Recensione Dragon Ball Z: Kakarot

Bentornato Kakarot!

Versione testata: PlayStation 4.

Dragon Ball è una serie che non ha bisogno certo di presentazioni. La sua popolarità trascende culture, fasce d’età e media. In quanto tale, non c’è stata carenza di giochi dedicati al celebre franchise nel corso degli anni. L’ultimo titolo di Bandai Namco, Dragon Ball Z: Kakarot, è un gioco che ha molto di familiare, spesso, questa familiarità è così forte da far sentire Kakarot un po’ troppo simile ai capitoli venuti prima, appesantendo l’esperienza complessiva. Al contempo però, riesce a “riproporre” la celebre saga o meglio le saghe che compongono l’eterna opera di Toriyama in un modo fresco e a tratti interessante.

“Dragon Ball Z: Kakarot offre molte cose che sono familiari e fresche allo stesso tempo.”

Partiamo però da un punto fondamentale, la narrazione, selvaggiamente incoerente. Alcune delle svolte più grandi e importanti della storia sono mostrate attraverso scene animate brillantemente, esagerate e appariscenti, ed è in questi momenti che Dragon Ball Z: Kakarot riesce a rendere giustizia all’infinito materiale disponibile da cui trae spunto. Sostenuto dalla bella estetica e da scelte stilistiche forti e vibranti, le cutscenes, così come i combattimenti possono definirsi orgogliosamente delle vere “hit” di narrazione e di gameplay.

Tuttavia, gran parte della storia del gioco è delegata a una narrazione molto sciatta, accompagnata da strane scelte di dialogo, scarso lip sync, scrittura non di altissimo livello, e intermezzi che non sono rappresentati sempre al meglio, confermando alcune scelte di scrittura frettolose e trasandate. Combinato con la natura fan-service, il comparto narrativo del gioco zoppica e non poco, anche se il fan più affezionato troverà determinate scelte valide e divertenti.

Detto questo, anche se a volte Kakarot potrebbe risultare ridondante, introduce anche alcuni nuovi elementi e meccaniche che normalmente non ci si aspetterebbe dai giochi di Dragon Ball. Alcune di queste aggiunte sono state apportate anche alla storia, con Kakarot che presenta nuove scene, conversazioni o eventi  che arricchiscono un po’ di più la storia. È qualcosa che molto probabilmente sarà apprezzato più dai fan veterani di Dragon Ball che da chiunque altro, aiutando la narrazione a fluire un po’ più naturalmente e appianando alcune transizioni improvvise e contestualizzando salti temporali.

“Combinata alla natura troppo familiare della storia di Kakarot, il comparto narrativo zoppica un po’, anche se il più hardcore dei fan di Dragon Ball troverà determinate scelte coerenti e molto divertenti”

Dragon Ball Z: Kakarot combattimentoMolto più notevole delle aggiunte alla storia, tuttavia, è il fatto che Dragon Ball Z: Kakarot cerca di rendere le cose interessanti e più coinvolgenti presentandosi, almeno sulla carta, come un gioco action-RPG semi-aperto. Anche se una prospettiva del genere sembra eccitante e interessante, Kakarot spesso non riesce a fare più del minimo indispensabile, rendendo alcune meccaniche vuote e inutili.

In combattimento, Dragon Ball Z: Kakarot funziona più come un classico picchiaduro che come gioco di ruolo. Quando arriva la “spinta”, tutte le statistiche, i buff e tutto ciò che riguarda il combattimento si trasformano in schermaglie ridicolmente burrascose di raffiche fatte di: pugni, raggi mortali, esplosioni sconvolgenti, e tutte le altre irriverenti mosse che ci aspetteremmo da Dragon Ball.

Il combattimento non è eccessivamente complicato. Schivare, bloccare, usare attacchi regolari e super mosse funzionano e come se funzionano. Di tanto in tanto ricaricheremo la nostra Aura, o daremo comandi speciali ai compagni, o guariremo il nostro personaggio. Se riusciamo a diventare bravi in combattimento, non dovremo tenere in considerazione neanche le meccaniche simil RPG.

“Battaglie burrascose fatte di raffiche di pugni, raggi mortali e esplosioni sconvolgenti”

Fra i sistemi che funzionano meglio (anche se con le dovute riserve) c’è quello degli Emblemi Anima. Ovvero una sorta di schede personaggio che possono essere assegnate dall’apposita schermata della community, per migliorare uno specifico set di bonus e abilità (Per maggiori dettagli e per aiutarvi nella ricerca di tali emblemi, vi rimandiamo alla nostra guida). Qui vi basterà sapere che gli Emblemi Anima, in sostanza, sono carte specifiche dei singoli personaggi, ottenibili completando missioni, principali e secondarie ed esplorando il mondo di gioco. Possono anche essere aggiornati individualmente attraverso i doni. A seconda di quali emblemi abbiamo posizionato e soprattutto su quali board della community, potremmo ottenere diversi buff e vantaggi.

Dragon Ball Z: Kakarot Auto AnimeOra dimenticate quanto detto, perché i consigli della comunità sono in gran parte inutili. Per cominciare, è un sistema complicato e il gioco non fa un gran lavoro nello spiegare al meglio al giocatore come farlo funzionare. Ancora più importante, tuttavia, i vantaggi che si ottengono da questo sistema sono il più delle volte trascurabili, al punto che potremmo non interagire affatto con il sistema. Anche il livellamento di base e l’ottenimento di più punti esperienza non finiscono per essere rilevanti. In effetti, l’acquisto di nuovi super attacchi e l’aggiornamento di quelli già in possesso è l’unica forma significativa di progressione in tutto il gioco, poiché hanno un notevole impatto sul combattimento.

Dragon Ball Z: Kakarot ha un sacco di sistemi che sulla carta sembrano incredibili ma in fin dei conti non servono a niente. Il più delle volte sono trascurabili proprio perché non hanno uno scopo definito. Inoltre non aiuta il fatto che il gioco non presenti un tutorial che si possa definire tale, alternando spiegazioni dettagliate su alcuni sistemi ma tralasciando completamente gli altri, magari ben più importanti. Ad esempio, il gioco non menziona mai che l’albero in cui acquistiamo nuovi super attacchi è nascosto all’interno dei menu dei singoli personaggi, e tuttavia trascorre una sconcertante quantità di tempo a spiegare le schede della community e gli Emblemi Anima.

“Dragon Ball Z: Kakarot ha molte meccaniche interessanti, almeno sulla carta, ma che per la maggiore sono prive di scopo finendo per intralciare il divertimento.”

Al di fuori del combattimento, il mondo di Kakarot e le attività che lo popolano soffrono di svariati problemi. Il gioco è diviso in mappe esplorabili, popolate di missioni, sotto storie e attività secondarie, ma la maggior parte del nostro tempo sarà speso volando in giro e raccogliendo delle sfere colorate, che sono sparse abbondantemente in tutti gli ambienti e vengono utilizzate per aggiornare e acquistare attacchi speciali. Tale tipologia di attività, diventerà noiosa molto rapidamente, e sebbene ciò potrebbe essere almeno compensato da un sistema di volo reale e divertente, Kakarot finisce per inciampare anche in questo.

Dobbiamo muovere il personaggio con la levetta sinistra e accelerare premendo la levetta, ma il ritmo normale spesso sembra troppo lento, mentre fare clic sulla levetta più volte per ottenere una raffica di velocità sembra innaturale (e spesso un po’ disorientante). Il controllo del volo, infatti, è un’esperienza poco impegnativa per la maggior parte del tempo: si sale premendo RT (o R2) e si scende premendo RB (o R1). I movimenti, in quanto tali, si sentono troppo scattosi e meccanici.

“In un momento storico come questo, in cui ci sono così tante proprietà che ottengono adattamenti mozzafiato, è deludente vedere che Kakarot soddisfi a malapena il minimo standard.”

Al di fuori di quanto detto, le attività offerte nel mondo di gioco sono si divertenti ma nella migliore delle ipotesi finiscono per diventare troppo generiche, anche se mai noiose. Il mondo stesso consente di poter svolgere attività come: la caccia ai dinosauri, la pesca, la raccolta di minerali e altro, ma nessuno di queste offre troppa profondità (o un motivo per impegnarsi nel farle). Nel frattempo, ci sono anche molte missioni secondarie, e sebbene spesso introducano camei di personaggi che i fan della serie riconosceranno e apprezzeranno, le ricerche sono noiose, banali e prive di fantasia. Anche la questline principale a volte soffre di una grande incoerenza, con un sacco di roba che si presenta come riempitivo (anche se tale caratteristica è intrinseca proprio dell’anime), come se fosse lì per far passare il tempo di esecuzione e aiutare il gioco a superare l’ambita soglia delle 30 ore.

Dragon Ball Z: Kakarot
7.4 / 10 4News.it
Acquista suAmazon.it
Disponibile suPS4, XBOX One, PC
Pro
    - Combattimento burrascoso e esplosivo
    - Alcune scene sono incredibilmente animate
    - Grande design artistico
    - I fan storici lo apprezzeranno
Contro
    - I sistemi RPG sono abbastanza trascurabili
    - Narrazione incoerente
    - Controlli di volo frustranti
    - Diversi contenuti per lo più di riempimento
Riassunto
Per i fan di Dragon Ball, Kakarot, è difficile da non consigliare. Non fa nulla di sorprendentemente diverso dagli altri che lo hanno preceduto, e non lo fa nel modo sbagliato. Alla fine si tratta di un adattamento di buon livello, godibile ma incoerente con una storia che è già stata raccontata centinaia di volte prima. In un momento in cui ci sono così tante proprietà che ottengono adattamenti mozzafiato, è davvero deludente vedere che Kakarot soddisfi a malapena lo standard minimo. Nonostante queste carenze, è abbastanza divertente ed è un ottimo titolo fan-service.
Gameplay
Grafica
Sonoro
Longevità
Giudizio finale

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Guida alla cucina e alle ricette
5 trucchi per iniziare
Guida agli Emblemi dell’anima
Come Sbloccare l’auto di Goku
Guida alla crescita dei personaggi
Guida alle Sfere del Drago
Guida alle domande di Re Enma



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