colpire nell’ombra. Sebbene sia più vulnerabile nel combattimento ravvicinato, è in grado di deviare abilmente e schivare i colpi nemici, reagendo con precisione letale, sfruttando la luce, l’ambiente circostante e le strutture che la circondano per abbattere i suoi nemici.
  • Yasuke è l’ideale per gli scontri diretti, grazie alle sue eccezionali capacità di combattimento e alla padronanza delle armi samurai. Sia che brandisca la Katana per sferrare colpi decisivi, sia che opti per la potenza grezza con il Kanabo o che affronti gli avversari a distanza con l’archibugio, è in grado di gestire più nemici contemporaneamente. Potrai inoltre usufruire anche di una nuova funzione di esplorazione chiamata “Spy Network”: Naoe e Yasuke possono inviare le loro spie a perlustrare i luoghi per scoprire informazioni utili su luoghi, abitudini e altri segreti del mondo.

Assassin’s Creed Shadows arriverà il prossimo 15 Novembre per PC (via Epic Games Store), Xbox Series e PlayStation 5.

Ubisoft Forward 2024, nuovo gameplay per Star Wars Outlaws

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star wars outlaws

Nel corso dell’Ubisoft Forward 2024 sono stati condivisi due nuovi interessanti video gameplay per Star Wars Outlaws, titolo open world ambientato nell’universo creato da George Lucas.

Ve li mostriamo di seguito.

Nel gameplay showcase, il Game Director Mathias Karlson spiega una delle missioni degli esperti di Star Wars Outlaws. “Una delle motivazioni per l’esplorazione è trovare esperti inafferrabili sparsi per la galassia che aiutino Kay ad acquisire nuove abilità per sopravvivere nel mondo sotterraneo”, spiega Karlson. Nel video, Kay raccoglie informazioni su un pistolero su Tatooine. Mentre viaggia nello spazio dal campo di asteroidi nell’orbita di Akiva con la sua nave la Trailblazer, la vediamo soccorrere una nave da carico del Sindacato Pyke attaccata da caccia stellari pirata; i Pyke le sono grati per l’assistenza e la reputazione di Kay presso il Sindacato cresce e potrebbe aprirsi ulteriori opportunità con loro in futuro.

Una volta su Tatooine, Kay trova un pianeta dove la maggior parte dell’economia è sotto il controllo di un altro sindacato, il Cartello Hutt. Esplora Mos Eisley, il leggendario covo di feccia e malvagità, alla ricerca del pistolero. Karlson afferma che la creazione di Mos Eisley è stata un momento importante per il team di sviluppo: “Ricreare questa città iconica è un sogno che si avvera per il nostro team e ci permette di mostrare parti di Mos Eisley mai viste prima”.

Le informazioni di Kay portano a un magazzino del Cartello Hutt situato sulle colline meridionali; sfortunatamente ha una cattiva reputazione presso gli Hutt che non la lasceranno semplicemente entrare dalla porta principale: dovrà infiltrarsi nell’area senza far scattare l’allarme o rischiare uno scontro. Kay ci riesce e trova informazioni sull’ubicazione del pistolero, ma deve fuggire e si ritrova in una sparatoria prima di abbandonare la scena. Alla fine del video, Kay incontra finalmente l’esperto pistolero, lo sceriffo Quint.

Il game overview trailer, invece, descrive nel dettaglio ciò che rende Kay una originale furfante, l’ambientazione malavitosa e la galassia di opportunità che lo attende. Kay intraprende lavori ad alto rischio e ad alta remunerazione per guadagnarsi il favore delle più famose organizzazioni criminali della galassia, tra cui lo spietato Pyke Syndicate o l’astuta e scaltra Crimson Dawn. Nel video qui sopra vengono mostrati in dettaglio altri luoghi che Kay esplorerà, tra cui il mondo della giungla di Akiva, l’antica città di Kijimi e la luna della savana di Toshara. Ci sono flashback del passato di Kay, cresciuta a Canto Bight, un ricordo dell’incontro con Nix per la prima volta e scene di Kay che si arrabatta e ruba per sopravvivere.

Star Wars Outlaws sarà disponibile per PC (via Epic Games Store), Xbox Series e PlayStation 5 dal prossimo 30 Agosto.

Recensione monitor professionale MSI Modern MD271UL

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Il mondo dei monitor professionali s’arricchisce con il nuovo modello MSI Modern MD271UL, della nota azienda taiwanese conosciuta ai più per le sue periferiche nell’universo gaming, che ora punta a soddisfare le esigenze di professionisti e creativi alla ricerca di un display che offra una resa cromatica impeccabile. Ma vediamo insieme se un ottimo pannello è bastato a incoronare questo monitor come una delle migliori periferiche business, o se forse MSI avrebbe dovuto puntare all’eccellenza anche in altre caratteristiche.

Unboxing e Specifiche Tecniche

Il Modern MD271UL si presenta in una semplice scatola di cartone con una maniglia in plastica bianca che permette di trasportare il monitor in totale sicurezza; lungo tutta la scatola troviamo un’immagine della silhouette del monitor con delle brevi descrizioni sull’apparecchio. Rotti i sigilli di garanzia, troviamo una robusta imbottitura in polistirolo che protegge saldamente il monitor. Oltre allo schermo, all’interno della confezione è presente la solida base rimovibile da assemblare, un cavo HDMI brandizzato MSI, il cavo di alimentazione con la sua unità, una clip in plastica per ordinare i cavi lungo la base del monitor, e la tipica documentazione per un rapido utilizzo.

Nel dettaglio lo schermo Modern MD271UL si presenta con le seguenti caratteristiche:

  • Dimensione del display: 27 pollici senza cornice su 3 lati
  • Dimensioni del monitor: 61,3cm x 19,8cm x 47,3cm
  • Tipo di pannello: IPS in rapporto 16:9
  • Risoluzione massima: 3840 x 2160 (4K/UHD)
  • Gamma cromatica: 95% Adobe RGB, 99% DCI-P3, 139% sRGB (1,07 miliardi di colori possibili in 10bit di profondità)
  • Luminosità: 300 cd/m²
  • Contrasto: 1000:1
  • Angolo di visione: 178° orizzontale/verticale
  • Tempo di risposta: 4 ms
  • Refresh rate: 60Hz
  • Connettività: 2x HDMI 2.0b, 1x DisplayPort 1.2a, 1xUSB Type-C (con 65W in Power Delivery), 1x Jack Audio, 1x Kensington Lock

Design e Caratteristiche

Il design del MSI Modern MD271UL è elegante e minimalista, con linee pulite nella sagomatura della sua solida plastica in colorazione Space Grey. La cornice sottile su tre lati massimizza l’area di visualizzazione ed enfatizza un look che non lascia spazio a distrazioni, rendendo il monitor ideale per configurazioni multi-schermo, in cui la continuità visiva è essenziale.

Il supporto incluso è composto di una lega d’alluminio, particolarmente robusto, e con un’inclinazione di 64.4°. Grazie alla clip in plastica bianca sagomata e applicabile alla base, è possibile anche ordinare i cavi delle connessioni dietro il supporto in alluminio, per mantenere un look minimale. Purtroppo manca un meccanismo VESA e l’unico tipo di movimento possibile è quello che permette di inclinare il monitor in un range di 5°-20° oltre all’angolo offerto dallo stand. Considerato il target professionale, la mancanza di un meccanismo VESA è piuttosto strana. Grazie all’involucro ultra sottile e al design dominato da linee rette e angoli smussati, tuttavia, il monitor dal punto di vista del design, si adatta senza problemi a qualsiasi tipo di contesto lavorativo, da quello in aziende high-tech, ai laboratori privati nelle abitazioni dei professionisti.

Con una diagonale di 27 pollici in rapporto 16:9, la densità di pixel sul pannello viene gestita su una superficie che raggiunge la risoluzione 4K o UHD3840×2160 pixel – e che regala una definizione dell’immagine accurata e precisa anche nelle sagomature, per distinguere ogni piccolo dettaglio dei soggetti sui quali si sta lavorando. Il monitor consente anche di passare ad altre risoluzioni standard in 16:9 come il 2K o WQHD2560×1440 – i 1080p o Full HD1920×1080 – arrivando persino ai 720p o HDReady1280×720 -, offrendo così massima personalizzazione per ogni evenienza e necessità produttiva prima di passare a soluzioni date dai driver delle GPU.

Il monitor è dotato di un pannello IPS che eccelle per range cromatico, arrivando a coprire il 95% di Adobe RGB, il 99% di DCI-P3, e toccando il 139% in sRGB – per un totale di 1,07 miliardi di colori possibili grazie anche alla profondità colore in 10 bit contro gli 8 bit forniti nei più comuni monitor professionali. Da segnalare anche il grandissimo angolo di visione che arriva fino a 178° sia in orizzontale che in verticale, consentendo una perfetta visualizzazione anche quando si ha necessità di mostrare i propri progetti ad un folto gruppo di persone.

Da notare che nonostante l’ottima illuminazione del pannello IPS, capace di raggiungere i 300 nits, in angoli di visione estrema, anche se presente un rivestimento antiriflesso, luci particolarmente diffuse possono minare considerevolmente la visione delle immagini, quindi è consigliato tenere a mente la disposizione del pannello nelle nostre stanze se si pianifica una condivisione costante con più persone.

Calibrazione e Utilizzo

L’installazione fisica del Modern MD271UL è stata semplice e priva di complessità. L’inserimento della base avviene con una pressione sul vano posteriore del pannello direttamente nella gomma piuma che alloggia il monitor. Un meccanismo a click terrà salde le due parti e permetterà di appoggiare senza preoccupazioni il nostro nuovo pannello dove riterremo più opportuno, anche grazie a dei solidi rivestimenti antigraffio in gomma, per proteggere le superfici d’appoggio.

Una volta montato, il vano posteriore ospita diversi tipi di connessioni, e con le sue 2 entrate HDMI e la connessione singola in Display Port, sarà possibile costruire stazioni multimonitor senza complessità. Troviamo anche una connessione USB di tipo C integrata con erogazione di potenza da 65W che permette anche di ricaricare i nostri dispositivi elettronici, ma anche di attivare la modalità DisplayPort Alternate. Amici possessori di Mac fate molta attenzione: anche se non riportato in maniera esplicita, per poter ricaricare i vostri portatili avrete bisogno di possedere un cavo Thunderbolt, non incluso nella confezione.

Terminano la lista dei collegamenti un jack audio per le cuffie e l’attacco DC per il trasformatore del dispositivo.

L’accensione e la prima calibrazione tramite l’OSDOn-Screen Display – del Modern MD271UL avvengono raggiungendo dei piccoli tasti in plastica tondi siti sotto l’angolo destro della scocca frontale. La forma, il senso tattile, e la presenza di una spia di accensione, non hanno reso molto intuitivo l’uso di questi tasti. Più volte è capitato di spegnere accidentalmente il monitor nel tentativo di settare luminosità e contrasto, lasciandoci confusi sul perché non si sia scelto un tasto dedicato e di dimensioni differenti per gestire l’accensione/spegnimento.

Testando il monitor in alcuni degli scenari di lavoro più comuni, si sono riscontrate alcune incertezze a fronte di una qualità dell’immagine a dir poco eccellente. La scelta di utilizzare una tecnologia IPS, ha lasciato spazio ad alcune incertezze, specialmente nell’utilizzo al buio.

La presenza di soli 60 Hz ci ha subito portati sul noto portale Blur Busters, per provare a spingere i limiti offerti dal monitor per quanto concerne le immagini in movimento. Purtroppo la presenza di ghosting è risultata particolarmente invasiva, minando parzialmente il pedigree del prodotto MSI. Bisogna quindi considerare quanto può incidere la presenza di ghosting per il prodotto visivo in sviluppo, e quanto il professionista è sensibile alla cosa.

Con un livello massimo d’illuminazione di 300 nitsche ci sono parsi anche superiori – in ambienti poco illuminati a circa 2 metri dal monitor, abbiamo notato un leggero bagliore del colore, tipico dei pannelli IPS, e non particolarmente marcato da essere percettibile a distanze di seduta normali. Questo è dovuto all’alta illuminazione ai valori minimi, che potrebbe rendere scomodo alla vista l’uso del pannello senza un’adeguata illuminazione esterna.

Discorso differente per il test sul nero puro. Dobbiamo constatare che – nella nostra unità di prova – abbiamo notato una discreta presenza di Backlight Bleeding, un risultato non positivo e distante dalla qualità generale dello schermo quando posto in luce ottimale. Abbiamo concluso il test a luci spente riprendendo nuovamente l’angolo di visuale offerto, questa volta con una visione dall’alto, e constatando nuovamente la purezza dei colori offerti.

Features e Software

MSI ha messo in prima linea la cura della vista dell’utente grazie alla tecnologia EyesErgo, termine proprietario che descrive i trattamenti eseguiti dalla compagnia sul pannello IPS, che vanta un sistema anti-sfarfallio, un rivestimento antiriflesso, e una tecnologia che diminuisce la diffusione delle nocive luci blu, mitigando l’affaticamento della vista in sessioni prolungate di lavoro.

È risultata invece solo come un palliativo la funzionalità Eye-Q Check presente nell’OSD. Accedendo al sistema integrato potremo visualizzare 3 test per la vista: una Griglia di Amsler, un test per l’Astigmatismo, e un’immagine per la Correzione della Postura. Se le prime due immagini possono essere viste come interessanti aggiunte – tralasciando la presenza in rete di centinaia di supporti migliori per l’autoanalisi dei disturbi visivi, senza scomodare l’opinione di un oculista -, vista la mancanza di un supporto VESA per regolare l’altezza del monitor, un’immagine per correggere la postura – in questo caso, presumiamo, alzare e abbassare la nostra sedia, o aggiungere elevazione allo schermo – ci è parsa più una triste beffa.

All’interno dell’OSD si trovano anche funzioni ben più interessanti, in primis quella della modalità in cui è possibile impostare il monitor. Si tratta di preset pensati per velocizzare calibrazioni del pannello consentendo di cambiare rapidamente tra sessioni dove è richiesto il massimo nella gamma colore, a momenti di svago con profili gaming e per visualizzazione di video, o anche per passare a modalità a basso consumo e d’ufficio – per lunghe sessioni -.

Sempre dall’OSD possiamo abilitare anche tecnologie avanzate come l’Adaptive Sync, funzionalità HDCR – che gestisce l’intervallo cromatico in maniera dinamica -, e strumenti per il miglioramento dell’immagine, del quale abbiamo preferito non avvalerci nelle nostre sessioni di test. Presenti anche piccoli gadget, come un contatore di FPS e un sistema di Sveglia che mette in sovraimpressione un countdown, per gestire i tempi d’utilizzo, o le pause durante il lavoro.

MSI fornisce anche un software dedicato, MSI Display Kit, che facilita ulteriormente l’impostazione del monitor, e dal quale si possono gestire caratteristiche e usufruire di altre funzioni software legate al pannello, come una lente d’ingrandimento, la possibilità di suddividere l’area di lavoro in differenti finestre, usare una tastiera a schermo, o modificare e salvare i profili colore personalizzati.

Commento Finale

Il monitor MSI Modern MD271UL è stato pensato principalmente per i professionisti dell’immagine, lasciando però spazio a miglioramenti in alcuni frangenti non strettamente legati alle necessità del suo target d’aquisto e non offrendo alcune features che si possono altresì trovare in schermi di fascia inferiore.

La mancanza di una base VESA e i placebo presenti nel software di controllo del monitor, uniti a problemi intrinsechi nell’uso di un pannello IPS, si sommano alla presenza di un marcato Backlight Bleeding, e alla scelta di fornire il monitor con un refresh rate di appena 60Hz, che determina un fastidioso ghosting particolarmente inviso ai professionisti del video.

Consapevoli delle sue sfortunate mancanze, il Modern MD271UL, al prezzo di circa 370€, resta comunque una scelta sicura per tutti i professionisti che cercano un pannello in Ultra HD dall’ottimo Color Gamut, con un eccellente luminosità massima e con alcune caratteristiche che lo rendono capace di gestire in tutta tranquillità gli scenari più comuni nell’ambito del digital design, ma anche dell’occasionale intrattenimento tra un progetto e l’altro.

Preview Flintlock: The Siege Of Dawn

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Abbiamo avuto il piacere di provare i primi 120 minuti di Flintlock: The Siege Of Dawn, l’action RPG Roguelite di A44 Games la cui data di uscita è stata annunciata durante l’evento Xbox Games Showcase. Il titolo sarà disponibile per Playstation 5, Xbox (al day one su Game Pass) e PC (Steam, Epic game store) e i preordini sono già aperti.

In un mondo in cui Dei e soldati si scontrano in una battaglia per il destino dell’umanità, chi avrà la meglio?


Versione testata: PC (Steam)


Storia di una geniera

La protagonista di questo Soulslike è Nor Vanek, una geniera dell’Esercito Della Coalizione., forza militare che mira a difendere il mondo dagli Dei e dal loro esercito di Morti del Grande Abisso. Nor, insieme ai suoi commilitoni, nello specifico, occupano le trincee che sorvegliano la Porta che separa il mondo umano dal mondo dei Morti, fino a quando questa non viene aperta e i Morti invadono Alba, portando morte e distruzione.

Nor ci viene presentata come un’orfana di guerra, con un odio viscerale nei confronti degli Dei, che incolpa di aver ucciso tutte le persone che amava, e che viene adottata da Baz dal quale viene addestrata e con cui combatte tutt’ora per arginare l’ondata di devastazione che minaccia il suo mondo. Si è sempre distinta per la sua dedizione alla Coalizione e per il suo coraggio (ispirato dalla sua lealtà verso Baz e dalla sua sete di vendetta).

Dopo un primo combattimento con una delle Divinità fuoriuscite dal Grande Abisso, la nostra protagonista perde conoscenza e si risveglia in una grotta, dove avviene il primo incontro con Enki, un Dio Volpe, con il quale, dopo un’iniziale diffidenza da parte della protagonista, si stabilirà un’alleanza con l’obbiettivo di sconfiggere gli Dei. Enki, all’interno del gioco, può essere paragonato ad Atreus in God Of War, solo incredibilmente più vecchio, avendo accesso a millenni di esperienza. Nel corso dell’avventura i due personaggi comunicheranno fra loro approfondendo la lore del titolo e il legame che pian piano va creandosi; scopriremo che Nor vuole vendetta ma non prova piacere nell’uccidere, anzi vuole uccidere i suoi nemici il più velocemente possibile in quanto nessuno merita di soffrire, mentre Enki, le cui motivazioni al momento ci sono oscure, è spinto da un odio pari a quello della nostra protagonista.

Polvere da Sparo, Acciaio, Magia ma soprattutto Reputazione

Un Soulslike adatto a tutti, infatti il gioco ha 3 livelli di difficoltà tra cui potrete scegliere: storia, normale e folle. Il gameplay è dinamico e divertente, Nor in combattimento potrà contare su un’accetta, un’arma da fuoco e la magia di Enki. Le armi da fuoco hanno un numero limitato di munizioni a disposizione (con la pistola iniziale sono 3), ma gli slot di polvere nera possono essere ricaricati colpendo i nemici in corpo a corpo: 4 colpi a segno corrispondono a uno slot polvere nera. Per caricare le abilità di Enki invece Nor dovrà uccidere nemici per riempire l’apposita barra.

Avanzando nel gioco otterremo anche un Arma da Fuoco di Riserva, una sorta di fucile da cecchino, che farà più danni rispetto all’arma da fuoco principale ma che andrà ricaricata dopo ogni colpo tramite un quick time event.

Per quanto riguarda le abilità della nostra protagonista e le abilità magiche di Enki (come ad esempio congelare un nemico a mezz’aria e assorbirne la salute), queste si potranno sbloccare e potenziare spendendo punti reputazione in un albero delle abilità molto ricco, presso uno dei numerosi checkpoint. La prima abilità di Nor ci viene donata da Enki: si tratta del Salto con la Polvere che può essere sfruttato, a seconda della combinazione di tasti usata, come salto in lungo o doppio salto in alto, molto utile per l’esplorazione in game, o per limitare, o annullare, i danni da caduta, dovrete, però, avere un buon tempismo.

Il combattimento è ben realizzato e decisamente non noioso, avrete la possibilità di usare combo e colpi dall’alto grazie al sopracitato Salto con la Polvere, schivata, parata, parry e contrattacco.

Ad ogni attacco, abilità e combo eseguiti da Nor ed Enki vengono assegnati dei punti, si tratta della Reputazione, di fondamentale importanza nel gioco, li guadagnerete inoltre andando avanti nella storia e completando azioni: vincendo minigiochi, raccogliendo oggetti, completando missioni principali e secondarie. Potrete usare la reputazione per sbloccare e potenziare abilità, per potenziare e acquistare armi, e varianti estetiche per Nor. Ma, come nel mondo reale, la reputazione può essere persa: quando si subiscono danni, il moltiplicatore di reputazione si azzera e la reputazione accumulata viene riscossa, messa da parte e pronta per essere spesa, invece, in caso di decesso, tutta la reputazione accumulata si azzera, ma in stile Darksouls può essere ripristinata raccogliendola dal luogo in cui è avvenuto il trapasso.

Esploriamo Alba

Fuori dalla battaglia Nor può esplorare il mondo di Alba: ci imbatteremo in vari raccoglibili e oggetti interagibili, piume che permetteranno di far livellare Enki, statue di antenati a cui chiedere favore, ottenendo un moltiplicatore temporaneo all’acquisizione della reputazione, strade sbloccabili come brecce nei muri apribili tramite barili esplosivi e “”fratture” dei simil-portali che Enki potrà sfruttare per farci raggiungere zone che sembravano altrimenti inaccessibili.

Fra un combattimento e una missione secondarian, potrete imbattervi nei Borghi, villaggi invasi dai Morti che hanno ucciso gli abitanti che vi risiedevano e fatto scappare i superstiti. Ogni Borgo sarà presidiato da un mini-boss, sconfiggendolo permetterete alla popolazione di riabitarlo e farlo letteralmente rifiorire: una volta liberato, infatti, sarà subito visibile il cambio di scenario, sia nei colori che nell’ambiente vero e proprio. Da ruderi incendiati e distrutti con scale di grigio come colori principali, a case ricostruite e abitate e a giardini fioriti, la zona riprenderà immediatamente vita e colore. Completare questa operazione vi garantirà reputazione. Tutto ciò fa si che il senso di progressione non avvenga solo nell’evoluzione psicologica e delle abilità di Nor e nell’avanzamento della storia principale: ci sarà progressione anche nel mondo intorno a voi e nelle comunità che incontrerete. È il tipo di approccio che ci aspetteremmo da un gioco di ruolo più tradizionale rispetto a un Soulslike.

Al centro di ogni borgo è presente una Caffetteria con un checkpoint e una Ostessa, parlando con lei si potranno svolgere le stesse azioni dei checkpoint che troviamo sparsi per il mondo, riposare (ripristinando le cure), salvare e potenziare le abilità, e ci verranno anche consegnate una ricompensa e una missione secondaria.

I personaggi di Flintlock sono molto curati e caratterizzati e, talvolta, fuori dal comune, come l’Ostessa, che rimane impressa in mente, il suo design ci ha infatti molto colpito per il modo in cui tiene fra le mani il suo volto e il numero non-tradizionale di arti.
Oltre ai checkpoint e alle Caffetterie, troveremo anche Falò con cui interagire, dove i genieri potranno creare migliorie per armi e armature: basterà raccogliere i materiali necessari (zolfo, ferro e legna) e avere abbastanza reputazione a disposizione.

Un nuovo Gwent?

Continuando ad addentrarci nei territori di Alba e parlando con i suoi abitanti, oltre a sbloccare missioni secondarie, potremo essere sfidati a Rivalsa, un minigame che ci viene presentato come gioco molto popolare e tradizionale che rappresenta il passaggio al Grande Abisso, nel quale si utilizza un tabellone e delle monete come pedine (i Soldi), ed è composto in due turni di attacco e difesa. Per vincere la partita sarà necessario avere la meglio sull’avversario in entrambi i turni. In attacco sarà necessario creare una frattura triangolare usando tre soldi, nel secondo turno, quello difensivo, dovremo invece impedire all’avversario di realizzare una frattura a sua volta. Ogni sfidante che incontrerete presenta una plancia di gioco diversa con diverso numero di turni a disposizione, e, quindi, diversi livelli di difficoltà. Vincendo otterremo reputazione, ma non vi preoccupate, in caso di sconfitta non ne perderete. Esplorando l’ambientazione potrete trovare monete con abilità speciali da poter usare in Rivalsa, come “Spinta” soldo che permette di spingere di una casella una moneta avversaria.

Tecnicismi

Abbiamo provato l’anteprima di Flintlock: The Siege Of Dawn con la nostra Nvidia RTX 3070Ti, 32 GB di RAM e Intel Core i7 di 13° generazione, e, a parte qualche calo di framerate, non abbiamo riscontrato problematiche grafiche o tecniche. Vale la pena sottolineare che il gioco è ancora in produzione, quindi siamo fiduciosi che piccole problematiche come questa verranno risolte, magari con la patch del day one.

Il gioco è estremamente curato graficamente, sia per quanto riguarda le ambientazioni, ispirate anche alla Nuova Zelanda, paese degli sviluppatori, sia per i personaggi, estremamente curati nei dettagli delle armature e del viso – vedi le lentiggini di Nor.
Le musiche sono perfettamente inserite nel gioco, andando a creare un’atmosfera quasi magica.

Commento Finale

Dopo queste due orette di gioco ci sentiamo di definire Flintlock: The Siege Of Dawn un Soulslike con qualcosa in più. Gameplay divertente, grafica molto curata e una trama che ti fa venire voglia di saperne di più sono un’ottima ricetta per un gioco di successo; inoltre il modo in cui A44 tratta il mondo di Alba e la sua popolazione, così vivi e reattivi alle nostre azioni, potrebbe davvero segnare un nuovo cammino per i Soulslike, rendendoli molto più che semplici copie di Dark Souls. Noi non vediamo l’ora di poter mettere le mani sulla versione completa.

Si ringrazia Cosmocover per averci permesso di provare in anteprima Flintlock- The Siege Of Dawn.

Recensione System Shock (PS5), attraverso lo specchio e quel che SHODAN vi trovò

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A circa un anno di distanza dal lancio su PC (via Steam ed Epic Games Store), il remake di System Shock è approdato finalmente anche su PlayStation ed Xbox Series. Un progetto sfuggito ai riflettori del palco mainstream, ma che non è passato altrettanto in sordina agli occhi della critica, capace di premiarlo per l’ottimo lavoro svolto da Nightdive Studios.

Nel Maggio 2023, nella nostra recensione di System Shock per la versione Steam, il buon Riccardo premiava il risultato del team di sviluppo, capace di aver realizzato “davvero un buon lavoro nel ricreare la maggior parte degli elementi dell’iconico System Shock con gli standard moderni” tale da essere un remake che “vale assolutamente la pena di essere giocato!“. Sebbene il gioco sia rimasto sostanzialmente lo stesso, oggi cercheremo di chiarire se un prodotto nato per l’infrastruttura PC sia stato adattato efficacemente anche per console.

System Shock è disponibile dallo scorso 21 Maggio anche per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One ed Xbox Series.

Prima di lasciarvi alla nostra recensione, vi ricordiamo il nostro coverage del titolo:


Versione testata: PlayStation 5


Ho scelto l’impossibile, ho scelto la stazione Citadel

Una piccola lezione di storia.

System Shock non ha mai raggiunto, fatalmente, un buon successo di pubblico. Complice anche una release a ridosso di un certo Doom II, il titolo confezionato da Looking Glass Studios nel 1994, non riuscì a sfondare nei confronti del grande pubblico, anche a fronte di un sequel pubblicato cinque anni dopo. Ciò che tuttavia è mancato al botteghino si è convertito, per un ironico tiro della sorte, in un’estrema influenza esercitata sui game designer dell’epoca. L’epopea dell’hacker contro l’IA impazzita SHODAN diventò fonte di ispirazione non tanto per l’atmosfera, comunque eccezionale, ma soprattutto per la rivoluzionaria idea di game design che lasciava al giocatore l’iniziativa non solo dell’esplorazione ma anche delle soluzioni ai problemi ed enigmi. Pochissimi aiuti, risorse da gestire, pericoli costanti: un’esperienza interattiva che oggi sembra piuttosto ordinaria, ma che nel 1994 era avvenirismo puro. Al punto da poter considerare System Shock come uno dei padri fondatori degli immersive sim, capaci di gettare le basi concettuali di produzioni come Deus Ex, Thief e Bioshock.

Il tutto partendo da un presupposto narrativo piuttosto semplice. Nei panni di un (o una, novità introdotta da un recente aggiornamento) hacker a bordo della stazione spaziale Citadel nell’anno 2072, il giocatore dovrà tentare di ostacolare i piani di un’intelligenza artificiale sfuggita al controllo: la terribile e deviata SHODAN.

Alcuni esperimenti condotti da SHODAN hanno preservato barlumi di umanità…

Se per tutto quello che riguarda sulla bontà gioco possiamo rimandarvi senza indugio alla già citata recensione del nostro Riccardo, ciò di cui dobbiamo parlarvi in questa sede è della validità dell’adattamento su console.

Su PlayStation 5, System Shock gira a 60fps con una risoluzione che punta ad un 4K nativo (3840×2160). Lo scaling dinamico della risoluzione viene utilizzato per ridurre i carichi di lavoro della GPU quando necessario, tuttavia la qualità dell’immagine resta sempre generalmente eccellente. Un ottimo traguardo per Nightdive Studios, oramai abituati ad adattamenti pressoché perfetti tali da preservare le medesime qualità visive su ogni piattaforma. Addirittura, la versione PS5 è capace di viaggiare a 120 Hz se il display supporta tale frequenza di aggiornamento. Le prestazioni non cambiano in realtà moltissimo, ad onor della cronaca, ma fa piacere vedere anche questo tipo di feature. In linea generale, le prestazioni tecniche sono molto stabili e, salvo sporadici ed occasionali rallentamenti, potrete godere di un’esperienza senza compromessi. Ah, inoltre potrete anche beneficiare del supporto all’audio surround.

… altri, molto meno.

Ecosistemi fantastici e dove trovarli

Il punto dove risiedevano le maggiori perplessità era tuttavia altrove. A preoccuparci non era l’adattamento tecnico, sul quale non avevamo ragione di nutrire dubbi, visto il palmarès degli sviluppatori. Bensì, sulla profonda differenza tra l’ecosistema PC e quello console.

Non è la prima volta che assistiamo a conversioni coraggiose di titoli pensati per tastiera e mouse, basti pensare al mare magno di RTS che possiamo godere sulle nostre console. Ed a prima vista, System Shock non sembra poter correre grossi rischi, con la sua impostazione da FPS. Tuttavia, soprattutto chi ha giocato l’originale del 1994, sa quanto girare tra i cunicoli cyberpunk della stazione Citadel possa essere un’operazione complessa con un controller in mano. La ragione è data dall’assidua necessità di gestire menù ed oggetti, oltre ad una navigazione impegnativa ed attenta al dettaglio che restituisce una complessità ben superiore alla media.

Visto così non sembra complicato adattare System Shock al mondo console…

Il remake offriva anche al lancio un supporto per i controller su PC, ma era chiaro che l’implementazione era incompleta e mancavano alcune importanti funzionalità. Fortunatamente, System Shock arriva su console con un supporto del controller significativamente più fluido, rendendo il gioco facilmente giocabile dopo un pò di abitudine iniziale.

Rappresenta la scelta ideale per giocare al titolo? Sinceramente no. La natura intricata del gioco rende a tratti abbastanza macchinoso gestire alcune opzioni e, soprattutto con le impostazioni iniziali, anche operazioni naturali come mirare agli avversari diventa un procedimento fin troppo articolato. Il gioco è comunque godibile? Assolutamente si: i controlli sono infatti completamente rimappabili e sorprendentemente le azioni guidate dal cursore (come la gestione dell’inventario) sono efficaci. Se poi volete avere l’esperienza ideale, anche stavolta Nightdive Studios offre il supporto per tastiera e mouse anche su home console.

… tuttavia fidatevi: l’operazione è stata tutt’altro che banale.

Trent’anni e non sentirli…?

In definitiva, System Shock su console riesce a mantenere alta (anche se non proprio ottimale) l’esperienza complessiva ricreata da Nightdive Studios. Se avete perso l’opportunità di testare questo classico immortale su PC, adesso non avete scuse, a meno che…

Si, perché System Shock potrebbe non essere per tutti, nonostante la sua indubbia importanza per l’evoluzione del media e per alcune caratteristiche divenute pietre angolari di molte produzioni. Per due motivi fondamentali.

Le aree VR sono affascinanti.

Anzitutto, il remake del classico Looking Glass Studios non fa sconti. Oggi come allora, il vostro alter ego viene buttato nella mischia senza aiuti o indicatori. Dovrete comprendere in autonomia non solo come procedere nell’avventura, ma anche come risolvere enigmi e liberarvi di ostacoli. Un approccio affascinante, che spinge il giocatore a leggere ogni documento e cogliere ogni indizio. Se sposerete questo concept, il design del titolo sarà capace di gratificarvi come pochi altri immersive sim sanno fare (soprattutto considerati gli anni sul groppone). Se invece non apprezzate tutta questa libertà a tratti ermetica, potreste esser vittime della frustrazione.

In quest’ultimo senso, non depone a favore del remake la scelta di non rivoluzionare granché le fasi shooting. Ereditando un’impostazione piuttosto lenta e metodica in contrasto con la rapidità e frenesia del panorama odierno, System Shock non offre altresì un sistema di controllo particolarmente preciso e responsivo. Il problema è che, anche a fronte di una mira compassata e poco accurata (frutto anche di una migliore resa con tastiera e mouse), anche il gunplay risulta leggero ed approssimativo. Soprattutto nel corpo a corpo (risorsa fondamentale, vista la penuria di risorse), non “sentire” il peso dei fendenti non è proprio piacevolissimo. Ci si passa sopra per la grandezza dell’esperienza ma ecco, alcuni potrebbero davvero trovarlo un malus rilevante.

Una situazione semplice per molti FPS… non tanto per System Shock.

Commento finale

A distanza di un anno dalla release per PC, System Shock arriva anche su console con un adattamento che rende giustizia non solo alla bontà del lavoro svolto da Nightdive Studios, ma altresì all’illustre eredità di Looking Glass Studios. Se volete comprendere l’importanza storica del titolo e di come sia riuscito ad influenzare gli immersive sim (e non solo), affrettatevi ad affrontare la follia di SHODAN. Viceversa, se non subite il fascino della stazione Citadel ma volete comunque provare l’esperienza, fate attenzione: alcune caratteristiche ludiche potrebbero essere piuttosto aspre alla luce di taluni standard del panorama odierno.

Xbox Games Showcase, ecco il primo gameplay trailer di South of Midnight

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South of Midnight

Nel corso dell’Xbox Games Showcase è stato mostrato il gameplay di South of Midnight, il nuovo action-adventure di Compulsion Games.


South of Midnight, realizzato dai creatori di Contrast e We Happy Few, è un avvincente gioco action-adventure in terza persona, ambientato nel profondo sud degli Stati Uniti.

Nei panni di Hazel, esplorerai i miti tipici del sud del Paese e incontrerai le creature del folklore locale in un mondo macabro e fantastico. Quando una catastrofe colpisce la sua città natale, Hazel è chiamata a diventare una Tessitrice, ossia una persona dotata di poteri magici con cui guarire gli spiriti e riannodare i legami spezzati. Forte di queste nuove abilità, Hazel affronterà e domerà creature pericolose, ricostruirà l’intricato passato della sua famiglia e, se sarà fortunata, troverà infine la strada verso un luogo da poter chiamare casa.

UNA MODERNA FAVOLA DARK
Quando un uragano si abbatte sulla cittadina di Prospero, Hazel viene trascinata in un mondo gotico sudista popolato da antiche creature del folclore, in cui la realtà si intreccia alla fantasia. In quest’avventura di formazione, Hazel affronta un viaggio per salvare sua madre, sprofondando in una tormentosa rete di folclore e segreti di famiglia in cui dovrà trovare la sua identità.

AFFRONTA CREATURE MITICHE
Brandisci un antico potere con cui dipanare le creature e svelare i traumi che le consumano. Lancia incantesimi di tessitura per combattere gli implacabili persecutori, esplora le variegate regioni del Sud e reintessi gli squarci nel Grande arazzo.

LA BELLEZZA INQUIETANTE DEL SUD GOTICO
Scopri la seducente e fatiscente contea di Prospero con i suoi abitanti. Lasciati trasportare da uno stile visivo realizzato ad arte, da una narrazione toccante e da una musica immersiva ispirata alla ricca e complessa storia del Sud degli Stati Uniti.


South of Midnight arriverà nel corso del 2025 su PC e Xbox Series X|S (incluso in GamePass).

Xbox Games Showcase, WUCHANG: Fallen Feathers torna a mostrarsi dopo 3 anni ed è davvero in forma!

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WUCHANG

Calmi, Il titolo nella notizia non è sbagliato. Forse pochi di voi lo conoscevano, ma WUCHANG: Fallen Feathers fu mostrato per la prima volta nel settembre del 2021.

Il titolo sviluppato dallo studio cinese Leenzee Games è un soulslike ambientato alla fine della dinastia Ming, in una terra maledetta piena di pericolo e mistero.

Noi vestiremo i panni di Bai, una guerriera pirata maledetta dall’ornitropia (ovvero la protagonista possiede tratti da uccello), e dovremo scoprire i segreti del suo passato dimenticato.

WUCHANG: Fallen Feathers offrirà un’esperienza di combattimento avvincente con molteplici categorie di armi e magia dell’ornitropia. Dovremo esplorare ambienti interconnessi, incontrare personaggi storici e fare scelte che determineranno il destino del mondo di gioco.

WUCHANG: Fallen Feathers arriverà nel corso del 2025 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC. Sarà disponibile dal D1 su GamePass.

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